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Autore: genius_undercover    18/09/2023    2 recensioni
Se avesse smesso di vivere empiamente, trovando ciò che la mistica creatura gli aveva detto, la maledizione si sarebbe spezzata.
In caso contrario, la sua vita sarebbe inesorabilmente finita.
Con il passare del tempo, il capitano cadde preda alla disperazione e perse ogni speranza.
Chi avrebbe mai potuto amare, un Kraken?

OurFlag!Beauty&theBeast!AU
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Mary Bonnet, Stede Bonnet
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Trigger warning
Non credevo che mi sarebbe servito in una AU del genere, ma io lo metto lo stesso. 
Se mai fossi sensibile descrizioni di violenza, sangue e infilzamenti vari, ti prego di farti un favore e non proseguire la lettura. 

 

XV

Sto arrivando, Ed. 

Quando Stede  giunse al porto buio, la luna splendeva incontrastata. 

Intorno a lui, l’inferno: i cittadini, sobillati dai fratelli Badminton, stavano davvero organizzandosi per raggiungere la Revenge, ferma e immobile in mezzo al mare. 

Sperando di passare inosservato, il Gentiluomo legò Arthur ad uno degli agganci ai quali si ormeggiavano le navi, e corse a cercare la propria. 

Per fortuna ho fatto fare tre scialuppe, pensò, una volta che l’ebbe trovata. Il suo cuore stava volando: questione di minuti e avrebbe potuto rivedere Edward e gli altri. 

Bastava solo ricordare come indirizzare la barchetta ed era fatta. 

Stede aveva la vacanza ancora impressa a fuoco nella mente, aveva osservato ogni singolo movimento di Ed, doveva riuscirci. 

“Guarda guarda chi ho trovato!” 

Quella voce lo fece sobbalzare.

“Nigel!” Escalmò Stede, più nauseato che mai, senza contare che il fiato di quell’uomo avrebbe potuto stendere un esercito di soldati in guerra,

“Ehi, Jack!” Gridò poi il gemello, senza permettergli di allontanarsi. “Il piccolo Bonnet sta cercando di salire sulla sua piccola barchetta!”

Ed ecco ciò che Stede aveva cercato di evitare dall’inizio. 

A nulla erano servite le accortezze, la speranza di riuscire a passare inosservato tra la folla inferocita e fregarli sul tempo. 

“E tu che cosa ci fai, qui, ragazzona?” Domandò Calico, 

Stede sorrise esattamente come si farebbe di fronte ad una carogna ripugnante.

“Potrei farti la stessa domanda, deficiente." Dichiarò glaciale. 

Calico rimase di pietra. “Ti ho sempre trovato adorabile, quando perdi la pazienza…ma stavolta no."

“Non mi importa!" 

“Uhm…questo potrebbe essere un problema.” Jack afferrò il polso di Stede e lo strinse. 

“Ti do due secondi per lasciarmi andare.” SIbilò il Gentiluomo.

“Oppure?”

“Sarà peggio per te.”

“Sai una cosa? Penso che non potrei mai essere capace di lasciarti andare." Il baffuto rise con disprezzo, poi diventò mortalmente serio. "Di’ lo  stesso, Stede. Di’ che provi le stesse cose.”

“Mai, Jack.” Esclamò il biondo, cercando di mascherare il dolore al polso ancora chiuso in una morsa. 

“Cosa?”

“Io…io ti farei un torto enorme, e poi non sarebbe la verità–”

“DILLO!” 

“No! Io non ti amo, tu non sei–”

“Ah, c’è qualcun altro, allora." Calico Jack per tutta risposta girò intorno al corpo di Stede, torcendogli direttamente tutto il braccio.  "Chi è. Stede?”

E il Gentiluomo compì l’errore di onestà più grande di tutti: guardò per un istante di troppo verso la Queen Anne’s. 

Calico strinse ulteriormente la presa. Stede stava per mettersi a piangere dal dolore, sentiva il gomito in procinto di piegarsi in maniera così innaturale che temè per un istante che si potesse spezzare da un momento all’altro.

