Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Cryblue    19/09/2023    3 recensioni
"Per te le amiche sono amiche, le colleghe sono colleghe e gli uomini sono tutti inutili"
Martina vive tutta la sua vita con questa filosofia, soprattutto ora che questo nuovo lavoro l'ha strappata dal dolore di una difficile rottura. Per lei è un vero disastro quando una RESPONSABILE cessa di essere "solamente" tale e diventa ai suoi occhi una Donna. Si, con la D maiuscola.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ch.29 – The almost people.
 
“Signorina, non avete i biscotti alla cannella?”
Non sai se ti dia più fastidio il “signorina” all’inizio delle frase; il fatto non ci sia un saluto qualunque prima della domanda; o il fatto che sia l’ennesima persona che confonde la cannella con lo zenzero. O forse l’unica cosa che ti da veramente fastidio è che stai parlando con il cliente che hai davanti, e che stai servendo, e la simpatica signora ha deciso che dovevi servire lei e lei soltanto, interrompendovi senza la minima esitazione.
Stringi i denti e concentri tutte le tue forze nel non alzare gli occhi al cielo, il ragazzo al quale stai porgendo la busta ti sorride complice e tu sospiri, grata di avere un alleato in questa situazione fastidiosa.
“Signorina, allora? Non avete i biscotti alla cannella, vero?”
Saluti il ragazzo dandogli lo scontrino e ringraziando, ti giri verso la cliente insistente e ovviamente è una donna di oltre sessant’anni, probabilmente una di quelle che si lamenta della maleducazione dei giovani.
Fai un respiro profondo e la accogli con il tuo sorriso più grande e finto. “Si signora, sono quelli nella scatola grande verde, dove c’è scritto ginger. Sono allo zenzero E cannella.”
“No, non c’è scritto cannella.”
Oh ok, è una di quelle che non ascolta, che crede di aver ragione a prescindere. Provi la tentazione di mentirle dicendole che è vero, ti sei sbagliata e avete finito i biscotti alla cannella che, sia messo agli atti, non esistono.
Fai il giro del bancone e prendi un pacco dei suddetti biscotti, lo giri perché sul fronte le scritte sono in inglese e per trovare la lista ingredienti in italiano devi leggere il retro.
“Si signora, le assicuro che sono questi guard…”
“Li ha comprati mia figlia e mi ha detto che li ha comprati qui, li ho mangiati da lei ed erano alla cannella.”
Ti irrigidisci e vorresti spaccarle la scatola di biscotti in testa o magari fargliela ingoiare intera, se solo la gente imparasse ad ascoltare, il tuo lavoro, così come quello di chiunque altro, sarebbe più facile come minimo del 500%.
“Si signora, questi sono i nostri famosi bis…”
“Erano in una scatola di latta.”
Perfino il suo profumo è fastidioso, esattamente come lei.
“Quello è perché erano la versione natalizia, da metà ottobre a fine dicembre li portiamo nella scatola di latta, ma le assicuro che sono lo stesso prodotto.”
“Lei dice?” Ha la faccia dubbiosa e tu pensi che se al tuo posto ci fosse un cartonato sarebbe esattamente la stessa cosa per lei.
“Si signora, le assicuro che…”
“Mah, io ricordo che erano alla cannella e non allo zenzero.”
“È perché la cannella ha un sapore più forte rispetto allo zenzero e tendiamo a riconoscerlo di…”
“Io sentivo la cannella.”
Ormai è una sfida per te: devi farle comprare quello stupido pacco di biscotti.
“Facciamo così, ne apro uno e glielo faccio assaggiare.” Prendi una confezione piccola per aprila e farglielo mangiare, magari si cheta per qualche secondo.
“Ma quelli sono diversi.”
Ok, alla sfida si aggiunge anche quella di non strozzarla. “No signora, sono lo stesso identico prodotto: confezione più piccola e in diversa forma, l’impasto però è lo stesso.”
“Mmmmh…non lo so.”
Potresti aprire quelli grossi, ma non vuoi dargliela vita, il bar è tuo, non suo. In più in questo formato ti sarà più semplice offrirli con il caffè, visto che sembrano fatti apposta per essere poggiati sul piattino accanto alla tazzina.
“Le assicuro che l’impasto è lo stesso.”
“Se lo dice lei, io ancora non sono convinta.”
Le dai le spalle e alzi gli occhi al cielo, recuperi una pinza e le porgi un biscotto con un sorriso stampato sulla faccia.
“Testarda eh?” In realtà non è testarda, è una maleducata prepotente che non rispetta il lavoro degli altri perché, cosciente o meno, ti sta ripetutamente dando dell’incompetente e non ascoltandoti ti sta solo facendo perdere tempo, che potresti impiegare in modo molto più utile.
Se non fosse che TU sei TESTARDA e devi vincere a tutti i costi.
“Mh…si…mi sembrano quelli. Sono davvero buoni.”
Stringi i denti per non urlare un: “È mezz’ora che te lo dico, stronza! CERTO CHE SONO QUELLI, io LAVORO in questo posto!!!”. Opti invece per un più politicamente corretto: “Sono contenta di averla accontentata.”
