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Autore: zekeeho    06/09/2023    0 recensioni
[Trovate la storia più aggiornata su Wattpad, sempre con lo stesso nome, mentre il mio nome utente è kariadee]
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[RanMasa centric! Hiromido e KyouTen accennate.]
Kariya Masaki è un giovane adolescente che affronta un nuovo trasferimento con i suoi genitori, lasciando la sua vecchia casa e amici. Si stabiliscono nella tranquilla città di Nagano, dove Masaki inizia a costruire nuove relazioni sincere. Tra le nuove amicizie, spicca Kirino Ranmaru, noto per essere il "pilastro della difesa". Nonostante un inizio burrascoso, Masaki e Kirino sviluppano una connessione speciale mentre affrontano sfide personali e interrogativi sulla natura dei loro sentimenti reciproci. Sono solo amici intimi o c'è qualcosa di più profondo tra loro? Questa domanda tormenta Masaki mentre combatte con le emozioni che emergono in lui.
In questo viaggio di scoperta personale, Masaki dovrà affrontare le sfide del cambiamento, della crescita e della sincerità.
Quest'avventura di scoperta personale porterà Masaki a capire che, talvolta, per trovare sé stessi, è necessario aprire il cuore e lasciare entrare l'amore e l'amicizia.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Matsukaze Tenma, Xavier/Hiroto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era l'ennesima giornata di trasloco per Masaki, in una città tutta nuova, in una nuova casa.

Casa nuova in realtà l'aveva vista qualche volta, vuota e semivuota, qualche settimana fa, però vederla semiarredata faceva tutto un altro effetto.
Era una casa bella, diversa dalla sua vecchia casa che era davvero piccola e a stento aveva spazio per la scrivania in camera sua.

La casa vista da fuori era uguale alle altre: un piccolo cortile sul retro, un garage, la cassetta della posta, posizionata proprio come le altre.
Le parenti erano di un color panna, immacolate senza nemmeno una sbavatura, la porta dell'ingresso di un colore simile al marroncino era aperta completamente.

Entrò in casa dopo tutti, i suoi genitori continuavano a trasportare pacchi, anche se mancava ancora un altro camion.

L'ingresso era completamente vuoto, un piccolo corridoio finiva dando inizio ad un openspace a sinistra dove c'era il salotto mentre sulla sua destra la cucina, ovviamente non erano completi al cento per cento.

Il corridoio poi proseguiva, sulla sinistra c'erano due camere da letto, la prima sarebbe stata quella dei suoi genitori, la seconda quella riservata agli ospiti o sarebbe diventato una specie di studio, non sapeva ancora cosa suo padre ne volesse fare.
Infondo al corridoio c'era il bagno 'centrale' mentre sulla destra c'era la sua camera (sulla sinistra se si usciva dal bagno ovviamente) e un altro bagno, più piccolino.

Le pareti del corridoio e del salotto erano di un marroncino chiarissimo simile alla porta d'ingresso, mentre la cucina era rivestita da delle mattonelle di un marroncino un po' più scuro, stile rustico.

Camera sua era più grande della precedente, come aveva già detto, le parenti della stanza erano divise in due colori, due bianche, una dove c'erano il letto e l'armadio e due blu, dove c'erano una finestra e una scrivania con libreria annessa.

"Che te ne pare Maki? Abbiamo fatto un affarone."

Un affarone non proprio.
Erano comunque lontani quattro ore dalla sua città natale, ma non voleva distruggere i sogni di suo padre.

"Sì. È bella."
Si limitò a rispondere.

"Hiroto, l'altro camion è arrivato!"
"Arrivo!"

Uscì dalla sua stanza insieme a suo padre.

Aiutò in qualche modo a scaricare i pacchi e ad aprirli.
Avrebbero passato l'intero pomeriggio a risistemare casa.

Dopo aver scaricato tutti i pacchi, iniziarono dalle camere.
Lui prese le sue cose, e le portò nella sua stanza.

Si affacciò dalla finestra della sua camera, osservando il panorama che si estendeva davanti a lui. Il sole dipingeva il cielo di tonalità calde e avvolgenti, e Masaki si sentì improvvisamente pieno di speranza. Questa sarebbe stata la loro casa, il luogo dove avrebbero creato nuovi ricordi e avuto nuove esperienze.

E questa volta, non avrebbe commesso errori, e osservando quel panorama pregava silenziosamente, in una mentalità più aperta delle persone che lo circondavano.

