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Autore: SAKURACHAN_KumikoKurokawa    16/09/2009    6 recensioni
Schiva.
Attacca.
Para.
Sono le tre cose che devo tenere a mente se voglio sopravvivere.
La guerra è questa.
Uccidere per non essere uccisi.
Vincere per affermare la propria superiorità politica e militare.
Ma il cielo è sempre li testimone di tutto, osservando il suo colore bluastro... una parola... un nome uscì dalle mie labbra secche...
Genere: Romantico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Un pò tutti, Winry Rockbell
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo la telefonata con Winry tornai nella stanza, mi distesi e chiusi gli occhi per qualche secondo, mi ero ripromesso di non dormire, infatti li riaprii poco dopo, mi guardai intorno e vidi Winry, sorrisi la chiamai ma lei piangeva e guardava in un punto ben preciso dietro le mie spalle, mi voltai terrorizzato e vidi... me stesso riverso a terra, senza vita in un lago di sangue. Intorno a me Mustang, il tenente e tutti gli altri... tutti morti. Gridai dal dolore e mi presi lo stomaco, accasciandomi a terra, mi guardai le mani... erano ricoperte di sangue, il mio sangue.

Spalancai gli occhi alzandomi di scatto, inutile dire che le urlai di dolore come un pazzo, alzarsi in quel modo non aveva giovato alla ferita. Avevo la vista appannata dal dolore e dalle lacrime, tremavo dal freddo ed ero sudato fradicio. Solo in quel momento mi resi conto che non ero solo...
<< Ed, Edward, calmati. >> chi era? La voce la conoscevo... mi voltai dopo che questa persona mi aveva sorretto ed aiutato a distendermi nuovamente.
<< W-inry... >> balbettai con un filo di voce. Lei mi sorrise preoccupata, chissà quanto avevo dormito, visto che lei era già li. La vidi muoversi frettolosamente per la stanza, ma ero troppo stanco per prestarle attenzione.
Cavolo non ci vedevamo da mesi e mi comportavo come un pazzo sclerotico, mi portai un braccio sulla fronte, cercando di regolarizzare il respiro; poi la sentii sussurrare:
<< Hai avuto un incubo... >>
Un incubo... certo, e che altro? Mi tormentano da mesi oramai. Sentii qualche cosa posarsi su di me, allungai lo sguardo e vidi Winry coprirmi con una coperta, la ringraziai avevo davvero freddo. Poi si mise a sedere accanto al letto. La guardai per minuti che mi sembrarono ore, non riuscivo più a far mia la cognizione del tempo. La vidi arrossire, ma svanì quasi subito.
<< Mi avevi detto che stavi bene. >> disse torturandosi il bordo della gonna. Winry, Winry, Winry, quando imparerai a non prendere sempre sul serio ciò che ti dice questo bugiardo? Quando ti dico “sto bene” è tutto il contrario, ma forse ti fidi così tanto di me, che credi a tutto ciò che dico.
E questa cosa mi fa stare un po' meglio; mi siedo appoggiando la schiena alla spalliera del letto, ti guardo e dico sorridendo in modo forzato:
<< Ma io sto bene, solo che ho fatto un brutto sogno, tutto qua. >>
La vidi avvicinarsi e con la mani mi toccò la ferita allo stomaco, inutile dire che rabbrividii dal dolore.
<< Si certo, e io sono il comandante supremo. >> disse sarcastica, mentre incrociava le braccia. Mi ricomposi e le feci cenno con la mano di sedersi sul letto accanto a me. Obbedì senza fiatare, pronta ad ascoltare qualunque cosa io le avessi da dire.
<< Winry, mi dispiace che in questi mesi ti ho fatta stare in pena più del dovuto, sono un perfetto idiota e lo so bene... però... >> lei ascoltava, in silenzio, non desideravo altro era già difficile di per se.
<< Però, se sono sopravvissuto tutto questo tempo è stato grazie a te... cioè al fatto che mi ero ripromesso di tornare... da te... >> i suoi occhi erano fissi su di me, mentre io li evitavo come potevo, non volevo soffrire più del dovuto.
