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Autore: DanzaNelFuoco    21/09/2023    0 recensioni
COW-T #10 - missione 3 - prompts: luoghi del COW-T #2
Raccolta di BakuDeku, per la maggior parte AU
altri pairing vari indicati a inizio fic (perché in generale mutlishipping is the way)
--- Katsuki ha la bocca secca, un po’ perché quella soda era davvero una merda, un po’ perché non riesce a staccare gli occhi dei muscoli del tizio che guizzano sotto la maglietta ad ogni cassa di vino che impila sul pavimento - porca merda, è una cazzo di statua greca, in che palestra va e perché lui non lo ha mai visto?
“Katsuki, tesoro, lo so che è un eye candy, ma smetti di sbavare,” Mina gli dà un buffetto sulla spalla, e Bakugou potrebbe ringhiare che non è vero, non sta sbavando (bocca secca, ricordate?), ma è troppo concentrato a cercare di far combaciare la figura davanti a sé con il nerd rachitico che lo seguiva ovunque alle medie. Perché sì, ci ha messo un po’, ma alla fine lo ha riconosciuto: quello è Deku.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Readers, mi scuserete, ma questa non ha i BakuDeku come protagonisti. 

Scritta per la challenge B.I.Bi.T.A. di Lande Di Fandom, modalità “open bar” - su richiesta della stupenda XShade-Shinra (con tante scuse per il ritardo!)
Prompt - storia spinoff dove Aizawa e/o Shinsou si recano  al sexy shop (#8).


 

La sfiga ci vede benissimo

 

Hagakure avrebbe cambiato lavoro. Non quello da Hero, no, quello le piaceva e, soprattutto, era meno pericoloso. 

Mashirao la vide entrare in casa dal cappotto che si muoveva nell’atrio, dal cappello che fluttuava verso l’attaccapanni. 

“Tutto bene, tesoro?” Le chiese, affacciato dalla porta della cucina, la spatola in mano mentre preparava il riso per la cena, ma Hagakure non rispose.

“È successo qualcosa?” 

Hagakure scosse la testa, non che Mashirao potesse vederla, e si fece strada in cucina, dove si versò un bicchiere d’acqua prima di rivolgersi al fidanzato. 

“Devo chiudere il sexy shop...” e già il fatto che non l’avesse chiamato sexy boutique mise in allarme Mashirao, “...Sparire dalla città, forse anche scappare dal Giappone.” 

Prima di farsi prendere dal panico - Toru sapeva essere veramente melodrammatica quando ci si metteva - Oijiro sospirò.

“Vuoi dirmi che è successo?” 

“Non indovinerai mai chi è entrato oggi al negozio.” 

“Bakugou e Midoriya di nuovo? Merda, Bakugou si è accorto che li stavi spiando! Ha fatto esplodere il negozio?” 

“Peggio,” Hagakure sentenziò, “molto peggio.” 

 

* * * 

 

Hagakure sente il campanello d’ingresso segnalare l’entrata di un cliente, mentre è china su una scatola di vibratori ancora da tirare fuori dall’imballo. 

‘Arrivo subito,’ dovrebbe gridare da sotto il bancone e rendere nota la propria presenza. Se avesse imparato qualcosa dalla debacle della scorsa volta con Midoriya e Bakugou, lo avrebbe fatto. Ma nella frazione di tempo che le ci vuole per registrare il suono e aprire la bocca di rimando, sente le voci dei nuovi arrivati.

“Quindi a che stavi pensando?”

“Non lo so, è per questo che ti ho portato.” 

Hagakure si solleva lentamente, attenta a non fare il minimo rumore e sì, davanti a lei, all’ingresso del suo sexy shop - dannazione, sexy boutique! - ci sono proprio Shinshou Hitoshi e Aizawa Shouta. 

É un occasione troppo ghiotta per sprecarla così, Hagakure si dice, apprestandosi a rimanere ferma immobile e invisibile pur di scoprire la verità. 

Perché se la relazione tra Bakugou e Midoriya era stata un fulmine a ciel sereno (anche se i segni della tempesta, a saperli interpretare, c’erano tutti), quella tra Shinsou Hitoshi e il loro vecchio professore all’UA era invece un segreto sulla bocca di tutti - un pettegolezzo a cui si poteva credere o meno, mai confermato da una foto ambigua, da un commento fuori luogo, da una situazione particolare. 

