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Autore: genius_undercover    22/10/2023    3 recensioni
Ciao a tuttə! 🐍🪽
ieri, secondo Good Omens era il compleanno della Terra…quindi mi è venuta in mente questa piccola storia un po'angst post-S2.
Non è la cosa più allegra del mondo, però ho voluto condividerla lo stesso.
Una buona lettura ♡
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tuttə! 🐍🪽

ieri, secondo Good Omens era il compleanno della Terra…quindi mi è venuta in mente questa piccola storia un po'angst post-S2. 
Non è la cosa più allegra del mondo, però ho voluto condividerla lo stesso.
Una buona lettura ♡
-C

Happy Birthday, Hearth


Arcangelo superiore. 

Cosa diamine gli era venuto in mente? 

Aziraphale si alzò dal suo scranno, dirigendosi nella stanza più grande del quartiere generale del Paradiso. 

La trovò deserta, il grande mappamondo fluttuava incontrastato e illuminato di tante piccole luci che contornavano continenti e nazioni. 

"Deve essere notte." Disse a mezza voce, accarezzando delicatamente la superficie del globo. 

Era tutto il giorno che cercava di trattenere i ricordi di ciò che era accaduto quello stesso giorno, ad un anno di distanza. 

Non era in Paradiso, tanto per cominciare, ma sul suo pianeta preferito a fare niente di particolare se non una passeggiata.  

Una normale, normalissima passeggiata al parco.

"Angelo. Perché tanta allegria?"  

Aziraphale si era girato per guardare la sua sagoma alla luce diretta del sole delle sei.

Era un bel pomeriggio autunnale, il tempo era incantevole e caloroso.  "Come, non sai che giorno è oggi?" 

"No." 

"Bugiardo, lo sai eccome!

"Non lo so, angelo." 

"Oggi la Terra compie gli anni!

"Come no, che scemo." Aveva commentato il suo demone con finta passività. "E che cosa vorresti fare?" 

"Dobbiamo festeggiare, ovviamente!"

"Dobbiamo?"

"Ma certo! Perché non dovresti anche tu, ti piace questo posto!" 

"Vorresti farmi festeggiare una creazione del mio diretto rivale. Non ti sembra di chiedermi un po' troppo?" 

"Lei non è tua rivale."

"Mi permetto di dissentire." 

"Crowley–" 

"Dal momento in cui mi ha fatto sbattere il culo all'inferno, dissento eccome!" 

"Be'...se non altro, tu in questo mondo ci stai molto bene."

"Che vuoi dire?" 

"Io credo che se non fossi un demone staresti benissimo, in mezzo agli umani." 

"Non so se prenderla come come complimento o no…in ogni caso, grazie angelo." 

"Avresti preferito non esserci?"

"E passare gli ultimi seimila anni a rompermi le scatole al Piano di Sotto? Nah!" 

"Non avremmo avuto le crêpes!" 

"Una vera tragedia…"

"E nemmeno il sushi!" 

"Ancora più grave!" 

"Lo so che sei affezionato alla Terra tanto quanto me, caro. La proteggi da secoli, se non ti fosse piaciuta avresti lasciato morire tutto e tutti alla prima occasione!!" 

Tana per Anthony J Crowley. 

"E cena sia. Ritz?" 

"Lo sapevo che saresti stato d'accordo! Offro io!" 

"Non ci pensare nemmeno, offro io, ma cerca di non farla diventare un'abitudine, questa cosa del compleanno della Terra, perché non mi piace!"

Aziraphale aveva riso spensierato, e Crowley a discapito delle sue stesse parole aveva sorriso. 

Poi, quella sera avevano festeggiato la creazione del mondo nel locale più in di Londra e dimenticato per un po' di essere al servizio dell'Inferno e del Paradiso.

"Lo rimetto a posto." Esclamò Aziraphale tra le lacrime, anche se in un anno non aveva risolto un gran che. "Sistemo le cose e poi ti vengo a cercare, te lo giuro. Sarò io, a chiederti perdono e farò la danza delle scuse tutte le volte che vorrai." 

Con la punta delle dita creò un foro su un banco di nuvole che, lo sapeva, erano poste sull'Inghilterra. Era sempre nuvoloso o nebbioso, lì, ma uno dei pochi vantaggi di essere un Arcangelo Superiore era di poter cambiare il meteo a comando e nessuno poteva dire niente. 

Aziraphale sospirò, voltandosi indietro. Vide il proprio riflesso sul pavimento immacolato. 

"Se solo tu potessi vedermi, Crowley…credo seriamente di essere dimagrito." 

L'angelo tornò seduto al tavolo incasinato da ogni tipo di burocrazia esistente del Piano di Sopra. 