<< ... anche quando sono stato ferito... mi sei venuta in mente Winry, è grazie a te se sono sopravvissuto. Altri non hanno avuto la mia stessa possibilità, molta gente è morta, molta gente ha lasciato sole intere famiglie... Mi reputo fortunato, ma allo stesso tempo mi sento in colpa. >>
Mi fermai perchè adesso veniva la parte più difficile, la guardai come mai l'avevo guardata, e se accorse anche lei.
<< Ho ucciso, Winry... Ho ucciso tanta di quella gente che neanche puoi immaginare, ho tolto la vita a persone che avevano una famiglia che li aspettava, ho ucciso mariti... figli... le mie mani sono intrise del loro sangue... >> la voce mi si incrinò pericolosamente, qualche lacrima scendeva furtiva durante tutto il discorso. La guardavo e lei guardava me, lei piangeva e io piangevo, aveva capito che ero un assassino.
Mi calmai per proseguire il discorso.
<< Ora, io capirò perfettamente se tu non vorrai più vedermi ne parlarmi, lo capisco... >> a quella frase mi sentii perduto, come avrei fatto senza di lei?
La sentii alzarsi dal letto... ecco ciò che temevo, stava accadendo. Sentii un sussurro e mi stupii, ma ero sicuro di aver sentito male.
<< Idiota. >> No non avevo sentito male, aveva proprio detto...
<< Sei un idiota... >> la sua voce era rotta dal pianto, alzò di scatto la testa e parlò.
<< Si è vero hai ucciso, hai spezzato delle vite umane, ma... >> quello fu il 'ma' che mi diede la mia più grande speranza << Ma... non se non lo avessi fatto, ci saresti tu al posto loro, ti avrebbero ucciso loro... avrebbero spezzato la tua di vita... e anche la mia... >> disse senza poter fermare le lacrime, io cercavo di contenermi, ma ero esausto di trattenerle.
<< Io non... io non ti giudico Edward, non posso... perchè anche se hai fatto tutto questo... tu sei vivo... >> disse piangendo ancora più forte mentre faceva piccoli passi verso di me.
<< Winry... >> dissi con un nodo in gola che mi impediva quasi di respirare, la vidi sedersi sul letto per poi abbracciarmi, mi sentii libero dal peso che mi portavo dentro.
<< Io... non avevo altra scelta... >> mi ripetevo tra le lacrime silenziose. La strinsi a me, chinai la testa sulla sua spalla, mentre mi carezzava i capelli sciolti, sarebbe stata dura, ma il sapere che la persona più importante della mia vita non mi vedeva come un assassino... era una specie di redenzione per il mio animo, anche se non avrebbe mai potuto cancellare ciò che avevo fatto.
Quella notte le dissi tutto ciò che avevo fatto in quei mesi, certo evitando i particolari più crudi, le raccontai anche del cuoco che, solo adesso, scoprivo di non conoscerne il nome. Mi ripromisi di far visita alla sua famiglia dopo essermi fatto dare le informazioni dal quartier generale.
<< Ti accompagno. >> disse lei sorridente, mi sorprese la sua affermazione, ma accettai volentieri.
Era quasi l'alba, io non ero tanto assonnato ma Winry si, le dissi di andare in albergo da Al ma lei mi rispose per le rime.
<< Non se ne parla, rimango qui finchè non arriva Alphonse! >>
Ci rimasi un po' male, insomma lo dicevo per lei e poi non ero mica un moccioso, no? Replicai stizzito voltandomi verso la finestra.
<< Non sono un bambino, so badare a me stesso ricorda che io sono il grand- >> mi voltai non sentendo nessuna replica da parte sua, notando con rassegnazione che si era addormentata sul bordo del letto. Quando si sarebbe svegliata ad aspettarla ci sarebbe stato un gran bel mal di schiena.
Sorrisi nel vedere il suo volto rilassato, iniziai a giocherellare con i suoi capelli, erano belli, morbidi , mi sono sempre piaciuti i suoi capelli.
Scesi dal letto per sgranchirmi le gambe, come meglio potevo ovviamente, la ferita non mi dava un raggio d'azione molto vasto.
Andai alla finestra vidi il sole sorgere e ringraziai il Cielo, testimone di tutto, di avermi concesso la possibilità di vivere ancora.

