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Autore: ineffable    09/09/2023    0 recensioni
La speranza ci rende tutti clown...o forse no.
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Sorpresa, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo nove


Il capitano e il primo ufficiale salirono sulla scialuppa con la quale avrebbero raggiunto la loro nave che li aspettava a largo, David era pallido ma tutto sommato stava bene, strinse forte con le mani la panca su cui era seduto e abbassò la testa buttando fuori l'aria dalla bocca.
<< Dio Fernando se il re dovesse scoprire l'enorme bugia che gli ho rifilato finirò impiccato o in prigione. >>
<< Nah il re ti adora. >>
Jenkins sollevò il volto.
<< Già è vero mi adora, ma ho temuto sul serio di finire in cella >> confessò appoggiandosi con il gomito al lato dell'imbarcazione.
<< In quel caso ti saremmo venuti a salvare >> disse Fernando remando con intensità, alcune goccioline di sudore gli scivolarono lungo le tempie.
<< E questo è esattamente il motivo per cui mi spaventava essere incarcerato, avreste commesso qualche sciocchezza solo per tirarmi fuori. >>
Il primo ufficiale smise di remare per un attimo e i suoi occhi si specchiarono in quegli azzurri dell'altro.
<< Sei nostro amico e il nostro capitano, pensi davvero che ti avremmo lasciato lì? >>
<< Avreste dovuto farlo, ve lo avevo ordinato >> rispose David sulla difensiva.
Fernando sbuffò alzando gli occhi al cielo.
<< Hai appena sbuffato davanti al tuo capitano Fernando? > domandò Jenkins sollevando il sopracciglio con aria divertita.
<< Puoi giurarci, se non sbaglio, in tua assenza io prendo temporaneamente le tue veci, quindi sta a me decidere cosa fare o non fare e se anche un qualche disturbo mentale mi avesse convinto a non intervenire in tuo soccorso, ci avrebbe pensato la tua figlioccia a usarmi come cannone per sfondare i muri della cella, e la ciurma mi avrebbe ammutinato pur di venirti a salvare. >>
L'espressione di David si addolcì, poi sospirò guardando il mare.
<< Non dovevo permettervi di affezionarvi così tanto a me. >>
<< Bè troppo tardi Jenkins >> replicò con un sorrisetto, il capitano gli rifilò un leggero calcetto.
<< Non chiamarmi per cognome, sai che lo detesto >> lo ammonì fintamente indignato.
<< E tu smettila di dire sciocchezze capitano. >>
<< Comunque tra un anno abbiamo appuntamento con il re, vuole uno spettacolo per il suo compleanno >> lo informò David, il primo ufficiale emise un mugolio frustrato piegando la testa all'indietro per poi guardare il suo capo con l'espressione di un cucciolo abbandonato.
<< Dobbiamo proprio? >>
<< Sì che dobbiamo Fernando, è il nostro lavoro. Non capisco perché ti pesa tanto. >>
L'amico smise nuovamente di remare.
<< Dovrò sorbirmi due ore del nostro caro sovrano che ci prova con te! >>
David iniziò a tossire sbattendo le palpebre.
<< Ma che dici, ti ha dato di volta il cervello? E' del re che stai parlando >> sibilò Jenkins guardandosi intorno, come se qualcuno avesse potuto sentirli pur essendo circondati dal mare.
<< Ti lancia certi sguardi ammiccanti David, mi meraviglio che tu non te ne sia mai accorto. >>
<< E' ridicolo, di piuttosto che non ti va. >>
<< Non mi va, contento adesso? >> domandò irritato il primo ufficiale.
<< Ci voleva tanto? >> non fece in tempo a porre quella domanda che Fernando riprese a parlare non riuscendo a trattenersi.
<< Non mi va di assistere impotente al re che cerca di farti diventare il suo giullare di corte, cercando di convincerti a rimanere come suo giocattolino privato, solo perché ha una gigantesca infatuazione per te, della quale anche un cieco si accorgerebbe, ma evidentemente l'unico a non rendersene conto sei tu. >>
Jenkins era rimasto a bocca aperta, non poteva credere alle sue orecchie.
<< Io valgo molto di più di un semplice giullare >> sbottò indignato.
<< Certo che vali di più David, era solo un esempio. >>
<< Tu vedi cose che non ci sono Fernando, e mi aspetto ti comporti bene quando saremo lì. >>
Il primo ufficiale strinse più forte i remi, irritato.
<< E tu non riesci a vedere al di là del tuo naso, perché se ti sforzassi...- >>
<< Non avremo questa conversazione adesso Fernando, mentre siamo in mezzo all'oceano e con gli altri che ci aspettano, quindi per favore riprendi a remare e andiamo. >>
<< Bene! >> rispose il primo ufficiale e con un borbottio ricominciò a spingere i remi nell'acqua.
<< Bene. >> Ribatté David.
A quel punto l'amico tuffò un remo in acqua e lo spinse in modo che un getto finisse addosso a Jenkins che sussultò allargando le braccia.
<< Sei proprio un moccioso lasciatelo dire >> lui con la mano ricambiò il gesto schizzandolo più volte, Fernando si agitava ed entrambi scoppiarono a ridere mentre tentavano di bagnarsi.
<< Smettiamola o finiremo per far rovesciare la barca >> disse il capitano mentre la risata lentamente scemava.
<< Tregua capitano? >> si guardarono, nei loro occhi c'erano ancora le tracce del divertimento di poco prima.
<< Direi di sì, andiamo a dare la buona notizia ai nostri amici pirati. >>
Fernando si rimise a remare fino a quando non raggiunsero la loro nave, che li attendeva pacifica e baciata dal sole, ondeggiando come se gli ultimi giorni non l'avessero affatto toccata, era sempre bella la Emily e David non avrebbe mai voluto separarsi da lei, per questo sceglieva sempre i migliori materiali per ripararla e la sottoponeva a controlli periodici per essere certo che avrebbe viaggiato al suo fianco ancora a lungo.


...


