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Autore: tbhhczerwony    05/11/2023    1 recensioni
[1/3 Arcs | OC-centered | ship varie, shonen battles!]
dal diciassettesimo capitolo:
Il principe dai capelli rosa sembrava aver notato la leggera tensione tra il gruppo, ciò non sembrava interessare al padre a fianco a lui che continuava a mangiare, chiacchierando con Krystal. A quanto pare era lei il soggetto delle preoccupazioni di Saleh. Dopotutto era comunque amica di sua madre. La fata della natura sentì una vibrazione venire dal suo telefono. Pensava fosse Atan ma, in realtà c’era qualcosa di mai visto nell’app delle note.
Il pianeta Zeldris e il suo Tempio della Vita sono presi di mira da Xanard, un misterioso ragazzo con i poteri di ghiaccio che Jandor e i suoi amici del Winx GX Club dovranno affrontare. Che segreto si cela dietro il puzzle del tempio, e perché Xanard vuole prendere possesso della Fiamma del Drago?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Icy, Nuovo personaggio, Winx
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jigentō'
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Hello, hello! Scusatemi nuovamente l'attesa, oltre il fatto che sono stato molto impegnato tra vita reale ed eventini che ho fatto su tumblr, ho pensato anche ad una nuova schedule per i capitoli (in realtà è stato proprio l'eventino che ho organizzato a farmelo pensare). Sperando di essere costante, voglio aggiornare un capitolo al mese. Basically, per novembre sono a posto perché c'è questo. L'unica cosa che spero è di mantenere la parola data perché ogni volta che mi programmo qualcosa di nuovo succede sempre qualcosa ç_ç
Questo capitolo è dedicato a Saleh! È un po' più pesantino rispetto agli altri, quindi i principali trigger warning che do sono violenza e anche transfobia interiorizzata perché capiteranno tante cose.
Ci tengo particolarmente a questo capitolo perché ha anche un tema che mi sta a cuore, e qui appaiono sia il primo personaggio nonbinary che il primo personaggio genderfluid che non avevo potuto introdurre. Kai, come si può evincere, è già in classe con Saleh e il resto del quartetto, quindi lə conoscono già (che poi Kai in teoria è una fata simile a Topaz e Diaspro solo che riflette la luce delle gemme but still, a fairy of gemlight), mentre Ezra sta in un'altra classe. Spero che vi piaccia e buona lettura!! ;;




 

 


 
La furia di Saleh



 

Mentre per la maggior parte dei casi il dormitorio femminile era tranquillo ed intatto—o almeno la metà di esso, e l’altra metà era dominata dalle ragazze che infastidivano le altre per il gusto di farlo—non si poteva dire lo stesso del dormitorio maschile. Sì, i bulli erano sempre all’ordine del giorno, ma c’era anche un’altra categoria: i piantagrane.

Aimon e Ryoma aprirono gli occhi, la loro meditazione fu interrotta da un boato improvviso proveniente da fuori. No, di più. Prima sentirono delle urla delle ragazze dal piano di sopra, il dormitorio femminile. Successivamente un forte rumore, come un’esplosione, rimbombò in entrambi i dormitori.

«Ma che succede?» si domandò Ryoma, «C’è qualcuno che sta di nuovo attaccando il campus?»

«Sono confuso anche io… dovremmo andare a controllare qual è la causa di questi rumori» rispose tranquillamente Aimon, sospirando poco dopo, «O… chi»

Ryoma ridacchiò all’ultima aggiunta del compagno di stanza, «Pensi che sia uno dei tuoi amici?»

«Più precisamente, Jandor e Saleh… so per certo che Atan non lo farebbe mai» la fata dei fluidi ridacchiò, «Spero che non abbiano fatto qualcosa che potrebbe mettere in pericolo l’incolumità altrui… Jandor e Saleh non sono cattivi, ma…»

«Non sanno controllarsi, vero?»

«Esattamente»

Il secondo boato li fece affrettare alla porta principale, sbirciando fuori da essa. Videro Jandor e Saleh di spalle, mentre Griselda li sgridava.

«Ed eccoci qua» commentò Ryoma.

«Oh, cielo…» Aimon sospirò.

Griselda assottigliò gli occhi dietro le lenti degli occhiali, indicando Saleh con un dito di fronte al suo naso minacciosamente, «Stavolta è l’ultima goccia, ragazzo!»

«Ehi, non è giusto! Non può punire solamente lui, eravamo insieme!» azzardò Jandor.

