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Autore: Cryblue    30/09/2023    3 recensioni
"Per te le amiche sono amiche, le colleghe sono colleghe e gli uomini sono tutti inutili"
Martina vive tutta la sua vita con questa filosofia, soprattutto ora che questo nuovo lavoro l'ha strappata dal dolore di una difficile rottura. Per lei è un vero disastro quando una RESPONSABILE cessa di essere "solamente" tale e diventa ai suoi occhi una Donna. Si, con la D maiuscola.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ch.39 -  The woman who fell to earth.
 
Recentemente hai scoperto che disegnare una Layla frustrata ti piace davvero molto, e da quanto Agatha ha fatto la sua apparizione in Flying dragons, Layla è molto spesso frustrata. Scoprire di essere un drago molto piccolo non le ha fatto per nulla piacere e sono molte le vignette in cui, anche se il momento è serio o tragico, la disegni deformed e infastidita, che guarda Agatha dal basso e la giudica per le sue eccessive dimensioni.
Non è l’unica cosa che la rende frustrata al momento, ma è troppo orgogliosa per ammettere che prova attrazione per la nuova venuta, che tutto il suo io è attratto da lei e che la storia dell’essere un tutt’uno magico trova fondamento nella sua anima.
Ma è Layla il drago, morirebbe prima di ammetterlo.
Oggi è la sera in cui mostrerai la versione nerd della collezione di farfalle ad Anna: verrà a vedere la prima puntata del tredicesimo dottore e tu sei emozionata all’idea di mostrare quel capolavoro a qualcun altro. Sei seduta alla tua scrivania, sotto l’aria condizionata a palla, e disegni una versione molto deformed di Agatha e Layla draghi e ridacchi per l’espressione corrucciata della tua beniamina, quando il tuo telefono vibra. Sorridi appena vedi che è la tua ospite, ti alzi e vai ad aprirle la porta.
Chiacchierate mentre lei sale le scale, quando siete l’una davanti all’altra vi scambiate due baci sulle guance, noti con piacere che anche oggi si è fatta carina per te, tu invece hai indossato jeans e la maglietta uguale a 13, il che dichiara senza ombra di dubbio che la tua età mentale è ferma ai tuoi 17 anni.
Le fai fare un breve tour della casa e lei si complimenta educatamente, ma sembra davvero interessata solo quando chiede:
“La tua coinquilina non c’è?”
“No, è di turno al ristorante.”
“Com’è?”
Trovi sia una domanda strana e non sai bene cosa dirle, quindi quando entrate in camera tua le indichi una vostra vecchia foto appesa alla parete.
“Oh mio Dio, ma sei tu?!?!?!?!”
“Non sono cambiata così tanto eh.”  In realtà si, sono passati 20 anni e la differenza c’è tutta e non è solo cambiato il modo di vestire o portare i capelli.
“Oddio si, guarda come eri tenera.”
“Non costringermi a nasconderla.” Alzi gli occhi al cielo ma non stacchi la foto dal muro, soprattutto perché sai che Laura ti odierebbe se sapesse che hai mostrato a qualcuno una foto di lei con quelle sopracciglia.
È una motivazione più che valida per tenere la foto in bella vista.
“Eri davvero carina.”
Non sai come tradurre quel complimento, se è un modo velato per dirti che sei meglio ora, ma senza offenderti, o se lei sia così pazza da trovare davvero una versione molto più giovane (e spaventata) di te carina.
Si allontana dal quadretto e si guarda attorno, ti senti lievemente esposta, ma non c’è nulla nella tua stanza di cui non abbiate parlato durante la vostra prima uscita: da doctor who, passando per Carrie Fisher, i libri, P!nk, Taylor Swift, che è entrata nel tuo olimpo delle ossessioni, e addirittura il disegno del primo volo di Layla sul deserto, che hai riprodotto su carta e appeso.
Al momento non c’è nulla delle tue stranezze che tu non le abbia esposto e lei sembra divertita da tutto, quindi non hai motivo di sentirti a disagio e non lo sei.
“Temo di doverti chiedere aiuto per portare la tv in salotto…”
“Perché?” Guarda il quadro di Layla con profondo interesse. “L’hai fatto tu?”