<< E così quell'idiota si è fatto sbattere in cella >> la risata secca di Edward riecheggiò per tutta la nave, quella vicenda aveva avuto un finale davvero inaspettato, quelli che dovevano finire giustiziati erano lui e Stede, mentre alla fine dietro alle sbarre ci era finito proprio quello che dava loro la caccia.
<< Sì ma penso sia una cosa temporanea >> spiegò il capitano.
<< Voi due dovreste tentare di dare poco nell'occhio momentaneamente, e probabilmente andare molto lontano da qui, dove lui non può trovarvi. Sapete non penso abbia creduto alla balla della vostra morte, non sta a me dirvi che cosa fare ovviamente però mi sento di consigliarvi prudenza, anche se per un po' immagino possiate stare tranquilli. >>
<< Grazie David, il tuo aiuto...Il vostro aiuto è stato di inestimabile valore, non credo che troverò mai il modo di ringraziarvi abbastanza >> disse il pirata gentiluomo con un velo di commozione che accompagnava le sue parole.
<< Sì amico io ti ho giudicato male, pensavo non valessi niente senza offesa, e ce l'avevo con te perché...- >>
<< Perché eri geloso di Stede >> saltò su Isabelle rischiando di far andare a fuoco Bonnet, che arrossì vistosamente.
<< Isabelle >> l'ammonì Jenkins.
<< No, la ragazzina ha ragione >> rispose Edward scuotendo appena la testa, catturandosi le occhiate dei presenti, lei sorrise vittoriosa incrociando le braccia.
<< Mi sono comportato da idiota mentre tu sei andato davanti al fottuto re rischiando la tua libertà per noi, non sono solito farlo ma vorrei accettassi le mie scuse >> allungò la mano ricoperta dal guanto che faceva intravedere le dita, David sorrise sorpreso e la strinse a sua volta, anche Stede sorrideva dolcemente, orgoglioso di quel gesto.
<< So che l'ho già detto mille volte, a te Stede in particolare, ma ci tengo a dirlo a entrambi, le porte della mia nave rimarranno sempre aperte per voi, se volete rimanere o tornare sappiate che ci sarà sempre un posto tra noi. >>
In uno slancio di tenerezza il pirata gentiluomo lo strinse in un abbraccio.
<< Sei un vero amico David. >>
<< E tu sei una delle persone migliori che abbia mai conosciuto >> disse dandogli pacche affettuose sulla parte superiore della schiena, dopo quel bel abbraccio si separarono e il capitano si schiarì la voce pronto a dire qualcosa che sicuramente sarebbe piaciuto al suo equipaggio.
<< Allora ciurma dopo questa faticosa avventura direi che ci meritiamo tutti una bella pausa. >>
Si alzò un coro di sì, uomini e donne si abbracciarono inneggiando all'idea, non avevano toccato terra per parecchio tempo e tutti loro avevano bisogno di fare una bella passeggiata, guardare bancarelle di dubbio gusto e mangiare in qualche locanda qualcosa diverso dal pesce e dalla frutta.
<< Vedo che siete tutti d'accordo >> affermò Jenkins mettendosi le mani sui fianchi, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.
Mentre l'equipaggio continuava allegramente a spintonarsi, Edward si avvicinò al capitano attirando la sua attenzione.
<< Ehm...David...potrei parlarti un minuto? >>
<< Certo dimmi pure >> gli posò una mano poco al di sotto della spalla e insieme si allontanarono dal chiasso, Stede che aveva notato i movimenti avrebbe tanto voluto sapere che cosa avevano da dirsi ma venne trascinato via da Isabelle, che gli chiese di aiutarla con la spada, e lui da vero gentiluomo non poté rifiutarsi anche se la sua mente era tutta da un'altra parte, all'uomo di cui era innamorato che si allontanava con un altro, la sua non era vera e propria gelosia, ma quei due non si erano mai parlati veramente da soli e quel semplice fatto era sufficiente a riempirgli la testa di dubbi.
Quel cruccio gli durò fino a sera quando vedendo il frutto delle sue pene seduto sull'amaca di cui aveva rivendicato la proprietà, che dondolava i piedi, decise di affrontarlo in nome dell'uomo che diceva di essere diventato, si avvicinò con passo leggero, quasi temesse di far scricchiolare qualche asse di legno e rovinare quel silenzio che li circondava.
<< Ehi >> disse il biondo, il cui coraggio venne meno quando gli occhi d'ebano del pirata suo amico si posarono su di lui.
<< Ehi >> rispose con un cenno l'altro.
<< Bella serata eh >> improvvisamente lo stomaco di Stede si era attorcigliato, Edward lo guardò con un indecifrabile espressione sul volto, come se non fosse totalmente d'accordo con ciò che aveva detto.
<< Già...Anche se la presenza di quei nuvoloni laggiù >> li indicò allungando il braccio e puntando l'indice verso di loro.
<< Indica che probabilmente tra un giorno o anche meno potrebbe piovere, anzi è abbastanza sicuro accadrà >> ragionò tra sé come se stesse parlando solo con se stesso.
<< Oh >> Stede tirò su il naso seguendo il dito, effettivamente c'erano delle nuvole che stavano andando a coprire la luna, di cui non si era accorto, troppo preso dai suoi pensieri e dalla volontà di sciogliere quel dubbio che sentiva lo avrebbe trascinato in una catastrofica crisi di nervi se non lo avesse sciolto, ed era stupido, lui e Barbanera si erano baciati per ben tre volte da quando era tornato dalla Fenice, non avrebbe dovuto sentirsi così spaesato, eppure il fatto che loro due avessero deciso di prendersi una pausa dai sentimenti che provavano, aveva creato una piccola crepa nella nuova personalità di Bonnet, sulla quale si era aggrappata la vecchia insicurezza di non essere abbastanza.
Ma questa volta non avrebbe lasciato vincere il timore e la paura, per questo era lì, di fronte a quel grande pirata che gli faceva battere il cuore, i cui lunghi capelli fluttuavano sospinti da un lieve venticello che si era appena alzato.
<< Sai così tante cose >> si complimentò, realmente colpito e desideroso di sentir pronunciare da quelle labbra tutte le informazioni che sapevano sul mondo, perché lui per diritto di nascita aveva avuto la possibilità di studiare, apprendere nozioni da libri e professori, ma Edward, aveva una conoscenza vissuta sulla propria carne, disegnata in ogni tatuaggio che ricopriva la sua pelle e raccontata dalle sue cicatrici e dalle mani leggermente ruvide, che avevano lavorato, sollevato pesi e maneggiato corde dure e graffianti.
<< Se non le sapessi sarei già morto >> disse Barbanera rimanendo con lo sguardo incollato a quella volta blu scuro, con un velo di malinconia specchiato in quegli occhi rotondi nei quali la luna amava tuffarsi facendoli risplendere.
<< Mi piacerebbe se un giorno me ne parlassi >> esordì Stede, con un fil di voce, l'emozione trapelava in ogni fibra del suo essere, Barbanera si voltò a guardarlo arcuando un sopracciglio, già dalla sua espressione il biondo poteva intuire che cosa gli avrebbe chiesto.
<< Che cosa? >> domandò e al pirata gentiluomo sfuggi una mezza risata, ci aveva preso, riuscì a nasconderla simulando una lieve tosse, non voleva che l'amico pensasse fosse del tutto impazzito.
<< Quello che sai, tutto quanto. >>
Edward tornò a guardare il cielo.
<< Chi lo sa Bonnet, se non fai lo stronzo magari qualcosa posso dirti >> rispose sollevando appena le spalle.
Il pirata dai capelli dorati lo guardò divertito osservandone i lineamenti, Edward rispondeva così quando si sentiva imbarazzato o a disagio, quando qualcosa dentro di lui diventava così grande e complicato da esprimere che doveva usare la finta arroganza per affrontarlo e uscire indenne da quella battaglia contro se stesso.
<< Mi fa piacere che tu e David abbiate stretto una tregua >> decise di cambiare argomento ed entrare in punta di piedi in quel discorso che si era ripromesso di portare fino in fondo.
Barbanera arricciò la radice del naso prima di rispondere.
<< Tecnicamente sono stato io a seppellire l'ascia di guerra, ho fatto tutto da solo vedendo in lui un nemico, ma per quanto io sia orgoglioso non potevo fingere che non ci avesse salvato il culo in maniera magistrale, senza chiedere niente in cambio. >>
Stede sorrise ma le sue nascenti parole vennero anticipate dall'amico.
<< Questo non significa che siamo amici adesso. >>
<< No certo che no >> annuì l'altro scuotendo la chioma bionda.
<< Oggi avete parlato, io vi ho visti allontanarvi... >> quello era il momento cruciale, sapeva che Barbanera poteva diventare un tantino irascibile quando veniva messo alle strette, certo sapeva che non gli avrebbe fatto del male, ma temeva di scatenare la sua ira e allontanarlo ulteriormente.
<< Sì, avevo bisogno di chiedergli una cosa >> rispose secco Edward.
Le sopracciglia del gentiluomo si drizzarono lentamente verso l'alto.
<< Posso sapere di che si tratta? >> la sua domanda uscì più come un pigolio, ma sufficientemente a voce alta da essere udita, Edward si voltò verso di lui.
<< No. >>
Il pirata che stava in piedi si tirò indietro, come se quella risposta lo avesse spinto via.
<< No? >> ripeté corrugando le sopracciglia chiare.
<< No Bonnet, non puoi >> ribadì sdraiandosi completamente sull'amaca, intrecciando le braccia dietro la testa.
<< Ma...- >>
<< Senti, solo tu puoi avere dei segreti? >>
Quella domanda spiazzò Stede, che si sentì colpito in uno strano modo.
<< Io non ho segreti, non più e non con te >> ci tenne a precisare il biondo.
<< Lieto di saperlo, ora se non ti dispiace vorrei dormire >> sancì Barbanera.
Che fine aveva fatto l'uomo che lo aveva baciato con tanta passione davanti a tutti, con delicatezza mentre guardavano i riflessi dell'acqua specchiarsi sulle rocce, quello che gli aveva detto tremando di volergli dire di sì, si domandò Bonnet fissando la sagoma dell'amico che aveva chiuso gli occhi come se non gli avesse appena sputato addosso tutto il suo veleno.
<< A volte sei veramente insopportabile >> lo accusò piccato, stringendo i pugni come un bambino capriccioso, ma Edward non rimase inerme di fronte a quelle accuse, si alzò di scatto fronteggiandolo, mostrando tutta la sua irritazione.
<< Forse perché tu con quel bel faccino >> indicò il volto del gentiluomo facendo un cerchio con l'indice.
<< Pensi di poter pretendere ciò che ti pare. >>
<< Non è affatto vero! >> squittì la voce acuta di Stede.
<< Ti ho domandato solo una cosa >> si difese assumendo quell'espressione che faceva sempre quando non si sentiva completamente dalla parte della ragione.
<< E io ti ho risposto che non sono affari tuoi, B o n n e t. >>
Ci mancò poco che il biondo non iniziasse a fumare da sotto i piedi.
<< Bene. Come vuoi, buona notte Edward. >>
Barbanera lo osservò allontanarsi a passo di marcia, con la schiena dritta, i pugni chiusi, poteva persino figurarsi quale broncio irritato avesse assunto la sua faccia, sorrise scuotendo appena la testa, era proprio adorabile quando si arrabbiava.



...


