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Autore: _Alcor    09/11/2023    6 recensioni
Quando Ashley riceve la possibilità di tornare indietro nel tempo per impedire la morte della sua migliore amica, la afferra senza esitazione. Ma deve riuscirci nei minori tentativi possibili, perché ogni reset le strapperà una parte della sua umanità.
Eppure, si dice, diventare un demone pur di salvare quella ragazza non sembra così male.
{ho un debito creativo enorme verso il kagepro | e per la cover di fight song di Izuru | angst&loop temporali}
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Warden of humanity'
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XVI.
[Ronye Brionac]


[Report #5580, #5581, #5582 scartati per ridondanza]


Lazerin | BUG RILEVATI | EINHERI Warden of humanity (funzionalità scese del 5%, tempo stimato di recupero 1951 ore) | EINHERI Ashley Sterling (1024 errori) | EINHERI Ronye Brionac (6 errori) |



Scrollo la sabbia dalle scarpe e mi siedo sul telo viola, accanto allo zainetto di provviste che ho raccattato da casa. La luce del faro taglia il buio e illumina un gommone che sta schizzando tra le acque scure.

Un’onda si stende sulla battigia e accarezza i piedi nudi di Yelena, che ha gli occhi fissi sulla città. Oltre il profilo degli edifici, tre elicotteri proiettano coni di luce sulle strade. Sono passate ore, ma cercano ancora il terrorista che ha fatto crollare il condominio sulla trentasettesima con un ordigno a base criogenica inaudito.

Fatica inutile, il responsabile splende in cielo insieme alle sessantadue vittime di questo tentativo.

Tiro la cerniera dello zainetto e pesco una lattina di crema di mais, la superficie ancora tiepida mi scalda i palmi. Stacco il cucchiaio dal coperchio. Le scaglie sul dorso delle dita scintillano di verde, ne gratto una ma i contorni sono saldati alla pelle. Dannati cancri inutili.

«Non toccarle,» mormora Yelena. Raccatta i sandali abbandonati sulla battigia e si avvicina, la sabbia le si attacca alla pelle umida. «Se li lasci stare non si allargheranno. Spero.»

«Speri?» Stappo il contenitore, l’aroma chimico dei conservanti mi pizzica le narici.

Si siede sulla sdraio e ci allunga sopra le gambe. «Le altre volte non si sono allargate.»

Non vale parlare di cose che non posso ricordare. Immergo il cucchiaio nella crema e la mescolo: grumi di gelatina emergono, li premo contro il bordo della lattina per romperli. «Ho segni da anomalia anche se non mi lasci mantenere i ricordi dei tentativi.»

«Pensa cosa succederebbe se te li lasciassi mantenere.»

«Non riesco a immaginarlo, in realtà.» Abbandono il cucchiaio e mi porto la lattina alle labbra, la crema mi riscalda la gola e lascia un retrogusto dolce sulla lingua.

Yelena pesca una bottiglietta di spritz prepreparato e la stappa con una pressione del pollice, ha rimasto giusto i poteri per fare questi trucchi da mago da quattro soldi. «Ecco, non so se voglio immaginarlo nemmeno io. Potrei provare a simularlo, ma non riesco nemmeno ad aprire l’interfaccia dei report…»

Prendo un altro sorso di crema. Anche senza ricordi sono piuttosto sicura che questi sono gli unici momenti di calma che la Guardiana ha.

Un sacchetto di carta pieno di albicocche atterra al mio fianco, stringo le dita sulla lattina e mi preparo. Ashley mi si lancia contro la schiena e stringe in un abbraccio che mi sbilancia avanti, le sue mani si posano sulle mie per tenere fermo il contenitore. Yelena fermami, perché la strozzo.

Palo sfrega la guancia contro la mia. «Portato il dessert.»

«Pensavo stessi cercando di ammazzarmi.» Lo sciabordio delle onde viene velato da un suono distante, sussurri che mi fanno accapponare la pelle. Accompagna le mie mani fino al petto, dove non rischio di rovesciarmi crema tiepida addosso.

