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Autore: Bombay    02/10/2023    1 recensioni
Questa è una raccolta di one shot e di flash-fic scritte per la challenge: “writober - un prompt al giorno per tutto ottobre” organizzata da “Fanwriter.it”
I personaggi, le coppie e il rating varieranno ad ogni storia. Troverete uno specchietto esplicativo all’inizio di ogni brano!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Occhi belli

Challenge: “writober - un prompt al giorno per tutto ottobre” - giorno 01 - organizzata dal gruppo Facebook “Fanwriter.it”

Prompt: 1. occhi

Lista: pumpINK

 

Genere: romantico

Tipo: one shot

Personaggi: Tooru Oikawa, Hajime Iwaizumi

Coppia: shounen-ai

Rating: PG, verde

Avvertimenti: slice of life

PoV: prima persona

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Occhi belli

 

Conosco Oikawa da quando abbiamo quattro anni, lo conosco meglio di chiunque, a volte forse anche meglio di sé stesso. Capisco che c’è qualcosa che non va nel momento stesso in cui mi affianca per andare a scuola, tiene lo sguardo basso e mi saluta a mezza voce, senza dire nulla prende a camminare in uno strano ed insolito silenzio.

“Ehi che hai?” gli urlo dietro raggiungendolo, ma non si ferma, continua a camminare ignorandomi e la cosa mi fa incazzare ogni altro modo.

Lo afferro per il braccio, mi scocca una occhiata storta, con un broncio degno di un bambino di tre anni.

“Sono andato a ritirare gli occhiali da vista” mormora mestamente, come se lo avessero condannato a morte.

Sbatto le palpebre incredulo, ricordando che, all’ultima visita scolastica, il medico gli aveva consigliato di farsi vedere da un oculista e sua madre ce lo aveva portato subito.

Anche io mi sono accorto che Tooru strizzava gli occhi per leggere alla lavagna e che alla sera li ha particolarmente rossi e irritati.

Per fortuna alla fine, si è rivelata una bolla di sapone e il medico gli ha consigliato solo degli occhiali con una gradazione bassissima, per riposare la vista quando studia o guarda la televisione.

“E quindi?” ribatto senza capire il problema.

“Devo indossarli a scuola” mormora stringendosi nelle spalle, avvilito.

Davvero non capisco quale si il problema, ma prima che riesca a chiederglielo mormora: “Non voglio essere un fottuto quattrocchi” borbotta riprendendo a camminare a passo svelto e senza preavviso.

Sbuffo maledicendolo una volta di più: è questo il problema, l’estetica, perché il vanitoso Oikawa Tooru, diventerebbe cieco pur di non mettersi gli occhiali.

“I quattrocchi non se li fila nessuno” borbotta continuando a camminare.

“Sei un coglione!” gli grido dietro raggiungendolo nuovamente facendolo fermare ancora.

“Dai fammi vedere come stai? Ti do un parere sincero” gli propongo sorridendo, di me si è sempre fidato, sa che gli dirò sempre la verità anche se non gli va di sentirla.

Tira fuori dalla cartella la custodia rigida e scura, la apre e con un sospiro avvilito, degno del più consumato attore teatrale drammatico, prende gli occhiali e se li sistema sul naso.

Resto lì a fissarlo inebetito, la montatura scura, sopra, le lenti libere, sotto, conferiscono al suo viso ulteriore eleganza e raffinatezza, lo rendono se possibile ancora più bello.

Deglutisco a quel pensiero, mentre Tooru tiene ancora lo sguardo basso e poi lo fa, alza gli occhi nei miei.

Quegli occhi castani, già grandi e adornati da morbide ciglia, che le lenti mettono ancora più in risalto.

“Cazzo” riesco a dire sentendo qualcosa serpeggiare nello stomaco e scendere pericolosamente in basso.

Oikawa interpreta la mia esclamazione in maniera negativa e si toglie gli occhiali rimettendoli nella custodia con rabbia.

“Ti stanno…”

“Da culo…” conclude lui per me.

“Molto bene”

“Bugiardo” sbotta mettendo via la custodia, riprendendo a camminare.

“Tooru…” raramente lo chiamo per nome, si ferma e si volta verso di me.

“Ti ho mai mentito?”

Scuote la testa, i suoi morbidi capelli ondeggiano, ma non è ancora convinto, se si fissa su una cosa è difficile dissuaderlo del contrario.

“Ti stanno bene, e sarai il quattrocchi più carino della scuola” argomento, dandogli una spallata e finalmente un piccolo sorriso si fa strada sulle sue labbra, che poi arriccia pensieroso.

“Dici che rimorchierò di più?”

Il mio cuore perde un battito, ma annuisco “S’ avrei uno stuolo di ragazzine urlanti” sbotto, che io detesto con tutto il cuore, ma no posso farci niente “E di ragazzi” aggiungo in un sussurro e lui mi sente.

“Ragazzi?” mi guarda sorpreso, sembra riflettere su quella mia affermazione, ma dalla via dove siano sentiamo la campana della scuola che comincia a suonare.

“Siamo in ritardo, Iwa-chan. Corri!” esclama partendo a razzo, lanciandomi uno sguardo e un sorriso. Non posso fare a meno di pensare ai suoi occhi belli e grandi che mi hanno stregato una volta di più.

 

 

   
 
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