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Autore: Stella Dark Star    29/09/2023    2 recensioni
“Mi chiamo Ryuguji Kan. Sono nata il 10 maggio 1990 a Shibuya, Tokyo. Mio fratello gemello Ken è nato sei minuti prima di me. Nostra madre era una prostituta. Ha dato me in adozione il giorno stesso della mia nascita... [] Ho scoperto di essere stata adottata quando ero in sesta elementare. [] Non me ne importava niente dell’adozione. L’unica cosa che desideravo era incontrare mio fratello, il mio unico legame di sangue.”
Kan, ragazza madre che rischia di vedersi portare via le figlie gemelle, con queste parole comincia a raccontare la propria storia, partendo dalla ricerca per ricongiungersi col fratello gemello Ken, la sua metà e unica àncora nella vita. Una sorta di diario personale ricco di esperienze, di emozioni, di amicizie profonde come quella con Kazutora e con Angry e altre complicate tipo Baji e Ryusei, della sua prima storia d'amore con Mikey e delle difficoltà della crescita che l'hanno condotta pian piano sull'orlo del baratro, ma con la speranza che per lei possa in qualche modo esserci un lieto fine.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kazutora Hanemiya, Ken Ryuguji (Draken), Manjirou Sano, Nuovo personaggio, Shuji Hanma
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 21
[One Step From Sin]
 
Si sentiva davvero una miserabile a farsi portare sulle spalle da Kazutora, con lo stomaco contratto che doleva ad ogni suo passo e un sapore amarognolo nella bocca.
“Ti chiedo scusa, Tora… Sono un disastro…” Bisbigliò al suo orecchio, affranta.
Lui accennò un sorriso, anche se lei da dietro non poteva vederlo. “E’ stato un incidente, non preoccuparti! Ti conosco e so che troppe emozioni possono farti uno strano effetto!”
“Non è solo quello… Anche il forte odore di fumo…”
“E Chome che ti ha fatto ingozzare di patatine! E Chonbo che ti ha fatto bere bibite a tempera ambiente! Mescolando tutto è venuto fuori un bel vulcano!”
Il suo tono era divertito, peccato che lei non si sentisse affatto allo stesso modo. Passo dopo passo la stava portando alla stazione, lentamente, per assicurarsi che il suo stomaco non facesse scherzi. Quando lei richiuse gli occhi, purtroppo, rivide con gli occhi della mente quello che era accaduto. E non era per niente una bella vista! Un attimo prima era fra le braccia della misteriosa torta al limone e l’attimo dopo era china a vomitare. Fine della visione. Che figura di merda!
Come se Kazutora le stesse leggendo nel pensiero, la rassicurò. “Vedrai che Hanma ti inviterà ancora, non pensarci troppo!”
Giusto… Ciliegina sulla torta (al limone), lo spilungone era nientemeno che Hanma, il capo in seconda della Valhalla, e lei gli aveva vomitato accanto!!! Sempre meglio che addosso, siamo d’accordo, ma porca miseria!!!
Arrivati alla stazione di Shinjuku, Kazutora si fermò. “Ce la fai a camminare fino al treno?”
Kan emise un sospiro di sconforto. “Se torno al centro massaggi e mio fratello mi vede così, farà un sacco di storie. Ma se vado a casa dei miei rischio che mi rinchiudano col lucchetto.”
“Vuoi venire da me?” Propose lui.
“Mmh sei gentile, Tora… Ma è meglio se torno da Ken. Mi farà un po’ di domande, ma sempre meglio che tornare a casa.”
“Mh! In ogni caso ti accompagno, non voglio lasciarti sola.”
Lasciò che lei scendesse e si rimettesse in piedi, quindi andarono insieme al binario a prendere il treno per Shibuya. Visto che c’era posto, si sedettero uno accanto all’altra.
“Comunque…a parte l’attacco di nausea sei stata bene?”
Kan si morse le labbra, ma subito accennò un sorriso. “Sì, mi piacerebbe tornarci! Anche se sono già diventata lo zimbello della gang!” Era inutile negarlo.
Riposare un po’ in treno l’aiutò a sentirsi meglio, così, una volta arrivati a destinazione, lei e Kazutora si salutarono con un sorriso e si diedero appuntamento per il pomeriggio seguente. Come epilogo sarebbe stato buono, se solo la giornata fosse finita in quel momento. E invece… Kan prese l’ascensore fino al quarto piano, salutò il Direttore, imboccò il corridoio per andare dritta nella sua stanza e…
“Che cazzo hai fatto? Puzzi come una ciminiera!”
Beccata. Non potendo fuggire, Kan si rassegnò ad affrontare l’ira del fratello. Si volse lentamente, lo sguardo di lui era così arrabbiato che non riuscì a sostenerlo.
“Non è come pensi! Non ho fumato!” Mantenere un tono finto allegro fu dura.
“Tu no, ma a quanto pare quei balordi sì! Tsk!” Le mise una mano sotto al mento e le sollevò il viso. “Stai male? Sei pallida.”
“Ho solo…mangiato troppe schifezze e mi è venuta un po’ di nausea! Niente di che! Ti dispiace se per cena mangio solo okayu?”
Draken sospirò pazientemente e riabbassò la mano. “Vado al konbini a prendere quello in busta e te lo preparo. Tu però adesso fatti una doccia e butta quella roba puzzolente ammollo. Come si fa a ridursi così…” Si ficcò le mani in tasca e se ne andò continuando a borbottare.
