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Autore: ineffable    17/09/2023    0 recensioni
Erano passati due anni da quando la cirurma di David e quella di Stede si erano salutate, anni in cui un uomo, ferito nell'orgoglio e nei sentimenti aveva meditato la sua vendetta e se la sarebbe presa...ad ogni costo.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Izzy Hands, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Izzy Revenge


Erano passati due anni da quando la ciurma di David e quella di Stede si erano salutate,

anni in cui un uomo, ferito nell'orgoglio e nei sentimenti,
aveva meditato la sua vendetta e se la sarebbe presa...ad ogni costo.


...


<< Ed, sei sicuro che stiamo andando nella direzione giusta? >>
<< Sì amore, proprio come lo ero cinque minuti fa. Dubiti delle mie capacità di navigazione? >>
Stede arrossiva sempre quando quello che era diventato il suo fidanzato lo chiamava in quel modo, per quanto gli piacesse non si era ancora abituato del tutto a quei nomignoli affettuosi anche se lui pure ne usava, solo che usarli e sentirseli rivolgere erano due cose totalmente diverse, però gli piaceva sentire lo stomaco in subbuglio ogni volta che veniva nominato così, e anche ogni volta che vedeva Edward uscire dal bagno solo con la vestaglia, o che...bè diciamo che Edward era una fonte costante di piacevoli maremoti nel suo organismo, e questo lo metteva di buon umore, perché significava che anche se erano passati due anni i loro sentimenti non erano calati nemmeno di una briciola, anzi probabilmente erano ancora più forti.
<< Non dubiterei mai di te, tesoro, ma Buttons dice che saremmo dovuti arrivare mezz'ora fa e allora...- >>
<< Buttons si sbaglia. >>
<< Lo ha detto anche Olivia >> insistette Stede.
<< Ah allora se lo ha detto un pennuto... >>
Il biondo sospirò.
<< Senti Stede rilassati, siamo solo un po' in ritardo sulla tabella di marcia >> tentò di rassicurarlo posandogli le mani sulle spalle.
<< E' che non voglio arrivare tardi >> mugugnò il gentiluomo, Edward gli strinse le mani appoggiando la fronte sopra la sua, sorrise dolcemente.
<< Arriveremo in tempo, è una promessa. >>
Stavano per baciarsi quando un forte colpo fece ondeggiare la nave.
<< Ci attaccano! >> gridò qualcuno.
<< Chi cazzo è che ha avuto un'idea così di merda? >> si domandò tra sé Barbanera mentre i suoi occhi scrutavano in giro.
Da una le palle di cannone divennero molte, una colpì la bandiera stracciandola nel punto dove era stato ricamato il cuore sanguinante, la ciurma era nel panico, Edward ordinò loro di contrattaccare ma la nave nemica era già troppo vicina, era un'imbarcazione nera e rossa, spaventosa, sembrava quasi spettrale.
I nemici presto furono sulla Revenge e in poco abbatterono uno ad uno i loro avversari, che per quanto avessero ricevuto estenuanti allenamenti non erano né pronti né all'altezza di un attacco del genere.
<< Effetto sorpresa, no Edward? >>
Una voce, quella voce riecheggiò nelle viscere del terrore dei mari che non aveva potuto fare niente per impedire quella sommossa, era stato tutto così veloce e lui forse nel corso degli anni aveva abbassato la guardia, si maledì per questo, ora tutti erano in pericolo a causa sua.
<< Izzy... >> il suono dalla sua gola uscì arido.
Finalmente la figura del primo ufficiale si palesò sogghignante, il suo ex capitano sgranò gli occhi e a dire il vero l'intera ciurma era rimasta ammutolita.
<< Izzy vomi...- >>
Pete tappò la bocca a Lucius prima che potesse finire la frase e con una pallottola in testa, aveva capito che non era il momento di scherzare.
<< Cosa stracazzo stai facendo lurido cane? >> sbraitò Edward, ma le sue parole non ebbero l'effetto sperato, anzi il ghigno di Izzy si fece se possibile più malvagio.
<< Semplice, ti porto via tutto, come tu hai fatto con me. >>
Barbanera estrasse la pistola.
<< Se fossi in te non lo farei, o non ci tieni più al tuo biondino? >>
Lo sguardo di Edward cercò Stede e impallidì quando lo vide tra le braccia di un uomo possente, con una cicatrice su un occhio.
<< LASCIALO ANDARE BASTARDO! >>
Quando era successo? Quando lo aveva preso? Possibile che fosse diventato sordo a tal punto? Queste erano le domande che vorticavano nella mente del grande pirata d'un tempo, deglutì sentendo la gola secca, doveva concentrarsi e pensare ad un piano.
<< Non c'è bisogno che ti agiti Edward, non ho intenzione di ucciderlo almeno per ora. >>
<< E' ME CHE VUOI, LUI NON C'ENTRA! >> la sua voce si ruppe a metà frase, lo sguardo del primo ufficiale divenne scuro ma con una velatura dolorosa, come di un sentimento che non se n'era mai andato.
<< Hai ragione, volevo te, volevo il mio capitano, Barbanera e ti do l'opportunità di dimostrarmi che l'uomo che veneravo non se n'è mai andato. Vieni a salvare il tuo Bonnet, ma prima dovrai uccidermi, e prima ancora passare in rassegna i miei uomini, avanti Edward fa vedere al tuo fidanzato che razza di mostro sei. >>
<< Non farlo Ed... >> mugugnò il biondo, l'uomo che lo teneva in ostaggio strinse maggiormente il braccio intorno alla sua gola.
<< Puoi avere la tua vendetta, vieni qui e distruggimi come sai fare >> continuò Izzy con un luccichio malato negli occhi.
<< Tu non sei un mostro >> riuscì a dire il gentiluomo, il primo ufficiale si innervosì.
<< Fatelo stare zitto! >>
L'uomo lo lasciò andare poi lo colpì così forte da farlo stramazzare a terra.
La ciurma emise un verso di panico.
Barbanera sgranò gli occhi.
<< Stede! >>
A quel punto tutto si annebbiò, non ci vide più e corse in avanti per afferrare quello che un tempo era stato suo amico e aveva assistito all'insorgere della leggenda, ma gli uomini di Izzy si pararono davanti, e così Edward dovette affrontarli uno ad uno a mani nude o con la spada, alla fine della battaglia cadde in ginocchio stremato, la crocchia si era slegata, i lunghi capelli ricadevano in avanti coprendo il volto sudato e ansimante.
<< Che patetico ometto sei diventato. >>
Le mani di Barbanera tremavano, le sue armi erano lontane, disperse chissà dove, ma avrebbe potuto uccidere quel vigliacco a mani nude se solo...
<< Prendete il damerino >> ordinò la voce di Izzy, quello che era il suo braccio destro sollevò il biondo di peso e se lo caricò in spalla, Edward sollevò il viso, gli occhi sgranati e con un accenno di lacrime, si rimise in piedi a fatica con le ginocchia che tremavano per lo sforzo.
<< Non osare toccarlo! >>
Izzy aveva già la pistola puntata alla testa di Stede.
<< Se ti avvicini Edward, lo faccio fuori, e se non faccio in tempo ad ammazzarlo io ci penseranno i miei uomini, bè quelli che sono rimasti. Peccato che il biondino qui sia rimasto svenuto per tutto il tempo, si sarebbe goduto lo spettacolo del suo ragazzo che faceva strage di gente. >>
In verità la maggior parte degli uomini di Izzy erano vivi, feriti sì, solo due avevano perso la vita ma solo perché uno era caduto in acqua con una profonda pugnalata e l'altro aveva battuto la testa, durante il suo attacco Barbanera pensava solo a metterli al tappeto, cosicché non lo intralciassero, il suo vero scopo non era ucciderli ma arrivare a Izzy, e forse lui sì lo avrebbe fatto fuori.
Il suo cuore non ce la faceva più, si sentiva lacerato, diviso in due, con il corpo scosso dai tremiti e dal dolore, graffi e lividi, un senso di panico che gli stringeva lo stomaco.
<< IL CONTO IN SOSPESO E' TRA NOI DUE, LASCIALO ANDARE E PRENDI ME! >> gridò con l'ultima briciola di fiato che gli era rimasta in gola.
<< Se prendessi te ti farei un favore, ciò che conta è colpire dove fa più male, non è questo che mi hai insegnato Barbanera? >>
Quelle parole furono un colpo doloroso per Edward, non c'era niente che potesse fare per convincerlo a lasciare andare Stede, lo sapeva ma non voleva rassegnarsi, aveva dato vita a un mostro, in tutti questi anni non si era reso conto che Izzy stava prendendo e assimilando la parte peggiore di lui, quella dell'assassino senza scrupoli.
<< Ora ce ne andiamo, se vi azzardate a fare un passo falso o seguirci il tuo fidanzato muore >> lo minacciò il primo ufficiale prima di voltarsi e allontanarsi, i suoi uomini con lui ma tenevano d'occhio Edward e la ciurma in modo che il loro capitano salisse sulla nave senza pericolo.
<< Giuro che ti troverò Izzy e ti farò pagare ogni secondo di questo momento >> ringhiò Barbanera a denti stretti e coi pugni chiusi.
Izzy si voltò appena.
<< Non vedo l'ora che accada >> e poi riprese il suo cammino.
Quando la Revenge fu libera dai nemici Edward cadde in ginocchio, la ciurma gli fu accanto allarmata.
<< Cosa facciamo capitano, dobbiamo seguirli lo stesso? >>
Lui rimase in silenzio qualche attimo, il petto che si alzava e abbassava velocemente come se il fiato non bastasse a dare aria ai polmoni.
<< No, lo ucciderebbero. >>
<< E allora cosa facciamo? >>
<< Ci serve aiuto >> mormorò Barbanera con la voce roca e sottile, le lacrime che premevano di uscire e lasciarle andare.


...


<< Forza ragazzi concentratevi, questa è la prova generale. >>
<< Ma capo non mi entra il costume >> si lamentò uno degli attori.
<< Ti entrerebbe se non avessi mangiato tutte quelle fettine di vitello! >> lo rimbeccò una donna, sua compagna nello spettacolo.
<< Ma erano così buone >> mugugnò
David batté le mani.
<< Tranquilli non litigate, faremo in modo che il costume ti vada, abbiamo degli ottimi cucitori tra noi. Prendetevi una pausa e poi potete continuare a provare anche senza i costumi di scena >> e così fecero, lasciando il palco vuoto e Jenkins da solo.
Improvvisamente il capitano vide buio, solo buio.
<< Chi sono? >>
<< Fernando, sei consapevole che se mi chiudi gli occhi ma parli io ti riconosco dalla voce? >>
<< Oh... >>
<< Anche se penso che... >> iniziò David tastando le mani del primo ufficiale.
<< Potrei riconoscerti benissimo anche solo dalle mani. >>
Fernando lo liberò permettendogli di voltarsi.
<< Ma sentilo che saputello! >>
David rise scuotendo la testa.
<< Devo ancora insegnarti molto su come si sorprende qualcuno >> disse Jenkins facendo un occhiolino malizioso, che Fernando colse tardi, molto tardi, ma quando accadde drizzò la schiena e raggiunse il suo capitano che si era spostato poco più avanti.
<< Ehi perché non me lo mostri ora? >>
Jenkins finse di pensarci.
<< Vediamo... >> si avvicinò non staccando gli occhi azzurri da quelli caldi e scuri dell'amico, appoggiò le mani al suo petto e si alzò in punta di piedi, il primo ufficiale deglutì sentendo il cuore galoppargli nel petto, ma vennero interrotti da quattro gigantesche furie pelose che si lanciarono su di loro a fargli le feste.
<< Ehi, voi mascalzoni! >> li accarezzò David ridacchiando, Fernando invece era parecchio irritato.
<< Isabelle quante volte dobbiamo dirti che i cagnolini qui non possono entrare, sono le prove generali, quelle più importanti e potrebbero rompere qualcosa o farsi male dato che...Ehi quelli sono i miei pantaloni! >> 
La ragazza sbuffò.
<< Lo so ma gli mancavate. >>
<< Aww hai sentito Fernando, gli mancavamo >> disse il capitano, che già era in ginocchio avvolto da quelle palle di pelo che erano cresciute a vista d'occhio.
<< Sì bè anche a me manca qualcosa... >> borbottò il primo ufficiale.
<< Su finiscila, avrai tutto il tempo dopo di farti mettere le mani addosso >> affermò la giovane buttandosi seduta su una sedia.
<< Isabelle! >> la rimproverarono i due arrossendo.
<< Che c'è? Guardate che vi si sente, non abbiamo mica i muri anti suono >> cinguettò Isabelle torcendosi una ciocca di capelli che erano cresciuti tra le dita, ora li teneva sempre legati o in una bella coda fluente o in un treccia.
<< Bè ma non è questo il modo di saltare su >> la rimbeccò David.
Isabelle sollevò gli occhi al cielo.
<< Possiamo restare a guardare le prove? >> domandò la ragazza.
<< Sì, ma tieni i cuccioloni vicino a te. >>
<< D'accordo capo >> fece un gesto con la mano e chiamò a raccolta i quattro fratelli.
<< Ehi ragazzoni venite dalla mamma. >>
I cagnoloni non se lo fecero ripetere due volte, corsero da lei che prese ad accarezzarli.
<< Oh ma guardate che bravi, che bravi siete. >>
<< A lei obbediscono >> disse Fernando con un sopracciglio alzato e una vena lamentosa nella voce.
<< Se è per questo anche a me, e a tutta la ciurma a dire il vero >> puntualizzò David.
<< Si vede che gli starò antipatico, che devo dirti >> sbuffò e il suo capitano intenerì lo sguardo.
<< Non essere geloso. >>
<< Non sono geloso! >>
David gli prese le guance.
<< Sai che rimani sempre tu il mio cagnolino preferito >> disse scherzoso e tirandogli piano la pelle che aveva afferrato con i polpastrelli, Fernando se lo scostò di dosso.
<< Ah ma piantala, so bene che per una moina di uno di quei quattro mi molleresti all'istante >> incrociò le braccia fintamente offeso.
<< Bè sì è vero, ma puoi biasimarmi? >>
<< Nah >> rispose il primo ufficiale con un sospiro.
<< Io non so abbassare le orecchie e fare gli occhioni dolci come loro. >>
<< Già...Ma sai fare altre cose >> disse David a bassa voce e ammiccando, Fernando arrossì fino alla punta dei piedi.
<< Dai rimettiamoci al lavoro! >> ordinò il capitano, prima di cambiare idea e sparire con il suo primo ufficiale fino a sera.


