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Autore: SilkyeAnders    23/09/2023    1 recensioni
"Have you ever seen the rain
comin' down a sunny day?"
Juvia perde la memoria dopo aver annusato uno strano fiore nella foresta, è Natsu a trovarla senza sensi nei pressi di casa sua ed è lui a portarla alla gilda.
Porlyusica informa tutti che esiste un antidoto per la situazione di Juvia ma farlo richiede tempo.
Durante l'attesa Natsu e Juvia si avvicinano molto scatenando la gelosia di Lucy e Gray.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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NAVIA CAP 8 Capitolo 8: Una casa a cui tornare

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Si sentiva come se stesse fluttuando nel buio più totale: il suo corpo era leggero come un fiocco di neve e la sua mente, bè... Quella continuava a essere vuota esattamente come prima.
Non riusciva a parlare né tantomeno a pensare, non riusciva a sentire né a vedere, non percepiva il mondo attorno a lei. Per esempio, ora era adagiata su un pavimento? Sul letto forse? Non riusciva a capirlo, era come se stesse volando senza toccare nulla di concreto attorno a lei.
Si chiese se stesse morendo, se fosse questo ciò che si prova quando la vita abbandona lentamente il corpo... Eppure lei avrebbe dovuto saperlo bene che cosa si provasse in quei momenti, solo che non riusciva a ricordarlo.
Ovviamente, non capiva perché si stupiva. Sapeva di ricevere solo sensazioni senza il ricordo che le accompagnava, sapeva di non avere assolutamente nulla a cui aggrapparsi.
In quel momento, la discussione di poco prima le parve assurda.
Voglio tornare indietro, voglio tornare a casa mia...
Era la sua voce? Non riusciva a riconoscerla ma, effettivamente, era ciò che sentiva nel cuore: voleva tornare indietro, quel buio non le piaceva e la rendeva irrequieta.
In quel buio non c'erano né il dolce abbraccio di Lucy, né il calore della pelle di Natsu, né il profumo di Gray e nemmeno la presenza rassicurante di Gajeel; non c'era la voce calma di Erza, né lo sguardo vispo di Happy. Non c'era nulla di ciò che l'aveva accompagnata in quei giorni, non c'era nessuno che tenesse a lei e che avesse voglia di proteggerla e, come sempre, percepiva di essersi già sentita così, persa nel vuoto senza un posto in cui tornare.
Solo che, stavolta, un posto dove tornare c'era.
Il suo corpo si rifiutava di muoversi eppure lei voleva nuotare verso la superficie. Nuotare? Forse era immersa nell'acqua?
Non riusciva a capire neppure questo, chiaramente.
Ma non poteva essere acqua, no... L'acqua la tranquillizzava e in quel nero pecioso era tutto fuorché serena.
Voglio tornare a casa, per favore... Fammi tornare a casa mia...
Casa... Sì, voleva tornarci. Ma come?
Comunque, era impossibile che stesse per morire. Dicono che quando muori rivivi la tua intera vita, come in un film proiettato su uno schermo bianco. Ah già, lei la sua vita non poteva ricordarla...
Si può morire per un semplice mal di testa? Forse sì... In effetti si può morire un po' per tutto.
Voleva fare un respiro profondo ma non ci riusciva, il suo corpo era come paralizzato e non rispondeva a nessuno dei suoi comandi. Non sentiva che le mancasse l'aria in realtà ma non sapeva come interpretare la cosa.
Improvvisamente, un vortice di acqua tiepida la avvolse totalmente e, per un breve istante, Juvia si sentì finalmente al sicuro.
L'acqua percorreva l'interezza del suo corpo fino ad entrarle direttamente sotto alla pelle, scorreva nelle sue vene a gran velocità e la rendeva parte di qualcosa.
A casa.
Forse non aveva bisogno di tornare, forse aveva bisogna di fluire esattamente come il suo elemento. Forse doveva solo permettere alle cose di fare il loro corso, magari era in quel modo che avrebbe riacquisito i suoi ricordi? Magari non c'era bisogno di aspettare l'antidoto, forse tutto ciò le stava accadendo per un motivo.
