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Autore: CedroContento    29/09/2023    1 recensioni
[Drarry] [Songfic: Cruel Summer - Taylor Swift]
I diavoli lanciano i dadi e, per capriccio del destino, Harry Potter e Draco Malfoy si ritrovano da soli in Egitto, lontano da tutto e tutti. Decidono di fingere di essere delle persone diverse per la durata della vacanza. Nessuna regola in quel fragile paradiso, se non una: una volta che torneranno a Londra, tra loro tutto tornerà esattamente come prima.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I. Devils roll the dice 
 
Se avessero chiesto ad Harry Potter cosa ci facesse da solo nella hall di un resort a Sharm el-Sheikh, avrebbe risposto che aveva come minimo cinque ottimi motivi per voler mettere più di cinquemila e trecento chilometri tra lui e la sua attuale vita. 
 
Motivo numero uno: l’ultimo anno di addestramento per diventare Auror a tutti gli effetti era stato sfiancante tra allenamenti, esami e tirocinio. 
 
Era vero, aveva lavorato e studiato duramente per tre anni per realizzare il suo sogno, e ne era valsa la pena, ma il suo fisico e la sua salute mentale cominciavano davvero a risentire della stanchezza. Era stata un’esperienza bellissima, che gli aveva regalato tanto, ciò non toglieva che si sentisse sollevato dal fatto che fosse finita. 
 
Motivo numero due: se avesse dovuto passare un altro, singolo minuto in compagnia di Ron e di Hermione che non facevano che litigare per ogni piccolezza riguardante i preparativi del loro matrimonio, avrebbe vomitato. 
 
Non ne poteva più di discussioni sull’assegnazione dei posti a sedere, sul fatto che tutti i colori dovessero essere della stessa palette – dalle tovaglie, ai fiori, ai vestiti dei testimoni – e che no, la rock band a cui Ron aveva fatto un’audizione non era minimamente vicina allo standard di raffinatezza che intendeva Hermione, e che sì, era inevitabile che ci sarebbe stato anche qualche parente babbano dal lato Granger. 
 
Motivo numero tre: Harry era stanco di essere sé stesso. Essere Harry Potter, il Prescelto, un giovane mago così in gamba, che aveva salvato il mondo magico dalla rovina per ben due volte e da cui tutti si aspettavano grandi risultati, era faticoso. 
 
Nonostante ci mettesse tutto sé stesso per non deludere le aspettative di nessuno, c’erano giorni in cui avrebbe voluto ingoiare una bella dose di Pozione Polisucco e portare per un pochino il volto di un mago qualunque, di uno perfettamente anonimo. 
 
Motivo numero quattro: la rivista. 
 
C’era un giornale, un vecchio numero del National Geographic, che qualche babbano doveva aver dimenticato nella cabina telefonica che Harry usava ogni giorno per raggiungere il quartier generale degli Auror al Ministero. Per mesi nessuno si era preso la briga di gettarlo via – in fondo, era un dettaglio che rendeva la cabina ancora più credibile, una normalissima cabina usata da normali babbani – così ogni mattina Harry si ritrovava a fissare la copertina patinata della rivista che diceva “Sharm el-Sheikh, quest’anno è la meta da sogno più gettonata dagli inglesi”. 
 
Finché, un giorno, Harry era arrivato a lavoro e aveva scoperto che la rivista era sparita. E forse fu proprio quello il suo punto di rottura, la cosa che lo convinse definitivamente a mollare. 
 
L’ultimo giorno dell’ultimo tirocinio, senza dire niente a nessuno, si era diretto in un’agenzia viaggi babbana, e il giorno stesso in cui aveva superato l’esame finale per diventare Auror, aveva lasciato tutto a casa – bacchetta compresa – e si era diretto all’aeroporto di Heathrow, deciso a concedersi, per la prima volta in vita sua, una vacanza da solo. Una vacanza vera, una vacanza da qualsiasi cosa. 
 
Sì, una vacanza anche da Harry Potter. 
 
***
 
Bisognava ammettere che cinque ore di viaggio in classe economica – chi aveva progettato l’aereo doveva per forza essere a conoscenza del fatto che la maggior parte delle persone avesse due gambe, che andavano pur messe da qualche parte, no? – e le successive due ore di pullman senza aria condizionata, avevano fatto vacillare la convinzione di Harry di aver fatto la scelta giusta, ma una volta arrivato in hotel – un magnifico villaggio a cinque stelle, dotato di svariate aree relax, una zona wellness e la spiaggia privata, tutto incluso – si chiese perché diamine non avesse fatto una cosa del genere prima. 
 