Una bella doccia calda fece scivolare via il senso di malessere e una strofinata di spugna e bagnoschiuma alla rosa fece svanire la puzza di sigaretta, lasciando in lei solo tutti i bei ricordi di quel pomeriggio passato in compagnia. Col fratello parlò a ruota libera di un po’ di pazzie fatte coi ragazzi che aveva conosciuto e tenere nascosta la parte riguardo la gang e l’incontro con Hanma fu abbastanza facile. Nonostante lui avesse continuato a soppesare le sue parole e a scrutarla con diffidenza, sempre convinto che non era l’ideale per lei frequentare certe persone, l’ascoltò senza interromperla e si rassicurò nel vederla mangiare il riso fino all’ultimo chicco, in segno che si era davvero ripresa dal malessere. Per quanto contrario a certe frequentazioni, era naturale che la salute della sua sorellina venisse messa al primo posto nella scala delle priorità. Come anche il suo sorriso mentre raccontava, ottima dimostrazione che si era davvero divertita. Un punto a favore di  Kazutora.
Visto che avevano consumato la cena in camera di Kan, comodi sul letto, Draken pensò di rendersi utile raccogliendo le stoviglie e lasciarla così riposare. A guardarlo, sembrava un maritino amorevole, anche nel modo in cui la baciò sulla fronte e le diede la buonanotte sorridendo. In effetti, una volta che lei si fu distesa e sistemata per bene sotto le coperte, si rese conto della stanchezza che aveva addosso.
“Troppe emozioni! Aveva ragione Tora!” Disse tra sé, prima di spegnere la luce.
Rimase immobile con lo sguardo perso nell’oscurità per diversi minuti, fino a quando i suoi occhi non si abituarono e trovarono la leggera scia di luce artificiale che proveniva da una fessura fra le tende della finestra. Non si trattava di un errore, era sua abitudine lasciare le tende in un determinato modo per lasciar entrare una scia che cambiava colore per l’intera nottata, prima rosa, poi blu, poi viola, poi gialla…e addormentarsi seguendo quel ritmo, in un modo originale che sostituiva le tradizionali pecore. Ma ecco che il cellulare vibrò da sopra il comodino, interrompendo la magia.
“Sarà Mikey…” Allungò un braccio svogliatamente, preparandosi ad un interrogatorio. Figurarsi se per una volta poteva scriverle la buonanotte e farsi gli affari suoi. Quando aprì la conchiglia, dovette socchiuse gli occhi a causa della forte luce dello schermo e poi cliccò il tasto per leggere il messaggio.
[Come stai? Quando Kazutora ti ha fatta salire sulla sua schiena per portarti via stavo ancora ridendo!]
Ok… Non era Mikey… Però il numero non lo conosceva.
[Scusa. Ero anche preoccupato. Ma è stato divertente! Eri troppo su di giri!]
Che fosse Chome? O Chonbo? Con tutto quello che era successo, non si erano scambiati i numeri di telefono, però.
[Ah sono Hanma. Ho chiesto a Kazutora il tuo numero. Dovevo dirtelo subito, che scemo!]
Mistero risolto! Momento…
“CHE???” Kan sobbalzò sul materasso, era così agitata che riuscì ad incastrarsi fra le coperte e ci mise un po’ a riuscire a scostarle e a mettersi seduta!
“Miei dei, miei dei, miei dei!!! E’ proprio lui! E mi ha scritto!!!” Era dura soffocare i gridolini di gioia, ma di certo non voleva farsi sentire e rischiare che qualcuno accorresse a vedere cosa stava facendo. Soprattutto suo fratello…
Accidenti, il telefono le tremava nella mano da quanto era agitata. Si sentiva come una ragazzina che aveva appena ricevuto un sms dalla propria crush. Cioè…di fatto lei ERA una ragazzina che aveva appena ricevuto un SMS dalla propria CRUSH. E più di uno, per l’esattezza! Afferrò uno dei cuscini a forma di cuore che usava per decorare il letto e vi premette il viso per coprire un urlo di gioia. Quando si tolse il cuscino dalla faccia aveva il fiato corto e si sentiva le guance in fiamme.
“Ok, manteniamo la calma. Prima di tutto devo salvare il numero.”
Pigiò qualche tasto, scrisse il nome ‘Hanma’ e lo salvò nella rubrica.
“Ottimo!” Ora non restava che rispondergli. Doveva essere gentile e soprattutto scusarsi per quella figuraccia alla sala giochi. Mentre pensava, fece sfarfallare le dita della mano vicino allo schermo, la luce creava un effetto curioso sulle sue unghie lucide e curate, facendole apparire di una sfumatura tra l’azzurro e il bianco perlato.
Vrrr. Il telefono le vibrò nella mano. Leggendo il nome di Mikey sotto al simbolo della busta, imprecò tra i denti. “Fanculo anche tu.” Ignorò il messaggio e andò su un’altra schermata per rispondere ad Hanma.
[Sto molto meglio, grazie! Dopo il casino che ho fatto, non credevo mi avresti scritto!]
Attese una manciata di secondi e la risposta arrivò.
[Figurati, mi hai fatto pisciare sotto dalle risate! Mi piacciono le persone che mi fanno ridere!]
Kan scosse forte il capo, facendosi finire i capelli sulla faccia. “Non è una dichiarazione! Ferma il cervello, Kan!” Rimproverò se stessa. Si scostò i capelli e ricominciò a digitare.
[Felice di saperlo! Allora posso sperare di rivederti?]
