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Autore: Justice Gundam    20/10/2023    2 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 46 - Nessuna risposta da Forte Rannick

 

Eli Clerks si aggiustò il cappello mentre lei e i suoi compagni di squadra, tranne Nualia che al momento era assente, attendevano Lady Heidmarch nel soggiorno della sua villa, chiedendosi se questa chiamata improvvisa non c'entrasse qualcosa con il misterioso messaggio che Reji aveva trovato nel covo di Xanesha. Dopo alcuni giorni in cui il gruppo si era goduto Magnimar e aveva fatto tutte le dovute preparazioni per quando il loro viaggio sarebbe ripreso, era arrivato un messaggero alla Locanda della Zanna, richiedendo la loro presenza alla dimora degli Heidmarch, per una questione molto importante, che riguardava la situazione a Forte Rannick.

La maga mezzelfa prese un bel respiro e guardò i suoi compagni, già equipaggiati e vestiti per l'occasione. Yan strizzò un occhio e si sgranchì una spalla, un po' infastidito dal peso del suo pettorale d'acciaio. Reji restava ferma e dritta in piedi, mostrando la sua disciplina come maestra di arti marziali. La piccola Misia muoveva le gambe irrequieta mentre aspettava che arrivasse Lady Heidmarch, mentre Jolan controllava di tanto in tanto il suo equipaggiamento, stando bene attento di avere tutto iò che poteva servire ben nascosto ma a portata di mano. Per quanto riguardava Nualia... beh, era curiosa di vedere come avrebbero reagito Yan, Reji e Misia una volta che l'avessero vista. Sicuramente, pensò la mezzelfa, il suo nuovo look sarebbe stato molto più adatto ad una nuova devota di Sarenrae...

"Benvenuti. Mi scuso per avervi convocato così all'improvviso." esordì la voce di Lady Sheila Heidmarch, che fece il suo ingresso nel soggiorno in quel momento con passo lento e maestoso, vestita dei suoi abiti eleganti e vivaci al tempo stesso... e accompagnata da due signori che al gruppo di Eli erano già conosciuti - suo marito Canavyen, e il sindaco di Magnimar, Lord Grobaras. Il corpulento sindaco camminava impettito, picchiettando davanti a sè con un bastone da passeggio di legno laccato, e guardandosi attorno con aria infastidita, come se in quel momento volesse essere da tutt'altra parte. "Tuttavia, sono emerse delle novità che ho ritenuto allarmanti, e ho voluto comunicarvele quanto prima. Come avrete già sentito dal messaggio che vi ho fatto pervenire... riguardano Forte Rannick, la fortificazione nei pressi del Monte Uncino, quartier generale dell'ordine dei ranger delle Frecce Nere."

"Siamo arrivati appena abbiamo potuto, Lady Heidmarch." esordì Eli con un inchino. Il gruppo aveva già drizzato le antenne, e si stava preparando mentalmente ad ascoltare quali notizie fossero giunte da quel fortino isolato. "Ci dica... si tratta di un'emergenza? Ci sono problemi a Forte Rannick?"

"Per la verità... non ne siamo del tutto sicuri." affermò Canavyen. "La cosa allarmante, in effetti, è che non sono arrivate comunicazioni da Forte Rannick già da parecchio tempo."

Il sindaco alzò le spalle, indifferente al problema. "Beh, non vedo cosa ci sia di tanto allarmante, in realtà." affermò. "E comunque, non avevo soldati da mandare in giro a perdere tempo soltanto per parlare con quegli stronzi delle Frecce Nere."

"Signor sindaco, per favore. Un po' di rispetto per le Frecce Nere. Quei ranger si occupano di tenere a freno gli ogre e i troll del Monte Uncino, e se non fosse per loro, villaggi come Turtleback Ferry sarebbero già stati presi d'assalto da quei bruti." lo redarguì rispettosamente Canavyer, reprimendo un brivido all'idea delle orribili torture e sevizie che gli ogre infliggevano alle loro vittime.

"Io... non ho mai avuto la sfortuna di incappare in un gruppo di ogre." affermò Yan, in modo da rafforzare le parole di Canavyer. "Ma se quello che ho sentito dire di loro è vero anche solo in parte... beh, è davvero una fortuna che finora le Frecce Nere li abbiano tenuti a bada."

"E' vero. Hai perfettamente ragione, Yan." rispose prontamente una voce femminile dal timbro forte e sicuro di sè. Ad un cenno della Heidmarch, la persona che aveva appena parlato si fece avanti... e il giovane spadaccino trasalì leggermente quando riconobbe Shalelu Andosana, l'elfa cacciatrice di goblin che aveva dato loro una mano quando avevano assaltato Collecardo! Dava l'impressione di essere anche più spavalda e sicura di sè di come la ricordassero... e del resto, non potevano fargliene un torto, visto che il suo aiuto si era dimostrato prezioso nel porre fine alla minaccia del culto di Lamashtu. "Le Frecce Nere hanno sempre svolto un compito ingrato ma necessario. E se è successo qualcosa a Forte Rannick... allora è necessario che qualcuno vada a dare loro una mano."

"Signorina Shalelu!" esclamò Misia, piacevolmente sorpresa. "Non ci aspettavamo di vederla qui! Come mai da queste parti?"

L'elfa sorrise lievemente, riavviandosi i lunghi capelli biondi con un gesto della mano. "Beh... diciamo che anch'io mi tengo aggiornata su quanto concerne le Frecce Nere e Forte Rannick... e quando ho saputo che non arrivano più notizie da loro, e che voi avevate espresso interesse nell'andare a controllare cosa fosse successo... ho pensato che mi sarei potuta rendere utile se mi fossi unita a voi. E poi... diciamo che ho dei motivi più personali per i quali sono interessata alle Frecce Nere." rispose.

Grobaras si schiarì la voce, cercando di riportare la conversazione sui giusti binari, in modo da potersene andare da lì quanto prima. "Eh-hm! Ad ogni modo... la società dei Pathfinders e certi organi di governo hanno spesso cercato di convincermi a mandare delle pattuglie verso Forte Rannick e Turtleback Ferry, anche per investigare il tempo atmosferico inusuale che si sta verificando da quelle parti." proseguì. "In effetti... il rapporto dei nostri esploratori dice che la stagione delle pioggie si è prolungata oltre ogni ragionevole misura."

"Pare che ormai non passi un solo giorno in cui non piova... e i fiumi della regione di Turtleback Ferry si stanno ingrossando a dismisura, minacciando inondazioni." proseguì la Heidmarch, leggendo un foglio dove erano stati stesi i rapporti. "E come se non bastasse, il brutto tempo sta influenzando anche l'umore della gente di Turtleback Ferry." 

"Turtleback Ferry è l'insediamento più vicino a Forte Rannick, quindi ci sono delle buone possibilità che qualcuno lì in città sappia perchè non arrivano più notizie dal forte." disse Jolan, il cui volto si illuminò leggermente mentre pensava ai suoi parenti che vivevano in quel villaggio. "Magari potremmo rivolgerci ai miei cugini che vivono lì... Drelb e Makaya. Sono sicuro che sapranno dirci qualcosa di più. Loro sono sempre molto informati su tutto quello che avviene da quelle parti! Spero soltanto che non gli sia successo niente..."

