TRACK N°2: “TORNA A SURRIENTO”- FRANCO CORELLI
O… McCheers from Italy!
“Ma sono soltanto
cinquatasei chilometri, uno sputo!” esclamò Tom.
“Eddai, c’è pure il mare!”
mugolò Dougie.
“Restiamo qui, dài!!”
insisté Danny.
“Gi, sii buona, se non
altro per farli stare zitti!” pregò Harry a voce alta.
“Tom, io ero stata molto
chiara! Salerno, non Sorrento!” esclamò Giovanna, al limite della
sopportazione, rivolta al fidanzato.
“Amore, i nomi che avete
dato alle vostre città non sono per niente originali, mi sono confuso!” si
difese il ragazzo biondo.
“Ma tu c’eri già stato, a
Salerno!!” continuò imperterrita lei, arrabbiata.
“Ma ero venuto in aereo! E
poi, che ne posso sapere io! Il navigatore rotto, voi che dormivate tutti
quanti in macchina, io mi sono lasciato guidare dai cartelli e ho sbagliato
direzione!”
“E poi, se Dougie fa gli
aeroplanini con le mappe geografiche per poi lanciarli in autostrada…” commentò
Harry, rigirando il dito nella piaga.
“Ma qui non è così male,
anzi!” sdrammatizzò Danny, sistemando il suo cappello di paglia sulla testa.
“Quasi quasi… farei un
bagno!” osò Dougie.
“Ma quale bagno!!!” sbottò
Giovanna, spaventando il bassista “Dobbiamo ripartire subito, la mia famiglia
ci sarà aspettando!!”
“Ma tesoro…” si insinuò
Tom, mettendole un braccio intorno alle spalle, con cautela, per poi indicarle
il panorama davanti al quale tutti stavano già da una buona mezz’ora: un’altura
che dava sulle spiagge sorrentine e sul mare, illuminato debolmente dal sole
che calava.
“Guarda il mare quant’è
bello…” le disse, sospirando con lo sguardo rivolto all’acqua cristallina.
“Ispira tanto
sentimento!!!” esclamò Harry, catturato dalla bellissima vista.
“Harry, da quando sei gay?
Toglimi le mani di dosso!” sbottò Danny, che era accanto a lui, sentendosi
toccare una chiappa.
“Non m’importa né del mare
né del sentimento!” ribadì la ragazza, contrariata “Questa non è casa mia,
perciò ce ne andremo!”
In quel preciso istante,
Dougie corse in macchina, tenne lo sportello aperto e si mise a cercare
frettolosamente un CD da mettere nello stereo…
Dopo neanche dieci
secondi, nell’aria si sparsero delle famose note di un’ancor più famosa
canzone…
“Do you really want to make
me cryyyyy…” continuò Tom, indicando Danny subito dopo.
“E non me la ricordo più…” canticchiò il chitarrista, imbarazzato.
“Cosa vi aspettate da uno
che è cresciuto a pane e rantoli di Springsteen? È ovvio che una canzone dei
Culture Club non la sa!” li avvertì Harry.
“Perché continuate a
sviare?!” intervenne Giovanna, mettendosi le mani sui fianchi, spazientita.
“E comunque faceva Precious kisses, words that buuuurn
meeeeee…” cantò il batterista, ignorandola bellamente.
“Mi scusi! Mi scusi!” lo
chiamò Giovanna, in un italiano un po’ arrugginito.
“Che è, ch’è shtat’?!” le
gridò di rimando il vecchietto, guardandosi attorno.
“Cos’ha detto?!” domandò
la ragazza, spiazzata.
“Ci penso io! Ho il
vocabolario!” intervenne Harry, raggiungendola con un piccolo dizionario in
mano.
“Può ripetere, per favore?”
chiese il ragazzo biondo all’uomo anziano, pronto a sfogliare le pagine.
“Che è, ch’è shtat’?”
ripeté l’omino senza aver capito l’inglese stretto del batterista, fissandoli
con faccia sempre più stranita.
“Grazie! Dunque…”
E allora l’uomo tirò fuori
il portafoglio, lo aprì e mostrò al ragazzo una lunga serie di foto di Maradona
e della squadra del Napoli.
“Napule, Napule, serie A!”
cominciò a gridargli! E Danny, in totale disaccordo, ribatté: “Guardi che sono
passati decenni da quando Maradona faceva goal, lei non capisce, lei è…”
“Dan, chiedigli
indicazioni!!!” gli ordinò Giovanna, mentre tutti si stavano sbellicando dalle
risate davanti a quel buffo dibattito.
