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Autore: Farkas    24/10/2023    1 recensioni
Passano gli anni, cambiano le generazioni, ma certe cose non cambiano mai come il fatto che è la bacchetta a scegliere il mago. Gerard Olivander, figlio del leggendario Garrick Olivander ha assunto la guida dell'attività di famiglia ed è pronto a vendere le sue bacchette ai maghi e alle streghe che si preparano a cominciare la loro istruzione.
Jon, Tyrion, Daenerys, Eddard e tutti gli altri personaggi del Trono di Spade entrano nella bottega alla ricerca dell'oggetto che diverrà il loro compagno inseparabile. Se siete curiosi di vedere quali bacchette li sceglieranno (e di saperne un po' di più sulle bacchette), non vi resta che entrare in negozio con loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davos Seaworth, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando il gioco si sposta a Hogwarts'
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La scelta della bacchetta

 

Capitolo 20: la bacchetta dell’autocontrollo

 
 
Quel giorno di metà luglio, Gerard aveva piazzato ben diciannove bacchette, un risultato elevato anche per l’estate. Si stava giusto chiedendo se avrebbe fatto cifra tonda, quando la porta si aprì, e nella storica bottega entrarono per la terza volta in vita loro una donna dai lunghi capelli rossi e un uomo dal viso austero e allungato, stavolta in compagnia di una ragazzina con gli zigomi alti, profondi occhi azzurri, e folti capelli ramati molto somigliante alla donna.
-Signori Stark che piacere! - fece allegramente Gerard andando loro incontro. - Dieci pollici e un quarto, legno di pioppo, crine di unicorno, estremamente rigida per lei Eddard, mentre invece a lei ne toccò una di cedro, unicorno, dodici pollici e un quarto, sorprendentemente flessibile*. Davvero due splendide bacchette! -.
-Che memoria…- fece Catelyn.- Comunque siamo venuti qui per nostra figlia Sansa-.
La ragazzina fece un passo in avanti e tese cordialmente la mano: - È un piacere conoscerla signor Olivander. Sono certa che mi fornirà una bacchetta degna della sua fama-.
Quanta formalità!” si disse divertito Gerard, ma poteva capitare che i rampolli Purosangue, si esprimessero in quel modo, soprattutto alla presenza dei genitori.
In realtà Sansa era emozionatissima: quello era il primo vero passo nel suo cammino di strega e si sarebbe mostrata degna della sua antichissima famiglia Purosangue. Robb si era già mostrato un ottimo studente a Hogwarts e stesso dicasi per Jon, malgrado fosse un figlio illegittimo (e si vociferava che sua madre fosse una Babbana). Le loro bacchette erano dignitosissimi esempi dei valori della loro famiglia e lei non avrebbe potuto essere da meno.
Rimase perfettamente ferma, mentre il metro le girava attorno per trovare le misura dell’oggetto che le sarebbe stato compagno per tutta la vita.
-Ebano, piuma di fenice, dieci pollici e tre quarti, sorprendentemente flessibile. Una bacchetta magnifica- fece Gerard senza nascondere l’entusiasmo.
La bacchetta aveva un che di asimmetrico nella lunghezza che non si addiceva proprio al gusto di Sansa, ma era anche di un bel nero lucido e aveva un’aria sottile che le dava una certa eleganza. La ragazza la impugnò e con gesto aggraziato tracciò un cerchio per aria. Per tutta risposta i suoi bei capelli rossi, mutarono nella criniera di un cavallo.
Sansa cacciò un urlo e immediatamente il signor Olivander, rimise le cose a posto con un Reparifarge ben piazzato.
-Può capitare con l’ebano, è uno dei legni migliori per la Trasfigurazione e questa bacchetta ha anche un nucleo di fenice… comunque credo proprio che non vada bene. Non temere cara, è difficile che si ripeta un incidente del genere-.
Sansa annuì imbarazzata. Che reazione infantile la sua! Certo, si era spaventata, ma forse non avrebbe dovuto urlare… una Corvonero non avrebbe pensato a come sciogliere la Trasfigurazione e lei ambiva a essere membro di quella Casa. Era popolata da persone sagge, intelligenti… già si vedeva circondata da intellettuali di classe*.
-Tenti con questa: noce, piuma di fenice, nove pollici-.
Timorosa la rossa agitò la bacchetta, ma produsse solo poche scintille grigie.
-No, no, non ci siamo proprio. Forse è meglio questa: larice, corda del cuore di drago, undici pollici esatti, rigida-.
Sansa non era mai stata granché appassionata di draghi, (a differenza di Arya che ne era affascinata, li trovava solo bestiacce spaventose), ma si disse che una bacchetta di drago sarebbe stata dignitosa quanto una di fenice o di unicorno. La agitò, ma non accadde assolutamente nulla.
-Tenta con questa: olmo, crine di unicorno, undici pollici, rigida-.
La bacchetta era finemente intagliata e Sansa sapeva che le bacchette di olmo erano molto sofisticate, e capaci di magia altamente avanzata nelle mani giuste. La ragazzina desiderò ardentemente che quella fosse la sua bacchetta e stringendola in pungo, decise di tentare un incantesimo.
-Lumos!- disse con decisione e la punta della bacchetta si illuminò.
