Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: EleWar    11/10/2023    4 recensioni
In ogni indagine bisogna raccogliere delle prove per scoprire la verità. Anche se a volte la verità è davvero sotto il nostro naso.
Un'altra pazza avventura per i nostri eroi di sempre!
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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....Ed il secondo capitolo è servito!
Grazie di tutto, vi lovvo ^_^
Eleonora




Cap. 2 Amanti a mollo e in pre-lavaggio

  
“Avanti, baciami idiota!”
 
Ovviamente Ryo non se lo fece ripetere due volte, e in un attimo si produssero entrambi in torride carezze erotizzanti.
Le mani dell’uomo, che non trovavano requie, con un unico gesto scostarono le due spalline del costume, abbassandolo completamente, e disvelandogli il seno superbo della compagna.
A quel punto si tuffò su di lei a baciarle il collo e le spalle, fino a spingersi alla sommità del seno, procurandole mugolii di piacere e sospiri.
 
Senza smettere di baciarsi, si liberarono in un attimo dei costumi da bagno, che finirono per galleggiare sul pelo dell’acqua, due macchie di colore nella limpida acqua azzurrata.
 
Stretti nell’angolo in fondo della vasca, si rifugiarono nel posto più buio di tutta la piscina; manco farlo apposta si era fulminato un faretto laterale, e quella penombra insperata rendeva più intrigante il loro incontro.
I corpi bollenti, avvinghiati, i due sweeper smaniosi sembravano dimentichi del tempo e dello spazio, rapiti dal reciproco desiderio, e da una passione bruciante, che li spingeva freneticamente uno verso l’altro; l’urgenza era assillante, e non si sa come Kaori riuscì a dire:
 
“Ryo…Ryo pensi che sia il caso di farlo qui?”
 
Ma non ebbe risposta, perché i movimenti dell’uomo, inequivocabilmente, le stavano già comunicando la sua intenzione; istintivamente, allora, Kaori gli cinse i fianchi con le lunghe gambe affusolate, pronta a lasciarsi andare al piacere sublime, quando una voce esterna, li riscosse facendoli trasalire:
 
“Dannazione, quel maledetto faretto è saltato di nuovo!”
 
Era il custode della piscina, che stava facendo un giro per il giardino, in cerca di un po’ di refrigerio.
Le stanze del personale erano penosamente surriscaldate, e non riusciva a dormire; a quel punto, si era detto, tanto valeva farsi una passeggiata, e fumarsi una sigaretta, per altro proibita nei locali comuni, piuttosto che rimanere disteso in quella sauna svizzera.
Da lontano, aveva subito notato quello spigolo in ombra, fortunatamente, però, da dove era non riusciva a vedere Ryo e Kaori immersi nell’acqua.
I quali, per paura di essere scoperti, cercavano di nascondersi sottacqua, più per un fatto di istintivo pudore che altro, consapevoli che, se il tizio fosse giunto fin lì, li avrebbe visti comunque.
Inoltre, è notorio l’effetto lente d’ingrandimento dell’acqua delle piscine, e la limpidezza della vasca avrebbe fatto il resto.
 
Il tizio, intanto, era già arrivato alla fila delle sdraio, e trovando l’accappatoio di Kaori borbottò:
 
“Maledetti villeggianti, sempre a lasciare la roba in giro! Non hanno rispetto per niente e per nessuno. Però… questo mi dà la scusa per passare nelle lavanderie, e parlare con Yuma; magari potrei chiederle di uscire…” e se ne andò ridacchiando.
 
I due soci, in debito di ossigeno, riemersero poco dopo, riprendendo fiato a pieni polmoni.
C’era mancato poco che il tizio li beccasse in fragrante, e al solo pensiero Kaori arrossì fino ai capelli, suscitando l’ilarità bonaria del socio.
D'altronde, anche se non fosse stato un uomo, notoriamente meno vergognoso, Ryo era totalmente privo di pudore, quindi non c’era storia.
 
“Dobbiamo uscire di qui e rientrare in albergo.” Suggerì Kaori.
 
“Hai ragione socia. Anche senza accappatoio, potremo tornare con i soli costumi… a proposito, dove sono?” chiese l’uomo guardandosi intorno, ma non fece in tempo a dirlo che la socia soffocò un grido.
 
