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Autore: lulette    21/09/2023    2 recensioni
Dal capitolo II
"Credevo che l'amore potesse trascendere la fisicità…" disse con fare rassegnato Arthur.
Merlin quasi rise. "Ma noi non stiamo parlando di amore, maestà."
"E va bene!" Si adirò il principe, quasi urlando "Se anche si trattasse solo di desiderio, non credi che i sentimenti forti che proviamo l'un per altro potrebbero renderci comunque felici? Anche se solo per qualche istante?"
Merlin provò istantaneamente rabbia e dolore insieme, molto più forti rispetto a prima. Tuttavia cercò di trattenersi tacendo, mentre il principe continuava. "Non riusciresti a non considerare che sono un uomo e a vedermi invece solo come un essere umano che ti è molto vicino e che tiene a te?"
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Capitolo V

 

The present

 









 

Merlin avvolse Morgana in una coperta, perché non fosse riconoscibile ai suoi uomini. Doveva portarla via il più presto possibile.

La donna era ricoperta di sangue. Sembrava messa molto male.

 

'Traghin vot cuperne!' urlò con le braccia alzate verso la parete più vicina. Questa crollò tutta insieme verso l'esterno con uno schianto.

 

Merlin attese un attimo che la polvere si diradasse e fischiò a lungo per richiamare il suo cavallo, che dopo qualche tempo arrivò. Caricò Morgana a testa in giù, tra la sella e il collo del cavallo e prese il contenuto della cesta infilandolo all'interno della camicia e fermandolo con la cintura.

Salì a cavallo e alzò il braccio per dar fuoco a tutta la casa con la magia, ma desistette. Non era indispensabile uccidere tutti quegli uomini.

 

Passò di volata, galoppando in mezzo alla battaglia che infuriava, sperando di attirare l'attenzione dei suoi. 

Non appena Arthur lo vide, ordinò la ritirata e tutti lo seguirono. 

A un certo punto, poco prima di Camelot, Merlin svoltò nel bosco. Arthur lo chiamò ma il servo continuò la sua corsa.

 

Il principe ordinò ai suoi uomini di tornare a palazzo e spinse il suo cavallo al galoppo per raggiungere l'altro.

Dopo poco si ritrovò davanti a una capanna di legno, Merlin già davanti alla porta con in braccio Morgana.

 

"Che fai Merlin? Perché l'hai portata qui?" 

Arthur smontò da cavallo per aiutare il servo e adagiarono la donna su un vecchio materasso.

 

"C'è un motivo, maestà, di cui vi parlerò più tardi…"

"Morgana è viva?"

"Sì, ma… è gravemente ferita … credo abbia bisogno di cure. Mi fermerò qui con lei, se non vi dispiace."

"Questa capanna è fatiscente e Morgana riuscirebbe a scappare facilmente da qui anche se ferita"

"Sono più potente di Morgana… io sono Emrys!"

"Emrys? E da dove viene fuori questo nome? È forse un titolo che si danno gli stregoni tra di loro per meriti speciali?"

"No. È il nome che tutto il popolo degli stregoni dà a me. Mi conoscono come Emrys, anche quelli che non ho mai incontrato"

"Davvero? Anche Morgana?"

"Morgana non sa che Emrys sono io. Credo che Emrys sia l'unico di cui lei abbia davvero paura."

 

"Voglio portare Morgana a Camelot!"

"Sul serio?" sorrise Merlin.

"Va messa in prigione, incatenata e tenuta sotto strettissima sorveglianza"

Il sorriso del servo sfiorì in un attimo.

"Non voglio che sia mandata in prigione! Sta male e non è qui per questo."

 

"Prima o dopo si compirà il suo destino: sarà processata e sicuramente giustiziata. Non c'è dubbio sul suo tradimento. È la mia nemesi, Merlin, e anche la tua!"

 

"Vedete Arthur, io intendevo farvi una specie di … regalo. Vorrei provare a fare tornare Morgana come prima."