Il mattino seguente un sempre più infervorato pirata gentiluomo stava preparando una fetta di pane quasi secca tagliata in due con la marmellata, raschiava dal fondo del barattolo e spalmava tentando di tirarla il più possibile, nel mentre parlottava tra sé epiteti parecchio coloriti nei confronti del flagello dei mari, che lo aveva a suo dire "trattato a pesci in faccia" la sera prima.
<< Razza di villano, mascalzone, canaglia, testardo che non è altro. >>
<< E antipatico! >> aggiunse tirando su il coltello in maniera violenta, un rivolo di marmellata volò finendo chissà dove.
<< Che si azzardi a chiedermi scusa, glielo faccio vedere io dove può infilarsi le sue sc...- >>
<< Buongiorno Bonnet, dormito bene? >> fece il suo ingresso in quell'esatto momento proprio l'oggetto delle sue ingiurie, sul quale stava riversando tutta la stizza che provava e che non gli aveva fatto chiudere occhio la notte, mentre lui, bello come il cielo mattutino, fresco come la rugiada che si posa sui fiori all'alba, si era anche legato i capelli in quella graziosa crocchia che gli donava da morire, con quei due fili sale e pepe che gli circondavano quell'amabile quanto irritante faccina da schiaffi, aveva avuto anche il coraggio di salutarlo allegramente come se niente fosse.
Stede si voltò a guardarlo tentando di frenare le sue emozioni, quelle che lo avrebbero preso e sbattuto sul tavolo, rimuovendo quel ghigno divertito a suon di baci, quando il fuoco che gli ardeva dentro si placò il biondo sollevò un sopracciglio mantenendo la sua espressione indecifrabile.
<< Buongiorno un corno razza di lunatico zuccone! >> gli strillò contro spiaccicandogli una metà di pane e marmellata sul naso, poi prese l'altra fetta e a passo spedito si dileguò lungo il corridoio, il tutto avvenne sotto lo sguardo scioccato di alcuni membri della ciurma che smisero di mangiare, a uno di loro cadde persino il cibo dalle mani finendo sul piatto mentre osservava a bocca aperta quello che in molti avrebbero definito un "affronto" al più pericoloso pirata della storia, tra loro c'era anche Isabelle che notò il cambio di espressione sul volto di Edward, che passò dal "cosa diavolo è appena successo?" a "ora ammazzo qualcuno."
<< Io lo strangolo! >> sbraitò sbattendo un pugno sul tavolo che fece traballare il piatto lasciato da Stede, e sussultare i presenti, si precipitò all'inseguimento del gentiluomo con al seguito le persone che erano in cucina e Isabelle che una volta fuori si aggrappò alle sue spalle tentando di fermalo e placare la sua ira.
<< LASCIAMI DEVO UCCIDERLO! >>
<< No, no, no te ne pentiresti, te lo assicuro >> provò la ragazzina, era difficile rimanere aggrappata a una rabbiosa montagna in movimento.
Bonnet era in piedi, a qualche metro di distanza, che masticava la sua fetta di pane con nonchalance.
<< Lascialo pure andare Isabelle >> disse Stede con tono provocatorio, posando la restante parte di pane su una cassa lì a fianco, aveva anche un accenno di sorriso che gli sollevava un angolo della bocca.
<< Come vuoi, ragazzone infuriato in arrivo >> lasciò andare Edward che come una furia si diresse verso il biondo, afferrandolo e sbattendolo per terra, caddero entrambi, uno sdraiato con i riccioli dorati sparsi sul pavimento, l'altro sopra di lui, con un pugno chiuso intorno alla camicia color panna e l'altra mano che si reggeva sulle assi lucide, alcune ciocche dei lunghi capelli brizzolati scivolarono in avanti sfiorando il viso del pirata gentiluomo.
Rimasero così, in stallo, per qualche secondo sufficiente a scrutarsi, occhi negli occhi come forse non lo erano mai stati fino a quel momento, entrambi erano consci che quella non era una vera lite, ma un fuochetto di paglia acceso dai loro animi più infantili, infatti Stede addolcì lo sguardo e sorrise.
<< Sei sporco di marmellata qui >> poi con l'indice raccolse la confettura dal naso arrotondato di Barbanera e si portò il dito alle labbra succhiandola via.
<< Non l'hai fatto veramente >> disse Edward con voce bassa e roca.
<< Oh sì invece e farò anche questo >> si sporse in avanti con il busto, con la punta della lingua, in un tocco timoroso e delicato leccò via i residui di quella dolcezza color lampone, inevitabilmente il pirata che stava sopra di lui sentì il suo intero corpo cedere, deglutì rumorosamente e Bonnet osservò ammaliato il pomo di Adamo che si muoveva su e giù.
Poco più lontano David che era giunto sentendo tutto quel trambusto coprì gli occhi a Isabelle con una mano, lei si aggrappò al suo polso spostandola.
<< Ehi non sono una bambina, so come funzionano queste cose >> si lamentò continuando a rimanere aggrappata al braccio del capitano.
<< Farò finta di non aver sentito >> mormorò Jenkins.
<< Mica ci daranno dentro qui >> ragionò lei.
A quel punto arrivò Fernando, che non si era accorto di nulla, aveva un sorriso stampato in faccia e fischiettava.
<< Buongiorn...oh cazzo >> imprecò sbattendo le palpebre e mettendosi anche lui a fissare i due pirati stesi a terra.
<< Che sta succedendo? >>
<< Bè prima stavano litigando, ora... >> spiegò Isabelle.
<< E' un buon modo per fare pace >> ridacchiò il primo ufficiale, catturando lo sguardo della ragazza e quello pungente di David.
<< Davvero? >> domandò la giovane.
<< Oh puoi giurarci ragazzina >> rispose ridacchiando.
<< Fernando... >> lo rimproverò David con una nota di supplica nella voce e le guance colorate di rosa, l'amico però non notò l'accezione negativa nella voce di Jenkins, ma solo il rossore che gli imporporava il viso facendo risaltare gli occhi azzurri.
<< Quando il buongiorno si vede dal mattino eh capitano >> disse quindi, avvolgendo un braccio intorno alle spalle di David.
<< Santo Dio >> mugugnò Jenkins arrossendo e coprendosi il volto con le mani, visti da fuori quei tre, sembravano proprio una famiglia e forse lo stavano per diventare, solo che ancora non ne erano consapevoli.
Il sorriso sul viso del pirata gentiluomo si allargò quando vide le guance di Edward tingersi di rosso.
<< Dovremmo smetterla di litigare in questo modo, però se le conseguenze sono queste potrei fare un'eccezione >> disse Stede mentre spostava una ciocca di capelli dietro all'orecchio di Barbanera, le quali pupille tremarono appena, ardendo di desiderio.
<< Da quando sei diventato così sfacciato? >> gli domandò senza riuscire a nascondere dalla sua voce una nota di eccitazione.
<< Forse lo sono sempre stato e lo sto scoprendo solo ora >> rispose il biondo.
<< Non ti piace? >> chiese poi spostando di poco la nuca, i riccioli biondi si scompigliarono ancora di più.
<< No anzi, è interessante >> dichiarò Barbanera sentendosi sempre più attratto da quel corpo che stava sdraiato sotto di lui.
<< Chissà magari un giorno potremmo esplorarlo, ma ora è meglio alzarsi, ci stanno guardando tutti >> ridacchiò Bonnet spostando lo sguardo altrove, Edward fece lo stesso ruotando di poco la nuca, dopo un'ultima occhiata rivolta al gentiluomo si alzò in piedi, quando entrambi furono in posizione eretta Isabelle sollevò i pollici verso l'alto sfoderando un sorriso compiaciuto, Stede scosse la testa arrossendo e si allontanò con una scusa, bisognoso di rimanere qualche momento da solo a riflettere.


...


Dopo giorni di navigazione bene o male tranquilli, dove vennero sorpresi solo dalla pioggia prevista da Barbanera, giunsero a Tortuga, durante quel periodo i due pirati erano rimasti poco da soli e si erano parlati solo qualche volta, anche perché il gentiluomo aveva preferito godersi alcuni momenti con David e gli altri, considerando che sarebbero stati gli ultimi anche se ancora non lo aveva detto a nessuno, proprio il capitano della Emily si avvicinò al biondo mentre la nave attraccava.
<< Allora Stede tu ed Edward? >>
Le sopracciglia dorate del pirata svettarono verso l'alto in una tacita domanda.
<< Voglio dire, mi pare che le cose tra voi vadano bene, avete deciso cosa fare? >>
La reazione di Bonnet non fu quella che David si aspettava, sollevò le spalle intrecciando le dita tra loro e i suoi occhi nocciola erano ombreggiati da qualcosa, un pensiero forse, ma non erano certo vivaci e splendenti come ci si aspetterebbe da qualcuno che aveva raggiunto il pieno della felicità.
<< Bè non mi odia più questo è sicuro, ci siamo chiariti, giungendo però alla conclusione di prenderci una pausa, rimanere amici e vedere cosa succede >> spiegò tentando di smorzare il tutto con un cenno di sorriso, che però non gli arrivava agli occhi.
Sulla faccia di Jenkins si poteva leggere tutta la sua confusione.
<< Una pausa? Io credevo che voi...Insomma lui mi ha chiesto di venire appositamente qui a Tortuga perché c'era una cosa che doveva mostrarti >> quella frase ovviamente attirò l'attenzione del biondo che guardò l'amico con più intensità e desideroso di sapere di più.
<< Come? Edward ti ha chiesto di venire qui per me? >>
<< Sì esattamente, sembrava anche molto deciso >> rispose il capitano, inevitabilmente una speranza si riaccese nel cuore di Stede, non qualcosa che potesse portarlo ad illuderlo ma che semplicemente gli faceva sperare di essere sulla strada giusta, che la sofferenza vissuta e trascorsa li avrebbe portati ad incontrarsi ad un certo punto.
<< Ti ha detto cosa deve farmi vedere? >> domandò quasi titubante.
<< Sicuramente te lo mostrerà lui stesso >> rispose David dandogli una pacca sulla spalla e facendogli l'occhiolino.
Come se lo avessero chiamato Barbanera si avvicinò a loro, alcuni membri della ciurma stavano scendendo e così fece anche Jenkins lanciando un'ultima occhiata ai due pirati, rimasero presto soli o meglio era come se lo fossero, il biondo fissava l'amico con un punto interrogativo dipinto sul volto mentre Edward sembrava essere quasi nervoso, spostava il peso del corpo da un piede all'altro e non riusciva a fissare Stede negli occhi.
<< Bonnet... >>
<< Sì Ed? >>
Si grattò i folti capelli cinerei e finalmente il suo sguardo incontrò quello del gentiluomo.
<< Ho bisogno che tu rimanga qui sulla nave, per un po'. >>
Stede storse il naso davanti a quella strana richiesta.
<< Perché? >>
<< Non ce la fai proprio a non fare domande >> imprecò a denti stretti stringendo un pugno, come aveva potuto illudersi che quel biondino del suo cuore sarebbe rimasto zitto e buono, accettando di rimanere sulla nave senza fare domande.
<< E' solo che non riesco a capire Edward... >>
<< Non devi capire, devi solo fare ciò che ti dico. >>
Poi Barbanera sospirò.
<< Per...favore >> sembrò quasi avesse vomitato un sasso, effettivamente lui non era così abituato a chiedere le cose con cortesia, da quando aveva conosciuto Stede però si stava abituando, con lui gli veniva naturale usare la gentilezza, forse perché temeva di romperlo o farlo fuggire via se fosse stato troppo rude, in quel caso però non gli era venuto così facile, questo perché tra loro le cose erano ancora un po' complicate, dovevano semplicemente riabituarsi l'uno all'altro.
<< D'accordo, se proprio ci tieni rimarrò qui >> rispose il gentiluomo facendo un lieve sorriso, aveva colto il nervosismo nell'altro e gli era dispiaciuto, per cui si mise a sedere attorcigliandosi le mani per mezz'ora o forse di più, tempo necessario alla ricomparsa di Barbanera a bordo.


...


