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Autore: tbhhczerwony    21/09/2023    1 recensioni
[1/3 Arcs | OC-centered | ship varie, shonen battles!]
dal diciassettesimo capitolo:
Il principe dai capelli rosa sembrava aver notato la leggera tensione tra il gruppo, ciò non sembrava interessare al padre a fianco a lui che continuava a mangiare, chiacchierando con Krystal. A quanto pare era lei il soggetto delle preoccupazioni di Saleh. Dopotutto era comunque amica di sua madre. La fata della natura sentì una vibrazione venire dal suo telefono. Pensava fosse Atan ma, in realtà c’era qualcosa di mai visto nell’app delle note.
Il pianeta Zeldris e il suo Tempio della Vita sono presi di mira da Xanard, un misterioso ragazzo con i poteri di ghiaccio che Jandor e i suoi amici del Winx GX Club dovranno affrontare. Che segreto si cela dietro il puzzle del tempio, e perché Xanard vuole prendere possesso della Fiamma del Drago?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Icy, Nuovo personaggio, Winx
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jigentō'
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Qualche giorno fa ero /miracolosamente/ riuscito a finire di tradurre l'undicesimo capitolo, quindi oggi che ho un momento libero mi son detto "perché lasciarlo dentro la sua cartella a fetere?", anche se da una parte lo so perché. Teoricamente (ma non sono troppo sveglio, né tanto meno costante) avrei dovuto lasciarlo lì in modo tale che avrei avuto sia questo che il prossimo (che sarà l'ultimo postato finché non posto il nuovo capitolo sia su ao3 che qui! Devo finire di scriverlo ç_ç) li avrei già avuti belli pronti. 
Però mi va bene anche così, almeno non resta abbandonato per chissà quanto mentre dovrò postare l'altro. In questo capitolo si presenta un nuovo OC, completando così il trio di Xanard! Sì, praticamente i paralleli delle Trix, solo che l'unico figlio è Xanard, mentre Raoul e Nikolaj non sono collegati con le Trix in alcun modo e hanno poteri molto diversi. Penso che qui capirete perché Raoul è tutt'ora il mio preferito da scrivere, heh.
Spero che vi piaccia! E lascio anche una art di Saleh! (ah, premessa che non ho fatto nel capitolo precedente: nel mio watermark c'è scritto il mio vecchio username di Instagram, ma ora è staerplatinum come qualsiasi altra parte)



 

Nascondino




 

«Ricordatevi di non agitare mai questo tipo di pozione, altrimenti potrebbe esplodere. Tutto chiaro?»

«Sì!»

Palladium finì di scrivere gli ultimi appunti sulla lavagna, ma quando si voltò poté subito notare che non tutti stavano prestando attenzione. Escludendo i soliti, anche Atan sembrava essere distratto. Continuava a roteare la sua penna tra le dita, e aveva annotato solamente una riga di ciò che era stato precedentemente spiegato.

«Atan, puoi ripetere quello che ho appena detto?» chiese il professore.

Atan non rispose, fissando pensierosamente la lavagna.

«Atan?» lo chiamò nuovamente, facendo apparire una pozione di fronte a lui sul banco per attirare la sua attenzione, facendolo sobbalzare dalla sorpresa.

«Atan, che cos’è quella?»

Analizzando l’ampolla, il ragazzo dai capelli color lavanda la prese in mano, «Da quello che vedo sembra una pozione di zolfo»

«Sì?» Palladium lo invitò a continuare.

Atan assottigliò appena lo sguardo, cercando di ricordarsi su cosa fosse la lezione. L’unica cosa che si ricordava erano i suoni ovattati delle voci dei suoi compagni e quella del docente.

«Beh, è il decimo elemento più abbondante in massa nell’universo… l’uso più comune comprende la produzione di acido solforico per il solfato e per ricavarne fertilizzanti—»

«Non è quello che ho detto pochi minuti fa. Stavi ascoltando?»

Il ragazzo dovette arrendersi. «No, professore. Mi scusi»

Palladium tirò un leggero sospiro, «Va bene… ma che non succeda più» lo avvisò, tornando davanti alla lavagna per concludere la lezione.

Jandor spostò lo sguardo verso il banco di Atan, notando che aveva ricominciato a prendere appunti dopo esser stato rimproverato dal professore. In tutta la sua vita passata con lui, Jandor poteva giurare di non aver mai visto Atan così disattento in classe, specialmente per le materie che gli piacevano di più.

