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Autore: cassiana    04/09/2023    5 recensioni
Nuova raccolta di storie dedicate ai Pink Floyd partecipanti a varie iniziative e challenge sia stagionali che no. Ogni storia è a sé stante, vari avvisi e generi all’interno.
Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Smutty David'
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Titolo: Duelli Magici - Appendice 3: Comportamenti inappropriati - esempio.
Fandom: RPF BAND Pink Floyd/Harry Potter
Rating: G
Relazione: /
Note: Questa storia partecipa l’iniziativa #SPRING BINGO @Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom FB col prompt "Non oseresti mai!" "Come mi conosci male" e #crossoverchallenge @Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom FB col prompt: “David e Roger si incontrano al club dei duellanti. Naturalmente non seguono il decoro della tradizione e cominciano a inventare nomi di incantesimi solo per insultarsi” di Aivy Demi
Warning: AU Harry Potter, Crossover, silly Floyd, friendship fluff
Sinossi: il professor Flitwick aveva concesso l'aula di musica ai giovani Floyd per le prove. Ma si sa la rivalità tra casate è sempre in agguato, se poi il serpeverde e il grifondoro in questione sono un certo Roger Waters e un certo David Gilmour i guai sono assicurati!

Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum Ferisce la penna



Duelli Magici - Appendice 3: Comportamenti inappropriati - esempio.




C'era un certo fermento nei corridoi del quinto piano di Hogwarts, gli studenti bisbigliavano dietro i libri di pozioni o scivolavano lungo i corridoi le cui pareti erano rivestite da pannelli di legno scuro decorati da intagli di creature magiche che sembravano di tanto in tanto prendere vita e qua e là, i ritratti di ex studenti illustri e professori ormai defunti osservavano incuriositi il viavai lanciando sguardi penetranti e commenti veloci a chiunque attraversasse il loro campo visivo. La luce del sole filtrava attraverso i vetri colorati delle grandi finestre ad arco creando un caleidoscopio di luci danzanti sui pavimenti di pietra lucidata dal continuo passaggio. Gran parte degli studenti si stava affrettando verso l'aula di musica, l’emozione permeava l’aria in una miscela di curiosità ed eccitazione: due dei ragazzi più popolari della scuola stavano per sfidarsi a duello e a quanto pare nessuno voleva perderselo, considerato chi fossero i duellanti. Non solo erano tra gli studenti più brillanti della loro generazione, ma avevano un gruppo di musica babbana rock molto popolare e capitava che si esibissero anche fuori di Hogwarts, a Hogsmeade e quando gli impegni scolastici glielo permettevano, presso locali babbani a Cambridge, Leeds, addirittura Londra. L’autoproclamato leader del gruppo era un serpeverde dai lunghi capelli neri e penetranti occhi verdi: emanava un’energia intensa e magnetica, pensatore profondo e osservatore acuto, soprattutto dei lati più oscuri dell’animo umano, Roger era sempre pronto a sfidare le convenzioni e a esprimere le proprie spesso controverse opinioni incurante di sembrare impopolare. Di contro il suo compagno di band David, nonostante fosse tre anni più giovane di lui, non esitava a tenergli testa con l’atteggiamento determinato e passionale che contraddistingueva la sua casata. Ora aveva lasciato la chitarra per la bacchetta e osservava con sguardo torvo l'avversario che aveva stampato sul viso un sorrisetto sarcastico e non vedeva l'ora di strapparglielo via. Il professor Flitwick aveva concesso loro l'aula di musica per le prove del gruppo. Di solito quella sala riusciva a conciliare la concentrazione dei musicisti forse per la vista mozzafiato sulle campagne e il laghetto che si godeva dalle sue finestre, forse per i disegni dei vetri colorati che raffiguravano note e strumenti incantati e che illuminati dai raggi del sole creavano giochi di luce come se la musica stessa stesse fluttuando nell’aria. Il gruppo stava suonando concentrato sotto l’alto soffitto dipinto come una volta stellata, ma già dopo qualche minuto che andavano avanti la situazione aveva iniziato a degenerare. Roger interruppe le note dissonanti dei compagni ed esclamò duro:

“Ragazzi, dobbiamo fare di meglio: Nick, tieni il ritmo! E Rick, voglio più magia nella tua tastiera!”
“Ah, certo, magia - sul volto di David strisciò un sorrisetto - Magari potresti spiegarci come farla con la tua voce stonata!”

