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Autore: Ciribiricoccola    16/09/2009    2 recensioni
Cinque racconti e cinque hit nostrane del passato per quattro ragazzi britannici, quattro componenti di una band.Quali disavventure li attendono al di là di queste note? Ascoltate il jukebox e lo saprete...
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Jones, Dougie Poynter, Harry Judd, Nuovo personaggio, Tom Fletcher
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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TRACK N°2: “TORNA A SURRIENTO”- FRANCO CORELLI

O… McCheers from Italy!

 

Vide ‘o mare quant’è belloooo…
Spira tantu sentimentooooo…
Comme tu a chi tiene menteeeee…
Ca scetato ‘o faie sunnààààà….

 

“Ma sono soltanto cinquatasei chilometri, uno sputo!” esclamò Tom.
“Eddai, c’è pure il mare!” mugolò Dougie.
“Restiamo qui, dài!!” insisté Danny.
“Gi, sii buona, se non altro per farli stare zitti!” pregò Harry a voce alta.
“Tom, io ero stata molto chiara! Salerno, non Sorrento!” esclamò Giovanna, al limite della sopportazione, rivolta al fidanzato.
“Amore, i nomi che avete dato alle vostre città non sono per niente originali, mi sono confuso!” si difese il ragazzo biondo.
“Ma tu c’eri già stato, a Salerno!!” continuò imperterrita lei, arrabbiata.
“Ma ero venuto in aereo! E poi, che ne posso sapere io! Il navigatore rotto, voi che dormivate tutti quanti in macchina, io mi sono lasciato guidare dai cartelli e ho sbagliato direzione!”
“E poi, se Dougie fa gli aeroplanini con le mappe geografiche per poi lanciarli in autostrada…” commentò Harry, rigirando il dito nella piaga.
“Ma qui non è così male, anzi!” sdrammatizzò Danny, sistemando il suo cappello di paglia sulla testa.
“Quasi quasi… farei un bagno!” osò Dougie.
“Ma quale bagno!!!” sbottò Giovanna, spaventando il bassista “Dobbiamo ripartire subito, la mia famiglia ci sarà aspettando!!”
“Ma tesoro…” si insinuò Tom, mettendole un braccio intorno alle spalle, con cautela, per poi indicarle il panorama davanti al quale tutti stavano già da una buona mezz’ora: un’altura che dava sulle spiagge sorrentine e sul mare, illuminato debolmente dal sole che calava.
“Guarda il mare quant’è bello…” le disse, sospirando con lo sguardo rivolto all’acqua cristallina.
“Ispira tanto sentimento!!!” esclamò Harry, catturato dalla bellissima vista.
“Harry, da quando sei gay? Toglimi le mani di dosso!” sbottò Danny, che era accanto a lui, sentendosi toccare una chiappa.
“Non m’importa né del mare né del sentimento!” ribadì la ragazza, contrariata “Questa non è casa mia, perciò ce ne andremo!”

In quel preciso istante, Dougie corse in macchina, tenne lo sportello aperto e si mise a cercare frettolosamente un CD da mettere nello stereo…

Dopo neanche dieci secondi, nell’aria si sparsero delle famose note di un’ancor più famosa canzone…

Do you really want to hurt meeeecanto Dougie.
“Do you really want to make me cryyyyy…” continuò Tom, indicando Danny subito dopo.
“E non me la ricordo più…” canticchiò il chitarrista, imbarazzato.
“Cosa vi aspettate da uno che è cresciuto a pane e rantoli di Springsteen? È ovvio che una canzone dei Culture Club non la sa!” li avvertì Harry.
“Perché continuate a sviare?!” intervenne Giovanna, mettendosi le mani sui fianchi, spazientita.
“E comunque faceva Precious kisses, words that buuuurn meeeeee…” cantò il batterista, ignorandola bellamente.

 

Giovanna stava per prenderli tutti a schiaffi, quando arrivò un omino pieno di rughe, molto abbronzato, a cavallo di un mulo che trasportava due cesti di frutta sui suoi fianchi.

“Mi scusi! Mi scusi!” lo chiamò Giovanna, in un italiano un po’ arrugginito.
“Che è, ch’è shtat’?!” le gridò di rimando il vecchietto, guardandosi attorno.
“Cos’ha detto?!” domandò la ragazza, spiazzata.
“Ci penso io! Ho il vocabolario!” intervenne Harry, raggiungendola con un piccolo dizionario in mano.
“Può ripetere, per favore?” chiese il ragazzo biondo all’uomo anziano, pronto a sfogliare le pagine.
“Che è, ch’è shtat’?” ripeté l’omino senza aver capito l’inglese stretto del batterista, fissandoli con faccia sempre più stranita.
“Grazie! Dunque…”

Dopo tanto vano sfogliare, il batterista concluse che quell’uomo non parlava l’italiano.

