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Autore: lulette    02/08/2023    4 recensioni
Dal capitolo II
"Credevo che l'amore potesse trascendere la fisicità…" disse con fare rassegnato Arthur.
Merlin quasi rise. "Ma noi non stiamo parlando di amore, maestà."
"E va bene!" Si adirò il principe, quasi urlando "Se anche si trattasse solo di desiderio, non credi che i sentimenti forti che proviamo l'un per altro potrebbero renderci comunque felici? Anche se solo per qualche istante?"
Merlin provò istantaneamente rabbia e dolore insieme, molto più forti rispetto a prima. Tuttavia cercò di trattenersi tacendo, mentre il principe continuava. "Non riusciresti a non considerare che sono un uomo e a vedermi invece solo come un essere umano che ti è molto vicino e che tiene a te?"
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Merlin e il principe Arthur stavano tornando a palazzo. Era tarda sera, una sera fin troppo mite, e si trovavano ad attraversare il bosco dopo aver festeggiato in una taverna, una storica vittoria contro un gruppo di Sassoni particolarmente ostici.

C'erano anche gli altri cavalieri a festeggiare con loro. Leon aveva riaccompagnato Elyan che non si reggeva in piedi per il troppo bere. Percival si era incaricato di prendere con sé Gwaine che, nonostante l'enorme quantità di vino ingerito, stava ancora in piedi, ma, invasato com'era, rischiava di diventare un pericolo per sé e per gli altri o di innescare una rissa furibonda per un nonnulla. 

Anche il principe aveva bevuto davvero tanto. In genere reggeva l'alcol in modo ammirevole ma stavolta aveva esagerato e guidava il cavallo un po' in qua e un po' in là, quasi che fosse la povera bestia innocente, sotto di lui, ad essere sbronza.

Come al solito, servo e padrone stavano discutendo. 

"Tu pensi troppo Merlin!" disse strascicando le parole. 

"Io penso troppo? Non credo, maestà … Almeno io penso prima di parlare, prima di agire. C'è gente che dice sciocchezze e fa fesserie perché, al contrario, pensa troppo poco."

"Nessun riferimento a persone presenti, spero!" lo guardò di sbieco il re. 

"Assolutamente no, sire" sorrise il servo senza farsi vedere.

"E comunque è più facile dire la verità, se hai bevuto più del solito. Non vorresti approfittarne? … C'è qualcosa che vorresti chiedermi?” Merlin non rispose. Non si fidava di Arthur in quelle condizioni.

"Merlin, quando ti ho detto che tu pensi troppo, intendevo solo dire che … finché penserai così tanto e in modo così caotico, tu … non agirai. Che c'è? Hai paura di vincere? Hai paura di essere felice?"

Merlin lo guardò come se Arthur fosse impazzito. "Non vi ha fatto bene andare alla taverna. Quando bevete troppo dite delle cose insensate e preoccupanti"

Arthur lasciava ciondolare la testa in avanti e Merlin temeva che sarebbe caduto da cavallo.

"Se io avessi bevuto come voi, ora mi ritroverei sdraiato sotto un tavolo della taverna, più morto che vivo …" 

"Oppure ti ritroveresti a peso morto addosso a uno dei miei cavalieri, o addirittura in braccio al tuo principe…" 

"Meno male che so quando fermarmi, io!"

"Ti prego. Risparmiami le tue lagnanze. Sto già abbastanza male… sei il mio servo, non la mia coscienza!" ribatté Arthur con una certa durezza.

"La vostra coscienza è sgattaiolata via spaventata già al quarto bicchiere di sidro, maestà. E comunque vi rispondo di sì. Sono tantissime le cose che vorrei chiedervi ma … non posso farlo. Se domani voi doveste malauguratamente ricordarvene, la gogna non sarebbe nulla al confronto di ciò che potreste farmi subire" rispose sinceramente Merlin.

"Domani non ricorderò niente. Ma se hai … paura, fa' finta che ti non abbia detto nulla."

Merlin sapeva che Arthur lo stava sfidando. In questi casi, spesso lasciava correre, per amor di pace, della sua pace. Ma forse quei due bicchieri di vino grosso che anche Merlin aveva bevuto lo istigavano a cogliere quella sfida.  