[Domani dirò ai ragazzi di dare una ripulita a quel porcile, quindi…facciamo dopodomani?]
[Lo stai facendo per me? Non voglio creare fastidi… Non sono nemmeno un membro della gang…]
[Per una bella ragazza, questo e altro!]
Ok…la stava facendo morire… Era troppo diretto! Se ne rendeva conto? Però, per curiosità…
[Io…confesso che vorrei conoscerti meglio… La prima volta che ti ho visto è stata la sera dello scontro Toman-Moebius e… Sai, ti ho notato…]
[Lo so! Che ne dici di parlare di questo quando ci vediamo?]
Il cuore le batteva fortissimo. La sua parte razionale sapeva che ciò che stava facendo era sbagliato, flirtare con un altro alle spalle del suo fidanzato era deplorevole, però…
[D’accordo! Allora a presto! Buonanotte!]
[Buonanotte, bellissima!]
*
 
Inchino ad angolo retto, braccia protese in avanti e le mani a tenere due buste della spesa ricolme di snack salati e bibite fresche, Kan si scusò umilmente con i nuovi amici. “Un risarcimento per l’altro giorno. Voi mi avete offerto tante cose buone e la vostra amicizia e io ho combinato solo guai.”
Chome e Chonbo si diedero un’occhiata sorpresa, poi fu quest’ultimo a risponderle con tono allegro e prendere le buste dalle sue mani. “Se proprio insisti! Io comincio ad avere fame!”
E Chome precisò. “Io ho sempre fame, quindi va bene!”
Mentre i due si avviavano coi viveri, Kan tirò un sospiro di sollievo, contenta di aver risolto quello che in realtà era stato un problema solo per lei.
Kazutora l’affiancò. “Visto? Sono facili da conquistare!”
“Almeno adesso sono tranquilla!”
La prima parte del pomeriggio fu molto allegra, i quattro presero possesso nuovamente della zona dei divanetti, come fosse diventato un loro fortino personale, e le cose andarono bene tra chiacchiere, risate, qualche presentazione di altri ragazzi che si avvicinavano incuriositi per scambiare qualche parola con lei e che sotto gli sguardi truci poi si rivelavano essere tutti ragazzi simpatici. Simpatici fin che si stava dalla loro parte, per inteso. Un paio di volte passò lì davanti anche un tipo misterioso, un biondo dagli occhi grigi che indossava una mascherina nera e si teneva il cappuccio sulla testa neanche fosse un ninja. Ma non si fermò a parlare e nemmeno Kan provò a chiedergli come si chiamava. Ogni cosa a suo tempo, se quello era un lupo solitario non voleva rischiare di andargli in antipatia forzandolo ad interagire. Chissà chi era... Era giusto persa in pensieri quando sentì delle voci dall’entrata.
“Hanma-san. Hanma-san, ben arrivato. Ehi Hanma! Hanma-san, buongiorno.”
Erano saluti molto più confidenziali rispetto a quelli che era abituata a sentire, tanto più che la Valhalla quando si ritrovava non usava quella tiritera militare di file ordinate ed inchini come invece faceva la Toman. Qui era tutto più semplice e la gerarchia non aveva molta importanza.
Kan attese con il cuore in gola, mentre l’onda dei saluti si faceva sempre più vicina, come anche la fiamma gialla rialzata col gel che sovrastava tutti. E alla fine le fu davanti, in tutta la sua altezza, con l’orecchino pendente che oscillava ad ogni movimento ed uno sguardo che poteva rivaleggiare con quello di una statua egizia.
“Che palle…”
Kazutora gli fece un cenno con la testa. “Hanma, tutto bene?”
Lui si rivolse a Kan. “Lo sapevo che dovevo prenotarti. Mi sono attardato per pestare un idiota e ti ritrovo con tutti addosso come piccioni.”
Kan scattò in piedi con più entusiasmo del dovuto. “Nessun problema, possono continuare a divertirsi anche senza di me!” Volse il capo e lanciò al gruppetto un’occhiata allusiva. “Vero, ragazzi?” A cui loro dovettero per forza di cose rispondere di sì. LOL!
Con due saltelli lasciò l’area e si posizionò davanti ad Hanma sfoggiando un sorriso. “Tutta tua!”
Ora…lui di sicuro non era un santo, ma anche lei accidenti era fin troppo disponibile! La esaminò dall’alto. Portava la divisa scolastica in modo assolutamente inappropriato, a cominciare dalla camicia con ben tre bottoni aperti, da cui lui vedeva un bel balcone roseo e bordato di pizzo nero, poi la gonna era decisamente corta in contrasto con le gambe lunghe, ma essendo una marinaretta color senape, meno stoffa c’era meglio era, infine i calzini fuori regolamento di tipo ‘fantasmino’. Ah e i capelli sciolti con qualche ciuffo ribelle ondulato. In totale, era la protagonista di un film porno ambientato a scuola. E lui aveva una gran voglia di farsela.
La sua espressione delusa/scazzata mutò rapidamente, lasciando il posto ad un sogghigno malizioso che la sapeva lunga. “Andiamo di là, schianto!”
Prima che qualcuno fraintenda, NO, non si trattava di una stanza isolata con un vecchio materasso buttato a terra, semplicemente si spostarono in un’altra parte della sala e presero posto sui sedili del macchinario che simulava le corse in auto su pista. E dove li attendeva una bottiglia di birra bionda gocciolante, già aperta, dentro cui era stato messo uno spicchio di limone.
