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Autore: Stardust Revolution    21/09/2023    0 recensioni
Questa fanfiction ripercorre la storia di come Belzebù e Gabriele si sono innamorati.
L'inizio è simile a quello che ci hanno presentano nella seconda stagione di Good Omens, ma con delle differenze che porteranno la loro storia d'amore a venire modificata nel percorso.
Prima di tutto la canzone che verrà usata non sarà Everyday, ma Mary on a cross dei Ghost.
Su quella canzone si baseranno i loro primi incontri e la loro relazione.
PICCOLO DISCLAIMER: : userò il maschile per riferirmi a Belzebù. Non per chissà quale motivo, ma semplicemente perchè in italiano è più semplice. Usare il they nella nostra lingua rende la lettura lenta e pesante, e anche la stesura del testo. Spero quindi che capirete che è solo una scelta di comodità, rispetto e rispetterò sempre i pronomi di chiunque, anche dei personaggi che non esistono, ma spero capiate che la nostra lingua ha dei difetti in questo senso.
Grazie se siete arrivati già fin qui. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Belzebù, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In piedi, entrambi, si lanciarono un rapido sguardo. Gabriele roteò gli occhi al cielo scuotendo il capo, Belzebù gli lanciò un’occhiataccia. Entrambi avanzarono. Erano lì per lo stesso identico problema: l’Armageddon.
Ma ben presto capirono che non ci sarebbe stata nessuna fine del mondo, perché il piccolo Anticristo così aveva deciso e né le parole dell’arcangelo, né le parole del principe degli inferi riuscirono a far cambiare idea ad Adam.
Belzebù provò anche ad essere gentile con il ragazzino, Gabriele provò ad essere duro, ma non funzionò nulla.
I due, ad un certo punto, si scambiarono sguardi reciproci di comprensione, già in preda all’orrore di dover tornare rispettivamente in Paradiso e all’Inferno e dire ai loro sottoposti che la guerra era saltata. Se ne tornarono allora alle loro postazioni, pronti a prendersi tante di quelle lamentele da far passare l’intera eternità.
 
Quando si rincontrarono tempo dopo, Gabriele lo stava aspettando seduto al tavolo di un localino. Era sera e l’arcangelo era vestito di tutto punto come suo solito, in fondo gli abiti degli umani erano l’unica cosa che gli piaceva e gli interessava davvero di quel mondo così caotico e strano.
Quando all’improvviso qualcuno arrivò e gli si sedette davanti, l’arcangelo lo seguì per un secondo con lo sguardo e poi gli disse, leggermente infastidito.
«Non puoi sederti lì, sto aspettano qualcuno.».
L’altro, vestito di nero, una fascia arancione sulla spalla, e un cappello adornato di quelle che sembravano proprio delle mosche, lo guardò stranito.
«Aspettavi me.» rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Gabriele si accigliò.
«No, lo escluderei.» disse, convinto.
Belzebù roteò gli occhi al cielo.
«Faccia nuova.» sospirò «Avevo quella vecchia da seimila anni, mi è sembrata ora di cambiare.».
«Non so chi tu sia!» ribadì l’arcangelo.
«Avanti, sono io!» gli rispose il demone «Belzebù, il signore delle mosche!».
Gabriele fece un’espressione sorpresa, ma era palesemente ancora poco convinto.
«Guarda.» disse allora Belzebù. Il demone aprì appena la bocca, sulla sua lingua era poggiata una piccola mosca che volò fuori.
«Ecco.» sorrise il demone, compiaciuto.
Gabriele seguì con i suoi occhi violetti l’insetto volare via.
«Perché vederci qui?» disse, definitivamente convinto che quello che aveva davanti era proprio Belzebù.
«Bè, dobbiamo discutere in privato e non possiamo farlo nei rispettivi territori.» spiegò il demone.
«E… qual è il tema in discussione?» chiese l’arcangelo.
«L’Armaledettogeddon.».
Gabriele roteò gli occhi al cielo. Belzebù continuò.
«E’ stata una seccatura sotto ogni punto di vista.».
«Lo so, ma noi siamo pronti a ripeterlo.» sorrise l’arcangelo.
«Si, anche noi. Totalmente pronti. Armageddon, eccoci!» rispose il demone lanciandogli un’occhiata penetrante.
«Armaledettogeddon! Armaledettogeddon…bleah…» Gabriele rise, prendendolo in giro « Bè, voi avete perso.» aggiunse.
«Anche voi.» disse Belzebù.
«No, noi no.».
«Ma non avete vinto.».
Il sorriso tirato di Gabriele svanì.
«Non me ne parlare… In paradiso dicono: “Sei il comandante in capo! Scendi in guerra comunque!”, come se lo stabilissi io!».
«Ah, lo dicono anche i miei, pensa!» annuì Belzebù.
«Almeno qualcuno lo capisce se non altro, grazie.».
Belzebù emise un verso di approvazione.
«Peccato non poterci rivedere.» disse Gabriele.
E le sue parole misero fine a questo incontro.
 