-Ha visto? Direi che va bene questa- fece soddisfatta, ma Gerard scosse il capo. Ne aveva visti di clienti che ammaliati dalla fama di un legno, tentavano di prendere una bacchetta inadatta e quindi fece il solito discorso trito e ritrito: - Non va bene invece. Vedi, cara qualunque strega mediamente dotata è capace di eseguire incantesimi ordinari con quasi qualunque bacchetta. Ma solo una è la sua bacchetta e questa non è la tua-.
Sansa sospirò. Avrebbe voluto insistere, ma l’espressione del fabbricante le fece capire che non era possibile barare.
-Non ti preoccupare Sansa. Forse ci vorrà un po’ di tempo, ma troverai la tua bacchetta, come abbiamo fatto io, tua madre e i tuoi fratelli- intervenne Ned.
Catelyn avrebbe preferito di gran lunga che il marito dicesse “fratello”, ma si concentrò sul rassicurare la figlia a sua volta: - È vero, pensa che io rimase imprigionata nella neve, mentre cercavo la mia! Il signor Olivander ti troverà la bacchetta, abbia fiducia in lui-.
Dopo un’altra dozzina di tentativi andati a vuoto, Sansa cominciava a spazientirsi, ma una dama dell’elitè Purosangue doveva sapersi mostrare paziente e quindi non disse nulla. Nel vedere la compostezza della ragazza, Olivander aveva tentato col faggio, adatto alle persone mature, ma quel legno non si era rivelato adatto, ma era riuscito a restringere un po’ il campo.
-Unicorno. Sì direi che anche per te ci vuole l’unicorno, come per tuo fratello *e i tuoi genitori- bofonchiò il fabbricante, dopo che Sansa non ebbe prodotto nulla con una bacchetta di faggio e drago.
-Ho sempre voluto un unicorno. Sono così belli…- sospirò Sansa.
Gerard trattenne a stento una risata. Gli unicorni erano creature bellissime ed eleganti, ma anche non necessariamente benevole come ci si aspettava. Certo, non erano aggressivi, ma in genere dopo che lui li spennava non era affatto raro che tentassero di rifilargli una bella cornata.
Catelyn sorrise trionfante. Unicorno anche per Sansa, quindi. Molto bene. Il bastardo era l’unico a non avere la bacchetta di unicorno, bensì di drago*, a simboleggiare che non era un vero Stark. Il fatto che il drago fosse il nucleo più potente era un dettaglio trascurabile per la rossa.
Gerard si rese presto conto che la sua intuizione era giusta: anche se il miglioramento non era vistoso come con suo padre e suo fratello, la giovane Stark si mostrava decisamente più in sintonia con le bacchette di unicorno, che con quelle di drago e fenice. E quindi si tuffò verso il terzo scaffale a destra, capendo che il prodotto che avrebbe piazzato era lì.
-Nocciolo, crine di unicorno, dodici pollici e mezzo, flessibile- annunciò portando a Sansa la bacchetta numero ventidue.
La ragazzina la prese in mano e sentì una sensazione di forza e di benessere dentro di lei. Agitò la bacchetta e produsse uno scroscio d’acqua che centrò in pieno Catelyn.
-Oddio, mi dispiace mamma!-.
-Fantastico, fantastico! Non preoccuparti Sansa, non è successo nulla di grave- rispose la donna, mentre il marito la asciugava con un colpo di bacchetta.
-Ti rendi conto? Hai prodotto un vero incantesimo! Un’evocazione perlopiù, una cosa molto difficile! -.
-Be’ le bacchette di nocciolo hanno sempre una curiosa affinità con l’acqua: sono le uniche col potere di rilevare l'acqua sotterranea ed emettono sbuffi di fumo argentati a forma di lacrima se passano sopra sorgenti e pozzi nascosti- rivelò Olivander.
Sinceramente quella di trovare l’acqua non le sembrava una capacità tanto utile, per cui Sansa dimenticando per un istante la compostezza chiese: - E non fanno nient’altro di particolare? -.
-Oh, sì. Sono tra le bacchette più sensibili e spesso riflettono lo stato emotivo del proprietario, tanto che altri rischiano reazioni inconsulte se le prendono in mano dopo che il legittimo padrone ha perso la pazienza o ha subito una delusione. Ma soprattutto le bacchette di nocciolo sono capaci di magie eccezionali magie nelle mani di persone abili e sono tra le più devote ai loro proprietari, tanto che spesso smettono di funzionare alla loro morte, soprattutto se sono anche di unicorno come la tua-.
Sansa si rigirò la bacchetta tra le mani ammirata. Dunque ce l’aveva fatta, si era rivelata una vera Stark! Possedeva una bacchetta in grado di compiere atti incredibili, se ben usata… e che le era indissolubilmente legata ormai.
Sorridendo rese la bacchetta al fabbricante, mentre i suoi genitori pagavano.
Nel vedere i tre lasciare il suo negozio Gerard rammentò un’altra caratteristica delle bacchette di nocciolo che non aveva pensato fosse il caso di menzionare: funzionavano meglio per un chi era in grado di comprendere e gestire i propri sentimenti. Quella ragazzina doveva essersi autoconvinta che in quanto membro di una famiglia importante doveva essere all’altezza e comportarsi già come un’adulta. Sperava che a Hogwarts ricordasse di essere una ragazzina e che cominciasse a comportarsi con meno perbenismo e più spontaneità, o in futuro avrebbe potuto rammaricarsene. Era tipico dei proprietari del nocciolo* essere un po’ lamentosi.
 