 

"Tu sei un pazzo visionario… E come vorresti fare?"

"Mi piacerebbe che fosse portata in camera sua, che fosse curata da Gaius. Vorrei che si circondasse di persone che le hanno voluto bene. Vorrei parlare con lei e che provaste a parlarci anche voi e vostro padre."

 

"Lei ci odia, Merlin. Vuole distruggerci. Non servirà a niente. Avanti, non puoi essere così ingenuo."

 

"Utilizzerei la magia. Vi prego solo di farmi provare"

 

"La mia risposta è no. Troppo pericoloso, Merlin. E poi che posto è questo? Non credo di averlo mai notato prima …"

 

Merlin farfugliò qualcosa.

 

"Cos’hai detto?"

 

"Ha a che fare con la mia magia."

"Non vedo come!"

Il servo deglutì a vuoto.

"Avete presente quello stregone, simpatico, vecchio ma decisamente piacente."

"Di chi parli?"

"Dragoon… il grande!"

"Simpatico? Piacente? Un ladro, un approfittatore. Antipatico e dispotico aggiungerei. E brutto come la fame…"

 

Merlin ci rimase male.

"Non vi piaceva neanche un po'?"

 

"Io non ti capisco, Merlin. Dove vuoi arrivare?"

 

"A volte, quando a Camelot c'erano dei guai, io usavo una sorta di mio alter ego, la versione di me da vecchio… capite?"

 

Arthur sgranò gli occhi.

"Oh, santi numi! Vuoi dire che Dragoon eri … tu?"

 

"Sì, maestà. Non ve l'ho detto subito perché pensavo fosse troppo presto."

Arthur continuava a fissarlo con sguardo ferito.

 

"Era magia, Arthur, e un po' di … commedia. Ma sono solo e sempre io" disse Merlin poggiando appena le mani sull'armatura di Arthur, in corrispondenza del petto del principe, guardandolo con la massima dolcezza, cercando di placare il suo animo sconvolto.

 

"Questo è un brutto colpo. Eri davvero quel vecchiaccio maledetto?"

Merlin si scostò da Arthur un po' offeso ma il principe glielo impedì afferrandogli la vita con le mani.

 

"Non credevo che Arthur avesse delle mani così

grandi e possenti…"

 

"Non credevo che Merlin avesse una vita così deliziosamente sottile!"

 

Merlin pose la mani su quelle di Arthur in modo che il principe le spostasse ma al contrario lui non si mosse.

Il servo pensò che fosse molto piacevole il contatto tra le loro mani. Che fosse un po' troppo piacevole e senza volere lo associò al ricordo del loro strano approccio da ubriachi.

 

"Mi comportavo così solo per sviare i dubbi da me. Ricordate quando diceste a Dragoon che vi sembrava di averlo già visto? Ebbi davvero paura che mi riconosceste. Facevo apposta ad essere scontroso con voi per essere più distante possibile dal mio vero io, così non mi avreste associato a lui"

 

Arthur lasciò andare Merlin, che avvertì la sgradevole sensazione di mancanza delle mani calde del padrone su di sé.

 

"Guarda che a volte sei scontroso anche tu… poco disponibile e pure violento."

 

Merlin sgranò gli occhi. "Violento? Io?"

 

“Guarda qui. Vedi le mie dita, le mani, i polsi e anche le braccia. Ne ho un paio anche sul petto" disse il principe tirando su le maniche.

 

"Cosa avete fatto? Vi siete strafogato di frutti di bosco come al solito… e vi è venuto uno sfogo…"

 

"No… lo sfogo era di rabbia. La tua. Sono graffi e sono un tuo ricordo…e poi sei tu quello che si strafoga con i frutti di bosco"

 

'I pizzicotti!' Ricordò Merlin all'improvviso. 'I pizzicotti e i graffi per togliermi le sue mani di dosso, quella sera!

 

"Mi dispiace Arthur. Non credevo di avervi fatto così male… però …ve lo siete meritato."

