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Autore: gattanera    15/09/2009    0 recensioni
Ho scritto una piccola storia, immaginando le vicende di tre donne diverse, accumunate dal fatto di andare da una dottoressa lo stesso giorno.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iniziò a singhiozzare più frequentemente, starnutì  più volte, ormai l’ombretto gli era arrivato su tutto il viso e sulle mani, quanto se ne era dato?

-Su. Non piangere, sennò perdiamo tempo e rischio di non capire bene.-

-Ho un ritardo di due mesi.- gridò

Continuava a piangere, il fazzoletto era tutto bagnato e nero, gliene porsi altri due, sembrava sul punto di smettere, ma invece continuò a singhiozzare.

-Vuoi bere un po’ d’acqua?-

Fece di no con il capo, si soffio in naso altre due volte, poi un’altra ancora anche il secondo fazzoletto era fradicio.  

-Sono una scema… -

-Hai avuto dei rapporti a rischio?-

-Non lo so…-

-Come non lo sai? Marta cosa dici?-

-No. Io gli credo, mi fido, ma adesso non so che pensare. È successo solo una volta, è ingiusto-

-Marta, dai. Vediamo di chiarirci le idee: hai avuto un  rapporto a rischio?. Hai fatto un test di gravidanza?-

-Si, ne ho fatti tre. Uno ieri, e uno tre giorni fa e un altro ancora una settimana fa. Sono negativi, inutili test, ma non mi vengono.- singhiozzò

-Ma hai avuto rapporti a rischio? Hai fatto sesso senza protezione?-

-Si, una volta sola. –

-Allora ci sono basse possibilità, vediamo. Quando è stato?

Sembrò smettere di piangere, il viso tornò olivastro, non scendevano più le lacrime, ma mentre parlava singhiozzava sempre, iniziò a mangiarsi le unghia nuovamente, si soffiò di nuovo il naso, mi strinse la mano e si avvicinò alla scrivania.

-Ne sono certa, sono incinta. Come faccio adesso? Potrebbero essere già passati due mesi… Porca troia, sono una stupida. Io credevo che non lo fossi, il test diceva di no.-

-Con certi risultati dei test di gravidanza scommetterei lo stipendio che non le sei. Ti visito e ci togliamo ogni dubbio. Va bene?-

-Lo sono, ne sono sicura. Come faccio adesso?-

-Marta, ti visito e dopo ne parliamo. I test parlano chiaro.

-Può anche non essre corretto il test.-

-Si, ma se tre danno lo steso risultato è improbabile ch si sbagliano. Ti pare?-

-Non lo so.-

La mia ipotesi non sembrò rassicurarla, continuò a mangiarsi nervosamente le unghia, mi chiesi se prima o poi si sarebbe mangiata anche le dita.

-Vieni accomodati dietro ai paramenti, spogliati e sistemati nel lettino.  Stai tranquilla, non ti farò male, è un po’ fastidiosa, farò in fretta.-

La visitai accuratamente, non era incinta, stava benissimo. Sembrava rilassata sul lettino, ma in realtà si era rassegnata, cercai di non esagerare nell’ispezionare, e di non farla agitare. Stava in silenzio, non disse più nulla.

-Marta, non sei incinta. Rivestiti pure.-

Tornai alla mia scrivania, buttai i guanti e mi lavai le mani sudate dal lattice.

-Se vuoi lavati il viso qua, questo sapone è disinfettante, questo verde invece puoi usarlo per il viso.-

Tornò rivestita, era contenta e il suo viso era disteso. Non muoveva freneticamente le mani, non si mangiava le unghia e sorrideva. Andò nel lavabo e si lavò il viso, alcune tracce di trucco rimasero, nonostante gli enormi lacrimoni aveva incredibilmente ancora un pò d’ombretto sulle palpebre.

-Dottoressa davvero?- i suoi occhi sembravano brillare, il suo colorito era più roseo e sorrideva.

-No non sei incinta, stai benissimo. Forse è meglio parlare di un metodo più efficace per evitare che ti venga l’ansia per ogni ritardo. Ti pare? Anche se il preservativo dovresti usarlo sempre, protegge dalle malattie.-

-Pensavo alla pillola? O le i che mi consiglia? Io non ho avuto molti ragazzi… E poi, adesso non ho un ragazzo. Non l’ho mai avuto sa?-

-Hai spesso il ciclo irregolare?-

-Si, doottoressa la spirale?-

-Anche, ma forse è meglio la pillola per te e regolarizziamo il ciclo.-

-D’accordo. L’anello come funziona? So che lo usa mia cugina, ma mi imbarazza chiedere certe cose, poi pensa che sono una zoccola... lei è solo invidiosa di me, sa?-

-Prima di prescriverti la pillola o qualcos’altro,  vorrei fare degli esami e rivederti, così decidiamo in tutta calma. -

-Si dottoressa, prendo un altro appuntamento. Quando circa?-

-Vediamo adesso quando ti tornano, e poi ci rivediamo dopo una settimana che ti sono finite. Intanto ti segno analisi del sangue e dell’urina. Presto ti verranno sicuramente, lo stress  a volte la fa saltare e le irregolarizza. Se non ti vengono entro due settimane, chiamami e prendiamo un appuntamento.-

-OK. Io mi agito sempre per tutto, ma sa non sarebbe stato semplice. Queste analisi faccio qua in ospedale?-

-Si, almeno paghi solo il ticket.-

-Dottoressa grazie.-

-Prego, è il mio lavoro.-

Sorrisi, ero stanchissima.

-Dottoressa se sto bene perché mi saltano spesso le mestruazioni?-

-Prima facciamo queste analisi, ma non c’è da preoccuparsi. Credo conti molto il fatto che sei perennemente agitata, giusto?-

Sorrisi.

-Oh Paola, è vero. Lo dice pure mia sorella, davvero. Mi agito, non lo faccio a posta, veramente. Però.-

-Lo so.-

-Non voglio che lei adesso creda che io sia una di quelle che non sa con chi va o altro, io solo non voglio che accada così. -

-Io non credo nulla, davvero. Non sono qua per giudicare ma per curare, stai tranquilla.-

Suonò un cellulare, non era il mio sicuramente.

-Scusi dottoressa, è il mio.-

Non abbassò la voce, non se ne curava che o stessi ascoltando quello che diceva al cellulare, né che dal volume alto che aveva sentivo anche cosa diceva l’interlocutore che sembrava essere molto piccolo.

-Ciao, scusa sono impegnata. Ti richiamo dopo. -

-Scusi, era il mio amore. Mio cugino, non pensi male… ha sette anni è così dolce sa? –

-Figuarati. puoi andare. Ci sentiamo presto, mi raccomando.-

-Arrivederla dottoressa, lei è davvero carina.-

-Grazie. Ci sentiamo. Ciao.

-ciao!- gridò mentre chiuse la porta alle sue spalle

Ero già stanca dopo una visita, mi sfiniscono le ragazzine giovani che pensano di essere incinte nonostante abbiano fatto tre o anche quattro test di gravidanza. Mi alzai, presi dalla borsa lo specchietto, mi osservai e focalizzai la mia attenzione sulle piccole rughe ai lati degli occhi, non sembravano essere molto evidenti eppur emi davano fastidio come niente.  Sbruffai, guardai sull’agenda: 9:30 Salmiraghi. Anche quel nome non l’avevo mai visto, sbruffai sperando non fosse un’altra ventenne convinta che babbo natale vivesse in Lapponia e che il coito interrotto fosse sicuro.

  
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