“Si l’ho fatto io.” Stacchi i cavi della play dalla televisione. “E dobbiamo portare la tv in salotto perché io e Laura non abbiamo una tv condivisa e se non porto questa, dovremmo usare il mac…sarebbe scomodo.”
“Perché non possiamo guardarlo qui? Accidenti, è proprio bello. Da il senso di libertà.”
Arrossisci ma ti giri in modo che lei non lo veda. “Non c’è posto in cui sedersi, qui. È meglio il salotto.”
“Ma c’è un letto enorme!!!! Proprio qui!!” Ci si siede e ci saltella sopra.
Avevi pensato all’opzione “letto a una piazza e mezzo”, ma non eri sicura fosse una cosa adeguata a un secondo appuntamento, non sai nemmeno se sia un secondo appuntamento.
“Se non ti secca guardarlo da sdraiata…” non fa molto schifo come scusa, potevi fare di meglio ma anche molto, molto peggio.
“No figurati, se non ti secca avermi nel tuo letto…”
“Decisamente no.” Sei fatta di carne e ormoni, no che non ti secca avere una bella ragazza nel tuo letto. Ti sorride compiaciuta e pensi sia più sicuro cambiare discorso.
“Dunque signorina, cosa il cinema Pastorelli ha l’onore di poterle offrire? Dolce, salato?”
“Uh.” Batte le mani e saltella sul letto “C’è un menù? Direi salato.”
“Allora per iniziare possiamo proporle patatine di vari tipi, pop-corn o salatini.”
Ci pensa un po’ sopra “Pop-corn.”
“Bene, pop-corn sia. Da bere gradisce qualcosa? Abbiamo coca cola, fanta, tè freddo alla pesca o al limone, birra, ovviamente acqua…”
“Birra? Hai preso della birra?”
“Beh si, ho visto che ti piace dunque ne ho preso un paio di bottiglie.”
“Un paio alla sarda o reali?”
Dire “un paio” alla sarda, può significare averne preso una decina.
“Alla sarda, ovvio.”
Ride e scuote la testa “Mi va bene quello che prendi tu.”
“Bene perché la birra la lascerei per la pizza più tardi, che, se mi da la sua ordinazione, provvederò a ordinare, signorina.”
Se inizi a guardare Doctor who, puoi farlo fino all’alba senza il minimo sforzo. Con la tua capacità di ossessionarti con qualcosa, è un bene tu non beva o diventeresti la versione femminile di tuo padre.
“Speck.”
“Pizza con lo speck. Perfetto. Ora mi perdoni, ma devo lasciarla sola qualche minuto, il tempo di recuperare la roba da bere.”
“Posso aiutarti se…”
“Assolutamente no. Sei mia ospite.” Credevi di dover insistere molto di più, invece si rilassa sul tuo letto appena finisci di pronunciare la frase. È una piacevole differenza tra lei e Leila, la quale rendeva difficile, se non impossibile, qualsiasi gesto carino nei suoi confronti, rendendo vano ogni tuo tentativo di corteggiamento.
Scappi dalla stanza perché il pensiero che hai appena fatto ti ha rigirato lo stomaco, ti maledici perché sei tanto stupida da abbassare la guardia, da credere di essere al sicuro solo perché sei con una persona interessante. Come se ai tuoi sentimenti importasse, anzi, sembrano scegliere proprio quei momenti per portarti alla mente certi pensieri e farti stare male.
Tenere la mente occupata, concentrarsi in piccoli compiti da svolgere, è l’unico modo per uscirne. Vai spedita in cucina e ficchi un sacchetto di pop-corn nel forno microonde, setti il timer sperando di azzeccare il tempo giusto e non bruciarli tutti, e mentre quelli iniziano a scoppiare tu afferri due lattine di coca dal frigo, un bicchiere, e torni in camera tua. Anna è ferma davanti alle tue librerie con la testa piegata e accarezza il dorso dei libri con la punta delle dita, probabilmente mentre ne legge i titoli.
“Trovato qualcosa di interessante?” Vai a poggiare tutto sul comodino e ti avvicini a lei.
“Qualcosa? Praticamente tutto. Quanti classici hai?”
