Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: fiorediloto40    20/10/2023    1 recensioni
Quando arrivò in prossimità del primo tempio, accadde qualcosa di insolito. Normalmente non avrebbe dato peso ad una scena come quella, passando oltre con disinteresse e celerità, tuttavia, qualcosa di più forte di lui lo costrinse a fermarsi...il terzo guardiano non avrebbe saputo spiegare perché, ad un certo punto, sentì il bisogno di sopprimere il proprio cosmo per nascondersi dietro ad una delle colonne...ma fu proprio quello che fece, osservando di nascosto le due persone che parlavano tra di loro.
************************
I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Gemini Saga
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccoci, infine, arrivati all’epilogo di questa storia. 
Ringrazio in modo speciale chi, con grande gentilezza, mi ha lasciato le sue impressioni man mano che i capitoli si sono avvicendati, e ringrazio di cuore tutti voi che li avete letti.
Siete stati tanti, e io, sinceramente, non me lo aspettavo. Non me l’aspettavo perché questa non è una coppia convenzionale, non è tra le più gettonate...è una coppia che io stessa non avrei mai pensato potesse piacermi, e infatti non mi piace...mi ha stregata! 

E proprio perché non me l’aspettavo, la vostra partecipazione costante mi ha davvero emozionata.
Grazie ancora, uno ad uno. Di cuore.
______________________________________________________________________________________________________

La luce che filtrava dalle tende attraversò le palpebre chiuse di Saga, destandolo dal sonno profondo.

In realtà, si era addormentato tardi, molto tardi, e la ragione era più che ovvia...completamente perso a guardare Mu non si era accorto del tempo che passava, e dopo aver vegliato sul suo sonno, il suo stesso corpo si era arreso alla fatica di una giornata infinita, prendendosi il meritato riposo indipendentemente dalla volontà del suo proprietario.

Un grugnito di fastidio accompagnò lo scomodo risveglio dei suoi sensi, e stava quasi per girarsi, cercando l’agognata oscurità nell’altra sponda del letto, quando finalmente si rese conto di non essere solo. Tra le sue braccia, nella stessa posizione in cui lo aveva sistemato la notte precedente, Mu sembrava dormire un sonno pacifico.

Saga non sapeva cosa stesse accadendo nel corpo del lemuriano, tuttavia, la sua espressione, così beata, e dolce, lo rendeva più simile ad un angelo che ad un essere umano...sembrava il volto di qualcuno che non fosse mai stato sfiorato dal male e invece...

E invece no. Sospirò. Il male lo aveva attraversato più volte nella sua giovane vita, talvolta, ahimè, anche per colpa sua.

Ma per uno strano scherzo del destino, una delle peculiarità che rendevano il primo guardiano un essere speciale, differente da tutti gli altri, era proprio questa...sebbene il male avesse incrociato più volte la sua vita, direzionandola e determinandone le sorti, sembrava essere impermeabile ai suoi effetti...

Con tenerezza accarezzò il suo viso delicato, scostando alcune ciocche di capelli che, durante la notte, erano sfuggite al laccio che le teneva legate, provocando un sospiro nel loro proprietario. Saga sorrise della grazia che, persino nel sonno, era parte integrante dell’essenza di Mu. Inoltre, cosa non meno importante, il fatto che i suoi riflessi rispondessero non poteva essere altro che un buon segno.

Con i sensi ormai completamente desti, Saga si rese finalmente conto di cosa fosse davvero accaduto nelle ultime ore.

Mai, da che ne aveva memoria, aveva trascorso la notte dividendo il suo letto con qualcun altro. Né con le tante avventure che si era concesso nei lunghi anni di reggenza del Santuario, né, tantomeno, con Shaka. Il solo pensiero di dover dividere il suo spazio più privato con qualcun altro, gli aveva sempre provocato un certo fastidio a livello epidermico...e il suo vecchio partner la pensava esattamente come lui, dato che non aveva mai avanzato quel tipo di pretesa né dato l’idea di volerla. Per fortuna.

Il sesso era una cosa, e il grado di conoscenza non aveva alcuna importanza...ma trascorrere un’intera notte con un’altra persona significava dargli accesso alla propria intimità...stabilire una confidenza che non contemplava passi indietro.

Eppure...lì, tra le quattro mura più fredde tra le quali avesse mai dormito, Saga poteva tranquillamente ammettere di non essersi mai sentito così bene. Il senso di pienezza che provava non era paragonabile a nessuna delle soddisfazioni che, con le buone o con le cattive, si era preso nel corso della sua vita. La sensazione di essere vivo e di non aver bisogno di nient’altro di più di ciò che aveva lo faceva sentire così bene da fargli desiderare di rimanere in quella posizione per sempre.

Spostò lo sguardo in basso, riportando i suoi occhi su ciò che teneva ancora saldamente tra le braccia. 

È così che doveva essere. È così che avrebbe dovuto essere già da molto tempo.

Portò due dita sotto il mento di Mu, alzandolo con delicatezza per potergli baciare le labbra...sorrise sentendo il loro calore. Finalmente. Sperava con tutto il cuore di essere sulla strada giusta, e che, a breve, Mu si risvegliasse...

- Oggi torniamo a casa - gli sussurrò in un orecchio, ed il modo in cui Mu mosse gli occhi sotto le palpebre lo convinse ulteriormente del fatto che potesse sentire tutto ciò che gli diceva - Torniamo a casa nostra Mu...e non vedo l’ora che tu apra gli occhi...per poterti finalmente dire quanto ti amo... -.

Un sussulto. Un sospiro. Sì...Mu aveva sentito tutto.

****

- Come sta Camus? - domandò con le spalle rivolte all’ingresso.

Sebbene fosse intento a lavorare nel suo tempio, Dohko non ebbe difficoltà a sentire Shion entrare nel suo personale spazio, nonostante il passo leggero del Patriarca.

- Sta bene - rispose Shion niente affatto sorpreso - È molto provato...questo è certo...il suo organismo è stato messo a dura prova, ma, oltre ad avere dimestichezza con le basse temperature, è giovane...quindi si riprenderà presto -.

- Molto bene... - Dohko annuì continuando a dare le spalle al vecchio Ariete - io ho quasi finito -.

- Cosa stai facendo? - Shion aggrottò i tilak.

La tensione tra loro avrebbe potuto fendere l’aria per quanto fosse spessa e stesse appestando il settimo tempio.

- Ho preparato una medicina a base di erbe...crescono solo ai Cinque Picchi... - dopodiché, senza dare ulteriori spiegazioni, prese la bottiglia nella quale aveva filtrato lo strano liquido, per dirigersi verso l’uscita.

- Dove stai andando? -.

- Che domande...da Camus ovviamente... - il guardiano della Bilancia allargò le braccia come se fosse ovvio - deve berlo finché è caldo -.

Nonostante il tono di voce usato da Dohko fosse calmo come sempre, Shion non poté non notare la freddezza con la quale il suo amante gli parlava. Lo conosceva bene...ah se lo conosceva! Sapeva perfettamente che Dohko non aveva affatto digerito la discussione che avevano avuto al Grande Tempio...

