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Autore: Vibesbygin    05/10/2023    0 recensioni
"Era un giorno di ottobre molto speciale. Per l’intera la giornata i gemelli che avevano ormai conquistato tutti erano stati riempiti di auguri e di regali inaspettati. Sia per Atsumu che per Osamu quello fu un compleanno alquanto strano, mai si sarebbero aspettati di ricevere tanto affetto e cortesia da persone che non avevano mai visto né conosciuto. Era la prima volta che trascorrevano il proprio compleanno lontano dalla loro città natale, ma poterono sostenere che era stato uno dei più belli."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Osamu Miya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La terza giornata del torneo si stava avviando verso la fine, molti giocatori ormai esausti si preparavano per uscire dal palazzetto ed andare a riposarsi insieme alla propria squadra. Tokyo veniva colorata d’un arancione accesso mentre il sole tramontava lentamente, colorando così il cielo e la terra. Il giorno stava per concludersi, chi aveva raggiunto la vittoria e chi invece era costretto ad andarsene dopo fatica e sacrifici; quel giorno di ottobre aveva segnato numerose squadre. Solo i nomi delle squadre più popolari e talentuose potevano permettersi di rimanere in classifica, ma come sempre il vincitore poteva essere solo uno. Durante il torneo nessuno aveva pietà per l’avversario, che fossero amici o conoscenti ciò che contava di più era vincere e due importanti nomi in quel torneo lo sapevano bene.

Era un giorno di ottobre molto speciale. Per l’intera la giornata i gemelli che avevano ormai conquistato tutti erano stati riempiti di auguri e di regali inaspettati. Sia per Atsumu che per Osamu quello fu un compleanno alquanto strano, mai si sarebbero aspettati di ricevere tanto affetto e cortesia da persone che non avevano mai visto né conosciuto. Era la prima volta che trascorrevano il proprio compleanno lontano dalla loro città natale, ma poterono sostenere che era stato uno dei più belli.

Fin dalla mattina i gemelli Miya furono svegliati dalle urla dei loro compagni di squadra. Tutti, compreso Kita, intonarono la canzone di “tanti auguri” porgendo ai fratelli un piatto pieno di dorayaki con qualche candelina sopra. Osamu non poté chiedere di meglio, mentre Atsumu non voleva far altro che dormire. Ad ogni modo i due passarono la colazione insieme alla squadra, ritrovandosi ad aprire numerosi regali che nessuno dei due si aspettava. Pensavano fosse finita lì, invece si sbagliarono.

Durante gli allenamenti la notizia del compleanno dei Miya si sparse per tutta la palestra, fino ad espandersi anche nel palazzo ed in poche ore tutti ne erano a conoscenza. Che fossero conoscenti, amici o sconosciuti, componenti di altre squadre, avversari del giorno e persino famosi giocatori del torneo, tutti non persero l’occasione di fare gli auguri ai due ragazzi. Verso la fine della giornata i due fratelli erano stanchi di sentirsi dire le stesse parole, persino durante la partita la banda della squadra aveva intonato una melodia per augurargli buon compleanno. Erano stanchi di quel giorno, ma comunque entrambi felici. Infondo come loro diciassettesimo compleanno non era poi così male. Tra tutti quegli auguri e tutte quelle belle parole però c’era una voce che ancora non era arrivata alle orecchie del gemello biondo.

Spesso durante il giorno Atsumu aveva incrociato il suo sguardo. La prima volta quando stava camminando per il corridoio, poco più avanti ebbe modo di vedere la figura di un ragazzo molto alto, aveva dei riccioli neri, una mascherina sul volto ed una tuta gialla e verde con la scritta Itachiyama sulla schiena. Non ebbe modo di fermarsi che fu accerchiato da numerose persone intente a fargli gli auguri, poté solo vedere quella figura passargli accanto e andarsene. La seconda volta invece durante gli allenamenti pre-partita. Accanto al suo campo l’Itachiyama aveva appena finito di giocare, i giocatori si asciugavano il sudore con asciugamani e bevevano l’acqua stremati dalla partita. In quel frangente gli occhi di Atsumu si posarono su quel ragazzo, ma quest’ultimo appena se ne accorse, deviò lo sguardo. Infine lo vide all’uscita, Sakusa Kiyoomi stava lasciando il palazzetto in compagnia di suo cugino Komori. Ebbero modo di guardarsi, ma non si parlarono nemmeno un istante.