"Possiamo solo augurarvi la migliore delle fortune, signor Jolan..." disse Canavyer. "Spero che quando arriverete a Turtleback Ferry, i vostri cugini stiano bene."

"Appunto, perchè è questo quello di cui abbiamo bisogno." borbottò Grobaras, tirando un sospiro di sollievo all'idea di avere finalmente la possibilità di concludere il discorso. "Vi chiediamo di andare a dare un'occhiata direttamente a Forte Rannick, cercare di capire come mai quei campagnoli non hanno risposto ai nostri messaggi... e se ci sono guai, li risolverete come sapete già! Dopotutto, non sarebbe la prima battaglia in cui vi imbattereste, no?"

Reji storse il naso davanti alla spocchia del sindaco, ma non fece commenti.

"Ora..." proseguì Grobaras con un altro colpo di tosse. "...vista la situazione... ho pensato che sarebbe stato opportuno finanziare la vostra ricerca. Per questo motivo, ho deciso di mettere da parte una discreta quantità di denaro che voi potrete usare per rendervi più agevole il viaggio verso Turtleback Ferry." Terminò la frase con una smorfia disgustata, come se avesse appena mandato giù un boccone amaro.

"E sarà lì che vi attende la vostra nuova missione. Cercate di scoprire cosa è successo alle Frecce Nere e a Forte Rannick." proseguì Lady Heidmarch. "Se scoprite che c'è un pericolo, e la cosa è nelle vostre capacità, allora cercate di riportare la situazione alla normalità. Altrimenti, fate il possibile per scoprire quanto più possibile, e fate ritorno qui a Magnimar quanto prima, in modo che si possano prendere delle contromisure adeguate. La signorina Shalelu verrà con voi. Sono sicura che la sua esperienza e la sua abilità in combattimento vi saranno molto utili per la missione che vi apprestate a compiere."

"E noi accettiamo la sua presenza con grande piacere!" rispose prontamente Eli. La mezzelfa estese una mano verso Shalelu, che ricambiò il gesto, e le due si scambiarono una decisa stretta di mano. "Piacere di averti di nuovo con noi, Shalelu! Sono sicura che il tuo aiuto sarà determinante anche questa volta."

Shalelu annuì senza dire nulla, poi guardò con attenzione i membri del gruppo. "Farò senza dubbio tutto quello che è in mio potere." rispose. "Comunque, mi pare di vedere che avete fatto dei significativi progressi, dall'ultima volta che ci siamo visti. A questo proposito, però... non vedo la aasimar cultista di Lamashtu che abbiamo fermato lì a Collecardo. Non avevate deciso di portarla con voi?"

"Nualia è ancora con noi." confermò Yan, rispondendo un po' frettolosamente. "E' solo che... in questo momento è stata convocata dalla chiesa di Sarenrae per una questione che la riguarda."

Misia annuì rapidamente. "Nualia si è rivelata una preziosa compagna di squadra. E ormai mi sembra evidente che ha scelto di cambiare vita." assicurò, con un sorriso sollevato. "Posso dire con sicurezza che su di lei possiamo contare."

"Hmm... Va bene. Mi fido del vostro giudizio. State solo attenti a non dimenticare il buon senso." rispose Shalelu. "D'accordo. Quando siete pronti, possiamo già partire per Turtleback Ferry. Da qui dovremmo impiegare circa una settimana per arrivare lì a dorso di cavallo... sempre ammesso e non concesso che il clima inclemente non ci ostacoli troppo."

Eli annuì con decisione. Evidentemente, a quel punto era giunto il momento di salutare Magnimar e i suoi segreti, e partire di nuovo per l'avventura nel bel mezzo delle terre selvagge. "Per noi va bene." disse infine la mezzelfa, dopo aver dato un'occhiata ai suoi compagni ed essersi assicurata che fossero d'accordo con lei. Yan le fece il segno dell'okay, e la mezzelfa guardò di nuovo verso Lady Heidmarch e i suoi accompagnatori. "Partiremo quanto prima. Credo già domani in prima mattina. E torneremo con notizie da Turtleback Ferry il prima possibile."

"Siamo contenti di sentirvelo dire..." rispose la Heidmarch, mentre il marito annuiva lentamente. "In tal caso, vi auguro buona fortuna, e spero che la vostra spedizione trovi buone notizie. In questo momento... abbiamo bisogno più che mai della protezione delle Frecce Nere."

"Non preoccupatevi, Lady Heidmarch." affermò solenne Reji, una mano stretta sul petto. "Scopriremo cosa sta succedendo lì a Turtleback Ferry... e lo risolveremo! Okay, ragazzi... andiamo ad avvertire Nualia e cominciamo a fare i preparativi!"

"Vi ringraziamo. Il vostro aiuto è sempre ben accetto, in una situazione precaria come questa." affermò Canavyer. Si scambiò uno sguardo di intesa con sua moglie, che strizzò un occhio e fece un lieve sorriso, mentre Lord Grobaras tirava fuori un fazzoletto bianco e lo usava per massaggiarsi il naso con espressione spocchiosa.

"Riconosco che... quei ragazzi hanno svolto un lavoro encomiabile e mi hanno salvato la vita." affermò. "Ma non state riponendo un po' troppa fiducia in loro, milady? Alla fine, si tratta pur sempre di un gruppo di avventurieri. Attaccabrighe prezzolati. Non saranno certo questi plebei a dare il buon esempio per le genti di Golarion."

Lady Heidmarch fu tentata per un attimo di dargli una risposta pungente - Haldmeer Grobaras era davvero una delle ultime persone ad avere il diritto di parlare di buoni esempi. Ma la nobile trattenne la sua risposta e si rivolse invece a lui con tutta calma. "Al contrario, Lord Grobaras... ho l'impressione che questi ragazzi scriveranno presto una pagina molto importante nel futuro di Golarion."

"Se lo dite voi..." rispose il sindaco di Magnimar con evidente scetticismo.

 

oooooooooo

 

Circa un'ora dopo, il gruppo di Eli era arrivato davanti al vecchio santuario di Sarenrae che avevano liberato dalla presenza della succube Avalexi soltanto pochi giorni prima. Un nutrito gruppo di accoliti del Fiore del Mattino si era prodigato per consacrare nuovamente il tempio, seppellire nuovamente Padre Volsten e i suoi adepti, e ripulire il luogo da tutti i segni blasfemi che la succube aveva lasciato dietro di sè... e adesso, ancora una volta, il piccolo santuario sembrava nuovo, ed esprimeva ancora una volta i valori di giustizia, compassione e speranza che Sarenrae propugnava. Sicuramente, riflettè la piccola Misia mentre si guardava attorno ammirata, Padre Volsten sarebbe stato orgoglioso di vedere che finalmente il suo lavoro veniva continuato e stava ritrovando lo splendore di un tempo.