Allo stesso tempo, però, non voleva che le cose rimanessero così.

- Dohko... - Shion prese un respiro profondo, prima di continuare - dobbiamo parlare -.

Il settimo guardiano annuì, non sfuggendo allo sguardo color ametista del compagno, che sembrava supplicarlo di sistemare le cose. E Shion non era uno che supplicava. Non era uno sciocco...anche lui odiava litigare con Shion...quell’Ariete ingestibile era la sua ragione di vita, soprattutto dopo la loro rinascita. Aveva giurato a se stesso che, pur continuando a servire la causa di Atena, in questa nuova vita si sarebbe finalmente concesso di essere felice, e la sua felicità non poteva prescindere dall’avere accanto la sua pecora scontrosa.

Avrebbe sistemato le cose, ma non ora. Ora la priorità era guarire quei ragazzi che si affidavano ciecamente alla loro saggezza, al loro giudizio...in quel momento la priorità era Camus, che necessitava di recuperare le sue forze il prima possibile. 

In attesa che anche Mu tornasse.

Senza rispondere, Dohko si voltò dando le spalle a Shion, continuando in direzione dell’uscita.

****

Dopo aver ringraziato dell’ospitalità il comandante Einar, che ora occupava il posto che fino al giorno prima era stato dell’anziano maestro, Saga tornò nella stanza che aveva occupato con Mu, pronto a tornare finalmente al Santuario. E riportare Mu a casa.

La cura mattutina aveva seguito quella della sera precedente, con un’unica variante...la sensazione, quella sorta di adrenalina che aveva percorso Saga come una scossa quando, svegliandosi all’alba, aveva aperto gli occhi sul viso di Mu. E che continuava in quella che avrebbe potuto considerare un’anteprima di un’eventuale vita insieme. Se Mu fosse stato d’accordo ovviamente...

In quel momento pensò che se il lemuriano avesse aperto gli occhi su di lui gli sarebbe venuto un colpo; sì, perché se la sola vista di quel viso serenamente addormentato aveva sollecitato il suo muscolo cardiaco fino spingerlo furiosamente contro le sue costole, poterlo guardare in quei grandi occhi color smeraldo gli avrebbe potuto far perdere la ragione.

Anche se...nonostante questi pensieri, dai quali uscì sorridendo leggermente, non c’era niente che desiderasse più del risveglio di Mu...

- Andiamo a casa amore mio - sussurrò sfiorando l’orecchio con le labbra, prima di sentire un piccolo sospiro uscire dalle labbra di Mu...sulle quali naturalmente non si attardò a poggiare le sue, in una leggera e morbida carezza.

Sì. Decisamente Mu poteva sentire tutto. E soprattutto, stava meglio, quindi avrebbe potuto riportarlo a casa.

Quando entrambi furono pronti, aprì il suo portale dimensionale e, tenendo sempre Mu tra le braccia, lo attraversò con l’intenzione di arrivare al Santuario il prima possibile. Mu stava benino, ma non voleva rischiare che il passaggio stressasse troppo le sue deboli difese, ragion per cui accelerò il passo il più possibile.

Come se qualcuno avesse ascoltato i suoi pensieri, e forse era così dato che questo qualcuno sapeva sempre prima di lui di cosa avesse bisogno, dopo qualche secondo trovò Kanon, che gli venne incontro per aiutarlo a tornare rapidamente nelle loro case.

Anche se...non gli permise di portare il primo guardiano, nonostante la sua offerta...

- Come state? - la domanda di Kanon era rivolta ad entrambi. Sebbene Mu sembrasse quello messo peggio, sapeva che anche per Saga tutto ciò che era accaduto non era stata una passeggiata.

- Io sto bene - Saga annuì in segno di ringraziamento - e per quanto riguarda Mu sta meglio di ieri...anche se non si è ancora svegliato - concluse indicando il lemuriano tra le sue braccia. E non senza lasciare trasparire un velo di malinconia nella sua voce.

- Non preoccuparti - Kanon mise una mano sulla spalla del fratello - Mu è forte inoltre...adesso è a casa sua... -.

- Spero che Shion o Dohko sappiano cosa fare - Saga guardò Kanon negli occhi alla ricerca di una conferma che, razionalmente sapeva di non poter pretendere, ma che irrazionalmente sperava di poter ricevere.

- Sta’ tranquillo...la vecchia mummia si è già messa all’opera - Kanon sorrise usando l’epiteto con cui normalmente punzecchiava Dohko e che gli procurava sempre una risposta sarcastica - quando ha saputo quello che è successo si è rinchiuso nel suo tempio...è sparito solo per qualche ora...immagino per andare a Rozan...dopodiché nessuno lo ha più visto fino a quando non è uscito per andare da Camus... - e prima che Saga potesse chiedere anticipò la risposta - Camus sta bene...un po' ammaccato...ma dopo la visita di Dohko sta meglio -.

Saga annuì, dopodiché riportò l’attenzione sul dolce peso che portava, scuotendo lentamente il capo - Ho cercato Kanon...ho fatto di tutto per rianimarlo, ma, come vedi, non ci sono riuscito -.

- Si sveglierà - Kanon strinse la mano che teneva sulla spalla del fratello guardandolo fiducioso - prima di quanto immagini -.

Dopodiché si avviarono nella parte più privata del tempio, portando Mu in camera e adagiandolo con cura sul suo letto.

Se, fino a qualche tempo prima, qualcuno avesse detto a Kanon che il suo gemello fosse capace di trattare qualcuno con tale riguardo, probabilmente gli avrebbe riso in faccia senza molta cortesia, ma ora, guardando i movimenti attenti di Saga come se li vedesse per la prima volta, si rese conto di quanto suo fratello fosse cambiato nel giro di così poco tempo. O piuttosto...Saga era sempre stato così, solo, non aveva mai trovato qualcuno che lo meritasse.

- Vuoi che vi lasci soli? - domandò Kanon uscendo dai suoi pensieri.

- Ti chiedo solo un momento per spogliare Mu e metterlo a letto - rispose Saga mentre sistemava le coperte, facendo sorridere il gemello per la sua gelosia malcelata - puoi attendere in soggiorno e tra l’altro...credo che non sarai solo per molto... - aggiunse alzando un sopracciglio.

Kanon annuì con una leggera smorfia.

Per entrambi, infatti, non era stato difficile riconoscere l’imminente arrivo di due cosmi molto potenti, i cui proprietari, avendo percepito il ritorno degli ultimi ori mancanti, si stavano dirigendo speditamente verso il primo tempio. E infatti, poco dopo, Kanon ricevette entrambi nel soggiorno dell’Ariete, portandoli subito dopo nella camera da letto di Mu.

- Come sta? - domandò Shion non riuscendo più a fingere indifferenza nei confronti del suo allievo. Quell’allievo che, ora, giaceva sul suo letto come una bellissima statua addormentata.

- Meglio...ovviamente rispetto a quando è stato attaccato - Saga rispose non staccando gli occhi da Mu - ma, purtroppo, è ancora incosciente - la voce tradì il suo dispiacere - ho cercato di svegliarlo ma...al momento ancora niente -.

