In passato già qualche suo simile aveva tentato la fuga, ma mai nessuno era riuscito in tale impresa.
Harramen'l era spaventata. Ma era molto più terrificante il pensiero di dover trascorrere il resto dei suoi giorni da prigioniera, privata della propria dignità, in balia di quei orrendi umani.
Qualche giorno prima, una guardia aveva perso una spada proprio ai confini della recinzione del ghetto. Ritrovarsela tra le mani era stato un vero colpo di fortuna.
Nascosta sotto la paglia, avvolta in un piccolo lenzuolo, la sua arma aspettava di essere impugnata.
Aprì gli occhi.
Era arrivata finalmente l'oscurità.
Quella notte la Luna splendeva alta nel cielo, illuminando tutta la valle. Questo non le avrebbe facilitato la fuga, ma non le importava.
Nulla a questo punto poteva fermarla.
Si alzò.
Tirò fuori la lama dal nascondiglio e la mise nel gambale.
Si avvicinò alla finestrella.
Tutti adesso dormivano, nessuna luce era accesa nelle malridotte abitazioni che la circondavano.
Alcune guardie stavano chiacchierando poco più distante, ma le tenevano le spalle. Per fortuna erano troppo prese dalla loro conversazione per guardarsi intorno.
Così la giovane demone ne approfittò per sgattaiolare fuori dalla finestra e salire sul tetto.
Dovevano esserci altri umani di guardia, doveva stare attenta. Fino a quel punto era stato facile, ma non aveva possibilità di sbagliare. Il minimo errore sarebbe stato per lei fatale.