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Autore: Cryblue    17/10/2023    3 recensioni
"Per te le amiche sono amiche, le colleghe sono colleghe e gli uomini sono tutti inutili"
Martina vive tutta la sua vita con questa filosofia, soprattutto ora che questo nuovo lavoro l'ha strappata dal dolore di una difficile rottura. Per lei è un vero disastro quando una RESPONSABILE cessa di essere "solamente" tale e diventa ai suoi occhi una Donna. Si, con la D maiuscola.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ch.52 -  Doomsday.
 
Il campanello suona ed è come se qualcuno avesse sparato un colpo di pistola. Prendi un respiro profondo e cerchi di farti forza, sei una persona adulta e puoi affrontare tutto questo, un pochino però capisci perché Daisy ti abbia lasciato per messaggi o perché Claudia ha fatto in modo fossi tu a lasciarla, telefonicamente e a più di 600 km di distanza.
Apri la porta e aspetti di vederla apparire dalle scale senza riuscire a smettere di muoverti, sei un fascio di energia nervosa, di quella sgradevole oltretutto, se smetti di muoverti rischi di esplodere, e non è un’esagerazione.
Nel momento in cui ti vede, la tua ragazza scoppia a ridere intenerita. “Cosa accidenti ti è successo?”
Controlli i tuoi vestiti e non ti sembra ci sia qualcosa fuori luogo, rialzi la testa e lei è davanti a te con il leggero fiatone che fare le scale di corsa le ha causato.
“Ciao, versione multicolor della mia ragazza.”
La confusione che la sua affermazione ti causa le da il tempo di baciarti sulle labbra, non che d’improvviso ti dispiace che lo faccia, solo ti sembra fuori luogo permetterglielo. Come se tu la stessi prendendo in giro.
“Multicolor?”
Ti tocca il naso e la fronte con la punta delle dita, il che continua a non rispondere alla tua domanda, finché non ti prende le mani e ti mostra che sono sporche di acrilico in diversi punti.
“Oh fuck.” Gratti il naso e la fronte nel punto in cui ti ha toccato, sporcando le unghie di marrone e verde, ma sai bene di non aver minimamente risolto il problema.
Ti sorride e ti guarda con occhi innamorati e orgogliosi. “Hai iniziato a dipingere?”
“Si ho…avevo bisogno di sfogarmi.” È l’eufemismo del secolo.
“Ancora niente finale di Flying dragons quindi?” Ti prende la mano e ti trascina in camera tua e tu ti lasci cullare dalla conversazione, decidendo non ci sia nulla di male nel fingere per qualche minuto che vada tutto bene, che tu non le stia per spezzare crudelmente il cuore.
Continui a pregare che non sia innamorata di te e di non starle facendo così tanto del male, tutto sommato state uscendo insieme da sei mesi, non è una cosa così seria, no?
Certe volte vorresti davvero poterti schiaffeggiare da sola.
“Oh wow…è questo il colore di Layla?”
Sentirle pronunciare quel nome è come essere infilzata con una spada di ghiaccio, anche se si riferisce a una persona diversa.
Prende in mano uno dei fogli da disegno sul quale hai disegnato la tua protagonista drago con la sua protagonista umana: Sidney è quasi sdraiata sull’enorme muso di Layla e la guarda con occhi pieni d’infinito amore, e gli occhi del drago non sono da meno.
Disegnarle è sempre stato il tuo posto sicuro, la tua oasi di pace, non ti stupisce che in questi due giorni tu non abbia fatto altro.
“No…lei…è ancora troppo dorata. Dovrebbe essere qualcosa di più cangiante, un misto tra il marrone, il verde e il dorato.” Hai passato ore a cercare di rendere il colore che hai in mente, arrivando a qualcosa di solo vagamente accettabile.
“Oh si, come gli occhi Dianna Agron suppongo.”Il suo è uno sfottò gentile, ma arrossisci comunque, perché sei stata colta in pieno fallo. Mormori quello che vorresti essere una negazione, ma finisce con l’essere una risposta molto più che affermativa.
“Che spreco, avrei preferito di gran lunga tu usassi il meraviglioso castano dei tuoi occhi.”
“Ehi!!!I miei occhi sono…”
“I tuoi occhi sono verde-castano. Lo so, stupidina, e sono gli occhi più belli io abbia mai visto.” Ti bacia dolcemente sulle labbra e tu ti chiedi di nuovo se vuoi davvero rinunciare a tutto questo, se vuoi davvero lasciarti scappare una ragazza del genere.