Questo atteggiamento andò avanti tutto il giorno, fino a che non si riunirono a pranzo insieme. Atan portò con sé i libri di Zeldris per vedere se riusciva a concentrarsi di più su quelli, per fare finta che la causa della sua disattenzione e continuo fissare un punto fermo in silenzio non esistesse. Ma la fata del suono conosceva benissimo il motivo della sua insolita sbadataggine, ovvero la serata passata con Cedric.

Ma cosa gli era venuto in mente? Perché gli aveva chiesto se voleva far parte dei suoi esperimenti, facendo cose che con altre persone non avrebbe fatto? Cedric era uno studente dell’ultimo anno, una fata Enchantix—non poteva essersi preso una cotta per lui, vero? Quella notte era solo—

«Atan!»

L’ultima chiamata da parte dei suoi amici lo fece sussultare.

«Scusate… cosa stavate dicendo?» domandò, alternando lo sguardo tra di loro.

«Saranno almeno cinque minuti che ti stiamo chiamando, sembri quasi un fantasma!» gli disse Saleh.

«Eravamo preoccupati per te… ti stai comportando in modo insolito da stamani, ti senti bene?» gli chiese successivamente Aimon.

Atan abbassò lo sguardo, sul suo vassoio di cibo, «Sì, uhm… credo di sì» rispose evasivamente, per poi guardare davanti e dietro di sé, come se fosse alla ricerca di qualcosa con lo sguardo.

«Ne sei proprio sicuro?» domandò Jandor.

La fata del suono si voltò verso di lui, «Certo che sono sicuro. Perché vi preoccupate tanto?»

«Non lo so, non dai mai risposte sbagliate ai prof» commentò la fata della natura, «È successo qualcosa ieri? Non ti abbiamo visto tornare!»

«Beh, quando sono tornato c’era solo Aimon…» Atan si voltò a guardare il principe di Andros, «Era tardi, non volevo svegliarvi»

Aimon sembrava non voler rispondere a ciò, era ancora preoccupato e non sapeva cosa pensare—dopotutto, Atan era tornato nel cuore della notte con un aspetto insolito e riusciva a malapena a tenere i libri in mano. Si chiedeva se avesse visto giusto.

«Non puoi dirci che è successo?» Jandor appoggiò i gomiti sul tavolo, imitando inconsapevolmente Saleh che in quel momento ci appoggiò sopra la testa.

Atan ridacchiò nervosamente, sorseggiando il suo succo, «È stato solo un piccolo incidente, tutto qui. Sono stato aiutato da qualcuno di un’altra classe»

«Un “piccolo” incidente?» la fata della natura inarcò un sopracciglio, «Se è così piccolo allora perché sei tornato così tardi mentre stavamo quasi tutti dormendo?»

La fata del suono aprì la bocca per parlare, masi bloccò vedendo che la fata dei fluidi non riusciva ancora a spiccicar parola—si limitò ad osservarli mentre mangiava—e la fata della Fiamma del Drago continuò per loro.

«Forse non vuole parlarne, certi incidenti possono essere imbarazzanti»

«Sì! Proprio come ha detto Jandor» Atan si grattò nervosamente le mani, «Voglio dire, ora torno a studiare il nostro piano. Adesso per davvero» si alzò dal suo posto e prese i libri con sé, non prima di dare uno sguardo ad Aimon, «Uhm… potrei aver bisogno di aiuto, quindi… Aimon, se non ti disturba…»

Il principe di Andros lo guardò sorpreso, e si alzò anche lui, «Certo, non vedo perché no»

Jandor e Saleh li seguirono con lo sguardo finché non scomparvero dalla loro vista. Successivamente i due si guardarono confusi, scrollando le spalle.


 

***


 

«Non comprendo le circostanze del tuo piano»

Raoul alzò un sopracciglio mentre osservava Xanard formare un pentacolo sul pavimento con il ghiaccio. Una volta finito, alzò lo sguardo verso il suo compagno di stanza.

«Ma almeno ti sei accorto che siamo tre e non cinque?»

Xanard sbuffò, «Non è necessario essere in cinque, e se solo Nikolaj arrivasse…»

«Scusatemi!»

I due riconobbero la voce del loro compagno e si voltarono a guardare la porta aprirsi davanti a loro da un ragazzo visibilmente basso, con i capelli corti color avorio e ciuffi laterali più lunghi, giacca verde larga per la sua figura e jeans blu. I vestiti erano leggermente danneggiati dalle sue ferite e graffi aperti, anche le bende e i cerotti che indossava quella mattina sembravano scomparsi. Il ragazzo guardò i suoi compagni di stanza con le lacrime agli occhi.