Shion non rispose, ma gli era bastato quel poco che aveva visto e sentito per rendersi conto di molte cose, in modo particolare, del perché Saga fosse ancora lì, al capezzale del suo allievo, invece che nel suo tempio a riposare, come sarebbe stato logico al ritorno da una missione così difficile. Tuttavia, scelse di non dire niente. Sia Mu che Saga erano grandi abbastanza per decidere da soli cosa fare della loro vita sentimentale.

Ovviamente Shion non era stato il solo a notare cosa stesse accadendo tra i due cavalieri, ma, esattamente come il suo compagno, anche Dohko decise saggiamente di non intromettersi. La cosa più importante, al momento, era che Mu si svegliasse, dopodiché, sarebbe stato più che capace di prendersi cura della sua vita senza consigli non richiesti. 

Nel silenzio generale, fu proprio Dohko che, con la tipica calma che lo caratterizzava, quella calma alla quale così bene aveva educato anche Mu, si avvicinò al letto, abbassandosi per portarsi all’altezza del primo guardiano. 

Con una mano accarezzò il bel volto addormentato e, avvicinandosi leggermente all’orecchio di Mu, cominciò a parlare, intonando qualcosa di simile ad una canzone. 

Saga e Shion si guardarono perplessi, non capendo cosa la Bilancia stesse facendo. Forse stava cantando una nenia, anche se nessuno dei due avrebbe saputo dire di cosa si trattasse, dato che Dohko recitava quelle parole nella sua lingua madre.

Una lingua madre antica probabilmente, considerato che neanche Shion, che aveva imparato i rudimenti dell’idioma cinese, ne comprendeva il senso.

Tuttavia, dopo un po’ il risultato di quelle parole, che apparivano incomprensibili ai presenti, ebbero come effetto quello di meravigliare Shion, oltreché di far spalancare gli occhi di Saga...piccolo, leggero, ma visibile...il sorriso sulle labbra di Mu strappò il velo di malinconia e preoccupazione che aleggiava nella stanza.

- Quindi... - Shion faticò un po' a riprendersi - quindi...può sentirti?! Cosa gli stai dicendo? - chiese rivolgendosi a Dohko.

- Una canzone...gliela cantavo sempre quando non stava bene o non riusciva ad addormentarsi... - Dohko parlò con la sua solita calma - Certo che può sentire... - annuì sorridendo leggermente - Mu sente tutto...gli manca solo un piccolo passo in più per svegliarsi - aggiunse accarezzando la testa del lemuriano.

- Allora...non c’è tempo da perdere... - farfugliò Shion preparandosi a tornare al tempio patriarcale - devo andare al mio tempio...lì ho tutto l’occorrente per preparare il mio rimedio tibetano...sì, certo...quello che davo sempre a Mu quando era piccolo e... - ma si bloccò seduta stante quando vide il settimo guardiano scuotere il capo in segno di diniego.

- No - Dohko confermò a parole - purtroppo quel rimedio non farebbe altro che indebolirlo -.

- Di che stai parlando? - Shion si accigliò. Il rimedio lemuriano, un infuso preparato principalmente con piante che crescono solo intorno alla torre del Jamir, era sempre stato un rimedio infallibile per la loro razza. Lui stesso lo aveva dato più volte al piccolo Mu quando era preda di malanni infantili.

Comprendendo la perplessità del suo partner, Dohko si sentì in dovere di dargli delle spiegazioni - Evidentemente, con il tempo, Mu deve aver sviluppato un’allergia a qualcuna delle piante del Jamir - il tono di voce della Bilancia continuava ad essere calmo - L’ultima volta che ha preso quell’infuso era già a Rozan...ebbe una reazione allergica che lo portò vicino alla morte... - poi, con un sorriso di comprensione, incoraggiò il Patriarca - non preoccuparti, ho già tutto pronto, devo solo andare al mio tempio a prenderlo -.

- Non so più niente di lui... - ammise Shion scuotendo leggermente la testa, mostrando un sorriso malinconico - Sono stato il suo maestro eppure...non so più niente di ciò che lo riguarda... -.

- La colpa è solo mia - fino a quel momento, Saga si era limitato ad ascoltare ciò che veniva detto, senza particolare interesse a dire il vero, dato il suo sguardo perennemente fisso su Mu - Se fossi stato più forte...se non fossi impazzito... - tuttavia non poté continuare, messo a tacere dai gesti eloquenti di entrambi i decani che disapprovarono le sue parole.

- Ne abbiamo già parlato Saga - disse Shion alzando una mano per zittirlo - tutti noi abbiamo accettato il nostro destino...allora come adesso... -.

- È proprio così - continuò Dohko - e se ora siamo qui, e viviamo in tempi di pace, è perché tutto è andato esattamente come doveva andare...sarebbe bastato cambiare una cosa, la più piccola, e ora la terra sarebbe un inferno -.

Saga annuì spostando lo sguardo sul pavimento. Non era la prima volta che faceva quel discorso con i due cavalieri più anziani del Santuario eppure...era più forte di lui. Quando pensava alle sofferenze che il suo alter ego aveva inflitto nei tredici anni di potere incontrastato finiva sempre con il sentirsi responsabile. Sarebbe mai riuscito a guarire dai sensi di colpa?

Sospirò leggermente riportando lo sguardo davanti a sé...il viso sereno di Mu gli scivolò negli occhi arrivando alla sua anima, accarezzandola come un balsamo e facendo piegare le sue labbra in un piccolo sorriso.

Forse sì.

****

Seduto sul divano, Kanon vide Shion e Dohko attraversare con passo spedito il soggiorno del primo tempio in direzione dell’uscita, che infilarono dopo avergli rivolto un rapido cenno di saluto.

A voler essere onesti, ad un certo punto della conversazione si era sentito di troppo, preferendo ritirarsi in un’altra parte della casa e rispettando la privacy delle persone realmente coinvolte. Infatti, per quanto gli stesse a cuore il destino di Mu, era perfettamente conscio di non rappresentare altro che un amico per lui, mentre, in quel momento, aveva urgente bisogno dei suoi affetti più cari.

Kanon allungò un sorriso storto, che abbellì ulteriormente il suo già splendido viso.

Non gli aveva fatto particolarmente male. Certo...non avrebbe potuto dire di essere contento, perché, per un momento della sua vita, aveva davvero sperato di poter avere un compagno come Mu, un partner che sapesse capirlo, che lo accompagnasse in questa nuova vita, che avesse la forza di affrontare il suo passato quando il peso di ciò che era accaduto era troppo anche per lui...tuttavia, per quanto la sua parte irrazionale potesse pensare a quest’evenienza, quella razionale era ben più cosciente...

Mu amava Saga. Lo aveva sempre amato. 

E, per fortuna, sembrava che anche suo fratello si fosse finalmente svegliato dal sonno che aveva annebbiato la sua ragione, rendendolo facile preda di chi non lo meritava affatto. Sì...perché anche se Saga non se ne rendeva conto, la sua indole gentile lo rendeva davvero una persona fuori dal comune, degna di qualcuno che avesse un animo nobile almeno quanto il suo.

Kanon sbuffò. Quanto tempo aveva sprecato suo fratello a causa di Shaka...