O forse stava semplicemende impazzendo, il che era altamente probabile.
Quale che fosse l'ipotesi corretta, aveva deciso di lasciarsi andare a quelle sensazioni, seppure scarse, che percepiva nel suo corpo mentre era immersa in quel nero senza fine.
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Natsu e Gray camminavano avanti e indietro lungo il corridoio con impazienza, di tanto in tanto si bloccavano il passaggio a vicenda andando ciascuno nella direzione opposta all'altro. Non si rivolgevano la parola e tenevano lo sguardo basso verso il pavimento.
-Volete piantarla voi due? Mi state facendo venire il mal di mare- sibilò Lucy.
-Non siamo in mare- tagliò corto Gray.
Lucy sospirò, alzando gli occhi al cielo.
-Tu piuttosto, non sembri affatto in ansia- disse il mago del ghiaccio.
-Lo sono, ma penso anche che non sia il caso di stressarsi prima di sapere che cosa sia successo. Juvia è svenuta, probabilmente qualche effetto collaterale dell'amnesia ma se fosse stata in pericolo di vita penso che Porlyusica ce lo avrebbe detto sin da subito, no?-
-E se si scorda tutto di nuovo?- incalzò Happy mentre svolazzava preoccupato attorno a Natsu.
-Io la penso come Lucy, non ha senso preoccuparsi di ciò che non è ancora accaduto- sentenziò Erza.
Gajeel era immobile, con le spalle contro la parete e le braccia conserte.
-E tu? Bell'amico che sei! Te ne stai lì zitto senza muovere un dito- esclamò Gray.
-Senti ghiacciolo, ti conviene non darmi fastidio in questo momento- lo minacciò il Dragon Slayer d'acciaio :-Se anche volessi fare effettivamente qualcosa, che cosa? E poi, pensi che cambierebbe davvero la situazione? Non ha senso prendersela per cose che sono fuori dal nostro controllo-.
Natsu non osava parlare, non aveva nulla da dire. O meglio, forse non si fidava della sua voce in quel momento.
Aveva paura, era paralizzato dalla paura. Non sapeva che cosa stesse accadendo a Juvia e comunque si sentiva in parte colpevole, era svenuta in seguito alla sua lite furiosa con Gray, lite che ora sembrava veramente sciocca.
Aveva appena realizzato che Juvia gli piaceva, stavano per partire in missione tutti assieme e lei era così entusiasta all'idea... Ricordò il suo sorriso colmo di gioia quando il primo accenno di magia si era palesato tra le sue mani, forse la sua magia stava cercando di tornare da lei.
Natsu iniziava a sentire il flebile odore di Juvia già da qualche giorno ma non lo aveva detto agli altri. Prima non riusciva a sentirla perché mancava una parte fondamentale della sua essenza, non era la memoria e di questo Natsu ne era più che certo: era la magia.
Continuava a insistere affinché lei si allenasse perché poteva percepire che i suoi poteri sarebbero tornati presto indietro.
Avvertiva come delle piccole onde di energia quando era accanto a lei, come una specie di risacca.
-Non capisco perché Wendy e Porlyusica non ci fanno entrare- sibilò Gray.
-Forse perché siamo stati noi la causa di tutto questo, in primo luogo?- esclamò Natsu, incapace di trattenere ancora la frustrazione.
-Succede sempre così... Anzi che risolverle i problemi, gliene creo di nuovi. Non sono stato in grado di proteggerla neppure da questo- mormorò Gray abbassando il capo.
-Eh no! Ora non metterti a frignare per favore!- ringhiò Gajeel :-L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è lasciarci andare allo sconforto-.
-Ragazzi...-
-Wendy! Dicci tutto, ti prego!- esclamò Lucy correndo verso di lei.
-Ma guarda, era in ansia davvero allora- azzardò Gajeel tra sé e sé.