Non era la prima volta che affrontava il trasloco, l'aveva fatto tre anni prima, dopo essersene andato da Kyoto, la sua città natale.
I suoi genitori per motivi lavorativi si erano trasferiti in un paesino lì vicino, dove aveva frequentato le medie, poi, avevano deciso di trasferirsi di nuovo per essere più vicini a lavoro.
Erano a Nagano, nella prefettura di Nagano, appunto.

I suoi genitori volevano ambientarsi, e in qualche modo dovevano pur iscriverlo alle scuole superiori, e quindi avevano preso "due piccioni con una fava" come avrebbe detto l'altro suo padre, e così avevano visitato Nagano.

Era una storia lunga, ma sì, aveva due genitori gay.
Fortunatamente erano giovani, tra lui e loro c'era un'età minima di 10/15 anni, e andavano molto d'accordo.

"Masaki hai finito?"

Lui era Masaki Kariya Kira.

Aveva il doppio cognome: Kariya era il cognome di sua madre, sempre se poteva chiamarla tale, mentre Kira era il cognome dei suoi genitori adottivi.

Non gli dava fastidio il cognome dei suoi veri genitori, infondo, sarebbe stato difficile toglierlo, visto che già per l'adozione l'avevano fatta in quattro e quattr'otto, e ne avevano avuto anche di problemi.

Masaki aveva quattordici anni e prossimo ai quindici.
Aveva i capelli color turchese, li portava lunghi fin sopra le spalle e li adorava, i suoi occhi erano color ambra, e avevano un taglio particolare, a forma di gatto o almeno così diceva suo padre.

"Sembri un piccolo felino,"

Non spiccava in altezza, era sempre stato un tappo.
Portava una frangia che gli ricadeva sugli occhi, ma non gli dava fastidio, anzi, secondo lui gli conferiva un'aria misteriosa.

Finì di sistemare lo specchio dietro la porta, e appena apri la porta si ritrovò suo padre lì fuori, fermo.

"Oh però, è venuta davvero carina, ora hai anche molto più spazio." Disse suo padre, affacciandosi nella camera. "Dopo possiamo anche rifare il letto, ti do una mano."
"Grazie Ryuu."
"Ryuuji! Dove sono i miei occhiali?"
"Sicuro di non averli in testa Hiro?"
"Spiritoso, li avevo appoggiati proprio su questo scatolo."

Suo padre lasciò la stanza dopo avergli scombinato la frangia.

Questo è ciò che capitava quasi tutti i giorni in casa Kira.
Erano dei tipi spiritosi e allegri.

Sistemò finalmente l'ultima cosa che era rimasta sul fondo dello scatolo.
Una foto.
Una foto di loro tre l'estate precedente, e una piccola polaroid di quando era piccolo, poco dopo aver conosciuto i suoi genitori.

Loro erano Midorikawa Ryuuji, colui che aveva appena lasciato la stanza e Hiroto Kira.

Hiroto aveva i capelli rossi e gli occhi verdi, indossava con eleganza e fierezza un paio di occhiali che secondo Masaki gli conferivano un'aria distinta e intelligente, però aveva un comportamento infantile, da 'bambinone'. Era un uomo amorevole e premuroso.

Era colui che Masaki chiama papà.

Voleva bene entrambi allo stesso modo, ma per lui, Hiroto era suo padre; non sapeva spiegare il concetto di paternità che girava nella sua testa, ma semplicemente, era stato colui che l'aveva tenuto sempre presente, gli aveva lasciato i suoi spazi appena entrato nella comunità educativa, ed era stato amorevole fin da subito.

Poi, c'era Ryuuji, l'altro suo padre, aveva i capelli verdi legati in una coda, ma quel giorno li aveva attaccati a mo' di cipollotto, aveva gli occhi neri come il carbone.
Aveva un aspetto più rilassato rispetto ad Hiroto, ma con un cuore gentile e un sorriso caloroso che metteva tutti a proprio agio

In casa era chiamato Ryuu, era il soprannome che gli aveva dato Masaki.

Entrambi erano molto alti, e per via del loro passato da calciatori, erano in buona forma.

Posò la foto sulla scrivania, poi sistemò il computer, adesso aveva finito veramente.

Andò in salotto, i suoi genitori stavano sistemando lì.
Avevano montato la TV, e Masaki si precipitò ad aggiustare la playstation nuova che avevano comprato quell'inverno.
Era sua sì, ma anche di Hiroto, ci giocavano insieme quando i due adulti erano a casa da lavoro, o semplicemente quando Hiroto ne aveva voglia.