Quello era il paradiso. Anche la sola reception in sé era mozzafiato, con tutte quelle piastrelle in ceramica, luccicanti e colorate, la bellissima fontana interna e un enorme lampadario di cristallo sopra il quale anche l’ispettore più pignolo non sarebbe riuscito a trovare un briciolo di polvere. 
 
Ma la cosa più spettacolare era il fatto che nessuno, proprio nessuno, aveva la più vaga idea di chi lui fosse. Harry venne trattato con il massimo riguardo, esattamente come avvenne per tutti gli altri ospiti. 
 
Era lì da meno di due ore e già si sentiva rilassato e sereno come non mai. 
 
Quando vide la piscina – anzi, una delle quattro piscine – si disse che avrebbe passato tutte e due le settimane del suo soggiorno parcheggiato al bar, su uno di quegli sgabelli posizionati direttamente in acqua, a bere cocktail a non finire. Ma quando vide la spiaggia coperta di sabbia dorata e l’acqua cristallina si ripromise di fossilizzarsi sul suo lettino. 
 
Sarebbero state due settimane di santissima pace. Solo lui, la spiaggia, il sole e un gran numero di libri e fumetti arretrati. Non avrebbe permesso a nulla di guastargli la vacanza, assolutamente a nulla. 
 
Nemmeno il fatto che la mattina del suo secondo giorno, passando dalla hall per andare a fare colazione, gli sembrò di intravedere un tizio identico a Malfoy che stava ritirando le chiavi della sua stanza, lo disturbò. 
 
Almeno, finché non lo guardò meglio, e si rese conto che quello non era solo uno che ci somigliava. Quello era veramente Malfoy! 
 
***
 
Harry si sedette ad uno dei tavoli del ristorante cercando di convincersi di aver avuto una brutta, bruttissima allucinazione. Non c’era nessun motivo per cui Draco Malfoy avrebbe mai dovuto trovarsi lì. Davvero nessuna. 
 
Prese un paio di respiri profondi e si costrinse a pensare lucidamente, e arrivò subito alla conclusione che doveva essersi sbagliato. 
 
Rise di sé stesso e delle proprie manie di persecuzione. 
 
Ok, la somiglianza era stata sorprendente, ma forse si trattava solo di una sfortunata coincidenza. Che stupido era stato agitarsi così presto, si disse, mentre si ordinava un bel caffè doppio. Pensandoci, non lo aveva nemmeno guardato poi così bene.
 
“Potter!” sibilò una voce fin troppo familiare sopra la sua testa. E a quel punto Harry pensò che avrebbe infartato, dopotutto. 
 
Forse, non si era poi mica sbagliato tanto. 
 
“Che diavolo ci fai qui?! Mi hai seguito?” Draco si guardò nervosamente attorno. “Sei con quelli del Ministero?” Sembrava un pazzo. 
 
“Potrei fare la stessa identica domanda a te!” balzò in piedi Harry. “E no, di solito non mi porto mezzo Ministero appresso quando vado in vacanza, dal momento che volevo starmene da solo!” 
 
“Perché? Sei solo?” chiese Malfoy, sospettoso. 
 
“Non sono affari tuoi!” ringhiò Harry. 
 
Era un incubo. Forse era stato il viaggio pesante a causarlo, e di lì a poco si sarebbe svegliato e sospirato di sollievo perché non era reale e si sarebbe concesso un bel massaggio nella spa per calmarsi. 
 
Chiuse gli occhi e si colpì le guance. Li riaprì. Malfoy era ancora lì. 
 
“Mi vuoi dire che diamine stai facendo?” sospirò e si massaggiò la fronte. “Senti. Non esiste che io mi sia fatto cinque ore di volo su di un maledetto trabiccolo babbano, che ha rischiato di precipitare un minuto sì e l’altro pure, per niente. Quindi, Potter, di grazia, che cosa ci fai qui e con chi sei venuto”. 
 
“Hai viaggiato su un aereo babbano? Perché?” chiese Harry tutt’a un tratto incuriosito. Quello sì che era insolito. 
 
Lo guardò più attentamente, e finalmente capì perché gli era sembrato uno psicopatico due secondi prima. Doveva essere a causa dei vestiti insolitamente stropicciati, i capelli in disordine e gli occhi cerchiati. E tutto quello non poteva che essere il risultato di un viaggio a cui Malfoy non doveva essere preparato e che lo aveva provato. 
 
Un cameriere sorridente comparve con il caffè di Harry e Malfoy si sedette, notando improvvisamente che stavano attirando troppo l’attenzione. “D’accordo, vuoterò il sacco se lo farai anche tu”. 
 
“Sono da solo,” ammise Harry. Anche perché altrimenti sarebbero andati avanti tutto il giorno a cercare di capirsi a vicenda, e lui non ne aveva nessuna voglia. 
 
