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Autore: _Tiina05    25/08/2023    0 recensioni
[ Raccolta disomogenea di fanfiction ispirate ad una caotica lista di prompt - Intro e Indice al primo capitolo! ]
"Fare uscire il genio dalla bottiglia non può essere un male. Ma dallo Scrigno di Pandora?
Se sono fatti curiosi no, ma sconcertanti sì.
E se questi diventassero virali? Se, una volta dati alla luce, non si potessero più celare nuovamente?
Verrebbero rinchiusi in un caotico contenitore, no?"
> 01 Walk-on.
“Che pretendo di fare o volere se, da principio, non so nemmeno che cosa sono, né che cosa non sono?”
> 02 Carpe diem.
“In un istante, il pensiero divenne reale e le labbra si sfiorarono.”
> 03 ...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Allen Walker (età 10/11 circa) – Marian Cross – Mother [ implicit ]
Rating: Verde
Genere/avvertimenti: Comico | Slice of life
Words: 882 [ one shot ]

 

Un contenuto fatato

 

Il piccolo Allen chiuse piano il voluminoso libro che, fino ad un istante prima, aveva tenuto aperto sulle gambe incrociate.
- Maestro? - lo chiamò, senza ottenere risposta.
Marian Cross era intento a fumare un sigaro, seduto sulla sedia accanto alla finestra. Guardava il paesaggio desolato del cimitero con un sorrisetto brillante dipinto in viso, quasi sicuramente contando i guadagni accumulati al poker clandestino della notte precedente. Sul tavolo lì accanto c’erano un posacenere, un calice e una bottiglia per metà contenente uno scintillante liquido scuro. Cross scrollò la cenere del sigaro in eccesso sul piattino e, con l’altra mano, afferrò il bicchiere. Da lì bevve a piccoli sorsi il vino, con una calma snervante.
Allen sbuffò, ma prima di riprendere attese che quel bicchiere si svuotasse.
- Maestro, esistono le fate? - chiese, mentre il fulvo si versava altro alcolico.
Il bimbo dai capelli nivei era affascinato dal grosso libro che stava leggendo, con tutti quei racconti e quelle leggende. “Tratto da una storia vera” era però scritto alla fine di molti episodi e lui voleva appunto capire se fossero del tutto inventati o meno.
Sentendosi nuovamente chiamare, Cross alzò appena il mento, ma l’occhio rimase puntato sul vino che scivolava all’interno del bicchiere.
- Mh? Le cosa? - domandò, sgarbato, palesando il suo disinteresse.
- Le fate, Maestro - ripeté Allen. - Lei crede che esistano? -
Imperturbabile, Marian adagiò la bottiglia, il cui contenuto ora rasentava il fondo. Con l’occhio rubino a mezz’asta, squadrò pacatamente l’espressione curiosa e innocente del piccolo albino. Davvero credeva che quelle fiabe fossero vere!
- Ma che domande fai, marmocchio? - sbottò, agitando una mano nella sua direzione.
Dal bicchiere che reggeva, alcune gocce rossicce superarono il bordo e corsero lungo la superficie di vetro e Cross, inconsciamente, ne seguì il percorso tortuoso – su e giù per tre dita, poi via fino allo spigolo della base, una semicirconferenza intorno al mignolo e, plic, a terra – e anche Allen si ritrovò ad osservarle.
In quella, Marian scoppiò a ridere, ma non per l’espressione imbambolata del viso del bambino. Il vino gli aveva ricordato qualcosa.
- Oh, sì! Certo che ci credo, stupido, ma solo a quelle verdi! -
I profondi occhi argentei del piccolo si ingrandirono ancora di più per lo stupore.
- V-Verdi? -
- Sì - ribadì l’uomo, dopo aver bevuto un lungo sorso. - Hai capito benissimo, moccioso. Fate verdi. -
Allen scattò in piedi e si avvicinò di alcuni passetti verso l’uomo, con un sorriso gioioso ad incorniciargli il roseo viso.
- Allora lei le ha viste, Maestro? Come sono? Dove vivono? -
Ci stava credendo. Era entusiasta e desiderava davvero poterle vedere. Non aveva il minimo sospetto che l’alcool avesse reso Marian Cross più spiritoso del solito.
- Ah, ce ne dovrebbe essere una lì, nell’armadietto. Guarda, guarda pure! Non scappa mica, eh! - lo esortò il fulvo, indicando uno stretto mobile ad un’anta posto accanto al guardaroba.