«Vedo per caso del fuoco in questa foresta di foglie e rami selvaggi? No, e meglio così, altrimenti Alfea a quest’ora non esisterebbe più. Vieni con me, Saleh! Devi vedere la direttrice Faragonda in questo istante per scambiare quattro parole con i tuoi genitori.»

Saleh guardò Griselda andare avanti di qualche metro prima di lui, soffiando nervosamente per prepararsi a seguirla senza protestare. Jandor alzò una mano, intento a fermarlo, ma fece un passo indietro, risentito. Aimon e Ryoma decisero di uscire dal loro appartamento per avvicinarsi a lui, i due si guardarono intorno al caos di liane, edere e strano fumo viola provenire da esse.

«Ehi, Jan» lo chiamò Ryoma.

«Ciao, ragazzi…» Jandor si voltò verso di loro, «Sono così arrabbiato… io ero con lui! Gliel’ho data io l’idea! Io dovrei essere punito al suo posto»

«Jandor, devi capire che Saleh ha fatto molto più di quello che fai tu» gli disse Aimon, «Anche se non ti sembra giusto, e probabilmente sarà più pesante da sopportare per lui essendo figlio di due docenti, deve capire come comportarsi meglio. Scherzare ogni tanto va bene, ma non quando metti in pericolo le quattro mura del campus o le persone al suo interno»

Ryoma annuì, concordando. La fata della Fiamma del Drago sospirò, «Sarà anche vero, ma ero io la mente…»

«Possiamo solo sperare che la sua punizione non sia troppo dura» aggiunse Ryoma.


 

***


 

Nel frattempo, Atan decise finalmente di fare qualcosa che considerava impossibile, impensabile. Cercando di ignorare le edere in giro per il dormitorio, si fermò di fronte alla porta dell’appartamento di Cedric. Prese un respiro profondo, bussando successivamente alla porta. Anche se era pomeriggio, prima delle lezioni serali, sperava che Cedric fosse lì.

La porta si aprì con un click, e Atan vide una persona completamente diversa di fronte a sé. Più alto di Cedric stesso, che era già qualche centimetro più alto della fata del suono, capelli blu scuro di media lunghezza quasi tendenti al nero, occhi nocciola taglienti dietro gli occhiali a montatura ovale, indossava un comodo hakama blu sopra una camicia verde di tartan.

«Uh—scusa, devo aver sbagliato appartament—»

«Atan, vero?» gli chiese il più grande.

«I… sì, sono io»

«Avrei dovuto immaginarlo, sei esattamente come ogni Melodiano»

Atan corrucciò appena le sopracciglia, «Scusami?» disse. Riguardando nuovamente i suoi vestiti poté notare che era di Raikou. Il suo atteggiamento era completamente diverso da quello di Ryoma, però. Sembrava più diffidente, portava in giro la sua spada come se fosse un accessorio.

«Chi c’è alla porta, Julian?!» Lo sguardo di Atan si addolcì sentendo la voce di Cedric, per poi abbassare gli occhi notando l’altro compagno di stanza uscire fuori, a fianco a quello che a quanto pare si chiamava Julian. Sembrava persino più basso di Saleh, indossava una giacca nera con lo stemma di Alfea sopra una maglietta bianca, capelli corvini coperti da un cappello da baseball con quello che pareva lo scheletro di un pesce disegnato sul fronte, la visiera gli copriva gli occhi e vista la statura del ragazzo era impossibile per Atan vederli.

«Ehi, c’è il tuo fidanzato, Casanova!» esclamò scherzosamente.

Fidanzato? Erano già arrivati a quel punto? Atan sgranò gli occhi, sentendosi le gote riscaldarsi. Cedric si affrettò in mezzo ai due compagni, sospirando e prendendo il ragazzo dai capelli color lavanda per sé fuori dalla porta.

«Siete degli scemi…» mormorò, per poi guardare la fata del suono con un dolce sorriso, «Scusa, ignorali»

«Non c’è problema» Atan scosse appena la testa, sorridendogli di rimando.

«Va bene allora, lasciamo da soli i piccioncini! Io devo tornare in punizione» annunciò il più basso, camminando per il corridoio, «A dopo!»

L’altro compagno di stanza chiuse la porta di fronte sé, perciò Cedric e Atan erano finalmente da soli.

«Andiamo?» gli chiese la fata dei sogni.

Atan annuì, seguendolo per il corridoio. La parola di poco fa non fece che tormentargli i pensieri. Fidanzato. Non era sicuro che fosse la parola giusta per definire il loro rapporto al momento.


 

***


 

L’ufficio di Faragonda non era mai sembrato così minaccioso fino a quel giorno, per Saleh. Flora e Palladium erano seduti in due sedie a fianco a lui, di fronte alla scrivania della direttrice, mentre questa esponeva tutti i guai causati dal figlio, e le misure da prendere con lui. La sua punizione.