E, per una strana ironia della sorte, si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo quando si rese conto di come il suo pensiero avesse invocato uno dei suoi incubi peggiori. Sì, perché per lui non fu difficile sentire il cosmo della Vergine farsi sempre più vicino...

Senza lavorare troppo di fantasia, si rese conto di quanto l’arrivo del sesto guardiano fosse tutto fuorché un buon segno, anche se sembrava non essere solo. Un altro cosmo, forte, energico, impetuoso, lo seguiva ad una distanza ravvicinata.

****

- Adesso mi segui anche...Leone?! - Shaka non poté impedire di mostrarsi acido. Non quando, dopo aver attraversato il quinto tempio, si rese conto di non essere solo nel tragitto che stava percorrendo in direzione della prima casa.

Ebbene sì...nonostante gli ultimi giorni avessero portato alla luce la verità su molte questioni, la Vergine si ostinava a rinchiudersi nel suo mondo, nella convinzione che, tutto sommato, Saga stesse solo attraversando un periodo, e che presto sarebbe tornato sui suoi passi. D’altronde, per il cavaliere della Vergine era inconcepibile l’idea di essere secondo a qualcun altro...almeno nella sua testa.

- Stai delirando - senza scomporsi e con un tono di voce incredibilmente basso per lui, Aiolia non accennò neanche a fermarsi per rispondere alla domanda del suo compagno.

- Ah sì? - Shaka lo sfidò - Perché sembra proprio che tu mi stia seguendo! E, per uno strano caso del destino, hai deciso di uscire quando io sono passato davanti a casa tua...giusto? - .

Aiolia, che nel frattempo era avanzato rispetto alla Vergine, fermò i suoi passi, riflettendo per qualche istante prima di voltarsi lentamente e guardare il compagno d’armi. Uno sguardo che lo percorse dalla testa ai piedi, per poi soffermarsi sui bellissimi occhi azzurri dell’indiano.

Aiolia pensò che lo sarebbero stati davvero...bellissimi...se solo avessero espresso qualcosa di più della solita sufficienza che riservavano al prossimo. Scosse con lentezza il capo, pensando che no...Shaka non sarebbe mai cambiato. Se tutto ciò che avevano vissuto non lo aveva spinto ad intraprendere un nuovo percorso che partisse dal dover mettere in discussione molte delle sue convinzioni, niente lo avrebbe mosso dalle sue posizioni granitiche. Per quanto palesemente errate fossero.

- Sto andando a trovare Mu, il mio amico Mu - sottolineò le ultime parole con serietà - per vedere come sta...e questo non ha niente a che vedere con te...che con tutta probabilità sei diretto nello stesso posto, ma solo per tentare di braccare Saga, dato che, da quando sono tornati, il suo cosmo non si è mosso dal primo tempio... -.

Shaka strinse leggermente gli occhi. Ovviamente Aiolia aveva ragione su tutto, e odiava terribilmente il fatto che ce l’avesse.

- Te l’ho detto l’ultima volta Shaka...provo una tristezza infinita per te - Aiolia non usò mezzi termini, proprio come chi lo fronteggiava - una tristezza che non può fare altro che aumentare... -.

Se ciò che Aiolia aveva detto lo colpì, Shaka non lo dette a vedere, limitandosi a sorpassarlo per riprendere il suo cammino e chiudendo il discorso con l’ultima parola - Tieniti la tua tristezza Leone...perché a me non serve! -.

Dopo essere scesi in silenzio per le restanti case, arrivarono al tempio dell’Ariete trovando Kanon che, appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate, li squadrò dalla testa ai piedi, non nascondendo il fastidio di vedere due intrusi in procinto di entrare.

- Spostati Kanon! - gli intimò Shaka, non trovando, però, alcun riscontro alla sua richiesta, se non una smorfia divertita del gemello minore.

- Buongiorno anche a te Shaka...che accidenti fai qui? - domandò non smettendo di sorridere.

- Niente che ti riguardi... - la Vergine lo sfidò con lo sguardo - devo parlare con Saga e... - tuttavia la risata di Kanon lo bloccò all’istante, facendolo accigliare.

- Che diavolo hai da ridere?! - davanti allo sfottò di Kanon, Shaka cominciò a perdere la sua solita impassibilità.

- Vedo che non ti arrendi... - rispose il drago marino con le tracce della risata ancora sul viso - bene...se proprio insisti vai...va’ a parlare con il tuo Saga... - lo schernì facendosi da parte e lasciandogli lo spazio per passare.

Insospettito dall’improvvisa apertura di Kanon, il cavaliere della Vergine socchiuse gli occhi, tuttavia preferì soprassedere, infilando rapidamente l’ingresso e ignorando sia le sue parole che il suo modo ironico di parlare. Non aveva alcuna voglia di perdere tempo dietro alle prese in giro del gemello minore e, a questo proposito, si ripromise di parlare con Saga affinché rimettesse il fratello al suo posto. 

Sì, Shaka era convinto che tutto sarebbe tornato come prima, ma, ovviamente, questa era un’idea che esisteva solo nella sua fantasia...e se ne rese conto nel momento in cui, dopo aver attraversato in fretta il soggiorno dell’Ariete, si avvicinò alla camera da letto, dove la porta era chiusa solo a metà, lasciando una perfetta visuale di ciò che accadeva all’interno.

Se Shaka non avesse avuto una padronanza impeccabile del proprio cosmo avrebbe rischiato di far deflagrare il tempio per quanto spalancò i suoi occhi...

Accanto al lemuriano addormentato, inginocchiato per poter essere alla sua altezza, Saga accarezzava il suo viso con cura, non distogliendo mai lo sguardo.

Anche ad una certa distanza, Shaka poté vedere con quanta delicatezza Saga sfiorasse la pelle dell’Ariete...ed il modo in cui lo guardava...quasi lo stesse venerando. E sebbene non potesse sentire ciò che sussurrava, non gli fu difficile intuirlo, soprattutto quando lo vide avvicinarsi al suo viso per baciargli le labbra.

Istintivamente girò la testa all’indietro. La vista di quello spettacolo era dura da digerire. Ma, come se non bastasse ciò che aveva appena visto, rendersi conto di non essere solo amplificò la sua umiliazione.

- Shaka...smettila! - furono le uniche parole di Aiolia. Ferme, ma quasi sussurrate, per non disturbare chi era dentro la stanza.

Aiolia non avrebbe mai saputo se fu per il suo monito, o per quello che anche lui poté vedere oltre la porta, o entrambe le cose...fatto sta che, senza proferire neanche una parola, il sesto guardiano sparì dal primo tempio alla velocità della luce. Inoltre, da quel momento in poi, nessuno dei suoi compagni lo avrebbe più visto uscire dal tempio della Vergine se non per ragioni indifferibili...

- L’ha presa male? - quando Aiolia tornò in soggiorno, vide la smorfia ironica sul volto di Kanon, che, dalla sua comoda posizione sul divano, non aveva potuto evitare di divertirsi alle spalle della Vergine. Né tantomeno di tenere lo sfottò per sé.