"D'accordo, maestà. Voglio dimostrarvi che non ho … paura" socchiuse gli occhi con malizia.

Arthur scese da cavallo e si sdraió su un'ampia roccia, lì vicino.

Erano ormai abbastanza vicini alle porte di Camelot ma Merlin non glielo fece notare e smontò da cavallo, sedendosi poi sull'erba di fronte al principe, abbracciandosi le gambe con le braccia. "Dunque … Cosa pensate di vostra sorella Morgana?"

"In che senso?"

"Quello che volete!"

"Ecco … finché non ho saputo che era mia sorella credo di essere stato molto intrigato da lei …"

"Intrigato?" 

"Sì, attratto, stuzzicato … Lei a volte mi sembrava dolce e bella come un angelo e altre volte era cupa e crudele come una strega. E non so quale parte di lei mi piacesse di più, in realtà. Il che è … inquietante, non trovi?" 

"Certo, ma non mi stupisco. Talvolta il male può essere seducente come e più del bene."

"Era consapevole di piacermi e mi ha preso in giro in tutti i modi possibili. Quando ho saputo di essere suo fratello, ero veramente a terra. E ho benedetto il fatto che mi avesse tenuto alla larga, ogni qualvolta mi avvicinavo troppo a lei. Ho ancora i brividi al pensiero …"

"L'idea dell'incesto spaventerebbe anche me. È normale … ma non sarebbe stata colpa vostra, nè di Morgana, ma solo …" il servo si fermò. La questione era fin troppo delicata. 

"Di mio padre! Non credo che lo perdonerò mai per questo" disse Arthur con aspro dolore nel tono della voce.

Merlin si sentì triste per lui. "In fondo si trattava solo di una cotta da ragazzini. Non è accaduto mai niente tra di voi"

"Per fortuna no."

"Perdonatemi, maestà. Non avrei dovuto parlavi di questo …"

"Sì, invece. È la verità…"

"Adesso, invece, cosa pensate di Morgana?" domandò il servo nel maldestro tentativo di sviare il discorso. 

"C'è stato un periodo in cui le ho voluto bene sul serio come sorella, ma poi … Come faccio a non odiarla? In realtà non si tratta proprio di odio, anche se vorrei riuscire a non provare niente per lei…" 

Artù si portò le mani sugli occhi, forse per asciugare una lacrima.

"Non lo so, Merlin … Tutto ciò che vorrei è che tornasse a Camelot, come una volta, quando la sentivo dalla mia parte, quando sentivo il suo affetto per me… Mi aspetto ancora, come uno stupido, che rinsavisca e che torni a casa. Che ingenuo sono, vero? Lo so che è impossibile ma non posso fare a meno di sperarlo … "

"Sarebbe meraviglioso, anche per me."

"E tu, Merlin? Sei un uomo, ed è difficile per me credere che Morgana ti fosse indifferente"

"Ma non era il mio turno di fare domande?"

"Puoi dirmi ciò che vuoi, Merlin: vedrai che tanto non lo ricorderò!"

"D'accordo allora. La prima volta che la vidi, Morgana si stava cambiando d'abito dietro il paravento. Mi scambiò per Gwen e io glielo lasciai credere." 

"Merlin! Questo non è da te!" s'imbronciò Arthur.

"Non siate geloso!"

"Geloso? E di chi? Di te?"

"Cosa? No…" rise Merlin "Geloso … di Morgana! 

Io non riuscii a vedere nulla, vi giuro, se non qualche ombra muoversi nel muro dietro il paravento, ma … pensai che fosse bellissima ancora prima di vederla. In effetti fu una delle cose più conturbanti che mi fosse capitata fino a quel momento. Solo nella mia immaginazione, però ... "

Arthur lo ascoltava con occhi incerti e sorpresi mentre il servo continuava.

"Poi quando la vidi così bella e gentile, ne rimasi affascinato, soprattutto per la dolcezza che mi infondeva."

"Quindi non sei stato innamorato di lei?" domandò Arthur continuando a percepire nel buio la reazione di Merlin.

