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Autore: arietina1983    15/10/2023    0 recensioni
[Balthazar ]
[Balthazar ][Balthazar ]E' arrivata l'ultima stagione di Balthazar... SPOILER....purtroppo il nostro amato Capitano Bach non è tornato nella serie, con dispiacere del pubblico che adorava questa splendida coppia.
Quindi, ho pensato di creare un'ultima stagione anche per noi fan di Balthazar/Hélène, liberamente ispirata alla stagione televisiva (ancora inedita in Italia nel momento in cui scrivo)...
La storia segue le prime due puntate della stagione 5 di Balthazar, dopo che Raphael è tornato a Parigi ed è stato reintegrato nell'istituto di medicina legale, a fianco di Olivia Vesinet, con cui ha iniziato una relazione, e di Camille Costes, che lo sta aiutando a fermare Alexandre, il fratello maggiore che lo perseguita da una vita.
Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se gli autori avessero deciso di riportare indietro anche Helene Bach, il capitano di polizia che è stato al fianco di Raphael fin dalle prime stagioni e che alla fine della stagione 3 ha dichiarato il suo grande amore per lui...
Beh, ne è uscita una storia molto lunga, che ho diviso in due stagioni....spero che la amiate come io ho amato scriverla...buona lettura !!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Helene osservava come ipnotizzata il getto d’acqua che scorreva dal rubinetto del piccolo e oscuro bagno del pub. Con un gesto automatico, tese le mani davanti a sé e lasciò che l’acqua gelida le bagnasse i polsi e le braccia. Rimase in quella posizione per diversi minuti, finchè non sentì le dita intorpidirsi. Solo allora, ritirò le mani e se le passò sul viso, sperando che la sensazione di freddo l’aiutasse ad uscire dal torpore in cui era caduta.
Si sentiva come se il mondo circostante fosse fatto d’ovatta. I suoni e le luci intorno a lei sembravano provenire da un’altra dimensione. Persino la sua immagine, riflessa nello specchio davanti a sé, le appariva diversa, come se fosse quella di un’altra persona.
Il vetro dello specchio, rotto in più punti, le rimandava frammenti del suo viso, che faceva fatica a ricomporre. Ed era esattamente così che Helene si sentiva: frammentata, con il cuore ridotto in mille minuscoli pezzettini.
Non riusciva a credere di essere di nuovo in quella situazione. Eppure era così. 
Qualche spirito maligno aveva davvero spostato indietro le lancette di un orologio immaginario, riportandola esattamente dove si trovava l’anno prima.
Davanti ad uno specchio di un triste e angusto bagno, a fare i conti con il dolore che provava al pensiero di LUI che sceglieva un’altra al suo posto.
E purtroppo, stavolta non aveva armi per combattere, nessun alibi a cui aggrapparsi per provare a contrastare quella relazione.
L’avversaria che aveva di fronte non era una pazza squilibrata da cui metterlo in guardia e proteggerlo. 
Era un’affascinante e seducente scienziata, dalla mente brillante e dal fisico perfetto. Una donna che difficilmente passava inosservata, soprattutto agli occhi di un uomo come Balthazar. 
Sarebbe stato difficile competere con lei, anche in condizioni normali. Se a tutto questo si aggiungevano i dettagli sulla profondità della loro relazione, che Olivia aveva deliberatamente deciso di condividere con lei, la partita poteva considerarsi definitivamente chiusa.
La risposta che tanto temeva era alla fine arrivata, ed ora doveva trovare il coraggio di affrontare la realtà. 
Lui non l’amava.
Non provava niente per lei. 
Si divertiva a flirtare (o a cacciare, come avrebbe detto Olivia)…. forse sentiva una certa attrazione nei suoi confronti, che giustificava l’atteggiamento ambiguo che lui aveva avuto in quei giorni, ma questo era tutto. 
Non c’era altro che lei poteva sperare di ottenere da Raphael Balthazar.
 
Si spruzzò di nuovo il viso con l’acqua gelata e si conficcò le unghie sul palmo delle mani, fino a farle sanguinare. 
Doveva assolutamente trovare il coraggio e la forza per fare ciò che andava fatto: trovare Alexandre, fermare quella follia e mettere la parola fine a quella sua ossessione… una volta per tutte. 
Una volta arrestato Alexandre, lei sarebbe potuta tornare a casa…e si sarebbe trasferita nel villaggio più sperduto della Polinesia, riducendo al minimo i contatti con il mondo civilizzato. 
Forse in quel modo sarebbe riuscita finalmente a mettere la giusta distanza tra lei e Balthazar.
 
