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Autore: Cryblue    14/09/2023    2 recensioni
"Per te le amiche sono amiche, le colleghe sono colleghe e gli uomini sono tutti inutili"
Martina vive tutta la sua vita con questa filosofia, soprattutto ora che questo nuovo lavoro l'ha strappata dal dolore di una difficile rottura. Per lei è un vero disastro quando una RESPONSABILE cessa di essere "solamente" tale e diventa ai suoi occhi una Donna. Si, con la D maiuscola.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ch.25 – Partners in crime.
 
Oggi c’è in programma una riunione del reparto sales e, quando finisci il turno e vai cambiarti, la zona dipendenti è strapiena dei minion di Leila che chiacchierano allegramente e si scambiano cibo per il pranzo.
Li stai odiando un pochino tutti perché speravi in uno dei vostri incontri, ma con il negozio così pieno non se ne parla, anche perché è Leila in persona a tenere le riunioni e tutti, in un modo o nell’altro, cercano di avere la sua attenzione e la sua approvazione, prima, durante e dopo suddette riunioni, anche quelli che fingono disinteresse o che la criticano aspramente alle spalle.
Sparire per lei è impensabile.
L’unica cosa che ti rimane da fare è farti piccola-piccola e sparire tu, cambiarti, salutare e tornare a casa, magari riesci a metterti al pc e disegnare qualche vignetta di Flying dragons, o magari passerai la sera a fare molti ritratti di Leila, studiando tutorial e i libri sulle tecniche di disegno che Laura ti ha regalato negli anni, ma che non hai quasi mai aperto prima d’ora.
La seconda previsione è decisamente la più probabile delle due.
Apri il tuo armadietto e canticchi l’ultima canzone che hai sentito a radio Ikea e il cigolio della porta dello spogliatoio ti fa da sottofondo.
“Chi c’è?” Manuela lo chiede prima ancora di richiudersi la porta alle spalle.
“Martina.” Sei fiera di essere una delle poche persone al mondo a non rispondere lo stupidissimo “io” a questa domanda.
Sporge la testa oltre gli armadietti “Ciao Marty. Scusa, ma devo fare pipì. Ciao!” Corre verso i bagni e tu ti giri verso i tuoi vestiti scuotendo la testa, sfili la polo della divisa e senti qualcuno toccarti la schiena nuda. Ti irrigidisci e vorresti voltarti per vedere chi sia, ma questo qualcuno posa le labbra sul tuo collo, riconosci il tocco e ti rilassi immediatamente. Leila continua a sfiorarti la schiena nuda con la punta delle dita e ti posa piccoli baci partendo dalla spalla, risale tutto il collo e ti sfiora l’orecchio con un sospiro compiaciuto.
“Profumi di caffè.”
Con le centinaia di caffè che hai fatto stamattina la cosa non ti stupisce, ma ti disgusta al punto che cerchi di divincolarti dalla sua presa gentile.
“Mi dispi…” In giornate normali ti dai sempre una rinfrescata appena versi il cassetto, per fare in modo lei abbia una versione di te pulita e non schifosa da ore di lavoro e caffè. Ora sei stata colta impreparata e non vuoi assolutamente lei conosca questa versione di te.
Leila reagisce prontamente, ti mette un braccio attorno alla vita per impedirti di sfuggirle, aspira ancora il tuo profumo ed emette un mugolio soddisfatto contro la tua pelle, ti sfiora la guancia con il naso, ti afferra il viso con la mano libera e ti gira verso di se per baciarti.
“È il tuo profumo, mi piace.”
Avvampi nella consapevolezza che l’odore del caffè ti si sia appiccicato addosso e che nessuna doccia sarà in grado di toglierlo fintanto che lavori li, ma anche per la sensualità nel momento. Obbedisci alla richiesta e ti giri affinché lei ti possa baciare, Leila si allontana da te e ti sorride maliziosa, le infili la mano nei capelli per impedirle di scappare e sentite lo sciacquone del bagno partire e la porta sbattere subito dopo.
La tua responsabile ti ruba un bacio fulmineo e poi si mette a sedere sulla panchina davanti al suo armadietto come se nulla fosse, mentre tu prendi la tua maglietta per indossarla, anche se al momento non riesci a riconoscere quale sia il buco per la testa e quali quelli per le braccia.
“Devo dire che quel panino non era male…” Manuela viene verso voi asciugandosi le mani con la carta e tu speri di arrossire solo sul volto e non su tutto il corpo.
“Si, è vero.”
Aprono entrambe il proprio armadietto, recuperano il necessario per lavare i denti e vanno ai lavandini, mentre tu passi dai pantaloni della divisa ai tuoi jeans. Devi solo infilare le scarpe e andar via, ma non sei tanto sciocca da perdere l’occasione di passare del tempo con Leila, di sentirla parlare e interagire con gli altri: ti piace il sesso con lei, ma trovi il suo carattere scorbutico assolutamente adorabile.