Entrambi erano troppo riservati per sbandierare al vento qualsiasi informazione personale; e comunque, essendo eroi prevalentemente dell’Underground, non è che avessero proprio tutte queste occasioni per finire sui giornali di gossip. 

Ma le voci girano, e che Shinsou avesse una cotta per Aizawa era stato chiaro a tutti fin dal primo giorno in cui il ragazzo si era unito alla classe. Il fatto che poi, una volta diplomato, non avesse smesso di stare appresso al professore, tanto che avevano cominciato a lavorare insieme, non deponeva certo a suo favore. Eppure nessuno era mai riuscito a dire per certo se il loro fosse soltanto un rapporto mentore-studente particolarmente profondo, oppure ci fosse dell’altro. 

Certo è - adesso - che il loro è il genere di rapporto che consente che entrino insieme in un sexy shop. Hagakure non può lasciarsi sfuggire l’occasione di indagare. 

“Non sembra ci sia nessuno,” fa notare Shinsou, il naso affondato nel collo della felpa, le mani in tasca e l’espressione sul viso di qualcuno a cui non potrebbe importare di meno di essere lì. 

“È un posto famoso per la discrezione,” Aizawa non sembra troppo convinto. 

“Uhm uhm,” Shinsou annuisce, guardandosi intorno. “Lo sai che non c’è davvero bisogno di tutto questo, vero?” 

“Sì, eppure mi farebbe sentire meglio, perciò se vedi qualcosa che ti piace...”

“Ok, d’accordo, ‘è per questo che mi hai portato’,” Shinsou gli fa il verso, alzando gli occhi al cielo, prima di mettersi a vagare per il negozio. 

Hagakure freme sul posto. L’intera conversazione ovviamente è un po’ troppo esplicita per dei semplici amici, eppure... potrebbero pure essere molto molto molto in confidenza. Non sarebbe la prima volta che qualcuno porta degli amici al suo negozio. Certo di solito sono tutte compagnie di ragazze che stanno festeggiando un addio al nubilato, anche se sono arrivati anche alcuni corrispettivi maschili, mai due amici soli, ma... non si può mai dire. 

Shinsou passa davanti alla vetrina dei dildi esposti, alla rastrelliera delle manette e si ferma davanti alle imbracature di sospensione. 

“Che ne pensi di questo?” Shinsou indica una serie di cinghi chiuse attorno al torace e alle cosce di un manichino con anelli metallici da cui pendono una coppia di manette. 

“Ma abbiamo già le bende -”

“Sì, ma potremmo evitare di passare la vita a fare lavatrici per averle sempre pulite.” 

Hagakure si preme le mani sulla bocca, l’una sopra l’altra a mitigare qualsiasi suono le possa uscire dalla gola. Non può aver frainteso una cosa di questo genere, no? 

“D’accordo, va bene, ma non è questo il punto,” Aizawa scuote la testa e si dirige verso lo scaffale successivo, saltando completamente i bavagli e le ball gag. 

“Una cosa come quella?” Shinsou chiede incredulo quando vede l’altro davanti ai frustini e alle palette. “Non è esattamente il mio stile. E nemmeno il tuo.” 

Aizawa ha un lieve colorito rossastro che gli imporpora le guance, “È questo il punto, fare qualcosa di diverso, che non sia nel nostro stile.” 

Shinsou alza gli occhi al cielo. “Comunque, no. Niente dolore fisico.” 

Aizawa sembra sollevato. “D’accordo,” dice, proseguendo. 

Nostro stile? Negoziazione dei kink? Oh, Hagakure ha appena vinto l’intero betting pool di almeno tre agenzie riguardo la loro relazione.

“Ehi, quello poteva andare bene,” Shinshou lo ferma. 

“Cosa?” 

Shinsou gli si avvicina e tira giù dello scaffale un butt plug. “Questo. Oh, guarda, vibra!” 

“Ma-”

“Volevi qualcosa di nuovo, no?” Shinsou gli lancia un sorriso a trentadue denti, “Questo è nuovo: vibra!”

“D’accordo, va bene, l’imbracatura e pure quello” Aizawa concede, “Ma non è tutto un po’ troppo... uguale al solito?”

Shinsou lascia che le parole di Aizawa si facciano strada nel suo cervello e poi scoppia a ridere. 