«Cambierà classe per una settimana, così come l’appartamento, e frequenterà le lezioni serali durante la punizione nella rispettiva aula» spiegò Faragonda, «Saleh, per questa settimana resterai con la 1°G»

«Direttrice Faragonda, mi prendo tutte le responsabilità per ciò che è successo oggi, così come gli altri giorni» intervenne Flora, «Non sono stata abbastanza attenta quando ce n’era bisogno»

«Non preoccuparti, Flora, penso che possa bastare. So perfettamente che Saleh è capace di comprendere che ha fatto di sbagliato, vero?» Faragonda abbassò lo sguardo sul ragazzo, per una conferma. Saleh chinò silenziosamente la testa, non riuscendo a dire neanche una parola.

«O almeno è quello che si spera» aggiunse freddamente Griselda.

Saleh deglutì nervosamente. Quando la famiglia di tre lasciò l’ufficio, l’espressione di Flora si tramutò in una più glaciale, le sue sopracciglia si abbassarono con la fronte corrugata e gli occhi assottigliati.

«Non posso credere che tu abbia rischiato di far cadere una delle torri! Ma che ti sei messo in testa?» lo sgridò lei, il mezz’elfo strinse i pugni al petto dalla paura, «Palladium, non hai nulla da dire? Ciò che ha fatto poteva mettere in pericolo anche te!»

«Beh, sì, tesoro…» Palladium si grattò la nuca, «Lo capisco, ma dopotutto sono solo dei ragazzi!»

«Prima si divertono e un attimo dopo stanno distruggendo un edificio!» esclamò Flora, prendendo successivamente un respiro profondo, aggiustandosi gli occhiali sul naso, «Senti, a… a me non piace la classe in cui andrà Saleh questa settimana, ma… è meglio così che non farlo espellere, giusto?»

«Sì…» mormorò Palladium, «È vero. Penso che se la caverà bene, è molto più forte di quello che sembra»

«Hm… su questo hai ragione»

Saleh li fissò, stringendo la presa sui suoi pugni, le nocche quasi bianche dallo sforzo. Non sapeva come Jandor e Atan avrebbero reagito alla notizia, dovevano già superare il fatto che Aimon non fosse più con loro, ma almeno era rimasto nella stessa classe. Saleh non solo doveva cambiare appartamento, ma anche classe e frequentare la punizione serale. Quando tornò al loro appartamento per dir loro tutto, Aimon era lì con Jandor, Atan era ancora fuori. Non rimasero così sorpresi, ma non c’era neanche ragione di esserne felici.

«No… non possono fare questo!» esclamò Jandor, Saleh non poté fare a meno che tuffarsi tra le sue braccia, il ragazzo dai capelli rossi lo prese e lo abbracciò, accarezzandogli i capelli, «E i tuoi genitori non hanno detto niente?»

«No… che altro avrebbero dovuto fare? Sono i miei genitori, ma non possono di certo dire “no” alla direttrice» rispose la fata della natura, accoccolandosi al petto dell’amico, amareggiato.

Aimon li guardò con le braccia conserte, coperte dalle larghe maniche, «Mi dispiace tanto, Saleh… spero che tu possa comunque trovarti a tuo agio nella nuova classe e nell’altro appartamento, durerà solo una settimana. Ce la puoi fare»

«Lo spero tanto…»

La loro conversazione fu interrotta dalla porta che si aprì improvvisamente, videro Atan entrare con un sorrisone dipinto sul volto.

«E adesso cosa sono questi musi lunghi?» domandò, avvicinandosi agli amici.

«Saleh è stato punito per una settimana, cambierà classe ed appartamento…» spiegò brevemente Aimon.

«Ah, sì?» Atan si mise le mani sui fianchi, «Ti sta bene, non puoi continuare così! Cedric e io stavamo per inciampare su una delle tue liane malvagie»

«Oh, sei uscito con Cedric oggi?» chiese Jandor con un sorrisetto.

Atan realizzò velocemente, sgranando gli occhi, «Non ho detto Cedric! Non avete sentito niente!»

«Sì, sì, certo… mi dirai tutto dopo» la fata della Fiamma del Drago ridacchiò, accarezzando la testa della fata della natura prima che questo potesse sciogliere l’abbraccio.