-Non so che cosa dire- mormorò la ragazzina :-Juvia è come intrappolata nella sua stessa mente, è difficile da spiegare...- proseguì.
-Provaci- incalzò Erza.
-Ecco, credo che stia cercando di far riaffiorare qualcosa... Se i suoi ricordi o altro, questo non l'ho capito-.
-Per quanto rimarrà in queste condizioni?- chiese Gray.
-Non ne ho idea... Finché sarà necessario suppongo, comunque non è in pericolo di vita. I suoi parametri sono perfettamente stabili-.
Natsu crollò sulle ginocchia, estremamente sollevato dalla notizia.
-Natsu?- chiamò Happy.
-Tranquillo, mi sono solo reso conto che mi tremavano le gambe- disse Natsu, rivolgendo all'exceed uno dei suoi soliti sorrisi. Solo che stavolta sembrava forzato, quasi come a voler bloccare le lacrime che minacciavano di sgorgare libere dagli occhi color ossidiana del Dragon Slayer.
Un moto di sollievo lo pervase come un'onda in piena: non era in pericolo di vita!
-Quindi è una sorta di coma- osservò Erza.
-Una specie, sì- rispose Wendy.
Gray teneva il suo sguardo glaciale fisso su Natsu, era piombato a terra come se ci tenesse davvero a lei. A lui non tremavano le gambe né la voce, non gli palpitava il cuore anche se era preoccupato e, sicuramente, non gli veniva da piangere.
La sua rabbia era più rivolta a se stesso che alla situazione, non era stato all'altezza e non era stato in grado di proteggerla, ancora una volta.
Natsu invece, per quanto odiasse ammetterlo, sembrava non pensare nemmeno per un attimo a se stesso in quella situazione. Il suo unico pensiero era rivolto a Juvia e al sollievo che provava nel sapere che non l'avrebbe lasciato.
La ricordava bene quella sensazione, quella gioia che pervade il corpo fino a paralizzarlo completamente, finché non rimangono più le forze nemmeno per stare in piedi.
-Non ci resta che aspettare allora- sbuffò Gajeel :-Quella non finisce mai di darmi dei grattacapi, è proprio scema-.
Lucy sorrise :-Parli proprio come un fratello maggiore-.
-E dire che sono anche più piccolo di lei- sospirò l'altro :-Ad ogni modo, qualcuno dovrà starle dietro, no?-
-Vuoi occupartene tu? Non ci sarà molto da fare, solo tenerle compagnia e, occasionalmente, controllare i parametri- propose Wendy.
-Ci penso io-.
Luxus comparve in quel momento sul pianerottolo, aveva il fiato corto e la fronte imperlata di sudore.
-Sono corso qui appena ho saputo, come sta?-
-E' in coma, ma è fuori pericolo- spiegò brevemente Gajeel.
Luxus tirò un sospiro di sollievo e rivolse un flebile accenno di sorriso a Wendy :-Immagino ci sia solo da attendere, dunque...-
-Esatto- rispose la ragazzina.
-Senti Wendy, a noi è comunque consentito venirla a trovare, giusto?- chiese Natsu con un filo di voce.
-Ma certo! Solo, e ve lo chiedo davvero per cortesia, cercate di non fare chiasso. Intesi?-
-Promesso- disse Lucy, un sorriso bonario rivolto a Natsu e Gray.
-Ora basta arrovellarsi, Juvia non si sveglierà certo prima se stiamo qui a piangerci addosso- osservò Erza.
-E tu che cosa proponi?- chiese Luxus.
-Bè, perché non organizziamo qualcosa per quando aprirà gli occhi? Le facciamo una sorpresa-.
-Non è una cattiva idea, solo che adesso ho un gran sonno. E' come se le mie energie mi avessero abbandonato- disse Natsu :-Se non vi spiace, torno a casa mia a riposare-.
-Ce la fai? Puoi fermarti da me se vuoi- propose Lucy.
Natsu annuì controvoglia e, non senza una certa fatica, si alzò da terra per seguire Lucy ed Happy fuori dalla gilda.
