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Autore: KushinaKurosaki    15/10/2023    2 recensioni
Fin da piccoli ci insegnano che le bugie sono il male e che, dunque,
non devono  mai fuoriuscire dalle nostre bocche ed il motivo per cui ciò avviene sono le catastrofiche conseguenze di una menzogna. Tuttavia un giovane detective liceale si è spinto troppo in là prendendo continuamente in giro la scienziata di casa Agasa, peccato che lei abbia scoperto la verità e si sia infuriata.
La delusione e la rabbia l'aveva spinta da lui, l'ultima
persona con cui mai avrebbe voluto restare da sola, ma preferiva stare con Amuro piuttosto che restare nella tana degli squali.
Intanto l'organizzazione ha i giorni contati a causa di due nuove figure provenienti dall'America che sembrano conoscere perfettamente Shiho.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Quasi tutti, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ai sospirò affannosamente respirando il profumo di quel caldo bagno ristoratore, Amuro era stato gentilissimo a prestarle una t-shirt e mettere in asciugatrice i suoi panni.
Come era finita a casa del suo nemico? Semplicemente aveva iniziato a riconsiderare tutto ciò che aveva scoperto da Conan e aveva provato a mettere in discussione il suo essere seriamente Bourbon. Vi erano tante cose che effettivamente le erano state nascoste, e spesso lo aveva visto iniziare a fare deduzioni da detective davanti al giovane, aveva provato a fidarsi del suo istinto.
Quando il sesto senso aveva iniziato a tacere aveva deciso di fidarsi del suo istinto e Amuro si era rivelato un ragazzo gentile e altruista.
Ma decisamente non si aspettava che, varcata la soglia di casa, avrebbe trovato un simpatico cagnolino bianco che aveva iniziato, dopo aver fatto le feste al suo padroncino,
ad annusarla scodinzolando contento. « Haro, lasciala stare, torna qui. » affermò il giovane mentre la piccola si inginocchiò  facendo attenzione
a non fare sollevare la lunga maglietta rossa che il biondo le aveva prestato. 
« Su su, certo che gioco con te. »  affermò Ai accarezzando quella piccola palla di pelo. 

Era sorprendentemente brava con i cuccioli.

Raramente Haro faceva le feste a qualcun altro, il suo piccolo non amava nemmeno le visite di Kazami ed ora eccolo là, a scodinzolare intorno a quella bambina che in realtà era già adulta.
Il suo sorriso però non era uno di circostanza, e per quanto geloso di tutta quell'attenzione, era veramente grato ad Haro. Shiho Miyano, questo il nome della mostruosa scienziata,
genio indiscusso e plurilaureata a soli  tredici anni, non aveva mai avuto un'infanzia, mai aveva conosciuto la felicità. I suoi genitori le erano stati strappati in tenera età,
forse non ricordava nemmeno i loro volti, l'organizzazione come se non bastasse le aveva poi tolto anche sua sorella… e lui non aveva potuto fare nulla per impedirlo.
In qualche modo sentiva di aver fallito nel proteggere il tesoro di Elena, la donna straniera che per lui tanto si era prodigata. 

Non avrebbe lasciato che Shiho morisse. Non l'avrebbe permesso, lei meritava una vita vera e non la menzogna di Ai, perché per quanto potesse sembrare una bambina non aveva
più nove anni e del mondo aveva visto solo  il lato peggiore. Non aveva bisogno di quell'infanzia fittizia che le avrebbe tolto anche la sua adolescenza non appieno vissuta, lei aveva
bisogno di una luce, un punto fermo sul quale far sempre riferimento, degli amici  fidati  ma evidentemente quel perno, che aveva sempre pensato essere Agasa, era venuto meno.
« Posso chiamare col tuo cellulare? Il mio l’ho spento non voglio essere rintracciata.»   Lo destò dai suoi pensieri la piccola mentre lui le porse il telefono.
Aveva grosso modo capito quale fosse la situazione, Agasa non rintraccerebbe mai Ai ma quel piccolo detective ficcanaso non esiterebbe due volte.