«La punizione serale sta per iniziare… devo portare la mia roba nell’altro appartamento» Saleh tornò a guardarli, «Spero di vedervi all’ora di cena…»

Il mezz’elfo tornò nella sua stanza solo per prendere i bagagli, prima di lasciare l’appartamento. Aimon abbassò silenziosamente lo sguardo, mentre Jandor si asciugò delle lacrime cadute sulle sue guance. Atan sospirò, «Oh, andiamo, è solo una punizione! Non sta mica partendo per una guerra»

«Ma come puoi essere così insensibile? Quella classe è piena di bulli!» gli disse Jandor.

«Eh, se la caverà…» rispose Atan, dentro di sé era comunque preoccupato per Saleh. Non l’avrebbe mai ammesso.


 

***


 

Saleh arrivò di fronte al nuovo appartamento poco dopo, lasciando le borse sul pavimento e incurvando le labbra formando il sorriso più dolce che potesse dare. Bussò alla porta, e fu accolto da un volto conosciuto. Altə, biondə, capelli corti con un ciuffo lasciato sciolto da una parte, quasi coprendo l’occhio, e l’altro tenuto da delle pinzette rosse, esponendo l’orecchio sinistro decorato da ogni tipo di piercing. Indossava una felpa nera con stampa tigrata, aperta, che esponeva la maglietta bianca.

«Uh? Ma… tu non sei Kai della mia classe?»

«Saleh, curioso vederti qui» disse Kai, masticando la gomma che aveva in bocca, «Che cosa vuoi?»

«Niente… Faragonda mi ha punito, e sono il tuo nuovo compagno di stanza»

«Ah, sì, Griselda aveva accennato qualcosa del genere ma stavo per dimenticarmene. Entra,»

Kai aprì la porta per farlo entrare, Saleh prese le sue borse e si guardò intorno, analizzando l’interno. I muri erano rosa, come il resto dell’edificio. Il piccolo corridoio lo introdusse a due stanze da letto e il salotto con la cucina poco più avanti. Anche se era in ottime condizioni, Saleh poteva immaginare Atan uscire di testa per il disordine.

«Ehi, Ezra! Abbiamo un nuovo coinquilino» Kai chiamò qualcuno che Saleh non conosceva. Probabilmente era il suo compagno di stanza. Una figura si avvicinò, un ragazzo alto—probabilmente anche perché indossava i tacchi—con lunghi capelli castani e due ciuffi che gli contornavano il volto. Indossava un top color crema con collare bianco e una minigonna rosa, e scarpe con la zeppa dello stesso colore.

Saleh non seppe come reagire. Non aveva mai saputo che genere fosse Kai e vedendo Ezra si ritrovò ancora più confuso. I due presero il suo sguardo perplesso per ignoranza ed innocenza più che uno sguardo malevolo, e ridacchiarono.

«Oh, uhm… ciao! Io sono Saleh, fata della natura»

«Beh, mi conosci già, io sono la fata della luce» disse Kai.

«O qualcosa del genere» scherzò Ezra, «Sono Ezra, fata della forza» diede un’occhiata più attenta al mezz’elfo, «Ehi… ma tu non sei il figlio della prof Flora e Palladium?»

«Uhm… sì!» rispose timidamente Saleh, «Senti, non per essere invadente… ma tu sei un ragazzo, vero?»

«Certo che lo sono» gli disse Ezra come se stesse dicendo qualcosa di ovvio, «Cosa pensavi che fossi, una ragazza?»

«Non… non lo so, non so nemmeno se Kai sia un ragazzo o una ragazza»

Kai ed Ezra si scambiarono un’occhiata veloce, per poi scoppiare sonoramente a ridere. Saleh li fissò confuso, e fece qualche passo avanti quando la fata della luce lo bloccò al muro. Il suo volto pericolosamente vicino al suo, così tale che le punte dei loro nasi si toccarono. Un misto tra l’improvvisa intimità e minaccia si celava nel suo sguardo, ciò fece arrossire Saleh, che si teneva le mani al petto.

«È così importante per te?» chiese, «Dimmi, è così importante sapere quali vestiti indossiamo ogni giorno? Oppure è solamente la società a imporci questo concetto che dovremmo essere tutti diversi secondo le norme maschili o femminili?»

Saleh borbottò qualcosa di incomprensibile, non riuscendo a comporre una frase di senso compiuto. Si sentì il volto, se non l’intero corpo, surriscaldarsi. «Io… n… no… non… non è importante»

Kai sorrise, mettendogli il dito indice sotto il mento per alzarlo, «Bravo bambino» sussurrò, con le labbra ad almeno due centimetri di distanza da quelle della fata della natura, prima che potesse dirigersi verso la porta principale, «Andiamo, tutta la casa è in punizione oggi!»