"Ero incuriosito, forse 'catturato' da lei, per come parlava e per le sue movenze delicate … ma il sentimento che provavo per lei era più simile a quello di un …  cavalier servente, che ammira la sua 'madonna' da lontano, con dedizione totale e voglia di proteggerla. Mi sentivo così!"

"Sentimenti molto nobili. A volte dimentico che tu non sei come gli altri. Che non sei normale … " 

"Grazie tante!" fece Merlin offeso.

"Non è necessariamente un rimprovero, Merlin. Tu metti il dovere davanti ai tuoi interessi e desideri e credo possa essere motivo di orgoglio per te. Però non vivi la tua giovinezza come dovresti, secondo me. Non ti ho mai visto intrattenere delle ragazze. Come mai?" 

Merlin arrossì, ma era buio e Arthur non se ne avvide.

"Io … credo … di essere ancora troppo giovane … per queste cose." Non poteva certo dirgli che le ragazze non lo interessavano, almeno non più, e che, suo malgrado, era molto preso da un'altra persona. Per cui cambiò di nuovo tema di discussione.

"Ma, tornando a voi, ditemi  di Gwen, adesso!"

"Gwen?" E il re lasciò andare un profondo sospiro. "L'ho amata molto. Davvero, Merlin. Ma lei è sempre stata così indecisa tra Lancelot e me … che alla fine ho dovuto prendere io la decisione finale, lasciandola libera. Credo di aver fatto la scelta giusta. È stata dura, però."

"Credo che avreste vinto voi, alla fine, se aveste deciso di aspettare ancora un po'. Lancelot le è stato vicino quando fu rapita e quindi in un momento molto delicato. Ma voi eravate sempre stato suo."

"Era una situazione che non riuscivo più a sopportare. Forse non ero così innamorato di lei come pensavo. Ad essere onesto, ho anche provato dei sentimenti negativi per lei, qualche volta."

Arthur si era incupito nuovamente e ancora una volta, Merlin cercò di sviarlo da quei tristi pensieri.

"E di me? Cosa pensate di me, maestà?"

Il re non capiva il senso di quella domanda. 

"Pensavo stessimo parlando di amore, Merlin. Tu cosa c'entri?"

"Niente. Ho cambiato argomento. Parlare d'amore vi fa soffrire, lo vedo. E sono sempre stato curioso di sapere cosa pensate veramente di me. Ogni tanto mi dite che sono l'uomo più saggio, o il più coraggioso che abbiate mai visto. E io ne sono felice. Altre volte mi lanciate qualsiasi cosa vi capiti a tiro, mi insultate in tutti i modi possibili e mi trattate come il più inutile degli schiavi."

"È proprio così che ti vedo. Talvolta sei per me il più prezioso dei consiglieri, il mio migliore amico, giudizioso e intrepido … altre volte mi fai talmente infuriare che ti riempirei di botte da mattina a sera. E rimani il solito enigma."

"Ma ormai è un mese che sapete della mia magia …"

"È già passato un mese…" disse Arthur con un'espressione seria. "E ancora non riesco a mandarla giù del tutto. Cioé, ho capito che me l'hai tenuta nascosta per evitare di metterci entrambi nei guai e ti ho promesso di mantenere il tuo segreto, e lo farò, ma per me è stato una specie di … tradimento, il tuo…"

Merlin sentì come se un pugno gli avesse sfondato lo  stomaco… un dolore sordo e reale ma tacque.

"Faccio ancora fatica a crederci, sai? Mi ci vorrà del tempo per accettarlo del tutto."

Il servo rimaneva immobile a testa bassa. Toccare quel tasto per lui era ancora troppo doloroso, forse più che per Arthur, anche se il principe aveva reagito tutto sommato piuttosto bene. Merlin si sentiva ancora in colpa. Gli sarebbe passata mai? Deludere Arthur era ciò che meno avrebbe voluto, ma era successo.



 

Il mese precedente nel bel mezzo di una battaglia con dei loschi trafficanti, Arthur per caso si era girato verso di lui, proprio nel momento in cui Merlin con occhi dorati e braccia tese verso un nemico, aveva fatto volare in aria quest'ultimo, scaraventandolo contro un tronco. L'uomo era poi ricaduto a terra svenuto. Nessun altro se n'era accorto e sul momento Arthur aveva fatto finta di niente. Fino a dopo cena, quando l'aveva preso in disparte dagli altri, portandoselo dietro mentre si allontanava di molto dall'accampamento.