“Bene, io però li voglio nella scatola di latta.”
Valuti la possibilità di rispondere con un “E allora vada a fanculo con la maiala di so’ figlia e torni a ottobre.” Ma, di nuovo, non puoi farlo.
“Temo dovrà aspettare la versione natalizia per quella.” E la pagherà di più, avendo meno prodotto.
“Natalizia? A Dicembre quindi?”
Ti chiedi se sei finita all’inferno e questa sia la tua tortura personale, ma smetti di preoccupartene quando vedi con la coda dell’occhio Alex e Leila avvicinarsi al bar, e quando due responsabili ti approcciano contemporaneamente non è mai un bene.
“Si signora, a dicembre.” Stai dando un’informazione sbagliata e non ti importa nulla, tanto comunque miss simpatia davanti a te non ti ascolta e l’ha dimostrato più volte. Senti gli occhi dei due responsabili addosso e ti senti a disagio anche a fare una cosa semplice come uno scontrino. Arriva un altro cliente, gli fai cenno di aspettare un minuto e vai verso Alex e Leila con gli occhi socchiusi e passo malfermo.
“Ditemi.”
Come ti aspettavi è Alex a parlare “Pastorelli sono qui per darti un feedback diretto.”
Passi lo sguardo dall’uno all’altra, alla ricerca di una qualsiasi spiegazione sul volto di Leila, il suo sguardo è indecifrabile, come sempre, ma sta dondolando sul piede e le sue labbra sono leggermente deformate da una smorfia.
Ti costringi a guardare ancora il tuo responsabile, che ha chiaramente il compito di parlarti. “Dimmi tutto.”
“È venuta una signora a lamentarsi perché sei stata maleducata.”
Tutto nella tua vita ti è stato detto, tranne che sei una persona maleducata.
Puoi essere irruenta e fredda, scortese, scostante, stronza e molte altre cose sgradevoli, maleducata no, un’educazione l’hai avuta e ne vai fiera. Alzi un sopracciglio e guardi di nuovo Leila, questa volta scuote leggermente la testa e le si legge in volto che vorrebbe essere ovunque tranne li, e non perché sei tu, ma perché è stupido quello che sta succedendo.
La signora dei biscotti è ancora davanti allo scaffale che ragiona su scatole di latta e bisogni personali, quindi non è stata lei. Provi a ricordare chi altro possa essere stato ma non hai avuto screzi con nessuno: una signora si è lamentata che non avevate caffè decaffeinato; una ti ha tirato un pippone sul fatto non abbiate nulla vegan-friendly; una ha cercato di saltare la fila e l’hai cortese rimessa al suo posto; una voleva a tutti i costi della camomilla, che non avete. Tutte persone che sono arrivate, ti hanno scaricato merda addosso e sono andate via, a nessuna di loro hai risposto a tono, ti sei limitata a sorridere e a rispondere con un tocco di ironia, sempre nel rispetto e nell’educazione, ma sei un essere umano non puoi sopportare la merda di tutti i frustrati senza reagire mai.
“Sinceramente, non è successo che mi faccia capire chi possa essersi lamentato del mio comportamento.” Vedi con la coda dell’occhio che le persone al banco ora sono tre.
“Meglio così, almeno starai più attenta per il futuro.”
Sgrani gli occhi perché ti sembra la frase più stupida tu abbia mai sentito.
Leila gli mette una mano sul braccio prima che lui parta con uno dei suoi sproloqui senza fine “Andiamo, lasciamola lavorare.” La sua voce è miele per le tue orecchie e ti rilassi all’istante, fanculo Alex, fanculo la stronza che si è lamentata di te e fanculo i biscotti alla cannella che non esistono.
“Io lo so che non sei maleducata, ma a volte sta tutto nei modi, nel modo di porsi soprattutto.”
“Alex.” Lo riprende come se fosse un ragazzino e il potere che emana è sempre molto sexy, anche se in teoria è lì per cazziarti.
“Si, si. Andiamo.” Come tutti diventa un agnellino al suo cospetto, pure lui che è un uomo grande e grosso. “Dajè Pastore’ che ci si può sempre migliorare.”
Li guardi andare via, prima di svoltare l’angolo Leila si gira verso di te, scuote la testa e alza gli occhi al cielo, segno che la pensa esattamente come te, ossia che la loro incursione al bar è stata una cosa senza senso, che non avrebbero dovuto farlo davanti ai clienti, che era una cosa tanto stupida da poter essere ignorata, ma soprattutto che è stata una perdita di tempo per tutti e tre.
O magari non pensa tutte quelle cose, ma a te piace pensarla così.
La cosa della perdita di tempo per tutti e tre era inevitabile comunque, all’Ikea le cose si fanno così, sempre a quattr’occhi, sempre con un testimone, il che la rende una cosa ufficiale.
Prendi un respiro profondo, ti stampi un sorriso in faccia e servi finalmente il cliente che ti stava aspettando, lui ti sorride “Ma il suo capo lo sa che le persone sono delle emerite teste di cazzo?”
Alzi entrambe le sopracciglia e poi scoppi a ridere. “No, suppongo di no. Ma io non glielo posso dire.”