Forse potresti continuare a stare con lei, costruire una vita e poi…e poi Leila. Che parte avrebbe la donna che ami in tutto questo?
Anna nel frattempo si è liberata di giacca e borsa, si butta sul tuo letto, sfila le scarpe e si accomoda meglio.
“Puoi continuare a dipingere se vuoi. Dato che non posso avere il manga, mi accontento più che volentieri di un dipinto che le rappresenta.”
Sei tentata di dirle che può prendere quello che hai ultimato poco prima che lei arrivasse, ma non credi vorrà avere più a che fare con te quando finirai di parlarle. Sempre che tu finisca davvero col parlarle.
“No, va bene così. Ho finito di dipingere, mi lavo le mani…e faccia e…e arrivo.”
Fai come hai detto e quando torni lei non si è mossa di un solo centimetro, scorre facebook con aria felice e aspetta pazientemente.
“Eccomi.” Stai per metterti nel letto, ma noti di aver lasciato dei tubetti aperti e, con quello che costano, non hai nessuna intenzione di lasciarli seccare.
“Allora, cosa vuoi fare? Sbavare senza pudore su Rose Tyler?” Ti giri a guardarla con rimprovero e lei ghigna felice. “Oppure vuoi guardare Ponyo e piangere la prima volta che lei parla?”
È talmente tanto di buon umore, che ci sta trascinando anche te. Ti piace moltissimo il modo in cui ti sta sfottendo e in cui sta dimostrando di conoscerti davvero bene. Forse hai preso una decisione troppo velocemente e solo perché avevi Leila davanti, forse è lei la scelta più giusta per te.
“O magari…hai voglia di spulciare il sito Ikea e decidere che mobili vuoi comprare per la nostra futura casa…”
Chiudi gli occhi e rivedi Leila sulla scrivania, il suo sorriso triste e il suo sguardo pieno di affetto, senti il tuo cuore accelerare al solo pensiero di lei e capisci che no, non era un errore, non eri sotto l’effetto di un qualche incantesimo che stare vicina alla tua responsabile crea, non è nulla di tutto questo.
Tu ami Leila e vuoi bene ad Anna, le vuoi molto bene, ma nulla di più.
Per la prima volta nella tua vita capisci perché alcune persone arrivano a chiedere al proprio ex di rimanere amici, il che peggiora la situazione, perché capisci senza ombra di dubbio che non hai mai provato dei veri sentimenti romantici per lei.
Comunque sia, le devi molto più di questo, le devi la libertà di essere amata come merita.
Ti siedi sulla sedia della scrivania e muovi i piedi fino a portarla accanto al letto.
“Dobbiamo parlare.” Chiudi gli occhi, perché avresti potuto facilmente scegliere un incipit migliore e meno scontato.
Poggia il telefono, ma non smette di sorridere. “Certo, dimmi. Che succede? Sembra una cosa seria.”
“È per la questione dell’andare a vivere assieme, non credo che…”
“Credi sia troppo presto? Lo posso capire, forse ho affrettato un pochino le cose, avrei dovuto aspettare a chiedertelo, non so nemmeno se riesco a laurearmi a marzo e…”
Non puoi continuare ad ascoltare le sue parole comprensive, non puoi.
“Sonoinnamoratadiun’altrapersona.” Lo sputi fuori e maledici la tua fottutissima bocca e la tua incapacità di controllarti quando sei sotto pressione.
Anna si immobilizza. “Cosa?”
“Sono innamorata di un’altra…persona.” Non avresti voluto dirglielo così, avresti voluto cercare di renderglielo il meno doloroso possibile. Non così.
“Avevo capito perfettamente la prima volta.” Striscia molto lentamente sul letto, fino a raggiungere la sponda e recuperare le scarpe, che cerca di infilare velocemente, ma è talmente arrabbiata che i suoi movimenti sono goffi, quasi grotteschi.
Vorresti specificasse il significato di quel “Cosa?” ma sei una stronza, non una perfetta idiota. Anche se la tua capacità di innamorarti sempre della persona sbagliata indica esattamente il contrario.
“Da quanto tempo?”
“Da quanto tempo cosa?”
“Martina.” Non è la sua voce, sembra piuttosto che un demone si sia impossessato di lei.  Si è alzata in piedi ma tu non la imiti, rimani seduta e le concedi il vantaggio della differenza d’altezza, è una cosa piccola, probabilmente inutile, ma speri le sia d’aiuto. “Non fingere di essere più stupida di quello che sei in realtà. Stronza si, ma non stupida.”