Ezra ridacchiò e uscì dall’appartamento con Kai, lasciando Saleh da solo. La fata della natura non riusciva lontanamente a concepire ciò che era appena successo nella sua testa. Si coprì le labbra con le mani, mentre il volto diventò rosso come la sua mantellina e abbassando lo sguardo, poté notare che gli tremavano le gambe. Kai non lo aveva baciato, eppure la vicinanza gli fece sentire come se qualcosa fosse successo. Non sapeva come chiamarla—paura, inquietudine, strana eccitazione? Per non parlare di quel “bravo bambino” sussurrato in una maniera che non poteva descrivere. Una frase innocente che lo faceva sentire strano.

Saleh scosse la testa, cercando di ritornare alla realtà. Anche lui doveva seguirli in punizione.


 

***


 

Quando Saleh arrivò all’aula dove risiedevano coloro che erano in punizione con lui, notò che la classe era piena di persone che a primo impatto non meritavano di certo alcuna fiducia. Il più evidente tra tutti era un ragazzo gigantesco, sia di massa che di altezza, con la testa rasata e un volto rabbioso. A fianco a lui un ragazzo basso, quello che sembrava un compagno elfo—anche se con un’occhiata più attenta, sembrava più un hobbit—con capelli blu di media lunghezza legati in una coda bassa. L’ultima, che era a fianco ad Ezra e Kai, era una ragazza di altezza media, capelli biondo platino rasati su un lato e una giacca di pelle rossa.

«Buonasera, bella gente!» Saleh sentì una voce mascolina, profonda, da dietro di sé. Vide un ragazzo basso, con un cappello nero da baseball e la giacca nera di Alfea. Questo alzò lo sguardo e Saleh poté vedere uno dei suoi occhi, «Ehi, ma tu non sei un amico di Atan? Che ci fai qui?»

«Come conosci Atan?» domandò la fata della natura, poi si ricordò di tre cene fa, «Oh, tu devi essere uno dei compagni di stanza di Cedric»

«In carne ed ossa, l’unico e il solo, baby» gli rispose il ragazzo più grande, «Io sono Milo, fata Enchantix del fumo. Anche se, eh, non mi piace trasformarmi» si avvicinò al mezz’elfo per sussurrargli, «Stammi a sentire, stai attento a queste persone. Qualunque cosa tu abbia fatto è nulla in confronto a ciò che fanno loro per essere qui, capisci che intendo?»

«Uh… non tanto» gli rispose tranquillamente Saleh.

Milo gli posò una mano sulla spalla, «Fammi un fischio se hai bisogno» e andò a sedersi in uno dei banchi dell’ultima fila, appoggiando i piedi sul tavolo. Saleh lo osservò silenziosamente, prima di sentire una voce familiare che lo chiamava.

«Ehi, Saleh, vieni qui» lo invitò Kai, e lui fece come richiesto. «Questi sono altri amici, il nostro gruppo. Lui è Cask, lei è Zora e lui è Boss» indicò l’ultimo, il ragazzo più grosso.

«…Boss?» ripeté la fata della natura, non sapeva se ci fosse un altro nome dopo questo o no.

«Solo Boss.» gli disse il ragazzone.

«Sì, non gli piace il suo vero nome, quindi lo chiamiamo Boss» spiegò brevemente Kai, «E anche perché è il boss! Quindi fai come dice lui, okay?»

Saleh annuì rapidamente, tenendosi le mani al petto. Ma dove diavolo era finito?

«D’accordo, ragazzi!» la loro attenzione andò verso la porta, Wizgiz entrò in classe con un po’ di libri tra le braccia, «Sedetevi e non fate caos in classe»


 

Anche se era solo per una settimana, Saleh non era sicuro di riuscire a sopportarlo più. Manteneva il suo stesso atteggiamento di sempre, anche se certe volte sembrava impossibile.


 

> januwu, 8:30 pm

saleh♥: jan….

januwu: Saleh!!!

januwu: Stai bene?? Non sei venuto a cena

saleh♥: lo so, scusa

saleh♥: non ho avuto tempo

saleh♥: mi mancate…

januwu: Manchi anche a noi amico :(


 

«Con chi parli?» Kai distolse lo sguardo dal suo libro, guardando Saleh dall’altra parte del tavolo. Il mezz’elfo cominciò a scrivere velocemente.