“Allora non avrò pietà.” Sibilò l’uomo dietro di lui. “Chiunque sia il tuo nuovo amichetto, lo troverò e ti garantisco che quando arriverai su quella nave lo troverai in cenere." 

"No…non lo farai." 

"Dove pensi che sia, Chauncey, in questo momento, eh?" 

La risposta non tardò ad arrivare: Stede notò una nave staccarsi dal porto, sicuramente capitanata dal fu ammiraglio Badminton. 

Jack non stava mentendo. 

Spalancò gli occhi più per l'aspettiva terribile, quanto per il colpo di pistola che era appena esploso in aria poco distante da dove si trovava lui. 

Quindi ne approfittò per far finire il dolore insopportabile che stava provando, divincolandosi e frangendo il proprio pugno stretto chissà quando, sul naso di Jack. 

Stede non seppe chi aveva guidato quell’azione così violenta per la sua stessa natura, ma per una volta non si sentì in colpa.

Calico Jack adesso si era allontanato a causa del colpo inaspettato. Era piegato in avanti a tenersi il naso gocciolante di sangue, mentre NIgel Badminton rideva biecamente al risvolto degli eventi.

“Bel colpo, Bonnet.”  Commentò all’improvviso Spanish Jackie, perché era stata lei a sparare. 

E sempre lei puntò la pistola verso i due scellerati, mentre Stede si allontanava. 

“Il primo che si muove lo riempio di piombo.” Minacciò. “Ti copro le spalle, Bonnet.” 

"Ma Chauncey–"

"Ci penseranno i miei mariti." 

Stede vide una seconda nave enorme mollare gli ormeggi e dirigersi al largo. 

“Va’ da lui.” Aggiunse Jackie. "Hai il vantaggio della leggerezza della tua scialuppa e il vento a favore. Se remi bene lo raggiungi." 

“Tu…” Balbettò Stede, sorpreso all’inverosimile. “Tu sai–”

“Digli che un maledetto bastardo fortunato e che gli devo da bere.”

Il Gentiluomo annuì grato come non mai e saltò letteralmente giù dal molo. 

Edward gli aveva insegnato atterrare sulla scialuppa in modo che non gli facessero male le ginocchia, e soprattutto mantenere l’equilibrio senza ribaltarsi e finire in mare.

…non gli riuscì: finí sulle ginocchia, ma non osò lamentarsi. Non ne aveva il tempo. 

Il suo obiettivo principale era raggiungere la Queen Anne’s. 

“Capo!” 

Oluwande fece irruzione nella sua stanza insieme a Lucius. 

“Smettila subito di rimuginare!" Aggiunse quell'ultimo. "Non sai cosa sta succedendo!” 

“L’ho già visto.” Esclamò passivamente la Bestia. 

Era Barbanera, un tempo, ed esattamente come un tempo, a Barbanera non sfuggiva mai nulla. 

“E non si può fare niente?” Domandò Lucius, incredulo all'inverosimile. 

“Sapete combattere, mi pare.” Rispose Edward voltandosi a guardarli.

“Noi sì, combatteremo, ma tu–” Provó a dire Oluwande. 

“Io mi aspetto che pensiate a difendere la vostra pelle con qualsiasi mezzo troviate. Non osate preoccuparvi per me…che vengano pure.” 

Perculiamoli!” Proruppe Lucius. 

“Questa è un’ottima idea.” Riconobbe Ed. “Vi ricordate come si fa?”

“Non ce ne siamo mai dimenticati, Capitano.” Assicurò Olu. "Ora parliamo con Izzy." 

"D'accordo."

"E non preoccuparti, Capitano, andrà tutto bene!" 

"Anche perché peggio di così è un po' difficile!" Esclamó Lucius con una risata mentre usciva.

L'ultima cosa che Edward sentí fu la voce del giovane scrivano che si lamentava per la gomitata che gli era appena arrivata. 

Calico Jack non avrebbe mai creduto che abbordare una nave sarebbe stato tanto facile, così come lo era stata la fuga da Spanish Jackie. 