La montò come meglio poteva mentre i suoi genitori continuavano a sistemare di qua e di là.
Fecero poi pausa pranzo, erano seduti per terra in una specie di piccolo cerchio, lui di fonte ai suoi genitori.

"Come ti senti riguardo alla nuova casa, Maki?" Domandò Hiroto.

Masaki si guardò intorno, osservando la casa ancora da sistemare.
Avevano appena iniziato a sistemare le loro cose, e c'erano ancora scatoloni sparsi ovunque.
Nonostante il disordine, il ragazzo riusciva a vedere il potenziale della casa.

"Come hai detto prima? È un affarone."
Non voleva veramente deluderlo.
"Questa casa diventerà un luogo speciale per noi, vedrai." Disse poi.

Masaki annuì.

"Magari dopo che abbiamo finito possiamo fare un giro ti va Masaki?" Domandò Ryuuji. "Non vorrai passare il resto della giornata chiuso in casa."
"Non mi va molto di uscire..."
"Come mai? Non vuoi passare per la scuola? Così inizi a vedere la strada che dovrai fare ogni mattina."
"Avevi detto che mi accompagnavi tu per i primi giorni."
"Sì, è vero, ma prima o poi dovrai andarci da solo non credi? Possiamo aprire la Kira molto prima, e lo sai."

Masaki sospirò.
"Devo per forza venire a fare questo giro? Abbiamo anche sabato e domenica."
"La fioritura dei ciliegi qui è molto bella." Disse Ryuuji.
"E va bene, va bene, vengo con voi."

Masaki non si arrendeva così facilmente alle suppliche, ma dovette farlo questa volta, non sopportava che quei due continuassero a ripetergli che doveva uscire un po' di più.

"Perché il tavolo lo montiamo sempre dopo?" Domandò Hiroto. Forse un po' più a sé stesso.

Non era la prima volta che mangiavano seduti per terra perché avevano dimenticato di montare il tavolo.

"È diventata tradizione ormai, anche se spero di non doverla ripeterla mai più."
"Concordo con Ryuu."
"Ehi! Non coalizzatevi contro di me, è una scelta che andava fatta."

Andava fatto perché così la Kira & Company era più vicina.
La Kira & Company era l'azienda di famiglia, dove Hiroto era il capo e Ryuuji il suo assistente, vicecapo, quelle cose lì.
Era quello il motivo principale per cui si erano trasferiti.

La sede principale in realtà era sotto il Monte Fuji, ma per ovvi motivi fu spostata.
E il padre di Hiroto decise di aprirla lì a Nagano, lontano da Kyoto perché così non era vicina alla comunità educativa. (c'erano stati alcuni problemi all'epoca di cui Masaki non ne era a conoscenza).

Non appena finirono di pranzare, ripresero a sistemare le altre cose e a svuotare enormi scatoloni.
Hiroto e Ryuuji si occuparono della cucina e della zona giorno, lavorando come un team affiatato, come lo erano anche nel lavoro.

(Ryuuji questa volta si era svuotato da solo il set di piatti, visto che la scorsa volta, Hiroto li aveva rotti quasi tutti, dimenticandosi della scritta "FRAGILE" in rosso.)

I due adulti parlottavano tra di loro di quanto le cose sarebbero andate bene, e che quanto sarebbero stati felici ricominciando da lì.

Masaki diede una mano ai due occupandosi dei bagni, non aveva gli stessi gusti di Ryuuji, ma di sicuro erano migliori di Hiroto.

E così, con la casa nuova e il cuore pieno di speranza, Masaki, insieme ai suoi genitori, iniziò il suo viaggio a Nagano, pronta ad affrontare ogni sfida e a godersi ogni gioia che la vita aveva in serbo per loro.

Notes:

×Angolino me ×

Come si deduce dal titolo, questo capitolo serve per introdurre al meglio il nostro protagonista, ovvero Masaki! (perché non era ovvio?)

Premetto, l'età di Hiroto e Midorikawa è approssimativa, intorno ai 28/29 anni.

Wattpd mi conta 1761 parole (mentre word 1.650), vorrei tanto sapere come funziona il conteggio qui su Wattpad ma vabbe'.

Come vi sembra? :')
Noi ci vediamo al prossimo capitolo <3

  
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