Fece un bel respiro, cercando di calmare i battiti del suo cuore. 
Poi tirò fuori il cellulare. Compose un numero e, dopo una breve esitazione, scrisse un breve messaggio:
 
Ho bisogno del tuo aiuto
 
Premette il tasto “invio”, rimise in tasca il cellulare e si guardò allo specchio per l’ultima volta, cercando di rimettere insieme i pezzi della sua armatura, prima di tornare nel locale. Provò a far comparire un sorriso sul suo viso stanco e triste, ma lo specchio, impietoso, le rimandò indietro la dura verità: non sarebbe stata capace d’ingannare nessuno in quello stato, tantomeno un osservatore attento come Balthazar.
Chiuse gli occhi, cercando d’immaginare un’eventuale via di fuga da quel posto, che non prevedesse ulteriori contatti con Balthazar, Olivia o chiunque altro.
Ad un tratto, un rumore improvviso la fece sobbalzare.
 
H: “Capitano Costes!! Mi ha spaventato! Che ci fa qui?”
 
Helene si voltò verso Camille, che era appena entrata nel bagno, sbattendo la porta d’ingresso con una certa veemenza.
 
C: “Oh, mi scusi Capitano Bach. Non avevo proprio idea che ci fosse lei qui dentro”
 
Camille rivolse un rapidissimo sguardo nella sua direzione, poi si girò con nonchalance verso lo specchio del bagno e tirò fuori dalla tasca dei jeans una minuscola pochette. Cominciò a rovistare al suo interno, poi estrasse finalmente ciò che cercava: un rossetto formato mini, dal colore rosso fuoco.
Iniziò a passarselo sulle labbra, con piccoli movimenti circolari. Poi si avvicinò allo specchio per osservarsi meglio.
 
C: “ Che ne pensa, Capitano? Mi sta bene questo colore?”
 
Helene fece un piccolo sorriso e decise di mettere da parte le formalità. 
 
H: “Sì, Camille. Ti sta molto bene”
 
C: “ Ottimo, grazie. Sa, stasera devo fare colpo sulla cameriera del pub. Sono ormai due mesi che ci giriamo intorno, senza arrivare a “concludere”… ci siamo arrivate vicine più e più volte, ma niente da fare…”
 
Il cuore di Helene ebbe un piccolo sussulto nell’ascoltare quelle parole, che le risultavano molto familiari….
 
C: “tutte le volte che provo a fare un passo in più verso di lei, succede qualcosa che la fa tirare indietro… sta cominciando a diventare frustrante…”- disse Camille, facendo comparire sul viso un piccolo broncio infantile.
 
Helene non potè fare a meno di provare un sentimento di  tenerezza nei confronti di quella ragazza: Camille faceva la dura, ma Helene aveva una sensibilità particolare e poteva intravedere le cicatrici che le persone si portavano addosso, anche quando queste facevano di tutto per nasconderle. E Camille aveva molte più cicatrici di quanto potesse sopportare una ragazza di quell’età.
 
Le rivolse un sorriso e la rimproverò dolcemente.
 
H: “Camille, non puoi pensare che tutti prendano la vita di petto come fai tu. Alcune persone hanno bisogno di tempo per fidarsi e…lasciarsi andare. Magari lei è spaventata, o forse semplicemente non è ancora sicura di quello che prova. Sii paziente.”
 
Il broncio di Camille si accentuò un po', poi lei fece un sospiro teatrale, che strappò ad Helene una piccola risata.
 
C: “ Va bene, Capitano. Ci proverò. Anche Raph mi ripete sempre la stessa cosa. Mi dice sempre: sii paziente; alcune volte, far nascere un sorriso può essere più difficile che fare sesso, ma quando quel sorriso compare, sai che è valsa la pena aspettare per poterlo vedere”
 
Sentire le parole di Raphael pronunciate da Camille era come farsi conficcare un ago dritto dritto in mezzo al cuore. Pensò al loro primo incontro, quando lo aveva sentito dire a Delgado che lei aveva “il cancro del sorriso”. In quel momento, Helene lo aveva detestato con tutta se stessa. Poi avevano iniziato a lavorare insieme, e lei aveva scoperto che Balthazar era una delle poche persone in grado di farla sorridere, anche quando non era appropriato o quando lei non ne aveva alcuna voglia. una delle poche persone in grado di abbattere completamente qualsiasi barricata lei gli ponesse davanti.
Gli occhi di Helene si velarono e lei girò la testa, per evitare che il capitano potesse incontrare il suo sguardo.
 
Ma Camille sembrava di nuovo concentratissima sull’operazione di make-up e non sembrava prestarle particolare attenzione.
 