“Bene, l’hanno preparata!” Disse lui, sedendosi per primo e afferrando il collo stretto della bottiglia con decisione. Ne bevve un lungo sorso e si leccò le labbra soddisfatto. “La mia preferita!” Quindi si rivolse a Kan, che nel frattempo si era sistemata sull’altro sedile e attendeva con fare quasi timido. “Allora, cosa volevi dirmi di quella sera?”
“Ehm sì…ecco…” Di nuovo quella forte agitazione che le fece stringere i lembi della gonna fra le mani. Prese un bel respiro, lascio la presa e… “Eri troppo figo!!! Mai nessuno aveva parato il calcio mortale di Mikey! E tu ci sei riuscito!”
Vedendola così luminosa e con le guance arrossate, Hanma, rimase spiazzato.
“E il modo in cui gli hai tenuto testa per tutto lo scontro!!! Ti rendi conto di quanto sei figo?” Si lasciò trasportare così tanto che senza rendersene conto gli posò le mani su una gamba e si sporse su di lui, raggiante. “I tuoi movimenti erano così fluidi ed efficaci! Ho sperato che lo mettessi a terra! Te lo giuro! E non hai mai perso il sorriso, mentre lui era incazzato nero! Eri così figo!”
“Ehi ehi, è la terza volta che me lo dici! Così mi fai montare la testa!” La riproverò lui, anche se lo fece ridendo perché si stava divertendo da matti!
“Ah, ops! Me lo stavo tenendo dentro da così tanto tempo! Non sapevo se ti avrei mai rivisto!” Abbassò lo sguardo timidamente e si rese conto di dove aveva mani, quindi balzò all’indietro arrossendo. “Scusa!!!”
“Ahahah, con te non mi annoierò mai eh?” Bevve un altro sorso di birra e usò un tono più colloquiale. “Come ti ho scritto per messaggio, anche io quella sera ti ho notata. Non si vede tutti i giorni una ragazza combattere con tanta grinta! E per di più mezza nuda sotto la pioggia! Scommetto che almeno la metà dei presenti ce l’aveva duro a causa tua!” Lanciò la freccia infuocata e ammirò il bersaglio colpito, in questo caso il viso di Kan che divenne paonazzo dalla vergogna. Di nuovo gli venne da ridere. “Vuoi sapere se ce l’avevo duro anche io?”
Kan, in difesa, gli diede una pacca sul braccio. Sul serio, doveva farlo smettere o il cuore le avrebbe ceduto. “E tu…cosa mi racconti? Non so niente di te.”
Hanma poggiò la testa indietro, organizzando i pensieri. “Vediamo… Sono nato il 27 ottobre 1989 a Shinjuku, ma dopo il divorzio dei miei genitori mi sono trasferito a Kabukicho con mio padre. Sono in prima superiore, ma frequento poco perché mi annoio. Mi piace fare a botte perché la vita è troppo pallosa per viverla come fanno gli altri. E ho un migliore amico dalla scorsa estate.”
Aveva detto delle cose così personali con grande naturalezza e uno sguardo velato di tristezza che le toccò il cuore. Allungò la mano e la posò sulla sua, in segno di conforto. “Un divorzio non è mai facile… Hai bisogno di parlarne?”
Lui la guardò, i suoi occhi grandi e sinceri lo rassicurarono, era la prima volta che gli succedeva. Accennò un mezzo sorriso. “Sono passati diversi anni, figurati! Io e mio padre ce la caviamo. Lui è un impiegato, mi da un tetto e del cibo. Invece mia madre mi manda soldi in busta ogni mese per attenuare il suo senso di colpa per averci abbandonati. Guadagna bene perché è infermiera, quindi fanculo! Me li mangio quasi tutti in sigarette e alcol!”
Kan non sapeva se la buttava sul ridere per sdrammatizzare o se davvero aveva superato la cosa, ad ogni modo c’era qualcosa in lui che l’attraeva sempre di più. E non solo sul piano fisico.
Hanma le porse la bottiglia. “Bevi?”
“Ah no! Se lo facessi, mio fratello mi ucciderebbe!”
“Ahah il caro Draken! Mi piace quel tipo! Ho sentito tanto parlare di lui! Ma adesso non è qui, fatti un goccetto!”
In effetti, poteva bagnarsi le labbra senza rischiare. Accettò l’offerta e prese la bottiglia con entrambe le mani. A fermarla non era tanto l’idea di bere alcol, quanto più il dettaglio che ci aveva messo la bocca lui. Anche con Mikey era cominciata così, quel giorno che sembrava così lontano, in quella libreria a sfogliare manga, quando lui le aveva offerto il lecca-lecca che aveva in bocca, dando così vita al loro primo bacio indiretto. Che poi era assurdo pensarci, era capitato altre volte che lei scambiasse il cibo o le bevande con gli amici, quindi perché quel ricordo le premeva nel petto proprio in quel momento? E poi, lei era pronta  fare quel passo? A posare le labbra dove le aveva posate Hanma? Se il destino li aveva fatti incontrare, un motivo doveva esserci. Si portò la bottiglia alla bocca e la sollevò leggermente. La birra era abbastanza fredda, aveva un sapore che non conosceva, qualcosa di leggermente amarognolo ma anche saporito, con l’aggiunta del tocco acidulo del limone. Si chiese se anche le labbra di Hanma avevano quel sapore.