 

"Non ricordo bene come sia successo per cui voglio darti il beneficio del dubbio …  ma sei un gatto pericoloso Merlin. Almeno quando diventi furioso."

 

"Volete che provi a toglierveli con la magia?"

 

"Una sciocchezza del genere? No di certo. Dimmi piuttosto: che farai con Morgana?"






 

"Morgana ha preso una botta molto forte alla testa" stava spiegando Gaius a Merlin e ad Arthur. "Rimarrà addormentata per parecchio tempo, forse per giorni. Inoltre ho dovuto ricucire un taglio nel fianco. Sì è rotta entrambe le gambe: la caviglia destra e il ginocchio sinistro. Dovrò operarla" disse Gaius, ricoprendo le gambe di Morgana.

 

"Se dovesse svegliarsi, potrebbe curarsi da sé con la magia?" chiese Arthur.

 

"No!" rispose Merlin. "Non può curarsi da sola, come me o ciascuno degli altri maghi."

 

"Se si svegliasse, potrebbe scappare?"

 

"Non la lasceremo mai da sola e terremo delle guardie armate fuori dalla porta." rispose Merlin.

 

"Non è meglio legarla?"

 

"Almeno inizialmente non ci sarà questo pericolo. Non riuscirebbe neppure a fare due passi…" fece Gaius.

 

"Merlin tra un po' avrei bisogno di parlarti.

Ti aspetto in camera mia."





 

"Gaius! Se sapessi cosa ho preso a Morgana!" disse con eccitazione.

"Non dirmi che sei riuscito a recuperare il liberculum?" chiese Gaius con gli occhi grandi come uova sode.

Merlin lo tirò fuori dalla scollatura e lo passò a Gaius che lo sfogliò con mani tremanti. "Non posso crederci. È proprio lui! Morgana l'aveva sottratto alla biblioteca dei libri proibiti, quando viveva ancora qui. Geoffrey non se lo è mai perdonato!"

"Non sapevo che Geoffrey si interessasse di magia"

"No. A lui importa solo dell'unicità e del pregio di un libro così antico"

"Secondo voi Morgana è riuscita a usarlo?"

"No. Altrimenti sarebbe riuscita a realizzare quasi tutto ciò che voleva."

"È scritto in antico gaelico! Forse non è riuscita a tradurlo"

"Non è questo. Quasi nessuno stregone è in grado di mettere in atto questi incantesimi."

"Comprende formule per l'autoguarigione?"

"Non solo. Può donare l'immortalità ai comuni mortali, comprende la possibilità di volare, di dividere il proprio corpo in due entità, di spostarsi da un posto all'altro in un istante anche se i luoghi sono lontanissimi..."

 

"Anche di ridare la vita ai morti?"

"No, questa rimane una prerogativa degli dèi!"

"Perché Morgana non può usare questa magia?"

"Perché non è abbastanza potente. Se c'è uno stregone che può farlo quello sei tu…"




 

"Sono qui, Arthur. Ditemi pure." 

"Scusa ma cos'è questa farsa?"

"Farsa?"

"Sì. Hai chiamato tutti al suo capezzale. Persino mio padre. Prima è stato da lei. Quando è uscito era stravolto."

 

"Mi avete detto che l'avreste rivoluta indietro e che speravate che tornasse a casa."

 

"È vero. L'ho desiderato, ma lei è cambiata. E non tornerà più a essere ciò che era. Ci detesta e ci ucciderà tutti appena potrà. 

Il tuo regalo è un'illusione, Merlin".

 

Merlin accusò il colpo e abbassò il capo. "Ditemi. Non vi ha fatto nessun effetto averla di nuovo qui con noi?"

 

"Sì, per un attimo è stato piacevole, ma solo perché lei non è cosciente…"

 

"Io speravo foste felice…"

Arthur vide l'espressione delusa e contrita del servo. Era così afflitto: si torturava le mani in continuazione e guardava il pavimento e quasi si commosse:

"Sono felice per un altro motivo però… io so che tu l'hai fatto con il cuore, l'hai fatto per me e per la mia felicità. Ed è questo il vero regalo…"

Arthur fece qualche passo verso Merlin, e gli alzò il mento delicatamente.