Accetti l’insulto senza fiatare.
“Io e lei avevamo una cosa prima che io e te ci incontrassimo e…”
“E cosa? Ti ha scaricato e hai usato me come palliativo? Dio che cogliona sono stata a credere tu fossi diversa, che di te potessi fidarmi.” C’è tanto odio e dolore nella sua voce che devi irrigidire ogni muscolo per non allontanarti da lei.
“No, no, no. Assolutamente no.” Non vuoi che pensi di essere stata un tappabuchi, non lo è stata. Devi convincere sia lei che te stessa che non lo sia mai stata. “Io e lei abbiamo avuto questa cosa, ma era più che chiaro non potesse andare avanti, non ci fosse la minima speranza per il futuro.” Ricordarlo a te stessa non è un male: tu e Leila non potrete mai essere realmente una coppia. Non importa quanto lei possa essere carina o presente con te, lei rimane una donna di 9 anni più grande di te, con un figlio e un divorzio alle spalle e tu rimani sempre tu. “Quando ho incontrato te…tu sei esattamente il tipo di persona con la quale posso vedere un futuro insieme. Io ho creduto davvero di potermi innamorare di te, di poter stare con te.”
“Ma stai zitta, sta’ zitta. Sono stata un fottuto tappabuchi. La cogliona che ti ha tenuto il letto caldo.”
“No Anna no…ti prego non pensare che…”
“Sei sempre stata innamorata di lei? Sei sempre stata consapevole di essere innamorata di lei?”
Ti sei sforzata di affrontare il suo sguardo per tutto il tempo, non le hai tolto gli occhi di dosso nemmeno per un momento, anche se lei ti dava le spalle o se il suo sguardo d’odio era tanto intenso che avrebbe potuto ucciderti. Ma ora no, ora abbassi lo sguardo sulle sue sneakers.
“Si.”
Lo schiaffo che ti colpisce è abbastanza aspettato se lo devi ammettere e va bene così. Te lo meriti tutto, meriteresti molto di peggio per aver spezzato il cuore e deluso una ragazza del suo calibro.
“Mi dispiace.”
Scuote la testa, ha il volto arrossato e gli occhi pieni di lacrime, che si rifiutano di scendere, sembra quasi un fumetto e ti spezza ancora di più il cuore perché è una meravigliosa persona innocente e tu l’hai tradita.
L’hai tradita e probabilmente usata nel peggior modo possibile.
Continuare a ripeterti che l’hai fatto con le migliori intenzioni non ti aiuta a sentirti meno merda.
Vorresti alzarti e abbracciarla, farla sentire meglio ma non puoi, non puoi perché in questo momento sei il carnefice, non puoi essere la cura.
“Spero davvero questa qua ti ferisca nello stesso modo in cui tu stai ferendo me. Ti auguro di riavere indietro tutto, Martina Pastorelli e di non essere mai felice in tutta la tua vita.”
Affronti il suo sguardo e lei sembra molto più infelice di quanto non fosse qualche minuto fa.
“Fanculo, non meriti in un minuto di più del mio tempo.” Recupera la giacca e la borsa evitando accuratamente di avvicinarsi a te. “Sarebbe stato molto meglio per me non aver mai messo piede in quella strafotutta Ikea e non averti mai incontrata.”
Si sbatte la porta della tua stanza alle spalle, pochi attimi dopo senti anche la porta di ingresso sbattere e ti senti come se avessi appena perso la parte migliore di te.
Non è lei la donna di cui sei innamorata, ma è comunque una persona a cui tieni e, tra l’averla ferita e l’averla persa, senti la tua anima disintegrarsi.
Rimani seduta a lungo, troppo ferita per poterti muovere, quando riesci a farlo, recuperi una tela e la sistemi sulla scrivania. Non meriti il conforto delle tue amiche o di sentire la voce di Leila, meriti di soffrire come stai soffrendo, da sola e in silenzio, l’unica cosa che ti concedi è il sollievo della pittura.
Mostro si, ma meriti anche tu un’attenuante.
L’idea iniziale è quella di disegnare il tuo adorato draghetto, ma le tue mani hanno una volontà tutta loro e disegnano la sagoma di Leila, sospiri, apri il cassetto in cui hai nascosto i ritratti e ne scegli uno. Le restanti ore di questa assurda giornata volano via tra una pennellata e l’altra.