*
 
Nel giro di pochi giorni Kan e Hanma diventarono intimi. Si cercavano con lo sguardo appena messo piede nella sala giochi, si sorridevano e avevano la capacità di riuscire ad isolarsi dagli altri senza destare sospetti, tanto più che i ragazzi della gang li vedevano nientemeno che come amiconi che se la ridevano della grossa ogni giorno. E meno male…! Nemmeno Kazutora sembrava avere sospetti su quale fosse la vera natura del loro rapporto e sentire Hanma chiamarla con parole come ‘bellissima’ e ‘schianto’ invece che col suo nome, per lui era assolutamente normale, dato che l’amica lo era davvero. Era contento di vedere come si era inserita bene nella gang e non gli creava problemi condividerla con gli amici di scazzottate. Erano insieme e questo per lui significava tutto. Di nuovo: meno male! Perché Kan non riusciva a fermarsi! Ogni giorno non vedeva l’ora di correre alla sala giochi per incontrare tutti, di fare la civetta, di essere ammirata e di parlare con Hanma. Anche se, a dirla tutta, un giorno diedero vita ad un flirt in piena regola sotto agli occhi di tutti.
“Shuji! Che bel nome! Mi piace tantissimo!”
Hanma la guardò di sbieco per qualche istante, per poi dargliela vinta. “Puoi chiamarmi così, se vuoi!”
Ma lei gli passò davanti con stile elegante e provocante come un gatto e lo stuzzicò di proposito. “Però sul mio telefono ti ho salvato con un nomignolo che voglio usare solo io!”
“Ahah e sarebbe?”
Kan gli fece la lingua e rispose in modo  sfacciato. “Non te lo dico!”
Allora Hanma l’afferrò per stringerla a sé, ridendo, e ne approfittò per farle il solletico, cosa a cui lei era tremendamente sensibile! Non per niente si mise a dimenarsi e a gridacchiare fra le risate, attirando l’attenzione di tutti.
“Dimmelo! Avanti!” Continuò a torturarla lui, divertendosi fin troppo.
Kan ormai si muoveva come un’anguilla nel tentativo di sfuggire al suo tocco e ridere le stava portando via una buona dose di energie. Per questo adocchiò Kazutora e lo supplicò. “Tora! Aiuto!”
“Sei stata tu a provocarlo!” Rispose lui, alzando le spalle e ridendo a sua volta.
Niente da fare, se voleva essere liberata doveva cedere per forza! “Va bene va bene, te lo dico!”
Hanma fermò le mani, ma si occupò comunque di sorreggerla visto come era ridotta per il troppo ridere. Magari più tardi si sarebbe scusate, giusto per.
Kan cercò di riprendere fiato e nel mentre anche di aggiustarsi i capelli che si erano disastrati con tutti i movimenti assurdi che aveva fatto! Si sentiva il viso accaldato, ma pazienza. Sorridendo, scambiò un’occhiata con Hanma, che ancora era intento a ridere. Si alzò sulle punte delle scarpe per essere ad un’altezza più favorevole, quindi gli sussurrò all’orecchio. “Shu.”
Lui non disse nulla, solo mosse leggermente il viso, sfiorando il suo, e i loro sguardi s’incontrarono, stavolta senza cenno di scherzo. Come dimenticandosi di tutto e tutti.
“Amore, ci sei??? Io e Ken-chin abbiamo finito di giocare!”
Kan strabuzzò gli occhi e tornò al presente, ossia sul divano bianco della camera di Mikey, assieme appunto a lui e a Draken.
“Mh? Ah bene! Chi ha vinto?”
Draken ammiccò fieramente. “Il tuo fratellone! Avevi dubbi?”
“Tsk! Di pochi punti! Non vantarti!” Sottolineò Mikey, stizzito, incrociando le braccia al petto, salvo poi rigirare la frittata a suo favore e ritrovare il sorriso. “Ma se Kan non l’ha visto, allora non conta!”
“Conta eccome, nanerottolo!” Lo rimbeccò Draken, con tanto di occhiataccia.
Kan si fece una risata, trovandosi letteralmente nel mezzo tra i due litiganti e senza la possibilità di schierarsi per non peggiorare la situazione! Sembrava di essere tornati ai vecchi tempi, quando loro tre si divertivano insieme e battibeccavano che era una gioia! Che nostalgia…
“Che ne dici Kan, torniamo a casa? Sono le nove passate e domani c’è scuola. Altrimenti poi non riesci ad alzarti, dormigliona come sei.” Propose Draken.
Mikey però si fece avanti con un tentativo. “Perché non resti qui a dormire? Così domattina ci pensa Ken-chin a buttarci giù dal letto!” Dai suoi occhi si vedeva che stava pregando per una risposta positiva, anche se ultimamente lei gli aveva sempre dato due di picche. Quello che non sapeva era che Kan si stava facendo divorare dai sensi di colpa per via dell’attrazione che provava nei confronti di Hanma, e così…
“Sì, ci sto! Per te va bene, Ken?”
Sia Draken che Mikey la guardarono con tanto d’occhi per alcuni istanti, tanto erano increduli.
“Se per te è ok, non ci sono problemi! Tanto qui hai tutto il necessario!” Acconsentì ovviamente lui, conquistandosi un inchino di ringraziamento da parte di Mikey che stava toccando il settimo cielo.