«Scusatemi, scusatemi tanto!»

«Cielo, non dirmi che hai tentato di picchiare di nuovo quei bulli?» Xanard roteò gli occhi, incrociando le braccia.

Raoul si aggiustò gli occhiali sul naso, «Beh, sì. L’ho letto cinque minuti fa e ti avevo già avvisato che sarebbe arrivato tardi»

«Grazie per il promemoria, ma abbiamo una cosa importante da fare adesso!»

Nikolaj si alzò da terra e si avvicinò a loro, Raoul si voltò completamente verso la strega di ghiaccio.

«E ancora non comprendo le circostanze dietro il tuo ragionamento»

«Te l’ho già detto» Xanard si sedette sul suo posto di fronte al pentacolo sul pavimento, «Dobbiamo far prendere un piccolo spavento alle fatine e far capire loro chi comanda. Raoul, cosa stanno facendo ora?»

La strega dai capelli verdi fece apparire il suo catalizzatore, un libro rosso con ricami in oro, e cominciò a leggere le azioni del Winx GX, «In questo momento, Atan ed Aimon stanno per leggere quei libri dedicati a Zeldris. Jandor e Saleh, invece, stanno facendo pagliacciate nei corridoi»

«Perfetto… volevo proprio coinvolgere Jandor per primo, è assolutamente perfetto» Xanard incurvò le labbra in un sorrisetto, «Forza, sedetevi, voi due. Il rituale creerà mostri che—»

«Un momento, prego» Raoul lo interruppe, sotto lo sguardo sorpreso di Nikolaj, «Dobbiamo davvero evocare dei mostri con un rituale?»

«Ho detto “creare”, non “evocare”» Xanard assottigliò gli occhi.

«Io posso scriverlo nel mio libro divinatorio. Non ho bisogno di certi rituali arcaici»

La strega di ghiaccio lo fissò pensierosamente, «Dammi una dimostrazione. Scrivi qualcosa per me»

Raoul annuì lentamente e, mentre con la mano destra teneva il libro, fece apparire una penna con la mano sinistra e cominciò a scrivere. Improvvisamente, il plaid sul letto di Xanard iniziò a muoversi da solo e lo coprì totalmente, facendolo dimenare, finché non riuscì a liberarsene.

«Grazie, Raoul! Sei un ottimo amico, ti voglio bene!» Xanard sgranò gli occhi, realizzando che non era qualcosa che intendeva dire, «Cosa?! Non avrei mai detto una cosa del genere!» urlò.

«Visto? Te l’avevo detto. Allora, lascerai fare a me?» Raoul sorrise, soddisfatto.

Xanard sospirò, «Va bene.»


 

***


 

Saleh rideva, correndo nel sottoscala del corridoio poco lontano dai dormitori, e ridacchiò silenziosamente guardando Jandor che lo cercava. L’erede della Fiamma del Drago rideva a sua volta, guardandosi in giro.

«Oh, Saleh, dove sei?» lo chiamò cantilenando.

Il mezz’elfo continuava a ridacchiare divertito, con una mano di fronte alle sue labbra. Questo finché qualcosa nell’oscurità non lo fece fermare e quando si voltò a guardare la fonte del suono sinistro, alzò lentamente lo sguardo per cominciare a tremare dal panico—non prima che il forte braccio non lo prese per lanciarlo fuori di lì e Saleh corse rapidamente da Jandor in lacrime, senza fiato. Il ragazzo dai capelli rossi prese il più piccolo tra le sue braccia, confuso.

«E—Ehi! Ma che è successo?»

Tremando come una foglia tra le sue braccia, Saleh indicò le scale, «L… là…»

In quel momento, un orco uscì da sotto le scale. La fata della natura si strinse di più tra le braccia della fata della Fiamma del Drago, stringendogli la maglietta che si stava inumidendo delle sue lacrime. Jandor lo strinse a sé stupito, non sapeva che Saleh avesse il terrore degli orchi. Prese le spalle del mezz’elfo con determinazione e lo guardò.

«Puoi andare a chiamare qualcuno?» E appena vide Saleh scuotere leggermente la testa, Jandor sospirò, «Allora non ho altra scelta, Magic Winx

In un secondo, Jandor si formò nella sua forma fatata. Vedendolo, Saleh provò a fare lo stesso e una volta concluso, il mezz’elfo deglutì nervosamente.