<< Nonna, siamo tornati! >>
<< Oh, finalmente. >>
Mi era mancata quella casa, la residenza Rockbell, nostra casa da sempre dopo aver bruciato la nostra, si intende.
Saluto con calore la nonna, intraprendendo uno dei nostri soliti battibecchi tra le risate di Al e Winry.
Ero quasi del tutto guarito, dovevo solo prendere delle medicine per evitare infezioni, la pelle non era del tutto risanata, che gran seccatura non potersi muovere agevolmente; ma loro mi trattavano come un malato.
Insomma potevo camminare, non avevo bisogno della scorta, era imbarazzante.
<< Dai fratellone, ti aiuto a salire le scale. >>
<< No, Al, le so salire pure da solo, grazie. >> dissi infastidito, ma lui insistette supportato da Winry mentre la nonna se la rideva dandomi addosso, niente nessuno dalla mia parte.
Di conseguenza dovevo lasciarli fare, se no non la finivano più. Facevano una bella coppia di infermieri Winry e Al, lui che mi sosteneva e lei che apriva le porte, puah facevano venire la nausea. Mi siedo sul letto, imbronciato come non mai.
<< Oh, avanti Ed, noi lo facciamo per il tuo bene. >>
disse la fanatica, mentre il mio fratellino se la rideva notando la mia nota di disappunto, quando facevano così non li sopportavo.
<< Oh si, fratellone... e tu sei un irresponsabile quindi è nostro dovere assicurarci che non ti capiti nulla. >>
Ah certo... ride bene chi ride ultimo, antipatici che non siete altro, poi mi sarei vendicato quando sarei tornato nel pieno delle forze.
<< Tsè, fate un po' come vi pare. >> dissi per chiuderla là. Cadde un silenzio strano che venne rotto dalla voce di Al.
<< Io vado ad aiutare la nonna. >> ma prima di chiudere la porta fece un sorrisino che non mi piacque per niente.
<< Come ti senti? >> disse Winry sedendosi accanto a me, con un tono di voce diverso da quello usato precedentemente.
<< Bene, come sempre. >> dissi ancora con il broncio voltando il viso dall'altra parte. Ma dovetti rigirarmi verso di lei non appena sentii la sua mano sul petto all'altezza del cuore.
<< Intendevo dire qui... come stai? >> mi guardava, i miei occhi erano incollati ai suoi, non sapevo che fare, cosa dire, ma il cuore credo abbia fatto tutto al posto mio. Accelerò il suo battito facendola sorridere, maledizione chissà cosa avrà capito.
<< Beh sembra che sia tutto ok, no? >> disse sorridendo felice. Spostò la sua mano e si diresse verso la porta. Non so perchè mi alzai anche io, e la seguii. Stava per aprire la porta, ma la bloccai. La feci girare e appoggiai le braccia alla porta... era in trappola. E devo dire che aveva uno sguardo strano, impaurito, sicuramente non si aspettava da me una cosa del genere, e nemmeno io.
Sentivo dentro di me il desiderio di fare o dire qualche cosa, ma non ne avevo la forze, ero ipnotizzato da lei, il suo sguardo, il suo profumo, il suo corpo. Tutto era causa di quel mio stato. Mi feci paura io stesso.
<< E-ed? >> la sua voce tremante mi ridestò. Era completamente spalmata alla porta, il volto in fiamme; io di rimando mi accorsi di avere il fiatone, che diavolo mi succedeva maledizione?
<< A-ah, s-scusa Winry... >> cercai di trovare una scusa a tutta quella situazione, ma nulla. Mi spostai semplicemente dalla porta per permetterle di andare, ma mi stupì ciò che disse:
<< No! >>
Un “no” secco, seguito da due piccole mani che pronte fermarono le mie braccia. Ok già che non mi capivo da solo, adesso non capivo nemmeno lei. Mi riportò le mani contro la porta...
<< Rimaniamo c-osì... ancora un po'... >> la sua voce era così flebile in quel momento, lei era così piccola davanti a me, fragile. Avvicinai il mio viso al suo, non ero padrone di me, delle mie azioni, non ragionavo, o forse ragionavo troppo.