Una volta che si furono salutati, la coppietta andò ad informare il nonno ed Emma e poi si impossessò della stanza da bagno per lavarsi e prepararsi alla nottata in totale tranquillità. All’incirca…se si pensa che era da un bel pezzo che lei non si fermava a casa Sano per la notte e quindi Mikey era un vulcano pronto ad eruttare passione…
Kan aveva alzato i capelli in un cipollotto e, appena Mikey terminò di insaponarsi e si spostò per sciacquarsi con la doccia, fu il suo turno di prendere posto allo sgabello. Usò un bagnoschiuma all’odore di uva, perfetto per l’autunno che era appena cominciato, e si sfregò con cura facendo uso della morbida spugnetta. Era così concentrata nella procedura da non chiedersi come mai ci fosse tanto silenzio accanto a lei. Posata la spugnetta recuperò la doccia e si risciacquò altrettanto accuratamente, ma appena posò anche quella e fece per alzarsi, ecco che un paio di braccia l’attirarono all’indietro e lei si ritrovò addosso a Mikey. Un piccolo grido fu d’obbligo!
La sua mano le sfiorò un seno, soffermandosi a palparlo con tocco non troppo rude, mentre l’altra mano si avventurò verso il basso, fino a raggiungere le morbide pieghe della sua intimità.
“Mh!” Kan si morse un labbro, non avrebbe potuto resistere a quelle attenzioni neanche se avesse voluto. Quelle mani la conoscevano troppo bene, erano state le prime a toccarla, ad esplorarla, ad imparare come darle piacere. Erano le mani del suo fidanzato. Volse leggermente il capo, il collo di Mikey odorava intensamente di sapone all’iris. Non resistette dal desiderio di dargli un morso, strappandogli un piccolo gemito strozzato.
“Mikey… Mikey aspetta…” In un qualche modo gli fermò la mano che la stava toccando in basso.
Mikey le lanciò un’occhiata interrogativa da sotto i capelli bagnati e arruffati.
“Voglio…che me lo metti dentro…” Era sempre difficile dire certe cose sconce, anche se stavano insieme da anni.
Per lo meno lo fece contento. Infatti Mikey sfoggiò un sorriso malizioso e le fece cenno col capo. “Appoggiati alla vasca!”
Kan obbedì, andò a sistemarsi con le braccia sopra il bordo della vasca ed inarcò i fianchi all’indietro. L’erezione di Mikey stava pulsando dalla voglia di penetrarla. Accostò la punta all’apertura di lei, quindi la prese per i fianchi e si fece avanti lentamente, assaporando ogni millimetro della penetrazione in quel corpo dove avrebbe voluto vivere e morire felicemente. Emise un profondo e gutturale gemito quando fu completamente dentro di lei. Per quanto fosse bisognoso di darsi da fare, procedette con calma, iniziando con spinte abbastanza lente e distanziate. Aumentò il ritmo gradualmente, come anche l’intensità degli affondi. Il rumore bagnato e gli schiocchi pelle contro pelle contribuirono ad aumentare l’eccitazione, assieme ai gemiti da gattina di lei. Più le piaceva, più glielo stringeva dentro e lui adorava questa cosa.
“Cazzo.” Imprecò tra i denti, sentendo che i testicoli si sarebbero contratti da un momento all’altro. Diede un’ultima raffica di spinte per raggiungere l’orgasmo e poi uscì in velocità, giusto un attimo prima di schizzare fuori tutto il piacere attraverso un getto bianco e denso che si riversò su di lei. Niente da sorprendersi se si sentì soddisfatto dell’ottimo lavoro svolto!
“Com’è denso… Ma tu non hai più fatto…?”
La domanda di Kan gli arrivò inaspettata. Nonostante la situazione piccante, rispose con un accenno di tristezza nella voce. “Se riesco, lo evito. Non è lo stesso piacere senza di te.”
Una risposta dolcissima che per la coscienza sporca di Kan fu una pugnalata.
*
 
Si riposarono un po’ facendosi cullare dall’acqua calda della vasca, fino a quando Mikey non cominciò a russare e allora lei dovette praticamente trascinarlo in camera! Niente di nuovo, era capitato altre volte che dovesse infilargli le mutande e metterlo a letto! L’unico problema era che lei non aveva affatto sonno. Il rapporto le era piaciuto, aveva voglia di stare con lui, però… Lo sentì mugolare nel sonno, stava dormendo pacificamente con la faccia fra i suoi seni, come un bimbo. Era adorabile.
Vrr vrr. Il cellulare vibrò da sopra il tavolino in vetro. Doveva essere Kazutora che le dava la buonanotte. Con estrema attenzione scivolò fuori dal letto e andò alla chetichella a recuperare il telefono, quindi si appollaiò sul divano ringraziando se stessa di aver indossato un pigiama a pantaloni lunghi per proteggersi dal fresco della sera. Quando aprì la conchiglia si accorse che il messaggio era da parte di Hanma. Anzi, Shu come diceva la scritta!
[Se stai dormendo non importa, se invece sei sveglia…ti va di messaggiare?]
Sorrise allo schermo e digitò.
[Domani anche tu hai scuola! Vai a dormire! O hai intenzione di raggiungere un record di ritardi?]
[Chissene, arrivo sempre tardi! E poi dormo sul banco!]
Una cosa che aveva in comune con Mikey, insomma. Ma non era il caso di dirglielo.
[Io domani ho compito di matematica e non ho capito quasi niente… Anche se ho studiato tutto il pomeriggio…]
Meglio non specificare che aveva studiato con suo fratello e con Mikey, che erano rimasti a casa di lui per giocare e che lei era ancora lì per la notte.
