Mancava poco al sorgere del sole, o
almeno così sembrava,
visto il colore rosato del cielo. Byron si guardò attorno,
cercando di capire
dove fosse finito, sperando nell’aiuto di Kazuma.
L’esploratore avrebbe
sicuramente saputo riconoscere quei bizzarri cristalli rossi, arancione
e viola
che parevano crescere dal terreno. Non lo vedeva in giro, forse si era
ripreso
prima di lui ed era andato a cercare aiuto… ma come, Kazuma
che lo abbandonava
così, in un luogo sconosciuto, senza lasciare un solo
messaggio? Non era da
lui.
Sperando di potersi ricongiungere
presto con la famiglia (aveva
da parte qualche carta Custode di Tombe per Thomas, e una Cronomalia
per
Mihael), l’uomo si sedette, aprendo il suo vecchio taccuino,
che mai avrebbe
sostituito con degli apparecchi elettronici, e cercò di
rappresentare al meglio
il bizzarro ambiente in cui era finito. Non aveva mai sentito parlare
di luoghi
simili.
Disegnò per un tempo che
gli parve infinito, mentre le ombre
si allungavano e si accorciano con l’avvicinarsi del
mezzogiorno. Curiosamente,
la luce risata non era cambiata.
Questa non è
l’aurora.
Un pensiero folgorò
l’uomo, che rimase bloccato sul posto.
La luce rosata che illuminava quel mondo non era l’aurora.
Kazuma non era lì
con lui. Non sarebbe mai tornato dai suoi figli.
Angolo autrice: a differenza della storia di ieri, ispirata alla lista Ink, questa viene da quella Mare. Ho mescolato le cinque liste possibili, per avere un po' di variazioni nel tema.