“Guarda Ryo!!” indicò un punto la donna, invasa dal terrore; Ryo seguì il suo dito, e lì per lì non capì cosa spaventasse così tanto Kaori.
 
Si mossero entrambi in direzione di quello che sembrava un grumo blu e rosso, e con orrore constatarono che i loro costumi erano rimasti impigliati nella grata del filtro, mezzi risucchiati dalla pompa di spurgo.
 
“Sugar ci penso io!” Esclamò allora lo sweeper tuttofare, armandosi di orgoglio virile, e prendendo a tirare l’elastica lycra, convinto che avrebbe ceduto al primo strattone.
 
Ma dovette ricredersi all’istante, non appena constatato quanta presa esercitasse la ventola aspirante sui tessuti.
Ryo stava impiegando tutta la sua forza per tirarli via da lì, e anzi, ad un certo punto, addirittura finì per puntare i piedi sulla parete laterale della vasca, per tirare meglio, tendendo i muscoli e imprecando a bassa voce, sbuffando e sudando come un bue marino.
 
E più passava il tempo, e più si disperava, perché, non solo stava facendo una brutta figura davanti alla sua fidanzata, ma se non fosse riuscito a liberare i costumi dal filtro, sarebbero dovuti uscire di lì completamente nudi.
Il pensiero di esporre la timida socia al pubblico ludibrio – anche se al massimo li avrebbe visti il portiere di notte - gli diede la forza di dare l’ultimo strattone.
A quel punto la presa cedette di schianto, e Ryo ricadde indietro fra mille spruzzi, Kaori si coprì il viso per non essere invasa da quell’onda anomala provocata dall’affondamento del socio, e quando riuscì a guardarlo senza chiudere gli occhi, si accorse che finalmente il socio stringeva nelle mani i famigerati costumi.
Il senso di sollievo durò lo spazio di un istante, perché entrambi si accorsero che… i costumi erano a brandelli, e l’altra metà degli striminzitissimi indumenti, era rimasti nella grata; fecero giusto in tempo ad avvistarli perché subito dopo vennero risucchiati dalla pompa, con un gran risucchio.
 
“Nooooooooooooooo!” proruppero in coro i due imbranati, e subito dopo si zittirono con fare colpevole, temendo che qualcuno, tipo il custode, li avesse sentiti.
 
“Ed ora? Cosa facciamo?” chiese Kaori ad uno strabiliato Ryo.
 
Per fortuna non rispose con la prima idea che gli era passata per la testa, perché la ragazza l’avrebbe affogato all’istante; era proprio vero che lui pensava solo a quello, ma a sua intima e parziale discolpa, si disse, che erano già nudi e allora perché non approfittarne?
 
Ritrovato un briciolo di lucidità, Ryo disse:
 
“Dobbiamo uscire di qui al più presto, e nasconderci. Non possiamo rimanere qui tutta la notte, e poi il tipo potrebbe tornare.” E nel dirlo indirizzò la fidanzata verso la scaletta, che raggiunsero con quattro bracciate.
 
Ryo la fece salire per prima, e si godette lo spettacolo del suo sinuosissimo corpo, tutto bagnato, ancheggiare naturalmente davanti a sé.
Ma quanto era bella Kaori, la sua Kaori?
Un sorriso beato gli si disegnò da orecchio a orecchio, e il suo amichetto guizzò felice.
Lo ammonì mentalmente che quello non era il momento, e magari sarebbe andata a finire male per loro due se lei si fosse accorta.
Istintivamente si coprì le pudenda, ridacchiando.
 
Non appena ebbe salito la scaletta metallica, Kaori si voltò indietro a guardare il partner, in cerca di sicurezza; se si avvide della condizione in cui era Ryo, non lo diede a vedere.
Forse era troppo preoccupata di trovare un riparo, pericolosamente in bilico sullo svenimento, perché, non solo avevano rischiato di essere beccati come due porcellini in calore – non riusciva nemmeno fra sé e sé ad attribuirsi un epiteto dispregiativo, perché quando Ryo faceva lo stupido, era un porco, se lo faceva con lei… beh i toni si ammorbidivano, ovvio – ma adesso girare nudi per il giardino di un hotel super frequentato, non era proprio il caso.
Avrebbe potuto morire dalla vergogna!
In ogni caso, pudicamente si portò un braccio a coprire il seno, e uno il pube; una novella Venere nascente dalle acque, e Ryo si gustò l’immagine, pensando che fosse l’uomo più fortunato dell’universo, a stare con una donna fantastica come Kaori: bellissima e totalmente inconsapevole della sua bellezza.
C’era da perderci la testa!
 