-Che strano, quel ragazzo non rimane mai senza forze- commentò Luxus.
-Penso sia solo sollevato, Juvia non morirà quindi deve essere molto felice per questo motivo- spiegò Erza :-Ultimamente si sono legati parecchio quei due, è normale che si sia sentito così investito nella vicenda da perdere l'energia una volta terminato il suo stato d'ansia-.
-Gray? Tutto bene?- chiese Wendy improvvisamente.
Gray se ne stava immobile, a testa china, in mezzo al corridoio.
-Sì, vado a riposare anche io. Scusate-.
Nessuno osò dire nulla, era chiaro a tutti che fosse stanco anche lui così come era chiaro a tutti che la sua stanchezza non nasceva dal sollievo ma dalla rassegnazione.
-Temo davvero il giorno in cui riacquisirà i ricordi ora- sospirò Gajeel.
-Speriamo riesca a gestire questo pasticcio nel migliore dei modi, qualcuno qui rischia di farsi davvero molto male- commentò Erza, una mano posata sulla guancia.
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Un volteggio dopo l'altro, Juvia continuava il suo percorso all'interno dell'acqua.
Il suo corpo poteva sentirla chiaramente ma stranamente non riusciva ancora a farla propria; forse era quello il senso di tutta quella situazione? Doveva ritrovare la sua magia?
La voce che sentiva in quel marasma di oscurità... Che fosse la sua magia che provava a comunicare con lei?
Fammi tornare!
Santo cielo, era possibile tutto ciò? La magia poteva comunicare?
Sicuramente no, era solo un ampasse che doveva superare e, di conseguenza, il suo inconscio doveva aver formulato un modo per farle comprendere come. Ergo, la magia poteva parlarle.
Voglio tornare a casa...
Le veniva da gridare che anche lei voleva tornarci e non avrebbe potuto farlo finché non avesse trovato la propria magia dentro di sé, finché non fosse riuscita non solo ad usarla ma a farla propria a tutti gli effetti.
Doveva entrare nel suo cuore fino a bucarle il petto, fino a pervaderle l'anima, fino a non lasciare nulla di lei se non la sua stessa magia.
L'acqua era implacabile, severa, ma anche libera... Lei poteva liberarsi, anzi, doveva farlo! Era l'unico modo per tornare dai suoi amici, per tornare a casa sua.
Conoscendo Natsu ora si sarebbe sentito tremendamente in colpa per l'accaduto, doveva essersi convinto che era svenuta a causa del suo litigio con Gray e invece, probabilmente, sarebbe successo che quei due avessero gridato come pazzi o meno. Bè, forse quello aveva accelerato il processo ma, da una parte, meglio così. Se fosse svenuta durante una battaglia, durante la missione... Come avrebbe fatto poi? No, meglio che fosse successo in quel modo, certo, questo sempre che non fosse effettivamente morta.
Magari quello era il test da superare per evitare che la propria anima venisse dannata.
Juvia avrebbe voluto ridere di se stessa in quel momento, che idea sciocca aveva avuto!
Comunque, ora doveva pensare a come recuperare la sua magia in modo definitivo. Non era tempo per le ansie inutili.
Chissa, forse sarebbe bastato sentire profondamente l'acqua che le scorreva dentro? Avrebbe dovuto fare qualcosa nello specifico? Ne dubitava visto che il suo corpo era immobile... O forse la prova era proprio quella?
Ma certo! L'acqua era fluida, imprendibile! E lei si era lasciata intrappolare così, nella sua stessa mente!
Era lei che creava le proprie barriere architettoniche e lei stessa le avrebbe buttate giù, era l'unica soluzione plausibile a tutta quella bizzaria a cui stava prendendo parte.
Doveva liberarsi, scorrere implacabile come il proprio elemento e uscire da quelle tenebre infinite che non facevano altro che provocare in lei un forte senso di solitudine ed inadeguatezza.
Fu in quel momento che se ne rese conto: l'acqua che sentiva dentro di sé e quella che le fluiva intorno non erano le stesse.