«Saleh! Sei sicuro di farcela?» chiese la fata della Fiamma del Drago, accompagnandolo in volo sopra l’orco che cercava di attaccarli.

La fata della natura si asciugò le lacrime, «È solo che… non posso lasciarti da solo…!»

Jandor annuì determinato, l’orco stava ancora cercando di aggredirli. Saleh chiuse gli occhi, decise di provare a fidarsi completamente solo del suo udito e del suo olfatto. “È un normale nemico”, si convinse, “Niente di più”.

«Polline dorato…!» esclamò il mezz’elfo, soffiando del polline dorato sull’orco, mentre Jandor si preparò il suo attacco.

«Furia del Drago! Stai lontano da noi!»


 

***


 

Nello stesso momento, Atan ed Aimon erano nel salotto del loro appartamento con i libri aperti sul tavolino. Sembrava avessero interrotto lo studio, la situazione si fece imbarazzante per entrambi, e non sapevano nemmeno perché. Atan pensava ancora a com’era tornato la notte prima, come se fosse uscito da una lavatrice, ed Aimon lo aveva visto, anche se Atan non riusciva a capire perché il principe di Andros sentiva la stessa quantità di imbarazzo.

E il pavimento tremante sotto di loro non aiutava.

«Atan…» lo chiamò la fata dei fluidi, «Ti devo delle scuse. Voglio essere onesto con te»

«Eh?» la fata del suono sgranò appena gli occhi, voltandosi verso di lui, «Sì… devi dirmi qualcosa?»

«Ecco, riguardo a ieri—»

Il pavimento cominciò a tremare sempre di più dopo che un boato attraversò tutto il campus. Sembrava un’esagerazione, ma le orecchie di Atan non mentivano.

«Hai sentito anche tu?» domandò.

Il principe di Andros annuì, «Andiamo a vedere che succede?»

«Sì, non c’è tempo da perdere»

I due si avviarono velocemente fuori dall’appartamento per scendere le scale, correndo verso la fonte dei forti rumori provenienti da giù. Non appena arrivarono, un grosso orco stava stringendo Jandor con entrambe le mani mentre Saleh era seduto per terra con le mani nei capelli, tremando terribilmente. Aimon corse da lui preoccupato, mentre Atan guardò Jandor.

«Saleh! Che ti succede?» gli chiese il principe, «Stai male?»

«Sta… sta avendo un attacco di panico! Dobbiamo sconfiggere quest’orco… ma non riesco a liberarmi…!» cercò di spiegare Jandor, quasi senza fiato dalla stretta risoluta.

«Non preoccuparti, siamo qui per aiutarvi!» lo riassicurò Atan, voltandosi verso Aimon, «Pronto?»

Aimon annuì.

«Magic Winx

A quel punto, anche loro si trasformarono. Atan volò sopra l’orco, mentre Aimon si avvicinò un’altra volta a Saleh.

«Andrà tutto bene, Saleh, siamo qui…» cercò di rasserenarlo, «Prendi dei respiri profondi… lentamente»

«Aimon, ho bisogno di aiuto!» esclamò Atan.

«Arrivo!» Aimon controllò Saleh un’ultima volta, il mezz’elfo più piccolo annuì leggermente e lo guardò alzarsi in volo, raggiungendo Atan che stava caricando un attacco paralizzante sull’orco, permettendo ad Aimon di utilizzare il Morphix per liberare Jandor. La sostanza umida fece scivolare Jandor dalle mani del gigante, riuscendo finalmente a liberarsi.

«C’è qualcosa di strano… è stato fin troppo facile!» commentò Atan, «Non abbassiamo la guardia, ragazzi!» si guardò in giro pensieroso, «Mentre lo tengo fermo, Aimon e io lo distrarremo con delle illusioni, e tu Jandor, lo attaccherai da dietro»

Jandor seguì le indicazioni della fata del suono, volando dietro di loro. Atan utilizzò l’elettricità e Aimon il suo Morphix per creare delle illusioni di sé stessi che volavano intorno all’orco, che sembrava seguirle. La fata della Fiamma del Drago si affrettò da dietro e quando era abbastanza vicino, l’orco si voltò per intrappolarlo nuovamente, questa volta in una sola mano.

«No…!» Jandor scosse appena la testa, non riusciva nemmeno ad usare le braccia per provare a volare via.

Atan e Aimon volarono in tempo per schivare l’altra mano dell’orco, la fata del suono lo fissò stupito.

«È strano… quest’orco è fin troppo intelligente! Ha anticipato le nostre mosse!»