«Nessuno—»


 

> januwu, 8:39 pm

saleh♥: cazjkdsjdhsjdhsjdhsskh

saleh♥: [Sticker]

januwu: ??? [Messaggio cancellato]

saleh♥: no aspetta nn rispondermi così [Messaggio cancellato]

saleh♥: fai finta di essere il mio ragazzo [Messaggio cancellato]

januwu: Ooooh ok [Messaggio cancellato]

januwu: Come rispondono i bf però [Messaggio cancellato]

saleh♥: fai un po’ il dolce!! [Messaggio cancellato]

saleh♥: sn stanco

saleh♥: mi manchi amo :(

januwu: Ah okay tipo Justin Bieber [Messaggio cancellato]

saleh♥: chi sarebbe HAHAHAAH [Messaggio cancellato]

januwu: AHHAHAHA È UN CANTANTE TERRESTRE NN FA NNT [Messaggio cancellato]

januwu: Mi manchi anche tu, ti amo <3

saleh♥: anche io!! ;;


 

In pochissimo tempo, Saleh si ritrovò senza telefono in mano. Kai glielo aveva tolto dalle mani per leggere la conversazione.

«Oh, ma non è Jandor questo? Non sapevo foste fidanzati» gli restituì successivamente il telefono, Saleh lo prese rapidamente tra le mani stringendolo a sé con le sopracciglia corrugate. «Oh, dai! Era solo una curiosità»

«Questo non ti dà il diritto di prendere il mio telefono…» la voce della fata della natura si abbassò, «Sei felice ora che lo sai?»

Kai alzò le mani, «Wow, è questa la tua vera voce? Ce l’hai bella profonda, amico… di solito la alzi quando parli normalmente, vero? Ma quando qualcuno tocca qualcosa che non dovrebbe, all’improvviso torna normale» disse, mentre lui lə fissava silenziosamente, «È attraente, sai? Perché la alzi?»

Saleh realizzò solo in quel momento di aver parlato con un tono che solitamente nessuno sentiva, e abbassò lo sguardo. Era la sua vera voce, fredda e profonda. «…Perché non mi piace» ricominciò ad alzare la tonalità, «Non mi piace la mia vera voce»

Kai alzò le sopracciglia al cambiamento improvviso, «Che peccato, secondo me potresti usarla a tuo favore»

«Non mi importa» rispose semplicemente Saleh.

Kai si sedette nuovamente sulla sedia a fianco a lui, «Lo capisco, però. Davvero» disse, «Anche io vorrei una tonalità più alta. Non tantissimo, il giusto tanto che serve a renderla neutra e non… lo stereotipo del “vero uomo”. Ma non ci posso fare molto, tu hai una voce più malleabile e riesci a gestirla, io no» osservò la fata della natura mettere il telefono sul tavolo per incrociare le braccia al petto, «Ah, peccato che tu abbia già un ragazzo, stavi cominciando a piacermi»

Saleh sapeva che quello di Kai era solamente un tentativo per farlo parlare di nuovo. Non voleva, e non voleva ricordarsi di ciò che era successo prima che andassero in aula ma dopo che Kai gli disse ciò, era impossibile dimenticarlo. La fata della natura alzò gli occhi al cielo, guardando altrove.

«So che stai mentendo» mormorò, cercando di tenere lo stesso tono.

«Oh, no, al contrario» rispose la fata della luce, «Ma so che tu e Jandor non siete davvero fidanzati, quindi potrei avere una possibilità. Prendimi come… un rivelatore di bugie» fece un sorrisetto, «So che volevi che ti baciassi quando sei venuto questo pomeriggio»

«Parli troppo.»

«E tu sei un libro aperto, tesoro»

Saleh sbuffò, «Che cosa sei, la fata della psicologia?»

«È il mio secondo nome, caro, come hai fatto a indovinare?» Kai ridacchiò, la sua espressione diventò più seria, «Senti, so che stai facendo il difficile perché oggi hai parlato con Milo. Lascia che ti dica una cosa, non siamo io o Ezra quelli di cui ti devi preoccupare. A me piace solamente giocare e scherzare,» mormorò, «Sono i tipi che ti ho presentato, di cui devi preoccuparti. Una volta avevano picchiato Ezra, non posso perdonarlo. Hanno provato a fare pace con noi, ma io non mi fido»

La fata della natura corrugò la fronte, ascoltandolə attentamente, «…E tu non hai fatto niente?»

«Tipo cosa? Hai visto Boss? Sarà alto più di due metri, può ridurti in mille pezzettini» Kai gli posò l’indice sul petto, «E tu non hai possibilità contro di lui, non ci siamo riusciti neanche noi» si alzò successivamente dalla sedia per dirigersi in camera sua, stiracchiando le braccia, «Vado a letto» diede un’ultima occhiata a Saleh, «Oh, visto che dormiamo nella stessa camera, se hai bisogno di compagnia e un cuscino in più non esitare a chiedermelo» fece l’occhiolino e si avviò in camera. Il mezz’elfo abbassò lo sguardo, arrossendo nuovamente.