Aveva cominciato con il fargli strane domande. Merlin aveva capito che qualcosa non andava. Arthur non ne poteva più e gliel'aveva finalmente gridato: "Sei uno stregone, un maledetto stregone! Perché non me l'hai mai detto?"

Gli aveva urlato tutta la sua rabbia, lo aveva strattonato, spintonato contro una parete di roccia e colpito con un paio di forti pugni. Merlin sanguinava da uno zigomo e dalla bocca, ma non gli importava, perché era il cuore la parte che più sanguinava, anche se in modo invisibile.  Poi Arthur si era accasciato a terra, spaventato dalla sua reazione violenta e deluso dalle bugie reiterate del suo servo-amico. Avevano passato tutta la notte a parlare, a discutere, persino a piangere, in certi momenti. E all'alba, Arthur era tornato se stesso e gli aveva promesso di non rivelare il suo segreto a nessuno. Era stata la notte più lunga e difficile per Merlin, ma ripensandoci, chiarire con Arthur la sua posizione era stato un grosso motivo di sollievo. E da allora si sentiva ancora più legato al suo principe. Ora che Arthur condivideva il suo segreto. 

Aveva dovuto dirgli che Gaius sapeva della sua magia da sempre e che Lancelot se n'era accorto quasi subito, all'inizio della loro frequentazione.

E che aveva dovuto farlo per salvare la vita del cavaliere.

Erano ulteriori bocconi amari da deglutire per il principe, ma mai così amari come la consapevolezza che Merlin gli aveva mentito sin dal primo giorno.

 

 

Stavolta fu Arthur a cambiare discorso.

"Non mi sembri contento di quello che ho detto su di te, prima …"

"No, non è quello. Mi chiedevo solo … è tutto qui? Siete talmente pieno di sidro che speravo riusciste a parlarmene … apertamente, poiché tanto domani non ricorderete."

"Scusa ma non so bene che altro dirti…"

"D'accordo. Non fa niente. Credevo solo che ci fosse di più …"

"Sembri deluso…"

"No, in fondo è quello che mi aspettavo."

Ma Merlin mentiva. Tutto ciò che gli aveva detto Arthur era la verità. Eppure non era rimasto soddisfatto dalla risposta del principe. Il legame che c'era tra loro non si poteva liquidare così in fretta. Lui si sentiva unito ad Arthur e non sarebbe riuscito a immaginare la sua vita lontano da lui. 

Non era mai riuscito nemmeno lui a definire il tipo di rapporto che c'era fra loro e sperava che il principe sarebbe stato in grado di farlo al posto suo. 

"Cos'hai?"

"Nulla" sorrise Merlin, scuotendo la testa.

Arthur si sedette più dritto sulla roccia. In fondo capiva di avergli dato una risposta un po' troppo impersonale e voleva accontentare Merlin. Anche se la nebbia nella sua mente dovuta all'abuso di alcol, non lo agevolava nel trovare parole e frasi giuste, che anche normalmente per questi argomenti gli risultavano sempre un po' troppo complicate.

"Beh, … ricordo i nostri primi tempi insieme con nostalgia e un po' di tenerezza …"

"Veramente?" chiese Merlin con una dolce espressione sul volto. 

"Dio, Merlin, lo sai! Sai bene quanto ti sono affezionato. Nel tempo sei cambiato. Sei maturato. Sei un uomo ormai e … posso anche dirtelo: mi sei sempre piaciuto, fin dal primo giorno, anche se tante volte mi hai fatto ammattire … " 

Merlin pensò che Arthur pur così spettinato e stravolto dall'alcol, non fosse mai stato più bello. Ma capiva di essere condizionato dalle parole carezzevoli che il principe gli stava rivolgendo. 

"Adesso vorrei metterti al corrente di uno dei miei più grandi desideri. Certamente di difficile realizzazione. Ma … se potessi, ti porterei a vivere in campagna, con me, a fare i contadini, a contatto con la natura, la terra, gli animali, senza tutte le responsabilità e gli obblighi che mi opprimono."