“Bene,” fece Malfoy, appropriandosi del caffè. 
 
“Perché hai viaggiato su un aereo babbano?” chiese Harry, troppo curioso per badare al resto. Era sempre stato un suo difetto. 
 
“Per non lasciare tracce magiche, razza di idiota,” ribattè Malfoy, acido come di consueto. “Diciamo che non ho troppa voglia di essere trovato per qualche giorno. Sforzo che tu hai reso del tutto inutile”. 
 
Harry scosse la testa. “Ho viaggiato fin qui senza magia anch’io”. 
 
“E la bacchetta?” 
 
Harry alzò le mani, dando ad intendere che era disarmato. “Tu?” 
 
Draco fece spallucce. Non l’aveva con sé nemmeno lui, e quella situazione si stava rivelando davvero surreale. Proprio a scanso di ogni dubbio, Harry si diede ancora qualche schiaffetto per cercare di svegliarsi. Niente. 
 
“Ma la vuoi piantare? Dio, sei peggiorato in questi anni, Potter. Non credevo fosse possibile”. 
 
Ricomparve il cameriere che apparecchiò per due, prima ancora che Harry avesse tempo di protestare. Non voleva essere scortese, così fece buon viso a cattivo gioco e ordinò un secondo caffè. 
 
“Sì, ma mi vuoi spiegare perché hai scelto di venire proprio qui?” 
 
Draco sospirò. “Ho trovato questo posto,” tirò fuori una rivista sgualcita, “qui”. 
 
Era una copia del National Geographic, una copia fin troppo familiare ad Harry. L’aveva guardata così spesso che riconosceva ogni orecchietta, ogni grinza della carta. 
 
“Non è possibile…” come si poteva essere così sfortunati? 
 
“Non è stato difficile, sono solo andato in una specie di negozio di viaggi. Hanno fatto tutto loro”. 
 
In un orribile flashback, ad Harry tornò in mente che la signora dell’agenzia che aveva scelto aveva effettivamente detto che era un hotel a Sharm che aveva consigliato volentieri a tutti i suoi clienti. E, chissà perché, ora aveva il forte sospetto che anche Malfoy fosse uno di quei clienti, dal momento che l’ufficio si trovava esattamente dall’altra parte della strada rispetto alla cabina telefonica incriminata. 
 
Non era stata nemmeno sfortuna, Harry era stato uno stupido a non andare da un’altra parte. 
 
“Io non ho nessuna intenzione di andarmene, quindi dovrai farlo tu,” decise. 
 
“Non esiste! Non ho sopportato tutte queste ore di viaggio solo per tornarmene subito a Londra. Scordatelo.”
 
Harry sospirò. 
 
“Senti,” cercò di essere ragionevole. “Mi sembra di capire che siamo qui con le stesse intenzioni, e questo posto è abbastanza grande da permetterci di non doverci mai incontrare. Se anche dovesse essere, sarò più che contento di fare come se non esistessi”. 
 
“Bene”, convenne Draco. “Possiamo starci alla larga a vicenda.”
 
“Ecco. Vedi di cominciare da adesso, stavo cercando di fare colazione”. 
 
Gli occhi di Malfoy si assottigliarono pericolosamente, e se avesse avuto la sua bacchetta avrebbe di certo cercato di incenerirlo. Ma Harry non si fece intimorire, ormai ci era abituato. Quante volte lo aveva guardato così a scuola? Centinaia di volte? Forse anche migliaia. 
 
Draco levò finalmente il disturbo, ma l’umore di Harry rimase basso per il resto della giornata. Era andato tutto in malora. Dopo appena quarantotto ore, la sua vacanza era stata irrimediabilmente rovinata nel peggiore dei modi. 

 

Angolino dell'autrice:

Bene, mi rendo conto di essere un pochino in ritardo sulla stagione per mettermi a pubblicare una storia che parla d'estate, ma io ho i miei tempi, abbiate pazienza.

L'idea per questa Mini-long in tre parti (che doveva essere una OS, ma io non ho il dono della sintesi)  mi era venuta ad agosto, mentre come di consueto ascoltavo Tay in loop. Mi sono fermata e ho pensato "Hey! Ma lo sapete che Cruel Summer mi da troppe Drarry vibes?!"

E così eccoci qui.

Anzi, qui ci siamo arrivati perché ho condiviso il pensiero su Fb e c'è stato QUALCUNO che si è messo a buttare benzina sul fuoco. Sì, voi, vi vedo!!!

Ringrazio chiunque sia riuscito a leggere fin qui. E ok, ringrazio anche chi ha incoraggiato questa follia <3

Il prossimo capitolo arriverà tra una settimana esatta! 


 
   
 
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