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Autore: ashtorethpoppins    18/10/2023    1 recensioni
Aziraphale lascia la Terra per diventare l’Arcangelo Supremo del Paradiso, ma cosa ne è di Crowley e del loro rapporto? Che cosa ha in mente Aziraphale?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Metatron, Michele
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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POCO PRIMA DELLA FINE DEL MONDO

 

La fretta dei passi dell'Arcangelo Michele era un suono fastidioso che rimbombava in ogni luogo del Paradiso. Quello sconfinato spazio bianco e luminoso sembrava non avere angoli e segreti da custodire in essi, eppure c'erano entrambi. Aziraphale viveva con tacita inquietudine quegli ambienti e mascherava il suo stato d'animo con un sorriso gentile a labbra ben strette, particolare che non era sfuggito ad Uriel.

 

Il silenzio del Paradiso era un vuoto opprimente per Aziraphale, ormai abituato alla vita caotica sulla Terra. Gli mancava la sua libreria, una buona tazza di tè, i dolci preparati alla domenica e i dischi di musica classica. Allo stesso modo gli piacevano le chiacchiere e raccontare delle cose buone che aveva fatto, ma da quando era diventato l'Arcangelo Supremo non c'era nessuno con cui potesse vantarsi dei suoi progetti.

 

A nulla poteva servire spiare il mondo dalla grande vetrata o dalla sfera galleggiante nella sezione dedicata agli arcangeli. Da quando aveva compreso il meccanismo per osservare ciò che accadeva sulla Terra aveva realizzato che quella fosse solo una gran tortura, perciò aveva smesso di farlo e nei momenti di solitudine lo si vedeva prendere qualcosa dal taschino del gilet per rigirarlo tra le dita.

 

Saraqael aveva notato questa sua tendenza e glielo aveva chiesto sfacciatamente cosa fosse quel pezzetto di carta così piccolo, tondo e sporco.

 

"È la carta di un voulevant" aveva detto Aziraphale e Saraqael non l'aveva reputato così strano. Dopotutto, era noto a tutti che Aziraphale fosse particolarmente goloso.

 

Nessuno sospettava che quel pezzetto di carta fosse di un voulevant della sua ultima notte sulla Terra, lo stesso che aveva offerto a Crowley prima del disastro.

 

Purtroppo in quell'occasione non poté dare a Crowley l'oggetto contenuto nel voulevant, né dirgli quello che aveva provato per giorni fino allo sfinimento. Durante l'attacco dei demoni alla libreria aveva avuto un briciolo di tempo per mettere via l'oggetto e infilare il voulevant in bocca. Il pezzetto di carta gli era rimasto tra le mani, poi lo aveva messo in tasca.

 

Michele gli tese un oggetto sottile e semitrasparente con un sorriso tirato. Aziraphale prese il telefono e fece per ringraziare Michele, che già gli aveva voltato le spalle per mettersi ad una distanza sufficiente da non stargli troppo vicino durante la chiamata. Non correva buon sangue tra loro, gli era stato chiaro dal primo momento in cui Metatron aveva introdotto agli altri il nuovo Arcangelo Supremo.

 

Michele si voltò verso di lui. "Sta arrivando una chiamata dal Comandante dell'Inferno."

 

"Per...?"

 

"Per decidere quando e dove comincerà la battaglia finale. Dovrebbe essere ovvio."

 

"Certo! Certo... La battaglia finale... Angeli e demoni! Za-puaaa! Sì."

 

Se ci fosse stato un cielo sopra di loro, Michele avrebbe lanciato il suo sguardo in quella direzione. Fortunatamente per entrambi il telefonò squillò e mise fine a quel quadretto imbarazzante.

 

"Pronto, qui l'Arcangelo Supremo Azir—"

 

"Aziraphale!"

 

La voce era fin troppo familiare. La mano dell'angelo ebbe un'esitazione sulla presa del telefono, che scivolò di poco più in basso. Aziraphale lo mise a posto e boccheggiò parole afone prima di produrre un qualche suono.

 

"C-Crowley? Perché sto parlando con te?"

 

"Perché sono il Comandante dell'Inferno e come tale necessito di sapere il luogo e il momento della battaglia finale."

 

"Shax... Shax sarebbe diventata Granduchessa Infernale..."

 

"Lo sai che mi adorano qui sotto."

 

Si chiese se quella di Crowley fosse una pantomima, o forse stava solo sperando lo fosse. Non erano mai stati nemici per davvero, anzi il loro rapporto si basava proprio su un aiuto reciproco che permetteva ad entrambi di non pestarsi mai i piedi a vicenda. Tentazioni e miracoli andavano sempre in coppia, ma ora erano su due fronti opposti per davvero. Nessuna finzione, le loro fazioni, adesso, erano nette e chiare come non lo erano mai state.

 

"Non ho dubbi" disse Aziraphale con una voce più grave.

 

"Abbiamo luogo e data, Arcangelo Supremo?"