...


Mentre Isabelle guardava le prove stravaccata sulla sedia, uno dei cani si mise a borbottare, emettendo dei bassi guaiti, la ragazza si chinò per accarezzargli la testa e tranquillizzarlo ma lui sembrava essere concentrato su qualcosa.
<< Che c'è? Cosa stai... >> si voltò.
<< OH. MIO. DIO. >>
<< Omaccione! >>
Saltò giù dalla poltroncina e corse in contro a Edward seguita dai quattro cagnoloni, gli saltò al collo stringendolo forte.
<< Edward! >>
Lui la strinse a sua volta, poi la scostò guardandola negli occhi, si sforzò di sorridere.
<< Ma guardati, quanto sei cresciuta ragazzina. >>
Lei fece una giravolta su se stessa e sorrise compiaciuta.
<< Visto? Ma dov'è Stede? >>
Quel semplice nome fu come una pugnalata nel petto del pirata, il suo sorriso di circostanza svanì e Isabelle vedendo quell'espressione scura iniziò a capire che qualcosa non andava, i cani intanto annusavano le mani di Barbanera sporche ancora del sangue secco dei nemici che aveva affrontato, Isabelle abbassò lo sguardo e si pietrificò.
<< Che cosa è successo? >> domandò con voce tremante.
<< Posso parlare con David? >>
<< Sì certo ti faccio strada >> disse la giovane, lo prese sotto braccio accompagnandolo fino al palco, ovviamente venne notato da tutti quelli che stavano provando, si fermarono di colpo causando confusione nel loro capitano.
<< Ehi ma che vi prende? >>
<< David. >>
Jenkins si voltò verso Isabelle e non poté credere ai suoi occhi, troppo preso dall'entusiasmo di rivedere un vecchio amico non notò i volti tesi di entrambi, si precipitò a stringere il pirata che lo abbracciò a sua volta, anche Fernando fece lo stesso ma successivamente i sorrisi sulle loro labbra svanirono, sempre dopo aver posto quella domanda.
<< E Stede? >>
A quel punto le labbra di Edward si arricciarono e scoppiò in un pianto silenzioso e sommesso.
<< Andiamo a parlare fuori >> disse Jenkins.
<< Voi ragazzi prendetevi una pausa. >>
I quattro uscirono all'aperto, nemmeno l'aria riusciva a dare sollievo visto che era calda e soffocante, Barbanera ci mise diverso tempo a calmarsi e riuscire finalmente a respirare, gli avevano dato persino un bicchiere d'acqua che lui aveva rifiutato dicendo che non riusciva ad ingerire niente.
<< Izzy lo ha portato via >> riuscì a dire dopo un silenzio che sembrava infinito, la voce roca, come quella di chi smette di parlare a lungo e poi improvvisamente ricomincia, ma deve riabituare le corde vocali che inutilizzate hanno perso il loro vigore.
<< Chi è Izzy? >> domandò Isabelle.
<< E'... >>
<< Era il mio primo ufficiale. >>
<< Lui non ha mai accettato il rapporto tra me e Stede, non ha mai sopportato l'idea che io smettessi di essere Barbanera, l'ultima volta che ci siamo visti abbiamo discusso e io gli ho detto che se non voleva partire con noi poteva andarsene, ed è quello che ha fatto. Lo abbiamo aspettato, ho voluto farlo perché era anche mio amico e mi ha servito fedelmente per così tanto tempo che mi sembrava uno sgarro troppo grosso abbandonarlo lì come un cane randagio. Ma lui non si è fatto vivo e allora siamo ripartiti. >>
Il silenzio cadde di nuovo tra loro, ognuno rimuginava sulla cosa giusta da dire, anche se non sembrava essercene una adeguata, fu David a parlare.
<< Quando è stata l'ultima volta che lo hai visto? >>
<< La volta in cui siamo stati tutti insieme a Tortuga, sapevo che Izzy e la ciurma di Stede sarebbero stati lì, per questo ti ho chiesto di andarci. >>
Il capitano della Emily accennò un sorriso, per quanto si sforzasse di apparire burbero e senza sentimenti, Edward nascondeva un grande cuore.
<< D'accordo quindi non si è presentato, poi è ricomparso dopo due anni...- >>
<< Con una nave e degli uomini assetati di sangue, pronti a tutto per distruggere e uccidere, senza scrupoli. E ciò che è peggio, è che sono stato io ad insegnare a Izzy tutto quello che ha usato contro di me, non dovrei nemmeno essere tanto stupito che lo abbia fatto. >>
Le labbra di Barbanera si tirarono in un debole sorriso.
<< Stavamo venendo qui per farvi una sorpresa, Stede non vedeva l'ora, non stava zitto un minuto, continuamente a chiedermi tra quanto saremmo arrivati e io... >> la voce gli si incrinò, David appoggiò una mano sopra quella guantata del pirata.
<< Izzy non avrà scrupoli con lui, se non lo uccide subito, lo torturerà fino...- >>
<< Edward. Lo troveremo. Conta su di noi. >>
<< Sì omaccione lo riporteremo indietro >> disse Isabelle.
Edward sorrise asciugandosi gli occhi.
<< Non volevo causarvi altri problemi. >>
<< Non dirlo nemmeno >> intervenne Fernando.
<< I vostri uomini dove sono? >> domandò Jenkins.
<< Sulla Revenge, ho detto loro di aspettarmi lì. >>
Il capitano della Emily annuì.
<< Bene. Izzy conosce la vostra nave quindi non possiamo andare con quella, ma la nostra no, quindi penso sia meglio che andiamo con la Emily, Edward chiama i tuoi uomini, io ne raduno un paio dei miei e poi andiamo, è una situazione d'emergenza e dobbiamo muoverci in fretta. >>
Si alzarono in piedi.
<< Grazie David. >>



...


<< Capo ma sei sicuro di questa decisione? >>
<< Ragazzi siete benissimo in grado di portare avanti lo spettacolo senza di me, ce la farete, io mi fido di voi. Non so quando farò ritorno quindi dovrete avere pazienza e aspettarmi qui. Vi ho lasciato tutto quello che potrebbe servirvi per andare avanti, mi raccomando non litigate troppo. >>
<< D'accordo capo, tu però fa attenzione e vedi di tornare sano e salvo. >>
David sorrise.
<< Promesso. >>
<< Margaret hai un momento? >>
<< Tutto il tempo del mondo per lei capitano >> ammiccò la donna.
Le guance di Jenkins si velarono di rosa, si schiarì la voce e si allontanarono un po' per parlare.
<< Potresti dare un'occhiatina a Isabelle mentre non ci siamo? >>
<< Ma certo! Sarà un piacere per me prendermi cura di quella fanciulla, già immagino le miriadi di cose che potrei insegnarle, per esempio...- >>
David entrò nel panico.
<< Sì Margaret non c'è bisogno che...Voglio dire dalle solo un occhio, niente alcolici e a letto presto. >>
<< Oh ma capo non è una bambina. >>
<< Chiaro ma non voglio le si gonfi il fegato a diciassette anni! >>
Margaret mise il broncio.
<< D'accordo come vuole, niente divertimento per la fanciulla. >>
<< Senti io mi fido di te okay? So che ne avrai cura. >>
La donna sorrise e gli fece l'occhiolino.
<< Non si preoccupi capitano. >>



...



Edward e la ciurma, David, Fernando e Isabelle e alcuni uomini si trovarono fuori dal teatro.
<< Vengo con voi >> disse la ragazza.
Con grande stupore di tutti fu Barbanera a intervenire per primo.
<< No Isabelle, è pericoloso, non è un gioco e se ti accadesse qualcosa non solo non me lo perdonerei, ma non sarebbero solo il tuo capo e Fernando a farmi fuori, ma anche Stede. So che sei una ragazza in gamba, ma non sei pronta per questo tipo di...missioni. >>
Isabelle mise su un faccino sconfortato, poi sospirò.
<< E va bene... >>
Naturalmente tutti quelli che la conoscevano bene rimasero sconcertati dalla facilità con cui si era arresa, Fernando mise una mano davanti alla bocca e si chinò verso il suo capitano sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
<< Che le prende? >>
David sollevò appena le spalle, scuotendo piano la testa.
<< Non ne ho idea, forse è solo maturata. >>
Edward le sorrise, portò il pugno in avanti e lei lo colpì con il suo.
<< Riportalo indietro sano e salvo omaccione. >>
<< Lo farò. >>


...