«Saleh» Quando Kai lo chiamò di nuovo, lui alzò lo sguardo, «Non siamo così diversi. Chiediti perché vuoi cambiare tanto la tua voce e pensa a ciò che ti ho detto poco fa» fece una pausa, voltandosi verso di lui, «Non penso che sia solo perché vuoi sembrare più piccolo e carino. C’è una ragione che dovrai scoprire da solo»

Kai entrò nella sua stanza, e Saleh non poteva fare a meno di chiedersi se avesse ragione.


 

***


 

Saleh non conosceva nessuno della sua nuova classe. Alcuni di loro lo conoscevano solo per il suo status, e la sua nuova reputazione. Flora e Palladium entrano entrambi calmi, gentili e apprensivi solo quando c’era bisogno, ma tutti si domandavano cosa fosse andato storto in Saleh. Alcuni puntualizzavano la vera natura degli elfi, la caratteristica doppia faccia e la selvaggitudine, lui prese più tratti da elfo che non da fata, dopotutto (Contrariamente ad Aimon che, nonostante fosse un mezz’elfo anche lui, aveva più tratti caratteristici delle fate). I compagni elfi pensavano che fosse semplicemente diverso dal padre e niente di più.

Quando arrivò il momento della punizione serale come al solito, Saleh fece del suo meglio per non interagire con nessuno e si approfittò del momento per studiare qualcosa da solo. Kai non gli chiese di unirsi al gruppo con Boss, Cask e Zora come i giorni precedenti. Pensava che il mezz’elfo avesse ancora la loro conversazione in mente, e non voleva costringerlo a stare con persone che non meritavano la sua fiducia.

«Ehi, perché Saleh non è venuto come ieri?» Cask si voltò verso Kai ed Ezra, «Ce l’avete presentato voi, quindi dobbiamo saperlo»

«Sta studiando per un esame, non lo vedi?» rispose freddamente Kai.

Cask assottigliò gli occhi, «Non osare rispondermi mai più in questa maniera» fece un passo avanti, «Boss, sai cosa fare»

Boss si diresse silenziosamente verso il banco di Saleh con i due amici, Kai ed Ezra guardarono la scena terrorizzati.

«Ehi, no! Lasciatelo stare!» esclamò Ezra.

Vedendo un’ombra allungarsi sul libro, la fata della natura alzò lo sguardo vedendo i tre avvicinarsi con dei sorrisetti maliziosi. Saleh restò impassibile più che poteva, e sorrise.

«Ehilà…!» salutò, Boss buttò il banco a terra come risposta, «Oh, uhm… suppongo sia un “ciao”»

Kai ringhiò nervosamente, «Ma non avete sentito Ezra?! Lasciatelo in pace!»

«E tu non vedi che qui abbiamo da fare?» Cask si lasciò scappare una risatina, tornando a guardare Saleh, «Sei fortunato, puoi far parte del nostro gruppo. Ma tutto questo dipende dalla tua risposta, e c’è solo una risposta corretta. Vedi, Kai ed Ezra erano due falliti prima di unirsi a noi. Mi è piaciuto il loro orgoglio e ho deciso di prenderli con me. Quindi… che ne dici?»

Saleh non aveva bisogno di tempo per pensarci. Prese un respiro profondo e aprì la bocca per rispondere, «Onestamente? No»

I volti del trio si oscurarono.

«Cosa hai detto?» chiese Cask, «Ripetilo se non sei un fifone»

Saleh si alzò lentamente dalla sedia e, apparentemente calmo e razionale, prese il libro che stava leggendo da terra. «Ho detto no» ripeté, «So che cosa avete fatto a Kai ed Ezra, non c’è nulla che possa farmi camb—» la sua frase fu interrotta a metà, prendendosi un calcio sul petto da Boss, forte abbastanza da far rimbalzare Saleh sul muro e farlo cadere per terra. Si sedette sul pavimento tremante, con le ginocchia alzate, tossendo sangue dopo il duro colpo.

Milo soffiò velocemente del fumo dalla sua bocca e tornò ad osservare il trio che si stava riavvicinando a Saleh, «Ehi, smettetela! Non è una lotta alla pari, è ancora a terra!»

«E allora, a te che importa?» Cask ridacchiò, «Boss?»

Boss fece un passo avanti, Saleh aveva ancora lo sguardo basso e i pugni stretti sul pavimento, come se si stesse arrendendo. Era lì, aspettando silenziosamente il suo destino.

