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Autore: LuHuiMeng    15/09/2023    1 recensioni
Cosa succederebbe se la maledizione di Ranma lo dividesse tra parte buona e parte cattiva, anziché maschile e femminile? Come vivrebbero questa condizione a casa Tendo? E come sarebbe la convivenza di Akane con ben due Ranma mezzi?
Questa storia nasce da una ri-lettura, dopo molti anni, de “Il visconte dimezzato” di Calvino. Buona lettura!
Genere: Commedia, Fantasy, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Genma Saotome, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Tatewaki Kuno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mancava un giorno a quello che per Ranma era un appuntamento e per Akane un'uscita al festival estivo con tutti quanti.
Ranma era appena sceso dal tetto e si stava allenando nel giardino d'ingresso della dimora dei Tendo. Da quando si era dimezzato, i suoi sensi di equilibrio e controllo della forza andavano affinati in misura doppia.
In quel momento un tizio in tenuta da kendo e con in mano un enorme mazzo di rose rosse si presentò alla porta.
“Sono Tatewaki Kuno, caporale della divisione di fanteria dell'esercito imperiale giapponese e sono qui per Akane Tendo.” La voce del caporale giungeva seria ed impettita da dietro al portone.
Con un balzo Ranma fu sul muro di cinta. Si mise di profilo, come spesso faceva con gli sconosciuti per evitare di far vedere la sua debolezza.
“Che vuoi da Akane?” lo apostrofò secco.
Tatewaki lo fissò ad occhi spalancati per un lungo minuto.
Ranma strinse i denti, aspettandosi l'ennesima frase di commiserazione o di orrore per la sua condizione.
“Tu! Come osi prenderti tanta confidenza con la signorina Tendo? Chi diavolo sei?”
Mentre Ranma radunava la doppia risposta con mezzo cervello, l'altro proseguì, estraendo lentamente la spada da kendo:
“Io sono il caporale Kuno. Il migliore della mia divisione. I cadetti mi chiamano il fulmine blu dell'accademia Furinkan.”
In un lampo Ranma gli si parò davanti, fronteggiando la spada ma rimanendo di profilo.
“Io vivo qui.”
Il caporale Kuno attaccò. “Cooosa? Maledetto!”
Ranma schivò il colpo con un balzo all'indietro.
“Vivi sotto lo stesso tetto dei Tendo?”
Altro colpo che Ranma schivò rispondendo: “Sono un soldato superiore scelto dell'esercito imperiale del Giappone.”
“Ti punirò, miserabile insetto” dichiarò Kuno preparando un altro fendente.
“Mi chiamo Ranma Saotome. Accetto la sfida, babbeo.”
La spada del caporale si conficcò nel portone, nello stesso momento in cui un battente si aprì.
“Oh, cielo” disse Kasumi portandosi la mano alla bocca e osservando i danni. L’oggetto della disputa tra i due ragazzi era dietro di lei.
“Cosa state combinando?” esclamò Akane incredula e già innervosita.
“Dolce ed innocente Akane.” Tatewaki mollò spada e duello e si inchinò davanti alla ragazza con quello che era rimasto del mazzo di rose. “Io, Tatewaki Kuno, sono giunto fin qui per dichiar…”
La frase rimase strozzata in gola. Ranma si era mosso sotto di lui e appoggiando la mano a terra, lo aveva colpito ripetutamente nei punti vitali con dei calci precisi. Il caporale Kuno stramazzò al suolo. 
“Davvero un fulmine” commentò sarcastico Ranma.
“Hai giocato sporco però. Aveva la guardia abbassata” osservò Akane.
Ranma le si avvicinò spavaldo, con aria di sfida.
“Vuoi dirmi che avresti accettato la sua dichiarazione?”
“Lo rifiuto ogni giorno. Me la cavo da sola. Andiamo, Kasumi.”
Le due sorelle si allontanarono, Ranma tornò ad allenarsi in giardino.