<< Winry... >> sussurrai a un centimetro dalla sua bocca così invitante, la vidi tremare per poi sentire le sue mani sul mio petto, era bello quel contatto. Sorrisi beato, stavo per fare una cosa che mai mi sarei immaginato di fare... La sentii trattenere il respiro in modo insolito. Mi allontanai di poco per guardarla meglio... aveva gli occhi serrati e tremava... non capivo... mi allontanai del tutto. Lei riaprì gli occhi confusa, poi dissi:
<< Non voglio obbligarti a fare qualche cosa che non voglia anche tu... >> ero deluso, triste, non riuscivo a capire bene come mi sentissi. Lei era li e non parlava, mi voltati e mi distesi nel letto per poi congedarla con tono freddo, tipico di Edward Elric.
<< Sei ancora qui? >> primo colpo << Vattene. >> secondo colpo. In due parole l'avevo allontanata da me alla grande. La sentii uscire e chiudersi in camera sua. Che idiota che sono stato, ma non potevo farci nulla, il mio carattere è questo e cambiarlo è quasi impossibile.
Scesi all'orario per cenare... ma lei non era a tavola. Mangiammo in silenzio, la nonna mi chiese cosa avesse Winry, le risposi del perchè chiedeva a me e non ad Al per esempio. Mi rispose...
<< Perchè quando Winry sta male è sempre colpa tua. >>
Colpito ed affondato, però questa volta, non avevo fatto nulla di che... cioè volevo solo... baciarla contro sua volontà? No dai non può essere, mi ha chiesto lei esplicitamente di rimanere in quella posizione... però.
Mi alzai di scatto dicendo di non avere fame, e mi recai da lei. Bussai alla porta chiedendo il permesso di entrare, questo non arrivò, e feci testa mia. Inutile dire che mi arrivò una chiave inglese in testa.
<< Se non rispondo significa che non ti voglio vedere, IDIOTA!!!>> mi gridò
Effettivamente non aveva torto, però io dovevo parlarle assolutamente. Spalanco la porta di prepotenza, lei mi guarda scioccata, riprendendo in mano l'attrezzo. Io entro più convinto che mai, chiudo la porta in modo un po' troppo rude, facendola sobbalzare dallo spavento facendo venir meno tutta la sua determinazione. Aveva gli occhi rossi, aveva pianto e mi incavolai ancora più con me stesso.
Si avvicinò a me per colpirmi, ma le bloccai i polsi, facendola indietreggiare pericolosamente verso il muro adiacente alla finestra.
<< Devi ascoltarmi. >> dissi serio, ma l'espressione di collera non aveva intenzione di abbandonare il suo volto, non mi piaceva vederla in quel modo. Intensificai la presa sui suoi polsi.
<< Io... non volevo fare nulla contro il tuo volere... Solo che quando ti sto vicino... io... >> maledizione proprio in quel momento doveva venirmi il fiatone? Winry di rimando aveva lasciato cadere la chiave, procurando un tonfo sordo.
<< Winry... >> dissi liberandola dalla stretta. << Io... sono ...>>
<< Non dirlo! >> disse abbassando il capo. Non capivo, pensavo che lei volesse questo da me, evidentemente mi sbagliavo.
<< Perchè? >> chiesi stringendo i pugni.
<< Perchè... cambierà tutto, e soffriremo ancora di più. >>
Non capivo, la implorai di essere più chiara e lei non si tirò indietro, mi spiegò che io non avrei mai abbandonato il mestiere di alchimista di stato, e che sarei andato via alla prima chiamata da parte dell'esercito e che l'avrei lasciata sola... ancora...
<< Quindi... non dirlo... ti prego... >>
<< Era questo che ti tormentava poco fa... >> dissi più a me stesso che a lei. Annuì, mentre si allontanava da me... Mi morsi un labbro, accidenti possibile che non sono mai risoluto in niente? Questa situazione doveva cambiare... in quel preciso momento.
La bloccai per un braccio, la tirai a me e le parlai all'orecchio, quella fu la prima volta che fui sincero con lei.
<< Non dire che ti lascerò sola, non dire che è inutile vivere il presente per paura del futuro, non negarmi la possibilità di amarti... >>
Le cinsi le spalle aspettando una sua risposta, ma anche se questa non arrivava a me poco importava, io le avevo aperto il mio cuore dopo anni, adesso toccava a lei accettarlo o meno.