Le aveva sparato ad una gamba all'improvviso, poi si era buttato in acqua insieme a Nigel, il quale, gridando, aveva fatto fermare la nave di Geraldo dopo qualche bracciata.

In pochi nodi, avevano raggiunto Chauncey che li attendeva come da piano con il resto della gente e come se non bastasse erano riusciti a fregare anche Bonnet…quell'idiota si era inspiegabilmente volatilizzato ancora prima che potessero divertirsi a prenderlo a cannonate: man mano che si avvicinavano al rudere, una nebbia fitta e nera come fumo si era alzata in maniera fin troppo sospetta.

Meglio così. Aveva pensato Jack. Avrebbero risparmiato la polvere e ogni singola munizione per la Bestia. 

La sua nave era davvero impressionante anche da vicino. 

Sembrava apparentemente deserta, e incuteva un certo timore nel silenzio della notte. 

"Andiamo, idioti!" 

Comandò Jack a coloro che l'avevano seguito. Non erano che un centinaio di anime, tutte assetate di morte. 

Jack mosse qualche passo sul ponte scricchiolante e all'improvviso, dei versi immondi riempirono l'aria. 

La vela di trinchetto prese a muoversi senza vento. 

I presenti sobbalzarono. 

"Jack…" Mormorò Nigel. "Io ho paura–"

"È stregato davvero, questo posto!" Fece eco Chauncey, il quale non stava facendo altro che guardarsi intorno con nervosismo.

"Ma andate a cagare!" Rimproverò Jack, fermando la comitiva di gente intimorita. Salì sul castello di poppa per guardare ognuno. "Non lo vedete che non c'è nessuno!?" 

I presenti non risposero.

Sembravano intirizziti dal freddo, oltre che dal terrore: piano piano, lentamente, delle figure ammantate di nero si palesarono alla penombra lunare. 

Non erano che ombre, e si stavano avvicinando minacciose e in silenzio, come branchi di pantere affamate. 

Solo il bianco dei loro occhi era visibile. 

Una di esse in prima fila, si tolse il cappuccio, rivelandosi. 

Jack per poco non se la fece addosso per la sorpresa: davanti a sè c'era un uomo fuso con una murena. 

E gli stava digrignando contro le zanne. 

Una volta che furono tutte vicine le sagome si rivelarono a loro volta. 

I Badminton erano a tanto così dallo gettarsi in mare, tanta era la paura: dovevano fronteggiare esseri fusi a creature marine.

Bestie infuriate. 

“ORA!” 

Gridò qualcuno. 

E quelle cominciarono a sparare. 

"AVANTI!" Gridò Jack, alzando la pistola a sua volta. 

Ma del centinaio di uomini che erano partiti, la metà circa si tuffarono nelle gelide acque sotto di loro. 

Stede, che ancora remava a pochi nodi di distanza, sentì urlare. 

Quando giunse a destinazione, il Gentiluomo si sentì morire: era arrivato troppo tardi. 

Legò la scialuppa al fianco della Queen Anne’s, che aveva preso letteralmente fuoco a causa del fumo presente nell'aria. 

La nebbia artificiale si stava diradando, ma allo stesso tempo respirare era difficoltoso. 

Salì la scala di corda in fretta, e quando giunse sul ponte, per poco non svenne. 

L'albero maestro aveva preso fuoco. 

Olivia volava come impazzita con dei sacchi di polvere da sparo legati alle zampe. 

Wee John e Frenchie aspettavano che quella cadesse su di loro per alzare le torce e farla esplodere. 

Izzy Hands se la stava vedendo coi gemelli Badminton, i quali sembravano star affrontando un demonio abile sia con la spada, che con la pistola. 

Roach e Balck Pete rincorrevano i loro assalitori sventolando le rispettive accette, Fang e Ivan li stavano letteralmente prendendo a pugni. 

Jim e Oluwande erano circondati, ma si stavano proteggendo le spalle a vicenda, schiena contro schiena. 

Frenchie se la stava vedendo con i cannoni, caricandoli insieme allo Svedese che  gridava e sembrava posseduto. 

