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Autore: hEiLig FuR ImMeR    16/09/2009    4 recensioni
Salve ragazze (e ragazzi se qualcuno leggerà)! Piccola shot, triste e deprimente su Draco ed Hermione. Tutto si svolge come nei libri solo che dopo il settimo tutti i ragazzi grifondoro e quelli serpeverde (in parte) tornano per un ultimo anno ad Hogwars... e tra Hermione e Draco è nata una storia... ma non vi racconterò di questa. Spero vi piaccia... anche se è un pò confusionara... Saluti! P.s. un ringraziamento a foxina che sopporta tutte le mie crisi isteriche... anzi che mi sopporta e basta!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The moment of truth in your lies

The Moment Of Truth In Your Lies


Il vento tiepido scuoteva le fronde dei grandi alberi della foresta proibita e , la luce del sole, colorava tutto il parco di Hogwarts di una tenue luce arancione. L'enorme sfera gialla si rifletteva sul lago nero , le cui acque erano leggermente increspate dal leggero vento che spirava. Un gruppo di ragazzi erano seduti sulle rive del lago, intenti a parlare, a scambiarsi battute e prese in giro.

Nei loro occhi una luce di spensieratezza, che non vi si leggeva da tempo. Erano i giovani che avevano combattuto la guerra , la guerra contro il più grande mago oscuro di tutti i tempi , ed ora, ora si godevano la loro meritata pace, si godevano il loro ultimo giorno da studenti di Hogwarts.

Erano radunati sotto un enorme quercia, che durante gli anni passati lì, li aveva accolti sotto le sue fronde, a volte per pisolini in tranquillità, altre volte per ascoltare i loro problemi e infine , molto spesso, per guardarli studiare.

Poggiate al tronco dell'imponente albero , Ginny Weasley e Luna Lovegood , ridevano di gusto osservando il fratello della prima, maledire un uccellino che , volando sopra di lui, gli aveva lasciato un "ricordino" sulla divisa.

Incantato dalla risata di Ginny, Harry Potter la osservava in silenzio, con un sorriso dolce stampato in volto, pensando che quella ragazza, era sua. Ronald Weasley continuava ad imprecare contro il povero uccellino e Neville Paciock, distante da lui pochi metri, se la rideva di gusto.

Distratti dalle risate, Dean Thomas e Seamus Finnigan interruppero la loro partita a scacchi per ridere del loro compagno di casa. Anche Cali Patil e Lavanda Brown smisero di scambiarsi pettegolezzi, osservando il rosso, che tentava invano di pulirsi la camicia.

Erano felici, finalmente felici e spensierati, senza più nessun peso sul cuore, tranne quello di normali adolescenti. Avevano tutti finito scuola con un anno di ritardo, tranne Luna e Ginny, a causa della guerra...ma erano felici di averlo fatto...si erano goduti quello che gli spettava di diritto.

Harry stava ridendo dell'espressione buffa di Ron quando, voltandosi , si accorse che la sua migliore amica Hermione, era seduta a pochi metri di distanza e fissava il vuoto... ma i suoi occhi erano spenti, tristi... Harry sapeva cosa volesse dire, Hermione stava Pensando...

Cosa che le faceva male, molto male. Così il ragazzo le si avvicinò e le si sedette accanto ma lei non si accorse di nulla, continuava a guardare il vuoto , immersa nei suoi pensieri

 

 

 

 

"Lo farò, te lo prometto"

 

Continuava a pensarci, non poteva farne a meno. Era stata tutta una bugia, un illusione, un gioco? Niente era vero, niente era reale, solo parole al vento , a cui lei aveva creduto...

Ora faceva male... faceva malissimo ricordare, ricordare quando, nonostante tutto, era felice.

Lui l'aveva stregata, non credeva potesse essere così invece l'aveva stupita. Aveva cominciato a parlarci un giorno, così, per caso... e da lì era cominciato tutto.

Ogni giorno si vedevano e si parlavano, si conoscevano. Parlavano dei loro interessi, dei loro sogni... non pensava potesse accaderle, ma aveva cominciato ad affezionarsi a quel biondino.

E credeva che lui si stesse affezionando a lei, ma si sbagliava e solo ora se ne rendeva conto.