Continuare a dipingere i dettagli del suo corpo ti ha reso impossibile rimanere nella tua decisione di soffrire in silenzio, quindi, come la stronza che sei, prendi il cellulare a fai partire la chiamata.
“Ti è permesso stare alzata fino a così tardi, Pastorellini?”
Alzi gli occhi al cielo, ma poi ti rendi conto di averla chiamata, di nuovo, senza avere la più pallida idea di che ora fosse. Guardi il display sul telefono e vedi con sollievo che sono appena passate le 23.
“Non è poi così tardi.”
“Ah, quindi hai il permesso?”
Ha vinto lei, non puoi negarlo. In realtà ha vinto dalla prima parola che pronunciato.
“Ciao, ti disturbo? Che stai facendo?” Apri la finestra, anche se non fa decisamente caldo, e guardi il giardino del palazzo vicino, stranamente curato e ben illuminato, malgrado la zona in cui è ubicato.
“Sto cercando di leggere…”
“Ah! Scusami allora…”
“…ma ho passato tutta la giornata al pc e mi fa male la testa. Mh, forse potrei costringere Fabry a venire a leggere per me.”
Sbuffi una risata perché è contemporaneamente una buona madre e una madre terribile.
“Cosa c’è che non va?”
“Perché pensi ci sia qualcosa che non vada?” A dire il vero, sei molto contenta che se ne sia accorta.
“Perché mi hai chiamato molte ore dopo l’ora in cui dovresti essere a letto, Pastorellinetti e perché è più che chiaro dalla tua voce.”
Chiudi gli occhi e la immagini affacciata alla finestra di camera sua, non sai perché, forse hai ascoltato troppe canzoni pop nella tua vita.
“Ho lasciato Anna.” Senti un sospiro dall’altra parte della linea, ma nient’altro. È silenzioso per diversi secondi, finché non senti l’accendino scattare, almeno ora sai con certezza che si trova in salotto e puoi immaginartela con maggior accuratezza.
“Non è per…”non vuoi che pensi che tu l’abbia lasciata a causa sua, è una delle motivazioni, non l’unica. O forse, si, è l’unica, ma non vuoi che lei si senta responsabile o sotto pressione. “Non sono innamorata di lei e mi sembrava ingiusto nei suoi confronti portare avanti la nostra relazione, magari una convivenza, senza provare dei reali sentimenti per lei. Senza volermi davvero impegnare.”
Continui a omettere il fatto di averla tradita, ma non l’hai dimenticato nemmeno per un istante.
“Almeno tu non l’hai sposata e ci hai fatto un figlio, per accorgerti al suo terzo mese di vita che erano troppe responsabilità per te e sei fuggita lasciandoli soli e in balia di loro stessi.”
Smetti di respirare perché è la prima volta che ti parla così apertamente del suo passato, del suo matrimonio in particolare. Per un po’ senti solo quando soffia fuori il fumo, ma va benissimo così, il solo sentire che è lì ti sta facendo stare meglio.
“Temo proprio di dovermi arrendere, per stasera di leggere non se ne parla.”
“Vuoi che venga io a leggere per te?” É una battuta, ma ti rendi conto solo dopo averla fatta che potrebbe sembrare seriamente un’autoinvito.
“Lo faresti, Pastorelli?”
Farei qualsiasi cosa per te è la risposta che devi impedirti di dare, il fatto abbia mantenuto un torno scherzoso è già una fortuna per te, non vuoi rischiare ancora.
“Lo farei, si. Sono curiosa anche io di leggere quel libro, l’unico problema sarebbe tuo figlio. Sei disposta a sopportare le sue incessanti domande?”
“Tsz, quel ragazzino si crede molto simpatico.” L’amore e l’orgoglio non mancano nemmeno in questa finta lamentela. “Domani ci sei al lavoro?”
Questa semplice domanda è il vostro trampolino di lancio per una chiacchierata tranquilla e senza pretese, è passata quasi un’ora quando senti la voce di suo figlio in sottofondo che le da la buonanotte, chiudete subito, per permetterle di metterlo a letto. Anche se è un adolescente, sai che Leila vuole accertarsi che sia tutto in ordine prima di dargli la buonanotte.
Riprendi a dipingere con nuova ispirazione ed energia, il tuo cuore è spezzato ma inizi a pensare che le cose con Leila non siano poi così prive di speranza.
Puoi solo sperare che le parole di Anna non fossero profetiche.
 
   
 
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