<< Dove stiamo andando? >> domandò Stede mentre seguiva Edward lungo le strade polverose di Tortuga, non gli aveva detto poi molto, solo di scendere dalla nave e seguirlo, da quel momento in poi era rimasto in silenzio e i nervi del biondo avevano cominciato a cedere, era curioso ed eccitato ma l'amico era una tomba, sembrava perfettamente a suo agio.
<< Manca poco >> ebbe il cuore di dire, le uniche due parole che pronunciò fino a quando non si fermò davanti a una locanda.
<< Entra >> disse e il pirata gentiluomo si girò verso di lui con le sopracciglia corrugate.
<< Qui dentro? >>
Barbanera annuì semplicemente.
<< Da...da solo? Tu non vieni? >>
<< Cristo santo Bonnet di cosa hai paura, entra e basta! >>
<< Io non ho paura! >> si difese squittendo.
<< Solo...è strano. >>
<< Bonnet se non entri entro cinque secondi giuro su...- >>
<< Va bene, calmati, sto andando >> lo interruppe e mosse i primi passi, salì con titubanza i tre gradini che lo separavano dalla porta, si girò un'ultima volta verso l'amico e quando quello gli fece cenno di avviarsi deglutì e si incamminò, appoggiò la mano sulla maniglia e spinse l'anta di legno, subito un odore di cibo e vino lo avvolse, risate, qualche parolaccia, si guardò intorno confuso dal motivo per il quale si trovava in quel posto, avanzò di qualche passo mentre si teneva strette le mani in grembo in un tentativo di darsi conforto, il suo sguardo si spostò all'ultimo tavolo in fondo al locale e fu lì che li vide: Lucius, Pete, Jim, Olu, Frenchie, Wee John, Buttons, lo Svedese e Roach, reali, vivi, veri, in carne e ossa.
Il cuore di Stede perse un battito, gli occhi gli si riempirono all'istante di lacrime, sentì le gambe tremare e una sensazione di gioia e felicità irradiarsi lungo tutto il corpo, i suoi ragazzi, la sua ciurma, quelli che avrebbe cominciato a cercare di lì a poco, ma non ce ne sarebbe più stato bisogno.
<< Ragazzi... >> sussurrò ma la voce gli uscì talmente bassa che nessuno avrebbe potuto sentirlo.
Poteva distinguerne le voci sebbene poco distinte e ovattate, ridevano e si spintonavano, Lucius aveva appena fatto l'occhiolino a un cameriere e Bonnet si ritrovò a sorridere, quanto gli erano mancati ma chissà se per loro era lo stesso, si avvicinò a passo lento ma deciso, con il cuore che gli martellava nel petto, fu proprio il giovane scriba ad accorgersi della sua presenza puntando i suoi occhi azzurro ghiaccio in quelli nocciola, gelandosi di colpo come se avesse appena visto un fantasma, Pete resosi conto dello stato del fidanzato lo spinse appena con la spalla.
<< Ehi piccolo che ti prende? >>
Ma Lucius rimase fermo, a bocca aperta.
<< Tesoro? >> gli passò una mano davanti agli occhi preoccupato, poi Lucius puntò l'indice di legno in avanti, lo sguardo del compagno lo seguì e anche lui ebbe la stessa reazione seguita poi da un'imprecazione.
<< Oh merda. >>
<< Stede? >> esclamò Spriggs, alzandosi in piedi, a quel punto tutti tacquero attirati da quel movimento e gli occhi della ritrovata ciurma del biondo furono tutti su di lui.
<< Capitano... >>
Erano senza parole, rimasero in silenzio con le bocche spalancate per qualche secondo prima di alzarsi e inondarlo di domande, salutandolo con sorrisi e strette, Stede si sentì travolto e a casa, non si immaginava tutto quell'entusiasmo eppure i suoi ragazzi, nonostante non sapessero niente dell'accaduto lo stavano riabbracciando con il più caloroso dei bentrovati.
<< Che ti è successo? >>
<< Dove sei stato? >>
Erano queste le domande principali che gli rivolgevano, solo che parlavano tutti insieme e alle orecchie del biondo arrivavano solamente suoni confusi, Olu tentò di far mantenere loro la calma ma non c'era niente da fare, così intervenne Jim.
<< Cállate! >> gridò infilzando violentemente il coltello sul tavolo di legno, facendo traballare le stoviglie che c'erano sopra, naturalmente ottenne l'effetto sperato, ovvero il silenzio da parte dell'equipaggio.
<< Lasciatelo parlare >> disse addolcendo di poco il tono di voce, Olu lə rivolse un sorrisetto d'ammirazione.
<< Vieni capo siediti >> Oluwande lo accompagnò avvolgendogli un braccio dietro la schiena, Bonnet fece come gli era stato suggerito e gli altri presero posto intorno a lui, in silenzio, con le orecchie tese e gli occhi puntati addosso, in attesa.
<< Bè è bello rivedervi >> affermò con voce roca e un delicato sorriso, si schiarì più volte la gola, mandando giù l'emozione che provava nel ritrovarsi lì, circondato dai suoi uomini dopo tanto tempo, ci aveva rimuginato a lungo anche su questo, ma la sensazione reale era mille volte meglio di quello che si era immaginato.
<< Anche per noi capo >> risposero in coro.
<< Immagino abbiate delle domande, penso di conoscere quale sia la principale che vi mette d'accordo tutti, perciò voglio iniziare da quella. >>
Così Stede iniziò il suo racconto partendo dalla spiaggia dove lui ed Edward avevano organizzato la fuga, Badminton, la trappola, David, il ritrovamento di Edward, il padre dei gemelli e infine la Fenice, fino a giungere al momento in cui si era ritrovato lì in quella locanda, non avendo la minima idea che avrebbe trovato proprio loro.
<< Quindi è stato Barbanera a portarti qui? >> chiese Pete.
Il biondo annuì prima di rispondere a voce.
<< Noi a dire il vero pensavamo ti fosse successo qualcosa, Edward non ci ha raccontato molto quando è tornato sulla Revenge, era solo strano e depresso >> spiegò Lucius.
<< Un vero cazzone >> lo interruppe Jim.
<< Ci ha lasciati con quel cabrón di Izzy andandosene con la sua ciurma quel maldito, ha preso la sua... >> si zittì rivolgendosi a Olu.
<< Cómo se llama la nave de Barbanera? >>
<< Queen Anne >> rispose Oluwande.
<< E' salito sulla Queen Anne e se ne è andato senza darci spiegazioni, solo che da quel momento hacíamos parte del suo equipaggio, e dovevamo obbedire agli ordini di quel perro di Izzy >> per Stede e per tutta la ciurma era ancora strano sentire parlare Jim, abituati che fosse un uomo muto con la barba, anche durante la loro permanenza sotto il comando del primo ufficiale di Barbanera Jim era statə di poche parole, si limitava a fissare con sguardo omicida quel despota alto poco più di un bambino che amava sbraitare ordini dalla mattina alla sera, tutti pensavano lo avrebbe ucciso o meditasse un piano per farlo, e non ci erano andati troppo lontano.
<< Mi dispiace ragazzi, non avrei mai voluto lasciarvi in difficoltà >> disse Bonnet il cui sguardo si fece triste e dispiaciuto.
<< Non preoccuparti, non è stata nemmeno colpa tua, e a dire il vero >> Lucius iniziò a parlare abbassando la voce e allungandosi verso il ritrovato capitano.
<< Lo avremmo ammutinato proprio oggi >> continuò, sul volto del gentiluomo si fece largo la consapevolezza.
<< Oh >> disse solo e il giovane annuì.
<< Olu avrebbe preso il comando >> aggiunse Lucius e l'amico sentì le guance scaldarsi dall'imbarazzo, non sentendosi veramente degno di quel ruolo e certo non si aspettava che i suoi amici avrebbero scelto lui, ma su una cosa erano d'accordo, Izzy doveva andarsene.
<< Se ti azzardi a fare la spia con B...- >>
<< Non preoccuparti Jim, ho la bocca cucita, avete tutto il diritto di ribellarvi >> lə rassicurò Stede con un sorriso.
<< Comunque adesso non ne abbiamo più bisogno >> disse Olu guardando gli altri.
<< Tu sei tornato, io ti ricedo il ruolo...- >>
<< Un momento >> intervenne Pete.
<< Se adesso siamo la ciurma di Barbanera, lui non ci lascerà andare così facilmente. >>
Alcuni di loro annuirono.
<< Ma ammutinando Izzy di conseguenza lo avremmo fatto anche nei confronti di Barbanera >> ragionò Wee John.
<< Sì ha ragione >> confermo Roach indicandolo con l'indice.
Lo Svedese alzò la mano.
<< Sì Svedese? >> Bonnet gli diede la parola.
<< Quindi adesso saremo di nuovo capitanati da te? >>
<< Ovvio >> risposero in coro Lucius, Roach e Olu.
<< Capitano sarà un onore tornare a navigare con te >> disse Buttons.
<< Grazie Buttons... >>
<< Fermi un secondo >> intervenne Lucius.
<< E' stato Edward a portare qui Stede, quindi forse loro due vogliono tornare a dividersi il comando. >>
La ciurma si zittì, i loro occhi vagarono per poi scoppiare in un'infervorata discussione.
<< Magari voleva solo liberarsi di lui >> rifletté Pete.
<< Pete! >>
<< Amico dai... >> lo rimproverarono tutti, lui ovviamente si mise sulla difensiva.
<< Che c'è è stato il capitano a dirci che Barbanera era arrabbiato. >>
<< Sì ma adesso non lo è più >> disse Roach.
E la discussione riprese, con le voci che si mischiavano, Stede tentò di placarli ma non vedendo risultati si alzò in piedi battendo le mani tra loro.
<< Ehi ragazzi, ragazzi calma! >>
Edward li stava osservando da lontano, appoggiato a una colonna con le braccia incrociate, aveva visto la scena dall'inizio e tutt'ora aveva sulle labbra dipinto un sorriso osservando quanto la ciurma fosse legata al pirata gentiluomo, da quella distanza non riusciva a sentire cosa si stavano dicendo, per non parlare del trambusto degli altri commensali ma per lui era sufficiente vedere quei volti sorridenti e allegri, e la sorpresa di Stede quando si era accorto di loro.
<< Capo vuoi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo, che ci fa quell'idiota di Bonnet qui? >> domandò Izzy fissando il suo capitano che non lo degnava di uno sguardo.
<< E' la sua ciurma Izzy, ha tutto il diritto di riprendersela. >>
Il primo ufficiale lo guardò sgomento.
<< Ma che cazzo stai blaterando? Da quando ce ne freghiamo di queste cose, certo quegli idioti non sarebbero una gran perdita ma questo comportamento non è da te, Barbanera avrebbe ucciso quel coglione...- >>
<< IO NON... >> si rese conto di aver alzato la voce.
<< Non sono più Barbanera, sono stanco di tutto questo e di queste stronzate Izzy. >>
Gli occhi del primo ufficiale si allargarono, velandosi di un'ombra scura, ferita.
<< Vuoi dire che hai intenzione di tornare a navigare con lui? >> chiese mentre nella sua mente si figurava quell'incubo che aveva dovuto vivere già una volta, Edward, il suo capitano imbellettato come un damerino, con i fiori tra i capelli e i nastrini sulla barba, Edward che non lo guardava più, che non gli ordinava di uccidere o assaltare una nave, che aveva occhi solo per un imbecille vestito di seta, e non aveva intenzione di rivivere tutta quella merda.
<< Senti se vuoi rimanere fallo, altrimenti sei libero di andartene >> disse Barbanera senza più guardarlo, stringendo maggiormente le braccia tra loro, quella frase causò una crepa nel cuore di Izzy, strinse le labbra prima di sputare fuori tutto il suo disprezzo.
<< Vaffanculo Edward, da ora in avanti guardati le fottute spalle, dannato coglione >> lo guardò dall'alto in basso prima di voltarsi e uscire spintonando un uomo che gli intralciava la strada, si chiuse la porta alle spalle e dovette fermarsi a respirare, rendendosi conto che fino a quel momento aveva trattenuto tutta l'aria nei polmoni
Barbanera non diede peso a quelle parole, nemmeno alle minacce, un tempo un comportamento come quello di Izzy sarebbe stato punito molto duramente ma ora non gli andava più, era stufo, voleva solo fermarsi e trovare un po' di serenità, continuava a fissare Stede, le sue spalle, la nuca decorata da quei soffici fili dorati, sapeva che il biondo lo avrebbe riempito di gratitudine per avergli fatto incontrare la sua ciurma, mille grazie di cui non aveva bisogno, perché Edward non lo aveva fatto per sentirsi ringraziare, voleva solo fare qualcosa di buono che avrebbe riportato il sorriso su quelle labbra morbide da troppo tempo serie e poi era giusto...Non gli importava più di sembrare un rammollito agli occhi di Izzy, da ora in avanti avrebbe seguito solo se stesso e non le voci che aveva intorno.