Niente più sguardi evasivi, niente più evitare il contatto. È la cuddle bug di sempre. Le piazzo la mano sotto il mento e tiro su.

Si stacca con una risata e mi abbraccia le spalle, lasciando abbastanza spazio per liberarmi quando voglio. «Sono stata una cretina.»

«Nulla di diverso dal solito.»

«Questa ha fatto male.» Prende dallo zainetto vicino il contenitore del poke che abbiamo recuperato dal supermercato, apre le bustine di salsa piccante e soia, le rovescia. Fili viscosi calano sul misto di riso, salmone, alghe e fagioli.

Accarezzo il sacchetto di carta, lo stemma dell’ortofrutta dall’altra parte della città è disegnato in arancione sulla superficie marroncina. È tornata a fare deviazioni stupidamente lunghe solo per comprare nei suoi negozi preferiti.

Mi tremano le mani. «A quanti fallimenti siamo?»

Ashley pianta le bacchette nel poke e lo mischia. «Tre?»

«Non ci siete nemmeno vicine.» Yelena stacca le labbra dalla bottiglietta vuota di spritz e la posa ai piedi dello sdraio, insieme alle compagne. Ha finito due pacchetti in così poco tempo? Sbadiglia. «Cinque da quando siamo tornate indietro di un mese.»

Palo prende un paio di fagioli spappolati e se li porta alle labbra. «Non stiamo andando male.»

Yelena le lancia il contenitore di cartone degli spritz in testa.

Mi scolo il resto della crema, rimangono solo un paio di grumi gelatinosi attaccati all’alluminio. Cerco nel cielo le tre stelle della linea d’argento e allineo le dita ad L all’ultima, vicino all’unghia dell’indice trovo il lucchetto che splende. Le scaglie sulle dita si sono allungate, è bastato che Ashley si avvicinasse per così poco perché accadesse. Mando giù il tremore che mi stringe la gola. «Ricordi la nostra promessa, Palo?»

Ashley si passa una mano tra i capelli, un sorriso pigro le arriccia le labbra. «Onestamente…»

«Limy ne riderebbe, eri quella più convinta di rispettarla fino alla fine.»

Mi dà una spintarella sul fianco, caldo mi avvolge le dita, le unghie si allungano e diventano appuntite. Inspiro, rimani calma, rimani calma.

«Puoi dirmela, anche se non la ricordo sarebbe bello mantenerla.» Ha le iridi puntellate di viola, è un colore sbagliato su di lei.

«Era di rimanere insieme, anche dopo la scuola.»

Si illumina come una bambina, allarga le braccia. «Beh, mi sembra di starla mantenendo bene, questa. Complimenti alla vecchia me.»

La Ashley che conosco io ha pianto dopo che il nostro gruppo di amiche si è rotto, non riesce a guardare film che contengono addii e ha gli occhi pieni di amarezza ogni volta che tiriamo fuori le altre.

Le ho permesso di perdersi nel tentativo di inseguire questa missione. «Mancano tre delle cinque persone che dovrebbero rimanere insieme.»

«Ah.»

«Ah sì.»

Incassa la testa tra le spalle, cercando di farsi un pelo più piccolina ma alta com’è svetta ancora sopra di me. Le prendo la mano, le scaglie si moltiplicano sulle dita ma tengo gli occhi fissi sui suoi. «Sono qui per aiutarti, lo sai.»

«Certo che lo so, ma va tutto bene.» Scrolla le spalle, lo pensa veramente. «Se sei l’unica persona rimasta, significa che sei la più importante.»

«Ci arrivi per ragionamento o perché lo pensi?»

Palo tentenna. Dischiude le labbra e aggrotta la fronte, le posso vedere il criceto correre disperatamente sulla ruota.

«Lo pens–»

«Nessuno ti crede se lo dici dopo così tanto tempo!» Un motivetto allegro spezza la conversazione, Ashley caccia la mano alla tasca. Il display si illumina, il viso arruffato di Limy ci sorride. Okay… «Perché ti sta chiamando?»

