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Autore: Kikiletoway    21/09/2023    1 recensioni
Chiunque, dal Principe di Pentos al semplice contadino nell’Altopiano, sapeva che Re Viserys aveva fatto sposare il suo secondogenito maschio col suo secondo nipote in un ultimo tentativo di ricucire la vociferata frattura tra le due fazioni in conflitto della sua famiglia.
 
I pettegolezzi suggerirebbero che i due principi si odino a vicenda e che il matrimonio non avesse fatto nulla per cambiare tale circostanza.
 
È esattamente per quel motivo che uno dei misteri più inafferrabili nell’intero mondo conosciuto rimane il come abbia fatto un’unione così volubile a generare così tanti figli.
 

 
Costretti in un matrimonio che nessuno dei due voleva o si aspettava, Aemond e Lucerys dovranno esplorare i dolori del crescere, dell’innamorarsi, del matrimonio e del diventare genitori — anche se non necessariamente in quell’ordine.
 
Aemond/Lucerys.
Tags: Kid Fic, Molteplici POV, Matrimonio Combinato, mpreg, incesto zio/nipote, il canon è un misto: ha parti sia dello show HOTD sia del libro Fire and Blood, Nessuna Danza dei Draghi tra Aegon II e Rhaenyra!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aemond Targaryen, Alicent Hightower, Jacaerys Velaryon, Lucerys Velaryon, Rhaenyra Targaryen
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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POV di Joffrey + POV di Aemond + POV di Daeron
 
Qui avremo uno scambio di POV tra Neri e Verdi, quindi tenete a mente che tutti loro sono assolutamente di parte, ognuno per la propria fazione, e non sono obiettivi.
 
P.s, mi scuso per il ritardo nell’aggiornamento, ma ho avuto dei gravi problemi in famiglia che mi hanno bloccata. Non vedevo l’ora di aggiornare. Spero che il nuovo capitolo vi piaccia!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
I venti di Approdo del Re sono ben diversi da quelli di Nido dell’Aquila. Invece di una frescura pungente che porta con sé un persistente profumo di pino, c’è soltanto l’umido fetore di fogna, acqua salata e veleno di serpe.
 
 
Joffrey è nella capitale da meno di un giorno e può già dire con sicurezza che sarebbe felice di starci lontano per sempre, se possibile. In netto contrasto, a Jace non sembrano dar fastidio quegli odori, o ne è semplicemente imperturbato ormai. A differenza dei suoi fratelli maggiori, Joffrey era solo un neonato quando avevano vissuto nella Fortezza Rossa, e nel mezzo del crescere a Roccia del Drago e dell’essere preso in custodia nella Valle, sotto la tutela della cugina di sua madre, ha avuto poche opportunità di acquisire familiarità con Approdo del Re. La loro madre non è ancora salita al trono, e sarà Jace a diventare il suo erede; Joffrey è molto basso nella linea di successione, quindi è molto probabile che non sarà mai lui quello a sedersi sul trono di spade. 
 
 
La parte piatta di una spada lo colpisce sul fianco, facendolo risvegliare dai suoi pensieri. “Sei troppo distratto a pensare, fratellino.” Jace sorride guardandolo. “Ti rendi vulnerabile, continuando a sognare ad occhi aperti.” Joffrey sbuffa, alzando gli occhi al cielo e riabbassando la propria spada. “A che stai pensando?” Suo fratello chiede.  
 
 
Joffrey fa ruotare l’impugnatura della propria spada. “E me lo chiedi pure, fratello?” C’è un tono pungente nella sua voce, che non voleva ci fosse. “Non sono un marinaio, sono un uomo del cielo. Non so perché tutti voi lottiate tanto per farmi ereditare Driftmark.” Borbotta sottovoce, con una voce abbastanza bassa da permettere solo al suo fratello più grande di sentire. 
 
 
“Tu sei l’ultimo dei figli di Laenor,” Joffrey sbuffa col naso, facendo accigliare Jace e facendo in modo che si guardi intorno nel cortile d’addestramento con cautela. “Adesso è un tuo dovere, Joff. Né io e né Luke possiamo più ereditarla ormai.” La menzione del loro fratello assente fa cadere del silenzio tra di loro. Joffrey abbassa lo sguardo sulla propria lama – un regalo da parte di Lady Jeyne dopo che lui aveva ricevuto il suo titolo di cavaliere a Nido dell’Aquila – e si acciglia. “Avrebbe dovuto essere Luke ad ereditare Driftmark.” Lui sussurra. “Almeno lui a Lord Corlys piace.” 
 
 
Joffrey lo conosceva a malapena suo nonno. Nelle poche occasioni in cui aveva visto quell’uomo, il loro lord nonno aveva passato la maggior parte del tempo lamentandosi del matrimonio di Luke e riempiendo di attenzioni i suoi bisnipoti, invece di parlare con Joffrey – non che lui stesso invece abbia fatto un qualche tentativo di parlargli. La decisione di mandare Joffrey nella Valle insieme a Rhaena, sotto la tutela della cugina di sua madre, invece di Driftmark, aveva solo servito a far peggiorare la tensione persistente tra le Case Velaryon e Targaryen, generata dalla diseredazione di Luke per decreto reale. Una volta che la gioia causata dalla nascita dei gemelli di suo fratello si era spenta, la questione dell’eredità era diventata come una pesante nube soffocante che indugiava sulla loro famiglia. L’offesa contro Casa Velaryon causata dalla decisione del Re di far sposare Luke con Aemond era una ferita che si era solo infettata negli ultimi sette anni. Joffrey era stato nominato erede con riluttanza, solo perché non farlo sarebbe stato un disonore verso il lascito di Ser Laenor. La rivendicazione di Lord Vaemond verso il trono di legno non è per nulla inaspettata, al contrario di come sua madre aveva definito la cosa. Il Serpente di Mare è in fin di vita e non è certo che lui avrebbe chiesto alla Principessa Rhaenys di confermare lo stato di Joffrey come erede; dopo tutto, Joffrey non è Luke – non è lui l’erede designato di Corlys Velaryon. 
 
 
Lui vuole credere di poter essere quello che suo nonno aveva visto in Luke, ma nessuno gli aveva dato la possibilità di dare prova di sé. Joffrey era stato condotto alla Valle quando era solo un bambino; loro lo avevano reso un uccello e non un serpente. 
 
 
Jace sospira, dandogli una pacca sulla spalla. “Si risolverà tutto. Tutto questo è solo un misero tentativo di indebolire la pretesa al trono di nostra madre, e non possiamo permettere che loro ci vedano vacillare.” La voce di suo fratello ha una nota temprata che un tempo non c’era. Jace era sempre stato l’erede perfetto – serio e diligente – ma la paternità lo ha reso più schietto. Il suo fratello più grande porta sulle spalle un peso che sembra solo diventare sempre più gravoso; la persistente aria di giovinezza spensierata aveva infine abbandonato Jacaerys del tutto. “Tu sei un brav’uomo, Joff. Sei giovane e, se gli Dèi lo vorranno, avrai molto tempo a disposizione per migliorarti nella tua posizione come erede di Driftmark. Io sarò sempre qui ad aiutarti.” Joff gli rivolge un sorriso piccolo, ma genuino. 
 
 
Non hanno modo di continuare la loro conversazione prima di essere interrotti dal forte ruggito di un drago molto più potente di quanto chiunque abbia sentito da tanti anni. Il vigore delle ali verdi di Vhagar, crivellate da numerosi buchi, che sventolano sopra la Fortezza Rossa, è abbastanza da far tintinnare i graticci sugli armamenti e da far alzare la polvere dal suolo sterrato. I servitori e i membri della corte che si trovano nei paraggi fissano tutti a bocca aperta la comparsa del recluso figlio di Re Viserys sopra di loro, ma è il drago molto più piccolo e agile che attira l’attenzione di Joffrey. Arrax è facilmente il più veloce di tutti i loro draghi, superando con facilità Vhagar per sfrecciare nel cielo come una stella cadente. Il vento gli penetra nelle orecchie rumorosamente, ma Joffrey crede, se si concentra abbastanza duramente, di poter sentire la risata eccitata di suo fratello dall’alto. 
 
 
Jace ridacchia al suo fianco. “Quella sì che è un’entrata ad effetto.” 
 