Ghigni soddisfatta perché i classici sono i tuoi più grandi amori, leggerne il più possibile è probabilmente il tuo unico vero obiettivo nella vita.
“Troppo pochi.”
“Libro preferito?”
“Scherzi? Uno solo?!?!?”
“Ok, che libro vorresti io leggessi?”
Se possibile, questa domanda per te è più difficile della prima, se non conosci la persona e i suoi gusti non hai idea di cosa consigliarle.
“Dunque, se hai voglia di qualcosa di romanticamente tragico: Cime tempestose; sei hai voglia di vedere gente soffrire: Il conte di Montecristo, ovviamente; qualcosa di magico? Il Maestro e Margherita; qualcosa di ironico, fin troppo forse: Villette.”
“Non classico?”
“Qualunque cosa della signora Fisher, ovviamente, ma anche la signora Fallaci o uh, mi è piaciuto molto anche Just Kids, di Patty Smith. Ho pianto come una bambina. Agatha Christie sta benissimo su qualsiasi umore…” sfiori ogni libro, o ogni serie di libri, che nomini.
Quella Patty Smith?”
Annuisci. “Si, quella Patty Smith. Oh, anche L’amore ai tempi del colera mi è piaciuto moltissimo.”
“Wow è una bella varietà di libri.”
In qualsiasi altro momento della tua vita le avresti detto di sceglierne uno e di portarselo a casa per leggerlo, ma ora non hai la forza di dare più nulla, nemmeno un libro a una persona che teoricamente stai vedendo.
Il motivo è più che ovvio anche se non si è uno scienziato.
“Però leggermente deludente.”
Questa cosa ti punge sul vivo, non tolleri parlino male dei tuoi amori. “Deludente?”
“Si, manca il mio libro preferito.” Inizi silenziosamente a pregare non sia Twilight o cinquanta sfumature di grigio, che poi è la fanfiction di Twilight, quindi più o meno la stessa oscenità abusiva.
Senti il forno microonde suonare in sottofondo, ma è un momento topico e non puoi non sapere la risposta ora, ne va della vostra futura conoscenza.
“Sentiamo dunque, quale sarebbe questo fantomatico libro preferito.”
“Persuasione.”
Jane strafotuttissima Austen.
Non sai se rabbrividire o se esserne felice: la signora Austen è una delle scrittrici più sopravvalutate al mondo, secondo il tuo modestissimo parere. Hai letto Emma e a ogni pagina volevi darti fuoco, tuttavia si tratta di uno dei grandi classici e poteva andare decisamente peggio.
“Che faccia è?”
“Non ho fatto nessuna faccia.”
Ti colpisce la spalla con un dito più volte. “Bugiarda, che faccia era?”
“Diciamo che non sono una gran fan della Austen.”
“Come osi?”
Sei salvata dalla campanella perché il microonde suona ancora, scappi via blaterando qualcosa sui pop-corn bruciati. Quando torni da lei, con un recipiente pieno di pop-corn troppo grigi per i tuoi gusti, Anna è seduta sul letto, ma guarda ancora verso la tua collezione di libri.
“Se sei pronta, possiamo dare inizio alla maratona.”
“Si, sono pronta.”
“Accomodati pure allora. Sentiti libera di togliere le scarpe.” Speri di non passare la maniaca del momento per avere proposto una cosa del genere.
Accetta il tuo invito, sfila le ballerine e si siede nel tuo letto, sistemandosi i cuscini nella schiena e stirando con le mani la gonna. Lanci un’occhiata veloce alla porzione di gambe che tale l’operazione ti ha permesso di vedere e provi una strana soddisfazione nel notare che non ha occupato la parte di letto nella quale dormi. Recuperi il dvd e lo inserisci nella play, afferri il controler e ti siedi accanto a lei, sistemando la ciotola di pop-corn grigi tra voi.
Armeggi con il menù più a lungo di quanto ti piaccia, ma sei abituata a guardare le puntate al mac, non alla tv.
“Inglese con sottotitoli in italiano va bene?”
Ricevi un mugolio affermativo come risposta, la vedi con la coda dell’occhio prendere una manciata di pop-corn, ma non li infila in bocca, ti lancia un casualissimo:
“Certo però, io sto guardando Doctor Who, tu potresti dare una possibilità a Jane.”
