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Autore: Giorgiaaisha    19/10/2023    3 recensioni
Poggio le mani sulla porta a vetri e mi avvicino con la testa per guardare meglio dentro.
Strano, le luci sono accese e vedo delle persone che girano per il negozio.
Qualcuno si accorge di me e chiedo:
" È chiuso?"
Non ricevo risposta ma uno sguardo interrogativo.
Mia sorella intanto si è appoggiata di schiena al riparo dalla pioggia e sta tentando di strizzare i suoi capelli.
Riprovo.
"È chiuso?"
Ora mi guardano tutti perplessi.
Mi giro verso mia sorella e le dico:
"Ma sono scemi?"
Lei alza le spalle e continua a sistemarsi i capelli.
Busso e ripeto alzando un po' di più il tono della voce.
Finalmente vedo una ragazza nascosta dietro a un abito che timidamente mi fa cenno con il dito verso destra.
Giro lo sguardo e i miei occhi si incrociano con quelli di un bel ragazzo orientale.
Voleva indicarmi lui?
Lo guardo con aria perplessa e lui mi sorride.
"Credo che la ragazza ti stesse indicando l'entrata. Quella porta è chiusa, ma qui è aperta, vedi?"
Mi giro e vedo che il tipo ha perfettamente ragione. La porta è del tutto spalancata.
Che gran figura di merda!
Non lo voglio più il cappellino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le gambe mi tremano e il piede picchietta nervosamente a terra.

Genzo mi fissa con sguardo preoccupato. Apre la bocca per dirmi qualcosa ma ci ripensa e con sguardo affranto si volge verso il campo.


“Jo. Siamo arrivati”.


Mia sorella con voce squillante mi tira fuori dal turbinio di emozioni che mi stanno invadendo.


“Gina, ho bisogno di parlarti. Posso offrirti un caffè?”

“Si, certo”, esclama l'amica di mia sorella.


Mi giro verso il portiere che con gli occhi mi supplica di non incasinarmi di più. Gli faccio un occhiolino e voltandogli le spalle me ne vado con Gina.

Il bar è pieno di persone altolocate e con la puzza sotto il naso. Odio confondermi con tanta gente priva d'anima. Alcuni hanno anche un cuore, ma la maggior parte di loro è davvero vuota dentro.

Prendiamo il nostro caffè, io prettamente d'orzo e ci sediamo su un piccolo tavolino appartato.


Senza troppi preamboli mi rivolgo alla mia interlocutrice e le dico:


“Gina, ho bisogno del tuo aiuto. Dopo quel bacio sto in piena confusione. Che devo fare? Non riesco a capire a fondo ciò che mi hai detto!”

“Jo. Non puoi pretendere di capire in una sera! Ci vuole molta introspezione e conoscenza di sé per poter sciogliere questo enorme nodo. Devi darti tempo. Vivi come se io non ti avessi parlato.”

“É questo il punto! Non ci riesco. Il bacio di Genzo mi ha mandata in tilt. Credevo di avere chiari i miei sentimenti, ma ora non ne sono più così certa.”


Sospiro rumorosamente e mi allungo sulla sedia, assumendo una posizione poco consona all'ambiente in cui ci troviamo.

“Jo, devi prenderti i tuoi spazi. Devi allontanarti da entrambi per capire davvero. Le fiamme gemelle comunicano oltre il tempo e lo spazio. Si sentono anche a chilometri e chilometri di distanza. I loro cuori sono in perenne contatto. Se uno soffre l'altro lo sente. Il legame che hai con entrambi questi ragazzi è unico, ma non puoi continuare così. Devi unirti a colui che davvero è destinato a te. Colui che ti completa, semplicemente perché è la metà della tua anima.”

“Ma chiunque sia la mia metà, inevitabilmente l'altro finirà per soffrire e io non posso permetterlo. Con Tsubasa ho condiviso moltissimo. Lui è semplicemente meraviglioso. E Genzo è... Genzo. Probabilmente la cosa migliore che io possa fare è allontanarmi da entrambi, per sempre.”

“Per sempre mi sembra eccessivo. Basta solo quel tanto che ti aiuti a capire”, sorseggia il suo caffè e punta gli occhi su di me.

“ Il problema è che Genzo è in riabilitazione e non può rimanere solo, almeno finché i dottori non gli daranno il via libera. Ha una visita di controllo tra una settimana, possiamo aspettare e vedere che dicono, ma intanto io che faccio?”

“Prenditi comunque il tuo spazio. Comunica a entrambi la tua decisione e poi aspetta il giorno del verdetto”.


Sembra tutto così surreale. Fino a qualche tempo fa ero così convinta dei miei sentimenti, e ora mi ritrovo a dover mollare tutto e tutti per capire chi amo davvero.

“Andiamo Jo. Torniamo dagli altri.”


Ci avviamo nella tribuna e non so davvero come dirgli della mia decisione. Beh, a Genzo cambierà poco, ma per Tsubasa sarà terrificante.

