TISTAR
Gli amori durano esattamente un
momento perfetto, il resto è solo rievocazione.
Marcello Fois, Stirpe
Pergamena nuova
Facile, quasi banale: l’odore della conoscenza
racchiusa in quei libri da cui sembrava non volersi mai separare.
Pasta dentifricio
Quell’aroma fresco di menta e chiodi di
garofano che restava sospeso negli abbracci di sua madre, la nota olfattiva che
la cullava nel sonno.
Erba appena tagliata
Le parole le erano uscite dalla bocca prima di
riuscire a frenarle, quando Lumacorno aveva chiesto di cosa odorasse la sua
Amortentia. Si era guardata intorno, guardinga, ma nessuno sembrava averci
fatto caso. Nemmeno Harry e Ron si erano chiesti cosa c’entrasse lei con
l’odore di erba tagliata, lei che era cresciuta tra i fumi moderni e l’odore
limaccioso della Londra Babbana e che da ragazzina aveva passato le vacanze in
giro per l’Europa con i suoi genitori. Lei che odiava volare e che fino a una
manciata di mesi prima non avrebbe mai scambiato un’ora in biblioteca con una
sdraiata nell’erba pungente, lasciando che non fossero le pagine ingiallite, ma
la voce di qualcun altro a raccontarle le storie nascoste nel cielo stellato.
Restavano li sdraiati per ore, ed Hermione si
perdeva nel suo profilo, nella piega delle sue labbra, in quegli occhi che si
sentiva addosso a scavarle l’anima, anche se erano rivolti sempre verso il
cielo. Si lasciava trasportare dalla sua voce e dalla sua risata, l’unica
capace di scioglierle dal cuore quel peso che sembrava impedirle di respirare:
la ragazzina stramba per i Babbani, la so-tutto-io Granger per i suoi compagni,
l’amica di Harry Potter per tutti gli altri.
Con lui, invece, che rifuggiva ogni etichetta e
ogni tentativo di essere incasellato, non aveva bisogno di essere altro da sé
stessa. E la prima volta che le loro labbra si erano toccate, per un solo
istante, lei si era sentita finalmente completa.
Era stata un’estate sola, prima che la guerra allungasse
i suoi artigli sulle loro esistenze, l’ultimo ricordo di un amore perfetto
nella sua incompiutezza.
Chiuse
gli occhi, respirando a fondo e cercando di risentire l’odore di quelle notti e
di quei giorni passati a nascondersi, lasciando che il vento d’autunno le
portasse l’eco della sua risata.
Le
dita sfiorarono leggere le lettere incise sul marmo, quasi stesse ancora
seguendo la mappatura di lentiggini sul suo volto.
«Sarai per sempre il mio momento perfetto, Fred».
Questa storia partecipa al secondo turno della Challenge "Chi l'ha Dixit" indetta da Ciuscream sul Forum Ferisce la Penna.
Evito di annoiarti
con una lunga e barbosa spiegazione del titolo. Cercando di non essere
verbosa come al solito, posso dire che è il nome di un
profumo ispirato alla stella più luminosa ( che qui faremo finta
essere Fred). Per me sa di una passeggiata in un bosco guardando il
cielo stellato in una notte di inverno, senza patire il freddo, ma
lasciandosi abbracciare dalla natura e dai ricordi, specialmente
quelle che ricordano un momento perfetto.