...



Mentre parlava con il suo equipaggio Stede si voltò e vide Edward in fondo alla locanda, non appena i loro sguardi si incontrarono Barbanera raddrizzò la postura come se fosse stato punto da uno spillo, il pirata gentiluomo sorrise poi tornò a dare attenzione ai suoi ragazzi dicendo loro di aspettarlo lì, si alzò da tavola e si diresse dall'amico che non aveva smesso di guardarlo, rimasero occhi negli occhi fino a che non lo raggiunse.
<< Tu lo sapevi vero, che loro... >>
<< Sì Bonnet >> rimase in silenzio, le sue pupille si spostarono verso il basso, sapeva cosa dire ma non riusciva a trovare le parole.
<< Quando sono partito con la Queen Anne avevo detto a Izzy che ci saremmo trovati qui >> aggiunse schiarendosi la voce.
Senza aggiungere altro Stede lo strinse tra le braccia tirandolo verso di sé, chiuse gli occhi stringendolo forte, le braccia di Edward si mossero più lentamente, andando a circondare quella vita morbida che era andata sciupandosi nell'ultimo periodo.
<< Grazie Ed, grazie. >>
<< Non devi farlo >> disse il pirata mentre i ciuffi biondi dell'altro gli solleticavano le narici.
Stede si staccò dall'abbraccio lentamente, le loro mani si sfiorarono quasi non volessero più lasciarsi, i suoi occhi erano pieni di dolcezza e amore, così tanto che Barbanera si sentiva quasi a disagio, non capendo come un uomo così straordinario, gentile e buono potesse guardare in quel modo uno come lui.
<< Sembrano felici >> affermò Edward indicando la ciurma, il biondo si voltò un attimo verso di loro e annuì.
<< Sì...io non me lo aspettavo, credevo fossero arrabbiati. >>
<< Penso tu gli sia mancato, non credo siano stati molto bene con Izzy... >>
<< A proposito di lui, sa di me, che sono qui? >> domandò Bonnet.
<< Sì e non l'ha presa bene. >>
<< Deve odiarmi profondamente, finisco sempre per rovinargli i piani o la vita >> ridacchiò nervosamente.
Edward sospirò spostando lo sguardo verso l'alto.
<< Izzy è un cazzone, dovrebbe provare ad avere una nave sua, essere capitano. Non so nemmeno quanto durerebbe col carattere che si ritrova >> ragionò Barbanera, facendo ridacchiare l'amico che la risposta a quella considerazione la sapeva, dato che i suoi gli avevano rivelato del piano di ammutinarlo.
<< Sono d'accordo, quell'uomo è troppo nervoso. >>
<< Può andarsene al diavolo per quanto mi riguarda >> disse Edward sollevando le spalle.
Il pirata gentiluomo si zittì per qualche istante, doveva dirglielo, era giusto lo sapesse senza lasciar trascorrere troppo tempo.
<< Ed io...devo parlarti di una cosa. >>
<< Ti ascolto. >>
Dalle labbra del biondo uscì un sospiro delicato.
<< Io ho deciso che non tornerò sulla Revenge. >>
<< Cosa? >> Barbanera sgranò gli occhi, credeva fosse quello che voleva, tornare a navigare con la sua ciurma e ora saltava fuori che non era così.
<< Lo so che avevamo detto di...che avremmo ricominciato le cose dall'inizio ma non servirebbe a niente se prima tu non capisci cosa vuoi. Io ero deciso a cercarli prima di venire qui, ma ora che li ho trovati e so che stanno bene ho capito che è meglio me ne resti da solo per un po'. >>
La maglietta nera e la giacca di pelle improvvisamente lo stavano soffocando, respirava ma sembrava che non arrivasse mai abbastanza aria.
<< Cosa voglio, Bonnet tu lo sai bene cosa voglio >> disse puntandogli l'indice contro.
Una coppia passò in mezzo a loro facendo innervosire il più alto, che strinse il pugno guantato facendolo cigolare.
<< Ma non sei pronto Edward, e avermi intorno non ti aiuterebbe. >>
<< Ah no? Come pensi possa essermi d'aiuto se tu...- >>
Di nuovo vennero interrotti da qualcuno che passava, Edward si innervosì, prese il polso di Stede e lo trascinò fuori.
<< Se siamo lontani io non capirò mai...- >>
<< Ed ascoltami, come puoi pretendere di capire come ti sentiresti senza di me se siamo insieme? >>
Ma la mente di Barbanera era altrove, nel panico, gli occhi lucidi e il respiro mozzato nel petto.
<< No Bonnet non di nuovo, non puoi farmelo di nuovo >> ringhiò a denti stretti, voltandosi, dandogli le spalle.
Stede si avvicinò afferrandolo per una spalla, lo fece voltare.
<< Non ti sto abbandonando, sto proponendo un accordo >> spiegò tentando di trattenere il magone che premeva dal fondo della gola.
<< Di che diavolo stai parlando Bonnet si può sapere!? >>
<< Ti prego non arrabbiarti >> lo supplicò corrugando le sopracciglia dorate.
Barbanera fece alcuni respiri profondi, era agitato, ma voleva calmarsi e ascoltare, lo guardò stringendo le labbra.
<< Parla >> gracchiò.
<< Se noi stabiliamo un periodo in cui ognuno va per la sua strada, tu avrai la possibilità di capire davvero quello che stai cercando di comprendere, dopodiché potremmo ricominciare dal punto che vogliamo senza più disagi o incomprensioni di mezzo. >>
<< Ma a cosa serve stare...E poi perché non vuoi partire con i tuoi uomini, se vogliamo essere precisi sarei io che dovrei andarmene. >>
<< Perché loro, la Revenge, tutto quanto mi ricorderebbe di te! >> sbottò il biondo corrugando le sopracciglia, gli occhi pieni di lacrime che non si sentiva ancora di lasciare andare.
<< Sono già stato separato da te ed è stato uno schifo... >> disse Barbanera abbassando lo sguardo.
<< Ma non ti senti nemmeno pronto a stare con me, perché se qualcosa dovesse separarci non sai come reagiresti e hai paura. Capisci perché dico che è meglio rimanere distanti per un po'? Tu devi trarre le tue considerazioni senza avermi intorno e poi questa volta sarebbe diverso, perché sai cosa ti aspetta quando ti sarai chiarito con te stesso. >>
Edward alzò gli occhi verso l'alto per non far scendere le lacrime.
<< No non lo so >> pigolò con la voce piccola e roca.
<< Sì che lo sai >> sbottò disperato Stede avvolgendo le mani intorno alla sua giacca di pelle e tirandolo verso di sé, i suoi occhi grandi e marroni erano come lagune lucide, le labbra tremavano mentre rimaneva aggrappato all'uomo che amava con tutto il suo essere, Edward appoggiò la fronte su quella del biondo e chiuse gli occhi.
<< Bo... >> si morse le labbra esalando un sospiro tremante.
<< S...tede. >>
Il pirata gentiluomo singhiozzò sentendosi chiamare per nome dopo tanto tempo, ma quel momento venne interrotto dalla ciurma di Bonnet che uscì proprio sul più bello.
<< Ecco dov'eri... >>
<< Oh scusate non volevamo interrompervi >> disse Lucius.
I due co-capitani si staccarono, Edward si asciugò gli occhi tentando di riprendere un contegno, il biondo fece lo stesso poi sfoderò uno dei suoi sorrisi cortesi voltandosi verso di loro.
<< Non preoccupatevi, va tutto bene >> li rassicurò.
Il sopracciglio castano del giovane scriba svettò verso l'alto.
<< Sì certo lo vediamo, vi lasciamo da soli... >> disse Spriggs rivolgendo uno sguardo comprensivo a Stede.
<< No noi abbiamo finito, per ora >> fece un debole sorriso, non sapeva se Barbanera avrebbe mai accettato la sua proposta, ma adesso i suoi uomini erano lì e aveva promesso che avrebbe presentato loro la ciurma di David, voleva passare del tempo insieme a quei ragazzi che aveva capitanato per parecchio tempo e condiviso alcune parti di sé, si voltò verso Edward.
<< Ed ci vediamo dopo okay? >>
L'altro annuì solamente stringendo la mascella, con il cuore pesante l'osservò allontanarsi insieme agli altri, i quali riservarono a lui qualche occhiata confusa, non lo avrebbero mai riaccettato sulla nave senza Stede pensò Edward.


...