La Emily partì, anche se con meno uomini era più difficoltoso farla andare ma tutti i ragazzi si impegnarono per spingerla alla massima velocità, per Edward sembrava un dejavù ritrovarsi su quella nave, con David e il resto, solo che due anni fa le cose erano migliori, c'era Stede con lui e sì forse le cose tra loro erano difficili ma erano insieme, adesso invece lui, quel pirata che ogni mattina lo svegliava con un sorriso e una fetta di pane alla marmellata non c'era, e tra tutte quelle persone Barbanera si sentiva incredibilmente solo.
<< Barbanera, signore? >>
Si voltò per vedere accanto a lui, a pochi centimetri di distanza un uomo in attesa che stringeva tra le dita il suo cappello.
<< Chiamami pure Edward >> disse stancamente.
<< Uhm...okay. Dav...Il mio capitano vuole parlare con te. >>
Edward raggiunse la cabina di Jenkins con passi stanchi e pesanti, tutto su quella nave, anche se non era la loro, gli ricordava di Stede, in quei corridoi il biondo gli aveva dichiarato il suo amore e lui lo aveva rifiutato ancora troppo spaventato per dirgli di sì, forse se lo avesse fatto, adesso non sarebbero in quella situazione, se fosse stato più prudente Stede non si sarebbe trovato in pericolo, ma non era tempo per gli "e se", così aprì la porta del capitano senza bussare, come era solito fare.
<< Edward, prego accomodati, vuoi qualcosa da bere? >>
Barbanera prese posto sulla sedia usata anni prima dal pirata gentiluomo, un modo forse inconscio per sentirlo vicino, poi scosse la testa.
<< Non riesco a buttare giù niente. >>
<< Lo capisco >> sospirò.
<< Ma ti farebbe bene, e dovresti anche mangiare qualcosa. >>
Il pirata alzò lo sguardo sul capitano.
<< E va bene, Stede mi ha raccontato che non dai molta tregua quando ti metti in testa qualcosa. >>
David rise, e una morsa dolorosa strinse il suo petto, si schiarì la voce e prese due bicchieri riempiendoli di quel liquido dorato che in tanti amavano sorseggiare, ne porse uno all'amico e prese posto a sua volta sulla sedia di fronte.
Il primo sorso fece arricciare il naso a Barbanera, gli bruciava la gola, solitamente l'alcol non gli faceva quell'effetto fastidioso, i successivi però diventarono più piacevoli fino a lasciargli una sensazione di calore nel petto e nello stomaco.
<< Allora hai idea di dove potrebbe essere andato questo Izzy? >>
<< Insomma non crederà veramente che tu non lo inseguirai? >>
Barbanera si leccò le labbra e posò il bicchiere.
<< Sa che lo farò, non aspetta altro, ma il punto è che in tutto questo casino io non so se non appena mi vedrà ucciderà Stede davanti ai miei occhi, per scatenare la mia ira e lasciarsi uccidere lui stesso da me. >>
<< Mi sembra un'ipotesi un po' drastica >> ragionò Jenkins.
<< Non si può mai dire con lui. E' ossessionato dalla mia figura. >>
<< Ma che senso avrebbe fartelo cercare per poi ucciderlo, non faceva prima a farlo sulla nave? >>
<< Vuole stremarmi, il suo primo attacco è stato per spiazzarmi, per farmi capire quanto la mia scelta di seguire il cuore sia stata fatale, quanto mi abbia reso debole e la seconda parte del suo piano è farmi credere di avere una speranza di salvarlo, consapevole del fatto che lui non si farebbe scrupoli ad ammazzarlo, non gli importa di morire. >>
<< Cristo...sembra un vero pazzo quest'uomo >> David si grattò la nuca, se possibile era anche peggio della situazione con l'ammiraglio.
<< Sono stato io a farlo diventare così. >>
<< Edward avanti non puoi davvero...- >>
<< E' così >> gli occhi scuri, cupi di Barbanera si posarono sulla figura di Jenkins.
<< La gloria, il potere, i tesori, la violenza...E' questo ciò di cui ho nutrito Izzy per tutti gli anni in cui abbiamo navigato insieme, anche quando non mi andava più di partecipare attivamente, gli ordinavo cosa fare, lui eseguiva e poi mi riportava i dettagli. Non ha mai ambito al mio potere, lui amava lo avessi io, come tenevo in pugno tutti, come mi temevano. >>
<< Mi raccontava che... >> si schiarì la voce poi bevve un altro sorso.
<< Che quando assaltava una nave, o riscattava qualcosa da qualcuno diceva sempre "mi manda Barbanera" e descriveva esattamente il panico sul volto di quei malcapitati, dovevi vedere l'orgoglio, la luce nei suoi occhi quando me lo raccontava. E io non facevo niente per spegnerlo, perché all'inizio, quella foga che aveva Izzy nel seguirmi era l'unica mia ragione di vita. Come se valessi qualcosa solo perché avevo un uomo al mio fianco pronto a fare di tutto per me. >>
David rimase in silenzio per qualche istante, poi buttò fuori l'aria dalle narici.
<< Voi due non avevate un rapporto molto sano vero? >>
Edward corrugò le sopracciglia.
<< Amico era tutto fuorché sano cazzo, e io l'ho capito solo ora praticamente. Quando ho scelto Stede credevo anzi ero certo che Izzy mi avrebbe seguito, certo con i soliti borbottii e lamentele che aveva cominciato a manifestare ma alla fine avrebbe ceduto, ma così non è stato. Ha fatto di tutto per separarmi da lui, persino allearsi con la marina. >>
Jenkins strabuzzò gli occhi.
<< Cosa ha fatto? >>
<< Già. Per questo dico che avrei dovuto aspettarmi una sua mossa, non mi lascerà mai andare, preferisce che io decida di essere Barbanera per esasperazione, per proteggere Stede, che viva una vita di infelicità prendendomela con lui, piuttosto che sapermi veramente felice accanto all'uomo che...amo. >>
Barbanera accavallò le gambe.
<< Riguardo la tua domanda, so dove può essere andato. >>
David attese impaziente, il silenzio si era fatto fitto e tagliente.
<< La baia della Morte. >>
<< Che...Io non l'ho mai sentita. >>
Il pirata ridacchiò.
<< Perché la conoscono solo i pirati più forti e pericolosi. >>
<< Ah certo, giusto >> annuì il capitano.
<< E' stato lì che io e Izzy... >>
David spalancò gli occhi pronto a ricevere chissà quale notizia.
<< L'ho fatto diventare primo ufficiale, era una sorpresa, ci ho fatti lasciare soli dalla mia ciurma e lui... >> rise appena.
<< Lui credeva volessi ucciderlo e abbandonare il suo cadavere ai pesci, ma poi quando gli ho dato la mia piena fiducia era contento, non credo di averlo mai più visto così felice come quel giorno, negli ultimi anni invece il nostro rapporto è andato peggiorando e io non mi sono reso conto di quello che Izzy stava covando dentro di sé. >>
<< Secondo me voi due avete un grande problema di comunicazione >> disse Jenkins.
Edward tossì una risata.
<< Perché tu e Stede siete così ossessionati dal parlare cazzo... >>
<< Perché serve! >>
<< Andiamo David siamo uomini di mare, credi che le cose sarebbero andate diversamente se io mi fossi seduto un giorno e avessi detto "ehi amico dovremmo farci una bella chiacchierata noi due, non trovi? Siediti e dimmi come ti senti." >>
<< Mi avrebbe mandato al diavolo ecco cosa. >>
Jenkins sospirò.
<< Sto solo dicendo che forse, a lui non è mancato solo il suo capitano, la sua guida, forse sente di aver perso un amico, magari si è sentito tradito da te in un modo che fatichi a comprendere e probabilmente anche per lui è difficile capire ciò che sente. >>
<< Senti... >> Barbanera si strofinò il viso con la mano.
<< Amico o no, qualunque stronzata gli frulli nel cervello non giustifica il suo comportamento. >>
<< Non ho detto questo Edward. >>
<< Lo so, ma non posso mettermici a parlare dopo che ha rapito l'uomo per cui mi sono dannato per mesi interi, voglio solo trovare Stede e portalo via, e assicurarmi che rimanga al sicuro per sempre, nulla mi interessa più di questo. >>
<< Sì lo capisco, e io ti aiuterò. >>
<< Sapevo di poter contare su di te, Stede non si sbaglia mai sulle persone. >>
I due si sorrisero poi tracciarono una rotta per la baia della Morte, un luogo già terrificante dal nome, difficile anzi quasi impossibile da raggiungere se non da esperti navigatori, una volta abbozzato un piano ognuno si ritirò per riposare o almeno provarci.


...


Stede era inginocchiato a terra, i vestiti sporchi di polvere, sudore e sangue, un rigagnolo rosso gli colava dal lato del labbro, il sudore gli imperlava il volto, i capelli erano attaccaticci e umidi, mentre le braccia erano aperte, legate in alto da due catene che gli tenevano ammanettati i polsi.
<< Allora Bonnet, com'è la vita del pirata, ti piace? >>
Il biondo non rispose, tentava di figurarsi l'immagine del suo fidanzato, pregando silenziosamente che non venisse a prenderlo o sarebbe morto, Izzy gli aveva già spiegato il suo piano e non andava a finire bene, in nessun caso.
<< Oh lasciami indovinare, stai aspettando che il tuo fidanzato piombi qui a salvarti >> sogghignò.
<< N-non verrà... >>
<< Cosa? >> domandò Izzy sollevando un sopracciglio.
<< Ho detto che non verrà. >>
Il primo ufficiale si sentì irritato da quell'affermazione, credeva che una volta catturato quel damerino sarebbe stato tutto un piagnucolio e una supplica di lasciarlo andare, e invece persino mentre lo avevano picchiato era rimasto in silenzio.
Afferrò alcune delle sue ciocche bionde, tirandole fino a fargli alzare la testa.
<< Si vede che non lo conosci abbastanza Bonnet. >>
<< Avresti potuto venire anche tu, con noi, sulla Revenge >> mugolò Stede, sentendo dolore dappertutto, Izzy lo lasciò ma rimase chinato su di lui.
<< E per fare cosa mh? Stare a guardare voi due bamboline che vi intrecciavate i capelli? Tu lo hai...- >>
<< Cosa farai dopo Izzy? >> domandò il gentiluomo sforzandosi di aprire meglio gli occhi.
<< Quando avrai ucciso me ed Edward, tu cosa farai? >>
Izzy rimase in silenzio, la bocca socchiusa, le pupille che tremavano con piccoli spasmi, come se stesse elaborando la risposta nel suo cervello.
<< Non sono affari tuoi Bonnet >> disse poi, dopo un istante troppo lungo, si tirò su e si allontanò.
<< Sistematelo >> ordinò a due dei suoi.


...


La notte era lunga, troppo per chi aveva il cuore in pena, Edward sospirò per l'ennesima volta fissando il blu infinito di quella volta celeste, era salito sul cestello di vedetta per trovare un po' di pace, lo stesso posto in cui Stede gli aveva detto che comprendeva i suoi timori e poi lo aveva baciato, un bacio che era sembrato tanto un addio ma non lo era affatto, percepiva il suo fantasma accanto anche se Stede non era davvero morto, ma avrebbe potuto diventarlo presto e lui si sarebbe trasformato in quella belva feroce che lo terrorizzava, avrebbe strappato a mani nude il cuore di Izzy, e poi...
<< Se mi avessero dato una moneta per ogni tuo sospiro a quest'ora sarei ricca. >>
Edward sussultò voltandosi.
<< Isabelle? Che cosa diavolo ci fai qui? >>
Lei sollevò le spalle.
<< Credi davvero che vi avrei fatto andare da soli a cercare quello che, se non ci fossi stato tu, sarebbe diventato sicuramente mio marito tra qualche anno? >> il tono che usava quella ragazzina gli ricordava tanto quello di se stesso da giovane, spavaldo e senza un briciolo di timore, o almeno fingeva di non averlo.
<< Avevi detto che saresti rimasta sulla terraferma. >>
<< Ho mentito >> lo disse con una tale naturalezza da far impallidire persino il grande pirata che era stato.
<< Il tuo capo lo sa? >>
<< Non ancora, ma te ne accorgerai quando lo scoprirà, lo sentirai urlare fin da quassù. >>
Edward scosse la testa.
<< Ragazzina è pericoloso, sul serio non è un gioco. >>
<< Lo so, infatti non scenderò dalla nave, me ne rimarrò nascosta qui così voi potete cercare Stede e io posso esservi utile in altro modo, ma non vi intralcerò. Non voglio certo che a causa mia Stede muoia. >>
<< Comunque ormai sei qui, certo non torneremo indietro per riportarti a casa >> disse Barbanera appoggiando la testa contro il palo dietro di lui.
<< E io non voglio lo facciate. Sai mi siete mancati in questi anni, soprattutto Stede. >>
Edward ghignò.
<< Già...a chi non mancherebbe. >>
<< Parlava sempre di te >> Edward si voltò giusto in tempo per vedere gli occhi della ragazza illuminarsi.
<< Davvero? >> chiese lei e lui annuì.
<< Che avete fatto per tutto questo tempo, oltre a sbaciucchiarvi ovviamente. >>
<< Giuro ragazzina che appena troverai qualcuno con cui stare non ti darò tregua. >>
Isabelle sbuffò una risata.
<< Se prima non lo ammazza David. >>
<< Ah no prima devo prenderti in giro e metterti in imbarazzo. >>
<< Sai che sei proprio antipatico >> mise il broncio.
<< Lo so, me lo dicono spesso. >>
<< Sul serio? >> domandò la giovane.
<< No >> rispose ridacchiando Edward.
<< Hanno troppa paura di farlo. >>
Lei alzò gli occhi al cielo.
<< Posso solo immaginare come ti senti >> iniziò Isabelle tirandosi le ginocchia al petto.
<< Voglio dire si vede dalla tua faccia, le cose andavano bene tra voi immagino. >>
Barbanera chiuse gli occhi, le lacrime cominciarono a formarsi agli angoli degli occhi.
<< Andavano più che bene, ci siamo svagati per due interi anni, poi ho trovato la locandina del vostro spettacolo e Stede era al settimo cielo, in seguito avremmo deciso cosa fare. Meditavamo di fermarci un po' da qualche parte. Dio lui era sempre così fottutamente entusiasta di qualsiasi cosa, delle volte mi chiedevo come riuscisse a stare con me. >>
<< Ti ama omaccione, e quando ami davvero qualcuno sopporti anche i suoi difetti, accetti ciò che non ti piace. >>
Lui aprì gli occhi scacciando le lacrime e la guardò.
<< E tu che ne sai? >>
Isabelle sorrise furbescamente e lo spinse piano.
<< Non esiste mica solo l'amore tra fidanzati sai. >>
<< Adesso vado ad annunciarmi a David, augurami buona fortuna. >>
<< Fa la brava con lui, ti vuole bene >> disse Edward sorridendo, mentre lei aveva iniziato a scendere.
<< D'accordo mio altro padre che non sapevo di avere. >>
Il pirata ridacchiò scuotendo la testa.
<< Piccola mocciosa insolente >> borbottò divertito.
<< Ti ho sentito! >> gridò lei dal basso facendolo nuovamente ridere.


...