 

"Ci sarà un incontro sulla Terra per deciderlo. Ti farò avere i dettagli."

 

Crowley chiuse la chiamata prima di salutare Aziraphale, che rimase per un po' con il telefono premuto contro l'orecchio come se fosse una conchiglia e potesse sentire non il suono del mare, ma il rimbombo di quella voce che tanto gli era mancata.

 

Restituì il telefono a Michele e si chiese come il Comandante Infernale Crowley avesse reagito veramente a quella telefonata.

 

All'Inferno, intanto, Crowley appoggiava la cornetta su un apparecchio molto antico e si accomodò alla meglio sul suo trono. Dietro di lui c'erano delle piante tremanti, tenute in vita da continui getti di vapore tiepido.

 

MOLTI ANNI PRIMA

 

Aziraphale lanciò un'ultima occhiata a Crowley, che se ne stava appoggiato al tettino della Bentley. Il tempo di un ultimo miracolo mentre Metatron si dirigeva nell'ascensore appena chiamato.

 

"Noi lo chiamiamo Secondo Avvento" disse Metatron.

 

Crowley osservò da lontano Aziraphale avere una sorta di esitazione prima di seguire Metatron. Non avrebbe rivelato neanche sotto tortura di non aver sperato fino all'ultimo che l'angelo cambiasse idea.

 

Guardò Nina salutarlo attraverso la vetrina e sentì l'impulso di entrare nella caffetteria, urlarle contro come le fosse venuto in mente che lui e Aziraphale potessero essere perfetti l'uno per l'altro, ma era così deluso che il mostro rabbioso dentro il suo stomaco si quietò con un rantolo sconfitto. C'erano tante cose che avrebbe voluto dire a Nina, ma erano così tante che messe tutte insieme facevano un tappo tra i suoi pensieri e la sua bocca. E di certo non avrebbe voluto parlare con Nina di tutte quelle cose, ma Nina era ancora sulla Terra, a differenza di qualcuno.

 

C'era, tuttavia, una curiosità che prima o poi le avrebbe chiesto: era davvero così evidente il suo amore per Aziraphale?

 

Crowley lo aveva sempre saputo, in un certo senso, che amava Aziraphale. Lo aveva realizzato secolo dopo secolo, giorno dopo giorno trascorso con lui. Eppure aveva celato all'angelo, al mondo e perfino a se stesso quell'amore che Aziraphale, forse, non avrebbe mai compreso. Probabilmente non lo aveva nascosto troppo bene se un umano come Nina lo aveva notato e troppe volte Aziraphale aveva messo in chiaro che fossero un angelo e un demone, due pianeti diversi, la cui collisione avrebbe solo scatenato un gran baccano.

 

Aveva taciuto i suoi sentimenti per tutto quel tempo, per milioni di anni e solamente quando era riuscito ad esternarli, era stato lasciato solo a se stesso.

 

Entrò nella Bentley e non riuscì ad ingranare più della seconda. Anche la radio trasmetteva un soft jazz di sottofondo al posto dei Queen. Un'unica caramella al limone era spuntata timidamente sul portaoggetti accanto al cruscotto e Crowley fu tentato di prenderla.

 

Non riusciva a credere che il suo primo bacio gli avesse lasciato un sapore così amaro in bocca, non solo per la schiacciante realtà, ma c'era veramente qualcosa sulla punta della sua lingua da quando aveva assaggiato le labbra di Aziraphale.

 

Qualcosa di quel gusto gli ricordava vagamente le mandorle e mentre guidava con un'insolita lentezza, riuscì a confinare quel residuo di caffè in una specie di minuscola sfera ambrata per prenderla con le dita dalla sua lingua. Fece galleggiare la bolla a mezz'aria e la osservò da dietro gli occhiali con sospetto.

 

Si fermò al centro della strada, incurante del traffico, per dissolversi in milioni di particelle e ridurre così tanto la sua struttura da correre insieme agli elettroni. Osservò la complessa struttura chimica dall'interno della bolla e comprese.

 

Tornò a sedere sul sedile della Bentley mentre qualcuno dalle macchine dietro gli stava lanciando contro imprecazioni di ogni tipo.

 

"Cianuro."

 

Lo disse con tono sprezzante e deluso come se qualcuno stesse lì ad ascoltare. Si sentì impotente.

 

Metatron aveva drogato Aziraphale con del cianuro e quello gli era sufficiente per girare di scatto con la Bentley, sfondare la porta dell'ascensore e andare a riprendersi il suo angelo. Ma non lo fece, fu distratto da altro.

 

Il suo sguardo cadde sul sedile del passeggero. Dopo la sua gita a Edimburgo, Aziraphale aveva lasciato il suo cappello nella macchina e Crowley non glielo aveva ancora restituito. Era certo che il foglietto incastrato nella fibbia del cappello fosse bianco e non avesse dei quadretti come le pagine dei quaderni.

