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Autore: desigra2005    02/09/2023    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Marco si avvicinò silenziosamente, il suo viso pallido e stanco faceva chiaramente capire la delicatezza del momento. “Ci sono novità?”. Il ragazzo ci fece un cenno negativo e si lasciò cadere accanto a me. “Perché non vai a riposarti un po'? Rimaniamo noi qui con Beatrice”. Le sue grandi mani abbronzate strinsero forte i jeans. “Vorrei rimanere nel caso ce ne fosse bisogno”. La sua voce ci arrivò come un sussurro. “Giada mi ha detto che, quando è avvenuto l’incidente tu eri a letto mentre Beatrice si era alzata. Hai sentito qualcosa?”. Il suo cambiamento d’umore improvviso ci colse alla sprovvista, con un rapido balzo si alzò in piedi e diede un pugno alla parete. “Se solo mi fossi svegliato in tempo la situazione potrebbe essere diversa”. Il senso di colpa che lo stava logorando ci rese partecipe di un dolore straziante. “Non dire così. Non puoi colpevolizzarti di quanto è accaduto e tantomeno dovrà farlo lei, non si poteva prevedere. Fai un lavoro molto pesante e ti svegli presto; credo sia del tutto normale che tu non l’abbia sentita alzarsi ed anche se te ne fossi accorto le avresti detto di non andare al bagno? O di non andare a prendere un bicchiere d’acqua? Non credo!”. Giada condivise il mio ragionamento ed anche lei cercò di fargli capire che rimanere fermi al passato non avrebbe giovato a nessuno. “Credete che sia stato un incidente?”. Mia sorella rispose subito affermativamente mentre io rimasi in silenzio. “Loredana, cosa ne pensi?”. Sapevo che me lo avrebbe chiesto, il mio viso era un libro aperto. “Sinceramente non so cosa risponderti. Non hanno visto entrare nessuno in casa ma questo non vuol dire che non ci fosse qualcuno, le voci femminili che ha sentito Giada poco prima della caduta sono una grande incognita come anche il comportamento di Aurora. A proposito, qualcuno sa dove sia?”. Marco spalancò le braccia e mia sorella mi disse di averla lasciata al bar con Mattia; con la scusa di ritirare la lettera di dimissioni decisi di andare a controllare. Quando varcai la soglia del bar tutto mi sarei aspettata fuorché di trovare Aurora parlare con una sconosciuta: una donna con occhiali neri e fazzoletto verde militare, volutamente indossato per coprire i capelli, sorseggiava un thè mentre ascoltava la ragazza parlare in modo concitato. Se all’inizio pensai di rimanere nascosta per osservarle, successivamente, capii che avrei dovuto rischiare avvicinandomi perché solo così sarei riuscita a captare stralci di conversazione. “Non mi interessano quali siano i tuoi piani o dove tu voglia arrivare, non permetterò che altra gente si faccia del male! Questa storia deve finire oggi, ci siamo capite?”. La donna bevve con grazia l’ennesimo sorso di thè, si pulì le labbra con un tovagliolo e sorrise ad Aurora. “Tesoro, non hai capito nulla di quello che ti ho detto? Non siete voi a dirmi cosa posso o cosa non posso fare! A me non interessa se tu o quel cagnolino che ti scodinzola intorno vogliate far a pezzi quella famiglia o dilaniare il loro patrimonio, questi sono affari vostri ed io non ho intenzione di entrare nelle vostre beghe. Ti ho solo chiesto di tenerti lontana da Caterina perché lei è una ragazza fragile, sta attraversando un brutto periodo e deve ancora capire chi è e chi vuole diventare e tu con la tua presunzione e la tua arroganza la stai confondendo!”. La conversazione tra le due si stava infittendo di mistero, chi diavolo era? E perché si preoccupava di Caterina? La donna alzò lo sguardo e probabilmente mi vide, sorrise e fece un cenno di saluto nella mia direzione. Colta di sprovvista mi girai per vedere a chi potesse essere rivolto ma dietro di me i tavolini erano vuoti, quindi, sapeva chi ero! Mi girai velocemente ma Aurora era rimasta sola. “Con chi stavi conversando?”