<< ISABELLE! >>
David tentò di prendere un respiro e calmarsi.
<< Che cosa ti è saltato in mente? >>
Lei prese posto su una sedia, sapendo già come sarebbero andate le cose, David le avrebbe fatto la paternale, lei si sarebbe giustificata, avrebbe promesso di aver capito i suoi errori e lui l'avrebbe perdonata.
<< Ascoltami prima di dare di matto, so che è pericoloso, ma come ho già detto a Edward...- >>
<< Edward lo sapeva!? >>
<< No, lo sa ora, gliel'ho appena detto. >>
 Il capitano si passò una mano tra i capelli, il mal di testa già in atto.
<< Dicevo, non ho intenzione di scendere con voi ovunque stiate andando, rimarrò qui sulla nave. >>
<< E se qualcuno dei nemici dovesse salire qui? >>
<< Rimarrò nascosta, stanza segreta ricordi? >> domandò con un sorrisetto.
<< SO come è fatta la nostra nave, ma il punto è che rimane rischioso, cosa ne sai se non ci sarà una battaglia tra navi, se dovessero attaccarci con i cannoni, ci hai pensato a queste cose quando hai formulato la brillante idea di unirti a noi? >>
Isabelle sbatté le palpebre, ora era decisamente più insicura.
<< Veramente no... >>
<< Ecco appunto. >> Sbottò Jenkins mettendosi le mani sui fianchi.
<< Ma non è detto che vada a finire così, e comunque ormai sono qui sopra >> disse alzando le spalle.
<< Era troppo bello sperare che per una volta ti fossi comportata da persona matura. >>
<< David calmati >> intervenne Fernando.
Lei si alzò dalla sedia.
<< Matura come voi due? >> domandò sollevando le sopracciglia indicandoli.
<< Da quanto fingete che tra voi due non ci sia niente, come se non si sentisse quello che dite, o quello che fate, e gli sguardi che vi scambiate quando pensate che nessuno vi veda? Due anni che fingete di non stare insieme quando è evidente che sia così. >>
Jenkins chiuse gli occhi e prese un respiro.
<< Noi due non stiamo insieme, stiamo solo... >>
<< E comunque non sono cose che ti riguardano Isabelle. >>
La giovane alzò e abbassò le braccia.
<< E che cosa siete allora? Se davvero vi importasse solo di divertirvi l'uno con l'altro non ci sarebbero problemi, ma il punto è che tu stai diventando isterico >> disse indicando David.
<< E tu ti struggi mentre David non c'è. >>
<< Questo solo perché avete il terrore di prendere una decisione che vi spaventa, ma se foste un po' più maturi, avreste il coraggio di decidervi a stare insieme e così potremmo essere davvero una famiglia >> sbottò con le lacrime agli occhi e corse via.
<< Isabelle! >> il capitano si stropicciò la faccia con le mani, poi strinse gli occhi.
<< Perché proprio ora... >> mormorò tra sé, poi i suoi occhi azzurri si posarono su quelli di Fernando che allungò le braccia, poi si fermò a metà strada e uscì anche lui, David gemette appoggiandosi alla parete.


...


Di fronte alla porta della stanza di Isabelle.
<< Toc. Toc. Sono Fernando posso...- >>
<< Vattene. >>
<< Avanti sono da solo, David non c'è. >>
<< Non c'è come l'ultima volta? >>
Fernando sorrise anche se lei non poteva vederlo.
<< Non c'è davvero, parola mia. >>
<< Allora puoi entrare, ma se c'è anche lui vi caccio fuori a pedate. >>
Il primo ufficiale entrò e chiuse la porta dietro di sé con delicatezza, Isabelle era sdraiata sul letto a pancia in giù, la testa nascosta sotto il cuscino, lui si avvicinò e si mise a sedere sul materasso, in fondo.
<< Posso parlare con Isabelle o c'è solo il signor cuscino? >>
Lei si tirò su, il cuscino cadde da un lato.
<< Senti se ti ha mandato lui...- >>
<< Sono venuto di mia spontanea volontà. >>
Isabelle però non sembrava convintissima.
<< Ascolta so che David può essere duro a volte, ma ci tiene a te, ti vuole bene, ha una paura matta di perderti. >>
<< E alla paura che ho io di perdere lui non ci pensa? >> domandò di getto la ragazza, quella domanda lasciò senza parole Fernando, si concentravano sempre sulle cose giuste da fare, come educare quella ragazzina vivace che era piombata nelle loro vite, senza mai fermarsi e chiedersi come si sentisse lei.
<< Hai perfettamente ragione, ma gli adulti siamo noi, viene naturale tentare di proteggerti a tutti i costi senza pensare alle nostre di vite. Ma non prendiamo le cose alla leggera, David e nemmeno io te lo assicuro, non abbiamo alcuna voglia di morire e lasciarti. >>
Gli occhi castani della giovane erano lucidi, aveva le labbra imbronciate ma si vedeva che stava riflettendo su ciò che aveva appena ascoltato.
<< Ma ormai sono qui, non potrebbe semplicemente accettarlo e non dare di matto? >>
Fernando ridacchiò.
<< E' un po' tardi per quello, sai che lui è fatto così, gli piace sbraitare e poi accettare la situazione. >>
<< Lo fa soprattutto con chi tiene di più >> aggiunse il primo ufficiale.
<< Anche con te? >> domandò Isabelle sollevando quei due grandi occhioni.
<< Sì a volte >> rispose annuendo.
<< E fate pace dandoci dentro? >> chiese mordendosi le labbra e sorridendo furbescamente.
<< Isabelle! Non risponderò a questa domanda. >>
Lei lo spinse appena.
<< Scherzavo >> disse ridacchiando.
<< Però sì facciamo pace quasi subito >> rispose lui.
<< E perché non riuscite a dirvi quello che provate? >>
L'uomo rimase in silenzio, scosse appena la testa fissando il vuoto.
<< Non lo so, penso sia più complicato di così. >>
Isabelle gemette lanciandosi di schiena sul materasso e coprendosi il viso con le mani emise un gemito frustrato.
<< Ma non lo è. >>
<< Sai ragazzina, non c'è bisogno di ufficializzare per essere una famiglia. >>
La giovane si rialzò piano, guardandolo con un faccino tra il triste e lo speranzoso.
<< Davvero? >>
<< Sì >> Fernando sorrise.
<< Lo siamo sempre stati senza saperlo, e adesso non è diverso. >>
<< Ma sarebbe più bello se poteste sentirvi liberi di esternare i vostri sentimenti anche davanti a noi, che ne so prendervi per mano, darvi un bacio o dirvi che vi amate. Senza più nascondervi o rimanere bloccati in un rapporto senza mai definire di cosa si tratta, come se aveste paura. >>
Fernando si grattò i baffoni e la guardò, da quando era maturata così tanto?
<< Abbiamo paura, perché ci siamo spinti così tanto oltre che se ufficializzassimo e non funzionasse avremmo rovinato la nostra amicizia. >>
<< E' questo che temete, di non poter essere più amici dopo? >>
<< Sarebbe imbarazzante >> annuì l'uomo.
<< Io non credo, voi vi volevate bene ancora prima di stare insieme, siete sempre stati amici per la pelle... >>
<< Come potrebbe diventare difficile, se non funziona al posto di un bacio vi scambiate un cinque. >>
Lui rise.
<< La fai sembrare così facile ragazzina. >>
<< Sai cosa penso Fernando, che sia David quello che ha veramente paura mentre tu saresti disposto a provarci. >>
<< E' una delle cose per cui discutiamo ultimamente >> ammise lui.
<< Gli hai detto che lo ami? >>
<< Isabelle... >>
<< Avanti rispondi >> lo pregò dondolandosi avanti e indietro.
<< No, non gliel'ho mai detto apertamente >> sospirò.
<< E che aspetti? >>
Fernando la guardò sollevando un sopracciglio.
<< Non voglio perderlo. >>
<< Finirai per perderlo comunque, anzi finirete entrambi per perdervi >> sbuffò lei tornando a sdraiarsi.
<< Ti ringrazio per il consiglio, ragazzina. >>
Isabelle agitò una mano.
<< Non c'è di che. >>
Lui ridacchiò e uscì dalla stanza, chiuse la porta con un sospiro, quando stava per andare nella sua cabina a riposare si soffermò di fronte a quella di David, dopo aver contato fino a dieci si decise ad entrare, lo trovò che stava leggendo delle carte nautiche e tracciando linee e coordinate.
<< David... >>
<< Mh? >> mormorò Jenkins sollevando appena lo sguardo.
<< Hai parlato con Isabelle? >>
<< Sì, sta bene, ha capito il suo sbaglio e non ce l'ha con te, non più del solito >> ridacchiò Fernando grattandosi il collo.
<< Non voglio che finisca in mezzo a questo scontro >> disse il capitano lasciando andare gli attrezzi che stava usando.
<< Non succederà, la terremo al sicuro. >>
David annuì abbassando lo sguardo.
<< Sì, hai ragione. >>
Fernando si avvicinò a lui e lo prese per le spalle massaggiandogliele.
<< Ehi... >>
<< Andrà bene, lo sai. >>
Jenkins lo guardò e annuì.
<< Come sempre >> sorrise leggermente.
<< Come sempre >> ripeté il primo ufficiale.
<< David io...avrei bisogno di parlarti di una cosa importante. >>
David si irrigidì scostandosi di poco, il volto improvvisamente stanco come se avesse scalato dieci montagne.
<< Senti Fernando non è il momento adesso, se non si tratta di qualcosa che riguarda un modo per uscire tutti vivi da questa situazione può aspettare >> disse, forse con troppa freddezza, Fernando indietreggiò di qualche passo.
<< Certo per te non è mai il momento adatto... >> disse e sparì fuori dalla porta, Jenkins si appoggiò con le mani al tavolino e sospirò sconfortato.


...


La baia della Morte era un luogo tetro, spettrale e pieno di insidie, il mare era sempre grigio e mosso in quella zona, la schiuma creata dalle onde che battevano sugli scogli era bianca quasi mucosa, somigliava a qualcosa che solo toccandolo avrebbe potuto uccidere qualcuno, le rocce erano quasi tutte appuntite e ispide, c'erano pendii pericolosi ma anche molti luoghi in cui nascondersi, non facili da raggiungere naturalmente.
La Emily procedeva dritta, temeraria verso la meta, mentre su di essa il cielo si incupiva sempre più come a fare da specchio a quel luogo spaventoso, Edward era appoggiato con le mani alla balaustra, le braccia tese, i muscoli contratti.
<< Non si vede nessun'altra nave >> disse David.
<< So dove l'ha nascosta, vuole fingere di non essere qui, non attaccherà finché io e Stede non ci troveremo l'uno di fronte all'altro, quindi per adesso possiamo considerarci al sicuro >> spiegò Barbanera mentre guardava serio l'orizzonte.
<< Fermiamo qui la nave >> disse poi.
<< Sicuro? >>
<< Sì. >>
Il capitano diede l'ordine di rallentare e gettare l'ancora.
Si radunarono tutti sul ponte, pronti a scendere.
<< Ho già detto a Isabelle di rimanere nascosta >> disse Jenkins, Edward annuì e quando furono pronti cominciarono a scendere, lui che conosceva quel posto diede le indicazioni al meglio, secondo quello che ricordava, scalavano e calpestavano le rocce in silenzio, facendo attenzione a non cadere, precipitare di sotto sarebbe stato un bel dramma.
Il luogo era ampio ma dividersi avrebbe significato morte certa, Izzy cercava Barbanera, per cui avrebbe dato meno peso alle persone che lo accompagnavano, ma non si sarebbe fatto scrupoli ad ucciderle se lo avessero intralciato, dovevano raggiungere il luogo dove stava Stede, osservare i loro movimenti e agire, almeno quello era il piano.
Nel cuore del pirata gentiluomo si stava facendo largo la speranza che il suo fidanzato non sarebbe mai venuto a cercarlo, soffriva, aveva ferite ovunque e lividi, fortunatamente quel pazzo del primo ufficiale non aveva ancora dato ordine di rompergli qualche osso o mutilarlo ma Bonnet sapeva che quel momento sarebbe giunto presto.
Aveva gli occhi gonfi, lucidi, colmi di lacrime, era stanco e avrebbe tanto desiderato poter accoccolarsi sul letto della Revenge, con Edward che gli accarezzava dolcemente i capelli, che gli raccontava una storia inventata sul momento, invece era legato, impossibilitato a muoversi e spaventato.
Mentre si cullava in quei pensieri i passi di Izzy si avvicinarono a lui, una mano gli afferrò i capelli costringendolo ad aprire gli occhi e lasciar andare le lacrime che gli bagnarono le guance mischiandosi col sangue che aveva perso.
<< Indovina chi c'è? >> ghignò il primo ufficiale.
Il cuore di Stede si fermò, impallidì di colpo.
<< No >> sussurrò, le labbra secche e pallide.
<< Oh sì. Ora inizia il divertimento >> disse Izzy lasciandogli andare i capelli.
<< No, no Izzy ti prego lascialo stare. >>
<< E' me che odi, puoi farmi quello che vuoi, torturarmi, mutilarmi ma lascia in pace Edward! >>
Il primo ufficiale lo guardò, poi gli appoggiò una mano sulla guancia ispida.
<< Ma guardati, così disperato, sai un tempo anche io ero come te, pronto a tutto per salvare il mio capitano. Avrei dato la vita per Barbanera, sarei morto ogni giorno per lui fino a quando non ha cominciato ad avere idee strambe e folli proprio come te Bonnet. E voi due farete la stessa fine. >>
Tolse la mano e si allontanò, Stede cominciò ad agitarsi, strattonando le catene, tirando e gridando anche se gli facevano male i polsi e le braccia.
<< NO, NO IZZY NON FARLO! >>
Ma ormai era troppo lontano.