Lucius e Buttons, invece, arrampicati sul sartiame, scagliavano pezzi di legno appuntiti sulla folla nemica. 

Il Kraken invece, coperto solo dalla vestaglia rossa, era davanti al timone. 

Immobile. 

"EDWARD!!" Gridò Stede a pieni polmoni. "EEEEEED!" 

Stede?! La Bestia si riscosse. Giró la testa a destra e guardò a sinistra. Non lo vide. "Stede! Dove sei?!" 

Il gentiluomo si arrampicó su una corda calante, e incurante di essere colpito dai pugnali vaganti di Jim o dai proiettili di Olu, si mostrò al di sopra della ressa. "SONO QUI!"

Ma non stava sorridendo, notò Ed. Anzi, aveva la faccia rossa per gli sforzi compiuti fino a quel momento. 

"VATTENE, STEDE!" Gli disse di rimando. "È PERICOLOSO!"

"ATTENTO, ED!!" Insistè il biondo, più allarmato che mai. "ATTENTO, È DIETRO DI TE!!" 

Edward fece appena in tempo a schivare la pistola di Calico Jack, ed estrasse la spada, prima che quello potesse nuovamente premere il grilletto. 

"Non lo sai, che attaccare alle spalle è da codardi??" Tuonò.  

"Ho ho, ma tu sai parlare!" Calico Jack gli sparò dritto a una spalla. 

Edward non si mosse, aveva perso di vista Stede: la corda a cui era aggrappato fino a quel momento aveva preso fuoco. 

Jack sparò di nuovo a bruciapelo, nello stesso identico punto. "Che cosa ti succede, Bestia." Sputó beffardo. "Tutto qui, quello che sai fare?" 

Ed non sentiva alcun dolore. O almeno non lo distinse da quello acuto che già provava di norma. 

Non voleva nemmeno combattere: lui sapeva, che sarebbe bastato un pugno, per far fuori quell'idiota che pensava di farlo morire sparandogli due miseri colpi di pistola. 

Non aveva più voglia di combattere in generale. Era stanco.

Al di là delle colonne di fuoco che ora invadevano la poppa e la prua, il Kraken notò che una terza nave lo stava affiancando dall'altro lato. 

Vanamente: la folla armata che aveva invaso la sua, si era ritirata. 

Adesso tutto ciò che vedeva erano i suoi uomini che gridavano alla vittoria come pazzi. 

"EDWARD!"

Fu nuovamente quel richiamo lontano, a farlo riscuotere. 

Ma Calico non si arrese. "Belva lurida." Apostrofó, piantandogli un coltello alla sinistra del petto e strappando un lembo di vestaglia. "Come hai avuto questa?" 

Edward impiegò un istante, a capire che era appena stato pugnalato dalla parte del cuore. 

E i pirati caddero uno a uno. 

Lucius, Izzy, Fang…i corpi pesanti sbattevano sul legno come oggetti inanimati.

Stede era in mezzo a loro, l'unico rimasto in piedi in mezzo al ponte.

"No…" Mormorò terrorizzato. Quando poi vide la Bestia, cadde in ginocchio anche lui. 

Era finita.

"Ed…" pianse, occhi negli occhi con lui. "No, Ed…no…" 

Fu in quel momento, che Jack capì tutto. "Tu…" Si rivolse al Kraken, mentre una risata gutturale gli invadeva il corpo. "Eri tu, l'amichetto di Stede. Non ci posso credere, è te che vuole!" Le risate divennero sempre più alte, nervose. Isteriche. 

E quella volta, Ed reagì. 

Col pugnale ancora piantato nella carne, assalì Jack spingendolo verso le fiamme sempre più vicine.

L'altro tentò un pugno e il Kraken lo incassó, così come incassó tutti gli altri pugni maldestri e ciechi che si abbatterono su di lui. 

Stede notò che Ed stava cercando di non colpirlo a sua volta. 

All'improvviso, il pennone avvolto dalle fiamme cadde e i due lo evitarono per un soffio.

Stede si sentì afferrare per il colletto della camicia.