«Lo sapessi.»

Yelena sospira, apre un occhio. «Lavoro. Ti sta chiamando per i quadri che ha fatto per la galleria in disuso.»

Non dev’essere la prima volta che lo fa.



[Report #5584, #5585, #5586, #5587, #5588, #5589 scartati per ridondanza]

Lazerin | BUG RILEVATI | EINHERI Warden of humanity (funzionalità scese del 5%, tempo stimato di recupero 1961 ore) | EINHERI Ashley Sterling (8192 errori) | EINHERI Wyatt Jay (46 errori) | EINHERI Ronye Brionac (6 errori) | EINHERI Marilee Rivas (5 errori) |



Mary chiude l’oblò della lavatrice e canticchia sottovoce la fanfara di un vecchio videogame, mi sfugge il titolo sul momento. Apre lo sportellino del detersivo e ci versa dentro un tappino di liquido rosa perlato.

Ash è scappata al piano di sopra da a malapena un minuto, ma sembra passata un’era.

Sul cellulare la pagina di caricamento di Soul Slayers mostra uno degli NPC della banca, sulle lenti degli occhiali da vista gli brilla un sinistro luccichio. Una nuvoletta gli appare accanto alle labbra con la scritta PAGARE, in rosso.

Sarà la rerun dell’evento di fuga dall’agenzia delle entrate. Ci clicco il pollice sopra, l’UI si apre. Al posto del personaggio che ho impostato per accogliermi, c’è un ragazzo in uniforme governativa dai capelli biondi.

Sussulto, altro che rerun, questo è un sequel dell’evento. Ha una giacca lunga, decorata di fitti ricami dorati– Blocco lo schermo, calma i pensieri impuri, Rho. Te la leggerai quando avrai più calma.

Mi infilo il telefono in tasca; simpare per personaggi 2D è di cattivo gusto quando non siamo ancora sfuggite al loop di morti, ma è un buon modo per distrarsi dall’ansia.

Mary riempie l'asciugatrice del nuovo carico, ignara che da qui a poco il ruggito di Wyatt farà tremare le fondamenta stesse dell’edificio. Intreccio le dita e soffoco il brivido che mi risale la schiena, non mi piace rimanere indietro quando Ashley si sta mettendo a rischio… ma abbiamo compiti diversi.

Mary si arrotola le maniche fino ai gomiti, le braccia sono gonfie e bluastre. «Non la segui?»

«Hm?»

«Non è andata a telefonare.» Sotto le ciglia congelate gli occhi sono limpidi, tira le labbra in un sorriso allegro. «Dai! Potevo crederci la prima volta, ma ormai abbiamo avuto il nostro primo incontro ancora, e ancora, e ancora, e ancora–»

I déjà vu! Mi mordo l’interno della bocca, faccio un passo indietro verso l’uscita.

Mary giochicchia con la treccina che le incornicia la guancia. «Non te n’eri accorta, tu? No… Proprio perché sai ti stai facendo indietro.» Una distorsione attraversa i suoi contorni, attraverso la sua pelle chiara vedo il muro bitorzoluto alle sue spalle. «Cosa siete, una società segreta di super eroi?»

«No.» La voce mi trema, l’aria si condensa in una nuvoletta.

La temperatura è calata di colpo, cosa starà facendo Ashley lassù?

Mi mette una mano sulla spalla, il suo corpo riprende colore e solidità. «Dovevo immaginarlo… beh, se non c’è nessuno che ci possa salvare, dovrò rivolgere le mie preghiere alla Guardiana»

Dischiudo le labbra, non ho il coraggio di dirle che non è costretta a morire. «Vuoi andare da lui?»

«Yep.»

«Perché mettersi a rischio così?»

Uno strappo violento mi rimbomba nelle orecchie, l’intero edificio trema e lunghe crepe risalgono i muri in ogni direzione. Mary socchiude gli occhi e corre fuori dalla porta, la inseguo su per le scale che portano al piano terra e poi per la rampa successiva.