Il quintetto di compagni si avvicinò, scambiandosi saluti con gli accoliti e i sacerdoti di Sarenrae... e dal gruppo di accoliti, una figura dai capelli bianchi si staccò e si presentò davanti ai cinque amici. Fu Yan il primo ad accoglierla... e a restare impressionato davanti a ciò che stava vedendo.

"Yan! Ragazzi, va tutto bene?" chiese Nualia, un po' nervosa. Il motivo della sua titubanza apparve chiaro quando i ragazzi poterono guardarla meglio: la aasimar indossava una tunica sacerdotale azzurra lunga fino alle caviglie, con un paio di stivaletti leggeri e una corazza a piastre che proteggeva il torace, l'addome e le spalle. Un paio di manopole d'acciaio coprivano le sue mani, e sulla piastra frontale della sua corazza era stato apposto un simbolo araldico che ricordava un sole nascente. Al suo fianco, al posto della spada seghettata che aveva di solito con sè, la aasimar portava quella scimitarra incantata che Avalexi aveva usato nel corso della battaglia nelle catacombe... e appeso alla schiena, Nualia recava uno scudo di metallo con sopra inciso il simbolo sacro di Sarenrae, un angelo femminile con le braccia aperte e le ali spalancate.  Il braccio sinistro della aasimar, quello che era stato mutato nei rituali dedicati a Lamashtu, era tenuto nascosto con delle fasce di seta bianca che si integravano in maniera quasi perfetta con il suo abito sacerdotale. Nualia sembrava quasi un'altra persona adesso: la sua figura irradiava speranza e decisione, e Yan stesso non potè fare a meno di restare come ipnotizzato a guardarla per un attimo, pensando che quell'abbigliamento le si addicesse molto di più della corazza nera che aveva usato fino a poco tempo prima.

"Wow... Nualia, stai benissimo così!" commentò Yan, arrossendo leggermente. Per qualche istante, il giovane restò lì ad ammirare la sua amica d'infanzia e il suo nuovo abbigliamento... e Nualia stessa, altrettanto imbarazzata, si schiarì la voce e guardò in giro.

"Vi piace? I sacerdoti del Fiore del Mattino... hanno pensato che sarebbe stato opportuno un cambio d'abito... e visto che mi erano ancora riconoscenti per aver catturato Zadendi e averle impedito di fare altri danni, hanno voluto... ricompensarmi anche con questo." spiegò la ex-cultista demoniaca. "Io... mi sento un po' strana con questi vestiti, però... al tempo stesso mi fanno sentire bene!"

"Credimi, ti stanno molto meglio di quella corazza nera di prima!" rispose Reji con una strizzata d'occhio. "Ti si addicono molto di più!"

"Grazie..." affermò la giovane aasimar con un sorriso rassicurato. "I sacerdoti del Fiore del Mattino mi hanno insegnato a tirare di scherma con la scimitarra... e a lanciare qualche incantesimo. Spero che questo... ci sarà d'aiuto, quando riprenderemo il nostro viaggio."

"Sono sicura che ci sarà d'aiuto, Nualia." rispose Jolan. "Anche perchè... dobbiamo riprendere il viaggio il prima possibile. Dobbiamo raggiungere Turtleback Ferry... e scoprire cosa è successo alle Frecce Nere di Forte Rannick."

La aasimar guardò il resto del gruppo, che le rispose con dei cenni affermativi e delle espressioni di assenso. "E non saremo da soli. Con noi ci sarà anche... una nostra vecchia amica di Sandpoint." affermò Eli. "Shalelu, la cacciatrice di goblin. Credo... che abbia dei motivi personali per voler scoprire cosa è successo alle Frecce Nere."

Nualia sbattè gli occhi con espressione incerta. Non aveva avuto molti contatti con Shalelu, anche perchè erano state da parti opposte, ma immaginava che l'elfa non avesse un buon ricordo di lei. Dal punto di vista di Shalelu, lei era il capo dei cultisti demoniaci che avevano cercato di radere al suolo la sua amata Sandpoint, e Nualia non pretendeva certo che Shalelu la perdonasse e dimenticasse tanto facilmente. "Capisco... va bene, mi preparerò quanto prima e vi raggiungerò alla Taverna della Zanna. Quanto ci vorrà per arrivare a Turtleback Ferry a partire da qui?"

"Più o meno una settimana." rispose Yan. "E prima partiamo meglio sarà. Se è davvero successo qualcosa alle Frecce Nere, dobbiamo impedire a tutti i costi che gli ogre e i troll del Monte Uncino si riversino sui centri abitati. Sarebbe una strage se accadesse..."

Nualia annuì. "Va bene. Parlerò subito ai miei superiori, e gli dirò che devo riprendere il viaggio." rispose. "Aspettatemi alla taverna. Sarò pronta nel giro di un paio d'ore al massimo."

Yan sorrise e fece il segno dell'okay. "D'accordo, Nualia. Saremo pronti anche noi, per allora."

"Perfetto." concluse Eli. "Avviseremo Shalelu di trovarci lì. A presto!"

 

oooooooooo

 

Due ore dopo, alla Taverna della Zanna...

Il gruppo di Eli aveva raccolto tutto il suo equipaggiamento e si apprestava a riprendere il viaggio. Faceva uno strano effetto, dovevano ammetterlo, lasciare quella taverna che per loro era diventata una sorta di casa nelle settimane che avevano trascorso a Magnimar... e la locandiera, malgrado il suo tono un po' rude, aveva fatto i suoi saluti a quei ragazzi che avevano movimentato le cose nella sua taverna con i loro racconti e le loro eroiche imprese. Da parte sua, Yan si era diretto alle stalle, dove un suo fedele amico non aspettava altro che il momento di tornare all'avventura...

"Ehilà, Shadowmist. Vecchio mio." Yan raggiunse il suo magnifico stallone e lo accarezzò su un fianco. Il cavallo fece uno sbuffo e strisciò uno zoccolo per terra, come se volesse dire al ragazzo che si era stancato di restare lì senza fare niente. "Heh... immagino che anche tu volessi muoverti un po', vero? Beh... adesso ci sarà davvero da muoversi. Dobbiamo fare un bel viaggetto fino a Turtleback Ferry. Una settimana di tempo per sgranchirsi le zampe... e poi, immagino che ci sarà da fare un bel po' di lavoro da quelle parti. Allora, che ne dici? Ti senti pronto a questo viaggetto?"

Shadowmist alzò la testa e nitrì fieramente, come se avesse capito perfettamente quello che il suo cavaliere stava cercando di dirgli. Con un cenno della testa e na pacca amichevole sul garretto, Yan cominciò a sellare il suo cavallo per poi slegarlo e condurlo verso la strada principale... dove i suoi compagni, già in groppa ai loro destrieri (o ai loro pony, nel caso di Misia e Jolan), lo aspettavano. Shalelu era con loro, in groppa ad un fiero cavallo bianco, l'arco e le frecce assicurati ad un fianco della cavalcatura, e il suo viso esprimeva un misto di decisione e trepidazione - a Yan appariva chiaro che quel viaggio voleva dire molto per lei, e che non vedeva l'ora di arrivare a destinazione. E doveva ammettere che era curioso di sapere il perchè... ma non si aspettava certo che l'elfa cacciatrice, notoriamente reticente sul suo passato, avrebbe risposto volentieri ad una tale domanda.

