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Autore: Nejiko    15/09/2009    5 recensioni
Una brevissima shot senza pretese per festeggiare il compleanno del mitico sensei dai capelli argentati. ATTENZIONE CRACK PAIRING.
"Si girò con il tipico sorriso beffardo di chi mai e poi mai si lascerà ingannare, neppure dopo una bella sbronza. Era già pronto per iniziare la classica ramanzina all’amica, ma non fece in tempo a mettere a fuoco il suo profilo. Un gesto rapido fece sparire la maschera, liberando le sue labbra ancora incurvate soddisfatte. Senza potersi sottrarre, l’uomo si trovò coinvolto in un dolce bacio."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'KakaSaku collection '
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Una brevissima shot senza pretese, un'idea bacata che mi ha colta al risveglio e che forse avrei fatto meglio a non ascoltare.
Vi avviso che il personaggio a sorpresa potrebbe risultare OOC.
Tutti i personaggi di questa fic sono maggiorenni.

Buona lettura!




Happy Birthday



La chiave entrò incerta nella serratura.
Non avrebbe mai pensato che potesse finire così quando, piegato dalle incessanti richieste, aveva acconsentito contro voglia a quel piccolo raduno di amici al sakè bar.
Non gli erano mai interessati i festeggiamenti per il suo compleanno, per lui era solamente uno dei tanti giorni apatici da trascorrere possibilmente leggendo. Naturalmente, da bravo ninja, aveva previsto l’imboscata, ma per l’ennesima volta non era riuscito a dire di no a Maito Gai.
Le sue labbra, nascoste dall’inseparabile maschera, s’incurvarono in un lieve sorriso: quando quell'uomo si fissava qualcosa era così dannatamente irremovibile che l’unica strategia possibile per garantirsi la sopravvivenza era assecondarlo ed attendere che mostrasse il suo classico pollice alzato. L’unica alternativa era lo sfinimento.
Scosse leggermente il capo cercando di ritrovare parte della sua lucidità ed afferrò bruscamente la maniglia. Sbuffò seccato constatando quanto fossero imprecisi i suoi movimenti, ma soprattutto pensando a quando quel leggero cerchio alla testa si sarebbe trasformato in un macigno da cui non si sarebbe separato per l’intera giornata seguente.
Entrò reggendosi per un attimo allo stipite della porta, evitando di accendere la luce, certo che ne sarebbe stato infastidito. I piedi strisciarono piano lungo il pavimento dell’ingresso debolmente illuminato sino al salotto dove, esausto e barcollante, si lasciò cadere sul divano, affondando il viso nel cuscino posto su di esso. La morbida stoffa accolse il corpo dell’uomo che, chiudendo gli occhi, si sentì precipitare in un turbine. I suoi sensi, intorpiditi dall’alcool, sembravano impazziti: restando straiato in quella posizione aveva la netta sensazione di precipitare nel vuoto mentre la stanza pareva girare vorticosamente su se stessa.
Inerme e rassegnato, non poté che constatare quanto fosse mal messo.
Cercò di rilassarsi; non avrebbe raggiunto la camera, uno sforzo ritenuto troppo grande in quel momento. Sarebbe rimasto lì, in fondo anche il divano non era poi così male.
Sussultò improvvisamente quando percepì la sua maglia sollevarsi e delle leggere dita scorrergli lungo la schiena, solleticandogli la pelle.
Risvegliato bruscamente dal suo torpore, imprecò mentalmente davanti alla sua palese vulnerabilità. Maledetto sakè, come aveva potuto non accorgersi della presenza di un estraneo in casa sua?
Dal tocco delicato riuscì facilmente a dedurre che doveva trattarsi di una donna, ma chi era entrato in casa sua? Chi mai poteva essere colei che ora se ne stava seduta sulle sue gambe e giocava a disegnare cerchi sulla sua pelle nuda?
Cercò di ragionare il più lucidamente possibile vista la situazione, ma tutto ciò che gli venne in mente fu la possibilità che Maito Gai si fosse inventato altro oltre alla sbronza collettiva. Capire quell’uomo assurdo era difficile e se poi ci si metteva pure l’alcool, tutto diventava possibile. Forse aveva organizzato qualche stupido scherzo, magari con la collaborazione della cara Anko, anche lei presente a quella bizzarra festicciola. Ma sì, doveva essere così, quei due si stavano divertendo alle sue spalle.
<< Se è uno scherzo, non è per nulla divertente >>. La sua voce uscì smorzata dal cuscino, ma certa di aver colpito nel segno.
Non ottenne alcuna risposta verbale, ma la reazione della sconosciuta fece spalancare gli occhi al ninja copia. Sotto il tocco delicato ed umido delle labbra poggiate lì, dove la maglia era stata rimossa, l’uomo non poté far altro che incurvare la schiena e sollevare la testa, spinto dal brivido di piacere che percorse la sua pelle.
<< Anko smettila per favore! >>. Sussurrò senza sembrare troppo convinto.
La donna, sentendo quel nome, esitò per un istante e Kakashi lesse in quella titubanza una vera e propria ammissione.
Si girò con il tipico sorriso beffardo di chi mai e poi mai si lascerà ingannare, neppure dopo una bella sbronza.
Era già pronto per iniziare la classica ramanzina all’amica, ma non fece in tempo a mettere a fuoco il suo profilo. Un gesto rapido fece sparire la maschera, liberando le sue labbra ancora incurvate soddisfatte. Senza potersi sottrarre, l’uomo si trovò coinvolto in un dolce bacio carico di passione.
A quel contatto, sentendo la lingua della donna premere contro le proprie labbra socchiuse, Kakashi s’irrigidì.
Quel profumo non era di Anko, ne era certo, l’aroma che inebriava i suoi sensi non era del tutto sconosciuto, ma il dolce sapore che quella delicata lingua stava seminando nella sua bocca era certo di non averlo mai provato.
Rispose a quel bacio con desiderio, quasi perdendo il controllo del suo corpo, spinto dall’eccitazione che quella strana situazione gli stava causando. Con un rapido gesto invertì le posizioni, portandosi sopra e circondando quell’esile corpo in una stretta decisa. Si piegò su di lei, baciando il collo della giovane che sembrava acconsentire senza indugio.
Forse era l’alcool a rendere completamente distorta la realtà, forse era solo la sua immaginazione, un sogno, ma in quel momento non riusciva davvero a riflettere.
Come poteva desiderare una sconosciuta? Ma che cosa stava facendo?
Inspirò a fondo il suo profumo, come se quel particolare potesse confermare che quella donna sdraiata sotto di lui, che  quella pelle morbida e vellutata, non fosse unicamente frutto di un’allucinazione.
Si sollevò appena, giusto quel poco per riuscire a vedere quel volto, incapace di resistere alla curiosità.
Solo allora, quando un raggio di Luna illuminò quegli occhi smeraldini, Kakashi capì.
Allentò la presa sui fianchi della ragazza e portò le mani accanto ai suoi capelli rosati sparpagliati sul cuscino. Osservò incredulo il viso della giovane supina sotto di lui, che lo fissava sorridente, evidentemente compiaciuta dello sguardo sorpreso dell’uomo.

 << Buon compleanno Kakashi sensei >>.    




  

 
   
 
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