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Autore: _candyeater03    02/09/2023    3 recensioni
{Cyan Soul}{OneShot; 640 parole}
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Dal testo:
Siede tra i folti ciuffi d’erba, le fresche corolle dorate, scruta senza pensieri il varco oscuro del salone. Non vi è una serratura, nessun impedimento, ma lei non osa avanzare. Oltre è la fine, è il buio, è il boato terribile della Barriera che rimbomba tra le colonne, che trema sulle foglie, che le muove addosso un brivido, che l’atterrisce. Allora rimane qui, meglio restare qui. Deve aspettare e basta.
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{Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2024, indetti sul forum Ferisce la penna}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE! Questa fic partecipa agli Oscar della Penna 2024, indetti sul forum Ferisce la penna. Visto che dovrà essere letta anche da utenti che non hanno familiarità con il fandom, ho deciso di inserire una breve spiegazione del contesto e alcune note a piè di pagina. Se conoscete Undertale, potete beatamente ignorarle :)
Breve contesto per chi viene dagli Oscar: Undertale è un videogioco ambientato nel "Sottosuolo", una sorta di distretto sotterraneo nel quale il giocatore si ritrova cadendo in una voragine. Nel Sottosuolo tutto può entrare ma nulla può uscire: questa regione infatti è abitata dal popolo dei mostri, che, a seguito di una leggendaria sconfitta contro gli umani (con cui prima vivevano in pace sulla superficie), vi è stato imprigionato tramite una barriera magica. Solo utilizzando il potere combinato di sette anime umane (ovviamente strappandole ai proprietari) i mostri potranno rompere la Barriera, e quindi tronare in superficie. Ironicamente, il giocatore dovrà affrontare le insidie del Sottosuolo, preferibilmente tramite la non-violenza, guidando il viaggio verso l'uscita del settimo umano caduto dall'inizio della ricerca, ovvero l'ultimo da catturare prima della libertà.
La fic che segue è la piccola storia di una dei sei umani venuti prima, personaggio che nel videogioco è solo menzionato, e che è contrassegnato da un colore (l'azzurro) e una virtù (la pazienza). Buona lettura!







Azura siede immobile al centro del giardino, coccolando gli alti steli con le sue chiome dorate.
Carezza i petali piano, coi polpastrelli delle dita, di quelle dita esili, bambine, eppure impolverate1, appena appena. Le dita tremano, ma la mente è calma: quanto può costare, a lei, l’attesa?
 
Nulla affatto, la sua anima è paziente.
Siede tra i folti ciuffi d’erba, le fresche corolle dorate, scruta senza pensieri il varco oscuro del salone2. Non vi è una serratura, nessun impedimento, ma lei non osa avanzare. Oltre è la fine, è il buio, è il boato terribile della Barriera che rimbomba tra le colonne, che trema sulle foglie, che le muove addosso un brivido, che l’atterrisce. Allora rimane qui, meglio restare qui. Deve aspettare e basta.
 


 
*
 


Quanto può costare, a lei, l'attesa?
 
Per una vita ha aspettato il compito perfetto, otto quesiti risolti senza pecca, che il puntiglioso professore di algebra le appuntasse sulla pagina 11,0Nulla da dire!
Per una vita ha aspettato il centro della prima fila, la cima della sbarra più vicina allo stereo, affinando ogni giorno, ogni lezione le linee, sollevando i salti, stabilizzando i giri, non dicendo una parola.
Per una vita ha aspettato che lui la amasse, senza mai esporsi: una presenza tranquilla al suo fianco, talvolta una spalla a cui appoggiarsi, due parole di conforto, un complimento senza sforzo, en passant. Per una vita ha aspettato, mentre lui guardava lei.
 
Aveva aspettato sul precipizio mentre loro litigavano, ancora indosso il costume della recita. Aveva visto lei saltare, e il suo tutù rosa sbiadito, le scarpette fradice di terra3. Aveva guardato negli occhi neri di lui, nella sua anima verde brillante4: insieme l'avevano seguita.
Aveva aspettato giorni lunghi e grigi nella familiare angustia delle Rovine5, smossa solo da una mano amica che la trascinava nella notte. Lì aveva lasciato il nastro, e aveva lasciato il coltello6.
Aveva aspettato tre passi indietro nelle nevi, e nelle paludi, e tra le rocce magmatiche, che combattesse lui al posto suo. Solo quando era stato catturato aveva imparato a stringere e a spezzare. Solo quando era stata abbandonata aveva iniziato a sporcarsi di polvere, sul costume, sotto le unghie, addosso all'anima.
Aveva aspettato sulla soglia del CORE7, dopo essere scivolata veloce tra i corridoi di quel labirinto al neon, lontano da mostri che non avrebbe vinto a mani nude. Non posso combattere, non posso pensare, si diceva, quindi aspetterò, come aspetto sempre. L'incantesimo si era presto sciolto, come in un sogno, lasciandola attraversare.
Aveva aspettato, in quell'ascensore8 dalle pareti viola, venti secondi di silenzio immobile. La chitarra della sua mente incoccava accordi che suonavano di destino, di gran finale, di antiche campanelle di scuola, di coreografie abbozzate alle nove di una sera assonnata, per riprenderle domani, di serenate verdi brillanti sotto la luna che non saranno mai.
 