 
Sembra che chiunque nel cortile si sia fermato solo per osservare i due draghi danzarsi intorno in aria. Tutta Approdo del Re è in fermento per la notizia che tutta la casata reale si sarebbe trovata nello stesso posto per la prima volta da anni. Anche l’arrivo a corte di Joffrey aveva portato più di una manciata di dame ad approcciarlo con risatine e sbattendo le ciglia. Dopo così tanti anni di lontananza, ci sono molte persone che non sono mai nemmeno state testimoni di un’epoca in cui la Principessa Ereditaria e la famiglia di lei avevano risieduto nella capitale insieme al Re e alla sua famiglia. Joffrey vive nella Valle con Rhaena da quasi cinque anni, mentre Jace è rimasto a Roccia del Drago col resto dei loro fratelli e con loro madre, così come Baela e la loro figlia neonata. Luke, tuttavia, si fa vedere raramente da una qualche parte al di fuori delle mura del castello di Summerhall. L’ultima volta che Joffrey aveva visto suo fratello o i suoi figli era stato al matrimonio di Jace a Driftmark, ed anche allora suo fratello era sembrato più occupato dalla propria preoccupazione ogni volta che i suoi figli gli erano fuori dal campo visivo anche solo per poco. Era stato strano vedere suo fratello comportarsi in modo così serio. Luke era sempre stato il più sensibile e sfrenato dei tre fratelli; lui mostrava troppo le sue emozioni e quando quelle emozioni esplodevano, subito dopo ne seguiva un problema. 
 
 
Come la perdita di un occhio, ad esempio. 
 
 
Eppure suo fratello era sempre stato un faro luminoso sulla tetra isola di Roccia del Drago, e la sua partenza aveva lasciato un vuoto dolente che faceva soffrire tutti anche solo nel prenderne atto. Certe volte, l’assenza di Luke veniva discussa come se lui fosse stato reclamato dallo Sconosciuto e non meramente fatto sposare come avviene eventualmente a tutti i figli della nobiltà. La loro madre sembrava ignorare appieno di parlare della persona sotto la cui cura Luke si trovava; il matrimonio di Luke con loro zio era stato un evento grandioso, ma per la loro famiglia, sembra più sia stato un funerale. 
 
 
Personalmente, Joffrey non si ricorda molto del matrimonio di Luke. Lui era solo un ragazzino a quei tempi, e la loro madre si era assicurata che Jace lo tenesse sempre d’occhio per impedirgli di causare dell’ulteriore stress nel mezzo di un’occasione così turbolenta. Era stato il viso emaciato ed esausto di suo fratello, quando avevano partecipato al torneo di celebrazione il giorno dopo, che gli era rimasto impresso in testa in modo permanente da bambino. Il suo caro fratello maggiore, così vivace e birichino, aveva avuto un aspetto non molto diverso da quello della statua della Fanciulla piangente nel tempio di Roccia del Drago che aveva sempre terrorizzato Joffrey. La sofferenza non si addiceva ai lineamenti morbidi di suo fratello, ed era stata una vera battaglia separare lui e Jace dal fianco di Luke quando era arrivato il momento che loro tornassero a Roccia del Drago lasciando Luke ad Approdo del Re. Era stato permesso loro di tornare alla Fortezza Rossa solo quando Luke aveva partorito sua nipote e suo nipote circa sei mesi più tardi e, poco dopo, Luke era stato fatto trasferire entroterra e Joffrey era stato mandato nella Valle per diventare il protetto della cugina di sua madre. 
 
 
È passato così tanto tempo da quando aveva visto il suo giocoso ma gentile fratello maggiore, che Joffrey non si era reso conto di quanto gli fosse mancato davvero in realtà. 
 
 
“Nostro zio – lui non è un marito crudele con nostro fratello, vero?” Lui chiede al suo fratello più grande. La loro zia e i loro zii sono praticamente degli sconosciuti per Joffrey. Helaena è semplice ma gentile, come Jace la descriveva quando raccontava storie di un passato distante in cui lui e Luke erano stati cresciuti a fianco dei fratelli della loro madre. La reputazione del Principe Aegon lo precede; il maggiore dei figli maschi del Re è un ubriacone puttaniere il cui nome viene sputato con vetriolo da Daemon e con della frustrazione travagliata da Jace. Joffrey conosce il Principe Aemond solo come il Lord di Summerhall di cui gli veniva insegnato durante le lezioni; suo zio è brutalmente crudele in battaglia, ma viene considerato un giovane leader sorprendentemente competente dai lord dell’Altopiano e delle Terre della Tempesta. 
 
 
Jace concentra la propria attenzione sulla spada che tiene in mano, stringendo l’impugnatura e serrando la mascella. “Lui non è niente di che. È meglio di Aegon, anche se suppongo che non sia un’impresa molto difficile. Tratta Luke come se lui sia la lady sua moglie e non un lord suo pari, ma Luke insiste nel dire che non gli dà fastidio.” Suo fratello sospira. “Sarebbe meglio non immischiarsi troppo.” Joffrey annuisce, ma non riesce ad evitare di pensare che suo fratello gli stia tenendo intenzionalmente nascoste delle cose. Joffrey era solo un bebè quando Luke aveva cavato l’occhio di loro zio, ma sette anni sono un considerevole lasso di tempo per essere sposati senza che ci sia nulla se non apatia e risentimento. Luke aveva dato ad Aemond il figlio maschio di cui aveva bisogno con la nascita di Aenys, eppure Joffrey ha due nipoti femmine e due nipoti maschi da suo fratello – molto più di quanto sia necessario per quelli in un matrimonio combinato. 
 
 
L'umore cupo che circonda Jace fa in modo che Joffrey sposti il peso da un piede all’altro con imbarazzo, facendo sbattere giocosamente la propria spalla contro quella dell’uomo più grande per cambiare argomento. “Spero che tu sia in grado di sopportare di venir declassato a secondo zio preferito.” Sorride in modo ampio. “Hai tenuto un pugno di ferro sui loro cuori da ormai troppo tempo.” Jace lo tiene d’occhio per un attimo, prima di irrompere in un sorriso. 
 
 
“Allora hai davanti una gran bella sfida. Nostra nipote si crede già la futura Regina di Westeros.” 
 
 
“La sua ambizione è tutta colpa di suo padre.” Una voce calorosa e delicata si fa sentire dall’altra parte del cortile. Joffrey volta di scatto la testa in direzione della voce, e non riesce a fermare il sorriso che gli nasce sul volto quando vede Luke camminare verso di loro. “E di nostra madre, suppongo – Saera era tornata da Roccia del Drago credendosi la prossima Regina Rhaenys per via delle storie di nostra madre.” Luke si ferma davanti a loro, con le braccia conserte e un sorriso che combacia coi loro. Suo fratello è più alto di quanto Joffrey si ricordasse, è alto quasi quanto lui, anche se non è nemmeno lontanamente alto quanto Jace, che era arrivato ad essere alto quanto Daemon poco dopo il suo diciassettesimo compleanno. A differenza di Jace, che aveva messo su molti muscoli per via dei tanti anni passati nei cortili d’addestramento e servendo nel presidio di Roccia del Drago, Luke è rimasto snello – i suoi abiti di cuoio da volo gli accentuano la vita stretta e le gambe sottili. Inoltre i capelli di suo fratello sono più lunghi, e sono spettinati per l’aver volato a dorso di drago, facendolo apparire giovane e fanciullesco, nonostante il fatto che è ormai un genitore ben consolidato. 
 
 
Luke piega la testa di lato, il tessuto rosso del suo mantello da volo gli si muove intorno per via della brezza che arriva dalla Baia delle Acque Nere. “Non mi saluti, fratellino? Non ti vedo da così tanto tempo.” 
 
 
Joffrey sbatte le palpebre.
 
 
“Sembri vecchio.” Le parole gli scivolano fuori dalla bocca prima che possa fermarle, e Luke lo fissa a bocca aperta mentre Jace scoppia a ridere fragorosamente. 
 
 
“Vecchio?” Luke abbaia, offeso. “Ho ventidue anni – potrai giudicarmi per il mio aspetto da vecchio quando riuscirai a farti crescere più di un paio di baffetti da gatto sulla faccia!” Suo fratello gli pizzica la guancia con fare giocoso e Joffrey gli schiaffeggia via la mano con un lamento. “Prova tu ad allevare un figlio. Avrai l’aspetto di Maestro Gerardys entro un mese, piccola peste.” 
 
 
Joffrey si massaggia il viso. “Mi dispiace! Volevo solo dire che sembri diverso – più… maturo?” 
 
 
“Come se io avessi partorito cinque figli?” Luke ribatte, inarcando un sopracciglio. Joffrey si schiarisce la gola con imbarazzo, ma Luke si limita solo a sorridere in modo ampio. “Non sono offeso. È vero – allevare dei figli può essere molto faticoso. Ma voglio bene ai miei bambini, quindi suppongo che sia uno scambio equo.” C’è una sfumatura bizzarra nella voce di suo fratello. Il Lord di Summerhall è ben noto, anche nella Valle, per la sua famiglia numerosa in così giovane età, e Lady Jeyne era solita esplicare il suo disprezzo a Rhaena per la scelta di sua cugina, e Rhaena poi lo riferiva a Joff. Non era per dire che Luke veniva malvisto, ma semplicemente che il regno sembrava affliggersi per la perdita della libertà dei loro principi secondogeniti, visto che si erano sposati l’uno con l’altro. Il matrimonio è l’unica cosa che importa a qualsiasi lord o lady – quello era stato reso dolorosamente evidente da ogni lord minore della Valle che aveva tentato di spingere le loro figlie nubili addosso a Joff dal momento in cui era arrivato a Nido dell’Aquila da ragazzino. 
 