- Non puoi proprio sopportarlo... - continuò Aiolia con quella che era una constatazione - e non ne fai mistero...solo che non ne capisco la ragione - aggiunse alzando le spalle.

Kanon si sistemò meglio, assumendo una posa più composta, mentre il sorriso aleggiava ancora sul suo volto - Per quanto possa sembrarti strano...non ho niente contro Shaka... - l’espressione confusa di Aiolia lo fece ridere nuovamente - davvero, non sto scherzando...non ho niente contro di lui, o meglio... - assunse un’espressione sorniona - non mi è simpatico, detesto i suoi atteggiamenti, e disapprovo la sua arroganza...ma nulla di tutto questo mi toccherebbe, se non avesse influenzato la vita di mio fratello... -.

- Credi che Shaka sia in parte responsabile di quello che è accaduto durante i tredici anni di patriarcato di Saga? - domandò Aiolia sinceramente interessato al modo in cui il gemello minore vedeva le cose.

Kanon si prese qualche momento per rispondere, e approfittò di quegli istanti per studiare meglio chi aveva di fronte.

Un sorriso, diverso dai precedenti e senza alcuna presa in giro, gli illuminò il viso guardando l’espressione del quinto guardiano. Aiolia era di una tenerezza disarmante...

Sebbene la sua fama lo precedesse e fosse noto per il suo carattere energico ed impulsivo, aveva delle espressioni che lo rendevano semplicemente adorabile. Il modo in cui guardava il suo interlocutore era più simile a quello di un bambino in attesa di un regalo che del cavaliere navigato che era. E la cosa appariva ancora più straordinaria se si pensava che, nonostante tutto quello che aveva passato, Aiolia manteneva intatta la purezza e l’onestà d’animo che lo aveva sempre caratterizzato. E i suoi begli occhi verdi non erano altro che lo specchio del suo grande cuore.

Per rispondere alla domanda del quinto guardiano, Kanon si costrinse a tornare alla realtà. Anche se non del tutto, rimanendo ancora leggermente turbato dai suoi pensieri...

- Sì...assolutamente sì - Kanon annuì alle sue stesse parole - Shaka ha sempre usato a suo vantaggio la fragilità di Saga...perché, tutto sommato, gli faceva comodo...e continuerebbe a farlo, se mio fratello gliene desse la possibilità... -.

- Già...ma sembra che Saga sia di tutt’altra opinione... - Aiolia indicò in direzione della stanza di Mu, mostrando una smorfia divertita, provocando, a sua volta, la stessa espressione in Kanon.

Però...è davvero bellissimo...

Aiolia si prese mentalmente a calci per quel pensiero sul gemello minore. Eppure...eppure non poté evitare di pensarlo né di arrossire. Un rossore che, naturalmente, non sfuggì di certo all’occhio furbo di chi aveva di fronte.

Kanon sapeva perfettamente come attirare l’attenzione, come sedurre...e, sebbene in questa circostanza stesse accadendo tutto in modo inaspettato e straordinariamente naturale, riconosceva perfettamente determinati segnali. Anche perché, senza falsa modestia, accadeva spesso che le persone si interessassero a lui...

- Ti senti male Leoncino? - domandò Kanon sfoggiando uno dei suoi sorrisi, determinato a vederci più chiaro - Sei tutto rosso... - non avrebbe saputo spiegare neanche lui perché, ma voleva vedere quale fosse il limite del quinto guardiano.

- No.…no! - Aiolia agitò le mani per rimarcare le sue parole, ma il suo nervosismo era palpabile. Soprattutto per qualcuno navigato come Kanon.

- Ti sto mettendo in imbarazzo? - diretto. Come sempre. E se la sua domanda suonava piuttosto semplice, il modo di parlare e la posa che assunse muovendosi sul divano erano piuttosto allusivi.

Aiolia spostò rapidamente lo sguardo su un angolo del salotto per sfuggire all’immagine allettante che Kanon stava dando di sé, non riuscendo però a nascondere il rossore che infiammava il suo viso.

- Credo...sì beh...credo... - anche parlare non era il suo forte quando si sentiva sopraffatto dall’imbarazzo - di dover tornare al mio tempio...Mu è.…sì...è.…in buone mani quindi...la mia presenza qui è inutile! - e senza rischiare di guardare ancora una volta il gemello minore, si avviò verso l’uscita, sperando così di tirarsi fuori dal primo tempio e dalla vergogna il più velocemente possibile.

- Aspetta - con la lucidità che mancava ad Aiolia, Kanon si alzò con tutta calma e con passi lenti raggiunse il quinto guardiano, che gli dava le spalle dopo essersi fermato al suo richiamo - Anch’io torno a casa quindi...che ne dici di fare un pezzo di strada insieme? -.

Sfuggendo alla vista del dragone marino, Aiolia alzò gli occhi al cielo...se la vergogna lo aveva sopraffatto per un semplice scambio di battute, non osava immaginare cosa sarebbe potuto accadere durante il tragitto!

Anche se...Aiolia non difettava certo dell’onestà, e volendo essere sincero con se stesso, dovette ammettere che non gli dispiaceva affatto l’idea di passare un altro po’ di tempo con Kanon, tutt’altro...il solo sentire l’imponente presenza del gemello alle sue spalle lo metteva in piacevole agitazione. Per qualche strana ragione si sentì al sicuro, e fu una sensazione che gli piacque terribilmente.

Concentrato sulle sue sensazioni, Aiolia continuava a dare le spalle a Kanon, non potendo vedere l’espressione che in quel momento era stampata sul suo volto...quel meraviglioso sorriso da lupo che adornava il suo viso quasi perfetto...un sorriso capace di portarti altrove solo guardandolo...un sorriso in grado di farti sognare...un sorriso ipnotico che aveva la capacità di farti perdere la ragione...in pratica, un sorriso che prometteva guai seri!

****

Esatto. È proprio così...come Saga e Dohko hanno già capito.

Posso sentire tutto.

Non ricordo molto di ciò che è accaduto dopo che il vecchio maestro ha scaricato nel mio corpo le sue raffiche di ghiaccio...credo di essere stato incosciente per diversi minuti, e non so cosa sia accaduto nel frattempo. Ma so per certo quando mi sono risvegliato. O per lo meno quando lo ha fatto la mia coscienza.

Riconoscerei le tue braccia ovunque...Saga...e quando ho sentito la tua presa stringersi intorno al mio corpo, ho avvertito letteralmente la mia anima ricongiungersi all’involucro che l’ha sempre custodita.

È stato il tuo calore a risvegliarmi. Sin da subito...anche se, quello che è successo dopo, quando ti sei preso cura di me per tutta la notte, ha infuso nuovamente la vita in ogni recondita parte del mio corpo. E lo fai ancora adesso. Continuo a rendermi conto di tutto quello che fai e mi fa male…mi fa male non riuscire ad aprire gli occhi per poterti finalmente dire tutto quello che conservo da anni nel mio cuore. Per te. Sempre. Da sempre. E, se anche tu lo vuoi, per sempre.