[Vorrei aiutarti, visto che sono più grande, ma la verità è che dopo le tabelline non ci ho più capito una mazza! A proposito di mazze…o forse no… Vabbe’, domani ci vediamo, giusto? Ti va di fare il tifo per me mentre gioco al flipper?]
[Finite le lezioni del pomeriggio vado a casa a cambiarmi e poi incontro Tora a metà strada per andare insieme alla sala giochi! Non vedo l’ora! Ma fare il tifo per una partita al flipper non l’avevo mai sentita! LOL]
[E io che volevo farti vestire come quelle cheerleader americane! Che peccato!]
“Pff!” Si tappò la bocca con la mano per non fare rumore. Ma quante fesserie riusciva a dire quello? Prese respiro e si rimise a digitare.
[Ti piacerebbe lo spettacolino! Di gonne così corte ne ho quante ne vuoi, mi mancano solo i PomPom!]
Fece giusto in tempo a premere il tasto d’invio che…
“Chi cazzo è Shu?”
Una voce dall’oltretomba sarebbe stata meno spaventosa. Kan sobbalzò sul divano e d’stinto andò a tirare la corda dell’interruttore per accendere la luce. Mikey la stava guardando con occhi cupi che neanche un demonio.
“Che cazzo Mikey! Vuoi farmi morire?”
“Perché stavi messaggiando con un altro a quest’ora?”
Kan provò a minimizzare. “Non riuscivo a prendere sonno e ho sentito il telefono vibrare. Tu invece perché sei sveglio? Prima stavi russando!”
“Non cambiare discorso. Dimmi chi è quel tizio.”
“…non ti riguarda.”
Mikey le si avvicinò mortalmente serio e la guardò dritta negli occhi. “Kan, mi stai tradendo?”
Il cuore le mancò un battito. Cosa stavano facendo lei e Hanma? Scherzare non era un male…ma negare che tra loro stesse nascendo qualcosa era da ipocriti. Scosse il capo sbuffando. “Non essere assurdo. Siamo solo amici.”
Mikey sogghignò. “E da buona amica assecondi le sue fantasie erotiche?”
“Dannazione, stavamo solo scherzando! Hanma è un buffone di natura, non-”
“Hanma???”
Oh cazzo. Le era scappato.
Ora gli occhi di Mikey erano sbarrati. “Io lo conosco… E’ quel bastardo con cui ho combattuto e che ha giurato di distruggere la Toman.” E subito cambiò sguardo, aggrottando le sopracciglia arrabbiato. “Ora capisco. Dai tuoi racconti mi sembrava strano che Kazutora avesse così tanti nuovi amici… La verità è che tu stai frequentando la Valhalla. UNA GANG RIVALE.”
Messa alle strette, Kan si ritrovò ad arrampicarsi sugli specchi. “Non sto frequentando una gang! Frequento dei ragazzi simpatici che fanno parte di una gang, che PER CASO è vostra rivale! Il mondo non gira tutto intorno a te, Mikey! Hai rotto!”
Ci fu un lungo momento di silenzio che poteva essere il preambolo della sua morte. Avevano litigato tante volte, ma mai gli aveva visto un’espressione così nera in viso e per un istante temette davvero di aver esagerato con le parole. Invece lui la sorprese. Fece un passo indietro e abbassò lo sguardo. “Devi dirlo a Ken-chin, non è giusto che tu glielo tenga nascosto.”
Tutto qui? Era così fortunata?
“E…adesso cosa…?”
Mikey protese la mano verso di lei. “Torniamo a letto, è tardi. Ma da domani non ti inviterò più.” Rialzò lo sguardo su di lei. “Una volta mi hai detto di usare questo periodo di pausa per pensare a che cosa voglio. Adesso sono io a dirti di fare lo stesso.”
*
 
Il momento della confessione avvenne la mattina seguente, dopo una nottata quasi insonne per entrambi. Draken non aveva fatto in tempo a godersi la sorpresa di trovarli già alzati e vestiti, che gli era stato detto tra capo e collo quel segreto che sua sorella aveva mantenuto fino allora. Si era beccata una sgridata, certo, ma la cosa che più l’aveva ferita era stato vedere una profonda delusione negli occhi di suo fratello. Era stata zitta per non affrontare la verità e, adesso che doveva affrontarla per forza, non aveva armi con cui combattere. Ed era solamente colpa sua. Ad ogni modo i tre andarono a scuola, il compito di matematica si rivelò un filo più semplice di quanto lei avesse creduto e appena suonò la campanella della pausa pranzo se ne andò. Il suo dovere l’aveva fatto, non sarebbe resistita oltre nel silenzio che si era formato nel loro trio. Decise di non abbattersi più del dovuto e anzi di sfruttare quelle ore libere per riprendersi e prepararsi per l’appuntamento che l’aspettava. Non era il caso di sfogarsi con Kazutora spiattellandogli tutto e farlo preoccupare inutilmente, no? E allora via! Indossò uno scamiciato in velluto arancio, con la gonna che le arrivava appena a metà coscia, una camicetta gialla sotto e un paio di stivaletti in camoscio, poi arricchì i capelli con delle forcine a forma di foglie autunnali e sorrise allo specchio. Bene, era quello il sorriso che doveva mostrare ai suoi nuovi amici. All’ora stabilita incontrò Kazutora alla stazione di Shinjuku e, appena arrivati alla sala giochi, iniziarono subito a fare baldoria. A seguire, il più che ben accetto sequestro da parte di Hanma! Aveva deciso per il flipper e flipper sia!