L’altra metà di Ranma continuava ad assolvere ai propri doveri di soldato scelto, nonostante la sua condizione. Aveva cominciato a recarsi tutti i giorni all’accademia Furinkan per l’addestramento: era suo compito essere sempre pronto al sacrificio per la patria. 
Per non attirare troppa attenzione sul suo corpo storpiato, indossava un cappello dell’esercito e una mantella sopra alla divisa, la quale copriva anche la gruccia che utilizzava per muoversi più rapidamente.
Si stava recando all’ufficio del padre e del sergente Tendo. Da quando avevano traslocato dai Tendo, anche il sergente Saotome era stato trasferito nel corpo militare dell’accademia Furinkan.
All’improvviso Ranma percepì una minaccia di pericolo. Riuscì a fermarsi in tempo: ruotando su sé stesso fece leva sulla gruccia, evitando per un soffio di essere trafitto da una kyuu guntou, nientedimeno che l’antica spada militare dell’esercito imperiale.
“Come al solito. Sei lesto a schivare, Saotome.” Ryoga Hibiki, che lo conosceva da quando era stato suo compagno d’armi nella campagna in Cina, si trovava dritto di fronte a lui con la spada sguainata. 
“Ryoga… Sei qui anche tu. Avevo dimenticato frequentassi la Furinkan qui a Nerima!” esclamò Ranma.
“Dimmi soltanto una cosa” chiese il soldato scelto Hibiki “perché sei fuggito in quel modo dalla Cina? È così che si comporta un soldato imperiale? Per cercarti ho vagato per giorni e giorni per le pianure dello Shandong, fino al Monte Tai.”
“Ma il porto di Qingdao è dall’altra p…”
“Taci Saotome. Il mio peregrinare mi ha rafforzato e ora sono pronto a sfidarti. Sarò io a diventare appuntato prima di te.”
Ranma lo superò, proseguendo verso l’ufficio dei sergenti.
“Non ignorarmi. Userò qualsiasi mezzo per superarti.”
“Oh, buongiorno Ranma!” La voce gentile di Kasumi li raggiunse e li fece voltare, dietro di lei Akane si guardava intorno circospetta.
“Buongiorno Kasumi… Akane.” Ranma abbassò leggermente il volto in segno di saluto, felice di vederla già dal mattino. Accanto a lui, Ryoga era stranamente immobile, poi scattò battendo i tacchi.
“Il soldato scelto Hibiki porge i suoi omaggi alle signorine Tendo” esclamò gonfiando il petto.
“Andiamo Ryoga, non essere così formale” disse infine Akane sorridendo. “Ci vediamo tutti i giorni qui in accademia.”
Davanti al sorriso di Akane, i due soldati scelti, fermi davanti alla porta, non sentirono, videro e capirono più nulla per tutto il minuto successivo.
Quando si ridestarono, le due sorelle erano già nell’ufficio del padre.
“Akane…” sussurrò Ryoga ancora con lo sguardo perso e sognante.
Ranma lo fissò, provando una strana fitta cardiaca. Un ricordo lo colpì.
“Vorrai dire: ‘Aka…ri’. Come sta la tua fidanzata, Ryoga Hibiki?” Lo sguardo di Ranma era di sincero interesse.
Alla domanda, il soldato scelto Hibiki si girò i pollici e si allontanò dimenticando la sfida con lo sguardo basso.
Ranma rimase ad aspettare le due sorelle, per accompagnarle all’uscita.
“Non ce n’è bisogno, conosciamo la strada” disse secca Akane.
“Come sei gentile Ranma” osservò invece Kasumi.
Lo scopo del ragazzo era anche evitare che Akane venisse turbata da qualche altra proposta di matrimonio non gradita. 
“Non hai evitato Ryoga”affermò lui.
“È l’unico che mi lascia in pace. Appena mi vede a malapena mi saluta. E poi è già fidanzato, quindi non è un pericolo.”
Ranma si zittì, ripensando alla reazione di Ryoga di poco prima.
“Certo, come no” sussurrò tra sé e sé.

   
 
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