 
Jace aggrotta le sopracciglia. “Cinque? Ce n’è un altro?” Lui chiede. Luke impallidisce leggermente, giocando nervosamente con le proprie mani, mentre evita lo sguardo del loro fratello maggiore. 
 
 
“Sì – un maschietto nato circa otto mesi fa. Si chiama Valerion.” Luke sorride tra sé e sé. “Lui somiglia a me.” 
 
 
Joffrey guarda Luke con sorpresa, prima di spostare lo sguardo su Jace. “Otto mesi? Non sapevo nemmeno che tu aspettassi un bambino l’ultima volta che ho visitato Summerhall, perché non l’hai fatto sapere a nessuno?” Suo fratello parla in modo genuinamente arrabbiato, e Luke si stringe nel proprio mantello con un viso leggermente pieno di vergogna.
 
 
“Io non – noi non credevamo che fosse appropriato visto che è nato così poco tempo dopo Laena, e viste le circostanze…” Gli occhi di Luke sono venati di tristezza e Jace deglutisce, distogliendo lo sguardo con braccia conserte. La loro nipotina, Laena, è una cosettina bellissima ma cagionevole di salute, che non sta crescendo nel modo in cui la maggior parte dei bambini dovrebbe svilupparsi. Lei fa fatica a respirare e la sfortuna sembra perseguitare la povera piccola. Il fatto che l’uovo nella sua culla si era schiuso era stato visto come un momento di festeggiamento – un segno di speranza che la neonata si sarebbe ripresa – ma quello che era strisciato via dall’uovo non era un drago. Era una creatura cieca che aveva più l’aspetto di un serpente pallido, che all’improvviso aveva morso il braccio della bambina, costringendo Jace a porre fine alla vita della creatura con una daga, per proteggere la propria figlia. La loro madre aveva detto loro di tener fede che Laena avrebbe preso forza col tempo, ma lo stress di quella situazione pesava fortemente su suo fratello e la sua sorella acquisita. “Non è per malevolenza che ho taciuto sulla nascita di Val, Jace.”
 
 
Il loro fratello più grande si passa una mano sul viso. “So perché l’hai fatto, Luke. Lo capisco – perdonami per aver reagito così –“
 
 
“Non scusarti, Jace.” Luke lo interrompe, allungando un braccio per appoggiare la mano sul bicipite del loro fratellone. “Sono solo felice di vedervi entrambi. È passato,” Sospira pesantemente. “Così tanto tempo.” Suo fratello si lancia in avanti, avvolgendo sia Joffrey che Jace in uno stretto abbraccio. Luke puzza di fiamma e di drago, ma c’è anche il profumo persistente che Joff è arrivato ad associare con notti insonni sulle spiagge di Roccia del Drago e con mattinate passate a sgattaiolare nelle cucine per i dolcetti. 
 
 
Luke si tira indietro e osserva il viso di Joffrey, i suoi occhi passano sopra ogni protuberanza e sopra ogni osso. “Quando ti fai fatto così vecchio? Hai diciotto anni, vero?” Joffrey annuisce con una risata. “Mi sento come se stessi guardando il mio stesso figlio tutto cresciuto! Non credo che il mio cuore riuscirà a reggere quando Aenys e Gaemon inizieranno ad avere l’aspetto di giovani uomini.” Luke piega la testa di lato ancora una volta. “Con delle barbette a chiazze.” 
 
 
Ridendo dispettosamente, Luke si scansa quando Joffrey strilla e si muove per colpirlo. Jace, come sempre il responsabile fratello maggiore, afferra entrambi per la collottola come se siano dei gattini che litigano per della crema. “Dov’è la tua prole, Luke? Mi sorprende che Aenys non ti stia appiccicato addosso come una spada giurata.” 
 
 
“Ho chiesto a mio marito di predisporre che i bambini vengano lavati. La Regina ha richiesto la nostra presenza prima che inizino le udienze.” Luke dà vita a un sorriso privo d’umorismo. “Temo che mia suocera non mi veda molto di buon’occhio, a parte per i nipoti che le ho dato, e non intendo dare a quegli annoiati lord di corte degli altri pettegolezzi con cui banchettare prima ancora di aver avuto la possibilità di presentare per bene i nostri figli più grandi...” Suo fratello si ferma di colpo, col viso che si contorce in un’espressione d’inquietudine, mentre osserva qualcosa oltre la testa di Joffrey.
 
 
Lentamente, Joffrey si volta. Lord Vaemond Velaryon entra dall’ingresso che conduce al cortile e non tenta minimamente di celare il disprezzo nella sua espressione quando posa i suoi occhi chiari su di loro. L’uomo maturo li schernisce nel vedere i tre fratelli insieme – i loro uguali occhi scuri lo trucidano con lo sguardo mentre Luke si spinge Joffrey dietro di sé senza dire una parola, nel modo in cui una madre proteggerebbe il suo cucciolo. Il loro prozio non resta a lungo, si limita a voltarsi con dell’ovvio disgusto, sparendo nel castello insieme al suo seguito itinerante ugualmente acido. 
 
 
“Io non la voglio nemmeno Driftmark.” Joffrey sibila sottovoce. “Dovrebbe andare a Rhaena o ad uno dei figli di Jace e Baela. Voglio dire, almeno loro hanno il sangue giusto.”
 
 
“Smettila, Joff.” Luke sbotta, voltandosi per guardarlo. “Tu non sei un bastardo. Noi non siamo bastardi. I miei figli non sono-” A suo fratello manca il respiro, la sua espressione sta diventando afflitta e stringata d’angoscia, mentre stringe la mascella e fa cadere il suo sguardo da un’altra parte. “Devo tornare da mio marito. La Regina sarà scontenta se non saremo da lei presto.” Luke dice quietamente, afferrando i bordi del proprio mantello e uscendo velocemente dal cortile con un cenno della testa forzato. 
 
 
Il retro della testa di Joff pulsa quando Jace lo schiaffeggia con forza! 
 
 
“Ahia! Ma che cazz-”
 
 
“Sta’ attento a pronunciare certe parole così incautamente, valonqar (fratellino).” Il suo fratello maggiore ringhia, con un’espressione intensa. “Questo è molto più grande di te. Mettendo in discussione il tuo diritto di nascita su Driftmark, Lord Vaemond e quelle serpi stanno insinuando molto molto di più.”
 
 
La severità nella voce di suo fratello fa fermare Joffrey. Finalmente riesce a capire, lentamente, come lo stupido ragazzino che è. Deglutisce. “Capisco.” Jace si limita a sospirare, con la mano che si torce nei lunghi capelli arruffati di Joffrey per premere le labbra sulla tempia di Joff. 
 
 
“Prepariamoci alla battaglia.” 
 
 
 

 
 
 
Lucerys fa ruotare gli anelli che porta al dito quando è nervoso.
 
 
È un’abitudine che Aemond aveva notato molto presto nel loro matrimonio. Ogni volta che trattavano con un altro lord, Lucerys nascondeva le mani sotto al tavolo facendo ruotare il suo anello di zaffiro fino a quando la pelle del dito non gli diventava arrossata e sfregata sotto la fascia di ferro. La prima volta che a Saera era stato permesso di tentare di comandare Rainweaver, suo nipote era passato dal semplice giocherellare coi propri gioielli al mangiucchiarsi le unghie, mentre guardava la loro bambina gridare in un ingessato Valyriano antico. Per essere un ragazzo che era stato cresciuto da una donna permissiva come Rhaenyra, Lucerys è un uomo pieno zeppo di energia nervosa, che senza dubbio terrebbe i loro figli nascosti nelle proprie gonne per il resto delle loro vite se potesse. 
 
 
L’uomo in questione sta dondolando avanti e indietro sui propri talloni, roteando inconsciamente una ciocca dei capelli parzialmente legati di Aenys intorno a un dito, mentre se ne stanno in piedi davanti alla porta del salottino della Regina. Le sue figlie, vestite coi loro vestiti rossi più pregiati, stanno attendendo accanto a lui – Naerys sta canticchiando sottovoce tra sé e sé, mentre la testa di Saera sfreccia in giro assorbendo la vista di tutto l’arredamento e della servitù che gironzola da una parte all’altra nella Fortezza Rossa. Gaemon si dimena senza sosta tra le braccia di Luke, mentre Valerion riposa quietamente tra le proprie, mordendo la statuetta giocattolo di un drago di legno che Aemond aveva commissionato.  
 
 
“Dove sono i draghi?” Saera mormora, i suoi occhi viola sono concentrati su un arazzo della stella a sette punte del Credo che decora le mura fuori dal salottino della madre di Aemond. “Voglio vedere Balerion.” 
 