L'sggk mi fissa e mi fa cenno di andare accanto a lui, leggermente scostato dagli altri.


“Ehi, ragazzina. Di che avete parlato?”

“Genzo, io credo che partirò.”

“Come scusa? E dove vorresti andartene? Con Tsubasa?”

“No! Con Sid e Pino”, e come un fulmine al ciel sereno ho un'illuminazione. “Me ne andrò a fare il cammino di Santiago, non posso più restare in questo limbo. Per capire ho bisogno di allontanarmi totalmente da voi.”

“Un momento. Puoi aspettarmi qui?”


Si alza e a passo deciso va da Gina.


“Si può sapere che le hai detto? Ora se ne vuole andare da sola con il coso peloso e l'acido del suo cavallo, chissà dove e per capire chissà cosa! Stavamo bene nel nostro equilibrio prima che arrivassi tu!”

Urla furioso e io non posso permettere che la colpa ricada su Gina. Mi alzo per andare in suo aiuto, ma la sento rispondere a tono e mi blocco.


“Davvero Genzo? Credi davvero che ci fosse equilibrio tra voi? Nessuno merita di soffrire così. Il destino è stato beffardo, per far reincontrare le fiamme ha coinvolto altre anime gemelle, mescolando le carte e creando subbuglio. Ma il punto è che non si può prendere in giro la mano del creatore, e vuoi o non vuoi tutto questo prima o poi sarebbe successo, e forse in un modo più violento. Meglio che ad aiutarvi ci sia io, per tentare di non distruggere nessun tipo di legame. In primis la tua amicizia con Tsubasa.”


Lo vedo annaspare e abbassandosi il berretto farfuglia qualcosa e torna da me.

Lo guardo aspettando una sua parola mi dice:


“Ok. Fai questo stramaledetto viaggio, ma non so se Tsubasa ne sarà felice.”

“Lo so. Ma devo dirglielo. Non so quado ma sicuramente non oggi, non voglio rovinargli la serata. Ti prego di mantenere il silenzio.”


Annuisce e torna a guardare la partita.


Il tempo passa e il Barca ha vinto 3-0 . Tsubasa come sempre ha giocato divinamente.

Ci avviamo verso gli spogliatoi. Mi sento così inquieta, l'idea di parlargli di questa mia decisione mi turba profondamente.

Castro è il primo a uscire.

Sbuffando sonoramente si siede su una poltrona.

C'è qualcosa di diverso in lui. Il suo sguardo è triste, oserei dire vuoto.

Fissa un punto sul pavimento e non proferisce parola.


“Castro? Cos'hai?” mia sorella mi toglie le parole di bocca.


Mi avvicino a lui e gli alzo il mento per scrutare meglio nei suoi occhi.


“Hai discusso con Aline?” domando preoccupata.

“Si. È stato davvero tremendo. Abbiamo già avuto scontri, ma questa volta è diverso. Lei non mi risponde da quattro ore.”


Sorrido e poggiandomi su una sua gamba gli do un bacio in guancia.


“Vedrai, tutto si sistemerà. Aline ti ama e non mi ha scritto nulla, probabilmente vuole solo farti stare un po' sulle spine. Sta tranquillo!”


Mia sorella si avvicina, si siede sull'altra gamba e esegue i miei stessi gesti.


“Tranquillo. Ok?” gli dice abbracciandolo.


Un tonfo sordo proviene dalla poltrona davanti a noi.

Contemporaneamente alziamo lo sguardo, e un triste Genzo fissa il vuoto sbuffando.


“Come sono triste oggi!” esclama il portiere e poggia la testa sulla mano, continuando a sospirare.


“Non vorrai mica che veniamo li a conosolarti”, gli dico perplessa.

“E perché no? Da Castro ci siete corse”, incrocia le braccia al petto e mette su un espressione imbronciata che mi fa sorridere.

“Sì, vero. Ma Castro è dolce e coccoloso, tu sei acido e scorbutico, quindi puoi tenerti i tuoi malesseri”, aggiunge Faby e tutti scoppiamo a ridere.

“Ma tu guarda queste! Non sapete cosa vi state perdendo. Non capiterà più di avere tutto questo...” e con le mani indica il suo corpo “a vostra disposizione!”

“Ce ne faremo una ragione e poi io ho Hickaru” e mentre lo dice si avvicina al suo fidanzato e lo abbraccia.

“Sì, ma Hickaru fa le puzze sotto le coperte, io no.”

“Ancora con questa storia. Io e Genzo non abbiamo mai dormito insieme!” tutto rosso in volto si gira vero Faby e dice: “ te lo giuro”.

“Chi le dice le fa, si dice a Roma. Forse sei tu Genzo che ne molli a raffica e incolpi gli altri”, dico in difesa di un imbarazzatissimo Matsuyama.

