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Autore: spikey    16/09/2009    1 recensioni
E' difficile diventare grandi sotto i riflettori, o meglio, all'ombra di essi. Soprattutto quando si tratta di ragazze come Lisa: difficile, sensibile e imprevedibile. Ma forse una delle mille figure evanescenti, solo di passaggio nella sua vita, cambierà le cose.
NB: l'attore protagonista della storia è JAMES MARSTERS, interprete di Spike nel TF"Buffy The Vampire Slayer". non è molto famoso...ma vi prego di non fissarvi sulla sua "non-notorietà"; VI PREGO non ignorate questa fanfic...vale la pena di leggerla!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV CAPITOLO

IV CAPITOLO

 

Quel dannato cappuccino non sarebbe mai stato abbastanza zuccherato, constatò Lisa.

Ma d’altra parte, avrebbe potuto anche essere succo di cicuta, che non se ne sarebbe resa conto.

In sottofondo una saggia Marina le stava elencando le regole fondamentali per una buona convivenza: non lasciare calzini in giro, stai seduta composta a tavola…

La diretta interessata si limitava ad annuire e a fissare il viso ovale dell’amica, coperto per metà da un paio di occhiali a mascherina, sotto cui quasi scompariva il naso piccolo e sottile.

 

Alice, dall’altra parte del tavolino, si controllava le doppie punte e la noia negli occhi di Laura era più che comprensibile. Sbuffando, quest’ultima interruppe Marina con tutta la delicatezza possibile: “Scusa tesoro, ma qui l’unica legge universale da  rispettare è…Non girare nuda per casa!- esclamò la ragazza- del resto goditi la sua permanenza nelle tue stanze!”

 

Notando lo sguardo malizioso di Laura, Alice buttò indietro la coda e prese la parola: “Tu cosa ti senti di fare? Se pensi che sia troppo imbarazzante puoi stare da me finchè non se ne va”.

 

Lisa, di nuovo, alzò le braccia per tranquillizzare le compagne: “No, nessun problema. Devo solo abituarmi all’idea; non è nelle mie qualità fare la faccia indifferente.- si tirò gli occhiali da sole sulla nuca e sorseggiò il suo cappuccino – sapete meglio di me quanto sono dannatamente e inopportunamente espressiva!”

 

Alice si accese una sigaretta e inspirò una boccata di fumo. Non lo faceva spesso, solo quando aveva bisogno di riflettere; d’altra parte era pur sempre un’atleta: “La mattina sarai praticamente sempre a scuola; di domenica potremmo incontrarci per la colazione, come abbiamo fatto oggi- fece una pausa e bevve in un sorso il suo caffè –Del resto ci alleniamo tutti i pomeriggi, quindi saresti in casa due ore in cui dovrai sbrigare i tuoi compiti”.

 

Lisa si fermò a pensare: non faceva una grinza.

“In più quest’uomo dovrà pur lavorare! O è qui solo per una vacanza a sbafo?” esclamò Laura. Diretta, concisa ma decisamente brava a centrare la questione.

 

Marina pose le ultime parole del discorso: “Il tuo unico pensiero saranno i pranzi e le cene! Cucinerai tu?”

 

In risposta la ragazza emise uno sbuffo: “Sì! E pensi che sia poco? –piagnucolò poi, raspando col cucchiaino la schiuma dal fondo della tazza – rischio di avvelenare l’uomo dei miei sogni!”.

 

Laura rise di gusto: “Signore e signori, il ghiaccio è letteralmente evaporato!”.

Facendo un gioioso applauso, Alice buttò la sigaretta e recuperò dai meandri della borsa il suo

I-Phone: “Internet serve proprio a questo- poi si bloccò dubbiosa –cosa devo cercare?”

 

Lisa si tuffò sullo schermo del palmare e con trepidazione suggerì: “Qualsiasi cosa! Vai sui siti ufficiali di tutta Europa, manda e-mail ai gestori dei siti dei fans…ingegnati!”.

 

Effettivamente Alice ce la mise tutta; stettero più di un’ora a navigare in rete, facendo fuori una sfilza di caffè shakerati e diverse porzioni di salatini.

Neppure con le doti di traduttrice di Laura, che frequentava il liceo linguistico, riuscirono a trovare qualcosa di soddisfacente.

Un’intervista risalente a un mese prima svelava che James aveva smesso da poco di fumare ed era inoltre praticamente astemio. Nulla di più.

Lisa potè constatare coi suoi occhi l’estrema riservatezza dell’attore; ammirevole, ma alquanto seccante in quella situazione.

 

Verso l’ora di pranzo, la ragazza ricevette un SMS dal padre, nel quale le ordinava di raggiungerla agli studi televisivi dove stavano programmando la nuova trasmissione.

Dopo la pessima figura di poche ore prima, era il momento per Lisa di riscattarsi.

Senza fretta mangiò un insalata in compagnia delle amiche; dopodiché le congedò e si diresse a passo svelto verso il suo scooter nero.

 

Giunse a destinazione un quarto d’ora dopo, salutò la ragazza alla reception e salì le scale verso la sala dove si doveva trovare il regista.

Inizialmente credette di aver sbagliato corridoio: lo studio in cui si ritrovò era il più grande dove suo padre avesse mai lavorato, poteva tenere fino a 500 spettatori.

 Molto spesso da casa non ci si rendeva conto delle reali dimensioni di una sala, la maggior parte delle volte ospitavano poco più di cento persone. Quello doveva essere lo spazio più grande di tutto l’edificio.

 

La risata di Leonard in lontananza le confermò che si trovava nel posto giusto.

Lisa si diresse verso il gruppetto di aiutanti che faceva capannello attorno a suo padre.