 
“Balerion è esposto nella sala del trono, tala (figlia).” Aemond risponde a bassa voce. “Lo vedrai quando presenzieremo all’udienza.” 
 
 
Lucerys sbuffa col naso di fianco a lui. “A meno che sua Grazia non abbia rimosso anche quelli.” Aemond serra la mascella, lanciando un’occhiata a suo nipote che sta continuando a giocare coi capelli di Aenys con un’espressione vuota. Con gentilezza, Naerys strattona il tessuto del mantello di Aemond. 
 
 
“Balerion apparteneva al Nonno.” Lei dice, sorridendo. “L’ho studiato insieme a Septa Karol.” 
 
 
Aemond accarezza la testolina della piccola bimba. “Bravissima, byka rūklon (fiorellino).” Lamentandosi, Valerion si dibatte tra le sue braccia allungandosi per tirare il capellino di lino sopra la sua testolina dai capelli scuri. Il tessuto si raggrinza sotto il suo pugnetto, ma prima che il bebè possa gettarlo via, Lucerys sbuffa col naso sommessamente, tirando via la manina di Valerion. 
 
 
“Non farlo, tesoro mio. Non voglio che le tue piccole orecchie prendano freddo.” Mentre Lucerys risistema il cappellino sulla testa del loro figlio più piccolo, le porte del salottino della Regina si aprono e sia Luke che Naerys sobbalzano dalla sorpresa. 
 
 
Per la prima volta da quasi due anni, Aemond si ritrova faccia a faccia con la sua sorellastra e con suo zio. Inizialmente condividono una distorta espressione infuriata, che si trasforma velocemente in un’espressione confusa quando gli occhi di Rhaenyra sfrecciano da lui al suo figlioletto intento a far capricci e in ultimo verso Luke, prima che il viso di lei irrompa infine in un sorriso adorante. 
 
 
“Oh, mio dolce ragazzo.” Lei si getta in avanti, stringendo Luke in un abbraccio pieno di un affetto che Aemond aveva visto solo quando uno dei loro figli si aggirava per il castello in cerca di Luke e correva tra le braccia di suo nipote quando finalmente lo trovava. L’affetto tra una madre e un figlio è un qualcosa che lui invidia – Luke ama i loro figli che se siano un’estensione di sé, ed è evidente che quello l’aveva ereditato dalla sorellastra di Aemond. Lui può osservarli solo per un altro momento, prima che Valerion inizi a lamentarsi tra le sue braccia. 
 
 
“Un altro?” Suo zio ha iniziato a mostrare dei veri segni di invecchiamento – i suoi capelli argentati sono rigati da delle sparse ciocche grigie e la sua bocca ha delle rughe agli angoli, ma gli occhi del Principe Canaglia sono taglienti e terrificanti quanto Aemond si ricordava. L’uomo più maturo piega la testa di lato e fissa Valerion. “E tu chi saresti, piccolino?” 
 
 
Luke interviene velocemente. “Questo è Valerion. È molto timido, quindi dovete scusarlo.” 
 
 
“Oh dolce ragazzo, lui somiglia tutto a te quando eri un neonato.” Rhaenyra guarda Aemond solo brevemente, facendo invece cadere il suo sguardo sul bambino che sta nascondendo il viso nel collo di Aemond. Uno sguardo affettuoso lampeggia negli occhi di Rhaenyra mentre allunga una mano per sfiorare la guancia di Val con una nocca. Istintivamente, Aemond stringe di più suo figlio a sé, prima che il piccolo possa iniziare a lamentarsi dal disagio per via del contatto estraneo. Accanto a lui, Naerys gli si aggrappa alla gamba. La sua sorellastra si acciglia leggermente per la reazione del nipotino. “Non è abituato agli sconosciuti, sorella.” Aemond risponde alla sua domanda inespressa, con voce ingessata. Rhaenyra alza gli occhi su di lui e lo sguardo affettuoso negli occhi di lei svanisce. Lui riesce a sentire l’occhiataccia di Daemon sul suo lato accecato, ma la rabbia di un vecchio non significa niente quando i suoi figli gli si stanno aggrappando addosso per avere conforto. 
 
 
Un altro uomo, uno con capelli scuri e occhi anche più scuri, appare sulla soglia. “Chiedo perdono, Principessa, ma la Regina è in attesa di suo figlio e della sua famiglia.” Ser Cole era sempre stato un uomo molto bravo nel mantenere la sua compostezza, il suo viso vacillava di rado, eppure, mentre lui guarda Rhaenyra, ad Aemond viene ricordato che il disgusto e la lussuria possono essere facilmente confusi tra di loro. Daemon ghigna verso quell’uomo per un attimo, ma una piccola occhiata sopra la spalla da parte di Rhaenyra è abbastanza per far sì che Daemon rinunci al suo pavoneggiarsi. 
 
 
Cagnolino inzerbinato, Aemond lo sbeffeggia internamente. 
 
 
“Ti ringrazio, Ser Cole. Adesso ce ne andiamo – puoi tornare dalla tua padrona.” Rhaenyra dice, con una voce solenne e assolutamente condiscendente alle orecchie di Aemond. Lui non può dire che l’espressione fremente di Cole non sia divertente, però. La sua sorellastra appoggia una mano sia su Aenys e sia su Luke, sporgendosi in avanti per premere un bacio sulla guancia del proprio figlio. “Ti vedrò quando ceneremo, mio caro. Sagon nēdenka.” 
 
 
Sii coraggioso. 
 
 
Aenys si irrigidisce dinanzi a Luke, ma Saera – furba e molto più intelligente di qualsiasi altra giovane bambina Aemond avesse mai incontrato – osserva sua nonna in modo curioso, cosa che Aemond può vedere con la coda dell’occhio. 
 
 
Sua sorella e suo zio se ne vanno senza un’altra parola.
 
 
Quando la sua famiglia entra nel salottino della Regina, sua madre è già in piedi con le mani intrecciate davanti al suo vestito verde scuro. Una donna davvero dignitosa, senza nemmeno un singolo filo dei suoi capelli ramati fuori posto dall’acconciatura a corona finemente intrecciata con cui li tiene alzati. La Regina Alicent è sempre stata una donna modesta con le proprie emozioni; i suoi gesti d’affetto erano rigidi e il suo dispiacere era energico. Suo padre non mostrava alcun affetto per i figli maschi che lei gli ha dato – trattando la sua legittima e devota moglie e gli stessi figli maschi per cui aveva ucciso la sua prima moglie per cercare di averli, come secondi rispetto alla sua figlia adorata. Aemond aveva sempre cercato di essere l’uomo che suo padre non è mai stato; aveva imparato ad essere formidabile da Ser Criston in un modo in cui Re Viserys non avrebbe mai potuto. Aemond non si era pianto addosso quando era stato costretto a sposare Lucerys, ma lo aveva riempito di senso di colpa il fatto di stare condannando sua madre ad occuparsi di quell’uomo e di Aegon senza il suo aiuto. 
 
 
Gli angoli della smorfia perpetua di sua madre si alzano subito quando Aenys e Saera si inchinano entrambi per ripresentarsi. 
 
 
“Caspita, assomigli sempre di più a tuo padre ogni volta che ti vedo.” Lei dice, guardando Aenys. “E’ come se io ti stessi rivedendo di nuovo bambino, Aemond.” Aenys si illumina a quel complimento. A quel punto, sua madre solleva lo sguardo e le si alzano le sopracciglia dalla sorpresa alla vista di suo figlio e del suo nipote acquisito con in braccio un bambino a testa. Gaemon ridacchia allegramente tra le braccia di Luke, con gli occhi focalizzati sulla brillantezza della stella a sette punte di Alicent, mentre cerca di afferrare quell’oggetto. 
 
 
Lucerys cambia la sua presa su Gaemon così da poter indicare il loro ultimo nato. “Nostro figlio, Valerion. Credo che gli Dèi abbiano ascoltato le tue preghiere, vostra Grazia, visto che la dea Madre ha benedetto i nostri sforzi con tanti figli.” C’è un pizzico di giocosità e di tono pungente nella voce di suo nipote. Aemond non può vedere Luke dal suo lato cieco, ma lui è sicuro che il ragazzo abbia sul viso quell’esasperante espressione compiaciuta. Lamentandosi, Valerion allunga una manina e strattona di nuovo il suo cappellino, gettandolo poi sul pavimento con uno sbuffo infantile. 
 
 
A sua madre manca il fiato, e la faccia di fredda indifferenza di Ser Cole si contrae in maniera insolita. I soffici capelli castani di Valerion si sollevano in un piccolo disastro spettinato sulla sua testolina, e il bebè gorgoglia allegramente. Sbuffando con affetto, Luke si piega e raccoglie l’indumento incriminato. “Molto bene, tesorino. Niente più cappellino.” Accarezza la testolina del piccolo. “I bambini non sembrano capire quando la loro madre desidera semplicemente che abbiano un aspetto presentabile.” Luke sorride, ma quel sorriso svanisce velocemente quando guarda la Regina. Aemond aveva passato quasi tutta la sua vita al fianco di sua madre, servendo come suo confidente e come suo figlio più diligente; gli anni passati ad essere a completa disposizione della Regina lo avevano reso acutamente consapevole dei suoi pensieri senza che lei avesse mai bisogno di verbalizzarli.
 