Più che un divertimento fu un’esperienza da batticuore. Vero che era lui a giocare, ma non si sarebbe aspettata di avere un posto ‘in prima fila’ fra lui e il macchinario! Le stava così addosso che poteva sentire il calore del suo corpo… E il suo odore… Le altre volte non ci aveva fatto caso, ma Hanma odorava di sigaretta, della marca che fumava lui e che si differenziava da quello che impregnava la sala. Ma c’era dell’altro. Il suo viso e il suo collo sprigionavano un intenso profumo di dopobarba, sicuramente di una marca non nota e di qualità quasi scadente, che però su di lui diventata un profumo seducente in grado di catturarla. Quanto avrebbe resistito prima di voltarsi e baciarlo? Non ce la faceva più. Era davvero il dopobarba o una conseguenza del litigio con Mikey e la sgridata di suo fratello?
“Parlamene, se può aiutarti.”
Per tutti gli dei, aveva detto qualcosa ad alta voce senza accorgersene?
“Come dici???” Chiese con voce stridula, rimanendo immobile per l’imbarazzo.
Hanma era perfettamente tranquillo, il suo sguardo era concentrato sulla pallina metallica che schizzava impazzita in un percorso che simulava una giungla e le sue dita erano in posizione sui pulsanti, pronte a schiacciare al momento giusto.
“Gli altri non hanno notato che ti sforzavi di sorridere, ma io ho capito che in realtà stai di merda. E’ successo qualcosa?”
Si conoscevano da poco eppure era stato in grado di leggerle dentro. Quel ragazzo era perfetto.
“E poi siamo qui da mezzora e non hai ancora fatto il tifo per me, quindi è chiaro che qualcosa non va.” Aggiunse poi, facendo scoppiare la sua immagine perfetta come una bolla di sapone.
Kan rimase in silenzio alcuni istanti, incerta su cosa dire, ma alla fine dire la verità poteva essere la scelta migliore. “Il mio rapporto con Mikey è distrutto.”
“Hai freddo? Avvolgiti con la mia giacca, stai tremando.” Se ne uscì all’improvviso lui, continuando a giocare. E il bello è che non era assolutamente vero che tremava, allora perché…?
Kan seguì il consiglio, si appoggiò di schiena contro il suo petto e si avvolse le spalle con i bordi della giacca vaporosa della Valhalla che lui indossava. Era come se si stessero abbracciando. Era questo, dunque.
“Cazz-” Hanma spezzò l’imprecazione alla stessa velocità con cui la pallina finì in una buca, una trappola dello scenario. Ma rimase fermo com’era. La partita era finita, però stava cominciando qualcosa di nuovo tra loro. Chinò leggermente la testa, sfiorando il viso di lei col suo. “Io ci sono.” Sussurrò piano al suo orecchio.
Kan si ritrovò con le lacrime agli occhi, per quel che stava accadendo. Chiunque li vedesse da dietro poteva vedere solo lui che giocava al flipper, quando invece la stava abbracciando e coccolando senza toccarla. Il suo respiro sul viso di lei era come una carezza invisibile.
Quella sera, Hanma contattò Kisaki per mangiare insieme dei dango. Una scusa bell’e pronta per parlargli di una cosa urgente. Poche chiacchiere seduti su una panchina, le scatole vuote e unte dei dango appoggiate sulla panchina fra loro due, come a fare da divisorio, e poi Hanma si mise a fumare una sigaretta.
Kisaki si sistemò meglio, appoggiando le braccia all’indietro contro lo schienale della panchina. “Quindi di cosa devi parlarmi?”
Era il momento eh? Hanma soffiò fuori una buona boccata di fumo e si passò la lingua sulle labbra distrattamente. “Quella cosa che mi avevi chiesto… Non posso farla. Non a lei.”
“Ti sei innamorato?”
Con una domanda così diretta, a Hanma venne da ridere. “Può essere!”
“Mh. Puoi stare tranquillo, non sarà necessario. Dai resoconti che mi hai fatto è chiaro che si schiererà con la Valhalla quando sarà il momento.”
Il petto di Hanma parve alleggerirsi e lui sentì di riuscire a respirare meglio. Anche se la sigaretta era consumata poco oltre la metà, la gettò a terra, quindi si alzò in piedi e la calpestò per spegnerla con la suola della scarpa. “Ora vado. Buonanotte.”
Kisaki attese che facesse qualche passo e poi parlò a voce alta e con tono allegro. “Congratulazioni!”
Hanma si fermò e si volse, ridacchiando. “Non stiamo insieme! Sto facendo le cose con calma…”
“Tu le piaci! Lo so anche senza avervi mai visti. Non posso sbagliarmi.”
Hanma fece un cenno col capo, svelando un certo imbarazzo. “Lo spero davvero, perché lei a me piace molto.” Accennò un sorriso e questa volta se ne andò dritto per la sua strada.
Ora che era rimasto solo su quella panchina, con la spazzatura da buttare, il sorriso di Kisaki si accentuò ancora di più, in una sfumatura maligna. “Che ragazza intelligente! Spezzerà il cuore a Mikey senza che io debba intervenire per farlo accadere!”


Continua prossimamente nel Capitolo 22!
Mikey le ha dato un ultimatum che potrebbbe segnare la fine della loro relazione, Hanma è sempre più preso da lei, Kazutora anima innocente non si accorge di nulla, Kisaki ha capito che è una "facile" alleata... Ci manca solo che arrivi anche Baji a creare scompiglio e poi la frittata è pronta! ....ops....! 

 
  
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