...


<< Stede... >> mormorò Edward certo di aver sentito la sua voce.
<< Come? >> domandò Fernando.
<< Sono sicuro di averlo sentito, in lontananza. >>
<< D'accordo rimaniamo calmi, potrebbe essere una trappola >> suggerì David.
Il pirata scosse la testa.
<< Sono certo fosse lui. >>
<< Procediamo con cautela >> disse Jenkins.
Continuarono a camminare schivando alberi e grosse rocce appuntite, udirono un fruscio e poi si ritrovarono circondati, Izzy a capo di quel cerchio che fissava dritto negli occhi, senza un briciolo di timore il suo ex capitano.
<< Bene, bene, bene Edward, hai portato i rinforzi. >>
<< Ma non ti serviranno. >>
<< Dov'è Stede!? >>
Izzy rise, poi si passò una mano tra i capelli.
<< Dovrai guadagnarti la sua posizione, sappi solo che c'è qualcuno pronto a tagliargli la testa nel caso mi succedesse qualcosa prima del tempo e per quanto riguarda la tua combriccola, una parola e sono morti. >>
Barbanera deglutì, si voltò appena verso di loro.
<< Okay rimanete in silenzio, ci penso io. >>
<< Che cosa vuoi da me Izzy? Cosa vuoi che faccia? >>
<< Voglio che vieni con me, da solo. >>
Il pirata rimase in silenzio, poi chiuse gli occhi per un istante ed avanzò.
<< Edward... >> lo chiamarono gli altri sussurrando.
<< Zitti. Fate come vi ho detto. >>
<< Sì ascoltatelo, a volte sa quello che dice >> intervenne Izzy.
<< I tuoi amichetti ovviamente resteranno qui, sotto stretta sorveglianza. >>
Edward lo raggiunse, andandogli volutamente molto vicino e non gli sfuggì il tremore che lo colse, forse una parte di Izzy, era ancora succube e timorosa di lui e l'avrebbe usata, doveva solo scoprire come.
<< Andiamo >> disse con voce seria, facendo attenzione a non dare alla parola l'inclinazione della domanda, lo disse come se fosse un ordine, il primo ufficiale deglutì, poi strinse i pugni e cominciò a camminare seguito dal suo ex capitano, Barbanera doveva fare attenzione, un passo falso e Stede sarebbe morto.
<< Allora? Perché stai facendo tutto questo? >>
<< Lo sai il motivo >> rispose Izzy rimanendo qualche passo avanti a lui.
<< Un filino troppo teatrale >> commentò Edward.
<< Tu mi hai tradito, e sai bene cosa succede ai capitani che voltano le spalle alla propria ciurma. >>
Una risata secca lasciò le labbra di Barbanera.
<< Tradito? Io ti ho portato con me fino alla fine, sei tu che hai voluto andartene. >>
Izzy non rispose.
<< Non pensi di aver fatto una mossa sbagliata ad avermi portato qui, in mezzo al nulla, da soli. Potrei ucciderti, tanto Stede morirebbe in ogni caso, ma almeno mi sarei tolto la soddisfazione di vederti soffocare, sentendo il tuo fiato venire meno con le mie stesse mani. >>
Un brivido percorse la schiena del primo ufficiale, deglutì, il pomo d'Adamo si mosse su e giù lentamente, si fermò.
<< Come sai che non ho cosparso l'isola di uomini, e che non ce ne siano nascosti vicino a noi anche ora? >>
Edward si avvicinò lentamente, chinò il busto, i capelli lunghi sfiorarono la spalla del primo ufficiale, gli sussurrò dritto all'orecchio.
<< Perché ti conosco Izzy Hands, so che non ti importa di morire, visto il punto in cui sei arrivato. >>
Il primo ufficiale si girò di scatto, spingendolo.
<< Tu non mi conosci affatto! >> ringhiò a denti stretti, puntandogli l'indice contro.
Izzy riprese a camminare, ma venne fermato dalla voce di Edward.
<< E se ti proponessi un accordo? >>
Izzy si fermò di nuovo, alzò il mento, poi si voltò lentamente.
<< Di che genere? >>
Barbanera piegò leggermente il collo di lato.
<< Lascia andare Stede e tutti quelli che erano con me, io verrò con te, sarò di nuovo Barbanera, mi trasformerò in quello che più desideri e ti giuro Izzy non passerà un giorno in cui non ti porterò allo stremo, tornerò ad essere quello che tutti temono se non peggio, riavrai il tuo capo nella sua forma peggiore, perché ti assicuro che tu ancora non hai visto niente >> disse quelle parole arricciando le labbra e il naso, come se stesse sputando veleno, come se la sua bocca fosse diventata completamente amara, nel frattempo si era avvicinato al suo sottoposto, che era rimasto impassibile, con la mascella rigida e lo sguardo puntato in quello di Edward.
<< Tu credi che io stia facendo tutto questo solo per riavere indietro Barbanera? >>
Sorrise ma era un sorriso finto, amaro.
<< Se sapessi che funzionerebbe sarebbe diverso, ma per riaverti veramente avrei dovuto agire prima, quando ancora Bonnet non ti aveva fritto del tutto il cervello, quando eri tornato da solo su quella nave di imbecilli, era quello il momento in cui sarebbe stato utile, sapevo anche quali tasti premere e invece da idiota quale sono non l'ho fatto. Sembrava che ci fossi arrivato da solo, ti sei ripreso la Queen Anne, ma il fatto che avessi voluto tenere quegli idioti doveva farmi suonare un campanello d'allarme. >>
Edward non resse più, in un attimo lo afferrò per la giacca sbattendolo di schiena contro il tronco di un albero.
<< E ALLORA COSA CAZZO VUOI SI PUO' SAPERE!? >> gli sbraitò dritto in faccia, e Izzy sorrise, uno sguardo lucido e folle, sollevò una mano e l'appoggiò sulla guancia del suo ex capitano.
<< Dimostrarti che nessun damerino vestito di seta può cambiare la tua vera natura, eri e resterai per sempre Barbanera, il flagello dei mari, quello che tutti temono. Fingere con lui non serve a niente, Barbanera vive in te e me lo hai appena confermato. >>
Edward lo lasciò andare scostandosi malamente, deglutì la rabbia che sentiva montargli in corpo, respirava affannosamente, poi si guardò le mani, quelle stesse mani che Stede aveva stretto un milione di volte, prese un respiro e spostò lo sguardo su Izzy.
<< Non sono più quella persona. >>
<< Peccato >> disse il primo ufficiale passandogli davanti.


...


Sulla terra polverosa le macchie umide continuavano ad aumentare, una goccia dopo l'altra, rigavano le guance del pirata gentiluomo scendendo direttamente dai suoi occhi, e andavano a mescolarsi alle altre che avevano formato una poltiglia fangosa al suolo, Stede era ancora in ginocchio, ancora legato, e non riusciva a smettere di pensare a quanto impotente e inutile fosse, doveva essere con Edward, proteggerlo e invece...
<< Diamine quanto pesa questa cosa! >>
Il volto del pirata si voltò di scatto, lontano da lui, vicino alle rocce c'era Isabelle che stava tentando di tirare fuori un'ascia conficcata nel terreno, per un momento credette di star avendo un'allucinazione, ma sembrava troppo reale per esserlo davvero.
<< I-Isabelle!? >>
<< Che cosa... >>
Lei si voltò.
<< Tranquillo biondino ti libero io >> e tirava emettendo dei versetti di sforzo.
<< Vattene subito Isabelle, è pericoloso! >> era nel panico, se qualcuno di quegli uomini fosse arrivato per lei sarebbe stata la fine.
<< Non ti lascio solo! >>
<< Isabelle santo cielo, va via! >>
Poi si rese conto che forse così avrebbero attirato di più l'attenzione.
<< Se vuoi ti do una mano io >> disse una voce maschile dietro la ragazzina.
<< Sì grazie molto gen... >> lei si girò e sbarrò gli occhi.
<< Oh oh. >>
Stede si allarmò, tentava di voltarsi del tutto ma le catene glielo impedivano.
<< Ivan! Ti prego lasciala stare, è solo una ragazzina... >>
Ivan prese l'ascia, l'estrasse dal terreno poi andò verso il pirata, Isabelle si allarmò e corse verso di lui, ma l'uomo aveva già alzato l'arma verso il cielo, e con un colpo secco ruppe le catene, per un istante il biondo vide nero, credette di essere morto, quando riaprì gli occhi era incredulo, si toccò ogni parte del corpo per verificare fosse ancora fatta di carne, anche la ragazza aveva chiuso gli occhi ma quando li riaprì brillarono per lo stupore.
Il biondo alzò lo sguardo su Ivan.
<< Perché? >>
Lui sollevò le spalle.
<< Mi sono stancato dei modi di Izzy e mi manca il mio amico Fang, per cui considerami dalla tua parte >> disse allungando la mano verso Stede, che ovviamente rimase titubante.
<< Devo fidarmi? >>
<< Come ti pare, io da qui voglio andarmene, con o senza di te. >>
Bonnet rimase in silenzio con le sopracciglia corrugate, poi dopo aver preso un respiro afferrò la mano dell'uomo che lo aiutò ad alzarsi, a quel punto Isabelle strinse il pirata tra le braccia che emise un mugolio di dolore.
<< Scusa >> disse lei accarezzandolo e sorridendogli.
<< Tranquilla ragazzina, se non fossi così felice di vederti ti farei una bella ramanzina >> le accarezzò il viso sorridendole.
<< Sei diventata grande. >>
<< Me lo ha detto anche il tuo fidanzato. >>
Stede scattò a quelle parole.
<< A proposito dov'è? >>
<< Non lo so, io sono scesa dopo di loro. >>
<< Ehi voi due, non è il momento per le smancerie, andiamocene >> disse Ivan guardandosi intorno, a lui era stato affidato il compito di controllare Stede, ovviamente non da solo ma gli altri dovevano arrivare e in questo erano stati molto fortunati.


...


Edward e Izzy giunsero nel luogo dove teoricamente doveva trovarsi Stede, ma al suo posto, erano rimaste solo le catene spezzate e le tracce di sangue secco sul terriccio, il primo ufficiale sgranò gli occhi, non era possibile fosse riuscito a fuggire da solo, qualcuno lo aveva sicuramente aiutato.
Barbanera si avvicinò a quelle pesanti manette che avevano tenuto bloccati i polsi del giovane pirata, ne prese una in mano, rabbrividendo al pensiero di come quella carne sottile dovesse ora apparire rovinata a causa di quei pezzi di metallo, la lanciò per terra e guardò Izzy.
<< Lo hai tenuto legato qui per tutto il tempo? >>
Lui non rispose, troppo occupato a cercare una soluzione, comunque la baia era cosparsa dai suoi uomini, sicuramente uno di loro lo avrebbe trovato e riportato indietro, quel damerino da solo non aveva tanto scampo, nemmeno se aiutato dai suoi amici idioti.
<< Dov'è ora? >>
Silenzio.
<< DOVE DIAVOLO E' ORA!? >>
<< Non lo so >> rispose il primo ufficiale.
<< Come? >>
<< Ho detto che non lo so, non ne ho idea, in qualche modo quell'idiota deve essere fuggito. >>
L'espressione di Edward era contratta dalla rabbia.
<< Stai mentendo. >>
<< Perché dovrei!? A quale scopo portarti qui...- >>
Non riuscì a terminare la frase perché Barbanera gli era già addosso.


...