<< Sta a te decidere... >> mi allontanai da lei contro voglia. Stavo per uscire ma la sua voce mi fermò.
Mi voltai, si stava avvicinando lentamente, mi guardò negli occhi e disse commossa:
<< Non te la negherò... >>
Speranza.
<< Però...>>
Attesa.
<< Sarà così... mi lascerai per correre verso qualche posto pericoloso... >>
Verità.
Era vero, l'avrei lasciata per andare chissà dove, mi odiavo per questo ma era così... mi prese per mano e mi condusse nel suo letto, ci sdraiammo.
Ci guardammo per un lungo periodo di tempo, periodo durante il quale le nostre mani non sciolsero la stretta.
<< Per questa notte... >> disse poggiando il capo sul mio petto << Non pensiamo, stiamo insieme come quando eravamo bambini. >>
Sorrisi della sua dolce ingenuità, non eravamo più bambini, eravamo adulti, lei era una donna io un uomo, in un letto... facendo due conti si sa cosa potrebbe succedere. Ma lei si fidava di me, e io non volevo deluderla, però l'avvertii.
<< Winry, non sarà più come un tempo, non posso nascondere la verità... >>
Non mi rispose, il suo silenzio mi rese ansioso, forse lei non provava quello che provavo io, lo avevo scoperto da poco, ma lo provavo, e sapevo che era un sentimento sincero.
<< Winry? >> la chiamai lei si alzò di poco, io puntellai il gomito sul cuscino reggendomi la testa, e le feci la domanda mentre con le dita giocherellavo con il lenzuolo.
<< Tu... tu mi ami? >>
Ecco lo avevo detto, che testa di rapa che sono, una cosa così diretta detta in una situazione di totale confusione... Un applauso al vincitore del premio “l'idiota dell'anno”: Edward Elric.
Ma la risposta non arrivava, e li una parte di me morì, o almeno sarebbe morta se non lei non avesse detto nulla. Mi guardava solamente... con occhi spalancati, poi sospirò rassegnata.
<< Che c'è? >> dissi irritato
<< Sei un idiota! >> aveva ragione
<< Non è vero! >> Oh si che era vero, lo sapevo persino io. Ma ammetterlo mai. Si ricoricò accanto a me prese un cuscino e le premette in faccia... e poi sentii un sussurro.
<< Cosa? >> dovetti dire
<< si >> Ah, si.
Aspetta... SI????
<< Cos- >> ero incredulo, non credevo alle mie orecchie, la vidi abbassare il cuscino lentamente per guardarmi, forse credeva che le ridessi in faccia, invece la vidi piacevolmente sorpresa di ciò che vide sul mio volto; un sorriso solo per lei, che la fece arrossire ancora di più.
Le spostai del tutto il cuscino dal suo viso, sporgendomi su di lei, la sentii sussurrare qualche cosa ma non ci detti troppo conto, ero felice di quel semplice “si”. La guardai intensamente... mi avvicinai alle sue labbra mentre sentivo il suo respiro sempre più vicino al mio, era una bellissima sensazione... le carezzai una guancia e per la seconda volta le donai il mio cuore silenziosamente, perchè se lo meritava, perchè solo lei mi capiva, perchè solo io potevo renderla felice...
Egocentrico forse, ma è così, Winry non ha mai sorriso ad un altro nel modo in cui sorride a me.
Non forzai le cose per rispetto, quindi la distanza tra le nostre labbra non si accorciò, e ciò bastava, vederla sorridere mentre mi allontanavo da lei, è stata la ricompensa migliore.
Mi risistemai accanto a lei, senza staccarle gli occhi di dosso, la volevo maledizione, ma non potevo averla, un bel dilemma. Chiusi gli occhi per cercare di regolarizzare respiro e pensieri. La sentivo vicina e allo stesso tempo lontana, era struggente.