“Lo dico al suo posto, signorina. Le persone sono delle emerite teste di cazzo, soprattutto quando sono dalla parte del cliente e sono convinte di avere sempre ragione e tutto sia loro dovuto.”
Ridi ancora e gli offri anche un biscotto allo zenzero, ti scusi per averlo fatto attendere e passi al cliente successivo, e così via finché non li hai serviti tutti e rimane solo una ragazza.
“Ciao.” Ti sorride contenta e tu sai di averla già vista, ma non riesci a capire dove.
“…ciao?”
“Mia madre continua a parlare a te e a chiedermi quando la porto a trovarti.”
Anna! È la figlia della vedova che hai fatto piangere!
Hai avuto la testa impegnata, non puoi biasimarti se non ricordi le facce di tutte le persone che passano al bar, anche se questa non è una storia qualunque.
“Mi fa piacere e non ho fatto assolutamente nulla. Come sta? Come state?”
Fa un sorriso tanto triste che ti spezza il cuore. “Andiamo avanti. La vita va avanti, ma ci manca molto.”
Annuisci e sei in totale imbarazzo, non ti piace vedere una ragazza piangere e i suoi occhi sono di nuovo pieni di lacrime. Le metti davanti una cinnamon roll senza chiederle cosa voglia, le prepari anche un caffè macchiato, perché non ti ricordi l’ordinazione di quelli a cui hai appena fatto lo scontrino, ma la sua si.
Asciuga gli occhi e ti ringrazia, il che da il via a una conversazione da bar, ossia parlate del tempo, dei cinnamon, e dei prodotti ikea in generale.
“Quanto ti devo?”
Vai verso la vetrina, prendi due dolcetti svedesi alle mandorle, quelli che tua madre adora e che per Giorgia sono gialli, mentre per te sono verdi, li infili in un sacchetto da asporto, torni da lei e glieli porgi.
Ti guarda con aria interrogativa e tu sorridi.
“Saluta tua madre per me, dille che non mi sono dimenticata di lei e che mi farebbe piacere tornasse a trovarmi. Questi sono…un piccolo promemoria. Una coccola a distanza.”
“La farai di nuovo scoppiare a piangere…” ha gli occhi pieni di lacrime anche lei, ma sorride.
Non sai perché ti importi di queste persone, forse perché tuo padre non è mai stato un padre e questa storia d’amore ha colpito la tua immaginazione e ti ha commossa profondamente, o magari solo è perché ti hanno trattata da essere umano ed è una rarità per te, sta di fatto che in questo momento sei sincera e se la signora vedova dovesse tornare a trovarti, ti farebbe piacere davvero.
“Se sono lacrime di dolore allora…” fai per riprendere il sacchetto e lei scuote la testa.
“Posso…” indica il lato aperto del bancone e tu non capisci subito, ma poi hai l’illuminazione e capisci che vorrebbe abbracciarti, è strano, ma non credi ci sia nulla di male. Annuisci e le vai incontro, vi abbracciate nello stesso punto in cui sua madre ti ha stretta al petto.
“Grazie mille.”
“Non ho fatto nulla di che.” Magari l’Ikea si, ma avete l’opzione della degustazione, perché non usarla a fin di bene?
“Non è vero e ti ringrazio.”
Alzi entrambe le spalle e asciughi gli occhi con il polso, dandoti di stupida per commuoverti così facilmente, lei ti sorride e asciuga anche le sue lacrime.
“Allora vi aspetto?”
Annuisce. “Si, torneremo di sicuro. Soprattutto dopo questi.” Agita il sacchetto e ti sorride.
“È possibile avere un caffè?” Ed ecco il simpaticone educato di turno.
“Ti lascio lavorare allora. Grazie di tutto.”
“Grazie a te e buona serata.” Ti giri verso mr. simpatia senza aspettare una risposta da Anna. “Ha la tessera Ikea?”
“Ntz.” È la sua risposta disgustata, ha il braccio poggiato al bancone e non ti guarda nemmeno.
“Bene, sono novanta centesimi allora.” provi quasi soddisfazione a fargli pagare il prezzo intero.
“Perché, se avevo la tessera era gratis?”
Stringi i denti e ingoi il “se avessi avuto”, il “sarebbe stato” e lo “stupido caprone ignorante” che vorresti urlargli. Ti appiccichi ancora addosso il sorriso e canticchi quasi “No, ma viene a costare la metà con la tessera Ikea, 50centesimi.” Ed eccolo la, fanno tanto i duri e i fighi, ma sentono questa frase e impazziscono per il bisogno di pagare meno il caffè.
“Mia moglie ce l’ha, vado a cercarla.”
Se solo tu avessi cinquanta centesimi per tutti quelli che ti hanno ripetuto sta frase, non avresti più bisogno di lavorare qui.
Lo guardi cercare la povera donna che l’ha sposato e ti lasci andare contro la lavastoviglie pensando che tutto avresti creduto, tranne che lavorare in un bar sarebbe stata questa assurda altalena di emozioni.
Non cambieresti nemmeno una virgola.
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Cryblue