Una cercava di frenarla, l'altra di spronarla.
Era ovvio a quale delle due avrebbe dovuto dar retta, se solo fosse riuscita a sintonizzarsi con se stessa e con il suo cuore...
L'acqua attorno al suo corpo stava cercando di entrare bruscamente, Juvia opponeva resistenza con ogni fibra del suo essere. Era forse quello il problema? Avrebbe dovuto lasciarla entrare? E come si faceva?
Insomma, sintonizzarsi con il suo cuore era ben più difficile di quanto immaginasse. Probabilmente aveva paura, quando si va così a fondo di solito riaffiorano dolori da tempo sepolti, curioso visto che non ne ricordava nemmeno uno. Chissà cosa avrebbe immaginato se avesse avuto i suoi ricordi? Com'era la sua vita prima di perderli? Noiosa? No, sicuramente non noiosa a giudicare dai tipi che frequentava in quella gilda di matti; forse allora, una vita gloriosa? Mmh, non la convinceva neppure quel termine a dirla tutta.
Le gilde di solito erano formate da eroi che avevano compiuto imprese incredibili, no? Seguendo questa logica, "gloriosa" avrebbe dovuto calzare a pennello! E invece no, non era il termine giusto.
E poi, francamente, ce n'era forse uno di termine esatto? Insomma, la vita era vita. Punto.
C'era altro da aggiungere? Altro da dire?
Forse avrebbe dovuto ragionare sul senso della sua vita? Ma no! Non ricordava nemmeno quando fosse il suo compleanno, come poteva dare un senso a una vita intera?
Non c'era nessuno che potesse guidarla o sostenerla nel luogo dove si trovava, eppure sentiva la necessità che qualcuno le aprisse il cammino e le mostrasse ciò che c'era dinnanzi ai suoi occhi. Brancolava nel buio e anche se, probabilmente, era arrivata alla giusta conclusione, non c'era nessuno a dirle se fosse così o meno. Come poteva riuscirci da sola?
Non ne era in grado.
Sarebbe rimasta bloccata in quel limbo per sempre? E i suoi ricordi? E i suoi amici?
Si era lasciata affliggere così, senza nemmeno lottare.
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-Vado in missione-.
-Ma... Natsu...- mormorò Lucy incredula.
-Quando si sveglierà avrà bisogno di quei soldi, Lucy! Lo farò per lei! Guadagnerò i Jewel della ricompensa, non distruggerò nulla così sarà la paga completa e poi pagherò la sua stanza al dormitorio e ti darò una parte per l'affitto-.
-Natsu, fermati un secondo per favore-.
Il Dragon Slayer si bloccò sui suoi passi mentre Lucy e Happy lo fissavano incerti.
-Lei ti piace, no?- chiese Lucy.
-Ancora? Non ha importanza! Tanto Gray ha ragione, sono solo di passaggio...-
-Natsu...- mormorò Happy con le lacrime agli occhi.
Il Dragon Slayer si accasciò sul letto di Lucy, la testa china a guardare in basso :-Forse, e non sto ammettendo che sia così, potrebbe piacermi Juvia ma, anche fosse, non ha alcuna importanza-.
-Ma perché dici così? Chi ti ha messo in testa questa scemenza, eh?- incalzò Lucy.
-Ma non capisci? Lei è innamorata di Gray! Una volta che i suoi ricordi saranno tornati indietro io... Io non esisterò nemmeno, vedrai se non è così-.
-Questo non lo puoi sapere, se fossi in te io parlerei con Juvia... Bè, forse prima parlerei con Gray perché, vedi, credo che anche lui provi qualcosa per Juvia e anche lui è spaventato rispetto al futuro... Non possiamo sapere che cosa succederà quando Juvia recupererà la memoria ma questo non dovrebbe fermarti, non ti sei lasciato abbattere da sfide ben peggiori se non mi sbaglio-.
-Ci! Sono d'accordo con Lucy, se non parli è logico che non cambi nulla- asserì Happy.