«Basta!» urlò Kai, avventandosi addosso a Boss per provare a fermarlo, ma il ragazzo più grande lə respinse senza sforzo, facendolə cadere tra due banchi. Ezra si affrettò a controllarlə, dando uno sguardo alla scena davanti a loro. Boss continuò ad avvicinarsi, finché non prese Saleh dal collare della sua camicia. Potevano vedere che del sangue stava ancora colando dal lato delle sue labbra. Boss protese il braccio destro all’indietro per caricare un pugno, ma questo non arrivò a destinazione.

«Crown of Thorns» sussurrò Saleh con un fil di voce.

Tre edere spinose apparirono intorno al collo di Boss, Cask e Zora. La presa era così stretta che fece sciogliere la presa sulla camicia di Saleh al ragazzone, facendolo cadere sul pavimento. Il mezz’elfo si alzò, rivelando i suoi occhi privi della solita luce che li caratterizzavano.

«Vi ho in pugno, adesso.» mormorò.

Il trio cominciò a tossire con veemenza, finendo in ginocchio sul pavimento con i volti completamente rossi, senza fiato. Sotto lo sguardo scioccato di tutta la classe, Saleh strinse la mano destra in un pugno, aumentando la loro agonia.

«Allora, ditemi…» la fata della natura li fissò dall’alto, «Qual è la cosa giusta da dire in questo caso? Dovreste saperlo, se volete vivere»

Sentendolo pronunciare queste parole, il resto della classe non poté fare a meno che allontanarsi discretamente. Ezra alzò gentilmente il collo di Kai, che aprì gli occhi per vederlo.

«Vuole… vuole davvero ucciderli…?»

Milo sussultò, «Non farlo! So che sono dei bastardi, ma così ci rimetterai anche tu!»

«Silenzio.» disse freddamente Saleh, «Voglio sentirlo dire da loro.»

Zora tossì, sputando sangue, provando a pulirselo dal collo, «Ugh… ci dispiace…! Ti prego… lasciaci andare!»

Saleh li guardò soffocare per un po’, e quando stavano per esalare il loro ultimo respiro, sorrise dolcemente con gli occhi quasi chiusi.

«Molto meglio» la sua voce tornò con il solito tono che tutti conoscevano, liberandoli dal Crown of Thorns. Il trio tossì un’ultima volta, alzandosi velocemente per allontanarsi dalla fata della natura.

«Tu… sei un demone! Una bestia sadica, infernale!» esclamò impulsivamente Cask, «Al diavolo tutto! Io me ne vado!» e corse via dalla classe, lasciando tutti senza parole. Boss e Zora si voltarono a guardare Saleh, che continuava a sorridergli.

«Sapevo che non eravate come lui, voi seguivate tutto quello che diceva senza protestare» il mezz’elfo tese una mano in avanti, loro indietreggiarono e ridacchiò, «Non vi farò nulla! Voglio solo essere vostro amico»

Milo li osservò in silenzio, alternando lo sguardo tra Kai ed Ezra, ancora sorpresi e Boss e Zora che erano ancora terrorizzati. «È incredibile…» mormorò tra sé e sé, guardando Saleh, «Ma chi sei veramente?»


 

***


 

«Mi dispiace averti coinvolto nella lotta…»

Saleh si sedette sulla sedia di fronte al divano dove Kai era coricatə. Entrambi avevano bende che coprivano i loro petti nudi, la fata della luce ne aveva anche altre intorno alla testa per coprire l’occhio nero, «Non preoccuparti, mi rimetterò tra un paio di giorni» lo rassicurò, «Sei stato grande. Non mi aspettavo fossi così forte, hai persino convinto Boss e Zora a stare dalla nostra parte e Cask è finito da solo come se l’è sempre meritato»

«Non ricordo precisamente cosa sia successo…» ammise la fata della natura, lasciando l’altrə sorpresə, «Ma sono contento che tutto si sia risolto per il meglio»

Kai lo fissò per un po’, per poi scoppiare a ridere, «Sei veramente speciale» disse, «Che ne dici se usciamo insieme a Magix City quando ci sentiamo meglio?»

Saleh annuì, «Assolutamente»

Kai appoggiò la schiena sul cuscino dal divano, passando una mano tra i capelli di Saleh, per poi portarlo verso di sé per baciarlo sulle labbra. A primo impatto la fata della natura sgranò gli occhi dalla sorpresa, le guance si colorarono di rosso proprio come gli altri giorni. Facendoci l’abitudine, Saleh poggiò le mani sulle guance di Kai appena le loro lingue si incontrarono. Quando il bacio si sciolse, si fissarono negli occhi intensamente.

 

 
   
 
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