Capitolo IV
Speranza
"Se poi mi lasciaste, potrei morire."
dice col viso pieno di lacrime
fissando il re per farsi ben capire.
Artù sbarra gli occhi e stupore esprime:
"Ma non mi hai detto che tu sei immortale?"
"Si può morire, e questo mi deprime,
in modi assai diversi e il più letale
è continuare ancora a respirare
come un fantasma, nel sembiante uguale
a ciò che si era stati, ma cercare
un modo di riunirsi ai nostri amati
e la sfuggente morte vagheggiare."
Vide gli occhi del re addolorati
a quelle parole e gli si avvicinò.
"Scusate ma son pensieri insensati."
Il re sorrise "Non devi dire ciò.
Io non ti lascerò. Tu non morirai.
E di averti accanto non mi stancherò."
Merlino non ne poteva più ormai.
Certe azioni non gli erano concesse:
voleva stringerlo senza lasciarlo. Mai.
"Non potete fare queste promesse:
voi passerete a miglior vita un giorno;
sull'Olimpo vi porterà il calesse
ed avrò sempre e solo il vuoto intorno.
Questo in un baratro mi precipita."
"Mi spiace di non esser unicorno
che per un gesto buono, risuscita.
Devi sapere che gli esseri umani
preferirebbero aver la tua vita
che passar l'eterno con dèi arcani.
Anch'io non mi sottraggo a questa voglia:
l'età non cambia e si resta giovani,
vivi per sempre con gioia e con doglia."
"Ogni persona che conosci e ami
ti lascerà con la tua vita spoglia."
"È proprio per questo che i tuoi legami
vanno vissuti nel presente, semmai
per non aver, un dì, rimpianti grami.
E poi anch'io ho i miei dubbi e i miei guai.
Tu resterai giovane e bellissimo
mentre io gracile e rugoso, lo sai
mi ridurrò in uno stato pessimo.
Chissà se mi vorresti così messo?"
"Non vi sembra di correre al massimo?"
chiede il servo sorridendo sommesso.
Pensa al "bellissimo" per lui usato
che gli fa battere il cuore all'eccesso.
"Sei tu che già mi pensi trapassato:
non vedi che son vivo di fronte a te?
Che attendo un cenno? Non sono spirato!"
Merlin pensa guardando davanti a sé:
un'idea folle alla mente s'affaccia.
E non s'accorge di ciò che ha detto il re.
Quel sogno meraviglioso abbraccia:
vivere e amarsi tutta l'eternità
con quella potenza che il male scaccia.
'Allora il resto che importanza avrà?
Non più di tanto almeno: avrei già tutto.
Fare di Artù un' immortale si potrà?
O dèi, fate che si possa anzitutto!
La cosa è da studiar con strategia,
se non voglio avere un futuro brutto.
Ci proverò anche contro la profezia:
forse quel sogno potrò realizzare
se è vero che ho la più grande magia.'
Artù con il broncio lo sta a guardare:
"Merlin, continua pure col tuo andazzo!
Se proprio non riesci, lascia stare"
mormora il re con ira ed imbarazzo.
"Scusate ma pensavo a un'altra cosa.
Come dicevate?" "Non so se il pazzo
sono io, che m 'illudo senza posa
e senza orgoglio ormai, oppure sei tu
la cui mente finge o fa la ritrosa."
Merlin ride: "Facciamo a metà, Artù?"
Quell' allegria del mago si diffonde
come una scia di languore, sempre più
dentro al petto e tra le ciocche bionde
la mano di Merlino si avventura
lieve e calda che il cuore del re fonde.
Quello che prova è una dolce tortura.
Deciso, le spalle al servo ha carpito
negli occhi pari ai suoi non c'è paura,
ma avverte lo stesso un forte tremito.
Tocca il viso che di rosso si tinge
poi la bocca del servo, con un dito
che a lasciar un sospir Merlin costringe.
Giran per il mago il cielo e la terra:
l'improvviso capogiro lo spinge
ad appoggiarsi al sovran che l' afferra
e con le braccia la sua vita avvolge.
Merlin più non si oppone a questa guerra.
Le labbra con le sue sfiora e sconvolge:
il lieve e casto bacio del suo servo
ricambia il re più volte e lo travolge.