-Forse non voglio che le cose cambino, forse sotto sotto mi sta bene così...- mormorò Natsu.
Lucy scosse il capo esalando un lungo sospiro :-Fa' come credi Natsu, qui nessuno ti giudica però... Credimi, a volte è molto più semplice di quanto sembra-.
Il Dragon Slayer la osservò in silenzio, non sapeva nemmeno trovare le parole da dire in quella circostanza. Era bloccato e, onestamente, molto spaventato e triste; raramente gli capitava di sentirsi così abbattuto e non aveva mai idea di come far fronte a simili sentimenti.
-Ora riposati, sì? Quando starai meglio possiamo tornare alla gilda e accettare quel lavoro- propose Lucy carezzandogli i capelli :-Va tutto bene, puoi contare su di me-.
Happy si accoccolò sul letto, ai piedi di Natsu, cercando di infondergli un certo calore e supporto. Dopotutto, quei due avevano trascorso insieme la loro intera vita, erano cresciuti insieme ed Happy era sicuramente quello che, fra tutti, conosceva meglio il suo amico Natsu. Quando stava così male, e capitava molto di rado, lui era l'unico con cui volesse stare ma in quel momento gli sembrava di non essere efficace come suo solito.
Forse ciò che Natsu sentiva dentro in quel momento, quel tumulto nello stomaco, era troppo complicato per essere risolto da un semplice gatto blu.
-Natsu, scusa se te lo chiedo ora ma... Sei sicuro che Juvia ti piaccia e basta?- chiese Happy una volta che Lucy fu fuori portata uditiva.
-Che vuoi dire?-
-E' solo una mia curiosità- mormorò l'exceed.
-Che altro dovrebbe esserci?- chiese Natsu, totalmente confuso da quella domanda.
-No, niente... Che domanda sciocca-.
Il Dragon Slayer rimase per un attimo a fissare il suo amico in silenzio religioso poi, come se la stanchezza della giornata lo avesse colpito improvvisamente, piombò in un sonno profondo.
Happy non poté fare a meno di domandarsi che cosa sarebbe successo da quel momento in poi...
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Juvia fluttuava ancora nel vuoto, l'acqua ancora a volteggiarle attorno attaccandola di tanto in tanto per entrare con prepotenza in lei. Non era pronta...
Non poteva affrontare tutto quello che stava accadendo, non da sola.
Si chiese se quelle tenebre fossero solamente il risultato della sua mente vuota. Se avesse avuto con sé i suoi ricordi quel luogo sarebbe stato tappezzato di immagini? Piccoli frammenti della sua vita che si ripetevano in rapida successione? Forse in quell'acqua avrebbe visto chiaramente il suo riflesso che le rimandava uno sguardo deciso?
Voglio tornare a casa...
E anche lei voleva tornarci, anche lei voleva avere una casa a cui fare ritorno, anche lei si sentiva persa!
Non sapeva come uscire di lì e non sapeva nemmeno se ci sarebbe mai riuscita; poi, all'improvviso, un'immagine le balenò in mente. La prima di una lunga serie.
Fu allora che comprese, solo perché non possedeva i suoi vecchi ricordi non significava che avesse perso anche quelli nuovi. Così ricordò.
Il sorriso di Lucy quando si davano il cambio in bagno la mattina, il braccio di Natsu che le circondava le spalle, gli occhi di Gray che la fissavano con un misto di stupore e affetto, Gajeel che svettava su di lei come un palazzo, la voce di Happy che riempiva di allegria la gilda, il piede di Wendy che batteva spazientito sul pavimento ogni volta che Juvia era in ritardo, il profumo di fragola dei capelli rossissimi di Erza... C'era tutto in quei pochi, semplici ricordi.
La sua casa, la sua famiglia, la sua vita... Era tutto lì e avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per tornarci.
Finalmente, il suo corpo rispondeva alla sua mente. Chiuse gli occhi e tirò un lungo respiro rilassante, spalancò le braccia in segno di accoglienza: era pronta a tornare a casa.
   
 
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