Intanto Stede, Isabelle e Ivan scivolavano e correvano verso la costa, anche se correre era una parola grossa, ma vennero presto braccati dagli altri uomini del primo ufficiale, dovettero impegnarsi per non farsi prendere, e dopo essere finiti all'interno di una fitta foresta giunsero nell'esatto punto dove si trovava la ciurma di Stede, più David, Fernando e una parte dei loro ancora circondati dai nemici.
Quando Jenkins vide la ragazzina si allarmò ma gli uomini che li circondavano vedendo Stede cominciarono a sferrare colpi, e così partì un combattimento che nessuna delle due ciurme avrebbe voluto iniziasse, quella gente era forte, ma colpiva spesso a casaccio, Stede intimò a Isabelle di nascondersi mentre lui e Ivan corsero ad aiutare i loro amici.
Il pirata gentiluomo e il capitano della Emily si trovarono spalla contro spalla.
<< Dov'è Edward? >> riuscì a gridare il biondo.
<< E' andato via con Izzy, credo lo volesse portare da te! >> rispose Jenkins riuscendo a mettere al tappeto un uomo robusto.
Da quel momento Stede apparve sempre più preoccupato, riuscendo a malapena a schivare i colpi così David gli gridò di andarli a cercare, il pirata oppose resistenza ma Jenkins lo convinse ad andare, così il gentiluomo partì in tutta fretta, correndo a ritroso, arrampicandosi su quelle rocce taglienti.
<< Ed sto arrivando >> ansimava, le ferite che già aveva, più i piccoli tagli nelle mani non gli impedivano di spingere il suo corpo già allo stremo delle forze, cadde più volte stracciandosi i pantaloni e procurandosi graffi brucenti sulle ginocchia, ma doveva raggiungerlo prima che fosse troppo tardi, se Izzy non lo avesse trovato legato come lo aveva lasciato avrebbe potuto infuriarsi e prendersela con Edward, e per quanto il suo fidanzato fosse forte, non poteva niente nel caso il primo ufficiale avesse chiamato i rinforzi.
Isabelle osservava lo scontro riparata dietro un albero, ogni volta che qualcuno veniva colpito chiudeva gli occhi, aveva tanta paura, la sua mente la riportò al giorno in cui i pirati avevano attaccato la nave della sua famiglia, tutta quella violenza, tanto sangue...I suoi occhi si riempirono di lacrime, guardava David e Fernando riuscire a schivare e contrattaccare abilmente quella gente, ma i nemici erano veramente troppi, voleva uscire e aiutarli ma se lo avesse fatto era certa che l'avrebbero messa fuori gioco al primo colpo.
Aveva ragione Edward quando le aveva detto che non era ancora pronta per quel genere di missioni, poi le venne un'idea, sulla nave c'era una cassetta per le medicazioni, tutto quello che serviva per intervenire in un primo soccorso, lei aveva assistito spesso il medico della Emily e sapeva bene cosa fare, così decise che si sarebbe resa utile in quel modo, corse rimanendo nascosta tra cespugli e rocce quando era possibile, desiderando di arrivare in fretta alla nave.
Lo scontro andava avanti, molti degli uomini di Izzy erano stati sconfitti, ma alcuni della Revenge erano rimasti feriti, Fernando e David si coprivano a vicenda ma tentavano in tutti i modi di prendersi cura e parare le spalle anche agli altri, era un combattimento estenuante, Jenkins per un secondo perse di vista il suo bersaglio e quello ne approfittò per sferrare un colpo, Fernando però riuscì a muoversi in tempo e prendersi la pugnalata al posto del suo capitano, che vide la scena a rallentatore davanti ai suoi occhi, la spada che doveva essere destinata a lui infilzata nel fianco del suo migliore amico, la stessa lama che veniva estratta sporca di sangue, il corpo di Fernando che piombava verso terra se non fosse che Jenkins si precipitò afferrandolo tra le sue braccia e chinandosi a terra insieme a lui.
Uno degli uomini di Jenkins colpì il nemico sbattendolo al suolo, poi tornò allo scontro e tutti fecero in modo di formare uno scudo davanti al capitano e al suo primo ufficiale, in modo che non venissero attaccati, David teneva Fernando tra le braccia, era sudato, il sangue gli colava dalla bocca ma sorrideva.
<< No, no, ti prego non farmi questo. >>
<< Fernando >> pianse David, con gli occhi lucidi e le labbra tremanti, Fernando sollevò una mano e andò a toccare la guancia dell'amico, che la premette più forte con la sua.
<< Volevo solo dirti... >> cominciò il primo ufficiale.
<< Che ti amo... >> il suo fiato cominciava ad essere corto, e i respiri più flebili e brevi.
Jenkins strinse gli occhi e gemette, due gocce salate solcarono le sue guance finendo sul volto di Fernando.
<< A-Anchio... >> tremò David.
Fernando spalancò gli occhi per quanto possibile.
<< Cosa hai dett-o? >>
<< Che ti amo idiota >> la voce del capitano era a singhiozzi, non poteva credere che si stavano finalmente dicendo quello che provavano proprio quando uno dei due...
Fernando sorrise poi chiuse gli occhi, la testa si piegò di lato e David lo strinse ancora più forte mentre soffocava i singhiozzi e il cuore gli faceva dannatamente male.


...


<< TU LO HAI UCCISO! >> gridò Edward mentre Izzy si divincolava dalla sua presa, erano minuti interi che stavano lottando, esausti e sudati, Izzy aveva cercato di far capire al suo ex capitano che non aveva idea di dove fosse finito Stede Bonnet, ma lui non voleva credergli e allora decise di dargli ciò che si aspettava.
<< E va bene l'ho ammazzato quel cane! L'ho fatto fuori e buttato il suo inutile corpo agli squali! >>
Barbanera ansimava, il volto si distorse in una smorfia di dolore talmente forte che colpì e fece male anche al primo ufficiale.
<< No... >> sussurrò Edward con gli occhi già lucidi, cadde a terra in ginocchio stringendosi il petto, Stede, Stede, Stede, il suo Stede non c'era più, non avrebbe più rivisto i suoi sorrisi, né ascoltato la sua voce, niente più baci da quelle morbide labbra, non lo avrebbe...rivisto...mai...più.
<< NO!!! >> urlò straziato dal dolore, mentre si stropicciava la faccia con le mani, nemmeno le lacrime avevano il coraggio di scendere, come se non bastasse cominciò anche a piovere, ma lui parve non notarlo, il petto compresso in una morsa soffocante che non gli permetteva neanche di respirare.
Izzy si avvicinò senza timore, non gli importava se lo avrebbe ucciso, era disgustato e sentiva un senso di nausea rivoltargli lo stomaco.
<< Alzati Edward. >>
Non poteva sopportare che il grande Barbanera stesse a piagnucolare come un moccioso, come un debole, non riusciva ad accettare che stesse piangendo, che tutte quelle lacrime, quel dolore fossero per Stede Bonnet, una nullità, un uomo che conosceva da a malapena poco più di due anni.
<< Alzati cazzo, non vedi come ti ha ridotto quel rammollito! >>
Lo sguardo infuocato di Edward si posò nel suo, e solo in quell'attimo Izzy ebbe davvero paura.
<< TU NON SAI NIENTE >> sbraitò Barbanera alzandosi e afferrando la giacca del primo ufficiale, lo strattonò, poi lo colpì in pieno viso facendolo finire a terra, lo riafferrò tirandolo verso di sé, ringhiandogli in faccia tutta la sua frustrazione e disperazione.
<< Ti farò pentire di ogni fottuto secondo della tua miserabile vita >> sibilò tra i denti, a pochi centimetri dal viso di Izzy il quale lo spinse via con un colpo di rabbia cieca.
<< Sono già pentito! Rimpiango ogni merdoso secondo che ti ho dedicato, avrei dovuto lasciarti ammazzare quando ce n'era stata l'occasione, mi pento di ogni singola, maledetta cosa che ho fatto per te! A tutto il fiato che ho sprecato, le ossa rotte, le ferite, tu non meritavi niente. >> Due grosse lacrime solcarono il volto pallido del primo ufficiale, che fortunatamente per lui si mischiarono con la pioggia.
Izzy in un impeto di rabbia si strappò via la cravatta dal collo dove era legato l'anello e la strinse nel pugno.
<< Questo era un simbolo di fedeltà! >> gridò il primo ufficiale con le lacrime agli occhi
<< Ma adesso ho capito che per te non valeva niente >> ringhiò stringendo le palpebre e gettando per terra cravatta e anello che svolazzarono per un po' fino a quando non finirono sul terreno umido, macchiandosi ti terra e bagnandosi in fretta grazie alla pioggia.
Barbanera abbassò lo sguardo, bagnato e spento, i capelli che gocciolavano, toccato sì da quel gesto e quelle accuse ma Izzy gli aveva fatto troppo male perché potesse preoccuparsi di come si sentiva, infatti si limitò a guardarlo senza un briciolo di emozione sul volto.
<< Non mi interessa nemmeno più sapere perché stai facendo tutto questo... >> disse Edward
<< Non ho mai detestato nessuno in questo modo come sto detestando te >> continuò.
<< Perché a te interessa solo di lui. >> Izzy continuava a tremare e si stava odiando, tutta quella debolezza, doveva andare diversamente nella sua testa.
Lo sguardo di Edward si posò lentamente sul primo ufficiale.
<< Sì è vero e tu me lo hai portato via >> si avvicinò con passo lento, sollevò un braccio e strinse le dita intorno al collo di Izzy, lui per istinto appoggiò le mani sulla sua ma senza divincolarsi, Barbanera cominciò a camminare spingendo il primo ufficiale all'indietro fino allo strapiombo, un piede finì sopra alcuni sassolini sdrucciolevoli, per poco non finì di sotto.
<< Coraggio fallo, finisci il lavoro >> lo incitò Izzy, le dita sul suo collo strinsero di poco la presa.
<< Avanti cosa aspetti? Ho ucciso il tuo fidanzato, era così irritante che non ho resistito >> lo provocava, sapendo bene quale sarebbe stata la sua fine, aveva accettato di essere niente per Edward, almeno voleva essere ucciso da lui, per una malata e ultima richiesta di interesse.
<< Sei una nullità Izzy, e non hai capito proprio niente >> si era improvvisamente calmato, la sua voce era pacata, ma si poteva sentire benissimo che non era una calma naturale, rasentava quasi l'apatia e il suo sguardo era già spento, come se avesse rinunciato a lottare senza nemmeno essere ferito.
Lo spinse maggiormente verso il vuoto, la schiena del primo ufficiale era inarcata e lui si teneva al braccio di Edward, in una stupida lotta inutile alla sopravvivenza.
<< Non hai capito che eri tutto per me... >> disse Edward.
Izzy sgranò gli occhi.
<< Cosa!? >>
<< E hai continuato a esserlo in un modo diverso... >> continuò l'ex capitano di Hands.
Il primo ufficiale strinse la presa contro il braccio di Barbanera, forse cominciava a capire, ma quella consapevolezza faceva ancora più male di tutto il resto.
<< A cosa sarebbe servito capirlo prima se tanto dopo avresti incontrato lui, e perso la testa per lui... >> i suoi occhi erano lucidi, la pioggia sferzava e desiderava ardentemente che Edward mollasse la presa.
Edward emise un flebile sospiro, il suo sguardo già nel vuoto.
<< Non lo so >> rispose.
<< Ma quello di cui sono certo è che io non sono come te >> lo tirò in avanti mollando la presa dal suo collo, e si lasciò cadere lui verso il vuoto, Izzy cadde per un momento in ginocchio poi si voltò sconvolto affacciandosi allo strapiombo, scioccato, con gli occhi spalancati e la bocca aperta in un urlo silenzioso.
<< NO! >> un urlo straziato, ma di un'altra voce.
<< EDWARD! >> era Stede, giunto in tempo per vederlo precipitare, troppo tardi per riuscire a salvarlo.
Corse in avanti con il fiato corto, il cuore a pezzi e le lacrime che già lasciavano copiose i suoi occhi, non fece nemmeno caso a Izzy che spostava lo sguardo da lui allo strapiombo.
<< Edward... >> pianse il biondo, le labbra distorte, in un moto di pazzia tentò di calarsi giù ma venne afferrato da un paio di inaspettate braccia.
<< Che cosa vuoi fare idiota!? Ormai è andato. >>
Stede si voltò scioccato verso Izzy, digrignò i denti e lo spinse via.
<< Lasciami, sta zitto! >>
Il pirata gentiluomo dopo aver fatto ballare lo sguardo verso quel dirupo iniziò a calarsi tenendosi stretto, la pioggia si era calmata, ma il terreno e le rocce erano comunque scivolose, dopo un paio di metri di discesa, in cui il cuore sembrava stesse per scoppiargli nel petto lo vide, era Edward, la cinta della sua giacca di pelle si era incastrata in un ramo, sotto di lui c'era una piccola zona d'appoggio, ma poteva non essere stabile e se il ramo avesse ceduto il pirata avrebbe potuto comunque farsi molto male.
Stede deglutì sentendo il magone salirgli alla gola, scese lentamente con i battiti a mille, l'ansia di arrivare ma doveva fare attenzione a non scivolare o non sarebbe riuscito a salvarlo, raggiunse quel piccolo spiazzo con le ginocchia che gli tremavano, il terreno sembrava abbastanza sicuro, resse la parte superiore del corpo di Barbanera con un braccio, mentre con l'altro sganciava la cintura, l'uomo ricadde tra le sue braccia e insieme finirono per terra.
<< Eccoti qui ti ho preso, va tutto bene ora >> gli accarezzò i capelli facendo attenzione alla ferita che aveva sulla fronte, respirava ancora, Stede era commosso, lo strinse chiudendo gli occhi poi riprese ad accarezzarlo.
<< Va tutto bene, ci sono io con te, ci sono io. >>
<< E' VIVO! >> gridò dopo qualche secondo, rendendosi presto conto che le sue urla sarebbero andate a vuoto, il primo ufficiale non li avrebbe certo aiutati.
<< Dannazione >> imprecò Izzy tra i denti, strinse i pugni e cercò qualcosa che potesse essere utile, trovò una corda abbastanza robusta e la buttò giù tenendo l'altra estremità stretta tra le mani, il biondo rimase incredulo ma anche diffidente di fronte a quella corda.
<< Come faccio a fidarmi? >> urlò.
Izzy sollevò gli occhi al cielo.
<< Preferisci rimanere lì e rischiare che muoia sul serio o tentare la sorte? >> gridò in risposta Izzy.
Stede prese un respiro, baciò la fronte di Edward e gli accarezzò una guancia.
<< Ti porto al sicuro adesso. >>
Legò la corda alla vita di Barbanera poi disse al primo ufficiale di tirare, lui lo fece a fatica, il pirata gentiluomo iniziò ad arrampicarsi rimanendo sotto il corpo del fidanzato, nel caso fosse caduto o Izzy lo avesse lasciato andare lui lo avrebbe preso e al massimo sarebbero morti insieme, ma nulla di ciò accadde, il corpo di quello che tutti chiamavano terrore dei mari arrivò sano e salvo in cima, mentre l'ormai passato braccio destro si lasciò cadere a terra stremato, Stede una volta salito gattonò verso Edward e gli accarezzò il viso sorridendo, strinse le labbra per non lasciarsi andare.
<< Adesso andiamo a casa va bene? >>
<< Andiamo a casa >> ripeté accarezzandogli la fronte nella parte sana con la mano tremante, nel frattempo il primo ufficiale si era avvicinato, Bonnet lo fulminò con lo sguardo.
<< Sta lontano da lui. >>
Ma Izzy non gli diede retta, si chinò e tagliò la corda che era ancora legata alla vita del pirata, così stretta avrebbe potuto causargli altre ferite di cui non aveva bisogno, poi si allontanò di qualche passo, osservò quel damerino che tentava di prendere in braccio Barbanera con scarsi risultati viste le sue condizioni.
<< Bonnet ti serve una mano, non ce la farai mai da solo. >>
<< Zitto >> disse solo, avvolgendo un braccio intorno a Edward, le sue ginocchia avrebbero dovuto collaborare, e le sue ferite smettere di bruciargli o le avrebbe solamente ignorate, tutto per portare l'uomo che amava in salvo.
<< Così rischi solo di farlo cadere contro qualche roccia appuntita, idiota vuoi darmi retta! >>
<< Perché dovrei!? Tu lo hai ridotto così, lo hai lasciato cadere! >> urlò Stede guardando quell'uomo dritto negli occhi, e Izzy giurò che non aveva mai visto quel tipo di sguardo addosso a quello che considerava un debole snob.
<< Veramente non è andata in questo modo, ma non sono io a dovertelo spiegare. Non ce la farai mai da solo Bonnet. >>
Stede alzò lo sguardo verso un punto lontano, gli occhi si riempirono di lacrime, un sorriso nacque spontaneo sulle labbra.
<< Non sono solo >> disse guardando la sua ciurma che si avvicinava.
E Izzy forse in quel momento capì che cos'era l'amore.