«Beh… nemmeno dire i nostri piani ad alta voce ha aiutato, ma non possiamo usare la telepatia…» commentò Aimon, «Suppongo che dovremmo sincronizzarci mentalmente e fisicamente, solo in questo modo riusciremo a batterlo»

«Sì, ma come?» si chiese Atan.

«Seguimi» il principe volò intorno all’orco, Jandor li guardò dal basso. A questo punto era ovvio che l’orco era controllato da dei terzi, l’unica cosa su cui erano dubbiosi era l’identità di questi, che lo controllavano come una marionetta. Così, Aimon formò un arco con il Morphix, per poi creare una freccia appuntita. Mirò al volto dell’orco, e diede una veloce occhiata ad Atan. Diede un rapido input ad Atan infondendo la freccia Morphix con più fluido, sperando che lo capisse. La fata del suono sfrecciò dietro di lui, usando l’elettricità per infondere la freccia Morphix con essa. Tecnicamente, questo avrebbe fatto in modo che la freccia infliggesse un danno elettrico perenne all’orco.

Aimon sparò la freccia infusa di elettricità sul volto dell’orco. Questa si fermò sugli occhi della bestia, facendola urlare dal dolore e liberare Jandor dalla sua presa. La fata di fuoco tirò un sospiro di sollievo, avvicinandosi ai suoi amici mentre guardavano l’orco soffrendo per la sua vista ormai compromessa, le sue palpebre diventarono nere dal grave danno inflitto.

«Ugh…! Che schifo!» si fece uscire Jandor, «Dov’è Saleh?!»

Atan si guardò intorno, la prima cosa che saltò all’occhio erano le gambe dell’orco, «Guardate!» esclamò, indicando delle liane d’edera che strisciavano intorno alle caviglie e le ginocchia della bestia. Aimon, invece, trovò Saleh. Poco lontano da loro, con solo la sua mano destra portata in avanti, mentre l’altra era stretta a Palladium, con il suo volto nascosto sul petto del padre.

«Professor Palladium?!» lo chiamò Atan, sorpreso.

«Che succede qui?» domandò Palladium, «Come ha fatto quest’orco ad entrare nel campus?!»

«Non ne ho idea, avevamo sentito dei rumori!» continuò Atan.

«Saleh ed io stavamo solo giocando a nascondino!» aggiunse Jandor, «Lui era il primo ad averlo visto, ma non sappiamo da dove venga…»

La fata del suono alzò un sopracciglio verso di lui, «Stavate giocando a nascondino? Alla vostra età?»

«Che c’è di male? È divertente anche a sedici anni, va bene?!» Jandor incrociò le braccia, sbuffando ironicamente, «Sempre meglio dei tuoi strani gioielli nell’armadio!» fece un sorrisetto, «Non sapevo ti piacessero quelle cose!»

Atan rimase a bocca aperta, «E tu continui a frugare tra la mia roba! Non posso crederci» incrociò le braccia, imitando la fata della Fiamma del Drago, «E per tua informazione, quelli che chiami “gioielli”—»

«Ehm… ragazzi!» Palladium li chiamò, alzando la voce, «Qualcuno di voi deve chiamare Faragonda, non posso lasciare Saleh da solo»

«Mi permetta» disse Aimon, «Torno subito»

«Sì!» gli rispose Atan, mentre Jandor alzò semplicemente un pollice con un sorriso. Il principe di Andros volò al piano di sopra, Saleh continuò a tenere l’orco intrappolato finché poteva. Flora corse per raggiungere il marito e il figlio poco dopo.

«Eccovi! Melissa mi ha detto che eravate qui con Saleh»

Atan gli rivolse un’occhiata perplessa, «E ora chi è Melissa? Un’altra sorella di cui non eravamo a conoscenza?»

«È la pianta di Saleh, non l’hai vista nella nostra stanza?» gli chiese Jandor.

«Non do per scontato che una persona dia un nome a una pianta» rispose l’altro.

Saleh si voltò di scatto verso di loro, «Melissa non è una semplice pianta!» gridò, ma questo fece liberare l’orco dalla sua edera. Si strinse nuovamente a Palladium dalla paura, mentre Flora utilizzava un incantesimo più forte—ma comunque con l’edera—per intrappolare la bestia. In quel momento, Aimon tornò con Faragonda e Griselda.

«Questo è oltraggioso!» esclamò l’ispettrice, «Siete veramente nei guai per aver fatto entrare questa bestia, ragazzini!»