Miracoló uno dei libri illustrati di cucina che ricordava di avere anche nella sua libreria. 

Sfogliò il capitolo dessert e trovò finalmente la foto che cercava. 

Crêpes.  

"Buon compleanno, Terra." Mormorò sospirando, mentre una mano era salita inesorabilmente alle sue labbra. 

"Giornale Radio. Oggi, 21 ottobre…"

Crowley spense la stazione dando un colpo secco al cruscotto. 

Era un anno, che viaggiava senza sosta per l'Inghilterra. Aveva girato tutti i posti disponibili per fermarsi ma non gliene andava bene uno. Sembrava che niente, gli si adattasse meglio dell'appartamento a Mayfair, ma alla fine anche a quello ci aveva rinunciato. 

Occasionalmente faceva un salto alla libreria per trovare quell'ingenuo angioletto dai capelli neri che si stava prendendo cura di tutto. 

Muriel. Se non altro, lei non mancava mai di accoglierlo con…affetto

Che altro poteva essere? 

Ogni volta gli andava incontro sorridendo e aveva tentato persino di abbracciarlo più di una volta. 

Era grata per ogni cosa che Crowley diceva, anche se si trattava di una critica a come lei stava mandando avanti quel posto. 

"Potresti rimanere qui, signor Crowley."  Aveva proposto lei, proprio il giorno in cui lui aveva deciso di smettere di palesarsi. 

Non gli dispiaceva la novellina, ma di quella libreria aveva cominciato a malsopportare la sola vista, dato che ogni volta  vedeva il proprietario originale in ogni angolo. 

L'aveva baciato. 

"No, scricciolo, non chiedermelo. Non se ne parla nemmeno."

Aveva quindi ripreso tutte le sue piantine, trattando l'auto adorata, l'unica cosa che gli era rimasta, come una specie di serra. 

Non aveva più ascoltato musica e guai a Bentley se si azzardava a fargli scherzetti quali mettere i Queen a caso o accendere la radio di colpo.

Era da poco passata la mezzanotte, si rese conto. 

"Il 21 ottobre…" 

Fu allora, che Crowley capí. 

Smise di guidare, per fermarsi su una collina erbosa che non aveva mai notato prima. 

Poi ne notò un'intera serie. Seppe allora che si trovava nei pressi delle South Downs. 

Staccò le mani dal volante, appoggiandosi per un attimo al poggiatesta. 

Il compleanno della Terra. 

A chi altro potevano andare, i suoi pensieri, se non all'angelo?

"Stupido." Borbottò Crowley nel silenzio, ricordando immediatamente come avevano festeggiato l'ultima volta. "Ti avrei portato al Ritz anche quest'anno. E sai una cosa? Probabilmente stavolta avrei assaggiato qualcosa, visto che ci tenevi tanto."

Poi si sarebbero felicemente ubriacati del vino migliore che avessero, come avveniva per le occasioni speciali o quelle disperate. 

All'improvviso, Bentley aprí un cassettino sul cruscotto, proprio accanto alla manopola della radio ormai spenta da un anno, rivelando delle caramelline da viaggio. 

"E queste–" 

Crowley allungò una mano per prenderne una nella punta delle dita. 

Era ricoperta di zucchero, ovviamente, biancastra al riflesso della nebbia e dalla consistenza gommosa. 

Senza pensarci troppo, se la portò alle labbra. 

Latte e miele

Ne prese un'altra subito dopo. 

"Accidenti a te, angelo…" esclamó con il groppo alla gola. "Sono buone per davvero." 

Chiuse il cassettino per evitare di finirle tutte. 

Quella sera era stata un'occasione speciale. 

Non si sarebbe ripetuta per secoli, forse. 

Guardò in alto, intenzionato a distrarsi da tutta quella dolcezza, ma il cielo era invisibile: la nebbia sembrava sempre avercela con l'Inghilterra. 

"Devo aspettarti ancora?" Domandò sottovoce, al buio della notte. 

Il banco di nuvole si squarció dopo appena due secondi. Crowley chiuse gli occhi lasciando andare le lacrime a quella risposta potente quanto chiara. 

Chiara come la luce della luna che adesso illuminava il circondario. 

Crowley notò un piccolo cottage a qualche chilometro di distanza da dove si era fermato. 

Sembrava abbandonato, a giudicare dell'erba alta, ma non per questo meno grazioso. 

Lui, invece, si accorse di essere davvero, davvero stanco.

Buon compleanno, Terra.

Fu l'ultima cosa a cui pensò, mentre Bentley lo portava verso quella che presto sarebbe diventata la sua nuova casa. 

 
   
 
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