"Okay, ragazzi. Io ci sono... e anche il mio fedele Shadowmist!" esclamò Yan, per poi salire agilmente in groppa al suo destriero. Shadowmist sbuffò e diede un paio di colpetti per terra con il suo zoccolo ferrato, per comunicare a tutti che era pronto a partire.

Un raro sorriso apparve sul volto serio di Shalelu, e l'elfa si riavviò i capelli con un gesto della mano. "Ottimo... siamo tutti in perfetto orario." disse, mentre un gruppetto di avventori usciva dalla taverna e si riuniva lì vicino per dare un ultimo saluto ai valorosi avventurieri. "Grazie per avermi permesso di unirmi a voi. Per me significa molto, e farò in modo di rendermi utile."

"Siete stata una compagna preziosa già la prima volta, signorina Shalelu." rispose Eli, tirando appena un po' le redini del suo cavallo. "Sono convinta che anche questa volta, il vostro aiuto si dimostrerà indispensabile. Bene, ed ora... tutti in viaggio verso Turtleback Ferry! Una volta lì, avremo molto da fare."

"Aspettate un momento, ragazzi!" esclamò una voce ormai nota. Quando Eli rivolse la sua attenzione alla piccola folla che si era riunita davanti alla taverna per salutare i nuovi eroi della città, vide che Mamma Grottle si era fatta strada tra gli avventori, con un grosso sacco sulle spalle. Con una naturalezza che sembrava incredibile per una signora della sua età, la locandiera lanciò il sacco a Yan, che lo afferrò al volo.

"Signora Grottle!" esclamò Jolan. "Un regalo per il viaggio?"

"Un po' di provviste! Qualcosa per ricordarvi di questa simpatica locanda quando sarete lontani a cavalcare verso l'orizzonte! Hehehee!" rispose la vispa anziana facendo il segno dell'okay. "E mi raccomando! Ricordatevi che quando passerete di nuovo per Magnimar, ci saranno sempre due stanze per voi nel mio locale!"

"Grazie, signora Grottle! Non ce ne dimenticheremo! Arrivederci a tutti!" esclamò Yan. Con un nitrito, Shadowmist si impennò fieramente e cominciò ad incamminarsi con passo deciso verso i cancelli di Magnimar. Eli e il suo cavallo si affrettarono dietro il giovane guerriero, e uno all volta, anche il resto del gruppo cominciò a prendere la strada verso Turtleback Ferry.

"A presto! Ricordatevi di noi!" salutò Reji con un sorriso radioso.

"Grazie di tutto!" rispose Nualia, con un tono più contenuto ma altrettanto caloroso. Shalelu, non esattamente un tipo di tante parole, si limitò a fare un cenno con la testa e fare un saluto agli avventori.

Misia strizzò un occhio mentre dava il segnale di partenza al suo pony. "Non mancheremo di tornare in questa graziosa locanda!"

"Augurateci buona fortuna!" concluse Jolan con un gesto sbarazzino. Chiudendo la fila, lo scaltro halfling e il suo pony seguirono il resto del gruppo, e dietro di lui, ancora per diversi secondi, riecheggiarono i saluti e le esclamazioni di incoraggiamento degli abitanti di Magnimar.

Cavalcando con calma lungo le strade della città in quel pomeriggio insolitamente tranquillo, il gruppo di Eli restò a guardare ancora per un po' il panorama di Magnimar che scorreva con calma e lentezza attorno a loro. Da quella distanza, Reji riuscì ancora a distinguere la cima dell'Orologio delle Ombre, dove aveva sostenuto la battaglia decisiva con la feroce Xanesha. Con un sospiro, la giovane monaca sorrise tra sè e rivolse un pensiero ad Aldern e a Iesha, augurandosi che avessero trovato la pace ora che il mostro che aveva manipolato Aldern era stato annientato.

"Tutto bene, Reji?" chiese Nualia con un cenno della testa. Adesso che Reji la vedeva ancora meglio, in sella al suo cavallo e con gli abiti e l'armatura tipici di una sacerdotessa guerriera di Sarenrae, la aasimar penitente dava ancora più l'impressione di una paladina valorosa.

La ragazzina Tian fece il segno dell'okay. "Tutto bene, Nualia. Solo... un po' di sciocco sentimentalismo da parte mia. Nonostante tutte le disavventure che abbiamo vissuto, Magnimar mi è piaciuta un sacco. Chissà quando ci torneremo..." affermò. "Ho l'impressione che il nostro viaggio a Turtleback Ferry sarà tutt'altro che una scampagnata."

"Del resto, se lo fosse stato non avrebbero chiesto il nostro aiuto." commentò Yan con un'alzata di spalle. "Ma non importa. Non appena avremo posto rimedio ai problemi di Turtleback Ferry e avremo scoperto cosa è successo a Forte Rannick, torneremo qui... e questa volta, spero che ce la potremo prendere più comoda!"

"Ottimo! Questo sì che è un progetto che mi piace!" esclamò Jolan. Anche la severa Shalelu si permise una risata a mezza bocca, prima di dare alcune indicazioni al gruppo.

"D'accordo. Come prima cosa, una volta che avremo lasciato Magnimar attraverso le porte a sud-est, cominceremo a cavalcare lungo le rive del fiume Yondakabari. Spero che riusciremo a percorrere una buona distanza prima di doverci fermare per la notte. Poi, per i due giorni successivi, continueremo a seguire il fiume, e dovremmo arrivare alle porte della Foresta di Sanos. Se riusciamo ad arrivare lì entro quel lasso di tempo, saremo in grado di raggiungere Turtleback Ferry con un buon anticipo." affermò l'elfa cacciatrice. "Che ne dite, vi può andare bene come itinerario?"

"Ottimo! Grazie per la tua guida, Shalelu!" rispose Misia. La femmina di gnomo si guardò indietro, ammirando ancora una volta la sua città natale, quasi volesse fissarsi in mente lo spettacolo degli edifici e dei monumenti di Magnimar prima di lasciarla per chissà quanto tempo...

Yan e Shadowmist si fermarono per un attimo e si voltarono indietro per ammirare a loro volta la Città dei Monumenti. Sarà stato il suo lato sentimentale a parlare, ma aveva la netta impressione che la grande città stesse salutandoli mentre partivano ancora una volta verso l'ignoto...

"Arrivederci, Magnimar." sussurrò il ragazzo, prima di rimettersi in viaggio assieme ai suoi compagni.

 

ooooooooooo

 

Otto giorni dopo...

Turtleback Ferry, una piccola città che sorgeva sulle rive piovose del lago Claybottom e il centro di scambio e commercio più importante di quella piccola regione. Nominalmente soggetta al governo di Magnimar, in realtà Turtleback Ferry era una città indipendente sotto molti punti di vista, e il fatto di essere sotto il controllo di Magnimar era più che altro una formalità, un accordo per proteggere la piccola città dalle devastanti incursioni degli ogre del Monte Uncino, in cambio di favori commerciali. Certo la città non aveva lo splendore di Magnimar, e ricordava più un posticino tranquillo ed ameno come Sandpoint.