Poi si carica di sangue e di nervo:
emozioni strane e sublimi in testa
e il contatto è forte, rude e protervo.
Un bacio e un'altro, di fuoco e tempesta,
capelli, mani, respiri mischiati.
Merlin beato, confuso lì resta.
Può e vuole ancora i baci vietati
e forse per questo ancora più belli
che per tanto non avea considerati.
Un pensier ebbe: 'Inversi e ribelli,
Se siamo questo, allora è più che giusto
allontanarsi dai duri modelli
che la morale impone con "buongusto"
a chiunque esca fuori dai dettami.'
Si attacca all'altro con le braccia e il busto
quasi che amore pretenda e reclami.
Nessuno l'aveva baciato così
con la sconvolgenza dello tsunami*
e la delicatezza di un colibrì.
Poteva la carne esser sì soave?
Nessuno l'aveva toccato così,
con mano leggera eppur così grave.
Se anche fosse stato, non era Artù,
l'unico che ha del suo cuor la chiave.
Ora Arthur é intriso dal capo in giù
da un desiderio così grande e forte
che lo spaventa come prima mai fu
ma poi si lascia andare: è la sorte,
perché stringer di Merlin la figura
lo fa arrendere e aprir tutte le porte.
Merlin viene portato a una radura
nascosta da alti cespugli in fiore.
Ora di Artù ha di nuovo paura
ma ne avverte da vicino l'odore
che per lui è ora irresistibile
e lo stringe cercando il suo calore.
Quella stretta per il re è invincibile.
Lo ama e vuole dirglielo: "Ti amo"
Lo ripete in modo incontrollabile,
che Merlin scoppia a piangere: "Vi amo!
Vi amo tanto anch'io, vostra altezza!"
"Solo Arthur, visto ormai cosa siamo"
Si spogliano l'un l'altro con lentezza
per non sciupare il più piccolo gesto
"E cosa siamo?" chiede con dolcezza
"Sei tutto ciò che voglio, solo questo"
"Penso che sia il caso di accontentarsi"
Ridono. L'ironia come pretesto
per vincer l'imbarazzo e rilassarsi.
Arthur si sente vivo come non mai
vedendo l'altro ormai nudo sdraiarsi.
Ma si sente responsabile assai
per il dolore e il piacer del valletto.
È lui il più esperto e il più grande. Guai
se dovesse sentirsi malaccetto,
il suo Merlin, già così spaventato.
Anche il suo corpo merita rispetto.
Ma il servitore dà e prende, grato,
un po' inesperto ma con grande ardore.
E Arthur cede, dall'altro esaltato
e stranamente accetta con favore
che il controllo non sia soltanto suo.
Qualche singhiozzo, un po' di dolore
Merlin li aveva previsti: "Sono tuo!"
dice sorridendo di gioia vera.
"Anch'io. Siamo una coppia, un gran bel duo!"
dichiara il re con voce calda e fiera.
Dopo che il piacere é giunto, violento
languida e soddisfatta è l'atmosfera.
Il servitore abbraccia il re, contento
non pensa più che tutto ciò sia impuro
mentre il suo amante l'accarezza lento.
Ciò che riserverà loro il futuro
con certezza non possono sapere
sia di quello prossimo che venturo.
Merlin, Artù immortale può rendere?
Il re otterrà il giusto posto per loro?
Per il momento tutto può attendere.
"Fare l'amore è una cosa che adoro!"
"Ma solo con me, Merlin! Solo con me!"
Il re fa il geloso e il mago ha l'oro
negli occhi. "Usi un incanto sul tuo re?"
"Non credo che ci sia la necessità
ma la magia stavolta ha agito da sé!"
Artù lo bacia ancora con voluttà,
cade nella squisita tentazione,
che tanto Merlin null'altro aspetta già.
* Tsumani. Lieve anacronismo😄
Ciao! Sinceramente ringrazio chi ha letto sin qui. Per la prima volta, nel mio caso, siete pochissimi e da qui a dire che la ff si è dimostrata un bel 'flop' é un attimo.
Mi sono divertita ma ho faticato e va bene così! Ma almeno per me, basta Dante. Un abbraccio
La cascata di miele finale è soffocante, lo so. 😆