“Ryo..?” lo richiamò, come a chiedergli dove avrebbero dovuto andare.
 
Continuavano a guardarsi intorno, in cerca di un riparo, e contemporaneamente un modo per coprirsi, se non vestirsi.
Poi d’un tratto Ryo le saltò addosso, trascinandola con sé e attutendole la caduta col proprio corpo, quindi rotolarono avvinghiati sotto un cespuglio.
 
“Ry-Ryo ma che…” stupita provò a domandargli, stretta nel suo abbraccio, ma lui le fece segno di tacere ed entrambi si acquattarono sotto il basso arbusto.
 
Un secondo dopo, videro un paio di scarpe da ginnastica spuntare al di là del loro riparo di fortuna; era nuovamente il custode della piscina:
 
“Ma tu guarda! Sembra che qualcuno si sia concesso un bagno notturno!” Esclamò il sagace tizio, notando la scia d’acqua lasciata dai corpi roridi dei due amanti clandestini.
Un sorrisino malizioso gli increspò il viso e gli venne da ridacchiare; quindi aggiunse: “Beati loro!”
 
Beati loro un corno!” pensò invece lo sweeper, “Se non fosse stato per te a quest’ora sì, che saremmo stati beati!
 
Kaori invece arrossì nuovamente pensando a ciò che stava pensando il custode, quando pensava a loro due; se ci pensava anche lei, le prendeva uno scompenso cardiaco…pensandoci.
 
Dal loro nascondiglio, i due sweeper videro il custode accucciarsi e, borbottando, sostituire la lampadina fulminata; per un attimo temettero di essere scorti attraverso il rado fogliame intorno ai tronchi, ma poi si tranquillizzarono constatando che loro erano immersi in un’enorme macchia d’ombra.
Trattenevano il respiro, però, e già Kaori stava iniziando a tremare per il fresco umido che saliva dall’erba, e non vedevano l’ora di potersi togliere da lì; era comunque fuori discussione chiedere aiuto al tipo.
 
L’attesa parve loro eterna, e non valse l’essersi messi più comodi possibile, lentamente e in silenzio per non farsi sentire, in perfetto stile sweeper; le pietruzze e i bastoncini secchi sotto il cespuglio, cominciavano già a dargli fastidio e prurito, a conficcarsi nella pelle nuda e morbida.
Al buio, i due soci si guardavano sconsolati, e per poco non urlarono quando furono investiti da un getto di acqua gelida.
 
“Toh, guarda! Gli irroratori si sono attivati” esclamò soddisfatto il custode “almeno quelli funzionano perfettamente!” aggiunse.
 
Il sistema di irrorazione del giardino, perfettamente mimetizzato fra l’erba del prato e i cespugli, ad azione temporizzata, era scattato, svolgendo al meglio il suo lavoro, bagnando e ribagnando ad intervalli regolari, i nostri poveri amanti.
 
Poteva andare peggio di così?
 
Il custode, per giunta, non sembrava avere fretta nel cambiare la lampadina, del resto non aveva sonno e non sarebbe rientrato in camera così presto, tuttavia più si attardava lui, più Ryo e Kaori restavano in quella scomoda posizione, nudi e bagnati, impossibilitati ad uscire di lì, e trovare un modo per coprirsi.
 
Ad un certo punto Ryo si voltò a guardare la sua socia che, con i capelli bagnati e flosci sulla fronte, sembrava veramente un cane bastonato, abbandonato sotto la poggia, e provò un gran senso di tenerezza e compassione; le mise un braccio intorno alla spalla e lei si lasciò scivolare addosso a lui, appoggiando la testolina bagnata sul suo ampio petto.
 