Non riesco a chiudere le distanze, dannate gambe corte!

Oltre le vetrate cadono pezzi enormi di muro, una macchia marrone e blu si pianta nel terreno e genera una scossa che mi spinge contro il corrimano. Ruggisce. Mary tentenna e guarda fuori, ho solo questa occasione. Scatto e la stringo. «Non puoi fare niente, lascialo andare.»

Nuvole scure riempiono il cielo.

Mi tira una gomitata tra le costole, non mollo. «Chi credi di essere?»

«Una che non ne può più di gente con il complesso del martire!»

Raffiche di vento ululano, smuovono i nuvoloni e si raccolgono proprio fuori dall’edificio. I peli del braccio si drizzano, la brina li ricopre prima che il freddo mi entri nelle ossa. Sta arrivando.

Dardi di ghiaccio spaccano i vetri, Mary si irrigidisce e le salto sulla schiena per farle da scudo. L’aria viene tagliata a un soffio dalla mia testa, vetro freddo mi piove sulla schiena e tintinna. Schiaccio a terra la ragazza.

Fuori dalla finestra una palla elettrica cade a gran velocità, riconosco la testa rossa di Ashley. Gli occhi le brillano di viola e lasciano una scia di colore; si schianta nel giardino. Echi e boati scuotono i muri, non mi azzardo ad allentare la presa su questa cretina.

Inspiro. «Cerca di fidarti di noi.»

Ho paura.

Mary ha smesso di dibattersi. «E cosa potete fare per salvarlo?»

Mi stacco e cerco il suo sguardo, ha gli occhi viola e le dita impalpabili. Mi mancano le parole. Se non è stata la vicinanza con Wyatt, è stata la presenza di Ashley a farla diventare così. Facciamo schifo come eroine.

Lei sorride. «Nessuno ti crederebbe se non riesci nemmeno a rispondere a una domanda simile.»

Un fulmine si infrange fuori dall’edificio, il rombo mi spacca i timpani. Ci pianto i palmi sopra ma un fischio mi riempie le orecchie. Il ghiaccio entra dalle finestre spaccate, mi imperla le ciglia e morde le guance.

Mary mi passa attraverso come se fosse fatta d’aria, raggiunge la finestra rotta e si sporge. La coda dell’anomalia si abbatte contro il muro e fa piovere pezzi di mattoni sulle scale. Afferro il corrimano e mi alzo, ma quella cretina si butta giù.

Siamo neanche al primo piano, non si ammazzerà solo per quello.

Ignoro il fischio nelle orecchie e mi affaccio alla finestra, in tempo per vedere le zanne della lucertola chiudersi su di lei.

Mi cedono le ginocchia.

Non ha esitato nemmeno per un attimo a ucciderla?

[Report #5591, #5592, #5593, #5594, #5595 scartati per ridondanza]

Lazerin | BUG RILEVATI | EINHERI Warden of humanity (funzionalità scese del 5%, tempo stimato di recupero 1959 ore) | EINHERI Ashley Sterling (131072 errori) | EINHERI Wyatt Jay (46 errori) | EINHERI Ronye Brionac (9 errori) | EINHERI Marilee Rivas (5 errori) |



Il ragazzo chino sulla soglia dell’appartamento ha forma umana, ma sotto i vestiti strappati spunta un reticolato di scaglie marroni e incrostazioni di ghiaccio.

Palo stende il braccio per impedirmi di passare e fa un passo indietro, spingendomi contro il muro del pianerottolo. Scintille elettriche le smuovono i capelli, si accumulano in un globo di plasma. Un cenno del capo e il dardo di energia incandescente si schianta sulla spalla di Wyatt, che crolla in ginocchio e ringhia.

La maglia gli prende fuoco. Lui pianta le dita ricoperte da scaglie appuntite e drizza il busto, i canini si allungando a vista d’occhio e sporgono da sotto il labbro inferiore, la sclera gli si è tinta di blu.

Ash allinea un altro dardo di elettricità alla sua fronte e spara, il rimbombo mi scuote il petto.