Quando gli si trovò di fronte, notò la presenza di James, che stava ridendo divertito a una battuta del regista.

“Finalmente sei qua- la accolse suo padre, congedando con un cenno della testa gli altri- avevo bisogno di parlarti un attimo”. James era rimasto accanto a loro; indossava un paio di jeans scuri e una camicia di colore grigio-metallizzato.

“Concentrati sulle parole del regista!- si impose mentalmente la ragazza – focalizza, Lisa…focalizza!”

 

“Volevo parlarti del mio nuovo programma- iniziò a spiegare l’uomo, indicando il posto attorno a loro –Come avrai notato anche tu, questa è una cosa in grande! Si tratterà del lied-motive dell’estate e sarà strutturato in due parti”.

 

Leonard si sedette su una delle poltroncine per il pubblico; Lisa lo imitò, mentre James rimase in piedi, troppo intento a studiare la ragazza.

“Le puntate saranno divise in due serie- continuò il regista con professionalità –la prima andrà in onda nella prima serata del martedì, mentre la seconda occuperà la seconda serata del giovedì”.

 

Lisa si sentiva come se il padre stesse parlando arabo: nell’aria c’era il profumo di un dopobarba che non conosceva, probabilmente di James, e il solo pensiero la stordiva.

In aggiunta a tutto ciò, era la prima volta che il famoso Leonard D’Andrade si premurava di rendere partecipe la figlia dei propri sviluppi lavorativi. Il perché restava un mistero.

 

“Ora voglio che tu presti la massima attenzione- precisò Leonard calcando il tono della voce…si era forse reso conto dei viaggi mentali di Lisa? –i temi trattati il giovedì notte saranno estremamente delicati: sicurezza nazionale, sanità…cose in cui non ti voglio coinvolgere”.

 Concluse la frase quasi frettolosamente, come se volesse rendere il più palese possibile che lei doveva restarne fuori.

 

“Però- si accinse a continuare l’uomo – il martedì sarà diverso”.

“Ecco dove stava il trucco” pensò Lisa, nascondendo l’espressione trionfante: conosceva troppo bene suo papà per lasciarsi sorprendere così facilmente.

 

In quel momento un trillo interruppe lo sproloquio del regista; Leonard si allontanò per rispondere al cellulare, facendo prima un cenno con il capo in direzione di James.

Questi si sedette nel posto occupato fino a qualche attimo prima e parlò…o, perlomeno, aprì bocca ed emise dei suoni, che Lisa non fu in grado di decifrare.

“Scusa, scusa un attimo- lo interruppe lei appena ebbe di nuovo il controllo sulla propria voce –puoi ripetere il discorso?”.

 

Quasi dispiaciuto James si bloccò: “Perdonami, non mi ero neppure reso conto di parlare in inglese…vuoi che provi in italiano?” chiese infine nella lingua madre di Lisa.

La ragazza scosse la testa; sentì il battito cardiaco aumentare e un improvviso calore alla faccia. Perfetto, doveva essere paonazza!

 

“Non mi riferisco a quello- spiegò poi cerando di ironizzare – Capisco l’inglese. Ma credo di essermi persa mentre tu mi spiegavi qualcosa riguardo la trasmissione del martedì…sbaglio o c’era il mio nome in mezzo?”.

 

James scoppiò a ridere. “Allora mi vuoi morta!” pensò disperata Lisa, di fronte a quel gesto disarmante.

“Non ti sbagli… Il programma del martedì sarà decisamente più soft, ma soprattutto…incentrato su tematiche riguardanti l’adolescenza- mettendo le mani curate avanti, l’attore si spiegò meglio – Tuo padre intendeva affrontare il mondo dei ragazzi da una prospettiva diversa: storie vere raccontate in diretta, ospiti di una certa rilevanza e, specialmente, -fece una pausa per enfatizzare quello che intendeva dire- impatto! Non so se sono stato chiaro”.

 

Una voce alle spalle di Lisa rispose per lei: “Sei stato chiarissimo, caro James!- disse il regista, dandogli una pacca sulla schiena, per poi rivolgersi alla figlia –Pensi di essere in grado di occuparti della stesura dei testi?”

 

La ragazza strabuzzò gli occhi, in un’espressione che James aveva già notato e che l’aveva divertito: si  potevano scoprire molte cose, dentro quelle iridi chiarissime.

“Ne sono in grado?” chiese di rimando lei.

 

“E’ un impegno di un certo calibro, lo ammetto- rispose Leonard, in piedi a braccia incrociate –Ma ti reputo in gamba e un passo avanti rispetto ai tuoi coetanei. Puoi vedere gli argomenti di cui trattare dall’interno ma con occhio più critico”.

 

Lisa rimase spiazzata: mai prima di allora si era sentita descritta in quel modo dal padre.

Puntò gli occhi verdi su James, per carpire da una sua qualsiasi reazione, cosa ne pensava al riguardo; in risposta ebbe solo lo sguardo di ghiaccio dell’attore, che la costrinse a girare il capo imbarazzata.

 

“E ora cosa faccio?”.

A risolvere quel quesito, intervenne proprio lui, James: “Tuo padre mi ha chiamato qui anche per affiancarti nel tuo lavoro…oltre che per fare la parte della bella statuina che farà presa sulle  telespettatrici adolescenti”. 

Poi si aprì in uno dei suoi splendidi, disarmanti mezzi sorrisi, che tanto avevano colpito Lisa, la prima volta che lo aveva visto calato nei panni del vampiro Spike.

Niente a che vedere con la tenebrosa interpretazione del personaggio, quell’espressione era esclusivamente sua.

 

La risposta non potè che essere un netto e deciso “Sì”.

 

   
 
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