Quando Eli e i suoi compagni giunsero nella piccola città, nel primo pomeriggio del loro ottavo giorno di viaggio, notarono quasi subito che, in effetti, c'era qualcosa di strano. I locali, incuriositi dall'arrivo di stranieri, si erano disposti su due file ai lati della fangosa strada principale che attraversava il villaggio, e nell'atmosfera aleggiava una strana tensione, che non era dovuta unicamente al clima piovoso. Il cielo era ingombro di nubi scure cariche di acqua, e dalle pozzanghere che costellavano il terreno si poteva facilmente capire che c'erano stati dei rovesci soltanto qualche ora prima. La stagione delle pioggie era arrivata presto quell'anno, con effetti deleteri sullo spirito degli abitanti del luogo.

Finalmente, uno degli abitanti di Turtleback Ferry si fece avanti con un po' di titubanza, e alcuni gli vennero dietro, incoraggiati dal suo esempio. "Non siete di queste parti, stranieri." disse l'individuo, un uomo alto e snello con i capelli neri tagliati cort e le mani coperte di piccole cicatrici, segno di una vita dedicata alla pesca. "Benvenuti a Turtleback Ferry. Possiamo esservi utili in qualche modo?"

Jolan si schiarì la voce e fece cenno ai suoi compagni di lasciar parlare lui e Shalelu. Con un agile balzo, l'elfa e l'halfling scesero da cavallo, in modo da parlare con gli abitanti di Turtleback Ferry da una posizione paritaria. "Buongiorno." rispose Jolan sgranchendosi la spina dorsale dopo la lunga cavalcata. A parte i momenti in cui avevano mangiato o dormito, i ragazzi avevano passato a cavallo quasi tutto quel tempo. "Potrei chiedere se Drelb e Makaya Hearthfire vivono ancora qui in città? Sono un loro cugino, e sono venuto a fare loro visita... assieme ad un gruppo di miei compagni!" Rivolse lo sguardo ai suoi compagni, che salutarono con dei cenni amichevoli. Nualia si schiarì la voce in segno di imbarazzo, notando come molti stavano già facendo caso ai suoi setosi capelli bianchi e alla sua carnagione bronzea.

"Inoltre... beh, avremmo bisogno di informazioni un po' specifiche." affermò Shalelu, nella cui voce si poteva avvertire un pizzico di tensione. "Ma immagino che per quelle dovremo rivolgerci a qualcuno in una posizione un po' più elevata... avete un sindaco, o comunque qualcuno che faccia da autorità in questa cittadina?"

Una donna anziana con un pesante vestito verde-grigio e i capelli grigi raccolti dietro la nuca sputò per terra prima di dare una risposta. "Aaaah, già! Per quello dovreste parlare con il nostro sindaco, il buon vecchio signor Shreed!" esclamò con voce roca. "Ma... se state cercando i cari Drelb e Makaya, loro vivono ancora qui! Si sono trasferiti un po' più lontano dalle acque dopo che Makaya si è ammalata di malaria, circa due mesi fa."

"Che cosa? Makaya ha avuto..." esclamò Jolan, sbalordito e dispiaciuto come lo apparivano anche i suoi compagni di viaggio. "Ma... ma se l'è cavata, vero?"

"Certamente! Altrimenti non ve ne staremmo qui a parlare!" rispose un altro abitante di Turtleback Ferry, un uomo dai capelli rossicci con un occhio strabico. "Grazie ad Erastil, il signor Shreed è stato in grado di curarla. Forse non lo sapete, ma lui è un chierico del divino Erastil."

Shalelu tirò un piccolo sospiro di sollievo. Se non altro, quella piccola comunità dava l'impressione di sapere il fatto loro e di essere pronti ad ogni eventualità. "D'accordo, vorrà dire che andremo a parlare con il signor Shreed come prima cosa... e poi andremo a far visita ai cugini di Jolan e a cercare di capire cosa stia succedendo da queste parti." rispose Eli, prendendo una rapida decisione. La maga mezzelfa fece un cenno a Yan, Nualia, Reji e Misia, e il gruppo smontò da cavallo e si sgranchì le gambe dopo la lunga cavalcata. "Grazie del vostro benvenuto, già che ci siamo. Il mio nome è Eli Clerks, maga della Roccia dei Profeti ed agente della società dei Pathfinder di Magnimar."

"Magnimar ha mandato addirittura dei Pathfinders?" chiese la vecchietta di prima. "Heh... che dire, spero che almeno loro riescano a venire a capo di quello che sta succedendo da queste parti..."

"Ci era stato parlato del problema delle Frecce Nere, prima che partissimo da Magnimar." affermò Yan. Prese gentilmente la mano a Nualia mentre quest'ultima scendeva da cavallo, e si accingeva a fare lo stesso con Reji, che però riuscì a smontare con un'agile capriola ed atterrare in piedi accanto al suo destriero. "Ma... forse è meglio che ne parliamo con questo signor Shreed, una volta che ci saremo un po' riposati."

"Vorremmo chiedere se fosse possibile che uno di voi ci annunci al vostro sindaco." chiese Eli con tono formale. "Per favore, ditegli che alcuni Pathfinder sono qui dietro richiesta di Lady Sheila Heidmarch e Lord Haldmeer Grobaras, il sindaco di Magnimar."

"Oh, certo... nessun problema." disse l'uomo che aveva parlato per primo, con un barlume di speranza nella voce. "Se... se da Magnimar hanno mandato dei Pathfinder, allora forse c'è qualche speranza di risolvere questa brutta situazione... ma immaginoche il signor Shreed vi dirà tutto quello di cui avete bisogno. Nel frattempo... stavate cercando gli Hearthfire, vero? Credo proprio che ci sia qualcuno qui in grado di portarvi da loro. Tabitha?"

Dalla folla si staccò una graziosa bambina di non più di nove o dieci anni, con i capelli rossi legati in una lunga treccia, un vestito di tela azzurra che portava i segni dell'umidità di quel luogo, scarpette di cuoio dall'aria rozza ma funzionale e un viso tondo spruzzato di lentiggini. "Sì, signor Henkerson!" esclamò. "Porto io i signori dagli Hearthfire."

"Grazie, piccola!" rispose Eli. "Allora, ragazzi, facciamo così: Jolan, Misia e Shalelu vadano con la piccola. Io, Yan, Reji e Nualia vedremo di parlare con il signor Shreed. Vi va bene?"

"Nessun problema, capo!" rispose prontamente Jolan, pronunciando l'ultima parola con amichevole ironia. "Anzi, grazie per la considerazione! Avevo una gran voglia di rivedere il vecchio Drelb. Sarà un'occasione per scambiarci le ultime notizie."

"Perfetto! Quando avete finito, raggiungeteci davanti al municipio." rispose Yan, mentre il gruppo consegnava i cavalli per farli portare in una stalla dove potessero finalmente riposarsi e sfamarsi. "E già che ci siamo, dove lo possiamo trovare, il municipio?"