Inizi col fingere di mettere in ordine il tuo armadietto, finisci col farlo veramente.
Controlli accuratamente le polo per capire quale sia sporca e quale pulita, anche se sai perfettamente che l’unica sporca è quella che hai indossato nel turno di oggi, perché le porti via sistematicamente via appena hanno bisogno di essere lavate. Ricordi la brevissima conversazione avuta prima con Leila e decidi che la tua divisa di oggi verrà lavata, che sia sporca o meno.
“Ah, prima che me ne dimentichi, volevo parlare proprio con voi due.”
“Per?” Ti trema il cuore nel timore che abbia visto o sentito qualcosa, ma la tua voce rimane abbastanza ferma.
“Mercoledì prossimo c’è una visita guidata in castello, credo parlino di fantasmi o cose così, ma magari è interessante.”
Leila fa una smorfia ma poi sembra ricredersi “Potrebbero mostrarci luoghi che in altre visite ignorano perché reputati poco seri.” Eccola la, lo squalo affamato di conoscenze storiche e luoghi particolari che tanto ti piace.
“Perché a marzo una cosa di fantasmi?” Sei soddisfatta per aver detto qualcosa di abbastanza intelligente e non esserti lasciata affogare nell’adorazione che provi per questa donna dai capelli castani.
“È l’anniversario della morte di una dei fantasmi o una cosa così.”
“Per me va bene. Massimo è da me e quindi può stare lui con Fabry.”
Massimo è il suo ex marito e l’idea che stiano dormendo sotto lo stesso tetto ti fa attorcigliare le interiora, Fabrizio invece è il suo adorato bambino di 15 anni che sei molto curiosa di conoscere.
“Sta ancora da te quando scende?”
“È giusto passi tutto il tempo possibile con Fabry. Anche se ieri il mio bambino mi ha di nuovo chiesto se è proprio necessario Massimo venga a stare da noi tutte le volte o che venga così spesso.” Sorride e l’orgoglio le trabocca dagli occhi, sorridi anche tu anche se la sensazione sgradevole alle tue viscere non passa. “Comunque questo fine settimana se lo porta a Milano, almeno passa qualche giorno coi nonni.”
A questo ti si rizzano le orecchie, non sai che tipo di relazione abbiate, non sai nemmeno se sia una relazione o solo una cosa casuale, sta di fatto che se suo figlio non è città si aprono infinite possibilità per te.
“Beh, è una bella cosa.”
“Già.” Non sembra felicissima, ma è chiaro farebbe qualunque cosa per il bene del suo adorato bambino.
“Dunque prenoto per tre?”
“Che? Io non so nemmeno se sono in turno o…”
“Forzo un cambio turno io Pastorellinetti.”
Il che sarebbe un eccitantissimo abuso di potere da parte sua.
“Gr…grazie.”
“A chi altro potrebbe interessare?”
“Non ne ho idea.”
“Giorgia e Carlotta potrebbero essere interessate.” All’aperitivo che seguirà sicuramente il tutto, ma tu hai bisogno del supporto di due persone con cui sei a tuo agio, quindi è loro dovere di amiche ignare sorbirsi il tour, anche se non provano l’ombra di interesse.
“Glielo chiedo appena le vedo.”
Quindi Mercoledì andrai a fare un giro nel quartiere castello, non sai a che ora, non sai quanto pagherai e non sei nemmeno tanto sicura di sapere cosa andrai a fare, ma castello è sempre castello e Leila che ci passeggia attraverso lo renderà ancora più magico, sei sicura.
Non hai nulla di cui lamentarti.
“Oh wow.”
Nel sentire la voce stupita della tua collega ti volti a guardare cosa l’abbia colpita tanto, ti trovi davanti Leila senza maglietta e con indosso un reggiseno in pizzo nero che ti fa letteralmente salire la bava alla bocca.
“Che c’è?” Ammiri e invidi la tranquillità di Leila al momento.
“Che c’è?!?!? Che c’è??!?!? C’è che hai su un reggiseno da puttanone. Non è un reggiseno da puttanone questo, Martina?” Afferra la sua responsabile per le spalle e la fa girare verso di te, regalandoti la visuale perfetta su quello spettacolo mozzafiato.
Scuoti la testa, annuisci e scuoti la testa, Leila passa lentamente la lingua sul labbro inferiore e poi lo morde e hai la certezza di dover strizzare le mutande che indossi.
Quella donna sarà la tua morte.
“Visto? Hai il reggiseno da puttanone!” Evidentemente la tua era risposta affermativa. La lascia libera e si dedica alla chiusura del lucchetto “Non ti vedevo indossare una cosa del genere da…”si ferma, afferra Leila per il viso e la costringe a guardarla “Stai scopando.”