Il servo aveva gli occhi lucidi.

 

"Vieni qui!" disse Arthur e lo abbracciò teneramente, tenendo le mani sulla schiena dell'altro. Merlin non se l'aspettava ma ricambiò l'abbraccio con la stessa delicatezza, ponendo le braccia su quelle di Arthur.

Il principe lo strinse poco di più.

"Non ho cattive intenzioni. Spero tu lo sappia."

 

Merlin si fece scappare una piccola risata. "Lo so, maestà!"

Quando si separarono Arthur aveva le guance un po' arrossate, mentre Merlin era tutto preso da un piacevole languore al petto e all'addome, poi lo guardò con un sorriso: "Basta il pensiero. Giusto?"

 

Arthur scoppiò a ridere. Anche lui si sentiva emozionato per l'abbraccio. "Proprio così, Merlin. E questo mi fa capire che tu mi hai perdonato!"

"Beh, il regalo volevo farvelo soprattutto perché voi capiste che per me voi siete ancora importante. Che sono ancora qui per voi"

 

"Sai… Ho avuto degli strani flash, di notte e di giorno. Saranno sicuramente solo sogni o ricordi irreali ma, tu ti sei dichiarato con me quella sera?"

Il servo divenne terreo.

"No!" mentì Merlin.

"Scusami. Avrei dovuto immaginarlo"

"Perché?"

"Tu mi hai rifiutato tante volte quella sera. Che senso avrebbe avuto dichiararmi i tuoi sentimenti per poi rifiutarmi. Se tu ti fossi dichiarato davvero, a un certo punto saresti stato tu ad avvicinarti a me. Non credi?"

 

"È giusto Arthur. Non avrebbe avuto alcun senso…" disse il servo, senza guardarlo negli occhi.

Se gli avesse detto la verità, Arthur non avrebbe potuto comprenderlo. A volte non si capiva nemmeno lui.

 

"Allora che farai con Morgana?"

"Appena avrò perfezionato il piano ve lo dirò."

 

Merlin si sentiva uno stupido. Perché darsi tanto da fare? Arthur non era affatto soddisfatto. Ma prima di darsi per vinto almeno un tentativo voleva farlo. 

 

Merlin studiò tutta la notte. Conosceva il gaelico, ma non così bene. Provò la formula che gli interessava. Non c'era una formula per fare tornare buona una persona che non lo era più, ma c'era un incantesimo che aumentava la percezione dei ricordi positivi di una persona e diminuiva quella dei ricordi negativi. A volte questo era sufficiente per portare una persona verso la felicità e quindi anche un comportamento migliore.

 

Avrebbe dovuto aspettare che Morgana si risvegliasse e godesse di relativa buona salute prima di usare l'incantesimo su di lei.





 

Un paio di giorni dopo, Morgana aveva riaperto gli occhi. Non parlava. Era calma e sembrava non soffrire più di tanto.

Dopo essersi confidato con Gaius ma prima di aver avvisato il re e suo figlio del risveglio della donna, Merlin si preparò a incantare Morgana.

 

"Cuimhnich na tha àlainn agus math, cuir às don dona"

 

Con gli occhi dorati e le mani vicino alla testa di Morgana, Merlin si concentrò e ripeté la frase tre volte. Infine dalle sue sue mani dipartì una luce bianca e intensa che avvolse l'intera figura sdraiata.

 

"Merlin? Dove sono?" disse stiracchiando le braccia la ragazza.

"Ben svegliata Morgana. Siete nella vostra camera, a Camelot."

"Cosa ci faccio qui?"

"Siete ferita alle gambe. Vi faremo curare da Gaius, non temete. Avete voglia di salutare Arthur e vostro padre?"

"Sì, Merlin. Chiamali subito, ti prego."