"Non è troppo lontano da qui. Seguite la strada principale e poi svoltate alla seconda a sinistra. Proseguite ancora fino a superare il negozio di alimentari...  e da lì dovreste essere in grado di vedere il municipio. E' un edificio alto, di pietra bianca, con un doppio portone di legno scuro... non potete sbagliare!"

"Grazie mille! Okay, gente, ci vediamo dopo!" disse Reji, salutando i due avventurieri più piccoli e Shalelu mentre questi seguivano la piccola Tabitha verso l'abitazione dei cugini di Jolan...

             

oooooooooo            

 

"Ecco, signori, siamo arrivati!" disse Tabitha con un sorriso smagliante, indicando la loro destinazione con un gesto un po' teatrale.

L'abitazione degli Hearthfire, un piccolo edificio dal tetto spiovente che mostrava già diversi segni di riparazioni, era proprio quello che molti si sarebbero aspettati dalla casa di un halfling - un posticino modesto che poteva tranquillamente passare inosservato in una città come Turtleback Ferry. Le finestre erano chiuse, con i vetri appannati dalll'umidità, e diversi strumenti da agricoltura o da pesca erano riposti accuratamente in alcuni scatoloni di legno, coperti con dei teli per proteggerli meglio dal clima non troppo salubre. Jolan si avvicinò e tirò un sospiro nostalgico nel vedere la nuova casa dei suoi cugini, poi storse il naso con fastidio quando alcuni goccioloni di pioggia cominciarono a scendere dal cielo grigio sopra di loro. "Grazie, piccola... Ah, cavolo, adesso sta riprendendo a piovere! Meglio che corri a casa, tesoro, non è davvero il caso che tu ti prenda un malanno stando qui sotto l'acqua!"

"Aspetta..." disse Shalelu, per poi cercare nel suo zaino e tirare fuori una coperta che consegnò alla bambina. "Ecco. Usa questa per proteggerti dalla pioggia, e torna a casa il prima possibile."

"G-grazie, signorina... E arrivederci!" la piccola Tabitha ringraziò, coprendosi frettolosamente la testa e le spalle con la coperta. Mezzo secondo dopo, era già partita a razzo verso casa sua, mentre la pioggia cominciava ad intensificarsi. Non volendo restare sotto l'acqua più a lungo del necessario, Jolan raggiunse la porta della casa dei suoi cugini e bussò energicamente.

"Chi bussa?" esclamò una voce maschile un po' arrochita proveniente dall'interno.

Jolan fece un cenno di assenso a Misia e a Shalelu prima di rispondere. "Un amico!"

"Quale amico?" rispose prontamente la voce di una giovane donna.

"Andiamo, voi due! Non ditemi che non riconoscete più vostro cugino!" replicò Jolan con una risata divertita.

"Cosa? Sei davvero tu, Jolan?" chiese la voce maschile, ora già un po' addolcita. Una finestrella scorrevole sulla porta si aprì di scatto, facendo intravedere un paio di occhi dall'interno della casa.

"Ma sì, certo, Drelb, vecchio sciocco, chi vuoi che sia?" rispose Jolan, "Sono io, Jolan, il tuo cuginetto di Sandpoint!"

Finalmente, la porta si aprì e ne uscì un halfling piuttosto grassoccio, con la pelle che recava ancora qualche segno di abbronzatura, i capelli neri spettinati e un paio di folti baffi, che indossava una camicia bianca che aveva chiaramente visto tempi migliori e una sorta di tuta da lavoro completa di pantaloni sdruciti. Dietro di lui, sedeva una giovane donna halfling con i capelli castani scuri spettinati e lunghi fino alle spalle, che indossava una camicetta azzurra dalle ampie maniche e una gonna colorata lunga fino quasi alle caviglie. Nessuno dei due indossava scarpe o altre calzature, come del resto era prassi comune per gli halfling.

"Aaaah, che sorpresa! Jolan, vecchio mio!" esclamò l'halfling baffuto, andando ad abbracciare il cugino, che ricambiò il gesto. "Non ci avevi detto che saresti passato di qui! E chi sono queste due signorine? Non mi dirai che hai fatto conquiste, in questi ultimi tempi!"

"Jolan! Che bello rivederti! Come mai da queste parti?" esclamò la halfling castana, che senza dubbio doveva essere Makaya. Si alzò di scatto dalla sua sedia e andò ad accogliere calorosamente il cugino.

"Diciamo che... sono qui per una serie di affari molto importanti!" rispose Jolan, un po' imbarazzato per la precedente domanda di Drelb. "Ah, e scusate se vengo all'improvviso con queste due compagne... vi presento Misia Chen, oracolo del sole, e Shalelu Andosana, cacciatrice di goblin!"

"Piacere di conoscervi, signori Hearthfire!" rispose Misia con un saluto amichevole, mentre Shalelu si limitava a fare un cenno della testa e un lieve sorriso.

"Aaaah, un oracolo del sole! Esattamente quello che ci vorrebbe di questi tempi!" rispose Drelb mentre si scambiava una stretta di mano con Misia. "Ma non restiamo qui sotto la pioggia! Presto, venite dentro! Mi racconterete tutto con calma! Makaya, prepara qualcosa per i nostri ospiti! Questa è un'occasione speciale!"

"Grazie, cuginetto! Ne approfittiamo almeno per ora!" rispose Jolan. Lui e Misia entrarono senza problemi, ma Shalelu fu costretta a piegarsi sulle ginocchia per passare sotto lo stipite della porta. "Aaah, e così questa è la vostra nuova casa? Beh, mi sembra abbastanza simile alla vecchia, anche se ci sono delle differenze."

"Sì... due mesi fa ho contratto la malaria, e per fortuna che il nostro sindaco, che è un chierico di Erastil, aveva a disposizione un incantesimo Rimuovi Malattia che mi ha davvero salvato." rispose Makaya. Si avvicinò ad un focolare posto nel bel mezzo della stanza e vi gettò dentro un po' di legna secca, in modo da ravvivare il fuoco e riscaldare meglio la casa. "Da allora abbiamo deciso di trasferirci in un posto un po' più distante dall'acqua. Almeno così è un po' meno facile essere punti da qualche zanzara..."

"Sì, beh... non mi avevi mai detto che hai avuto questi problemi di salute." affermò Jolan. "Se l'avessi saputo, sarei corso qui per cercare di aiutarti."

Drelb sospirò. "Sì, probabilmente avremmo dovuto informarti. Ma ultimamente non è tanto facile scambiarsi notizie nella maniera tradizionale, qui a Varisia." rispose. "Eri a Sandpoint, quindi hai visto anche tu cosa sta succedendo in questi ultimi tempi. La tua città è stata attaccata dai goblin negli ultimi tempi... e in effetti ero preoccupato per la tua salute. Quei piccoli bastardi hanno cominciato ad attaccare abitazioni e villaggi dappertutto. Sembra quasi che qualcosa li abbia spinti ad una frenesia che non avevamo mai visto prima."