“Ok, Ok, calmati!!!” si
difese il ragazzo, prima di esprimersi in italiano, sfoggiando quelle poche
frasi che aveva imparato a memoria grazie alla musica che passavano alla radio,
in occasione della partenza per il Bel Paese.
“Dove…è… l’amore?” domandò,
dopo essersi concentrato a dovere.
“Mi sembra familiare… tipo
una canzone di Cher, non so…” bisbigliò Tom, perplesso, ricevendo sguardi
dubbiosi da tutti.
“I che ne sàcce io,
guagliò!” rispose l’ometto, facendo spallucce mentre si rimetteva in tasca il
portafoglio.
“Non credo lo sappia!”
affermò Dougie “Danny, ma gli hai chiesto che strada prendere?”
“Ehm… sì, certo!” rispose
poco convinto il chitarrista, allontanandosi.
Il vecchietto riprese a
parlare…
“Ie sacce dove shta
o’mare!!” annunciò con fierezza.
“Ha detto mare?” domandò Giovanna, stupita.
“Ha detto mare, sea, sì sì!!” esclamò Harry, per poi chiedere animatamente in
italiano: “Dove, dove, dove?”
“Vinit’, vinit’!
Appress’ammé, appriess’ammé, ya, ya!!” li incitò il vecchietto, condendo la sua
esclamazione con dei gesti delle mani: li stava invitando calorosamente a
seguirlo in macchina.
“No!!! Non pensateci
nemmeno!” gridò Giovanna.
“Giovanna, ti supplico, ti
supplico, ti supplico, in nome del Boss!” la pregò in ginocchio Danny.
“Un bagno soltanto e poi
ce ne andremo!!!” aggiunse Dougie.
“Il mare è bello e ispira
tanto sentimento!!!” gemette Tom, allargando le braccia come per abbracciare il
magnifico panorama.
“Io ho fame di… aspetta…”
disse Harry, cercando una parola nel vocabolario… “Di paranza!”
“La paranza sulla
spiaggia!” trillò il bassista, estasiato.
“Ma cos’è la paranza?!”
chiese Tom, grattandosi la testa.
“E’ bbuona, è bbuona ‘a
paranz’!” intervenne il vecchietto con tono persuasivo.
“Ok, basta, state tutti
zitti!” strillò infine Giovanna, sull’orlo di una crisi di nervi “Andremo in
spiaggia, ok! Seguiamo questo maledetto mulo…”.
Giovanna, rimasta seduta
sul suo telo dal mare e con il broncio, si sentì picchiettare sulla spalla: era
il vecchio omino rugoso.
Le mostrò una pesca e un
coltello e lei non capì cosa voleva dirgli.
Lui le si sedette accanto
a gambe incrociate e, iniziando a sbucciare il frutto con una grande ciotola
davanti alle ginocchia, le disse: “Facimm’ a macedonia!”
“Macedonia?” fece eco la
ragazza, perplessa, per poi esclamare dopo qualche secondo: “Aaahh, vuole
parlare della Macedonia! Sì, Alessandro Magno, sì sì, conosco! Ero forte a
storia, sa? Ora gli dico cosa so, spero di potermi spiegare bene in italiano!”
Quando scese la sera,
furono costretti a correre fuori dall’acqua a causa di intensi bruciori ai loro
sederini candidi: delle meduse insidiose li avevano punti poco prima, essendo
rimaste incastrate nei loro costumi, continuamente tirati su e giù dalle loro
manine birichine e giocose.
Ma questa è un’altra
storia.
THE END- TRACK 2
To be continued... (Track 3)
***
Note & Credits:
La città di Salerno viene citata in quanto Giovanna, che porta il cognome Falcone, ha il padre di origini salernitane.
Le canzoni "Torna a Surriento" (Franco Corelli), "Do you really want to hurt me" (Culture Club) e "Dov'è l'amore" (Cher) vengono citate senza nessuno scopo di lucro.
Chiedo umilmente venia a qualsiasi lettore del Sud Italia che leggerà questo racconto: io sono toscana, con una lontana parentela campana, di conseguenza non so assolutamente parlare o scrivere in tale dialetto, ho usato il semplice intuito! Non è mia intenzione, quindi, offendere nessun tipo di parlata meridionale, nè tantomeno chi la usa.
Ringrazio infine la ragazza che mi ha recensito il primo racconto, sperando che gradisca anche questo :).