 
 
 
 
 
  • Per le bacchette degli altri Stark, rimando ai capitoli 7, 8, 15 e 18 di questa storia.
  • Immagino sia la visione generale dei Corvonero, anche se ospitano pure persone un po’ strambe, tipo i Lovegood.
  • Un vecchio detto dei maghi recita: “Il sorbo sparla, il castagno sogna, testardo è il frassino, il nocciolo si lagna”. A differenza di altri detti sulle bacchette, Olivander ritiene che in questo ci sia del vero.
 
 
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Sì sono un po’ in ritardo, ma non avevo ispirazione e ho avuto poco tempo per EFP ultimamente. Per il ventesimo capitolo ci tenevo a usare una bacchetta un po’ particolare, quindi ho deciso di usare Sansa uno dei personaggi principali al posto di quello precedentemente scelto per cui sinceramente avevo poche idee. Questo è stato uno dei pochi casi in cui la combinazione mi è venuta all’istante (per la cronaca è la stessa della professoressa Cooman).
Non amo e non odio Sansa e nell’improbabile ipotesi che prima o poi esca il sesto libro, credo che dovrebbe avere un qualche sviluppo interessante essendo l’unico personaggio POV a trovarsi nella Valle e quindi destinata ad avere una storyline slegata da quella degli altri protagonisti. In ogni modo anche prima che fosse costretta a esserlo, si mostrava una persona controllata perlopiù, anche se di tanto in tanto si concede qualche scenata… a furia di tenersi tutto dentro, prima o poi si scoppia.
Ci si vede nelle recensioni!
  
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