Atsumu attendeva i suoi auguri da tutto il giorno, voleva sentire la sua voce ma non ne ebbe modo. Il sorriso che aveva avuto stampato sul viso, la felicità e l’allegria di quel giorno svanirono nel pensiero di non aver ricevuto quelle parole da una delle persone a cui teneva di più. Si malediva dal primo giorno in cui aveva capito di amare quel ragazzo, non sopportava l’idea di esser condizionato dai suoi sentimenti e di star male per qualcuno.

Eppure non poteva fare a meno di pensare a lui, da quando lo vide per la prima volta alle medie non riusciva a distogliere lo sguardo da quel ragazzo. Era dannatamente forte, le sue schiacciate e le sue battute erano eccezionali e c’era qualcosa in lui che lo affascinava. Quando Atsumu provò a parlargli per la prima volta avrebbe voluto fargli i complimenti, ma non riuscì nemmeno a trovare il coraggio e finì col rimanere in silenzio davanti a quel ragazzo. Il moro gli scambiò un’occhiataccia ed una smorfia che fece capire all’altro di essere turbato, senza dire niente si allontanò presto da quel bizzarro individuo.

Per Atsumu fu strano, era la prima volta che non riusciva a parlare con qualcuno, era la prima volta che qualcuno lo faceva sentire così. Era come se voleva conquistare la sua stima, la sua fiducia, voleva fargli vedere che anche lui era forte e che potevano diventare ottimi alleati un giorno. Quello diventò il suo obiettivo, doveva conoscere quel ragazzo. Da quel giorno il biondo comprò tutte le riviste di pallavolo giovanile esistenti, ne sfogliò tantissime finché non scoprì chi fosse davvero quel ragazzo quando lo vide in una di quelle pagine. La foto mostrava quel ragazzo dai ricci neri nell’atto di attuare una schiacciata, accanto alla sua figura era riporta la scritta “Sakusa Kiyoomi” ed altre poche parole riguardo alla squadra di cui faceva parte. Era interessante, si vedeva che quel ragazzo fosse forte e la voglia di conoscerlo ardeva sempre di più.

Secondo anno di medie, secondo torneo di pallavolo, per Atsumu quello non poteva essere che un’occasione. Giocò una delle sue partite migliori, mostrò a tutti il suo talento ed il suo nome cominciò a fare il giro in tutte le squadre, fino ad arrivare alle orecchie di Sakusa. Finalmente Atsumu ebbe l’occasione di scontrarsi direttamente contro di lui, ovviamente non si limitò e portò la sua squadra al vantaggio. Avrebbe vinto facilmente, era pronto a sconfiggerlo per mostrargli il suo potenziale, eppure non riusciva a guardarlo in faccia. Sakusa era arrabbiato, frustrato ma comunque i suoi colpi non sbagliavano mai. Anche se stava morendo dalla fatica ed era infastidito, continuava a giocare fino all’ultimo. Non era colpito dal suo avversario, ma sembrava proprio che lo stesse odiando a morte. Alla fine la squadra di Sakusa vinse, Atsumu non ammise mai che verso la fine aveva un pochino ceduto, non lo ammetteva perché non voleva crederci. Ad ogni modo, era pronto per andare a parlare con quel ragazzo.

Fuori dal palazzo in cui avevano giocato Atsumu attese a lungo. Stava cominciando a morire dal freddo dato che febbraio era appena arrivato, suo fratello insisteva nell’andare via ma lui rimase ad attendere finché non lo vide uscire. Nella seconda possibilità che aveva di poter parlare con quel ragazzo, Atsumu raccolse tutto il coraggio che aveva. Si piazzò davanti a quel ragazzo, avrebbe voluto dirgli tante cose ma riuscì solo a sibilare un “Sei stato bravo” e a porgergli un foglietto, poi se ne andò con il viso avvolto dalla sciarpa.