The woman who fell to earth parte in sottofondo e tu le rispondi un altrettanto casuale:
“Ci proverò.”
E lo farai, in ogni senso possibile.
La serata prosegue una puntata dopo l’altra, accompagnate da gelato, patatine, pizza e troppe bevande zuccherine, gassate e non.
Quando finisce il quinto episodio fermi il dvd, perché quella successiva è Demons of the Punjab e non è il caso di guardarla da semi addormentate perché è una delle puntate migliori ed è giusto prestarle la giusta attenzione, non quella che al momento possono offrirle una ragazza che stamattina ha dato un esame e una che dalle 9 alle 13 ha servito più di 100 caffè.
Anna si stira nel modo più discreto possibile e poggia la testa contro la tua spalla, non sai cosa fare, se tu possa metterle un braccio attorno alle spalle o se debba rimanere ferma. Non pensi nemmeno per un istante di baciarla, anche se la situazione lo permetterebbe, il fatto è che non pensi sia quel tipo di serata, a volte il tuo cervello stupisce anche te.
Ti limiti a poggiare la testa sulla sua.
“Sei sicura di riuscire a guidare per tornare a casa?”
Vive nella zona di via Dante, geograficamente non troppo lontana da te, socialmente lontana anni luce, ma non puoi fare a meno di preoccuparti per averla fatta stancare tanto. Potresti chiederle di rimanere a dormire, non nel letto con te, ovviamente, ma tu potresti dormire sul divano o invadere il letto di Laura. Non le proponi nulla però, perché sembra altamente fuori luogo.
“Mmh.” È un suono molto sensuale, forse perché si sta di nuovo stirando mentre lo emette. “Sono solo rilassata, non sono stanca.”
Non è molto convincente, ma sembra una ragazza con la testa sulle spalle quindi ti sforzi di crederle, anche se sbadiglia. Ti districhi dalla posizione in cui state il più dolcemente possibile e ti alzi e inizi a sistemare mentre lei si rinfila le sue scarpe e recupera le sue cose.
La accompagni alla porta e lei ti sorride dolcemente.
“Grazie, è stata una bella serata. Ne avevo bisogno.”
Vivere con una madre a un passo dalla depressione non deve essere particolarmente semplice, unito allo stress degli esami, la sua vita non deve essere una passeggiata.
“Non ho fatto nulla di che, ma sono lieta Doctor Who ti sia piaciuto.”
“Sei davvero Nerd.” Il tono che usa lo fa sembrare un complimento, non un insulto. “In più dopo la pizza e tutte le cibarie che abbiamo mangiato e bevuto, che io ti ringrazi è il minimo.”
Agiti la mano per farle capire che non è nulla di che. “Appunto, ho mangiato anche io. Oh, e non hai bevuto nemmeno una birra. Va beh, rimarranno per la prossima volta.”
Il suo sorriso diventa più grande quando ti sente dire le ultime parole.
“Volentieri. Anche perché mi devo sdebitare.”
Ti irrigidisci ma cerchi subito di riprendere il controllo del tuo corpo.
“Non c’è nulla di cui sdebitarsi.” Le apri la porta d’ingresso mentre lo dici, bisognosa di mettere fine a questo momento.
“Vedremo, vedremo.” Si china su di e ti da un bacio sulla guancia, che è un contatto fisico ridotto rispetto agli abbracci che avete condiviso o i soliti due baci di saluto, ma è anche molto più intimo. “Ci sentiamo in questi giorni?”
“Si, certo.” Scende le scale e tu la rincorri
“Avvertimi appena arrivi a casa.”
Ti sorride ancora e i suoi occhi brillano di gioia. “Assolutamente si.”
Hai a malapena il tempo di riordinare camera tua e lavare i due piatti che avete sporcato, prima che il tuo telefono vibri. Lo prendi e non sei stupita di leggere sia Anna, quello che ti stupisce è che il messaggio contenga una citazione di Jane Austen e nient’altro.
Si, darai a questa meravigliosa ragazza tutte le possibilità del mondo.
 
   
 
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