Aveva tenuto bassa la voce grondante di sarcasmo, decisamente stanco dell’atteggiamento dittatoriale del bassista e non aveva potuto evitare di pronunciare quella battuta velenosa. Nick e Rick ridacchiarono, ma presto le risate furono soffocate da una pesante atmosfera di tensione. Roger fece un sorriso acre succhiandosi i denti:

“Dai, ragazzi siamo qui per fare musica non per perdere tempo!”
"Oh, certo! Allora potresti spiegare come fai ad essere così bravo con le parole, ma così scarso con la presenza scenica o non dovremmo inventarci tutti questi giochi magici di luci e fumi."

Ribatté David con uno sguardo graffiante. I floyd erano famosi per le loro sperimentazioni, una volta si erano spinti ad usare anche una mandragola, ma le sue urla penetranti erano state troppo persino per loro. Nick cercò di placare gli animi:

"Calma ragazzi, siamo tutti amici qui, giusto Rick?"

Disse, rivolgendosi al tastierista che annuì con un sorriso malizioso. Ma la rivalità tra Grifondoro e Serpeverde era troppo radicata per essere placata così facilmente, era già un miracolo che potessero anche solo collaborare insieme data la rivalità tra le loro casate. I due chitarristi erano partiti in quarta e avevano posato gli strumenti per guardarsi in cagnesco. Roger incrociò le braccia sul torace e affondò:

“Beh, Dave, ho sentito che il tuo stile con le ragazze è come la tua chitarra: molto affascinante, ma nessuno ha mai sentito una nota di successo!”

La verità era che invece David avesse un discreto successo con le ragazze, per il suo viso dalle fattezze delicate, la sua andatura elegante, il sorriso dolce e una certa timidezza affascinate. Sebbene fosse per la maggior parte del tempo silenzioso e come perso nel proprio mondo interiore tuttavia i suoi occhi chiari svelavano un’intelligenza brillante e un fuoco interiore che bruciava di passione. Rick sollevò gli occhi al cielo e guardò Nick preoccupato: Rog da bravo serpeverde era andato diretto sul personale e il tastierista si chiese se non dovessero bloccare subito quella disputa, ma Nick con un sorrisetto scrollò la testa facendogli intendere che fosse meglio si scornassero un po’ tra loro, magari questo avrebbe alleggerito la tensione. David si portò una ciocca di capelli d’oro brunito dietro l’orecchio, scoprendo lo stemma rosso/oro del suo maglione, per nulla impressionato dall’invettiva di Roger (lui sapeva la verità comunque) e ribatté:

“Ci credi solo tu. Invece la tua voce è così stridula che mi fa venire voglia di lanciarti un Tacitus!
"Non oseresti mai!"
"Come mi conosci male."

La faccia di Roger si contorse in una smorfia segno che la sua temperatura interna stava arrivando rapidamente al punto di ebollizione, mentre David era impassibile e solo un sorrisetto sarcastico tradiva la sua esasperazione. Roger però non aveva ancora finito, deciso a non farsi battere in quella schermaglia di parole così decise di cambiare approccio:

“Sai cosa? Dovresti cambiare nome in David Lamento perché, francamente, la tua musica mi fa venir voglia di piangere!”
“E invece la tua di musica mi ricorda la pioggia: noiosa, ripetitiva e sempre pronta a rovinare una bella giornata!"

I volti dei ragazzi erano a un palmo l’uno dall’altro, i corpi tesi pronti a scattare e a questo punto Rick decise di intervenire, si alzò dalle sue tastiere e si mise in mezzo:

“Va bene, ragazzi. Basta così. Non è possibile che ogni volta si debba finire in questo modo! Siete due grandi musicisti, ma...”
“...Ma anche due coglioni totali.”