Wyatt ci scatta sotto e le placca le gambe, mi sbatte la sua nuca contro il naso. Il proiettile sfonda il pianerottolo come un biscotto secco. Mondo che male! Gli occhi mi si riempiono di lacrime bollenti.

La coda dell’anomalia si lega intorno alla caviglia di Palo e la sbatte contro il muro opposto.

Salto sulla schiena del ragazzo per rallentarlo ma vengo sbalzata giù dal pianerottolo. Incrocio gli occhi viola di Ashley privi di reazioni, le tendo la mano ma siamo già rassegnate. Fallito anche questa volta, eh.



Dischiudo gli occhi, sarò svenuta per massimo pochi istanti. Sangue caldo mi cola dalla testa ed è scivolato giù dagli scalini a cui sono appoggiata. È striato di un liquido verde e denso, mi scappa una risata debole. Siamo in quattro che stiamo smettendo di essere umani. Tiro un respiro tremulo, sento la febbre alzarsi.

Non è ancora morto nessuno, se dovessimo resettare per colpa mia sarebbe estremamente frustrante.

«Ronye!» Yelena scende le scale di corsa, alle sue spalle Ashley rimane un paio di passi più indietro e ferma. Gli occhi viola mi osservano vitrei, senza riconoscermi e senza dolore. Sussurri e gemiti mi accarezzano le orecchie, quei suoni la seguono costantemente ormai.

Capisco che non mi riconosca, ma la morte ha davvero perso significato se non reagisce nemmeno un poco.

Yelena mi si china accanto, tende le mani illuminate da un tenue bagliore azzurro. Scoppiano. Le ritira, cacciando un gemito di dolore. Sangue gocciola dai palmi segnati, un tempo una ferita del genere sarebbe guarita in un attimo.

Stringe i denti e corruga le sopracciglia, frustrata. È un’espressione fin troppo umana.

I palmi si riaccendono di azzurro, un altro scoppio violento ci arriva alle orecchie e mi arroventa la pelle. Le tremano le braccia ma le impone sulla mia testa, la bocca serrata che non lascia sfuggire un solo mormorio.

Le metto una mano sul dorso. «Fermati.»

«Mi fate venire il nervoso.»

«A chi lo dici.»

Le dita non accennano a guarire, Yelena le riaccende di potere e di nuovo scoppiano. L’unica tra noi con i super poteri stabili ora è Ashley. È spaventosa la cosa.

«Perché non vi fidate dell’altra?» Abbassa le mani, sconfitta e mi accarezza la testa con un tocco fin troppo materno. «Vi scavalcate continuamente cercando di fare anche il lavoro dell’altra. E poi fate questa fine.»

«Scusa.»

«Non dirlo se non lo pensi.»

Dovrei dirlo lo stesso. Vorrei aiutare Wyatt e Marilee, non voglio rovinare gli sforzi di Ashley, ma ho così tanta paura di ritentare. Un giorno temo che scoprirò che sto diventando anch’io quell’essere che mi fissa apatica dalla cima delle scale.



[.note a margine]

Immaginate un essere in grado di sapere la posizione di ogni singola particella all’interno dell’universo. Ora immaginate che abbia una capacità di calcolo così potente da permettergli di dedurre come queste particelle interagiscono in-real-time. Un essere simile sarebbe in grado di prevedere il futuro e di leggere il passato?

Questo è il concept da cui sono partita per definire l’antagonista di questa storia. Vi passo un link all’articoletto di focus che spiega la teoria con un po’ più di attenzione. Non ho video da allegare questa volta perché non ho trovato nessuno che andasse oltre la spiegazione base del concetto e del determinismo e – piena onestà – io l’ho conosciuto da un arco narrativo in SeiButa.

https://www.focus.it/scienza/scienze/esperimenti-mentali-il-demone-di-laplace



Thank god ho preparato in anticipo il commento, altrimenti l’unica cosa che avreste ricevuto da me sarebbe stato Furinaohgodcosanonèla4.2digenshin

  
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