Mi prese l'automail e se lo portò sopra il viso contemplandolo interessata, come se lo vedesse per la prima volta. Era pieno di graffi e ammaccature, ne aveva passate di tutti i colori, vidi i suoi occhi socchiudersi e riempirsi di lacrime. Sapevo che in quei momenti stava lottando contro se stessa, la paura di essere abbandonata da me era grande, ma lo era anche l'amore che provava per me... Io la capivo, avevo lottato per gli stessi motivi per anni.
Non mi mossi mentre con le dita percorreva ogni centimetro; avrei voluto in quel momento poter sentire il suo tocco... La vidi girarsi verso di me, tenendo tra le braccia l'automail... Continuavo a non capire, ma preferii rimandare le domande. Iniziò a piangere... mi si strinse il cuore vederla in quello stato, mi feci più vicino e l'abbracciai cercando di confortarla.
<< Ehi... che c'è? >> dissi cercando di essere il più delicato possibile, lei si strinse a me non accennando a lasciare la mano d'acciaio.
<< Io... non... non ci riesco... >> disse piangendo più forte. Chiesi cosa non riuscisse a fare... si mise a sedere sul letto, rimanendoci un po' male mi piaceva stare abbracciato a lei. Poi parlò...
<< Anche se mi ostino a non stare con te, i miei sentimenti non potranno cambiare e... >> mi accarezzò la guancia <<... E preferisco vivere ogni giorno con te vicino, così... >> la sua mano lasciò il mio volto per posarsi sulle sue ginocchia <<... Così potrò avere dolci ricordi quando te ne andrai... E vivere senza rimorsi... >> E per me avrebbe continuato a soffrire...
Per me avrebbe continuato ad aspettare....
Per me... tutto solo per me...
<< No... >> dissi realizzando solo in quel momento cosa stava realmente succedendo. Era come se mi fossi risvegliato in quel momento dopo giorni di coma.
Alla mia negazione i suoi occhi blu si erano posati sopra di me, adesso sapevo con certezza cosa fare, si avremmo sofferto ma in seguito saremmo stati meglio... almeno così mi continuavo a ripetere.
<< Non devi... >> dissi mentre mi alzavo dal letto.
<< Ed... che vuoi dire? >> mi chiese spiazzata. Io avevo già la mano sulla maniglia della porta, serrai gli occhi prima di voltarmi e dirle cosa avevo deciso di fare...
<< Domani io e Al ce ne andremo per sempre da qui... Non ci vedrai mai più così smetteremo di soffrire. >> conclusi impassibile. La mia voce era risultata fredda e dura, non la sentivo neppure mia, e la mia piccola Winry mi guardava... in cerca di spiegazioni... che non arrivarono perchè uscii dalla stanza per recarmi nella mia.
Entratovi, mi appoggiai alla porta esausto come se avessi affrontato chissà quale scontro a fuoco; le gambe mi cedettero... adesso potevo essere me stesso, potevo soffrire per quella decisione.
L'avrei lasciata andare per sempre, l'avrei liberata dal mio incantesimo maledetto che la costringeva a soffrire di ogni attimo di gioia passato con me.
<< Perdonami... >> sussurrai voltandomi verso la parete che mi separava da lei, nella speranza che le mie scuse arrivassero al suo cuore ferito.
Avvertii mio fratello della decisione imminente, e notai che non ne era sorpreso.
<< Nulla in contrario? >> chiesi perplesso fissando il soffitto.
<< No... >> disse mettendosi il pigiama << Me lo aspettavo. >>
Accidenti quel moccioso mi conosceva meglio di chiunque altro, sapeva che ero curioso e che avrei chiesto di cosa fosse così sicuro.
<< Semplice... adesso che tutto è più o meno apposto, mi aspettavo che cocciuti come siete, non sareste riusciti a chiarirvi come si deve. >>
Non distolsi gli occhi dal punto in cui erano fissati, sentii solo le guance infiammarsi, era chiaro ora mai quello che ci stava succedendo, e io avevo sempre avuto il sospetto che Alphonse fosse in un certo senso... innamorato di Winry, ma ero troppo codardo per chiederglielo. Così mi convinsi che la decisione presa giovasse anche a lui.
<< E se pensi che io sia innamorato di Winry, ti sbagli di grosso... >> disse con aria da superiore, mettendosi sotto le coperte.
Fantastico, adesso anche l'ultima scusa era andata...