Sconfortati, erano ormai rassegnati a trascorrere così chissà quanto tempo, quando per poco non saltarono su come ossessi, nel momento in cui un micione comparve dal nulla e gli si strofinò addosso.
Incurante dei getti d’acqua dell’irroratore, un grosso micio rossiccio, padrone del suo territorio, con aria altezzosa se ne andava di cespuglio in cespuglio, affatto disturbato dalla presenza di quei due bipedi glabri ed implumi, anzi, passandogli accanto, pensò bene di strusciare il suo deretano peloso sulla faccia del cinico sweeper, e a quel punto questi non ci vide più dalla rabbia.
Afferratolo per la coda, lo fece roteare sopra la testa, e poi lo lanciò lontano, facendogli emettere una serie di miagolii spaventati “Miao-miao-miao-miaoooooooo!!” che si persero nella notte, e nel fogliame della siepe più lontana.
 
Il custode che si era rizzato in piedi allarmato, esclamò:
 
“Ma che caz…!”
 
Questo, però, gli diede la spinta per togliersi dai piedi e andarsene di lì, troppo curioso di sapere se si trattasse veramente di Fat Neko, come lo chiamavano loro, e magari farlo scappare, visto che era il flagello di tutte le gattine dei dintorni.
 
Con quella mossa astuta e provvidenziale, Ryo aveva preso proprio due piccioni con una fava, perché si erano liberati di due differenti scocciatori, contemporaneamente.
E Kaori, amante degli animali, e che stava per rimproverarlo per quel suo scatto di nervosismo, dovette piuttosto ammettere che, almeno così, sarebbero potuti scappare dal loro nascondiglio, indisturbati.
 
Ormai liberi di uscire allo scoperto, riguadagnarono la posizione eretta, sgranchendosi braccia e gambe anchilosate, con grande scricchiolio di ossa; ad un certo punto Ryo disse, interpellando la sua socia:
 
“Tesoro, se vuoi coprirti come Eva nel giardino dell’Eden, credo che dovrai ricorrere ad una foglia molto più grande di quella lì” e la indicò “perché ti si vede ancora tutto!” e la guardò con un misto di presa in giro e ammirazione.
 
La ragazza abbassò lo sguardo sulle sue parti intime, e vide che, effettivamente, le era rimasta attaccata una piccola foglia, molto simile alla biblica foglia di fico, e nonostante l’intimità ormai conquistata con Ryo, quell’osservazione la fece sprofondare in un immaginario buco nel terreno.
Una potente ondata di vergogna e rossore la invasero, e stavolta non si dominò affatto; imbracciato un poderoso martello di svariate tonnellate, con la scritta Impudico, glielo scagliò sulla crapa, incurante del fracasso rivelatore.
 
Ansimando per lo sforzo e per il disagio, Kaori gli sibilò fra i denti:
 
“Sei…sei…sempre il solito idiota!”
 
L’uomo, da parte sua, con la bocca piena di radici e tuberi farfugliò in risposta:
 
“Avlesti potuto falmi lo stesso complimento, eh eh eh eh eh”
 
 
 
 
o.O.o
 
NOTA DI EleWar:
 
Molto prima che questa diventasse una storia fatta e finita, la scena di Kaori che va a farsi un tuffo in una piscina all’aperto e di notte, con tanto di Ryo che l’aspetta e il suo ‘voler far pace’ a quella maniera, ce l’avevo in testa che girava e si ripresentava a fasi alterne. Ma siccome non si legava a niente, non aveva un prima e un dopo, rimaneva solo una sequenza di immagini interessanti e nulla più.
Anzi!
Nell’originale l’incontro dei due amanti era mooooolto più hot, e in pratica… concludevano. Però ecco poi non sapevo più come proseguire, e il tutto è rimasto lì, letteralmente ‘a galleggiare’ nella mia psiche, salvo poi ispirarmi altre scene hot, come quella di Saeko e Mick, in un’altra vasca e in un’altra fic La prima volta (metto il link per chi se la fosse persa eh eh eh eh eh
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3984362&i=1).
Insomma, alla fine questa sequenza si è ‘depotenziata’, però ha dato origine ad altre amenità, e visto il tono comico che poi ha assunto la storia, direi che va bene anche così ^_^
Sciaoooooo!

 
   
 
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