. La raggiunsi correndo. “Non so di cosa tu stia parlando”. La sua risposta vaga mi fece arrabbiare, le presi il braccio e le chiesi di nuovo chi fosse la donna in sua compagnia; Aurora mi guardò negli occhi ma non aprii bocca. Aumentai la presa, ormai le avevo quasi conficcato le unghie nella pelle dalla rabbia e proprio quando stavo per perdere la pazienza Mattia ci raggiunse. “Tutto bene qua?”. Il suo tono era sospettoso. “No, Aurora era in compagnia di una sconosciuta; non vuole rivelare la sua identità ma questa sapeva benissimo chi fossi perché quando mi ha visto ha abbozzato un saluto nella mia direzione e l’ha ammonita di stare lontano da Caterina”. La mia pazienza era decisamente al limite. “Lasciale il braccio e mettiti seduta, ordino qualcosa per tutti così intanto ci calmiamo”. Aurora non mi perse di vista per un minuto, per la prima volta mi accorsi di quanto freddo fosse il suo sguardo. “Iniziamo da capo. Aurora, sono andato a fare una telefonata e sei stata avvicinata da una donna?”. La ragazza guardò il suo bicchiere di latte freddo quasi finito e non rispose. “Si, te lo dico io. Le ho viste!”. Il mio tono doveva essere sembrato isterico perché Mattia mi ribadì di calmarmi e di lasciar parlare lui. “Aurora, io e te abbiamo fatto un patto: avremmo condiviso tutto sia che fosse stato bello o che fosse stato brutto. Se non c’è fiducia tra noi due non ha senso che continuiamo a lavorare insieme: la prima regola dell’investigatore è fidarsi del proprio partner!”. Il tono di Mattia era decisamente rassicurante e forse era proprio quello che serviva per farle vuotare il sacco. “Sì, mentre sei andato via si è seduta una donna e mi ha intimato di stare alla larga da Caterina”. Non era tutto, si era semplicemente limitata a ripetere quello che avevo già detto io. “Chi era? E perché ti ha detto ciò?”. Mattia sembrava piuttosto tranquillo, Aurora era palesemente a disagio e si vedeva che non aveva nessuna voglia di condividere con noi certe informazioni. “Non ne ho idea. Non mi ha lasciato parlare per cui non so dirvi altro”. La ragazza guardò l’ora sul telefono e suggerì di raggiungere gli altri. “Bugiarda! Quando sono arrivata non si era appena avvicinata a te!”. Nel dire ciò mi ero alzata in piedi ed avevo sbattuto i palmi delle mani sul tavolino di legno attirando l’attenzione delle persone all’interno del bar, Mattia mi impose nuovamente di mettermi tranquilla o altrimenti di allontanarmi; ovviamente decisi di sedermi di nuovo imponendomi di mantenere la calma. “Aurora, è evidente che ci stai nascondendo qualcosa. Puoi decidere di tenerti tutto per te e procedere per la tua strada oppure condividerlo e lasciare che ti aiutiamo; so che per te è difficile pensare che si possa contare su un’altra persona ma devi provarci”. Il telefono le squillò in modo provvidenziale, sul display la dolce espressione di Anastasia mi ricordò che una ragazzina in fase adolescenziale non poteva ordire un piano così articolato. “Sono al bar con Loredana e Mattia, tra poco ti raggiungiamo”. Poche parole scandite velocemente, una richiesta di aiuto? Un modo per ringraziarla di averla salvata da una conversazione scomoda? Riattaccò velocemente non consentendo una risposta alla sua interlocutrice. “Credo che dovremmo tornare da nostra sorella. Ha bisogno di tutto il nostro supporto ora; non so davvero chi sia quella donna né cosa volevano significare le sue parole di avvertimento ma è evidente che dovremmo iniziare ad indagare anche su questo”. Una maschera era calata sul suo volto, la sua espressione angelica avrebbe commosso anche il pubblico più esigente. Si alzò in piedi, raccolse il suo zaino e si allontanò velocemente senza voltarsi indietro. “Dimmi che non le credi! Anzi, ti prego, ho bisogno di sapere cosa ne pensi perché o sto impazzendo io oppure tutto ciò che mi circonda sta andando in frantumi”. Mattia si passò