 
Lei sta fissando le ciocche scure di suo figlio, e il luccichio negli occhi di sua madre gli fa stringere lo stomaco. È uno sguardo pieno di disprezzo – non del tutto disgustato, ma pieno di accuse non dette e di insulti sussurrati. Ed è uno sguardo che lo stesso Aemond un tempo riservava ai figli di Rhaenyra.
 
 
“Valerion ha i capelli di Muña.” Saera parla improvvisamente, forzando l’attenzione su di lei. Lei piega la testa verso l’alto per costringere la Regina ad incontrare il suo sguardo. “Mio padre dice che è una benedizione – un regalo per Muña, visto che Muña è molto buono e gentile.” Aemond dovrebbe rimproverare sua figlia per il suo atteggiamento blasé verso la Regina; è incredibilmente irrispettoso per una lady, sia che sia la nipote del Re regnante o no, parlare in modo così casuale con la Regina, senza che venga richiesto.
 
 
Lui allunga una mano e sistema una delle tante trecce ben fatte di sua figlia. “Il Principe Lucerys mi ha dato cinque figli in salute. Sono stato fortunato ad essere stato benedetto in tale modo, visto che così tante altre persone non hanno la stessa fortuna.” Lo sguardo di suo marito lo brucia intensamente sul suo lato accecato. “Non sei d’accordo, vostra Grazia?” Lui aggiunge, il suo occhio passa da Alicent alla spada giurata di lei. Sua madre stringe la mascella e Ser Criston, come sempre un cagnolino fedele, si sporge in avanti per sussurrarle qualcosa nell’orecchio. Regolando la sua postura rigida, lei alza il mento. 
 
 
“Le udienze inizieranno presto.” Lei si volta per andarsene, ma non prima di riservare un’ultima occhiata ad entrambi. “Continueremo a parlare in un secondo momento.”
 
 
Nell’esatto istante in cui il bordo della sua gonna verde sparisce dalla vista, Lucerys rilascia un profondo respiro. Lui lancia uno sguardo a suo nipote, notando le sue guance arrossate mentre preme il viso nel collo cicciottello di Gaemon. In modo calmo, Aemond poggia una mano sulla parte bassa della schiena di suo nipote, accarezzandola col pollice fino a quando non riesce a sentire la tensione abbandonare la rigida spina dorsale dell’uomo più giovane. 
 
 
“Vieni, dovremmo far tornare i più piccoli nella loro stanza.” Luke si prende un momento, col viso ancora premuto contro un Gaemon confuso, prima di annuire, permettendo ad Aemond di guidarlo fuori dal salottino – una mano ferma lo sta ancora stringendo da dietro, in modo sicuro.  
 
 
 

 
 
 
C’è qualcosa di sacro e di ammaliante in Lucerys Velaryon; qualcosa che gli permetteva di risplendere in modo puro e virtuoso e assolutamente accattivante davanti a tutti coloro che si trovavano in sua compagnia. Per quelli che non erano al corrente dei suoi peccati, il Principe Lucerys era simile alla dea Madre nella sua modestia; era l’adorato figlio della Delizia del Reame che si era sposato col figlio del Re, prima di essere prontamente portato via come la fanciulla di una commedia romantica. La sua lunga assenza da corte aveva solo servito ad infiammare la curiosità delle persone verso il giovane uomo. C’è un fascino particolare nella storia che circonda il Principe Lucerys, che ha fomentato ancora di più i pettegolezzi di corte, nelle molte settimane che hanno preceduto il suo ritorno ad Approdo del Re. 
 
 
Daeron aveva incontrato per bene solo due volte suo nipote – che era più piccolo di lui solo di due anni o giù di lì – prima di esser stato convocato a corte da suo nonno. Anche se lui era nella Fortezza Rossa quando il ragazzo era nato, Daeron era stato cresciuto separatamente dai bastardi di Rhaenyra per lo più, ed era già stato mandato a Vecchia Città quando suo nipote aveva cavato via l’occhio di Aemond. Dire che Daeron conosceva Lucerys Velaryon sarebbe una grande esagerazione; durante il matrimonio di suo fratello, il loro nipote in comune era rimasto strettamente vicino alla loro sorella maggiore per l’intera settimana, mentre non appena Daeron era arrivato alla celebrazione per la nascita di Gaemon era stato congedato di tutta fretta, insieme al resto della sua famiglia, da un Aemond adirato. 
 
 
Tutto quello che Daeron sapeva di suo nipote veniva o da quei pochi momenti che aveva passato in presenza dell’uomo più giovane, o dalle parole che uscivano fuori dalle bocche dei membri della propria famiglia. 
 
 
 Lui è un bastardo che farà un orribile spreco del lignaggio impeccabile del Principe Aemond. ’ Lord Ormund aveva detto audacemente prima di liquidare Daeron per farlo tornare ad Approdo del Re per il matrimonio di suo fratello. 
 
 
 Nostro nipote è sempre stato una merdina pazza e piagnucolante proprio come Aemond ,’ Un Aegon ubriaco aveva riso nel proprio bicchiere quando Daeron era appena arrivato per sentire l’istanza di Lord Vaemond. ‘ Non c’è da sorprendersi che nostro fratello si sia completamente inzerbinato per la fica di quel marmocchio.
 
 
Le uniche persone che sembravano avere qualcosa di favorevole da dire riguardo Lucerys erano Helaena, e, sorprendentemente, sua madre. Vivace , Helaena lo aveva definito. Dedito al dovere , la loro madre aveva quietamente risposto quando gliel’aveva chiesto. Nella loro vasta gamma, le parole degli altri avevano fatto ben poco per creare un’immagine di chi fosse Lucerys Velaryon, oltre ad essere la moglie tenuta sempre nascosta del Principe Aemond di Summerhall, che gli aveva partorito numerosi figli nell’arco di pochissimi anni.
 
 
Sarà parecchio interessante vedere un individuo così disorientante in uno scenario spietato quanto la corte di sua madre.  
 
 
A riempire la sala del trono c’è un entusiasmo palpabile denso di ansia, quando Daeron guarda le porte aprirsi e la famiglia della sua sorellastra sfilare entrando. Rhaenyra, vestita completamente di nero come una donna in lutto, guida la propria prole con un mento alzato verso l’alto, mentre loro zio la segue come un ringhioso cane da guardia. Il suo figlio maggiore, un giovane uomo della stessa età di Daeron, se ne sta in piedi con orgoglio al fianco di sua madre, ma Daeron non riesce ad evitare di notare la mancanza della maggiore delle figlie gemelle di Daemon – la sposa di Jacaerys. La più giovane delle figlie di suo zio è presente, ferma quietamente accanto a due piccoli ragazzini dai capelli chiari e ad un alto giovane uomo dal viso morbido e con dei capelli castani arruffati. Joffrey Velaryon e Rhaena Targaryen sono entrambi degli individui con dei visi incantevoli che sembrano impossibilmente a disagio con la situazione in cui si trovano al momento. Restano incollati l’uno all’altra e anche ai loro fratellastri più giovani, avvicinandosi strettamente per parlare in sussurri sommessi mentre si guardano intorno per la Sala Grande. 
 
 
“Rhaena ha un aspetto incantevole.” Helaena mormora accanto a lui. “E’ un tale peccato che nostra cugina Baela non abbia potuto essere qui. Adoro sempre parlare con le neomamme – può essere un periodo molto difficile.” 
 
 
Aegon sbuffa col naso, “Troppo occupata a prendersi cura della sua mocciosa senza drago.” La loro madre afferra fermamente il braccio di suo fratello prima che qualcosa di più spregevole possa sgorgare dalle labbra di quell’ubriacone. Lo stesso Aegon è padre di tre figli, eppure quell’uomo non possiede nemmeno un accenno di inclinazione paterna verso la nipote e i nipoti di Daeron; più che altro, può facilmente venir erroneamente pensato che la stessa Helaena avesse concepito e partorito i suoi figli tutto da sola. Daeron immagina che un giorno lui sarà un buon padre. Sotto la guida del loro prozio Ormund, a Daeron era stato insegnato il valore dell’onore e dell’obbedienza – lui non è uno schiavo dei suoi vizi come Aegon o un bruto che veniva accecato dalla sete di sangue come Daemon o Aemond. 
 
 
Con le sopracciglia aggrottate con fare interrogativo, Daeron guarda prima suo nonno stazionato sul trono e poi di nuovo suo fratello, sua sorella e sua madre. “Dov’è nostro fratello?” Lui chiede. “Non dovrebbe già essere qui accanto a noi ormai?” Come se sia stato evocato, le pesanti porte della sala vengono aperte e Aegon inizia a sghignazzare al suo fianco.
 