Attese giorni, infiniti giorni con il telefono in mano con la speranza che sarebbe arrivato un messaggio. Aveva deciso di dargli il suo numero sperando che gli avrebbe scritto, vivevano molto lontani e quello era l’unico modo che aveva per poter comunicare con quel ragazzo. Sapeva che le probabilità che gli avrebbe scritto erano minime, ma Atsumu ci sperò tutti i giorni dopo esser tornato a casa. Controllava il telefono ogni ora, lo teneva sotto il tavolo mentre mangiava oppure lo guardava persino a scuola sotto il banco. Dopo una settimana, dopo due settimane, non arrivò niente di niente. Il telefono fu totalmente abbandonato dal biondo, era deluso e non poté fermare i suoi occhi quando diventarono lucidi nella consapevolezza che non sarebbe mai diventato amico di quel ragazzo.

Un giorno però, proprio quando meno se lo aspettava, il biondo fu costretto a riprendere quel telefono in mano e ciò che vide gli fece sgranare gli occhi. Il messaggio di un numero sconosciuto illuminava lo schermo del telefonino, era rimasto non visualizzato per almeno tre giorni e ciò portò un briciolo di speranza al ragazzo. Era un semplice “Ciao”, una semplice parola, un singolo saluto, ma per Atsumu era molto altro.

Gli anni passavano, i gemelli Miya cominciarono il liceo ed entrarono nella squadra dell’Inarizaki. Atsumu diventò sempre più forte e sempre più abile e cominciò ad apparire sulle riviste di sport giovanile, divenendo famoso come uno dei migliori alzatori del paese. Durante quegli anni aveva subito molte sconfitte, aveva incassato tante vittorie ma non aveva avuto modo di rincontrare quel ragazzo. Ma da quel singolo “ciao” che gli fece battere il cuore a mille, Atsumu non smise mai per un giorno di scrivergli.

Inizialmente Sakusa non rispondeva sempre e a volte spariva per giorni, ma ogni volta sul telefono si ritrovava i messaggi di Atsumu. Durante i primi tempi i due ragazzi non facevano altro che parlare di pallavolo, spesso commentavano le partite della televisione insieme e si aggiornavano sulle proprie vittorie e sconfitte. Successivamente i due cominciarono a parlare di qualsiasi cosa, parlavano della propria giornata, di ciò che gli piaceva fare, delle loro ambizioni, delle loro paure, dei loro sentimenti, persino dei loro segreti. Divennero inspiegabilmente grandi amici.

Dopo tanto tempo i due si rividero al ritiro della nazionale. Davanti agli altri sembravano perfetti sconosciuti, ma quando avevano modo di stare da soli riuscirono a guardarsi con occhi diversi. Era strano parlare dal vivo, Atsumu si sentì inizialmente in imbarazzo eppure Sakusa sembrò più sicuro e tranquillo di lui. Era felice di rivederlo e glielo dimostrò togliendosi la mascherina. Quella visione lasciò l’alzatore di stucco.

***

<< Potevi farmi gli auguri prima. >>

Seduti su una scalinata, finalmente i due ragazzi poterono incontrarsi senza problemi. Il sole non era ancora tramontato, prima che la sera calasse Sakusa inventò una scusa per lasciare suo cugino e ritornò verso il palazzetto dove aveva giocato. Fece giusto in tempo a vedere Atsumu prima che la sua squadra se ne fosse andata, il biondo inventò una scusa e si allontanò dai suoi compagni.

<< Te l’ho detto, ci ho provato ma non mi sarei mai avvicinato a tutta quella gente che avevi intorno. >>

Non lo dava a vedere ma Atsumu era felice di stare lì con Sakusa. Era raro che entrambi avessero del tempo libero, soprattutto era raro che Atsumu si trovasse a Tokyo. Quel loro incontro sembrava una normale uscita tra amici ed entrambi avrebbero voluto che fosse sempre così semplice incontrarsi.