<< Isabelle mi dai una mano a fare una cosa? >>
<< Certo David, che dovrei fare? >>
Mezz'ora dopo un'affannata giovane ragazza ancora correva per le strade terrose di Tortuga, schivando persone, saltando ostacoli che le capitavano nel mezzo della sua corsa e finalmente quando stava per essere veramente senza un briciolo di fiato...
<< Edward! >>
Gli corse incontro.
<< Oh finalmente ti ho trovato, devi venire con me! >>
<< Che cosa succede? >> domandò il pirata, la ragazzina era piegata con le mani sulle ginocchia, alzò l'indice per chiedere un secondo di pausa.
<< E' urgente >> biascicò.
Barbanera sollevò un sopracciglio.
<< Ho capito ma di che si tratta? >>
<< Stede >> rispose lei tirandosi su, dall'espressione del pirata la giovane capì di aver catturato la sua attenzione, lo prese per mano.
<< Vieni. >>
Insieme cominciarono a correre, Isabelle era sicura che se non le fosse venuto un colpo al cuore dopo tutte quelle corse non le sarebbe venuto mai più, Edward era teso invece, temeva che il biondo si fosse cacciato in qualche guaio ed era già pronto a tagliare la gola a chiunque si fosse azzardato a toccarlo.


...


Intanto in una zona poco lontana stava avvenendo una cuoriosa discussione tra David e Stede, il quale si era trovato sopraffatto da quelle parole che mai si era aspettato di sentire rivolte a lui proprio dal capitano della Emily.
<< David ma cosa dici? >>
<< Stede lo sai anche tu, non fingere di non averlo capito. >>
<< N-no ti sbagli, se io involontariamente...- >>
David lo afferrò per le braccia tirandolo verso di sé.
<< Parti insieme a me, noi due possiamo essere una famiglia insieme a Isabelle, lei ti vuole bene e anche tu gliene vuoi, poi ci sarà la nostra ciurma e puoi portare anche i tuoi uomini. Non dirmi di no Stede, io non lo avevo capito fino a poco tempo fa ma provo qualcosa per te. >>
Il volto di Bonnet divenne rosso peggio di un pomodoro, non aveva mai ricevuto una dichiarazione così plateale, a parte il bacio di Edward, alcuni degli uomini di Jenkins e il suo equipaggio li stavano guardando, e tra loro si alzò qualche coretto di "ohh."
<< Hai capito il capitano >> ridacchiò Roach.
<< Zitto zitto >> gli fece eco Jim sogghignando.
<< A-Ascolta David mi lusinghi ma non... >> sospirò inciampando nelle sue stesse parole, come si rifiutava qualcuno si domandò.
Alzò le mani agitandole per mettere un confine tra loro, ma Jenkins sembrava imperterrito nel volerlo tenere stretto a sé.
<< Che diavolo sta succedendo qui? >> domandò Barbanera sgranando gli occhi, era distante, arrivato giusto in tempo per sentire alcune parti della dichiarazione, perché di quello si trattava, era scioccato, sentiva solo un suono sordo dentro le orecchie.
<< Non lo so, il capitano sembra impazzito >> rispose Isabelle, lui strinse i pugni ringhiando.
<< Fernando, che mi dici di lui? >> provò il gentiluomo sperando di aver giocato la carta giusta.
<< Oh Stede è solo un amico, tu sei l'unico che mi interessa. >>
<< Ma devi capire che io non ti ricambio, mi piace un'altra persona e tu lo sai. >>
I passi pesanti degli stivali di pelle di Barbanera sollevavano nuvole di polvere, la piccola folla creata intorno ai due che discutevano si scostò al passaggio di un fumoso e molto arrabbiato pirata, tra i presenti calò il silenzio consci che si stava per scatenare una guerra o quasi.
<< Insieme potremmo essere felici >> insistette Jenkins tirandolo verso di sé, improvvisamente qualcuno lo spintonò lontano dal biondo facendogli perdere la presa dalle braccia toniche di Stede.
<< Ha detto no, non hai sentito!? >> era Edward, che stava facendo da scudo con il suo corpo all'amico che sorrise sollevato dal suo arrivo.
Il capitano della Emily sorrise tirando verso l'alto un angolo della bocca.
<< E tu chi sei per sapere cosa vuole o non vuole Stede, lo hai snobbato e insultato fino a praticamente ieri e adesso pretendi anche di avere dei diritti? >> sbuffò una risata.
<< Ridicolo >> disse poi, Bonnet sgranò gli occhi.
<< David... >> balbettò tentando di fermarlo.
<< Cosa hai detto? >> ringhiò Barbanera.
<< Che sei ridicolo, dimmi perché uno come lui >> indicò il pirata gentiluomo.
<< Dovrebbe scegliere te, che non gli dai valore, sei un ipocrita. Ora lo rivuoi solo perché potrebbe essere di qualcun altro? >>
Intanto dall'equipaggio iniziò ad alzarsi qualche borbottio.
<< Ora Barbanera lo ammazza. >>
<< Nah io punto sul mio capitano, è molto forte. >>
Stede stava sudando freddo, provò a mettersi tra i due agitando le mani.
<< Perché non ci calmiamo e parliamo civilmente. >>
David si girò verso il biondo addolcendo lo sguardo, ma Barbanera lo afferrò per la giacca strattonandolo per farsi prestare attenzione.
<< Non sono affari che ti riguardano ciò che voglio io, ma lui ti ha detto che non desidera la tua compagnia quindi lascialo in pace >> la voce di Edward era pesante e potente, sembrava quasi calmo ma una di quelle calme precedenti una tempesta.
<< Lo ha detto solo perché ci sei tu che ti diverti a tenerlo sulle spine, lo illudi facendogli credere di avere una speranza con te, la verità è che di lui non ti importa niente ma sei troppo egoista per ammetterlo! >>
<< ORA BASTA >> gridò Barbanera fiondandosi su David, entrambi caddero a terra con un tonfo, Stede si mise le mani sulla bocca soffocando un grido.
<< No Edward! >> urlò il gentiluomo.
<< TU NON SAI NIENTE DI ME, DI COSA VOGLIO >> mentre gli urlava addosso teneva stretta con una mano la sua camicia e l'altra era già chiusa a pugno pronta a colpire.
<< E cosa vuoi Edward, perché vedi non è chiaro a nessuno, l'unica cosa certa è che hai fatto soffrire l'uomo di cui sei innamorato e che ti ama a sua volta in un modo così puro e limpido da fare quasi paura, in vita mia non ho mai visto nessuno amare tanto intensamente come Stede Bonnet. Se tu non sei in grado di non dico fare altrettanto, ma almeno una parte, anche piccola e offrirgliela tutta dovresti fargli un favore e lasciarlo libero. >>
<< CHIUDI LA BOCCA! >> strillò furiosamente Edward, strinse maggiormente il pugno e lo diresse verso la faccia di Jenkins che strinse gli occhi.
<< Edward! >> strillò Bonnet, anche lui abbassando d'istinto le palpebre.
Ma nessun colpo giunse a segno, David riaprì gli occhi, il pugno era a pochi centimetri dal suo volto, sentì qualcosa di umido cadergli sulle guance, si rese presto conto che erano lacrime, Edward stava piangendo, con il corpo scosso sopra di lui.
Stringeva le labbra tra i denti mentre le lacrime continuavano a cadere contro la sua volontà, la mano chiusa ancora sollevata tremava.
<< Ed? >> lo chiamò Stede portandosi le mani al petto e corrugando le sopracciglia.
<< Io non posso... >> biascicò Barbanera.
<< Non posso lasciarlo, non posso smettere di preoccuparmi per lui, non posso evitare di impazzire sapendolo con te, sapendolo ovunque lontano da me cazzo! >> singhiozzò.
<< Perché non puoi Edward? >> domandò David la cui voce era tornata ad essere la sua solita, ferma e dolce.
<< Perché lo amo dannazione, io lo amo. >>
Jenkins sorrise teneramente.
<< E allora diglielo Ed >> lo toccò delicatamente sul braccio, Barbanera aprì gli occhi come se si fosse risvegliato da un sogno, le ultime lacrime scivolarono via accarezzando le guance e scivolando lungo il naso morbido, i suoi occhi sgranati guardarono prima l'uomo disteso sotto di lui poi voltandosi si puntarono sul pirata gentiluomo, che lo stava guardando con le mani strette in corrispondenza del cuore e una strana smorfia sul volto.
Edward si alzò lentamente senza mai distogliere lo sguardo da lui.
<< Stede io...- >>
<< Sta zitto e baciami zuccone >> lo raggiunse in pochi passi tirandolo verso di sé e unendo le loro labbra in un caldo e appassionato bacio, Edward gli strinse la vita, con le mani gli accarezzava la schiena, mentre dalle loro bocche uscivano suoni umidi e caldi.
L'equipaggio del pirata gentiluomo e una parte di quello di David si erano stretti tra loro, vicini, come a consolidare quell'unione anche se si erano appena conosciuti, ma Stede aveva toccato il cuore di tutti, ognuno di loro non poteva essere più felice per quel pirata dal cuore buono.
<< Eh sì, è proprio uno zuccone >> affermò Isabelle incrociando le braccia e sorridendo soddisfatta.
<< Il mio capo ha appena dato il due di picche al tuo >> disse Wee John alla ragazzina, lei alzò lo sguardo su di lui.
<< In realtà no, il mio capo stava solo recitando. >>
<< Che vuoi dire? >> chiese Lucius che stava ascoltando la conversazione.
<< Bè quei due non si sarebbero mai decisi da soli, per cui David ha deciso di dar loro una mano. >>
<< Oh...Geniale >> commentò il giovane scriba.


...