...


Un paio occhi scuri si aprirono nella penombra della stanza, dalla finestra entrava una tenue luce, i dondolii della braca erano così lievi da rischiare di farlo nuovamente addormentare, spostò lo sguardo alla ricerca di qualcosa o qualcuno e incontrò un paio di lapislazzuli azzurri, le quali pupille si dilatarono riempiendo gli interi occhi di gocce salate.
<< Sei sveglio >> sussurrò la voce di David, roca, rotta e bassa come non l'aveva mai sentita, era rimasto al suo capezzale per intere giornate supplicandolo di svegliarsi.
<< Da-vi... >>
<< Shh, non sforzarti >> disse il capitano stringendo piano quella mano debole che stava lentamente riacquisendo calore, si allungò per prendere il bicchiere d'acqua e glielo avvicinò alle labbra.
<< Ce la fai? >>
Fernando annuì e bevve piano, piccoli sorsi che diedero immediato sollievo all'arsura che sentiva alla gola, poi il bicchiere venne riappoggiato sul mobiletto.
<< Ho fat-to uno...strano sogno. >>
Jenkins allargò lo sguardo, sorrise lievemente.
<< Di che genere? >> domandò.
Il primo ufficiale corrugò le sopracciglia, sforzandosi di ricordare.
<< C'eri tu... >> deglutì.
<< E c'ero io...e tu mi hai detto che >> gli occhi si riempirono di lacrime.
<< Mi hai detto... >>
David gli strinse la mano e si chinò appena su di lui.
<< Non era un sogno Fernando. >>
Lui spalancò gli occhi incredulo.
<< Come? >>
David sorrise, una lacrima scivolò leggera lungo la sua guancia.
<< Io te l'ho detto davvero >> ammise, sentendo il cuore leggero e gonfio allo stesso tempo, ma quell'ammissione non causò la reazione sperata, perché il volto del primo ufficiale si incupì.
<< Ehi che ti prende? >> chiese il capitano.
<< N-Non è che lo hai detto solo per... >>
<< Solo per-ché pensavi che io... >>
<< Ti amo >> soffiò David con le labbra che tremavano.
<< Io ti amo Fernando, e l'ho nascosto così dannatamente bene perché avevo una paura folle di perderti, di perdere il mio migliore amico, e invece poi ho rischiato di vederti morire sotto i miei occhi, non potevo lasciarti andare senza che lo sapessi. >>
Fernando allungò il braccio, afferrò la nuca del compagno con una mano, muovendo le dita tra quei soffici e sottili capelli castani.
<< Sei così cocciuto a volte Jenkins... >>
Lui rise.
<< Lo so, forse è per questo che ti piaccio un po'. >>
<< Sciocchezze, tu non mi piaci, io sono perdutamente innamorato di te David. >>
Si sorrisero, il capitano si chinò lasciandogli un delicato bacio sulle labbra.
<< Significa che adesso posso baciarti in pubblico? >>
Jenkins si morse le labbra.
<< Puoi fare tutto quello che vuoi mio braccio destro >> e si baciarono di nuovo, passando il successivo quarto d'ora in quel modo, dolci tocchi che sapevano di pace e armonia.


...


Edward invece non si era ancora svegliato, giaceva immobile, con il petto che si alzava e si abbassava lentamente, Stede non lo aveva mollato un secondo, era inginocchiato per terra, con il busto, la testa e le braccia appoggiate sul materasso, una mano stretta a quella del suo fidanzato.
Qualcuno entrò nella stanza.
<< Stede? >>
<< Ehi... >> lo scosse piano e il pirata tirò su il capo, i capelli scompigliati e il volto assonnato.
<< Ehm...ciao...Lucius >> disse lo scriba come se si stesse presentando.
<< So chi sei Lucius. >>
<< Sì, certo, ovvio >> rispose il giovane scuotendo la testa.
<< Ci sarebbe bisogno di te fuori. >>
Stede guardò in direzione di Edward.
<< Non voglio lasciarlo, se si dovesse svegliare... >>
<< Oh ma non rimarrà solo, Frenchie si è offerto di rimanere qui, è una questione di pochi minuti e se si dovesse svegliare lui correrà a chiamarti. >>
Frenchie entrò in quel momento, facendo un cenno al suo capitano che sospirò e si rimise in piedi, le gambe gli dolevano per essere stato tutto quel tempo accartocciate sul pavimento, ma lui ci fece poco caso, il dolore che sentiva nell'anima era molto più forte.
<< Facciamo in fretta >> disse e uscirono.
Quando si ritrovarono sul ponte l'espressione di Bonnet cambiò notevolmente, facendosi aspra.
<< Cosa ci fa lui qui? >>
<< Uhm Ivan e Fang lo hanno catturato >> spiegò Spriggs.
Lo sguardo del capitano gentiluomo era serio.
<< Ti sei fatto catturare >> questa volta si rivolse direttamente a Izzy.
<< Perché? >> domandò sempre il biondo.
Il primo ufficiale Hands alzò e abbassò le spalle in segno di indifferenza, aveva i polsi legati in avanti e anche le caviglie erano strette con una corda e un bel nodo, le sue armi ovviamente erano state fatte sparire.
<< Non lo vedrai >> disse Stede guardandolo dritto negli occhi.
Una lieve punta di dolore colorò lo sguardo di Izzy, ma durò solo un secondo.
<< Se non ti decidi a parlare... >> scosse la testa.
<< Non ho tempo per te adesso, tenetelo a bada, decideremo cosa fare appena si sveglia Edward >> cominciò ad allontanarsi poi si voltò verso quello che era stato per anni il braccio destro di Barbanera.
<< O lo deciderà lui stesso >> e poi sparì sottocoperta raggiungendo l'amore della sua vita che stava lottando contro la morte, congedò Frenchie e si accoccolò accanto a quel corpo che tanto amava.
Fu nel cuore della notte che le cose cambiarono, qualcosa svegliò il pirata gentiluomo dal suo sonno agitato, qualcosa molto simile a una mano tra i capelli, alzò la testa di scatto e grazie alla luce del camino acceso vide gli occhioni di Edward aperti, solo che erano più stretti e sofferenti.
Si alzò in piedi appoggiando le mani sul materasso e in un attimo lo strinse tra le braccia come poté, facendo attenzione a non fargli male.
<< Edward... >> piagnucolò con il naso infilato nell'incavo del suo collo.
<< St-ede? >>
Il biondo alzò il viso, erano occhi negli occhi ora.
<< Sono in...paradiso? >> domandò Barbanera, il biondo scosse la testa.
<< No...tesoro. >>
<< E allora dove...dove...? >> la voce del pirata era molto secca, fioca, quasi inudibile.
<< Sei, siamo sulla nave di David >> spiegò Stede dolcemente, prendendogli una mano tra le sue, il cipiglio di Edward divenne confuso.
<< Sono morti...anche loro? >>
<< No Ed...Nessuno di noi è morto >> rispose il gentiluomo, sorridendo gentilmente.
Barbanera sembrava ancora in preda alla confusione.
<< Quindi...n-nemmeno tu >> disse e Bonnet annuì.
<< Siamo vivi Edward. >>
Seguirono attimi di silenzio, Barbanera si era appena ripreso, faticava a parlare e persino respirare era un'azione che gli costava tanta energia, Stede attese pazientemente accarezzandogli piano il petto, aveva un'immensa voglia di baciarlo ma non voleva rischiare di peggiorare le sue condizioni.
<< Izzy... >>
Il biondo si irrigidì sentendo quel nome, poi Edward continuò la frase.
<< Mi ha detto di averti...ucciso. >>
Stede sgranò gli occhi, poi scosse piano la testa, intrecciò le dita con quelle del fidanzato.
<< Non so perché ti abbia detto così, ma non ha fatto nulla del genere. Mi ha torturato, ma poi se ne è andato, veniva da te e io ero disperato, è stato Ivan a salvarmi. In realtà prima Isabelle ha tentato di farlo, ma questa è una storia per quando starai meglio. >>
<< Isabelle? >> sbottò incredulo l'altro, poi tossì, Bonnet gli fece cenno di calmarsi.
<< Sì proprio lei. >>
<< Che razza di peste >> ghignò appena Edward, scuotendo piano la testa.
Poi il volto di Barbanera divenne improvvisamente più teso.
<< A causa di quell'idiota stavo per morire inutilmente. >>
<< Che vuoi dire? >> domandò il biondo.
Edward voltò il viso di lato, come se gli facesse male o non volesse parlarne.
<< Non potevo vivere in un mondo dove tu non esistevi più. >>
Gli occhi del gentiluomo si spalancarono, divennero presto umidi.
<< Oh Ed... >>
D'un tratto la consapevolezza si abbatté su di lui, aveva rischiato di perdere l'uomo che amava per una bugia, se non fosse arrivato in tempo, se Izzy per quanto colpevole non li avesse aiutati a risalire a quest'ora starebbe osservando un letto vuoto, si chinò ad abbracciarlo, con le lacrime che gli pungevano gli occhi, respirò quell'odore di tabacco e lavanda a cui non si sarebbe mai abituato, perché amava sentirlo invadergli le narici, ogni volta aveva una sfumatura diversa.
<< Ti prego Edward, promettimi che non commetterai più una sciocchezza simile. >>
I due si guardarono, Barbanera accarezzò la schiena del fidanzato, stupendosi di quanto apparisse calda anche attraverso i vestiti.
<< Dobbiamo parlarne ora? >>
Stede scosse la testa.
<< Edward Teach... >> disse il biondo dolcemente, mentre gli accarezzava i capelli in corrispondenza all'attaccatura sulla fronte, lo guardava con tanto amore negli occhi...
<< Sì? >> rispose Edward.
<< Niente, mi piace solo pronunciare il tuo nome >> il pirata biondo sembrava come entrato in sorta di trance, mentre sfiorava con la punta delle dita i lineamenti dell'uomo di cui era innamorato, da lì una consapevolezza, non avrebbe mai potuto smettere di amarlo, nemmeno se un giorno Edward si fosse stancato e se ne fosse andato, desiderava ricordarsi quei tratti così belli, morbidi, la sensazione che davano ai suoi polpastrelli, poi sorrise, uno di quei sorrisi che fanno i neonati, così senza un'apparente ragione.
<< Che c'è? >> chiese Barbanera, guardandolo confuso, con il cuore che gli batteva forte. Si emozionava sempre quando scopriva Stede ad osservarlo in quel modo, ma in quel momento c'era qualcosa di diverso, più profondo.
<< Niente...è solo che ti amo. >>
Il cuore di Barbanera perse un battito, se avesse potuto raccogliere in un barattolo tutti quelli che aveva perso grazie a Stede, e poi venderli a quest'ora sarebbe così ricco da potersi comprare un'isola intera, e l'avrebbe chiamata con il nome del suo amato oppure no, con i loro due nomi uniti insieme, e avrebbero vissuto lì, felici e contenti come nelle migliori storie della buonanotte.
Nel silenzio della stanza, rispose a quella dichiarazione, sussurrandoglielo all'orecchio fino a quando entrambi, sfiniti e pieni di emozione, si addormentarono stretti l'uno all'altro.