 

Le auto dietro di lui continuavano a strombazzare, ma Crowley prese quel foglio. Aveva già visto il ritratto di Gabriele e, se non fosse stato disegnato da Aziraphale, gli avrebbe aggiunto un paio di corna da diavolo. Aprendo il foglio, scoprì che il ritratto era stato sostituito da delle parole: era una lettera indirizzata proprio a lui.

 

Crowley, mio caro,

 

Perdonami se devo scriverti queste parole, ma come mi hai fatto notare tu una volta, anche i muri hanno orecchie e non posso dirti tutto quello che vorrei e avrei voluto dirti stanotte, perciò ho compiuto un ultimo miracolo sulla Terra per farti leggere questa lettera.

 

Fidati di me. È altamente probabile che Metatron abbia drogato quel caffè e mi abbia riempito di bugie. L'ho realizzato subito dopo la tua confessione e il tuo bacio e avrei voluto seguirti, ma non posso.

 

Ho solamente avuto un accenno del disastro che verrà e ho bisogno di te, ancora una volta, per sventare i piani di Paradiso e Inferno. Non posso e non possiamo farlo se io e te siamo all'oscuro delle loro intenzioni.

 

Voglio salvare questa Terra, il mondo che ho imparato a conoscere e amare anche grazie a te, il mondo in cui ho scoperto di amarti. Voglio salvare i pianeti e le stelle che hai creato, cenare al Ritz, fare un picnic, vivere insieme. Non posso farlo se tutto questo verrà distrutto.

 

Ho dovuto allontanarti, chiedendoti di lavorare con me e perdonandoti. Sapevo che non avresti mai accettato di tornare in Paradiso. Dovevo proteggerti, specialmente dopo quello che ti hanno sentito dire a Gabriele. Sanno che li abbiamo ingannati una volta, che potremmo farlo ancora.

 

Non allontanarti dall'Inferno, non del tutto. Sii apparentemente il demone di cui hanno bisogno, io sarò l'Arcangelo Supremo che credono di avere, anche se l'ho capito che mi stanno trascinando via da te perché insieme possiamo fare miracoli più potenti dei loro.

 

Che ci temano, Crowley. Che ci temano, perché farò di tutto pur di stare con te. Aiutami a sventare le loro follie, di nuovo.

 

Maggie, Nina, il ballo... erano tutte scuse per riuscire a dirti una volta per tutte cosa provo per te. Non hai idea di quanto vorrei dirtelo a voce, di quanto vorrei vedere i tuoi occhi mentre lo faccio.

 

Ti amo, Crowley.

 

Ti aspetto alla fine del mondo.

 

Per sempre tuo,

 

Aziraphale

 

Crowley chiuse lentamente la lettera con mani tremanti e infilò il foglio nel taschino della giacca. Aveva gli occhiali scuri pieni di lacrime, ma non era una scusa sufficiente per toglierli mentre alcuni umani bussavano forte ai finestrini della Bentley e gli intimavano di andarsene dalla strada.

 

Schiacciò sull'acceleratore all'improvviso, facendo sobbalzare quella calca di persone radunata attorno all'auto. La Bentley schizzò nel centro di Londra alle solite novanta miglia orarie e Crowley la parcheggiò in un garage in suo possesso. Prese le piante e le chiavi dell'auto prima di dirigersi verso l'ingresso principale per l'Inferno.

 

"Fai la brava, torno presto" disse all'auto, che si colorò di una lieve sfumatura giallina sui fanali. "Torniamo presto."

 

Discese all'Inferno con la certezza che per avere il suo Paradiso dovesse sprofondare in una vasca di zolfo.

 

POCO PRIMA DELLA FINE DEL MONDO

 

Edimburgo era uno dei pochi posti al mondo che prevedeva dei punti ciechi per Paradiso e Inferno. Aziraphale e Crowley nel loro girovagare sulla Terra non avevano idea di quanti fossero e ne avevano testati solo alcuni a Londra, che erano poi i posti in cui si incontravano più spesso.

 

C'era un pub, Il Resurrezionista, che era ottimo per parlare fuori dalla portata di orecchie indiscrete, per vedersi senza avere occhi puntati addosso. Era lì che i due comandanti delle forze opposte si erano ritrovati per parlare davanti ad un bicchiere di whisky e uno di cherry, anche se il proprietario aveva insistito per far assaggiare la birra della casa.

 

Aziraphale arrivò poco dopo Crowley, che era già lì ad attenderlo con le loro ordinazioni consuete.

 

Non si dissero nulla e si guardarono con imbarazzo prima che Crowley mostrasse un pezzettino di quel foglio a quadretti, conservato all'interno della giacca. Era bastato un piccolo angolo perché Aziraphale sgranasse gli occhi per l'incredulità e Crowley rimise la lettera al suo posto.

 

"L'hai letta?"

 

"Certo che l'ho letta!"

 

"E ti sei fidato..."

 

"Mi hai scritto fidati."

 

[FINE]

   
 
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