Avrei lascito tra quelle mura il mio cuore, ben nascosto così da non essere scovato, così da poter vegliare su di lei anche se da lontano.
Sentii Al darmi la buona notte, mugugnai una risposta, e mi voltai verso il muro, oltre quel muro... pensai che anche la bella principessa dagli occhi blu fosse a letto... poggiai la mano sinistra sul muro freddo e le detti mentalmente la buona notte.
La mattina dopo ci alzammo all'alba, la nonna era sveglia da poco, era sorpresa nel vederci in giro a quell'ora.
<< Ce ne andiamo, nonna. >> disse Al dolce come sempre. Io non mi voltai nemmeno a guardarla, la mia solita espressione da saccente irato dominava il mio volto.
<< Certo... allora vi preparo qualche cosa per il viaggio. >> la sentii asserire mentre si dirigeva in cucina.
<< Fratellone, scendi le valigie a che vai di sopra. >> mi disse Al. Non mi degnai di rispondere, ero troppo scocciato per aprire bocca. Feci le scale con le mani in tasca, arrivai davanti la porta... mi fermai ad osservare quella di lei...
Forse dormiva ancora, o forse non aveva chiuso occhio, come me, o forse era in bagno... Non mi seppi spiegare il perchè di tutte quelle domande.
Digrignai i denti, stare in quella casa, a contatto con lei era deleterio, mi rendeva paranoico e insicuro, più del solito. Aprii la porta sbuffando e mi ritrovai di fronte una scena... strana...
Winry era davanti la finestra, già vestita, ma ero certo del fatto che non si fosse mai cambiata. Decisi di ignorarla, dovevo solo prendere le valige e scendere; afferrai la mia e poi quella di Al, quando sentii...
<< Quindi hai deciso... >>
Una sensazione di dejavou mi pervase... quella scena era così familiare...
<< Si... Partiamo alle undici... >> dissi posando una valigia a terra per permettermi di aprire la porta, ma venni fermato ancora...
<< Credevo facessi sul serio... >> mi disse.
Non risposi, troppo codardo per fronteggiarla, la verità era che mi ero reso conto che ciò che provavo era una cosa più grande e più forte di me e mi ero spaventato come un idiota... e quindi cosa potevo fare? Scappare illudendomi che fosse la cosa migliore per entrambi.
<< Sappi comunque che non ti aspetterò più... questa volta hai deciso tutto da solo... >> lo disse così distintamente che mi lacerò il cuore, non sembrava avere incertezze. Era decisa a lasciarsi tutto alle spalle.
Sorrisi amaramente perchè quello era il primo passo per poter raggiungere la sua felicità, che non era con me.
<< Lo terrò a mente. >> dissi richiudendomi la porta alle spalle. Scesi le scale con una forza inaudita, ero furioso con me stesso, con il mondo, si anche con lei.
Ordinai ad Al di muoversi, dovevamo andarcene al più presto, dovevo andarmene al più presto o sarei morto.
Nella foga di dei movimenti ci fu una cosa che mi fece ricordare la mia precaria forma fisica; una fitta allo stomaco mi vece barcollare, dovetti essere sorretto da un preoccupato Al e una nonna rassegnata.
<< Sto bene... >> annaspai scostando mio fratello, non stavo bene affatto ne fisicamente ne moralmente..
. Prendemmo le ultime cose ed uscimmo da casa Rockbell, Al continuava a voltarsi indietro e salutare la nonna e Den, io preferivo guardare avanti verso il futuro che tanto avevo agognato, e che ora potevo affrontare lasciandomi tutto alle spalle.


_:Angolo dell'Autrice:_E via con il terzo... denotoco con piacere che questa fic piace, sono contentissima ^O^ così mi date la carica per continuarla fino in fondo (se sono portata solo per le shot un motico ci sarà, no? XD). Ringrazio per i commenti: Stephany345_Chan; yaya_sana e giuly_chan95 le vostre recensioni sono davvero spassose, mi lasciate sempre un sorriso sulle labbra dopo averle lette ^_^. Ringrazio anche coloro che hanno aggiunto la storia a preferiti/seguite.
A presto!!!
SAKURACHAN
   
 
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