Marguerite si trovava nella stanza degli interrogatori con una luce così forte che dovette tener su gli occhiali da sole. All’esterno della stanza, protetti dal vetro, c’era il commissario Marshall, cinquant’anni, cappotto marrone, capelli neri e stempiati al centro e Paula. -C’è qualcosa in lei che non mi convince. – disse la giornalista. -Questo non è il luogo adatto per parlarne, signora Paquette. La invito ad andarsene. Ha dato la sua versione dei fatti su ciò che è successo ma ora dobbiamo interrogare Marguerite Kruger a proposito di questioni sospese. L’uscita è in fondo al corridoio! – Il commissario fece cenno alla donna di andarsene e si diresse nella stanza degli interrogatori dalla sorella di Johnny Kruger. Aprì la porta e si mostrò dispiaciuto per averla fatta attendere. -Mi spiace averla fatta aspettare. Provvedo subito a liberarla dai suoi numerosi impegni Miss Kruger! – Marguerite annuì ed era pronta a rispondere alle domande che gli verranno poste. -Per quanto riguarda chi ci voleva morte … - -Non sono qui per quello. Era solo un folle che è stato freddato e pace all’anima sua! – Il commissario interruppe sul nascere l’argomento portato avanti da Miss Kruger. -Sono qui per parlare di altro che riguarda vostro fratello … - Marguerite sbuffò, scontenta che venisse messa in mezzo. -Marcus Perez pensavamo fosse l’unica vittima di vostro fratello ma Frank Vitaliano, che con vostro fratello ha condiviso lo schermo per quel film robaccia ha dichiarato di essere in possesso di altre prove di omicidi. Lo abbiamo incontrato e ci ha dato indicazioni. – Prese un fascicolo dal cappotto e lo aprì davanti alla donna. Lì vi era una foto con due cadaveri, un uomo e una donna, probabilmente una coppia. -Costoro sono Sara e Max Archer, una coppia sparita in Nebraska e ritrovata nel giardino di vostro fratello a Los Angeles. Ora noi non avremmo pensato una roba del genere e abbiamo intercettato i giardinieri della villa e sì, ci hanno confermato che furono loro direttamente a farlo sotto minaccia, e non ordine, di vostro fratello. Sono stanco di avere a che fare con attori strapagati che si credono Dio e che si macchino di omicidi efferati mi fa bollire il sangue! – Marguerite era senza parole. -Lei lo sapeva? – domandò il commissario. Miss Kruger non rispose, era pietrificata, senza parole. Paula Paquette uscì dal retro del commissariato spaventata e impaurita. All’improvviso uscì dal vicolo un veicolo nero, una Chevrolet e da lì scese un uomo con una canottiera bianca che metteva in risalto i pettorali, occhiali da sole neri, capelli biondi e tirati indietro. La giornalista, dopo essersi bloccata, si voltò per tornare indietro quando l’uomo si mise a correre e l’afferrò da dietro, sollevandola di peso. La donna provò ad urlare ma l’uomo mise un fazzoletto intriso di cloroformio sulla bocca e, poco dopo, la fece svenire. La caricò sulle spalle e la portò verso l’auto, mettendola dietro. Prese un cellulare e chiamò una persona. -È all’interno. Preparatevi! – E mise giù il telefono.