Merlin corse a chiamare Arthur. La magia sembrava funzionare. Purtroppo leggendo sul libro magico, aveva scoperto che quella magia durava solo qualche giorno e poteva essere rinnovata solo un certo numero di volte, poi perdeva di efficacia.


"Morgana!"

"Arthur! Dammi un abbraccio ti prego"

Arthur un po' a disagio si chinò e le abbracciò le spalle. Non si fidava di lei, eppure l'abbraccio lo intenerì suo malgrado.

Merlin lì lasciò soli. Ma rimase fuori dalla porta. Non sapeva come e quanto l' incantesimo avesse funzionato. Li sentì mormorare senza capire nulla. Poi udì chiaramente la risata di Morgana e un po' più piano quella di Arthur.

 

Quando più tardi anche Uther uscì dalla porta dopo aver visto la figlia, il sovrano aveva gli occhi lucidi e un sorriso che Merlin non gli aveva mai visto prima.

Uther non si aspettava di trovarsi Merlin di fronte e si indispettì per essere stato colto in un momento di commozione.

"Sì può sapere che ci fai tu qui? È tua abitudine spiare il tuo sovrano?" gridò al servo.

"No, maestà. Vi giuro che non sentito niente, se non qualche risata. Sono qui solo per controllare che Morgana stia bene. Non è ancora del tutto fuori pericolo."

 

Uther si ammorbidì all'istante. "Sì certo. Ormai ti conosco e so della tua lealtà ad Arthur e a Morgana. So che sei stato tu a prenderla e a portarla di nuovo da me. Sei stato coraggioso e generoso. Ho un debito verso di te. È un vero peccato che tu non sia una fanciulla, Merlin…"

 

Il giovane era sbigottito. Sorrise e chiese: "Perché?"

"Avrei potuto fare di te la mia regina!"

"Che cosa?"

Uther si mise a ridere. "Ma credo che tu avresti preferito essere la regina di qualcun altro" Il re gli fece l'occhiolino e se ne andò, lasciando Merlin esterrefatto.


 

Arthur lo fece chiamare. Il principe avrebbe dovuto essere nel campo addestramento a quell'ora e Merlin era tutto bagnato di acqua e sudore perché stava lavando i panni del suo signore. Poco male. Se non fosse arrivato a completare i lavori quel giorno avrebbe fatto un'eccezione e usato la magia per fare il bucato.

 

"Arthur…"

"Merlin, cos'hai fatto a Morgana?" sibilò.

"Io… io non ho fatto niente…" 

"Non l'hai fatta ubriacare?"

"No!"

"Non l'hai drogata con qualche erba strana?"

"No… io non…"

"Sei bravo a mentire! D'altronde lo hai sempre fatto…"

Merlin sentì un improvviso calore al viso e quasi all'istante ebbe il volto ricoperto di sudore freddo.

"D'accordo, Arthur. Le ho praticato un incantesimo che però non so sinceramente fino a che punto abbia funzionato."

"Io credo abbia funzionato. Mi sembrava di parlare con la più candida creatura esistente, perfino più della Morgana del passato."

 

"C'è un problema, maestà. Tra quattro giorni l'incantesimo andrà rinnovato, altrimenti Morgana tornerà quella di sempre."

"Ed è pericoloso rifarlo?"

"No, ma sarà sempre meno efficace, finchè non funzionerà più."

"Sarà bene utilizzare l'incantesimo finché non verrà operata e sarà in grado di andarsene."

"Mi dispiace, Arthur. Speravo che restando qui, Morgana si sarebbe abituata di nuovo alla sua famiglia, tanto che una volta abbandonato l'incantesimo, lei avrebbe voluto restare comunque."

"Non tutti sono come te. Non tutti sono puri e onesti di cuore. Meno che mai Morgana!"

"Ho fatto un disastro. Sono stato il solito ingenuo."

"Forse sì, ma io ti prego di non cambiare mai."















 
   
 
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