Si erano avvicinati... e a lei piaceva lui! Nonostante sapesse che c'erano delle difficoltà , ma non le importava...era felice! Un suo sguardo, una sua frase, un suo gesto, un suo semplice buongiorno...
La rendevano felice.

Era incredibile quanto poco bastasse per perdonarlo... era incredibile quanto fosse riuscito a influenzarla, quanto in fretta riuscisse a farle cambiare idea.

Hermione aveva messo da parte il suo orgoglio e glielo aveva detto... mi piaci. Non si aspettava da lui una risposta positiva, si aspettava un no secco e invece lui la sorprese. Le disse che era confuso, che non sapeva... dopotutto lui aveva la ragazza anzi la promessa. Per questo Hermione inizialmente non voleva crederci molto ma, nonostante sapesse che non avrebbe scelto lei, continuò a parlarci e ad affezionarsi e inesorabilmente finì per innamorarsi di lui.

 

 

"Voglio che tu sappia che non riesco più a dormire la notte

giorno dopo giorno voglio che tu sappia che sei mia, tu sei mia"

 

 

E si, gli aveva creduto... in quel momento, sentendo quelle, parole era stata felice. Felice davvero. Felice come non lo era mai stata. Felice e innamorata.

Il suo più grande errore, si era fidata. Aveva creduto che fosse tutto vero... ci aveva sperato e per un anno, un intero anno aveva aspettato, aspettato qualcosa che, da parte del ragazzo, non c'era mai stato.

Si era affezionata Hermione, si era fidata Hermione, ci aveva creduto Hermione e si era innamorata... innamorata di Draco Malfoy.

Un semplice sorriso, uno sguardo più prolungato durante le lezioni, per non farsi scoprire da Lei.

La sua fidanzata.

La sua promessa.

Sguardi e sorrisi che erano acqua fresca per la sua anima, sguardi e sorrisi che erano un balsamo per il suo cuore.

Sguardi e sorrisi che ora, erano diventati ricordi amari.

Anche quando era evidente che lui non sarebbe mai andato contro la sua famiglia, contro i suoi amici, contro il suo mondo per lei, lei ci aveva creduto lo stesso... ci aveva creduto troppo.

 

 

 

"-Ti voglio bene

-Aspetta a dirlo, non credo di meritarmelo ma..te ne voglio anche io"

 

 

 

Lacrime, tante lacrime versate per lui... per lui che l'aveva illusa, che aveva giocato con lei... che probabilmente aveva finto di tenere a lei e di cui ora, non gli importava più nulla.

“Hermione, quante volte te l'ho detto? Smettila! Devi smetterla di pensarci e non mentirmi - disse Harry vedendo che la ragazza stava per aprire bocca - so che stai pensando a lui, te lo leggo in faccia, te lo leggo negli occhi!”

“scusami...lo so non dovrei...”

“Hermione...ascoltami. Tu sei una ragazza fantastica, non puoi ridurti così per lui! Non si merita le tue lacrime, non è degno di un tuo sguardo o di un tuo sorriso figuriamoci del tuo amore!

Hermione sei la mia migliore amica... quel... quell'idiota ti ha fatta soffrire, non dovresti affatto pensarci!”

“Harry... abbiamo affrontato questo discorso già altre volte... si è vero ora sto male, ma mi ha resa anche felice... forse era tutto finto, forse era tutta un illusione ma ero felice.”

“Perché non lo vuoi capire?! Come fai a non odiarlo?! Hermione se fossi al posto tuo andrei a dire alla Parkinson tutto! Tutto! Così finirebbe nei casini e avrebbe ciò che si merita!”

Hermione si voltò verso l'amico sorridendo tristemente. Gli occhi erano leggermente lucidi e nonostante si trovasse davanti a lei, Hermione non guardava Harry... aveva lo sguardo perso nei suoi ricordi.

“Lo amo Harry...voglio che sia felice. Non ho intenzione di rovinargli la vita. Voglio solo che sia felice... anche se non è con me” calde lacrime scesero sulle sue guance. La ragazza le asciugò in fretta con la mano e poi sorridendo ad Harry disse.

“Guarda... piango per Malfoy... direi che il mio famoso orgoglio Grifondoro è andato a farsi un giro” Harry le sorrise e l'abbracciò.