Concluse Nick per lui. Rick sollevò le sopracciglia, non era esattamente così che voleva finire il suo discorso, ma in effetti il concetto era quello. David e Roger avevano i visi lunghi e non si guardavano, ognuno intento a giochicchiare con i propri strumenti: David si mise ad accordare il basso fretless con le labbra atteggiate nel suo broncio caratteristico, Roger soppesava la mazza del suo amato gong con le lunghe dita inanellate. Ciocche di capelli ribelli ricadevano disordinate sulla fronte nascondendo lo sguardo tagliente dei suoi occhi smeraldini. L’espressione cocciuta sul suo viso affilato dimostrava che stava ponderando qualcosa. Dopo qualche minuto di silenzio, quando Rick e Nick pensavano di aver risolto quell’ennesima disputa il bassista esclamò:

“Perchè non la risolviamo una volta per tutte: che ne dici di un duello?”

L'atmosfera, ora permeata da un'intensa energia magica, sembrava rispecchiare le loro personalità contorte in una spirale di rivalità. Le pareti della stanza davano l’impressione di pulsare con l'emozione di ciò che stava per accadere, mentre gli spettri dei corridoi avevano smesso di fluttuare per ascoltare la sfida verbale che si stava svolgendo: era come se la stessa atmosfera incantata di Hogwarts si mescolasse con l'energia elettrica del duello imminente. Perchè ovviamente David non poteva lasciarsi scappare quell’opportunità di rimettere al suo posto l’amico/rivale e accettò d’impeto mentre Rick esplodeva in un lamento e Nick si metteva una mano in faccia. Era così che li trovarono gli studenti che facevano mano mano capolino nella sala della musica.
I due rivali si fronteggiavano le bacchette in pugno. Quella di David era intagliata in legno di nocciolo ed era adornata da intricati intrecci di note musicali, nelle sue mani si muoveva con un'agilità innata, quasi come se fosse in grado di far risuonare gli stessi incantesimi che avrebbe creato con la magia. Di fronte a lui, Roger con un sorriso sarcastico sul volto, emanava una strana oscurità, le sue parole affilate come lame magiche. La sua bacchetta di legno di ebano aveva un'incisione piuttosto sinistra di un serpente attorcigliato intorno a essa. I loro sguardi si incontrarono e il ronzio dell'energia magica sembrò elettrizzare l'aria. Il silenzio si diffuse nell'aula di musica, interrotto solo dalle note distanti di un pianoforte che risuonava eccitato da qualche parte tra le pareti incantate. I loro compagni di casata li circondavano in silenzio, pronti a sostenere il loro rappresentante con l'entusiasmo di una partita di quidditch. David portò le labbra in avanti e agì per primo sollevando la bacchetta con un gesto sicuro. Una melodia avvolse la stanza creando una sensazione di potenza infuocata e fiamme magiche si alzarono da terra formando delle figure ardenti. Roger fu rapido nella risposta puntando la sua bacchetta e le note che ne scaturirono sembrarono serpenti d’ombra che danzavano intorno a lui con agilità sinistra pronti a colpire con precisione mortale. La stanza sembrò oscurarsi. La melodia ardente di David si scontrò con la barriera magica di Roger provocando un’onda di luce che illumò l’aula. Un coro di di esclamazioni eccitate da parte degli studenti sottolineò l’evento. Ma David e Roger sembravano totalmente concentrati su se stessi e incrociarono gli sguardi pronti a nuovi attacchi. Per un po’ continuarono a lanciarsi incantesimi musicali, le bacchette danzavano e l’aria vibrava per l’intensità della sfida. Ma sebbene gli incantesimi fossero di grande impatto scenico David e Roger sapevano bene che non stavano facendo altro che mettere su un altro dei loro spettacoli di musica e luci, soprattutto perchè ben consci di avere un pubblico. Fu a quel punto che Roger decise di averne abbastanza e che era ora di divertirsi un po’ per davvero così esclamò:

Labia Pisces!”

Dopo un primo attimo di sbigottimento dei presenti le labbra di David si gonfiarono tanto da impedirgli di parlare per qualche secondo, prima di tornare alla loro dimesione reale. David aggrottò le sopracciglia:

“Brutto figlio di… Facies Equina!”