Si rincontrarono qualche tempo dopo in un bar. Stavolta Belzebù era già seduto e quando Gabriele arrivò esordì con:
«Ho una proposta da farti.».
Belzebù non rispose, sgranò gli occhi e guardò l’altro sedersi e proseguire.
«Invece dell’Armageddon… che ne pensi di … no Armageddon?», disse l’arcangelo guardando il demone negli occhi.
Belzebù alzò il capo e incrociò le mani avvolte dai guanti neri retati.
«Un’interessante proposta… .» disse « No Armageddon… .».
Gabriele annuì silenziosamente.
« Solo che non sarà gradito.» proseguì Belzebù «I miei demoni vivono per l’Armageddon… vivono si fa per dire… .».
«Anche i miei angeli, ma non puoi avere sempre quello per cui … vivi.» parve riflettere Gabriele.
«Vantaggi del no Armageddon?» domandò Belzebù.
«Conservazione dello status quo. Statico e … ehm… quoico.» disse Gabriele guardando il demone.
Belzebù si sporse in avanti.
«E… nessuno saprà nulla, giusto?.» disse sussurrando, vagamente preoccupato.
«Giusto.» disse Gabriele, come se fosse una cosa ovvia «Intesi?» aggiunse infine.
Belzebù annuì emettendo un verso di assenso. I due si guardarono negli occhi, soddisfatti del complice accordo segreto.
In sottofondo intanto una canzone:
 
But through all of that sorrow
We were riding high
And the truth of the matter is
I never let you go, let you go

 
 
«Che bella questa canzone.» sorrise Belzebù, all’improvviso.
«Canzone?» disse Gabriele guardandosi attorno, confuso.
«La musica che stiamo ascoltando!» disse il demone.
«Che musica?» disse l’arcangelo.
«Il rumore.».
«Questa è musica?!».
Belzebù ghignò.
«La trovo interessante, sotto tanti punti di vista.» disse.
 
You go down just like Holy Mary
Mary on a, Mary on a cross
Not just another Bloody Mary



«Ma è blasfemia, questa!» inorridì Gabriele, mentre tendeva l’orecchio per ascoltare.
«Per me è bella canzone, ti dico.» ribadì Belzebù trattenendo il riso per via dell’espressione scioccata dall’altro.
«Come fai a chiamarla canzone, nomina la Santa Maria su una croce! E’ blasfema!».
Belzebù si morse un labbro per evitare di ridergli in faccia. Gabriele lo guardava arrabbiato, continuando ad ascoltare quella che lui chiamava canzone.
«Forse un po’ hai ragione, sai…. .Lo sai che il Bloody Mary è anche una bevanda alcolica che bevono gli umani nei pub?» disse il demone, poggiando il gomito sul tavolo. Si portò una mano su una guancia, poggiando il capo e fissando l’arcangelo seduto davanti a lui.
«Ovvio che non lo so!» sbottò lui.
«Non è male.» disse Belzebù.
«Io non introduco nulla nel mio corpo divino. E’ un templio.» rispose Gabriele, offeso.
«Dovresti provare qualche volta. E’ divertente. Insozza un po’ quel templio.» disse Belzebù.
«Tu… bevi le cose degli umani?» domandò Gabriele, guardandolo con un’espressione tra l’inorridito e il curioso.
Belzebù annuì.
«Hanno delle cose davvero buone. Da bere. E da mangiare.».
Gabriele tirò fuori la lingua emettendo un verso di disgusto. Belzebù ridacchiò stringendosi nelle spalle.
«Qualche volta ti farò provare a bere qualcosa.» disse.
Gabriele si voltò a guardarlo.
«Qualche volta? Non ci sarà nessun’altra volta. L’accordo è concluso, no?» disse.
Belzebù si tirò su e ritrovò una posizione composta.
«Già. Accordo concluso. Non c’è bisogno di rivedersi, no?» fece Belzebù.
 
Nothing wrong with that
(Mary on a, Mary on a cross)
 
 
«Assolutamente.» rispose Gabriele, ma non senza un attimo di esitazione.
 
  
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