 
Daeron aveva sempre considerato Aemond il più temibile della loro famiglia, secondo solo a Daemon in prodezza fisica e pura imprevedibilità. Il suo fratello maggiore si porta dietro un’aria di sicurezza che solo un uomo che era stato addestrato dall’occhio attento di un Lord Comandante può possedere, e bilancia spavalderia e abilità ad un livello impressionante. Il fatto che gli era stato conferito un titolo di lord dal Re in persona era servito solo a farglielo mostrare. Suo fratello è vestito dalla testa ai piedi in indumenti rosso scuro e dorati; un farsetto finemente dettagliato fatto di un tessuto di un rosso così scuro che può essere confuso per nero, abbinato a dei pantaloni marroni e degli stivali neri lucidi. Intorno alle spalle ha un lungo mantello nero su cui è stato ricamato ad arte un enorme sigillo della loro casata usando del filo rosso interlacciato con dei dettagli in oro, tenuto allacciato da una catena dorata e un gancio a forma di drago. Nonostante la grandiosità dell’aspetto di suo fratello, non è su di lui che il resto della corte si focalizza. 
 
 
L'ultima volta che Daeron aveva visto suo nipote a Summerhall, Lucerys era stato un ragazzo dall’aspetto mite, che sembrava essere costantemente sull’orlo delle lacrime alla minima voce alzata. Inaspettatamente, quella piccola bestia figlio di Rhaenyra si era comportato come avrebbe fatto qualsiasi moglie di un qualche lord; il ragazzo era stato più occupato con le questioni riguardanti i suoi figli che nelle discussioni attinenti agli affari del regno, e si era praticamente nascosto dietro Aemond quando suo fratello aveva, con molta audacia, ordinato alla loro intera casata di andarsene dal loro castello. Può essere ragionevolmente dedotto che Aemond sia riuscito a trasformare quel barbaro di un bambino in una moglie devota – non c’era più quel bambino che aveva arditamente sollevato un coltello contro il figlio del Re, al suo posto adesso c’era un cagnolino ubbidiente tenuto al guinzaglio dallo stesso uomo che aveva disfigurato. 
 
 
È quasi ammirabile il modo in cui suo nipote adesso se ne va in giro. 
 
 
Il giovane uomo indossa un lungo farsetto color avorio decorato con bottoni d’oro e delle perle che si abbinano a quelle intrecciate nei suoi riccioli castano scuro che gli arrivano alle spalle. Daeron non può descrivere l’indumento rosso scuro intorno alle spalle di suo nipote come un mantello – è nello stile di una vestaglia slacciata con delle maniche a campana, ma si trascina dietro di lui nel modo in cui farebbe una mantella mentre si muove. Lucerys si avvicina a testa alta, camminando al passo del fratello di Daeron con quelli che sembrano essere i loro due figli più grandi al seguito. È sconcertante quanto il maschio dei gemelli, Aenys, somigli ad Aemond – enfatizzato anche dal fatto che ha addosso un completo quasi identico a quello del padre. Daeron rammenta che, dei gemelli, è la femmina quella ad essere la più schietta dei due, e si muove con fare baldanzoso dietro i suoi genitori come se lei sia la Regina in persona, crogiolandosi in modo ovvio nei tanti occhi focalizzati su di lei. Il Re spesso paragonava la nipotina di Daeron alla propria figlia maggiore, e vedendola adesso, Daeron è pronto a scommettere che c’era della verità nel vecchio titolo della sua sorellastra come la bellissima Delizia del Reame. Saera, come Rhaenyra, ha tratti della Vecchia Valyria più di tutti loro messi insieme, coi suoi capelli argentati invece che dorati. Il vestito rosso glielo accentua, visto che serve ad assicurarsi che la piccola si abbini allo stile di sua madre, fino anche alle perle allineate sul cerchietto sopra i suoi lunghi riccioli e le trecce. 
 
 
Mentre il resto della corte osserva ogni mossa della piccola famigliola come degli avvoltoi affamati, Daeron nota che, di tutta la loro intera famiglia, solo loro indossano i colori del loro motto – anche col suo blando colore di capelli e occhi, Lucerys ha drappeggiato se stesso e la sua famiglia con fuoco e sangue.
 
 
“Principe Aemond,” Il Lord Primo Cavaliere dice dalla sommità del trono, silenziando i bisbigli che riempivano la sala. “La corona si rallegra che tu sia qui. Era da tempo che ci aspettavamo un tuo ritorno a corte. È un peccato che Sua Grazia non abbia potuto essere qui a riceverti lui stesso.” 
 
 
Aemond fa un verso d’assenso, con le mani intrecciate elegantemente dietro la schiena. “Un vero peccato. Dovete perdonare la mia prolungata assenza, ma viaggiare con cinque figli piccoli non è un’impresa facile,” Sorride leggermente. “Anche se non so quanti di voi possano comprendere la nostra difficoltà.” Daeron barcolla all’indietro con sorpresa, una sorpresa che viene condivisa dal resto della corte. Aegon, del tutto sobrio ma non meno cinico, fischietta tra sé, annuendo in direzione di Lucerys.
 
 
“Una vera e propria giumenta da monta, quello lì.” È un’affermazione cruda, ma Daeron non può dissentire. Cinque figli in così poco tempo è quasi impressionante; certi lord si sforzavano per decenni per ottenere un singolo figlio maschio, e adesso il suo fratello maggiore ne ha diversi. I Lord di Summerhall non erano dei Jaehaerys e Alysanne, ma è chiaro che non stiano trascurando i loro doveri alla loro casata.              
 
 
Suo fratello si muove per guidare i suoi due bambini avanti al trono. “Era ormai giunto il momento di educare i miei figli nei modi delle politiche di corte, permettendo loro di assistere alla potenza della nostra casata in prima persona. Aenys e Saera sono, dopo tutto, il futuro di Summerhall.” C’è una snervante dose di sicurezza che si irradia dalla bambina mentre suo padre parla, ma il figlio di Aemond – nonostante lo stoicismo del suo giovane viso – sembra rabbrividire sotto la presenza incombente del trono di spade. Aenys lancia ripetutamente delle occhiate dietro le spalle verso Lucerys, che Daeron può vedere rivolgere al bambino un sorriso piccolo ma incoraggiante. Aemond continua, “Ma non perdiamo altro tempo, Lord Primo Cavaliere. Ci sono delle questioni più importanti da risolvere.” Con quello, il fratello di Daeron fa un piccolo inchino prima di recuperare la propria famiglia e di farli allontanare. La piccola famiglia si incammina in direzione del seguito della Regina, e Daeron si fa da parte per lasciar spazio alle nuove aggiunte, ma Lucerys allunga una mano e afferra il braccio di Aemond, fermando l’uomo più grande sui suoi passi. La coppia si scambia una breve occhiata – delle parole stanno venendo dette con solo i loro occhi – ed Aemond prontamente si muove per posizionare la sua famiglia più di lato, lontano sia dal seguito della Regina e sia da quello della loro sorellastra. Daeron può vedere sua madre irrigidirsi e un brivido gli scende lungo la schiena. Rhaenyra aveva di certo invitato Lucerys a presenziare all’istanza allo stesso modo in cui la Regina senza dubbio aveva fatto per Aemond, eppure adesso i giovani lord si sono separati completamente da tutti loro in modo calmo. L’unica consolazione per un tale affronto incontestabile è il fatto che il viso di Rhaenyra prova quanto lei sia ugualmente sorpresa e presa alla sprovvista da quell’azione. 
 
 
C’è poco tempo per soffermarcisi sopra, visto che l’istanza viene prontamente convocata per essere ascoltata, e la tensione diventa così palpabile che Daeron teme che potrebbe strozzarcisi.
 
 
Ser Vaemond, anche se arrogante, non è meno giustificato nelle sue pretese su Driftmark. “Che cosa sai del sangue Velaryon, Principessa?” Lui accusa Rhaenyra. “Potrei tagliarmi le vene e mostrartelo e comunque non sapresti riconoscerlo. Qui si tratta del futuro e della sopravvivenza della mia casata, non la tua.” Ogni accusa non detta fa in modo che la corte bisbigli e che Rhaenyra se ne stia irta come un gatto arrabbiato. Sarebbe tutto assolutamente divertente se Daeron non stia anche vedendo Daemon e Aemond diventare entrambi sempre più irritabili con ogni nuova parola pronunciata con noncuranza – le loro mascelle taglienti sono strette in maniera simile mentre entrambi tengono una mano minacciosa sull’impugnatura delle loro spade d’acciaio di Valyria. 
 
 
Quando Otto alla fine concede a Rhaenyra il permesso di parlare, la donna si muove con del notevole portamento mentre si volta per fronteggiarli tutti. Sotto quella grazia però, Daeron riesce a vederle negli occhi uno sguardo di tradimento e disgusto quando guarda la Regina. 
 