"Sul serio, Arthur? Perdonatemi, ma voi avete una concezione idealizzata della vita agreste. In realtà è una vita durissima che non credo proprio faccia per voi."

"Io sono forte …"

"Il più forte di tutti, non lo nego … ma siete anche pig... poco avvezzo, nel lungo termine, a svolgere alcune mansioni. I lavori pesanti e disgustosi toccherebbero tutti a me ... Per cui non credo che accetterei, anche se mi rendo conto che il vostro è un bel pensiero nei miei confronti."

Arthur s'imbronciò: "Credevo che saresti stato contento! Non avrei dovuto rivelarti il mio segreto!"

"Sono molto lusingato, sappiatelo. Ma non è un sogno molto realistico, secondo me …"

Merlin abbassò il capo e il volume della voce.

"Ripensandoci …  se voi davvero abdicaste e decideste di trasferirvi in campagna, io … vi seguirei!"

Arthur sorrise e lo guardò. "Credo fosse solo un esempio per farti capire quanto tu mi piaccia come persona."

"Siete molto gentile" disse Merlin felice ma certamente sempre più in imbarazzo. 

Arthur continuò. "Innanzitutto per il carattere. Sei allegro, divertente e … irriverente. Ma io credo spesso di avere bisogno proprio di persone come te intorno. Sei unico in questo. Tu vuoi rimettermi al mio posto: non puoi ma … lo fai lo stesso."

"È che io preferisco quando vi comportate come un ragazzo semplice e sincero. Credo che sia il vostro vero io…" 

"Forse. Anch'io mi sento meglio sapendo che con te posso essere sempre me stesso. Non è facile essere il futuro re."

"Ma lo siete. E capisco che dobbiate tenere un certo comportamento in pubblico. Non siete male come principe, ma Arthur è un'altra cosa…"

Il principe sentì il viso riscaldarsi. Non voleva mostrarsi a disagio e continuò come se Merlin non avesse parlato. "E poi … hai un animo buono. Sei un pessimo servo ma su questo posso sorvolare in virtù delle altre tue caratteristiche. Sei leale, protettivo. E anche esteticamente sei un bel ragazzo, forse un po' troppo magro. A volte io vorrei essere come te."

 Le sopracciglia di Merlin si alzarono di molto.

"Cosa dite! E perché mai?"

"Perché tu mi trasmetti gioia. Stare con te mi rasserena. Mi fai sentire al sicuro, perché so che faresti di tutto per farmi stare bene. E anche a me piacerebbe fare per te, quello che tu fai per me."

"Ma voi lo fate e fate molto di più, Arthur. Siete uno dei principi più amati di Albion e con merito."

"Anche da te?"

"Certamente. Mi piace pensare di essere il più affezionato dei vostri sudditi."

"Tu sapevi di essere diventato la persona più cara che ho? Gwen, Morgana, mio padre … mi rimani solo tu. Non ne ero sicuro fino a poco tempo fa, ma poi ho capito. Tu sei molto più di un semplice servo …"

"Basta cosí, maestà. Siete talmente ubriaco da delirare" disse Merlin riscuotendosi da quei discorsi melliflui e così fuori luogo che gli facevano girare la testa.

"Ti dirò di più: sono … affascinato da te!" 

"Affascinato? Chi mai ha drogato il vostro vino, sire?…"

Arthur di nuovo non considerò le parole del servo. "Noi siamo uniti dal destino. Non è quello che mi dici sempre? Noi siamo uniti nella buona e cattiva sorte … " 

"Sì, proprio come due sposi …" scosse la testa Merlin, ridendo forte per nascondere il disagio.

"Idiota! Noi siamo uniti in tutto e per tutto, tranne …"

"State zitto, Arthur! Non sapete quel che state dicendo e vi prego di non … dirlo." Le cose stavano prendendo una piega che Merlin non aveva previsto.

"D'accordo, ma almeno fammi sapere se hai capito ciò che intendo…"

Merlin era interdetto. Non riusciva a capire se fosse meglio essere sincero o fingere di non aver afferrato il senso delle parole dell'altro e tacque a lungo.









 

Ciao! Leggera, leggerissima storia con trama appena accennata. Giusto per sognare un po'. Merthur naturalmente.

   
 
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