Anche adesso posso sentire tutto. Quello che dici, il modo delicato in cui mi accarezzi, i baci che lasci sulle mie labbra...ed io vorrei solo aprire gli occhi. Sono sveglio, sono perfettamente sveglio, mi manca solo poter aprire le palpebre che, per qualche assurda ragione, pesano come macigni al pensiero di schiudersi. Mi sento frustrato, perché vorrei vederti...e non posso.

Mentre mi concentro su quello che fai, sento nuovamente il cosmo dei miei maestri avvicinarsi alla prima casa.

Mi dispiace molto per te, maestro Shion, perché ho percepito la tua tristezza nello scoprirmi così diverso rispetto a quando te ne sei andato via più di tredici anni fa. Triste nella consapevolezza di non conoscere più il tuo allievo. Sai tutto del bambino che sono stato, e non sai nulla dell’uomo che sono diventato. Ma non è colpa tua...e non è nemmeno colpa di Saga...le cose hanno solo seguito il loro destino e tutti noi abbiamo accettato di non interferire. Tu per primo...e questo fa di te un grande uomo e un grande cavaliere. L’unico vero Patriarca. L’unico possibile.

Senza dimenticare che mi hai lasciato nelle mani di qualcuno che non ti era secondo in nulla, e che mi ha reso quello che sono oggi. Lo so...a volte percepisco il tuo sguardo indagatore, quello sguardo che cerca in me tracce di quello che sei stato...non trovandone neanche una. Il maestro Dohko ha fatto un lavoro eccezionale, insegnandomi ad incanalare il fuoco, quel fuoco che istintivamente brucia nel mio cuore diramandosi costantemente nel mio corpo, nella mia mente. Per rendere il mio cosmo sempre più forte, sempre più resistente.

Ma se guardassi con più attenzione, andando oltre quello che i tuoi occhi esperti vedono, ti renderesti conto che c’è qualcosa di tremendamente forte che ci accomuna, e lo farà in eterno. Adesso giace tranquillamente addormentata nel vaso di Pandora, e lo farà fino a quando non sentirà il mio richiamo, e allora si sveglierà per rispondere alla mia volontà. Come ha fatto un tempo con la tua.

Non hai bisogno di cercare tracce di ciò che ci accomuna. Lo ha già fatto l’Ariete.

Percepisco il maestro Dohko avvicinarsi a me con il suo solito fare tranquillo. La sua presenza è molto rassicurante per me...lo è sempre stata, fin da quando ero a Rozan, fin da quando sono arrivato, in una triste notte di oltre tredici anni fa, non sapendo cosa avrei trovato in quel luogo privo di altro suono che non fosse lo scroscio assordante della cascata. E fu lì che lo vidi per la prima volta...

Per diverso tempo mi interrogai su chi fosse quell’uomo piccolo e anziano che, immobile davanti alla forza dell’acqua, sembrava non essersi accorto della presenza di un piccolo intruso. Sembrava...perché, quando, finalmente, parlò, mi resi conto del fatto che sapeva tutto su di me. Mentre io avrei dovuto scoprire tutto su di lui.

In realtà non ho scoperto molto...il vecchio maestro...beh...non più così vecchio a dire il vero...è un uomo difficile da decodificare. Non è introverso, non è scontroso, e non è neanche timido, ma la sua mente è inespugnabile. In pratica, potrei dire molto su come non è, ma non saprei dire molto su come, invece, è.

Ma non importa, perché sebbene i suoi pensieri fossero impenetrabili, i suoi gesti erano più che eloquenti. Dohko non è stato un maestro tenero, al contrario...potrei dire che, per certi versi, è stato anche più severo di Shion. Non doveva essere facile, per un guerriero secolare come lui, avere a che fare con un impaziente Ariete in miniatura...che di cavaliere aveva solo l’armatura, perché il resto era da forgiare. Però...quando smetteva le vesti del cavaliere sapeva avere gesti di grande premura, gesti che non ho dimenticato e che, nei miei ricordi, mi hanno tenuto compagnia nel periodo solitario che ho trascorso in Jamir.

Gesti proprio come quelli che sta facendo ora, mentre accarezza i miei capelli e intona quella canzone che cantava quando faticavo a prendere sonno.

Riconosco immediatamente il sapore dell’infuso che mi sta dando, mentre Saga mi tiene assicurandosi che il liquido scenda...è lo stesso infuso che mi preparava quando stavo male...quando la febbre non voleva saperne di scendere e doveva avventurarsi tra le rocce di Rozan per reperire tutto ciò che gli serviva...

Grazie. Ad entrambi, perché avete fatto un lavoro difficilissimo. Grazie, perché senza di voi non sarei me stesso.

Le erbe stanno facendo il loro lavoro e mi sento incredibilmente stanco. Inoltre, le braccia di Saga intorno al mio corpo mi fanno sentire così al bene...al sicuro...al caldo.

Finalmente posso addormentarmi.

****

Con le prime luci dell’alba, i timidi raggi del sole penetrarono agevolmente tra le tende socchiuse della camera da letto, colpendo senza pietà le palpebre di Saga.

- Mmpf! - sbuffò tirando il lenzuolo sul viso, nel tentativo di mettere gli occhi al riparo dalla luce per poter godere ancora di qualche istante di sonno. Si era addormentato tardi, come stava diventando abitudine ormai, quando il suo corpo reclamava l’agognato riposo a dispetto della sua volontà di essere vigile per vegliare sul primo guardiano.

Sì, perché, da quando erano tornati al Santuario, Saga si era rifiutato di lasciare il primo tempio. Sebbene sia Shion che Dohko gli avessero consigliato di tornare a casa sua e riposarsi, il gemello era stato categorico nella sua intenzione di non muoversi da lì. Non finché Mu non avesse riaperto gli occhi. Non avrebbe rischiato che si svegliasse pensando di essere solo...

I due decani non erano certo nati ieri, e quindi non insistettero...era lampante il sentimento che legava i due compagni d’armi, ed entrambi pensavano che sia Saga che Mu fossero abbastanza grandi da decidere delle loro vite. Di conseguenza, non avendo altro da fare lì, abbandonarono la casa dell’Ariete, lasciando Mu alle premurose cure del gemello maggiore. 

- Buongiorno -.

Una voce dolce colpì le sue orecchie, facendogli spalancare gli occhi e dissipando il sonno residuo che ancora aleggiava nella sua mente. Aveva sentito bene? O stava sognando?!

Con la lentezza di chi teme di essere stato beffato dalla propria fantasia, Saga si destò timidamente, e quando si trovò completamente girato, sentì il suo cuore perdere un battito. Prima di accelerare in una corsa sfrenata alla vista di ciò che gli si parò innanzi.

Il sorriso più bello che avesse mai visto.

- Buongiorno... - reggendosi su un gomito, Mu guardava divertito la reazione del suo compagno - Saga -.

Il terzo guardiano non avrebbe saputo dire se fosse la sua reazione alla sorpresa di vedere Mu sveglio o il tono dolce con il quale pronunciò il suo nome, fatto sta che fece l’unica cosa che sentiva di voler fare in quel momento...