"Abbiamo anche sentito parlare degli ogre e dei troll del Monte Uncino..." intervenne Misia, mentre Makaya faceva bollire un po' d'acqua sul focolare. "Qual è la situazione? Anche loro sono in attività, immagino..."

"Purtroppo sì..." rispose Makaya con un brivido di orrore. "Fino a un paio di mesi fa, eravamo sicuri che quei mostri assetati di sangue non sarebbero arrivati fin qui. Le Frecce Nere li tenevano a bada... ma adesso non riceviamo più aggiornamenti da Forte Rannick, il loro quartier generale, e abbiamo paura che sia successo qualcosa da quelle parti. Senza... senza l'aiuto delle Frecce Nere, sarà solo questione di tempo prima che quelle orribili creature arrivino fin qui e facciano razzia... di provviste, animali e persone."

"Quanto di frequente arrivavano qui in città, le Frecce Nere?" chiese Shalelu. L'elfa ranger aveva drizzato le orecchie alla sola menzione della divisione incaricata di proteggere la regione.

Drelb versò un bicchiere di idromele a Jolan e uno per sè, e i due halfling fecero un piccolo brindisi al loro ritrovo. "Normalmente, oltre alle loro visite quando erano in licenza, arrivava ogni fine settimana una delegazione di ranger delle Frecce Nere." rispose. "Però, quando sono passate due settimane senza che arrivasse alcuna notizia di loro, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio inviare dei messi a Forte Rannick per vedere cosa stesse accadendo. Ma... nessuno di loro è tornato, e ormai temiamo il peggio. Credetemi, l'idea di dover essere travolti da un'orda di ogre e troll è davvero... terrificante."

"Preferirei di gran lunga essere mangiata viva da un troll, se si dovesse giungere a questo." sospirò Makaya. "Ho sentito quello che gli ogre fanno alle loro vittime... e qualsiasi morte sarebbe di gran lunga preferibile a cadere nelle loro mani."

Shalelu annuì lentamente, mentre la halfling castana le passava una tazza di acqua calda nella quale aveva messo in infusione delle erbe. "Grazie..." sussurrò l'elfa. "Posso... comprendere le vostre paure. Io detesto i goblin, e ho dato loro la caccia per anni, ormai... ma anche i goblin più crudeli che io abbia mai visto sembrano degli agnellini in confronto agli ogre." Fece una pausa e prese un sorso di tè caldo, per poi chiudere gli occhi e godersi la sensazione della bevanda calda che le scongelava le membra. "Però... in tutto questo, vorrei chiedere una cosa."

Drelb corrugò la fronte con evidente curiosità. "Huh? Se posso dare una mano, prego, chiedi pure."

Shalelu prese fiato prima di porre la sua domanda - e Jolan e Misia non poterono non notare come l'elfa cacciatrice sembrasse in qualche modo emozionata e trepidante. "Ecco... tra i ranger delle Frecce Nere che venivano di tanto in tanto a fare visita qui in città... non vi ricordate se per caso c'era un certo... Jakardros Sovark?"

"Jakardros...?" si chiese Misia. "E chi sarebbe? E'... un nome che mi giunge completamente nuovo."

Shalelu non sembrò sentire la domanda, e continuò a fissare con trepidazione appena percettibile prima Makaya e poi Drelb. L'halfling baffuto si grattò il mento, cercando di ricordare se per caso avesse sentito un nome simile da qualche parte. "Jakardros... Jakardros... hmm... strano, sono sicuro di avere già sentito questo nome da qualche parte..." affermò.

"Fatemi pensare. Ho anch'io l'impressione di aver sentito questo nome, da qualche parte..." Makaya si sedette accanto a Misia e cominciò a pensare, sentendo lo sguardo speranzoso della femmina di gnomo fisso su di lei. Qualche secondo dopo, la halfling castana spalancò gli occhi e si diede un colpo sul palmo della mano in un gesto di improvvisa realizzazione! "Ah! Ma certo! Certo che l'ho sentito! Ora ricordo! Drelb, non ricordi cosa è successo alcuni mesi fa? Alcuni ogre erano riusciti ad aggirare Forte Rannick e stavano arrivando qui per razziare... ma per fortuna, c'erano alcuni ranger delle Frecce Nere che li hanno fermati e fatti fuori tutti! E tra loro... ce n'era uno di mezza età, con una benda sull'occhio destro, e i baffi e la barba neri! Non ti ricordi di lui?"

"Una benda sull'occhio destro..." sussurrò Shalelu, i cui occhi si erano spalancati in un'espressione di stupore, indignazione e preoccupazione al tempo stesso. "La barba e i baffi neri... sì... sì, è proprio lui! Ne sono sicura! E' quel disgraziato! Allora... è stato qui per tutto questo tempo... e non si è più fatto sentire!" esclamò all'improvviso, sorprendendo Jolan e Misia con quell'improvvisa dimostrazione di rabbia ed ansia. Erano abituati a vedere Shalelu sempre così seria e controllata... ma da quando la missione era iniziata, la sua maschera stoica era più di una volta scivolata via, dando modo alle sue emozioni rimaste sotto controllo di emergere per qualche attimo. E adesso, questa maschera si era sgretolata.

"S-signorina Shalelu?" chiese Jolan stupefatto, guardando la loro alleata con crescente stupore. "Che... che sta dicendo? Chi sarebbe questo Jakardros? Io... non l'ho mai sentita pronunciare questo nome, da quando siamo partiti da Magnimar!"

Shalelu prese fiato, sentendosi improvvisamente affaticata dopo che le sue emozioni erano salite alla superficie come l'eruzione di un vulcano che da troppo tempo era rimasto in silenzio. L'elfa strinse una mano a pugno e restò ferma dov'era, fremente di rabbia... per poi sedersi di nuovo e massaggiarsi la fronte.

"Io... chiedo scusa. Mi... mi sono lasciata prendere la mano." affermò. "Vi ho detto che avevo i miei motivi per venire con voi a Turtleback Ferry, no?"

"Beh... certo, questo me lo ricordo..." replicò Misia, allo stesso tempo confusa e curiosa di saperne di più. "E a questo punto, mi sembra ovvio che riguarda questo Jakardros... ma chi sarebbe costui? E'... una questione molto importante per lei, questo mi sembra più che evidente..."

"Sì... è la verità, è una questione... molto personale." rispose Shalelu con espressione gelida. "E ora vi dirò anche il perchè... Jakardros Sovark è il mio patrigno!"

 

oooooooooo

 

Il sindaco di Turtleback Ferry, Maelin Shreed, era un uomo di colore di mezza età, non più nel pieno della forma fisica ma con uno sguardo acuto e una parlantina svelta, che aveva ricevuto gli avventurieri provenienti da Magnimar non appena gli era stato possibile, e non aveva potuto nascondere un misto di sorpresa e sollievo quando li vide entrare nel suo ufficio.