«Ma non abbiamo fatto niente, signorina Griselda!» le disse Atan.

«Non dare la colpa a loro,» aggiunse Faragonda, «L’orco emana energia oscura. È venuto qui di sua volontà e anzi, per meglio dire, per la volontà di qualcun altro. Qualcuno con il potere di controllare esseri viventi. Non è vero, Griffin?» fece fluttuare la sua sfera di cristallo sulla sua mano.

«Esattamente, Faragonda.»

Dalla sfera si poteva vedere la preside Griffin seduta sulla sua scrivania, erano presenti anche Xanard, Raoul e Nikolaj davanti a lei.

«Sono loro i responsabili di questa pagliacciata, ma specialmente Raoul con il suo catalizzatore. Prima che ti punisca, voglio che rimetti tutto a posto cancellando ciò che hai scritto!»

Raoul non poté protestare molto, ma dal suo sguardo si poteva notare l’evidente fastidio. Fece apparire il suo libro, cancellando l’orco dalla sua “storia”. Atan fissò la scena dalla sfera di cristallo, i suoi occhiali attivarono il riconoscimento facciale sul ragazzo.

«Ma io lo conosco! Ha partecipato allo stesso torneo di matematica a cui ho preso parte io su Zenith!»

Raoul chiuse il libro e incurvò le labbra, facendolo scomparire, «Da quanto tempo, eh, Atan? Hai imparato a fare due più due, stavolta?»

«Questo non è il momento di provocare nessuno, ragazzino. Scusati con la direttrice Faragonda immediatamente!» lo sgridò Griffin.

Raoul alzò appena le sopracciglia, facendo un inchino davanti alla sfera di cristallo, «Le devo le mie più sincere scuse, Direttrice Faragonda.»

Xanard e Nikolaj si scambiarono un’occhiata silenziosamente, ma appena Griffin sbatté una mano sulla scrivania si voltarono di scatto.

«Pensate di essere esenti dalla punizione?! Eravate con lui!»

La strega glaciale e il ragazzo più basso annuirono, inchinandosi come fece Raoul poco prima.

«Ci scusiamo per quello che è accaduto, Direttrice Faragonda!»

Faragonda sospirò, «Spero che siano scuse oneste… ma almeno abbiamo risolto il caso»

«Non mi aspettavo che succedesse qualcosa del genere, e spero che non accada di nuovo» concluse Griffin, prima di chiudere la comunicazione tra le sfere di cristallo.

A quel punto, Jandor, Atan e Aimon atterrarono sul pavimento per tornare alle loro forme normali. Palladium diede una leggera pacca sulla spalla di Saleh, come se fosse un segno che tutto era finito. Il mezz’elfo si guardò intorno, facendo svanire anche la sua trasformazione. Si voltò verso i suoi amici, grattandosi il braccio sinistro timidamente.

«Scusate se non ho potuto combattere… io…»

«Hai fatto del tuo meglio, Saleh» lo rassicurò Jandor, «Ci hai aiutato come meglio potevi, quindi non devi preoccuparti»

«Ma… avevo così paura che non riuscivo nemmeno a guardare il nemico…» mormorò Saleh.

«Non eravamo consapevoli della tua fobia… e in ogni caso hai provato ad aiutarci» Aimon gli sorrise, «Anche riconoscere le tue paure è un atto di coraggio»

«Vero! A dirti la verità, anche io mi sarei spaventato se un orco fosse apparso davanti a me a caso» Atan ridacchiò nervosamente.

Saleh li ascoltò sorpreso, alternando lo sguardo tra di loro e i suoi genitori. Le sue labbra si incurvarono lentamente in un sorriso.

«Penso di poter dire che il mio lavoro qui è finito!» dichiarò scherzando, facendo ridere tutti con lui.


 

«E questo è come abbiamo salvato la giornata!»

La sera, Saleh finì di riassumere la giornata passata a Melissa, una pianta di fico. Il vaso era in un angolo più grande della stanza, lontano dalle altre piante che collezionava. Il mezz’elfo tirò un sospiro di sollievo, stiracchiandosi.

«Non posso credere che oggi fosse così stancante… non immaginavo che Xanard avesse degli amici» scrollò le spalle e si coricò sul letto, «Buonanotte, Melissa!»

Spense il lume da notte a fianco a lui, girandosi sul letto. Melissa portò uno dei sui rami in avanti per coprire meglio Saleh con la coperta, lasciandogli una carezza sulla testa.

 
   
 
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