Dopo aver circondato con le mani il viso dell’Ariete, osservandolo in ogni remoto angolo delle sue fattezze perfette, lo avvicinò a sé, prendendone le labbra con urgenza...prima dolcemente, poi, con un crescente impeto che fu assecondato dal completo abbandono del lemuriano, che gli rispose con la stessa forza finché non sentirono il bisogno di respirare.

- Buongiono a te...amore mio... - gli fece eco Saga guardandolo stregato - come stai? - chiese accarezzandogli il viso.

Mu sorrise, intrecciando una mano a quella libera di Saga - Bene...a dire il vero...sono stato curato molto bene... - aggiunse con un tocco di malizia.

- Sì...beh...le erbe di Dohko devono essere miracolose se... - Saga non poté continuare, zittito dalle dita di Mu che gli accarezzarono dolcemente le labbra.

- Mi riferisco ad un’altra cura... - il sorriso del lemuriano assunse una sfumatura sensuale, ipnotizzando Saga.

- Quindi potevi sentire tutto? - domandò Saga, e vedendo Mu annuire strinse gli occhi mostrando un piccolo sorriso - Allora non ti sarà di certo sfuggito che ti ho chiesto di svegliarti per poterti dire quanto ti amo - e mentre parlava, spinse delicatamente Mu facendolo stendere sotto di lui e prendendo nuovamente le sue labbra, per poi depositare baci su tutto il viso - Ti amo... -.

Mu sorrise - Anch’io ti amo Saga... - e se il gemello si muoveva con una certa cautela per non affaticarlo, lui era di tutt’altra idea...

Dopo aver portato una mano dietro alla nuca del terzo guardiano, approfondì il bacio che si stavano scambiando, incitandolo ad esplorare con cura la sua bocca e a stendersi completamente sopra di lui. Cosa che Saga fece, ma proprio quando le rispettive carezze cominciarono a non avere più nulla di innocente, i due ormai ben noti cosmi fecero sentire nuovamente la loro presenza all’ingresso dell’Ariete.

Saga roteò gli occhi al cielo, mentre Mu non poté evitare di ridere.

- Da domani ci trasferiamo al terzo tempio... - furono le sue parole prima di alzarsi, sbuffando per il fastidio di dover lasciare il posto più bello del mondo. Per di più, immaginando che ai suoi maestri avrebbe fatto piacere vedere Mu nuovamente in piedi, andò loro incontro facendoli accomodare e dando al lemuriano il tempo di lavarsi e vestirsi per poterli ricevere in soggiorno.

A dire il vero, Shion e Dohko non si trattennero molto, giusto il tempo di appurare che il loro allievo stesse bene. Non erano sciocchi e avevano l’esperienza sufficiente per rendersi conto di essere di troppo in quella situazione, tuttavia, subito dopo la loro partenza, altri quattro cosmi annunciarono il loro arrivo. Con grande disperazione di Saga. E divertimento di Mu.

Milo, Camus, Kanon e Aiolia arrivarono al tempio dell’Ariete incrociandosi con Shion e Dohko e rimanendo perplessi dall’espressione divertita dei due che, avendo compreso perfettamente il fastidio di Saga, ridevano di sottecchi augurando il benvenuto ai nuovi ospiti...

Non appena videro Mu seduto tranquillamente sul divano, Milo e Aiolia si fiondarono su di lui...come d’altronde facevano normalmente...provocando l’evidente gelosia di Saga. 

- Milo...controllati! - lo rimproverò Camus, al quale non era sfuggita la smorfia di fastidio del gemello - Così ammazzerai il povero Mu! -.

- Volete proprio finire in un’altra dimensione... - gli fece eco Kanon con un sorriso divertito - Non è vero Saguita? - aggiunse provocando suo fratello.

Che, tuttavia, non sentì nulla. Né provocazioni né rimproveri. Troppo impegnato a capire come liberarsi di quei due esseri fastidiosi...

Fortunatamente, sia Kanon che Camus recepirono il messaggio...non senza fatica, riuscirono a scollare Aiolia e Milo da Mu e, dopo essersi accertati delle reciproche condizioni di guarigione, partirono dal primo tempio per lasciare la meritata privacy ai loro compagni. Milo tenendo per mano Camus, mentre Kanon cingeva con discrezione la vita di Aiolia.

Saga e Mu si guardarono sorpresi prima di rilassarsi in un sorriso complice. Il Leone aveva un carattere irruente, ma era la persona più buona del mondo, e Kanon non avrebbe potuto fare scelta migliore.

- Vado ad accertarmi che si tolgano dai piedi...voglio dire...vado ad accompagnarli all’uscita! - Saga sussurrò all’orecchio di Mu, che non poté evitare di ridere alle parole schiette del suo partner.

Tuttavia, quando il terzo guardiano tornò in soggiorno, non trovò nessuno. Si accigliò, e pensando che Mu non stesse bene, si recò rapidamente in camera da letto. Ma quando aprì la porta, per poco non gli cadde la mascella.

Seduto sul bordo del letto, Mu lo guardava con un sorriso molto sensuale...

I soliti vestiti avevano lasciato il posto ad una tunica corta che, oltre all’ampia scollatura, lasciava scoperte le belle gambe allungate provocatoriamente su un fianco. Ma era il modo in cui lo guardava a lasciarlo di sasso. Come se gli chiedesse di fare qualcosa...

E Saga la fece. 

Avvicinandosi con fare felino, e dopo essersi fermato a pochi centimetri dal lemuriano, con lentezza esasperata, Saga sciolse i lacci che tenevano la tunica di Mu, lasciandola scivolare appena per scoprire una delle sue candide spalle...alla sola vista di quella parte, di quella piccola zona di pelle scoperta, si leccò inconsciamente le labbra, pregustando ciò che si accingeva a fare. Con tutta la calma del mondo, vi pose sopra le labbra per assaggiarla con devozione, percorrendo lo spazio che divideva l’orecchio e la clavicola e traendo dal tibetano piccoli gemiti mentre piegava la testa all’indietro per lasciargli più spazio.

Musica per le sue orecchie... e continuando a spogliarlo, Saga accarezzò con la punta delle dita la pelle levigata di Mu, meravigliandosi di quanto potesse essere morbida...più di quanto ricordasse. Più di quanto avesse fantasticato fino a quel momento.

Dal canto suo, Mu godeva di quelle carezze come neanche nei suoi sogni era riuscito. Le mani di Saga...quelle mani fatte per la guerra, per distruggere, per annientare...lo sfioravano con sacralità...quasi con timidezza...e, nonostante il tocco delicato, accendevano il fuoco ovunque passassero.

Rimuovendo il laccio che legava i capelli, Saga lasciò la chioma di Mu sparsa sulle spalle e sulla schiena, rendendo l’immagine che gli si poneva innanzi tremendamente seducente. Affondando una delle sue mani tra i morbidi fili lilla, avvicinò il viso di Mu al suo per prendere con urgenza quelle labbra morbide e carnose che offuscavano la sua ragione, mentre l’altra mano si dedicava a rimuovere completamente il capo che copriva quel corpo tanto desiderato.

Quando l’ebbe completamente spogliato, Saga lo distese sul letto, fermandosi poi per assimilare quello che i suoi occhi vedevano.