Ad Allen era stato proibito fin da subito di aprirlo. “Perché ci sono cose importanti, lì dentro, e non sono per poppanti come te”, aveva detto il Maestro. Era addirittura tenuto sotto chiave però, quando l’albino afferrò il pomello e lo tirò cautamente verso di sé, l’anta risultò aperta.
- Ehm… qui? - mormorò, sbirciandovi dentro.
C’erano solo cinque bottiglie, di diversa forma e capienza, e tre erano vuote. Allen si spostò indietro e si alzò sulle punte dei piedi per scrutare gli scaffali in alto, ma non scorse nulla. Un odore pungente lo colpì alle narici quando si avvicinò ai contenitori per esaminarli: uno dei due pieni brillava di un liquido verde acceso.
- …ma qui, di verde, c’è solo questa bottiglia! - esclamò, rattristato.
- Esatto! Ridacchiò il fulvo. - Quella è una Fata verde, moccioso. -
- Cosa? Ma non ha le ali! - borbottò l’altro, afferrandola e rigirandosela fra le piccole mani guantate.
La scritta Assenzio spiccava elegante sull’etichetta dorata che era applicata sul vetro.
Marian si lasciò andare ad una lunga risata, battendo forte il palmo destro sul davanzale della finestra.
- Credimi, le mette le ali se la bevi tutta! - assicurò.
Sembrava più inciuccato fino all’ultima punta dei capelli che serio, ma qualcosa fece capire ad Allen che c’era puzza di bruciato. Perché il Maestro teneva tutte quelle bottiglie, che dal sentore avevano contenuto certamente liquore, nascoste nell’armadietto? Forse le voleva tenere per sé, senza condividerle con Mother o Baba? Non sarebbe stata affatto una sorpresa, perché Cross era un individualista nato.
Il piccolo albino sorrise con aria candida.
- Allora chiederò a Mother di dividerla con lei, così, quando svuoterete la bottiglia, la Fata che c’è qui dentro o uno di voi due volerà! -
Sì, avrebbe preso due piccioni con una fava: aveva l’occasione di vedere sia una fata, sia il Maestro compiere un atto vicino alla generosità, seppur imposta d terzi.
Senza aspettare risposta, si avviò verso la porta che dava sul corridoio, chiamando con allegria l’anziana donna.
Dietro di lui, Marian per poco non cadde dalla sedia per l’improvvisa e imprevista reazione di Allen.
- No, no, no! - gridò il fulvo, arrancando verso l’uscita. Il sigaro gli scivolò dalle labbra. - Fermo, torna qui! La vecchia me la sequestra! -
Raggiunse la porta, spalancata sullo stretto corridoio.
- Sai almeno quanto costa, marmocchio?! E-ehi, torna su--
Sbiancò, scorgendo l’ombra minuta di Mother allungarsi da sinistra nella sua direzione.
Capì che avrebbe dovuto ripiegare sulla fatina dei desideri, affinché lo assistesse durante la lavata di capo che sarebbe arrivata dall’arzilla vecchietta.

 

- Credi nelle fate? -
- Solo quelle verdi! -

 

[ Noticina: l’assenzio è un distillato ad alta gradazione alcolica di diversi fiori
ed erbe, all’aroma di anice, ed, essendo generalmente di colore verde,
si è affermato anche con l’epiteto di Fée Verte, ovvero Fata verde ]

 

 

 

NdA - 25.08.23

Riletta e restaurata un pochino, resta la piccola perla di genialità che mi venne nel lontano 2015.
Ricordo che il lampo d’ispirazione arrivò mentre guardavo un episodio della serie I misteri di Murdoch, in cui veniva nominata la Fata Verde, con un malinteso simile per via del soprannome di questo alcolico.
Ricordo anche che pensai che la vicenda così raccontata potesse essere pure canon, dal momento che in un q&a o forse in un flashback si diceva che Cross nascondeva gli alcolici da Mother, per evitare venissero buttati. Ora però confesso di non essere sicura di ricordare correttamente.
Fatto sta che amo il momento qui sopra. Allen si meritava un momento così sereno e divertente, dopo quanto accaduto a Mana.
E con questa si conclude la raccolta, almeno per ora. Malgrado gli anni trascorsi, grazie per aver letto fin qui!

See ya ~

   
 
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