Roger allargò gli occhi allarmato, ma prima che potesse contrattaccare il suo volto accentuò le sue fattezze equine ed esplose in un nitrito rabbioso. Le risatine serpeggiavano tra gli studenti presenti: di certo nessuno si era aspettato questo corso degli eventi. Nick era sbottato a ridere e continuò a raccogliere le scommesse, Rick si era accasciato sulla panca della tastiera indeciso se farsi prendere dallo lo sconforto o mandarli al diavolo, le spalle che gli tremavano per le risate represse. Quando ebbe ritrovato l’uso della parola Roger attaccò:

“Te lo sei voluto tu: Venter Flaccus!”

David che si era distratto e si teneva la pancia dalle risate, sentì affondare le mani nel proprio ventre: si guardò con la faccia orripilata la pancia che era diventata molle come gelatina. Con un gesto inconsulto si strappò con un sonoro plop le mani dalla pancia mentre Roger si sbellicava a sua volta dalle risate. Ormai non c’era più nulla di cavalleresco in quel duello: era diventato nient’altro che un pretesto per poter insultarsi l’un l’altro senza ritegno. L’aula di musica risuonava di risate tra un Capellus Unctus che fece sgocciolare di olio i capelli di David e un Tripudium Aranea che costrinse i lunghi arti di Roger a muoversi a scatti come fosse un ragno danzante. Fino a che entrambi, ormai allo stremo dalle risate e delle forze, lanciarono contemporaneamente un Visus Moai e un Impeditus Totalem che li costrinsero entrambi all’immobilità per qualche secondo terminando di fatto il duello. Mentre i due rivali si riprendevano gli studenti uscivano sghignazzando, commentando il duello tra loro, o lamentandosi con Nick che passava dall’uno all’altro e raccoglieva i soldi vinti alle scommesse. Quando finalmente l’aula si fu svuotata e l’atmosfera del castello tornò al suo livello di quiete i ragazzi ripresero in mano i propri strumenti che vibravano ancora di energia repressa. Rick trasse una singola nota dal suo pianoforte che risuonò come il ping di un qualche strumento babbano e esclamò:

“Ora, se avete finito di divertirvi…”
“Col cazzo!”

Lo interruppe con la solita grazia Roger, David tirò su col naso divertito. Rick esalò un sospiro:

“Possiamo riprendere le prove adesso?”
“Un momento. Nick, quanto abbiamo fatto?”
“Sette galeoni, 49 falci e 94 zellini.”

Lui e David si batterono il cinque e Roger ghignò scuotendo la testa:

“Siete dei figli di puttana, lo sapete? Estorcere dei soldi a dei poveri ragazzini sprovveduti.”
“Non glieli abbiamo estorti, sono delle scommesse oneste. Come potevo sapere che sarei stato l’unico a puntare sulla sconftta di entrambi?”

Rispose Nick con un’espressione impudente sul viso. Roger rispose piccato:

“Io non ho perso!”
“Ma non hai nemmeno vinto! Che ne dite se prima di ricominciare…”

David tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una fialetta di liquido giallo e la agitò con fare sornione. I compagni si avvicinarono con gli occhi brillanti e presero un sorso ciascuno dell’Elisir di Euforia. Sghignazzando tornarono ai propri strumenti e trascorsero il resto del pomeriggio jammando con rinnovato entusiasmo. Più tardi, dopo che avevano rimesso tutto a posto e si mettevano le sciarpe delle rispettive casate, Roger lasciò che gli altri andassero avanti e fermò David. Si grattò il naso e con un pizzico di amichevole sarcasmo disse:

“Alla fine possiamo fare un buon lavoro, dai. Anche se non siamo un corpo e un'anima!”
“Eh, diciamo che possiamo farci andare d’accordo, almeno durante una canzone!”

Rispose David sorridendo in risposta.

“Muovetevi, o io e Nick andremo a berci le vincite da soli!”

Li chiamò Rick mentre il batterista si faceva saltellare nella mano il sacchetto di monete. Spintonandosi e facendosi lo sgambetto a vicenda David e Roger si affrettarono a raggiungerli.
   
 
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