La chioma morbida sparsa sui cuscini...i grandi occhi verdi a mandorla che lo guardavano in attesa...incorniciati da un viso bellissimo e delicato...quasi femminile...il corpo forte ma delicato...sinuoso...

Sentiva di poter raggiungere l’apice del piacere con la sola vista di quello spettacolo, così dolce ed erotico allo stesso tempo. Tuttavia, quell’immagine così poetica non gli avrebbe impedito di dissacrarla, facendo ciò che il suo cuore ed il suo corpo reclamavano ormai da tempo...

Continuando a riempirsi gli occhi della vista seducente dell’Ariete, si spogliò lentamente, permettendo al tibetano di percorrerlo da cima a fondo con il suo sguardo terribilmente sensuale, e quando fu completamente nudo, si distese su di lui avendo cura di non schiacciarlo sotto il suo peso.

- Sei sicuro Mu? - sussurrò dolcemente al suo orecchio, prima di mordere con delicatezza il lobo e riportare lo sguardo nei suoi occhi.

- Non sono mai stato così sicuro di qualcosa... - rispose Mu senza tentennare, avvicinandosi lentamente alle labbra del terzo cavaliere per morderle dolcemente. E desiderando, più di ogni altra cosa, sentire sotto le sue mani la pelle calda e forte di Saga, accarezzò le sue spalle per poi scendere lentamente, prendendosi il suo tempo per dedicarsi ad esplorare ogni parte di quel corpo che lo sovrastava deliziosamente quasi fondendosi con il suo.

E se, fino a quel momento, era stato Saga a prendere l’iniziativa, modellando la volontà di Mu tra le sue mani appassionate, il modo in cui ora il lemuriano lo stava seducendo lo lasciò semplicemente stregato...la tortuosa calma con cui sfregava le loro labbra leccandole con la punta della lingua...il ginocchio piegato per accarezzare il suo fianco in un silenzioso invito...le mani che, in punta di dita, graffiavano dolcemente la sua colonna vertebrale percorrendola fino alle natiche...con le iridi fisse in quei due grandi smeraldi, Saga si lasciò fare andando e tornando dagli Elisi.

Quando finalmente ritrovò la voce, le uniche parole che riuscì a pronunciare furono quelle che non poté controllare, lasciate finalmente libere dalla sua ragione - Dammi tutto Mu... - disse strofinando la loro intimità prima di perdersi definitivamente nella sensualità del primo guardiano - sono stato il primo, e voglio essere l’ultimo, l’unico...sii mio Mu, perché mi hai già... -.

Con estrema cura, ed altrettanta passione, accarezzò ogni remota parte di quel corpo, proprio come aveva sognato di fare da quando l’Ariete aveva preso possesso dei suoi pensieri.

Le sue mani ruvide sfioravano quella pelle candida accendendola di più ad ogni tocco, mentre quelle di Mu si deliziavano di ogni muscolo che sentivano reagire alle loro carezze.

- Saga... - la sua voce...quel modo di chiamarlo che aveva solo lui, così dolce ed erotico al tempo stesso, mostrava il suo completo abbandono non lasciando al gemello il tempo di pensare.

Percorrendo con le labbra ogni centimetro di pelle incontrata sulla sua strada, giunse all’altezza della sua virilità, fermandosi solo per alzare lo sguardo e scorgere la reazione di Mu, rendendo quell’azione fatale per il suo autocontrollo...la vista del suo viso arrossato, il petto impegnato in un rapido saliscendi, le sue labbra aperte e gonfie dei baci che lo avevano deliziato...gli fecero persino dimenticare il suo nome.

Senza attendere oltre, assaporò con gusto ciò che ormai desiderava da tempo, traendo dal lemuriano sospiri che non facevano altro che farlo impazzire.

Ma Saga voleva di più. Molto di più. Voleva ascoltare la musica di Mu, perdersi nella melodia del suo piacere, tra le dolci note della sua passione elegante...e così fece, portando la bocca nel suo punto più nascosto ed iniziando a stimolarlo, portandolo al limite, sentendolo stringersi intorno a lui e segnare con le unghie la sua pelle ormai infuocata...

Senza attendere oltre scivolò nuovamente su di lui andando a riprendersi le sue labbra, per poterle tormentare ancora...e ancora...intrecciando le sue mani abbronzate con quelle pallide di Mu le portò ai lati della testa del lemuriano prima di staccarsi leggermente solo per guardarlo negli occhi.

- Io...entro... - non era un ordine, e non si sarebbe mai permesso di avanzare se non avesse prima visto le labbra di Mu piegarsi in un sorriso dolce, mentre annuiva lentamente con il capo. Per fortuna...perché non ne poteva davvero più di aspettare...

E Saga lo fece...con calma e delicatezza, perché ferire Mu non era un’opzione, fino a quando fu completamente dentro il lemuriano, spingendolo lentamente per dargli modo di abituarsi al loro nuovo legame.

- Tutto bene? - sussurrò unendo le loro fronti mentre il respiro rapido e corto tradiva la sua impazienza. Ma, come ormai d’abitudine, anche in questo caso Mu lo sorprese.

Sì, perché il modo in cui si strinse intorno ai suoi fianchi abbandonandosi completamente al dolore prima, ed al piacere poi, portò via dalla mente di Saga qualunque ragione, lasciandolo finalmente libero di esprimere fisicamente tutto ciò che aveva costretto nella sua coscienza...il rispetto, la passione, il desiderio, ma soprattutto l’amore che provava per quell’uomo che si muoveva all’unisono con lui, che con elegante erotismo lo stava portando all’apice dell’appagamento facendolo perdere nei suoi occhi dolci...e tremendamente sensuali. La sua voce poi...il modo in cui gemeva il suo nome...il modo in cui chiedeva di più sussurrando nel suo orecchio, portarono il terzo guardiano ad un livello di eccitazione esasperante e difficile da controllare.

Ed infatti non ci riuscì più.

Quando sentì Mu affondare le unghie nella sua carne urlando il suo nome nel momento in cui raggiungeva l’apice del piacere, Saga non si trattenne più, e dopo essersi immerso con più vigore nel corpo del suo partner, lo marchiò con la sua essenza, sciogliendo definitivamente ciò che restava della sua ragione in una ragione ben più grande.

Il sentimento che lo univa a Mu. L’amore che li univa reciprocamente.

Per alcuni minuti, l’unico suono nella stanza fu il respiro che entrambi tentarono di regolarizzare. Con estrema cura Saga uscì dal suo compagno e, abbracciandolo per le spalle, lo fece rotolare con sé in modo che Mu potesse tenere la testa sul suo petto.

Ancora ansimanti, si guardarono per un momento, prima di sciogliersi in un bacio...un bacio che segnò la fine di tutto ciò che era stato e l’inizio di un nuovo corso.

E sebbene nessuno dei due sapesse cosa avrebbe riservato loro il futuro, una cosa era ben chiara... nessuno dei due si sarebbe mai più permesso il lusso di sprecare...consumare...sperperare...il tempo che, da quel momento in poi, avrebbe scandito la loro vita insieme.

Quel tempo che...a volte...può aspettare. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: fiorediloto40