"Cosa diavolo pensi di fare qui impalato, Bonnet!?"

"Jackie!" 

"Andiamo, aiutami a portare via di qui questi figli di puttana!" Ordinò la donna, caricandosi il corpo di Jim in spalla. "Sulla tua scialuppa saranno in salvo. La mia nave al momento è occupata dagli stronzi che volevano assalirvi, non so se mi spiego." 

Stede capì: Jackie era riuscita a ripescare la gente che si era precipitata in mare prima, dopo e durante i combattimenti. Adesso erano prigionieri lì. 

"Ma i Badminton–"

"Li ho gettati in gattabuia." Tagliò corto la donna, incespicando verso la balaustra ormai inesistente. "Muoviti diamine! Siamo su una cazzo di polveriera, quanto pensi che regga?!"

Stede prese il braccio inerme di Izzy e se lo portò sulle spalle, alzandolo di peso. "È la terza volta, che mi salvi la vita..."

"Non me lo ricordare."

"La tua gamba–" notò poi il biondo.

"Non è per me, che devi preoccuparti." 

In verità, Stede era preoccupato per tutti. 

Per la ciurma ormai morta e per Ed, che ancora combatteva in mezzo al fuoco. 

Le risa di Calico Jack echeggiavano nella notte agitata. 

"Sei innamorato di lui, mostro!" Provocò, attaccando nuovamente il Kraken. "Pensi davvero che uno come Stede possa ricambiare?! Lui ama le cose belle. Lui ama me." 

Estrasse una seconda pistola. "Lui è mio e basta." 

Edward non poté più trattenersi. 

Gli strappò l'arma di mano con un tentacolo, con l'altro, mentre lo teneva fermo, franse il calcio contro il suo viso una, due, tre volte, fino ad aprirlo e farlo sanguinare.

Fino a che le risate dell'uomo non si fermarono. 

Dopo di che, lo sollevò per il collo e con uno sforzo continuò al alzarlo fino che gli consentiva la propria altezza. 

Più andava in alto, più le fiamme erano calde.

Fu allora che Jack Rackham chiese pietà. 

Non lo fece a voce. I rantoli spezzati, la tosse e il volto tumefatto furono più che sufficienti. 

“Vattene.” Ringhiò, guardandolo negli occhi cerulei. 

Dopo di che, vivo e parzialmente illeso, lo lasciò cadere. 

"ED!" 

La Bestia si voltò, ma non lo vide di nuovo. Colonne di fuoco stavano inghiottendo la nave da cima a fondo. Presto si sarebbero unite e un unico pilastro avrebbero consumato la nave intera. "Stede!" 

Il fumo era di nuovo avvinto intorno a lui.

"Non ti vedo, Stede!" 

"LO SO, ED, MA IO SÌ! SEGUI LA MIA VOCE, DOBBIAMO ANDARCENE SUBITO!" 

"Stede, non l'ho ucciso!" Esclamó Ed, camminando a tentoni. Iniziò a tossire. "Non l'ho ucciso."

"EDWARD PER L'AMOR DI DIO, VOLTATI!!" 

Fu troppo tardi. 

Edward avvertì un secondo morso gelido trapassargli il corpo da parte a parte. 

Improvvisamente, un dolore immenso, monumentale, infinito gli esplose dentro, facendolo gridare in maniera disumana. 

Crollò su un fianco, sfinito e senza fiato, mentre alle sue spalle il pavimento crepato si apriva.

Calico Jack molló la presa sull'elsa della spada che aveva appena usato, e scomparve dentro al ventre della nave maledetta. 

 

*ANGOLETTO AUTRICE*

Okay bella gioia, tutto a posto? 😱

Spero -al di lá di non aver fatto confusione con le descrizioni e tutto il resto,- spero con tutto il cuore di non aver urtato la tua sensibilità e soprattutto di non aver esagerato troppo con i toni.

Ci vediamo nel post-battaglia, daccordo? Prometto che andrà tutto bene.

Non è ancora finita.

Un abbraccione,

 

-C

   
 
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