Non è una domanda, non lo è e tu geli per la paura, l’esatto opposto rispetto alla tua complice di crimini sessuali, che si libera da quella presa con facilità e riprende a vestirsi come se nulla fosse.
“Non dire cazzate.”
“Eh no, non prendi per il culo così!!! Ti conosco troppo bene!!! Tu stai scopando, ne sono sicura. Non ti vedevo così da…da Roberto almeno.” Provi un fastidio gelido attraversarti la schiena e ti inchini a riallacciare le scarpe, anche se non le hai mai slacciate da quando le hai comprate. La tua collega non ti vede nemmeno, presa com’è a scrutare la sua amica “Tu scopi…e anche regolarmente direi. Chi è? Perché non ci hai detto nulla?”
A questo non risponde, infila la polo della divisa che ha tolto nell’armadietto e sistema meglio addosso quella personale, che ha appena infilato.
“Oh mio Dio.” Decidi immediatamente che non vuoi mai più sentire la voce stupita di Manuela. “Leila Ferrari ti sei fatta un toy boy.”
Tossisci la saliva che ti è andata di traverso e credi di stare per morire, non sai se per la saliva o per la realizzazione di essere un toyboy, o una toygirl, o quello che è, insomma sei un giocattolino sessuale.
Leila ti lancia un’occhia furtiva e fa mezzo sorriso, nel frattempo un’orda chiassosissima di minions entra nello spogliatoio.
“Leeeiiii, iniziamo?”
“Voglio tornare a casa.”
“Dobbiamo farlo per forza?”
“Qualcuno ha ancora cibo?”
“Ma qualcuna ha richiamato il signor Puddu?”
Appaiono davanti a voi e Manuela agita le mani verso di loro “Volete stare zitte, galline? Stiamo parlando di cose serie.”
“Tipo?” Carlotta si siede vicino a te e ti da un bacio sulla guancia “Ciao Martinettis”
“TIPO, Leila ha un toy boy.”
Iniziano tutte a urlare contemporaneamente e la circondano, riempendola di domande, tu ti alzi e vai nel bagno perché hai bisogno d’aria. Sciacqui il volto con l’acqua fredda e una parte di te sta tendendo l’orecchio alle urla concitate che arrivano dall’altra stanza, mentre l’altra sta cercando di estraniarsi da tutto.
“Dai Lei, fallo in nome della nostra amicizia.” La voce di Manuela è più vicina a te, quindi supponi si stiano spostando tutte per andare alla fantomatica riunione.
“Non mi pare siano affari tuoi Manu…suoi, così come vostri.”
“Non ci puoi lasciare così in sospeso però, io sto morendo dalla curiosità.”
“Dicci almeno se è davvero più giovane.”
“Figa che palle fate. Si, è più giovane.”
Stavi per andare ad asciugarti il volto, ma dopo questa è meglio se immergi tutta la testa sotto l’acqua.
Come c’era da aspettarsi parte una nuova ondata di urletti e squittii.
“Siete davvero simpatiche.” L’ironia nella sua voce è tale da strapparti un sorriso.
“Hai davvero un toy boy. Quasi quasi ti invidio. Quelli più giovani sono decisamente più devoti, per loro farti venire è una specie di missione, sono come dei cuccioli sessuali entusiasti e obbedienti. Sono certa tu stia facendo dell’ottimo sesso.”
Nascondi il volto tra le mani e vorresti scavare un buco nel pavimento e lasciarti cadere fino a venire bruciata viva dal nucleo della terra.
Fin dal primo momento tutto quello che volevi era farla godere, farla stare bene e non ti è mai importato di nient’altro, sei accorsa ogni volta che ha chiamato e sei stata più che felice di assecondare ogni suo desiderio: sei uno strafottutto cucciolo sessuale.
Suona malissimo ed esserlo è pure peggio.
“Stai avendo mille orgasmi, non è vero?” Giuri a te stessa che se Manuela non smette di parlare la strozzerai a mani nude.
“Di nuovo, non vedo come questi siano affari vostri. Ora andiamo per cortesia che ne ho già le scatole piene di voi e la riunione non è nemmeno iniziata.”
Senti risolini, insistenze e passi, poi la porta si chiude e cade il silenzio. Sospiri ed esci finalmente dal bagno, vai a prendere lo zaino e chiudere l’armadietto, vai verso l’appendi abiti, poggi la borsa a terra e prendi la tua giacca di pelle, la indossi e la porta di apre ancora.
“Faccio assolutamente del buon sesso.” Ti sistema la giacca addosso, ti tira verso di sé e ti bacia come avresti voluto ti baciasse davanti al tuo armadietto.
Ti lecca le labbra e fa un mezzo sorriso malizioso. “Ciao Toy Pastorellinetti.”
Odi la definizione di Toy boy e odi lei ti tratti come una ragazzina, ma Leila fa del buon sesso, il resto ha davvero importanza?
 
   
 
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