...


Passarono altri giorni prima che Edward potesse alzarsi, poi una mattina sentendosi molto meglio decise di farlo, mentre si vestiva Edward trovò all'interno della tasca dei pantaloni l'anello che lui aveva regalato a Izzy oramai una vita fa, i motivi per cui glielo aveva donato erano molteplici, ma ora sembravano essere scoloriti, aver perso la loro importanza, se Edward aveva ferito Izzy era anche vero il contrario, si erano fatti del male a vicenda ma il primo ufficiale secondo l'opinione di Barbanera si era spinto troppo oltre, rischiando di separarlo dall'amore della sua vita, e non accettandolo per quello che era.
Non sapeva perché glielo avesse ridato, né quando, forse era un modo per dirgli che gli dispiaceva, o forse un altro modo di sbeffeggiarlo, ma niente di ciò gli importava più, Izzy non era affar suo da molto tempo ormai, per cui si rimise l'anello in tasca con tutta l'intenzione di liberarsene e uscì.
Mancava poco perché ripartissero, allontanandosi da quel luogo che era stato suo incubo per un tempo indecifrabile, si appoggiò alla balaustra di legno, fissando il mare grigiastro sotto di lui, la baia della Morte, non ci avrebbe mai più rimesso piede nemmeno sotto tortura, avrebbe tenuto lui e Stede lontani da quel posto pieno di insidie e spaventosi ricordi.
Prese l'anello dalla tasca e lo fissò, rigirandoselo tra le dita, da giovane aveva creduto che lui e Izzy sarebbero rimasti amici per tutta la vita e invece...
Poi una voce dietro di lui, quella voce, che adesso gli causava solo irritazione.
<< Volevo solo dirti che mi dispiace. >>
<< Che cosa diavolo ci fai tu ancora qui? >> sbottò Barbanera senza voltarsi.
<< Stede mi ha permesso di restare, sotto stretta sorveglianza ovviamente, fino a che tu non ti fossi ripreso. >>
Edward abbassò lo sguardo, strinse l'anello nel pugno.
<< Stede è troppo buono. >>
Izzy sorrise amaramente, anche se il suo ex capo non poteva vederlo.
<< Ed è per questo che ti piace vero? >>
<< I motivi Izzy sono molteplici, ma tu non ne capiresti nemmeno uno, non riusciresti mai a capirli. >>
<< Me ne sto andando Edward, non sentirai più parlare di me, sarà come se non fossi mai esistito. >>
Barbanera non rispose, rimase voltato di spalle e dopo attimi di silenzio prese l'anello tra pollice e indice e lo buttò in acqua, sotto lo sguardo di Izzy al quale si spezzò il cuore, gli occhi gli bruciarono all'istanze facendogli provare quella sensazione odiosa che detestava.
<< Sì, mai esistito >> ripeté Barbanera a voce bassa.
Il primo ufficiale girò le spalle e si allontanò asciugandosi gli occhi, scese dalla nave in tutta fretta senza dire una parola a nessuno, il petto gli faceva un male cane, e si sentiva ancora peggio, un traditore, un indegno, aveva voltato le spalle al suo capo, al suo amico più volte, ed Edward lo aveva ugualmente tenuto con sé, ma questa volta aveva esagerato, nel tentativo di riprendersi la persona che viveva a sue spese nel suo cuore, aveva finito invece per perderlo per sempre, in più aveva perduto anche l'unico ricordo che aveva di lui, sarebbe un bugiardo se non ammettesse che quello stesso giorno dopo che la Emily se ne fu andata, si tuffò in mare cercando quel piccolo oggetto, ovviamente senza risultati.


...


Lo spettacolo durò un'ora e fu uno dei più belli che Stede, Edward e la sua ciurma ebbero l'occasione di vedere, erano ritornati tutti sani e salvi, felici di avercela fatta e più uniti che mai, quell'esperienza seppur terrificante era servita a far comprendere che la vita e le occasioni non vanno sprecate, e che a volte la paura di un rifiuto o di perdere qualcuno fanno fare un passo indietro, come nel caso di David e Fernando, che finalmente erano riusciti a guardasi negli occhi e dirsi quello che provavano, senza più paure o timori.
<< Siete stati tutti bravissimi >> si complimentò Stede.
<< Una scena l'ho scritta io! >> intervenne Isabelle.
<< Oh bè allora devi iniziare a farti pagare >> disse Barbanera facendole l'occhiolino.
<< Hai sentito David, devi pagarmi >> affermò entusiasta la giovane.
<< Certo tesoro vieni qui. >>
Lei si avvicino speranzosa, il capitano la tirò a sé stringendola e baciandole la fronte.
<< Ecco la tua ricompensa, un abbraccio e una coccola >> ridacchiò Jenkins, Isabelle mise su il broncio.
<< Sei antipatico >> borbottò e tutti risero.
Quella sera mangiarono insieme, entrambe le ciurme, ci furono risate, balli, canti e storie e così proseguirono per altri giorni fino a che giunse il momento di rimettere in moto la Revenge, così si salutarono promettendosi di rivedersi presto, visto anche che tra i membri degli equipaggi stavano nascendo delle belle amicizie.
<< David ti ringrazio ancora per quello che avete fatto per noi... >>
<< Oh Edward non devi, siete nostri amici e non avremmo mai potuto lasciarvi nei guai. >>
Edward sorrise, i due si strinsero la mano dandosi una specie di goffo abbraccio.
<< La prossima volta che ci vedremo prometto che non mi farò rapire >> la buttò sul ridere Stede e tutti lo seguirono, dopo un altro paio di saluti commossi e ringraziamenti i due co-capitani e la ciurma si incamminarono verso la loro nave.
Fernando strinse la mano di David che alzò lo sguardo e gli sorrise tornando a guardare l'orizzonte, Isabelle sorrise a sua volta vedendo quel piccolo gesto, finalmente sarebbero stai una vera famiglia, certo lo erano anche prima ma adesso era ufficiale, e lei non poteva esserne più felice e grata.


...


Dieci anni dopo


Edward e Stede erano seduti sul materasso della loro camera, il primo teneva un foglio in mano, una lettera scritta con una grafia disordinata e macchie d'inchiostro.


"Edward non so se in tutti questi anni il tuo fidanzato ti abbia insegnato a leggere, in ogni caso so che se così non fosse sarebbe lui a leggere questa lettera per te, non so nemmeno se ti arriverà mai, perché come ti avevo promesso sono sparito dalla tua vita, dalla vostra vita.
L'ultima volta che ci siamo visti ti ho detto che mi dispiace, ma non erano scuse sincere, perché la verità è che per tutto il tempo che la nave su cui eravate è rimasta ferma lì, io ho sperato, desiderato che tu cambiassi idea, solo ora mi rendo conto di che idiota sono stato.
Sei stato la mia guida per così tanti anni, un amico, qualcuno su cui contare e...colui che mi ha mostrato che anche io avevo un cuore, anche se tu non lo sapevi, ma non è questo il punto, ero così abituato a te e al fatto che tu dipendessi in un certo senso dalla mia presenza e viceversa, che mi sono sentito minacciato, ad un tratto la nostra vita è cambiata, tu sei cambiato ed io...mi sentivo sempre lo stesso, sentivo di essere l'unico a stare perdendo tutto.
Tu avresti avuto Stede e a me cosa sarebbe rimasto?
Mi sentivo già solo anche se tu eri ancora lì e non lo accettavo, era una sensazione da debole e tu mi avevi insegnato a non esserlo e poi tutto mi è sfuggito di mano...
La delusione si è trasformata in rabbia e la rabbia in odio, credevo di odiare Stede perché ti stava portando via da me, ma in verità tu non saresti andato da nessuna parte, e non c'è mai stato un noi da difendere, per cui ho capito che l'unica persona che odiavo in quel momento ero io.
L'ho capito troppo tardi e alla fine ti ho perso davvero, l'unica cosa che non volevo accadesse l'ho fatta succedere io...
Mi dispiace Edward, non so se mi perdonerai mai, ma se continuerai a detestarmi va bene lo stesso...
E mi spiace anche per ciò che ho causato a te Stede.
Spero che voi due, ovunque siate, siate felici e lo penso sul serio.
Per quanto riguarda me, non sono felice ma va bene lo stesso, forse non lo sono stato in tutta la mia vita e la felicità è un concetto che non mi appartiene, ma già il fatto di aver compreso di essermi comportato come un coglione, bè è già qualcosa...adesso la pianto e la chiudo qui, anche se non ho idea di come si debba chiudere una lettera." 

Izzy



Stede accarezzò le spalle del fidanzato in un gesto confortevole, evitando di fare battute sul fatto che i miracoli a volte accadono davvero, lo osservò alzarsi e appoggiare la lettera sulla scrivania senza dire una parola, si tolse la vestaglia rossa lasciandola scivolare per terra e poi lo raggiunse di nuovo, si chinò per baciarlo e il biondo accolse quel contatto caldo con gioia.
<< Vuoi parlarne? >> domandò il gentiluomo.
<< No >> rispose Edward, gattonando sul letto.
<< Voglio solo... >> afferrò il polso dell'altro e lo tirò a sé.
<< Stare qui con te. >>
Stede si accoccolò tra le sue braccia, con la testa appoggiata al suo petto, chiuse gli occhi e si rilassò mentre Edward gli accarezzava i capelli.
<< Un po' mi dispiace per lui... >> disse il biondo.
<< Stede, devo ricordarti quello che ci ha fatto? >>
<< No, lo so bene ma...In un certo senso mi fa pena, io sono entrato nelle vostre vite così improvvisamente >> mentre parlava si rigirava tra le dita una ciocca di capelli di Edward.
<< E' stato lui a volersene andare, nessuno lo ha cacciato >> disse Barbanera usando un tono duro.
<< Hai ragione, ma adesso sembra essersi pentito. >>
Edward si rigirò, ora erano occhi negli occhi.
<< Cosa vuoi fare andare a cercarlo? >> chiese allarmato.
<< No Ed, dico solo che se dovessimo incontrarlo per caso potresti dargli una possibilità, ascoltarlo. >>
Barbanera rimase in silenzio, vagò con lo sguardo un paio di volte prima di puntarlo in quello di Stede.
<< Vedremo. >>
Il biondo sorrise, gli spostò i capelli dietro l'orecchiò e lo baciò prima sulla punta del naso poi sulle labbra.
<< Ora dormiamo, abbiamo tutto il tempo del mondo. >>
Edward sorrise e chinò il capo, le loro fronti si sfioravano, chiuse gli occhi e si lasciò cullare dall'abbraccio caldo del suo fidanzato, non c'era altro posto dove avrebbe voluto essere, con nessun altro, la vita gli aveva donato l'amore e lui non se lo sarebbe lasciato sfuggire mai più, se poi un giorno avrebbero incontrato nuovamente Izzy, bè forse, solo forse avrebbe potuto dargli una possibilità di parlare ma non sapeva se lo avrebbe perdonato, anche se a fianco aveva l'angelo più buono del mondo che sembrava già essersi dimenticato dei torti subiti.
E così si addormentò presto, sentendosi al sicuro come non lo era mai stato in vita sua, sentendosi protetto dalla luce che emanava l'uomo che gli era accanto e che lo aveva salvato e continuava a farlo ogni giorno in mille modi possibili, senza nemmeno rendersene conto, questo era l'amore secondo lui e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.




Fine






































   
 
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