“Herm non ti merita... può essere una frase fatta o di circostanza ma è così. Non piangere per lui, non sa cosa si è perso...- e le fece l'occhiolino. Si sorrisero poi il moro si alzò porgendole una mano.

Lei scosse al testa.

“Rimango qui ancora un po’... arrivo fra cinque minuti.”

Harry le sorrise e si avviò verso gli altri.

Hermione posò lo sguardo sul castello e la sensazione dei suoi abbracci si fece forte in lei. Si strinse le braccia attorno allo stomaco... Era l'unico modo per tenere i pezzi insieme... per non sgretolarsi... per non distruggersi quando quei ricordi affioravano.

Stringersi e tenersi le ginocchia al petto le dava una sensazione di salvezza dalla voragine, dal vuoto che le si apriva dentro..

Ripensò a Draco... ripensò a tutti i momenti con lui e alle sue parole...

Le mancava. Le mancava da morire.

Faceva fatica a respirare e gli occhi bruciavano a forza di trattenere le lacrime.

Aveva sempre creduto di essere una ragazza forte ma non aveva mia fatto i conti con l'amore... e soprattutto con le delusioni d'amore.

Ma ormai lui se ne era  andato... aveva scelto, come in fondo sapeva fin dall'inizio, Lei.

Ad Hermione erano rimasti solo gli amari ricordi che custodiva gelosamente dentro sé...

Si alzò, consapevole di dover tornare alla sua vita di sempre, di dover chiudere questo capitolo e tornare a vivere.

“Oddio Ron! Possibile che dopo sette, anzi otto anni, in questa scuola, tu non abbia imparato nulla?!” Hermione tirò fuori al bacchetta e la puntò sulla divisa di Ron.

“Gratta e Netta!”

Gli altri scoppiarono in una fragorosa risata mentre Ron guardò Hermione adorante...

“Sei sempre la migliore!”

 

“Guarda Draco, patetici Grifondoro che ridono per cose patetiche”

La voce acuta e fastidiosa di Pansy Parkinson giunse alle orecchie di Hermione. Lei non si voltò..sapeva che lui era lì. Sentiva la sua presenza...e il suo povero cuore batteva all'impazzata.

-Già..- disse lui con voce strascicata.

 La Parkinson riaprì bocca.

“Hey Granger, so che sei una mezzosangue ma a voi babbani non insegnano l'educazione? Normalmente se qualcuno ti parla lo si guarda in faccia!”

Hermione si girò lentamente, desiderosa di incrociare i suoi occhi, ben sapendo quanto male avrebbe sentito dopo.

L'indifferenza più glaciale. Vi lesse questo... solo indifferenza.

E il mondo si congelò... Hermione ricordava come l'aveva guardata in passato. Con dolcezza, con calore...

Ne era sicura ora, per lui, lei non era stata più che un gioco, un passatempo... era stata nulla.

Questa consapevolezza la colpì al cuore più forte della fredda lama di un pugnale.

Hermione scoprì che l'indifferenza può essere peggio dell'odio... l'indifferenza fa bruciare l'anima e il cuore, l'indifferenza ti uccide.

“Non credo che tu e i tuoi amichetti Serpeverde siate persone a cui io debba prestare attenzione...sparite!”

La Parkinson divenne rossa dalla rabbia e fece per aprire bocca quando Draco la interruppe con un gesto secco.

“Andiamo Pansy... non perdiamo tempo”

La guardò un ultima volta negli occhi e il cuore di Hermione perse un battito. Le mancava Draco.

Poteva odiarla, poteva ignorarla, ma lei lo amava e sentiva la sua mancanza.

In quel momento Draco intrecciò le sue dita con quelle di Pansy e se ne andò.

In quel momento una piccola parte di Hermione morì. Se ne era andato... aveva scelto lei e se ne era andato.

Forse non gliene era mai importato di Hermione o forse si ma ora, ora era finita.

...

...

 

Doveva voltare pagina, doveva dimenticare e tornare a vivere.

Sorrise... un sorriso triste e poi si voltò verso gli amici.

Doveva ricominciare a vivere , voleva ricominciare a vivere.

Lui sarebbe rimasto un ricordo. Piano, piano sarebbe svanito dalla sua mente e dal suo cuore.

E Hermione non vedeva l'ora di ricominciare.

 

 

 

 

  
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