“Aspetta, proviamo con qualcos’altro!” intervenne Danny, avvicinandosi all’uomo e scandendo bene le parole mentre gli diceva: “MAN- CHE- STER! FOOT- BALL! GOAL!!! CHAMPIONS- LEAGUE!”
E allora l’uomo tirò fuori il portafoglio, lo aprì e mostrò al ragazzo una lunga serie di foto di Maradona e della squadra del Napoli.
“Napule, Napule, serie A!” cominciò a gridargli! E Danny, in totale disaccordo, ribatté: “Guardi che sono passati decenni da quando Maradona faceva goal, lei non capisce, lei è…”
“Dan, chiedigli indicazioni!!!” gli ordinò Giovanna, mentre tutti si stavano sbellicando dalle risate davanti a quel buffo dibattito.
“Ok, Ok, calmati!!!” si difese il ragazzo, prima di esprimersi in italiano, sfoggiando quelle poche frasi che aveva imparato a memoria grazie alla musica che passavano alla radio, in occasione della partenza per il Bel Paese.
Dove…è… l’amore?” domandò, dopo essersi concentrato a dovere.
“Mi sembra familiare… tipo una canzone di Cher, non so…” bisbigliò Tom, perplesso, ricevendo sguardi dubbiosi da tutti.
“I che ne sàcce io, guagliò!” rispose l’ometto, facendo spallucce mentre si rimetteva in tasca il portafoglio.
“Non credo lo sappia!” affermò Dougie “Danny, ma gli hai chiesto che strada prendere?”
“Ehm… sì, certo!” rispose poco convinto il chitarrista, allontanandosi.

Il vecchietto riprese a parlare…

“Ie sacce dove shta o’mare!!” annunciò con fierezza.
“Ha detto mare?” domandò Giovanna, stupita.
“Ha detto mare, sea, sì sì!!” esclamò Harry, per poi chiedere animatamente in italiano: “Dove, dove, dove?”
“Vinit’, vinit’! Appress’ammé, appriess’ammé, ya, ya!!” li incitò il vecchietto, condendo la sua esclamazione con dei gesti delle mani: li stava invitando calorosamente a seguirlo in macchina.
“No!!! Non pensateci nemmeno!” gridò Giovanna.
“Giovanna, ti supplico, ti supplico, ti supplico, in nome del Boss!” la pregò in ginocchio Danny.
“Un bagno soltanto e poi ce ne andremo!!!” aggiunse Dougie.
“Il mare è bello e ispira tanto sentimento!!!” gemette Tom, allargando le braccia come per abbracciare il magnifico panorama.
“Io ho fame di… aspetta…” disse Harry, cercando una parola nel vocabolario… “Di paranza!”
“La paranza sulla spiaggia!” trillò il bassista, estasiato.
“Ma cos’è la paranza?!” chiese Tom, grattandosi la testa.
“E’ bbuona, è bbuona ‘a paranz’!” intervenne il vecchietto con tono persuasivo.
“Ok, basta, state tutti zitti!” strillò infine Giovanna, sull’orlo di una crisi di nervi “Andremo in spiaggia, ok! Seguiamo questo maledetto mulo…”.

L’allegra carovana seguì lentamente in macchina il vecchio campano, sentendo già la frenesia della brezza italiana nelle vene.

 

Una volta arrivati in spiaggia, i ragazzi corsero a farsi il bagno, disseminando i vestiti ovunque mano a mano che si avvicinavano all’acqua.
Giovanna, rimasta seduta sul suo telo dal mare e con il broncio, si sentì picchiettare sulla spalla: era il vecchio omino rugoso.
Le mostrò una pesca e un coltello e lei non capì cosa voleva dirgli.
Lui le si sedette accanto a gambe incrociate e, iniziando a sbucciare il frutto con una grande ciotola davanti alle ginocchia, le disse: “Facimm’ a macedonia!”
“Macedonia?” fece eco la ragazza, perplessa, per poi esclamare dopo qualche secondo: “Aaahh, vuole parlare della Macedonia! Sì, Alessandro Magno, sì sì, conosco! Ero forte a storia, sa? Ora gli dico cosa so, spero di potermi spiegare bene in italiano!”

 

Come andò a finire, vi chiederete?

 

La macedonia che l’omino campano aveva progettato di preparare fu realizzata solo con la metà della frutta presa dalle ceste del somaro, perché l’altra metà se la mangiò tutta Giovanna, che intanto si era impegnata a spiegare in italiano la vita, la morte e i miracoli di Alessandro Magno, spedita come un treno, tanto che il povero vecchio, alla fine, si addormentò e finì con la faccia nella ciotola piena di frutta in pezzi.

Per quanto riguarda i McFly, fecero il loro benedetto bagno nelle acque di Sorrento e passarono un’ora e mezza a tirarsi giù i costumi, a schizzarsi, a nuotare e a comportarsi come quattro giocose educande che si bagnano i piedini nel lago.

Quando scese la sera, furono costretti a correre fuori dall’acqua a causa di intensi bruciori ai loro sederini candidi: delle meduse insidiose li avevano punti poco prima, essendo rimaste incastrate nei loro costumi, continuamente tirati su e giù dalle loro manine birichine e giocose.

 

Ma questa è un’altra storia.

 

THE END- TRACK 2

To be continued... (Track 3)

***

Note & Credits:

La città di Salerno viene citata in quanto Giovanna, che porta il cognome Falcone, ha il padre di origini salernitane.

Le canzoni "Torna a Surriento" (Franco Corelli), "Do you really want to hurt me" (Culture Club) e "Dov'è l'amore" (Cher) vengono citate senza nessuno scopo di lucro.

Chiedo umilmente venia a qualsiasi lettore del Sud Italia che leggerà questo racconto: io sono toscana, con una lontana parentela campana, di conseguenza non so assolutamente parlare o scrivere in tale dialetto, ho usato il semplice intuito! Non è mia intenzione, quindi, offendere nessun tipo di parlata meridionale, nè tantomeno chi la usa.

Ringrazio infine la ragazza che mi ha recensito il primo racconto, sperando che gradisca anche questo :).

   
 
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