Edward e Stede si staccarono dopo un intero minuto in cui erano rimasti avvinghiati rimanendo però vicini e abbracciati, Barbanera deglutì accarezzando il viso del biondo che sorrise avvicinandosi e sfiorandogli il naso con il suo.
<< Vuoi ancora tempo per riflettere? >> domandò il gentiluomo pur sapendo la risposta.
<< Col cazzo, l'unica cosa che voglio sei tu, e ti voglio ora e sempre >> rispose l'altro, facendo sorridere Stede, era emozionato, lo erano entrambi, i loro cuori battevano all'impazzata come una mandria di cavalli che galloppano su una prateria, dopo tutto quello che avevano passato, la sofferenza, le liti, finalmente avevano trovato la strada comune che li aveva fatti unire e mai più si sarebbero lasciati.
David si avvicinò schiarendosi la voce, i due si voltarono ed Edward d'istinto si posizionò davanti al biondo, guardò accigliato l'uomo che aveva cercato di portarglielo via, o almeno così credeva lui.
<< Ehm scusate l'interruzione... >>
<< Che cosa vuoi? >> ringhiò Barbanera.
<< Tranquillo Ed non farò mosse scovenienti, volevo solo parlare con entrambi. >>
<< Noi non vogliamo...- >>
Stede gli sfiorò il braccio e lui si zittì.
<< Mi spiace per le cose che ho detto Edward, e Stede capisco che ti senti imbarazzato ma non ce n'è bisogno credimi, per quanto tu sia un uomo meraviglioso da avere accanto io non sono interessato in quel senso, ma era l'unico modo per farvi avvicinare >> spiegò il capitano della Emily, i due pirati sbatterono le palpebre, Edward si accigliò.
<< Cosa vuoi dire? >>
<< Di che cazzo stai parlando? >>
Chiesero entrambi, Jenkins ridacchiò.
<< Potrei aver...dato prova del mio talento d'attore >> confessò con una risatina.
<< Oh...quindi tu non... >> Bonnet rilassò le spalle di fronte a quella consapevolezza.
<< Già >> disse David annuendo.
<< Questo mi solleva, voglio dire non che ci sarebbe stato qualcosa di male, ma sarebbe stato imbarazzante se ci fossimo rincontrati... >>
Jenkins gli batté una mano sulla spalla.
<< Ah ma che dici Stede, credi che non avrei saputo reggere una sconfitta? Sai con chi stai parlando >> gli fece l'occhiolino e un sorriso, gesti che rasserenarono l'animo del biondo.
Barbanera era rimasto serio, fissava David che parlava sereno come se non li avesse appena presi per il culo, in un impeto lo afferrò per la camicia tirandolo in avanti, Bonnet sussultò pensando volesse colpirlo e invece Edward lo strinse in un abbraccio.
<< Sei un fottuto cazzone, ma grazie. >>
Il capitano della Emily sorrise sorpreso e ricambiò la stretta.
<< Adesso cosa farete? >> domandò Jenkins.
<< Non saprei... >> rispose Bonnet guardando Edward.
<< Io vorrei solo...se Stede è d'accordo farci un giro dell'isola e passare del tempo noi due e basta >> disse Barbanera, gli occhi del biondo si illuminarono.
<< Lo voglio >> disse, poi si rivolse al capitano della Emily.
<< Voi non avete intenzione di partire subito vero? >>
<< No, restiamo qui qualche giorno, il mio equipaggio ha bisogno di riprendersi. >>
Stede annuì.
<< Allora possiamo vederci più tardi. >>
<< O direttamente domani >> intervenne Edward, David sorrise.
<< Affare fatto. >>
<< Ehm voi ragazzi...- >> iniziò Stede rivolgendosi ai suoi uomini.
<< Vai capitano e non preoccuparti >> rispose la ciurma, e così i due co-capitani salutarono tutti e si diressero per una romantica passeggiata, e forse chissà avrebbero anche cenato o guardato le stelle, il cosa non aveva importanza, contava solo che fossero insieme.



...


Anche gli uomini di entrambi gli equipaggi decisero di farsi un giro, alcuni approfittando di conoscersi meglio, rimasero solo David e Isabelle che presto vennero raggiunti da Fernando, si avvicinò a loro fissando l'amico con un sopracciglio sollevato.
<< Hai di nuovo quella faccia. >>
<< Quale faccia Fernando? >> domandò sorridendo sornione.
<< Quella che fai sempre quando ne combini una delle tue, che hai fatto stavolta? >>
David che aveva le braccia incrociate, sollevò l'avambraccio di una di esse agitando la mano come per scacciare una mosca.
<< Oh niente di che, una cosa talmente piccola e insignificante, ho solo fatto mettere insieme Edward e Stede. >>
<< COSA!? >> strillò il primo ufficiale.
<< Come? Quando? Dove? >>
Jenkins rise.
<< Da poco. >>
<< E tu ti sei perso tutta la scena >> lo rimbeccò Isabelle, Fernando emise un mugolio dispiaciuto.
<< Non è giusto, non potevi aspettarmi? >>
David alzò lo sguardo su di lui.
<< Era una cosa seria, non c'era tempo da perdere. >>
<< Già, hai ragione. Raccontami come hai fatto. >>
<< Ho finto di essere interessato a Stede davanti a Edward e lui ha dato di matto...->>
<< Lo ha anche spinto a terra! >> aggiunse la ragazzina con vivacità, era fiera del suo capitano che aveva rischiato se stesso in nome dell'amore.
<< Edward a te? >> domandò Fernando e gli altri due annuirono.
<< Lo sai che hai rischiato la vita? >>
<< Ne sono consapevole amico, ma quei due avrebbero continuato a rincorrersi se non fosse intervenuto qualcuno a dargli una spinta d'incoraggiamento >> David andava sempre molto fiero delle sue macchinazioni, soprattutto quando funzionavano.
<< Ben fatto capitano, ha funzionato meglio del mio stratagemma >> disse il primo ufficiale, le guance di Jenkins si velarono di rosso al ricordo di quel bacio che l'amico gli aveva rubato senza preavviso, ma quella frase attirò l'attenzione di Isabelle.
<< Quale piano? >> domandò guardandoli incuriosita.
<< Oh niente Isabelle, non ha funzionato... >>
<< Vabbé dimmelo lo stesso >> si accigliò la giovane.
<< Davvero non... >>
Fernando era in difficoltà.
<< E' un po' che voi due siete strani, e ora tu non vuoi dirmi cosa hai fatto >> affermò Isabelle, sicura che quei due gli stessero nascondendo qualcosa.
Il primo ufficiale ridacchiò nervosamente.
<< Non è niente, davvero... >>
<< E allora dimmelo e basta! >>
A salvare la situazione ci pensò David.
<< Ehi Isabelle guarda laggiù, ci sono dei cuccioli >> si chinò indicando un punto lontano con l'indice, la ragazza si voltò e quando vide quella scatola con quattro testoline pelose che spuntavano guaendo i suoi occhi si illuminarono.
<< Ahh cuccioli! >> iniziò a saltellare sul posto.
<< Cosa aspetti, vai >> le intimò il capitano, lei non se lo fece ripetere due volte e corse da quelli che si rivelarono essere cagnolini, ne prese uno in braccio, quasi sciogliendosi nel sentire quanto era morbido e tiepido.
<< Sai che ne vorrà uno vero? >> disse Fernando spostando lo sguardo sull'amico.
<< Sì e chissà potrei decidere di accontentarla, e se quei cuccioli non hanno nessuno potremmo prenderli tutti >> ragionò mentre guardava Isabelle che tentava di abbracciare tutti quei piccoli batuffoli di tenerezza.
Fernando sbatté le palpebre.
<< Tu vuoi davvero metterti sulla nave quattro cagnolini? >>
David lo guardò alzando le spalle.
<< Certo >> rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
<< Sono quattro >> ribadì il primo ufficiale, solo per essere certo che il suo capitano avesse compreso bene.
<< Fernando mi prendo in carico decine e decine di persone, secondo te lascerei in mezzo alla strada quattro povere bestiole? >>
Il primo ufficiale sorrise dolcemente.
<< No tu non lo faresti. >>
Tra i due nacque uno sguardo profondo, carico di significato, uno di quegli sguardi che avevano iniziato da poco a lanciarsi.
<< Daaavid! >>
<< Dimmi piccola. >>
Isabelle stava per dirgli di non chiamarla così ma si trattenne, lo guardò con due occhioni imploranti e i due uomini capirono subito cosa stava per accadere.
<< Sai che quei cuccioli non hanno nessuno >> disse con una vocina sottile.
Jenkins si mise le mani sui fianchi.
<< Oh è un vero peccato, povere creaturine, ma ne sei sicura? >> domandò con voce teatrale.
<< Sì, me lo hanno detto più persone. >>
La ragazzina picchiettò gli indici tra loro.
<< Per questo io...volevo chiederti se potevamo adottarli. >>
Il capitano rimase in silenzio per qualche istante, poi sorrise e soffiò aria dal naso.
<< D'accordo. >>
<< Ah ti prego David, io ti...Un momento hai detto sì? >>
David annuì abbassando le palpebre.
<< Per tutti e quattro? >> chiese la giovane che non poteva più contenere l'emozione e nemmeno riusciva a credere che stesse accadendo davvero.
<< Sì, ma signorina dovrai averne molta cura altrimenti abbandonerò te al primo porto chiaro? >>
<< Chiarissimo! >> quasi strillò lei.
<< Ahh grazie David grazie! >> gli saltò al collo stringendolo, aveva le lacrime agli occhi.
<< Posso già portarli sulla nave? >>
<< Sì, poi li faremo controllare da qualcuno per assicurarci che stiano bene. >>
<< Sì certo, giusto >> concordò Isabelle prima di correre dai cagnolini, a metà strada si fermò, tornò indietro e abbracciò il capitano ringraziandolo nuovamente e poi ritornò dai piccoli che presero a scodinzolare appena la videro.
David e Fernando rimasero soli.
<< L'hai conquistata >> disse quest'ultimo.
<< Bè spero non mi vorrà bene solo per i cuccioli. >>
<< No, ti vuole bene anche per i cuccioli. >>
Il capitano assunse un'espressione strana, in un primo momento sembrava avesse timore di qualcosa.
<< Fernando? Ti andrebbe di andare a cena questa sera? >>
<< Oh...Sì certo, vuoi che lo dica...- >>
<< No no no, solo noi due, intendevo io e te >> spiegò sentendo le ginocchia tremare, il cuore del primo ufficiale perse un battito, stava succedendo davvero?
Sorrise, anche se sentiva il suo intero essere vibrare e aveva voglia di gridare e correre come aveva fatto Isabelle prima.
<< Certo che mi va >> rispose sentendo la sua voce improvvisamente mancare, le spalle di David si rilassarono, e lo stomaco smise di torcersi, aveva avuto davvero il terrore di rovinare tutto tra loro ma il pensiero di vivere per sempre con il rimpianto di non averci provato era peggiore di qualsiasi rifiuto, per questo aveva deciso di provarci nonostante la paura, e le cose erano andate esattamente come sperava.


...