“Oh, Shouta,” il ragazzo sorride, con affetto, “Hai parlato di nuovo con Midnight, vero?” 

Aizawa si avvale della facoltà di non rispondere, incrociando le braccia al petto. “Sai che Nemuri ha ragione.” 

“Shouta, no. Davvero. Mi piace stare con te, mi piace quello che facciamo a letto. Non ho bisogno di... ‘metterci un po’ di pepe’, ‘ravvivare la fiamma’ o qualsiasi altra cosa ti venga in mente. Non mi serve.” 

“Dici così adesso-”

“Dicevo così cinque anni fa e dirò così tra cinquant’anni.” 

“Tra cinquant’anni non ci sarò nemmeno più.”  

“Shouta, ne compi quaranta, da come parli sembra quasi che tu abbia un piede nella fossa,” Shinsou ride ancora, posandogli le mani sulle spalle e poi avvolgendolo in un abbraccio, “Non sei vecchio, non sei noioso e non hai bisogno di fare cose strane a letto per tenermi con te.” 

Hagakure, nel suo angolo, si sta sciogliendo silenziosamente. Ma quanto sono adorabili! 

Aizawa sorride e inclina la testa verso di lui per far toccare le loro fronti. “Sono uno stupido, non è vero?” 

“Un po’,” Shinsou gli posa un bacio sulle labbra, “ma sei il mio stupido.” 

Hagakure potrebbe implodere sul posto in una miriade di coriandoli - l’emozione minaccia di farle uscire un gridolino di gioia dalle labbra e solo le mani premute sulla bocca riescono a camuffare il suono strozzato. 

Aizawa si irrigidisce, comunque, e lentamente si volta ad osservare la stanza, questa volta non con l’occhio del cliente, ma con quello del pro-hero. 

Shinsou aggrotta la fronte, guardandosi in torno, “Che c’è, hai sentito qualcosa?”

Aizawa fa un cenno di diniego, la postura ancora rigida e gli occhi in cerca di movimento che lampeggiano rossi per un istante. Hagakure non è mai stata così contenta che il suo quirk sia talmente fondante da non poter essere disattivato. Ma perché non ascolta mai Mashirao e non lascia che a lavorare in negozio venga Hikiko, che è per questo che la paga? 

“No, forse è stata solo un impressione.” 

“Va bene, vuoi continuare il giro? Di là ci sono i dvd; non vuoi vedere quali nuove parodie ci sono sui nostri colleghi?” Shinsou solleva le sopracciglia con fare canzonatorio e l’espressione di Aizawa si fa spiritata.

“Per favore, no.”

Shinsou trattiene una risata, mordendosi le labbra, “D’accordo, allora. Alla cassa?” chiede, e voltandosi sembra rendersi conto che il negozio sia completamente vuoto, nessuna commessa venuta ad aiutarli a scegliere dal retrobottega. “Ma non c’è nessuno? Non hanno paura che qualcuno li derubi?”

“Avranno un buon sistema d’allarme,” Aizawa risponde, gli occhi stretti che ancora si guardano in torno alla ricerca di qualcosa fuori posto, “Dai, andiamo. Torneremo un’altra volta.” 

Shinsou si stringe nelle spalle e si lascia guidare fino alla porta dalla mano posata sul suo fianco. 

“E sarà meglio che la prossima volta la cassiera ci sia, ben visibile. E discreta,” aggiunge il professore, prima di seguire fuori l’altro, accompagnato dallo scampanellio della porta. 

 

* * * 

 

“Mi ha visto,” Hagakure scossò il capo, “ti dico che mi ha visto.”

“Nessuno ti può vedere, tesoro,” Mashirao ridacchiò, cercando di consolarla. 

“Non importa. Lui sa.” 

“E allora?” Mashirao si alzò per mettere in tavola la cena, “Mica può darti un brutto voto.” 

“È lo stesso. Lascio il negozio in mano a Hikiko e prenoto un volo per la Norvegia. Ho sentito dire che è bellissima in questo periodo dell’anno.” 

 

 

 

 

 

 

(NdA. Il sexy shop - pardon, sexy boutique! - di Mina sta aperto per grazia ricevuta, considerando che in due fic non ha ancora venduto niente. Ops.) 

 

 

 

  
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