 

Amuro-niichan tu sei un nemico vero? Dei nostri avversari intendo?1

 

Era evidente che Conan non fosse un bambino, aveva capito che era un infiltrato dalla parola "Zero" e "Mio Giappone ",  poi aveva scorto Ai e fatto alcune ricerche su di lei
scoprendo la sua inesistenza all'anagrafe e aveva collegato i pezzi. Considerando poi la squallida persona che aveva accolto in casa non si sorprendeva del comportamento della piccola Ai.
Perché effettivamente se Akai si fosse fatto i fatti suoi fin dall'inizio e non avesse fatto saltare la copertura di Scotch, il suo migliore amico sarebbe ancora vivo.
Dalle sue ricerche inoltre Akai era risultato essere il fidanzato  di Akemi, di conseguenza era già sotto stretta sorveglianza e sicuramente ben presto avrebbero trovato il pretesto per ucciderla,
come in effetti era accaduto.  Tuttavia non riusciva a comprendere il perché Conan si fidasse così tanto. «  Qualcosa non va?  » chiese la bambina notando l'espressione cupa del giovane ragazzo.
«No tranquilla. » Ai fece finta di credere a quelle parole nonostante fosse chiaro che l'allegria aveva abbandonato la sua voce. Chissà  a chi starà pensando?

 

 

Ore 23:30 

Aeroporto di Tokyo, gate tre.

«Chissà che cosa ci aspetta.» esclamò l'uomo dai lunghi capelli biondi legati in una treccia che morbida ricadeva sulla spalla sinistra.
« Non ne ho idea, spero solo di ritrovare lei in realtà, del resto non mi importa.» affermò allora la donna dai lunghi capelli castani.
« Lo abbiamo promesso. » esclamò il giovane guardando in malo modo la diciottenne al suo fianco. Sospirò, Leyla era incorreggibile.

« Sicura che Jodie verrà a prenderci? » esclamò curioso  il ragazzo abbronzato leggermente dietro di loro.  « Aiutami a cercarla, impiastro.» esclamò  piccata Leyla mentre
William si sbatté una mano sulla fronte, non avrebbe retto la convivenza con quei due.  «Non iniziate già ora!» li ammonì disperatamente il ragazzo dallo sguardo verde
smeraldo che si allontanò dai ragazzi per andare in bagno. 
Doveva avere un po' di pace, la sua mente ne aveva bisogno. 
Aprì lentamente la porta blu aspettandosi una marea di gente, ma forse complice la tarda ora, era normale fosse vuota. 
« Tu maledetto assassino .» Fu preso all'improvviso per il colletto del maglione blu e sbattuto al muro da un omaccione che sembrava un armadio.
Diede un calciò all'uomo mettendolo facendolo accasciare dal dolore e decise di tornare immediatamente dai suoi amici. 

Non dare nell'occhio non era esattamente la sua specialità.

« Richard! » Ai urlò svegliandosi di scatto, quelle immagini non andavano via dalla sua testa.
La luce bianca soffusa le fece strizzare gli occhi, mentre il ragazzo la guardò preoccupato per l'urlo.
« Non volevo svegliarti. » mormorò dispiaciuta mentre il ragazzo si avvicinò e Ai rimase a osservarlo.
I capelli erano arruffati e la maglia grigia cadeva largamente lungo il suo busto coprendo parte dei pantaloncini del medesimo colore. 
« Ti va di parlarne? » chiese il ragazzo sedendosi sul bordo del letto e porgendole una bottiglietta d'acqua. La piccola la prese e né bevve un sorso.
Non sapeva se poteva parlargli apertamente, non voleva creare danni e forse questo Amuro lo aveva compreso, perché le passò una mano fra i capelli affermando:
« È solo una tua decisione Shiho. Sei tu a dover decidere se fidarti di me o no. »  Ai alzò la testa.

Amuro sapeva. Era a conoscenza della sua vera identità quindi che motivazione c'era di tacere? 




1. La citazione proviene dal 10  file del volume 84
   
 
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