Quanto può costare, a lei, l'attesa?
 


 
*
 


Azura ascolta i passi avvicinarsi oltre la sala del trono, e subito comprende che l’attesa si è conclusa.
Pochi minuti e tutto sarà finito. Non riesce a pensare, non può combattere, le possibilità sono nulle. Sente la propria calma prosciugarsi d’un tratto: ormai non si può più prendere tempo.
In un attimo comprende che è finito tutto, che non importa più la danza, non più la matematica, mai più alcun progetto futuro. Che dovrebbe fare ancora altre cento cose, mille, diecimila prima di addormentarsi, ma che la vita non le deve nulla, che finisce qui. Che a breve la sua bella anima celeste galleggerà asettica in una teca, che il suo corpicino resterà per sempre chiuso in quei sotterranei.
 
In un istante la pervade un terrore viscerale, monta in lei una rabbia più forte della vita stessa.
No, no, non è giusto! Era così che doveva andare? A cosa è servita l’attesa, il tempo, l’anticipazione?
 
Quando il re9 varca la soglia, sorridendole appena, Azura scoppia in lacrime.
 





1) In Undertale, sta al giocatore la scelta di farsi avanti tra le battaglie pacificamente, piuttosto che colpire e sconfiggere come in un qualsiasi RPG. In particolare, quando vengono uccisi, i mostri si disintegrano in polvere.
2) Siamo nel giardino della Sala del Trono, penultima stanza del videogioco, prima della Barriera.
3) Nel videogioco non viene detto nulla sui sei umani caduti prima del giocatore, tranne che il loro colore e la loro virtù distintiva. Si possono però trovare lungo il percorso alcuni oggetti appartenuti a loro: il tutù (armatura) e le scarpette (arma) sono ricollegati all'uman* dall'anima blu, dell'integrità.
4) Riferito all'uman* dall'anima verde, della gentilezza. Come ribadisco nelle note finali, è un mio headcanon che Gentilezza, Integrità e Pazienza siano andati nel Sottosuolo tutti e tre insieme.
5) Prima area del videogioco.
6) Il nastro (armatura) e il coltello giocattolo (arma) sono ricollegati all'anima della pazienza, e nel videogioco si trovano proprio nelle Rovine.

7) Ultima dungeon del videogioco, da cui si può uscire per tre vie alternative: il Mercenary Path (combattere tre battaglie belle toste di fila), il Sage Path (risolvere un puzzle), oppure aspettando per un po' davanti al campo di forza che blocca l'uscita. Un cartello in questa stanza cita: "I cannot fight, I cannot think, but, with patience, I will make my way through".
8) Ascensore subito fuori dal CORE, vi suona un effetto sonoro di venti secondi chiamato "Long elevator".
9) Si tratta di Asgore, il re di tutti i mostri, a cui spetta l'ingrato compito di far fuori l'umano di turno.






NdA:
Ehilà!
Eccomi riapprodare in questo fandom dopo anni. Ho scritto solo una oneshot su Muffet, prima d'ora, quando era il 2017, avevo quattordici anni ed ero nel pieno della mia fase di fanwriting pretenzioso :) spero di essere migliorata, un petit peu.
In realtà ho provato per anni a tornare a scrivere su questo bellissimo videogioco, ma il problema era sempre lo stesso. Non sono capace a scrivere long xD prima avevo creato intreccio, design e backstory di sei personaggi per un sequel post route neutrale, nel 2019 circa, ma il progetto è imploso ancora prima di nascere. Poi, l'anno dopo, ho pensato di scrivere "Sette", una raccolta di oneshot basata sulle avventure nel Sottosuolo delle sei anime umane giunte prima di Frisk (sette, in realtà, Chara inclus*). Ho abbandonato però anche quello, dopo aver scritto parte della fic che avete appena letto.
Poche settimane fa ho ritrovato questo file, e mi sono resa conto che sarebbe stato un peccato non continuarlo. Ai tempi avevo abbandonato "Sette" perché in fin dei conti mi interessava solo raccontare di Azura (aka l'anima della pazienza), quindi, mi sono detta, perché non farlo? Alla fine sono abbastanza contenta di com'è uscito questo piccolo revival :D
Nel mio headcanon, Pazienza è finita nel Sottosuolo insieme a Integrità (caduta per prima, e seguita dagli altri due) e Gentilezza (di cui Azura/Pazienza è innamorata ma che è a sua volta innamorato di Integrità, rip). Era una storia su cui avrei espanso di più, se avessi effettivamente continuato la raccolta, ma pazienza (pun totally intended). Inoltre, sempre secondo il mio headcanon, Azura è arrivata da sola a New Home, senza essere catturata prima. Il fatto che i suoi oggetti siano nelle Rovine suggerisce che non sia così, ma la "terza via" che si può utilizzare nel videogioco per uscire dal CORE (ovvero aspettare sulla soglia, letteralmente, lol), mi ha sempre fatto pensare che, effettivamente, lei fosse arrivata fin lì.
Va bene, direi che posso smetterla con i miei hc. Scusate xD
Spero che la oneshot vi sia piaciuta! Lasciate un commentino, se vi va e se esiste ancora qualcuno in questo fandom
Ci si vede!

Candy<3
   
 
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