Edward e Stede erano sdraiati su un prato sotto l'ombra di un grande albero, il sole stava tramontando e di lì a poco sarebbero comparse le prime stelle, il pirata gentiluomo sperava che quello che era diventato più di un amico gli avrebbe insegnato qualcosa su quei puntini luminosi che stavano lassù in alto dove nessuno poteva arrivare.
<< A che pensi? >> domandò Barbanera.
<< Noi due >> rispose il biondo con la voce fioca, era da quando avevano smesso di baciarsi che sentiva un solletichio nel petto, il pirata dai lunghi capelli spostò la testa andando a toccare quella dell'altro che gli stava affianco.
<< Cose buone? >>
<< Oh Ed ti prometto che tutto quello che ci riguarderà da ora in avanti sarà buono. >>
Edward sorrise poi il suo viso si rabbuiò.
<< Mi dispiace di essermi comportato da coglione. >>
Stede rotolò sulla pancia, si avvicinò a lui appoggiandogli una mano sul petto, sorrise dolcemente.
<< Lo siamo stati entrambi, ma adesso siamo qui, questo è l'importante. >>
Barbanera sospirò accarezzando quei morbidi capelli biondi.
<< Se non fosse stato per il tuo amico però...- >>
Bonnet ridacchiò.
<< Ancora geloso di lui? >>
L'altro arrossì.
<< Non sono geloso, è stato più intelligente di me. >>
<< E di me. Ci ha aiutati a capire Ed, a volte va bene avere bisogno di aiuto, anche se si tratta di una cosa importante e grande come i sentimenti, che dovremmo capire da soli visto che ci appartengono ma sono complicati e quindi un David della situazione fa sempre comodo. >>
Edward si leccò le labbra, addolcì lo sguardo e sorrise.
<< Noi lo abbiamo il nostro David, è Lucius. >>
Stede scoppiò a ridere appoggiando la fronte sul petto del compagno.
<< Oh Lucius, quanti sguardi ammiccanti dovremmo sopportare, preparati. >>
<< Sempre se mi vorranno ancora sulla nave. >>
Gli occhi nocciola del pirata scattarono su di lui.
<< Ed...Certo che ti vogliono, a me...- >>
<< Ma tu non li hai trattati male Stede, io sono stato veramente antipatico. >>
Il gentiluomo sospirò.
<< Io credo che ti perdoneranno, magari puoi scusarti, se non è troppo per il grande Barbanera chiedere scusa >> l'ultima frase la disse con tono scherzoso, come a prenderlo in giro, Edward si tirò su e lo spinse giocosamente a terra.
<< Ehi a te l'ho chiesto scusa! >>
<< Sì è vero, comunque se non ti perdoneranno ce ne andremo noi due >> lo rassicurò Bonnet accarezzandogli una guancia.
<< Cosa? Dici sul serio, ma i tuoi uomini, la tua nave... >>
<< Edward. Voglio bene alla mia ciurma, sono affezionato alla mia nave e non voglio lasciarli ma è te che amo, stare separato da te mi ha quasi fatto impazzire e non voglio mai più che accada, quindi sì dovrai accollarti la mia presenza signor Teach. >>
Gli occhi del pirata vestito di pelle si illuminarono come se il cielo fosse caduto al loro interno.
<< Oh allora... >> si schiarì la voce.
<< Allora va bene Stede. >>
Il biondo si sporse verso di lui e lo baciò appassionatamente.


...


Il giorno dei saluti giunse presto, forse troppo secondo alcuni, la ciurma del pirata gentiluomo aveva accettato Edward come co-capitano dopo che lui aveva balbettato delle scuse imbarazzate, lo avevano perdonato per i suoi comportamenti poco carini ma avevano anche compreso cosa lo aveva spinto ad agire in quel modo, un cuore spezzato a volte diventa cieco di fronte alle sofferenze altrui e Barbanera a quel tempo non considerava minimamente come potessero sentirsi gli altri, di Izzy non c'era traccia ma decisero di partire comunque visto che il tempo per tornare glielo avevano dato.
I due equipaggi erano riuniti gli uni di fronte agli altri, si erano scambiati parole piacevoli, dicendosi che erano stati felici di essersi conosciuti e che speravano di rivedersi presto, gli uomini del capitano della Emily avevano stretto Stede tra piagnucolii e singhiozzi, David gli aveva sorriso poi si erano abbracciati forte, entrambi con gli occhi lucidi.
<< Promettimi di non combinare casini pirata gentiluomo, non ci sono sempre io a tirarti fuori dai guai. >>
Bonnet ridacchiò asciugandosi le lacrime.
<< Se è un modo per incontrarti di nuovo...- >> iniziò Stede.
<< Oh ma non c'è bisogno di azioni drastiche, ci rivedremo, ne sono sicuro e tu sai che non sbaglio mai >> gli fece l'occhiolino.
<< Sempre il solito modesto >> sbuffò Barbanera alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa.
<< E tu, trattalo bene >> disse David rivolgendosi a Edward, si guardarono per un istante poi il terrore dei mari si avvicinò e gli strinse una mano.
<< Hai la mia parola >> rispose.
<< E' stato un piacere conoscerti Edward. >>
<< Piacere mio, anche se non subito >> tutti risero.
Lo sguardo di Stede venne attirato da una ragazzina che non riusciva a smettere di piangere.
<< Isabelle... >>
<< Tesoro. >>
<< Non sto piangendo >> singhiozzò lei.
<< Certo che no >> la rassicurò Bonnet intenerito, si avvicinò a lei posandole le mani sulle spalle.
<< Ehi... >>
<< Non voglio che te ne vai >> scoppiò la giovane buttandogli le braccia al collo, il gentiluomo la strinse e lei cominciò a piangere più forte.
<< Mi mancherai anche tu, tantissimo, ma abbiamo strade diverse da prendere, vite diverse e a volte anche se ci si vuole bene non significa stare sempre insieme, ma una promessa posso fartela oltre a quella di non dimenticarti mai, che ci rivedremo, non so quando, non so come ma accadrà >> Stede aveva la voce rotta, il magone gli stringeva la gola e le lacrime avevano cominciato a scendere anche dai suoi occhi.
Isabelle si staccò guardandolo con gli occhioni lucidi, lui le asciugò le lacrime con i pollici e poi sorrise anche se le labbra gli tremavano.
<< Promesso? >> chiese la ragazzina.
Stede annuì, le baciò dolcemente la fronte e rispose.
<< Promesso. >>
Si strinsero forte le mani, mandarono giù le lacrime e poi ebbero il coraggio di separarsi, lo sguardo della giovane cadde su qualcun altro, qualcuno che stava fingendo di non essere per niente commosso da quella scena, anche se in mano teneva stretto un fazzoletto che gli aveva passato Lucius.
<< Ehi tu, omaccione >> disse lei avvicinandosi.
Barbanera tirò su col naso e si impettì.
<< Sai che non mi mancherai per niente. >>
<< Nemmeno tu ragazzina >> rispose Edward sentendo qualcosa stringergli la gola.
<< E non ti ho mai sopportato >> affermò Isabelle senza lasciare andare le lacrime.
<< Ah se è per questo nemmeno io >> disse il pirata agitando una mano.
<< Bene allora addio >> lei si voltò con i pugni stretti e il cuore che batteva forte.
<< Addio...Isabelle. >>
A quel punto la giovane si girò tuffandosi tra le sue braccia e lui la strinse a sua volta.
<< Non avevi detto che non ti sarei mancato? >> domandò ridacchiando, mentre una lacrima gli rigava la guancia.
<< Infatti è così, questo abbraccio è solo perché sono contenta di non vedere più la tua faccia antipatica >> mugugnò lei stringendolo più forte.
<< Certo, giusto >> sorrise Edward accarezzandole la testa.
<< Se fai soffrire Stede sappi che torno a prenderti a calci nel sedere. >>
Barbanera scoppiò a ridere.
<< Se avessi avuto una figlia avrei voluto fosse esattamente come te >> disse scostandola di poco per guardarla negli occhi.
<< Non fare troppo la brava ragazzina. >>
<< Mai, non è nella mia natura >> rispose lei sorridendo prima di separarsi.
Anche Fernando abbracciò i due pirati.
<< Stede è stato un onore averti tra noi, e grazie ancora per aver salvato il mio...capitano. >>
<< Non dirlo nemmeno, voi siete stati la mia salvezza, non vi ringrazierò mai abbastanza, vi auguro di riuscire in ogni cosa vogliate e che i vostri spettacoli siano sempre un successo. E chissà magari capiteremo in tempo per il prossimo. >>
Edward si avvicinò al pirata biondo grattandosi la nuca.
<< Ehm...vorrei dire anche io una cosa. A David soprattutto, grazie per...non avermi buttato fuori a calci dalla tua nave e per esserti preso cura del... >> sospirò e strinse la mano di Stede.
<< Del tuo fidanzato >> disse Isabelle incrociando le braccia fiera e sogghignando, i due pirati arrossirono.
<< Lo stavo per dire! >> sbottò Barbanera con una vocetta quasi isterica.
<< Sì certo come no >> lo rimbeccò la ragazzina.
Fernando e David si guardarono negli occhi e si sorrisero, il primo circondò con un braccio i fianchi del capitano, amico e forse...qualcosa di più.



...


E così i due equipaggi si separarono, guidati dai loro rispettivi capitani, come se fossero parti di uno stesso cuore, ognuno di loro aveva toccato la vita dell'altro e questo non sarebbe mai cambiato anche se non si fossero visti per anni, erano uniti da un legame che nessuno sarebbe stato in grado di spezzare.
Pochi mesi dopo giunse alla Revenge la notizia che l'ammiraglio Badminton era morto, probabilmente il suo cuore non aveva retto alla notizia che i due pirati che cercava con tanta foga erano apparentemente morti, o più precisamente secondo lui fuggiti, e così Edward e Stede tirarono un respiro di sollievo perché almeno non sarebbero più stati braccati così assiduamente.
Stede dovette fare i conti con i sensi di colpa, come se fosse stato lui a stringere il cuore di quell'uomo e ucciderlo, ma fortunatamente con lui c'era Edward che ogni giorno, senza mai lasciarlo gli faceva capire che non aveva colpa di nessuna delle morti che erano accadute e Stede a Edward credeva, ci credeva sempre.




Fine.



















   
 
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