una mano tra i capelli. “E’ una situazione molto complicata. Quando penso di essere vicino ad una svolta succede qualcosa che rimescola tutte le carte e mi rendo conto che seguivo una pista completamente sbagliata. Non guardarmi così! Ho capito che vuoi un mio parere sul comportamento di tua sorella! Cosa vuoi che ti dica? Inizialmente ero convinto fosse una semplice ragazzina arrabbiata con il mondo per averle portato via sua madre troppo presto ed averla catapultata lontano da tutto ciò che conosceva; ho mangiato la foglia dell’adolescente incompresa e piena di fragilità, ho cercato di passare più tempo possibile in sua compagnia perché la credevo la mina vagante della famiglia: la ragazza più intelligente ma allo stesso tempo la più ingenua!”. Mattia lasciò una lauta mancia alla cameriera che si avvicinò per portarci il conto. “Dal tuo tono immagino che la tua opinione sia cambiata, no?”. Guardò fuori attraverso la vetrata come a voler celare i suoi veri sentimenti. “Sono poche le persone che in questa vita sono riuscite a prendersi gioco di me. Non lo sto dicendo per vantarmi ma perché ho sempre creduto di avere una dote innata nel saperle etichettare dopo qualche minuto. Non ci ha raccontato tutto, su quello sono d’accordo con te; credere però che abbia architettato tutto questo è troppo anche solo da pensare”. Lo osservai attentamente, non lo conoscevo abbastanza per decifrare la sua espressione ma tutta questa faccenda lo aveva toccato nel profondo. “Hai fatto qualche ricerca su Anastasia?”. Mattia tornò immediatamente presente. “No, ma ovviamente ora diventerà una delle priorità”. Annuii. “Aurora sapeva che mio padre e Lucia, in gioventù, ebbero un figlio, sottratto alla madre poche ore dopo la sua nascita. Nessuno ha mai saputo nemmeno se fosse maschio o femmina e la notizia fu insabbiata dalla famiglia di lei che la spinse a sposarsi velocemente con Vittorio e a dimenticarsi dell’accaduto. Prima dell’incidente io e Andrea volevamo chiederti di indagare anche su questa questione delicata; ironia della sorte io ho saputo il tutto da Anastasia! Non credo sia una coincidenza ma non riesco a comprendere se e come loro due siano coinvolte in questa storia. Altra informazione che devo assolutamente condividere con te riguarda Rebecca Lal: nelle ultime ore ho scoperto che non solo ricattava Gabriele ma anche che perseguitava telefonicamente Andrea!”. Mattia si concentrò su di me suggerendomi di proseguire. “Per quanto riguarda la questione del dottore è difficile per me parlarne perché mi ha ferito più di quanto immaginassi. Credevo davvero che lui fosse innamorato di me e per settimane mi sono dilaniata anima e corpo affinché il mio comportamento nei suoi confronti non lo ferisse e mi sono colpevolizzata così tante volte nei confronti di Andrea per aver provato attrazione verso Gabriele; immagina cosa posso aver provato quando pulendosi la coscienza mi ha rivelato la menzogna? Dice che lei è in possesso di video compromettenti che se fossero pubblicati potrebbero minare la sua credibilità come medico. L’altra questione, invece, mi è stata riferita da Edoardo, quindi, credo sia meglio che tu faccia due chiacchiere direttamente con lui”. Mattia si passò nuovamente la mano tra i capelli. “Se qualche giorno fa qualcuno mi avesse raccontato tutta questa storia mi sarei fatto quattro risate e gli avrei offerto un whisky invitandolo a scrivere un romanzo. Prendi questo telefono, è pulito. Lo useremo per parlare solo io e te, telefonate e messaggi brevi e solo per indicare ora e posto nel quale trovarci. Rimani con Andrea il più possibile e se ti riesce cerca di registrare i movimenti di Caterina: chi frequenta, come trascorre il tempo libero, cosa la lega ad Aurora; voglio che tu mi riferisca il più possibile”. La mia missione di spia era ufficialmente cominciata…
   
 
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