"Grazie ad Erastil siete arrivati presto. Stavo cominciando a temere, visto che il sindaco Grobaras mi aveva più volte risposto che non aveva nessuno da mandare." esordì, scambiandosi una stretta di mano con ciascuno dei quattro avventurieri. Privatamente, era rimasto un po' sorpreso dal fatto che Yan fosse l'unico uomo del gruppetto - la fede di Erastil, di cui il sindaco Shreed era un chierico, era notoriamente un po' maschilista.

"Siamo venuti non appena abbiamo potuto. Abbiamo avuto a che fare con un po' di prolemi anche lì a Magnimar, e temiamo che quanto sta accadendo qui a Turtleback Ferry sia collegato." rispose Eli aggiustandosi gli occhiali. "Ma... perdonate i miei modi, non mi sono neanche presentata. Il mio nome è Eli Clerks, maga della Roccia dei Profeti... e loro sono i miei compagni: Yan Gudril, spadaccino di Sandpoint; la sua compagna di viaggio Reji, nativa del Minkai... e Nualia Tobyn, sacerdotessa guerriera del Fiore del Mattino. Altri tre dei nostri compagni stanno al momento facendo visita a conoscenti in città."

"Come ho detto, sono felice che siate venuti. Turtleback Ferry sta attraversando dei momenti molto difficili, e temiamo che la situazione potrebbe peggiorare entro breve, se non si troverà una soluzione." affermò Shreed. "Fino a poche settimane fa, potevamo contare sulle Frecce Nere per proteggerci... ma adesso non abbiamo più avuto risposta da loro. Non sappiamo più neanche dove si trovi il loro leader, il comandante Lamatar Bayden."

"A proposito di Forte Rannick... temo di non poter dare buone notizie." affermò Yan, tirando fuori da una tasca un foglio stropicciato e passandolo al sindaco. "Questa lettera, che abbiamo trovato durante le nostre investigazioni a Magnimar, fa menzione di Forte Rannick, e l'autrice afferma che ormai dovrebbe essere sotto il loro controllo."

Con evidente preoccupazione, Shreed prese il foglio e cominciò a leggere, scuotendo la testa una volta giunto alla fine. "Beh, questo conferma le mie paure. Non so come sia successo... ma pare che Forte Rannick sia stato attaccato da qualcuno... o qualcosa... e mentre parliamo, in questo momento, potrebbe già essere sotto il controllo del nemico. A chi era indirizzata questa lettera?"

"Ad una lamia matriarca di nome Xanesha, che aveva preso il controllo di un culto di Norgorberiti a Magnimar." spiegò Reji. "I seguaci di Xanesha incidevano il simbolo del leggendario Sihedron, la stella a sette punte che tradizionalmente è associata all'antica Thassilon, sui corpi delle loro vittime."

"E c'è di più... le loro vittime erano praticamente tutte delle persone note per la loro avarizia, o per la loro avidità di denaro." continuò Nualia, cercando di evitare di incrociare lo sguardo del sindaco. "Sembra... che facendo così riescano a raccogliere le loro anime... per qualche scopo che al momento ci sfugge."

"Capisco..." affermò il sindaco, e restituì la lettera a Yan. "Quindi anche questa Lucrecia, con ogni probabilità, è una lamia matriarca... A proposito, dove si trova Xanesha in questo momento?"

Reji fece un sorrisetto fiero. "Sono contenta di poterle dire che quella stronza è due metri sotto terra. Me ne sono assicurata io stessa." affermò, ancora orgogliosa della sua vittoria sulla crudele donna-serpente. Eli strizzò un occhio imbarazzata per il modo di esprimersi della ragazzina Tian, ma il sindaco si limitò a fare una risata a mezza bocca "Almeno di lei non dobbiamo più preoccuparci. Ma resta ancora questa Lucrecia."

"Ovviamente, immagino che non sappiate se in città c'è una persona che si chiama Lucrecia..." azzardò Eli. No, in effetti la cosa era impossibile. Se Lucrecia era astuta quanto lo era stata Xanesha, sicuramente si era ben premurata di nascondere le sue tracce, e non si era lasciata dietro nulla che potesse permettere di risalire a lei tanto facilmente.

E infatti, come la mezzelfa si era aspettata, il sindaco Shreed scosse la testa. "Purtroppo no... temo di non potervi aiutare da questo punto di vista. E non mi risulta di aver visto segni particolari sui miei concittadini. Quindi... davvero non so da dove potreste iniziare." affermò.

Eli si fermò a pensarci su per qualche istante. In effetti, sul momento non le veniva in mente nulla di particolare. Avevano ben poco da cui partire, e la sola cosa sensata da fare era molto probabilmente andare a controllare di persona cosa stesse accadendo. "Hmm... va bene, capisco. Allora... credo che io e i miei compagni non possiamo fare molto altro che cercare di raggiungere Forte Rannick e renderci conto noi stessi del motivo per cui non danno più risposta. Se sarà possibile, cercheremo anche di risolvere il problema. Se per voi va bene, ragazzi... io partirei anche domani."

"Sì, credo che siamo tutti d'accordo." rispose Yan. Anche Reji e Nualia fecero un cenno per esprimere il loro accordo. "Più aspettiamo, più quelle bestiacce che vivono sul Monte Uncino hanno il tempo di organizzarsi e scendere su Turtleback Ferry per razziarla. Dobbiamo fare il possibile per risolvere questa situazione quanto prima."

"Allora prendiamoci il tempo di comprare un po' di equipaggiamento per il viaggio... e poi partiamo." rispose prontamente Reji. "Se c'è la possibilità che abbiamo a che fare con dei troll... dobbiamo procurarci un bel po' di fuoco dell'alchimista. Spero che ne vendano, da queste parti..."

Shreed li rassicurò con un breve sorriso e un cenno del capo. "Di questo non dovete preoccuparvi. Non saremo una grande città come Magnimar, ma abbiamo tutto l'equipaggiamento di cui potreste avere bisogno, e anche qualche oggetto magico se è necessario." rispose. "Detto questo... state molto attenti mentre vi dirigete verso Forte Rannick. Le terre selvagge attorno a Turtleback Ferry sono diventate molto più pericolose di recente. A parte animali selvaggi come orsi, puma e cinghiali, pare che di recente siano aumentate anche le attività dei Graul, una famiglia di mezzi-ogre particolarmente crudele e depravata che caccia nei dintorni della nostra città. Vi auguro di non incontrarli mai sulla vostra strada..."

"Beh, certo non saremo noi ad andarli a cercare..." affermò Eli, trattenendo una smorfia di disgusto al pensiero dei mezzi-ogre, mostruosi ibridi nati dall'unione - mai consenziente - tra un umano (o un semiumano, o un umanoide) e un ogre. "D'accordo. Cercheremo di stare il più attenti possibile. E avvertiremo anche i nostri amici. Coraggio, ragazzi... avremo bisogno dell'aiuto di tutti quanti, se vogliamo uscire interi da questa crisi."

Shreed si permise un sorriso speranzoso mentre osservava Eli e i suoi compagni che si scambiavano cenni di intesa e decisione. Dopo tutte quelle settimane di incertezza e paura, almeno adesso sapeva che quei ragazzi erano pronti a dare una mano...       

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

 

  
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