C: “ Ok, sono pronta – disse, dando un’ultima occhiata allo specchio e girandosi verso Helene per farsi ammirare.
 
Helene le sorrise e alzò il pollice in senso di assenso. Camille sorrise di rimando, poi fece un passo verso di lei e le porse il rossetto.
 
C: “ Lo vuole provare?”
 
Helene fece una piccola risata e scosse la testa.
 
H: “ Ti ringrazio, Camille. Ma non credo che questo colore mi stia bene”
 
C: “ Invece secondo me le starebbe benissimo. È il colore che va più di moda quest’anno. Si chiama “attrazione fatale”…”
 
Il tono di Camille era apparentemente noncurante, ma Helene capì subito che dentro c’era nascosto un messaggio con un doppio significato.
Doveva scoraggiare subito quel Cupido improvvisato, prima che combinasse qualche guaio.
 
H: “ Di nuovo, grazie Camille. Ma non c’è nessuno su cui io debba esercitare una “attrazione fatale”… perciò…”
 
Fece per muoversi verso l’uscita del bagno, ma Camille le si mise davanti, bloccandole l’accesso e brandendo il rossetto come una sorta di arma.
 
C: “ Non importa. Non deve per forza metterlo per far colpo su qualcuno. Deve metterlo per se stessa. Coraggio, Capitano, lo faccia per me!!”
 
Helene alzò gli occhi al cielo e sospirò.
 
H: “….Mi sembra di capire di non avere molta scelta…non mi lascerai uscire finchè non avrò provato il rossetto, giusto?”.
 
Camille annuì e fece un largo sorriso, che le ricordò immediatamente quello di Raphael. In realtà, tutto in quella ragazza le ricordava Raphael. Aveva la stessa esuberanza, la stessa fastidiosa insistenza… e la stessa capacità di fare breccia nel suo cuore.
Quel pensiero le fece salire di nuovo le lacrime agli occhi.
Afferrò bruscamente il rossetto dalle mani di Camille e si girò verso lo specchio, cercando di recuperare il controllo di sé. 
Si passò rapidamente un velo di rossetto sulle labbra, poi si voltò in direzione della giovane collega, che aspettava trepidante di osservare il risultato.
 
H: “ Ecco qua…allora, come sto?”
 
C: “VOI SIETE Perfetta- approvò Camille, battendo le mani.
 
Helene provò a sorridere, ma sul suo viso apparve solo una piccola smorfia triste.
Camille rimase in silenzio, fissandola con uno sguardo così aperto e sincero, che riuscì a penetrare nella sua armatura.
Helene si girò di nuovo verso lo specchio.
 
H: “ Questa missione finirà per uccidermi, in un modo o nell’altro”- confessò alla fine, passandosi una mano sugli occhi per nascondere le lacrime.
 
Camille fece un altro passo verso di lei, le mise una mano sul braccio ed assunse anch'essa un tono familiare.
 
C: “ Helene....Puoi tirarti indietro in qualsiasi momento. Tel’ho detto fin dall’inizio. Una sola parola, e ti rimetto sul primo volo per Papeete. Nessuno potrebbe biasimarti. NESSUNO”
Helene si asciugò rapidamente le lacrime, poi le rivolse uno sguardo di riconoscenza.
 
H: “ Lo so, Camille. Grazie. Ma…non posso farlo.”
 
C: “ Perché no?
 
Helene rimase in silenzio, fissando lo specchio.  Poi ingoiò la saliva, che aveva il gusto dolce-amaro delle sue lacrime.
 
H: “ Perché lui si farebbe ammazzare pur di fare l’eroe e di proteggermi… e io non potrei mai perdonarmelo.”
 
Camille annuì, in silenzio. Non c’era altro da aggiungere. 
Entrambe sapevano che quello che Helene aveva appena detto era una verità incontrovertibile.
 
Helene fece un ultimo respiro, si sciacquò di nuovo il viso e chiuse a chiave il suo cuore. Poi si preparò ad affrontare di nuovo quello che la aspettava fuori da quel piccolo bagno di un piccolo pub di Parigi, dove sentiva di aver perso parte di se stessa…ma di aver forse guadagnato un’amica.
Sorrise a Camille, stavolta di un sorriso sincero. Lei la guardò seria, poi si fece da parte per lasciar passare Helene e permetterle di raggiungere l’uscita.
Quando fu davanti alla porta, si sentì chiamare di nuovo.
 
C: “ Capitano… posso dirle un’ultima cosa?”
 
Helene girò la testa verso di lei.
 
C: “ Per quello che vale… non l’ho mai visto guardare nessuno come guarda te”
  
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