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Autore: KushinaKurosaki    10/10/2023    2 recensioni
Fin da piccoli ci insegnano che le bugie sono il male e che, dunque,
non devono  mai fuoriuscire dalle nostre bocche ed il motivo per cui ciò avviene sono le catastrofiche conseguenze di una menzogna. Tuttavia un giovane detective liceale si è spinto troppo in là prendendo continuamente in giro la scienziata di casa Agasa, peccato che lei abbia scoperto la verità e si sia infuriata.
La delusione e la rabbia l'aveva spinta da lui, l'ultima
persona con cui mai avrebbe voluto restare da sola, ma preferiva stare con Amuro piuttosto che restare nella tana degli squali.
Intanto l'organizzazione ha i giorni contati a causa di due nuove figure provenienti dall'America che sembrano conoscere perfettamente Shiho.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Quasi tutti, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Come aveva osato? Come? Non riusciva a comprendere perché proprio lui le avesse riservato un trattamento simile.
Non se ne era reso conto ma da tempo Ai sapeva che Conan le stava nascondendo qualcosa,  e adesso che le sue bugie erano venute meno lei doveva fare i conti con la scomoda verità.
L'uomo che aveva causato la morte di sua sorella era sempre stato a due passi da lei, sotto mentite spoglie l'aveva tenuta d'occhio, violando la sua privacy e, come se ciò non bastasse,
aveva una zia e dei cugini.  
Si sentiva ferita, ormai era passato quasi un anno e lui per tutto quel tempo gli aveva mentito. Quante notti insonni per terminare l'antidoto,
quanti sacrifici aveva fatto per lui e tutti i suoi sforzi erano stati ricambiati dal veleno.  Vagava a passi lenti per le vie della città, aveva bisogno di stare da sola per riflettere. 
Alzò il viso al cielo quando una goccia d'acqua le bagnò i capelli, aveva iniziato a piovigginare, sembrava che il cielo riflettesse il suo umore.

Amuro sospirò uscendo dal negozio con in mano il piatto con un po' di latte per il gatto randagio che solitamente si fermava dinanzi alla porta.
Quando uscì vide una bambina  dai capelli ramati camminare sotto l'acquazzone che da poco era scoppiato, e riconoscendola, la richiamò. 
Ai però non sentì il richiamo dell'uomo perciò continuò per la sua strada senza dare retta al giovane. Amuro inarcò un sopracciglio, non era da Ai ignorarlo,
solitamente si nascondeva dietro Conan o comunque non gli dava molta confidenza ma lo salutava sempre. Tornò dentro finendo di sistemare i tavoli mentre di tanto in tanto
guardava fuori dal locale. « Amuro abbiamo quasi finito il sale, potresti andare a prenderlo per favore?  » domandò la donna dai capelli castani mentre guardò fuori dalla finestra.

 

Ai calciò un sassolino non riusciva a non ripensare a ciò che aveva scoperto, le parole risuonavano ancora nella sua testa.
Cerca di capirmi!
Le aveva detto così, ma come poteva comprenderlo? Quell'uomo le aveva recato solo dolore, sua sorella era stata esposta a causa sua ed era dura,
così come lo era accettare di avere ancora una famiglia, una zia e dei cugini mai conosciuti, trovati dopo aver convissuto con la consapevolezza di essere sola al mondo.
Sapere che il dottore fosse a conoscenza di tutto l'aveva destabilizzata. Non se lo aspettava, non da Agasa. Conoscere la sua identità segreta non vuol dire sapere cosa le avesse fatto, no?
Forse non lo sapeva, e così avrebbe avuto senso il suo tacere quella verità. Avanzò lentamente sotto lo scrosciare insistente della pioggia, nel suo cuore vi era  il profondo desiderio di essere spazzata
via da quel mondo ingiusto. Alzò lo sguardo quando la pioggia smise di abbattersi sul suo capo ed incontrò gli occhi grigi del ragazzo che conosceva come Bourbon, sul suo viso vi era
un espressione molto preoccupata. « Ti ammalerai così Ai-chan, vuoi un passaggio a casa? » domandò il ragazzo biondo mentre la bambina lo guardò. «A casa non torno.» 
Esclamò lei con un tono apparentemente calmo, ma nei suoi occhi riuscì a scorgere una luce strana e le sue mani serrate gli fecero capire i suoi sentimenti. 
« Non sarai scappata di casa? » esclamò sorpreso lui.