“Ragazzina sul mio sedere ci puoi mangiare”

“Anche no. Grazie!” Esclamo mimando un conato di vomito.

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Ci voleva una doccia ristoratrice.

Arrivo nella sala d'attesa e vedo tutti i miei amici che mi aspettano.

Genzo e Jo battibeccano come sempre. Non riuscirò mai ad accettare completamente questo suo lato aperto e indomito.

Amo che sia libera da pregiudizi e in linea con se stessa sempre, ma credo che alcuni compromessi siano necessari per una sana convivenza.

Il calcio mi aiuta a non pensare e ne sono davvero felice, altrimenti oggi avrei passato una giornata terribile, stracolmo di pensieri ossessivi.

Mi avvicino a lei e l'abbraccio da dietro. Non mi ha sentito stavolta, era troppo presa dallo scambio di battute con lui.


“Amazonas, mi sei mancata”

Lei mi sorride e mi abbraccia.

La cena si svolge in tranquillità. Troppa tranquillità. Jo è stranamente silenziosa.

Non voglio indagare in questo momento, ma solo godermi la vittoria della partita e mangiare del buon cibo.


Arrivati a casa ci infiliamo sotto le coperte. Poggia la testa sulla mia spalla e si addormenta. Nessuna parola. La sento scivolare via dalle mie braccia. Le voglio lasciare spazio, ma non so se è giusto, ho paura di spingerla direttamente tra le braccia di Genzo.


La settimana è trascorsa tranquilla. Genzo e Jo non hanno mai discusso. Anzi stranamente si tenevano a distanza.

Questo mi avrebbe fatto piacere, se non avesse fatto la stessa cosa con me.

Poche parole. Pochi gesti. Pochi baci.

Sento che una bomba sta per esplodere e causerà non pochi danni.


“Signor Wakabayashi, tutto è tornato nella norma. Può iniziare a condurre una vita normale, ma per gli allenamenti dovrà attendere altre due settimane e iniziare molto, molto, gradualmente.”

“Si. Grazie Dottore.”


Jo si butta tra le sue braccia e felice per lui gli da un bacio in guancia.

Mi avvicino al mio amico e abbracciandolo gli dico di essere felice per lui.


“Presto ti sfiderò Tsubasa, neanche in convalescenza riuscirai a farmi un goal!”

“Ne sei sicuro Genzo?”

“Sicurissimo!”


Ci scambiamo un sorriso e torniamo a casa.

Jo prende il guinzaglio del suo cane e mi si avvicina.


“Capitàn ti va di fare una passeggiata con noi?”


Lei è solita fare lunghe camminate in solitaria con Sid e il fatto che mi abbia incluso non promette nulla di buono.

Usciamo e la vedo toccarsi ripetutamente i capelli, segno che è nervosa.


“Tsubasa, ho preso una decisione importante e mi auguro che tu la condivida. Ti prego di ascoltare tutto prima di esprimerti. Come avrai notato il mio cuore si trova chiuso in una stretta morsa, dove la capacità di vedere chiaramente è offuscata dalla mancanza di ossigeno. Io ti amo e di questo sono profondamente sicura, ma non so definire quello che provo per Genzo. Non so delineare la qualità della vibrazione del nostro amore e di quello con lui. Ho deciso di prendere una pausa, non solo con voi, ma anche con me stessa. Tra tre giorni partirò per un viaggio con il mio cavallo e il mio cane. Spero di trovare la giusta connessione che mi permetta di capire quale è la scelta più giusta per il bene di tutti. Non voglio che soffriate più di quanto già non state facendo a causa mia!”

Rimango in silenzio per un attimo che sembra un'eternità. Mi ha completamente spiazzato. Nella mia mente ero pronto a scene apocalittiche, ma mai avrei creduto di dovermi separare da lei così improvvisamente.


“Tsubasa?” Jo mi riporta alla realtà. Devo dire qualcosa. Ma cosa?

“I-io non so che dire. Tu credi che allontanandoti da noi smetteremo di soffrire, ma non sarà così. Non vederti più sarà peggio che saperti tra le braccia di Genzo”.

“Lo devo a voi, ma anche a me, non posso continuare a vivere in questo purgatorio. Devo scendere all'inferno, per poter poi risalire nel Paradiso terrestre.”

“Se questa è la tua decisione definitiva non posso far altro che accettarla e aspettare il tuo ritorno. Ma sappi che io ti amerò per sempre.”


Si avvicina e abbracciandomi mi dona un ultimo, veloce e casto bacio sulle labbra.L


Troppo tempo. Davvero troppo tempo che non aggiorno questa ff. Chiedo scusa a ci la segue e come sempre grazie, grazie, a chi leggerà e commenterà questo capitolo. Ogni critica è spunto di riflessione.
Grazie alla mia Beta che mi ha aiutata a strigare un enorme nodo.
Vi aspetto per sapere cosa ne pensate di questo rientro.
Kiss kiss

 


 

   
 
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