<< Potevi scrivermi allora! >> ripeté il biondo fingendo di essere offeso << Sei l’ultimo che mi ha fatto gli auguri! >>

Accanto a lui, Sakusa indossava la sua solita mascherina e teneva le mani nelle tasche del giacchetto. Rispetto al solito sembrava turbato, tremava leggermente e teneva lo sguardo basso.

<< Preferivo farteli dal vivo, non è la stessa cosa tramite telefono. >>

Il ragazzo biondo non faceva altro che osservare il suo amico. Non notava niente di strano in lui, eppure non riusciva a distogliergli lo sguardo di dosso.

Sakusa avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma indugiò nel parlare. Non riusciva ancora a spostare lo sguardo verso l’altro e nascondeva il suo volto dietro la mascherina.

<< Lo sai che ci tengo ai tuoi di auguri. >>

Non sarebbe mai riuscito ad essere arrabbiato con lui, ma ciò che Atsumu diceva era la verità. Aveva atteso quelle parole dal primo momento che aveva aperto gli occhi e verso fine giornata era quasi sicuro che non avrebbe ricevuto gli auguri da una delle persone a cui teneva di più.

<< C-Chiudi gli occhi. >>

Quelle parole diedero vita ad una smorfia sul volto di Atsumu.

<< Che? >>

<< Zitto e chiudili. >>

La voce di Sakusa suonava tremante, ma solo quando finalmente il suo amico lo degnò di uno sguardo il biondo capì ciò che aveva detto. Atsumu era sicuro che avrebbe ricevuto un regalo e qualsiasi cosa sarebbe stato, lo avrebbe amato a dismisura. Infondo si trattava del suo migliore amico.

Senza aggiungere niente Atsumu obbedì e chiuse gli occhi. Era pronto per vedere il suo regalo e non vedeva l’ora di scoprire di cosa si trattasse. Sperava fosse una maglietta o una felpa dell’Itachiyama, sarebbe stato molto bello possedere qualcosa personale del suo migliore amico. Oppure gli sarebbe piaciuta una foto, o una maglietta della sua squadra preferita, o magari un gioco nuovo che non avrebbe condiviso con nessuno, si sarebbe accontentato anche di una scatola di caramelle o di un-

I pensieri si arrestarono, la sua mente smise di viaggiare mentre le sue labbra si univano con quelle del ragazzo di cui era innamorato. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata, ciò però non lasciò che gli occhi si aprissero. Fu la prima volta che sentì quel sapore, lo assaporava mentre sentiva le labbra dell’altro titubanti. Tremavano, erano insicure, ma comunque continuavano ad unirle alle sue per dare vita a quel bacio. Il loro primo bacio.

Quando Atsumu sentì quel contatto separarsi da lui, i suoi occhi cominciarono ad aprirsi. Davanti a lui Sakusa aveva il volto paonazzo, nascondeva le labbra dietro la mano ed aveva lo sguardo altrove. Si era tolto la mascherina e non riusciva a smettere di tremare.

<< N-Non avevo idea di cosa regalarti… Avevo paura che qualsiasi cosa avessi preso non ti sarebbe piaciuta e alla fine non ti ho preso niente… mi dispiace. >>

Il ragazzo che conosceva Atsumu, quello serio e imperscrutabile adesso non c’era più. Davanti a sé Sakusa non faceva altro che tremare dall’agitazione di ciò che aveva appena fatto, si nascondeva il volto dall’imbarazzo e non cercava di nascondere le proprie emozioni. Si mostrava per ciò che era, per la persona di cui Atsumu si era innamorato.

A quella visione il biondo si lasciò scappare un sorriso.

<< È il regalo più bello che io abbia mai ricevuto. >>

Quelle parole portarono lo sguardo di Sakusa posarsi sul ragazzo davanti a sé.

<< Vorrei averne un altro. >>

Detto ciò Atsumu prese la mano che lo divideva da quelle labbra e la strinse con la sua. Si sporse in avanti e lasciò che furono le sue labbra a posarsi su quelle dell’altro ragazzo. Si unirono ancora in quello che era il loro secondo e sicuramente non ultimo bacio.  

   
 
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