 
“Se proprio devo degnare questa farsa di qualche risposta,” La voce della sua sorellastra vacilla vagamente. “Allora inizierò col rammentare a questa corte che più di 20 anni fa, in questa stessa –”
 
 
“Re Viserys di Casa Targaryen, Primo del Suo Nome, Re gli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni, e Protettore del Reame!” Una voce annuncia a pieni polmoni.
 
 
L’arrivo del Re li prende tutti di sorpresa – così come il suo aspetto fragile. Daeron, come il resto dei figli di Alicent, non è mai stato in rapporti stretti con suo padre, e lui ha ricevuto ancora meno attenzione visto che è stato cresciuto a Vecchia Città. L’unico momento in cui il Re si degnava di ricordarsi della loro esistenza era in situazioni di associazione alla sua adorata Rhaenyra; anche lo stesso matrimonio di Aemond era stato un risultato dell’ovvio favore che il vecchio uomo aveva per la loro sorellastra e i figli di lei. Per ironia della sorte, l’uomo che arriva zoppicando lungo la navata, per agire da difensore ostinatamente cieco di Rhaenyra, è più un cadavere che un uomo, con un volto mancante per metà e della pelle così gialla e macilenta che potrebbe facilmente venir scambiato per un corpo che sta venendo preparato per le sorelle del silenzio. Il Re è una vista davvero tetra e Saera, che è rimasta accoccolata contro il fianco del fratello di Daeron al sicuro, impallidisce con disgusto. 
 
 
“Mi siederò io sul trono oggi.” Viserys dice con voce raschiante, zoppicando fino a quel seggio incombente. Il piacere di Daemon nel costringere Otto ad alzarsi dal trono, aiutando con attenzione il Re a sedersi sopra, è evidente e, per un breve momento, Daeron è invidioso della cura e della devozione mostrate da un fratello all’altro. Seduto propriamente, il Re si guarda intorno per la Sala Grande. “Io devo... ammettere... la mia confusione. Non capisco perché siano state sentite istanze su una successione già decisa.” Rhaenyra lancia loro un’occhiata, con la bocca che si piega in una stretta smorfia. “L’unica persona qui presente... che può offrirci delle informazioni sulle volontà di Lord Corlys è la Principessa Rhaenys.”
 
 
La Regina che non Fu Mai si fa avanti. “E’ vero, Vostra Grazia. È sempre stata volontà di mio marito che Driftmark passasse attraverso Ser Laenor al suo rimanente figlio legittimo,” La donna più matura si ferma, gli occhi le si chiudono e lei rilascia un sospiro sommesso tra sé e sé. “Joffrey Velaryon. La sua opinione non è mai mutata. Né lo ha fatto il mio supporto della sua decisione.” Daeron lancia uno sguardo in direzione di suo nipote. Joffrey, che è più giovane di lui di una manciata d’anni, ma che si dice sia già stato fatto cavaliere nella Valle, è nascosto dietro Rhaenyra in un modo non molto differente da come Lucerys sta tenendo il suo giovane figlio stretto a sé. È una vista piuttosto vergognosa, e Daeron prova quasi pietà per la Principessa Rhaenys, per il fatto di dover difendere la pretesa di un bastardo perché la sua ex nuora e il suo sedicente nipote non ci riescono. “A dire il vero, la Principessa Rhaenyra mi ha appena informata del suo desiderio di far sposare suo figlio con la nipote di Lord Corlys, Rhaena. Una proposta che mi trova perfettamente d’accordo.” Daeron osserva mentre prima la confusione e infine l’orrore prendono vita sui volti dei summenzionati. Il modo in cui Rhaena e Joffrey si guardano a vicenda per poi guardare i loro genitori è tutto ciò di cui Daeron ha bisogno per confermare che non erano stati informati precedentemente di questo nuovo accordo. Anche se è una strana accoppiata, non avrebbe dovuto essere così tanto inaspettato – Rhaena era in età da marito da molto tempo, e il suo sangue impeccabile assicurerà che nessuno metta mai in discussione la pretesa dei suoi figli su Driftmark.  
 
 
È solo un tale peccato che un sangue così impeccabile debba essere sprecato con un bastardo. 
 
 
“Bene... la questione è sistemata. Di nuovo. Con questo, riconfermo il Principe Joffrey di Casa Velaryon come erede di Driftmark, del trono di legno, e come prossimo Lord delle Maree.” Il Re si muove per alzarsi dal suo seggio, ma Ser Vaemond si fa avanti con un’espressione furiosa.
 
 
“Hai sovvertito la legge e secoli di tradizione per designare tua figlia come erede.” Lui sputa fuori con veleno. “Eppure osi dirmi chi merita di ereditare il nome Velaryon. No. Non lo permetterò.”
 
 
Il Re si acciglia. “‘ Permettere ’? Non dimenticare il tuo posto, Vaemond.” La voce di loro padre è piena di una rabbia che Daeron non ha mai sentito prima. Vaemond indica Joffrey e Jace alle proprie spalle, prima di spostare il suo dito, indicando direttamente Lucerys.
 
 
“Quelli non sono veri Velaryon, e certamente non sono miei nipoti.”
 
 
Saera e Aenys sobbalzano entrambi all’accusa lanciata contro la loro madre, e Lucerys diventa pallido come la morte – i suoi occhi sono spalancati, pieni di dolore e paura. Riesce a vedere il modo in cui le mani di suo nipote iniziano a tremare, dove sono appoggiate sulle spalle di Aenys. Aemond si mette immediatamente davanti all’uomo più giovane e ai loro figli, nascondendo le loro figure più piccole dietro la sua ampia schiena. L’espressione di pura rabbia sul viso di suo fratello può fare concorrenza a quella di loro zio.
 
 
“Mi fa pena quello sciocco,” Aegon dice con un sogghigno. “Ha appena firmato la sua condanna a morte.” Daeron gli lancia un’occhiata ed Aegon si limita meramente a scrollare le spalle. “Ad Aemond non frega un emerito cazzo dei marmocchi di Rhaenyra, ma mettere in discussione il sangue dei suoi stessi figli?” Sorride come un gatto. “Nemmeno io mi azzarderei mai, avrei troppo timore che quello squilibrato decida finalmente di infilzarmi con la sua bella spadina.” Un brivido gli passa per la pelle. 
 
 
“Tu potrai gestire la tua casata come preferisci, ma non disporrai del futuro della mia.” Vaemond continua con audacia. “La mia casata è sopravvissuta al Disastro e ad altre migliaia di tribolazioni. E che gli dèi siano dannati – non ho intenzione di stare a guardare la sua fine a causa di questa...”.
 
 
Daemon fissa quell’uomo con un’espressione spaventosamente calma. “Dillo.” Sussurra piano. 
 
 
“I suoi figli,” Vaemond sibila, la voce gli si alza fino a riempire l’intera sala. “Sono bastardi !” La maestosa accusa fa in modo che un sussulto scandalizzato riecheggi per la sala, e la Regina rabbrividisce accanto a lui. “E lei è una putt–”
 
 
Il suono della voce di Ser Vaemond viene interrotto da una lama che fende l’aria. Daeron non registra nemmeno quello che è successo fino a quando non nota il liquido rosso che macchia il lucido pavimento di pietra accanto ai suoi stivali, e un urlo stridulo si unisce al nauseante rumore di sangue e materia celebrale che fuoriesce dalla testa di un uomo. 
 
 
Il viso di Aemond è completamente sereno mentre riabbassa la propria spada – passando con calma la lama sul suo mantello scuro per ripulirne il sangue da sopra, come se la sua stessa faccia non ne sia disseminata. Dietro di lui, Lucerys si è portato i loro figli il più vicino possibile, in un misero tentativo di proteggere i loro giovani occhi dalla vista del cranio aperto di un uomo, ma sia Saera che Aenys fissano quell’atto di pura brutalità con interesse. C’è un’espressione familiare che lampeggia sui loro piccoli visi, e Daeron rabbrividisce per quanto somiglino a suo fratello in quel momento. 
 
 
Il Re fissa quella scena scioccato, ma Daemon sbuffa rumorosamente dal naso – quasi compiaciuto dalle azioni di suo nipote – mentre fa scivolare la propria spada di nuovo nel fodero. 
 
 
“Perdona la mia avventatezza, vostra Grazia.” Aemond indietreggia per tornare al fianco di suo marito. “Ma credo che quell’uomo avesse già detto abbastanza.”     
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
     

 
 
 
 
Spoiler da parte di Corviids: Rhaena e Joff non si sposeranno. La mitica Rhaena ha già uno spasimante e Joff non vuole davvero essere Lord delle Maree.
 