« Qualcosa di simile, diciamo »  chiarì la ragazza mentre starnutì.
« Vieni, almeno sarai al riparo dalla pioggia.» 

Ai non riuscì a comprendere bene il motivo per il quale seguì l'uomo, forse perché in quel momento, complice il suo stato d'animo e il suo essere morta dinanzi ai suoi occhi,
l'aveva portata ad abbassare la guardia.  
« Sei venuto a cercarmi perché non avevi nulla da fare? » chiese Ai osservando il locale completamente deserto mentre il ragazzo la guardò malissimo.
« Una bambina
 come te non dovrebbe andare in giro da sola sotto questo acquazzone. » Affermò lui con un tono severo  mentre Ai dovette mordersi la lingua per non rispondergli a tono,
se lo avesse fatto avrebbe rischiato di insospettirlo.  Si sedette in un angolino mentre il giovane apprendista Detective mise sul fuoco il bollitore.
« Non ti chiederò cosa sia successo ma almeno mangia qualcosa. » esclamò lui ponendo dinanzi a lei un piatto di panini con del thè caldo.

« Grazie. » quella parola uscì spontanea dalle sue labbra rallegrando il giovane ragazzo dalla carnagione ambrata.
Azusa sorrise, Amuro era molto fortunato. Le ragazze del locale erano tutte invaghite di lui, ma Amuro non ha mai approfittato della situazione ed era sempre gentile.
Effettivamente non l'aveva mai visto arrabbiato o di pessimo umore, aveva sempre un bel sorriso. 


«Io esigo delle spiegazioni Shinichi. » era un tono severo e il suo sguardo era truce.
« Dottore, Akai è una brava persona. » tentò di spiegare il giovane ragazzo liceale intrappolato nel corpo di un bambino delle elementari.
«Allora perché Ai è scappata in lacrime dandogli dell'assassino? » chiese il dottore accigliato dal suo comportamento, Shinichi lo conosceva da quando era un neonato
ma Ai…con lei era tutta un'altra storia. Ai era sua figlia, aveva colmato il vuoto del suo cuore con le sue numerose sgridate e le sue imposizioni nutrizionistiche.

Lei lo aveva aiutato lavorando a molte invenzioni, era con la ragazza che la sera, prima di dormire, restava sul divano con lei a guardare  i film di fantascienza o
in alternativa le partite dei Big Osaka. A quella bambina si era profondamente legato, condividevano le stesse passioni, gli stessi interessi e nonostante sapesse di non poter
rimpiazzare la sua famiglia, il professore si era sempre sforzato di comportarsi da genitore. Inizialmente era stato difficilissimo ma poi…
poi era diventato così chiaro e naturale, casa sua era il covo dei giovani detective e non soffriva più la solitudine che a lungo aveva celato.

« Ecco…era il fidanzato di Akemi…» 

«Vorresti dire che Akemi è morta a causa del signor Akai? MA COME TI È SALTATO IN MENTE DI NASCONDERLO AD AI? » esclamò furibondo, ora in parte comprendeva
come doveva sentirsi la sua bambina. Era stata tradita. 
Ancora una volta. Molto spesso di notte veniva svegliato dalle urla di Ai e temendo il peggio, armatosi di un semplice mocio,
si recava in camera della ragazza. 
Dei suoi incubi raramente parlava ma alle volte capitava che il suo corpo si surriscaldasse, accade fondamentalmente quando Ai dorme, ed iniziava a parlare nel sonno.
Ed era in quei rari casi che iniziava a parlare nel sonno, che blaterava sempre un nome ricorrente:
Richard.
Non aveva idea di chi fosse, non aveva mai avuto il coraggio necessario per chiederglielo, dato l'ambiente temeva qualsiasi risposta.

   
 
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