Ad ogni modo, abbiamo visto Aemond andare in ‘modalità psicopatico’ per sua moglie, sviluppando un po’ d’intelligenza emozionale (la sua capacità di analizzare le situazioni in cui si trova è salita al livello 2!), e forse lui e Luke presto saranno in grado di parlare dei loro sentimenti, oltre al fare sesso. Chi lo sa.
 
 
 
Note varie della traduttrice:
 
--- Jace non scherzava affatto quando ha raccontato a Joff che Saera si crede già la futura regina di Westeros e Luke non scherzava quando ha detto che Saera si crede già la nuova “Regina Rhaenys”. Nel senso che nel mondo ideale di Saera, suo zio Jace sarà re, sposato con Baela…ma sposato anche con Saera. Saera idolatra la figura di Aegon il Conquistatore, che aveva due mogli: la regina Visenya (la prima padrona di Vhagar), che era la moglie che Aegon sposò per dovere, e la regina Rhaenys, che era la moglie che Aegon sposò per amore. Sempre nel mondo ideale della piccola bimba, Baela sarebbe la Visenya di Jace, e Saera sarebbe la sua Rhaenys…
 
Corviids ha raccontato che è probabile che da grande Saera ci provi continuamente con Jace, tentando di sedurlo, ma Jace la prende sempre sul ridere e non le dà corda, lol.
 
 
--- Riguardo questo capitolo, è stato chiesto a Corviids se Luke avesse messo in modo conscio il cappellino a Val, tentando di nascondere i suoi capelli scuri davanti ad Alicent, ma Corviids ha risposto che non è così. Luke non voleva affatto nascondere i capelli di Val (non se ne vergogna mica!), ma voleva semplicemente fargli indossare un completino elegante, e il cappellino era parte del completo. E inoltre è vero che voleva che Val indossasse il cappellino per non fargli raffreddare le orecchie.  
 
Corviids ha anche voluto evidenziare come spesso i pensieri o le dichiarazioni di Aemond non siano in linea con quello che effettivamente fa, portando in esempio il fatto che nei suoi pensieri mostra “disappunto” per il modo in cui Saera aveva parlato in maniera così diretta davanti alla Regina, mancando di formalità, ma nella realtà dei fatti Aemond era super fiero di Saera per come aveva subito difeso Luke e Val.
 
Infatti lo vediamo accarezzarle i capelli, sistemandole le trecce, in un modo inconscio di farle i complimenti. Saera in pratica ha rubato le parole di bocca ad Aemond in quella circostanza, era pronto a difendere lui stesso Luke di fronte ad Alicent.
 
 
--- Ed un altro punto molto chiesto a Corviids era stato proprio riguardo la reazione di Alicent nel vedere Val per la prima volta. Perché aveva reagito così? Sospettava che Val fosse un bastardo? Odia Luke a tal punto? Era ‘mbriaca?
 
Nulla di tutto questo. Alicent non sospetta minimamente che il piccolo Val sia un bastardo, lui somiglia tutto alla sua Muna, mica a un qualche altro soggetto all’infuori della coppia sposata. E non ha reagito in quel modo perché Val le ricorda Luke…o almeno non del tutto, e non per odio verso Luke. Mi spiego.
 
Per Alicent era stato facile “ignorare” che i figli Lucemond fossero anche figli di Luke quando somigliavano tutti al suo Aemond. Val le impedisce di ignorare la realtà dei fatti, cioè che quei bambini sono per metà di Aemond e per metà di Luke. Ma non le dà fastidio il fatto che Val somigli a Luke perché ha qualcosa contro Luke…a lei dà fastidio per via dei suoi burrascosi trascorsi con Rhaenyra. Dei trascorsi che non sono mai stati risolti. Val le ricorda Rhaenyra.
 
Vedere Val le aveva fatto tornare in mente, tutto d’un colpo, le bugie di Rhaenyra, le varie cazzate di Rhaenyra, ecc. Quindi è per quello che aveva reagito così. Aveva avuto dei “flashback dal Vietnam” di quando Rhaenyra le presentava i suoi bastardi.
 
 
 
--- La particolarità di questo capitolo riguarda il fatto di avere i POV di Joffrey e Daeron, uno dei “Neri” e uno dei “Verdi”, ma soprattutto due persone che possono dare la loro opinione su Luke ed Aemond solo per sentito dire: Joff perché non ha vissuto in prima persona il loro rapporto perché troppo piccolo e Daeron perché aveva sempre vissuto altrove e manco conosce Luke, praticamente. Sono esterni, quasi dei veri e propri spettatori.
 
Ma sono comunque di parte, come il resto delle loro fazioni. Qui intravediamo bene che sia i Neri e sia i Verdi hanno delle idee molto contorte, e chiaramente sbagliate, sul tipo di rapporto che hanno Aemond e Luke.
 
I Neri pensano che Aemond sia una qualche specie di mostro che gli ha portato via Luke per sempre, che rende il povero Luke infelice, che non è un buon marito per Luke. In realtà senza nemmeno avere delle basi per queste loro tesi. L’opinione dei Neri è ferma al passato, non hanno mai provato a conoscere l’Aemond “odierno”. Hanno un’opinione molto bassa di lui, ma senza un vero motivo.
 
I Verdi pensano che il matrimonio di Aemond e Luke sia basato sul dovere. Credono che quei due abbiano tutti quei figli perché è un loro dovere portare avanti la casata e rafforzare il sangue della famiglia. I Verdi pensano che la loro sia un’unione fredda e distaccata perché…loro non conoscono l’amore e non lo sanno riconoscere nelle altre coppie e nelle altre famiglie. Nessuno dei Verdi è mai stato amato, Viserys li ha sempre trattati come scarti (senza motivo), quindi non riescono ad immaginarsi una famiglia dove l’amore, l’affetto e la devozione sono presenti, sia tra i coniugi e sia tra genitori e figli.
 
Paradossalmente, la persona che tra i Verdi arriva più vicina ad indovinare il reale rapporto tra Aemond e Luke è quel matto di Aegon. Infatti, nonostante Aegon non ci veda robe romantiche tra i due, perché non sa come sia fatto l’amore e non lo sa riconoscere, non gli è difficile capire che tra i due ci sia un vero e proprio desiderio, e che la lussuria sia una parte importante del rapporto tra suo fratello e loro nipote. E non ha torto quando dice che Aemond si è inzerbinato per Luke…un po' è vero…
 
 
--- Proprio sulla questione di Aemond zerbino di Luke sono state fatte un botto di domande a Corviids…
 
Corviids ha spiegato, appunto, che i Verdi (a parte Aegon) non vogliono accettare, o non si rendono conto, che Luke porta Aemond al guinzaglio come se sia il suo cagnolino, e se lo riesce a rigirare come vuole, ed è così ormai da 5 anni a questo punto della storia. Loro credono che Luke sia una mogliettina ubbidiente perché lui è riservato e non causa problemi, ma quello è solo perché tutto ciò che Luke deve fare è sbattere un po' le ciglia e forse farsi palpare un po' le cosce, per fare in modo che Aemond faccia tutto quello che Luke vuole. Luke gli dice “Salta”, ed Aemond risponde “Quanto in alto?”. Luke gli fa gli occhioni dolci e gli dice “Voglio Essos”, ed Aemond non gli lascia nemmeno finire la frase che è già in groppa a Vhagar pronto ad avere Essos in pugno. LOL. Hanno un rapporto idilliaco perché Luke porta Aemond al guinzaglio ed Aemond gli dice “grazie”.
 
In pubblico Luke si comporta da “mogliettina ubbidiente”, in privato sminuisce il marito nelle questioni politiche e mostra di superare in astuzia Aemond, solo per sfotterlo un po'. Luke era stato allevato per essere il successore del Serpente di Mare. Non importa quanto Aemond studi, non sarà mai in grado di superare Luke in furbizia. E poi, comunque, Aemond è semplicemente davvero tanto tanto tanto innamorato di Luke.
Ma della questione dei sentimenti di Aemond per Luke e di quelli di Luke per Aemond, parleremo più avanti…
 
 
--- La situazione del drago di Laena, figlia di Baela e Jace, è roba canon. Ovviamente la piccola Laena, nel libro, non era la figlia di Baela e Jace, ma era la figlia che Baela aveva avuto dall’uomo che ha poi effettivamente sposato, ovvero Alyn Velaryon, uno dei figli bastardi che Corlys ebbe da Marilda e che fece legittimare da Rhaenyra, e quindi Alyn era lo zio della stessa Baela (ed era un infedele traditore sforna-bastardi, ma vabbè).
 
Baela chiamò la sua primogenita Laena in onore della propria defunta madre, ma quando l’uovo della neonata si schiuse ne fuoriuscì un drago più simile a un serpente, cieco e senz’ali, che morse la piccola e le strappò un pezzo di braccio. E quindi il draghetto venne fatto fuori. Vi lascio la pagina Wiki della piccola Laena: https://awoiaf.westeros.org/index.php/Laena_Velaryon_(daughter_of_Alyn)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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