Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Cryblue    14/11/2023    4 recensioni
"Per te le amiche sono amiche, le colleghe sono colleghe e gli uomini sono tutti inutili"
Martina vive tutta la sua vita con questa filosofia, soprattutto ora che questo nuovo lavoro l'ha strappata dal dolore di una difficile rottura. Per lei è un vero disastro quando una RESPONSABILE cessa di essere "solamente" tale e diventa ai suoi occhi una Donna. Si, con la D maiuscola.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ch.56 – Twice upon a time.
 
Stai facendo girare Lagrad in tondo da ore, alla ricerca del maledetto cavallo che è corso via appena sei scesa dalla sua groppa, e pensare che l’hai pagato 1000 semptim.
Giocare a Skyrim non manca mai divertiti.
Non ti vergogni nemmeno di aver chiamato il tuo personaggio, un’elfa dei boschi con la passione per l’arcieria e la profanazione delle tombe, come un portacandele Ikea. Lo svedese si adatta proprio al fantasy, non è colpa tua.
Lagrad sta portando talmente tanta roba che cammina lentissima, hai bisogno del tuo stupido cavallo, se non lo troverai, la camminata verso una città più vicina durerà in eterno, certo, a meno che tu non lasci qualcosa per strada, ma non hai alcuna intenzione di farlo.
Laura bussa alla tua porta e tu urli da dietro la spalla. “Entra callonetta.”
La porta si apre e si richiude, il che non è da Laura, ma un drago ti ha appena attaccata e la tua coinquilina è l’ultimo dei tuoi problemi.
“Questa camera è assolutamente come me la aspettavo. Forse i libri sono pochi, ma il resto c’è tutto.”
Ti alzi in piedi di scatto e lasci cadere il controller della play, che costa un occhio della testa.
“Leila!”
“È un tardis quello?”
“Si. Come fai a…” Leila e doctor who sono un’accoppiata così strana che nemmeno la tua fervida immaginazione avrebbe potuto crearla.
“Esiste ancora Doctor who?”
“Si è...è una donna ora.” Le indichi il quadro appeso al muro e lei sembra interessata, o comunque non schifata, il che è un vero sollievo per te.
Si guarda ancora attorno, studia i dettagli di tutta la tua stanza e tu vorresti nascondere molte cose, ti senti esposta al suo giudizio e non sai cosa dire, non sai nemmeno chiederle perché sia qui.
Ma la guardi e ti innamori di lei a capo, perché è particolarmente tirata a lucido, anche se indossa dei semplici pantaloni e un maglione lungo, vederla in borghese ti fa sempre provare più amore di quello che provi di solito, come se tu potessi finalmente credere che sia una persona reale e non un prodotto della tua fantasia.
“Quello cos’è?” Indica il suo ritratto, al momento protetto da un telo in modo non venga ricoperto dalla polvere, e ingoi a vuoto. Non eri pronta a darglielo, ma è qui in camera tua ora, sarebbe infantile non farlo.
Raccogli il controller, metti in pausa il gioco, che è ripreso da quando sei uscita dall’ultima tomba profanata, il che significa che il drago ti ha uccisa. Ore di gioco perse, ma pazienza, vai verso il quadro e lo scopri, mettendoti deliberatamente tra lui e la tua musa.
Sospiri, perché ogni volta che lo guardi, ci trovi almeno cinque nuovi errori.
“Il mio regalo di Natale per te.” O il regalo d’anniversario per il vostro primo bacio, che cade tra poco più di una settimana, il giorno del tuo compleanno.
Si avvicina, porta al petto il cappotto che ha sul braccio e stringe gli occhi.
“Sono io.” La sua voce è debole e tradisce un’emozione che non avresti mai pensato di poterle causare.
Annuisci e sorridi “Sei tu.”
Hai il dubbio le si siano riempiti gli occhi di lacrime, ma è più veloce di te nel girarsi e nasconderli, guarda il dipinto con molta attenzione, allunga una mano per sfiorare il suo corpo nudo, ma si blocca poco prima di toccare il colore. Speri non pensi sia un quadro volgare, non dovrebbe, visto che l’hai disegnata in una posizione nella quale di lei si vede poco o nulla, non l’hai dipinta per il gusto di ricordarla nuda, ma per il bisogno di ritrarla in uno dei rarissimi momenti in cui è indifesa.
Il silenzio che segue ti sta mettendo a disagio, quindi prendi il quadro e il tessuto che lo ricopriva, poggi quest’ultimo sul letto e impacchetti la tua opera nel miglior modo possibile, quando ti ritieni più o meno soddisfatta glielo porgi con spavalderia.
“È per te, è il tuo regalo di compleanno o meglio, sarebbedovutoesseredelcompleannomahoimpiegatopiùtempodeldovutoperfarloquindisuppongochesiailregalodiNatale.” Prendi un respiro profondo, perché ne hai decisamente bisogno, soprattutto hai bisogno di parlare come un essere umano normale. “Scusami ci ho messo due eternità a farlo, ma non sono propriamente un’esperta, sonoalleprimearmiconipennelli.” e hai dedicato la maggior parte del tuo tempo libero alla versione di lei in carne e ossa, ma non c’è bisogno di puntualizzarlo ora.
Ti aspetti una battuta qualsiasi sul fatto tu non sia un’esperta di pennelli, ma sistema meglio il cappotto, rivelando la busta che tiene in mano, la poggia sul tuo letto insieme al cappotto e la fissa.
“È un regalo troppo grande, non lo posso accettare.”
Pensi che non ti è costato nemmeno un decimo di quanto hai pagato il fine settimana nel b&b, ma non glielo dici, ti limiti a sorridere della sua strana timidezza.
“L’ho fatto pensando a te.” Suona molto creepy come cosa, quindi è meglio precisare. “L’ho fatto con l’idea di regalartelo Leila, non posso tenerlo io. Sarebbe profondamente sbagliato.”
Chiude gli occhi e sospira.
“Ti ringrazio, è un regalo stupendo.”
Ghigni felice. “È stato un vero piacere. Lo appoggio qui, quando vai via, ricordarti di prenderlo.”
Lo rimetti sulla scrivania ripetendoti che devi ricordarti di darglielo prima che lasci camera tua. Formulando questo pensiero, capisci quanto sia strano che LEILA sia in camera tua, non vuoi sembrare scortese ma la curiosità ti sta uccidendo, devi sapere perché.
“Non prenderla nel modo sbagliato ma…a cosa devo questa visita? Ciao, a proposito.” Ti avvicini a lei e la baci sulle labbra, risponde al tuo bacio con una delicatezza che ti intenerisce il cuore.
“Oggi è arrivato il tuo regalo di compleanno, volevo dartelo.”
Arrossisci di piacere perché solo averla accanto per te è un regalo, se ci aggiungi un regalo materiale e il fatto che si ricordi sia il tuo compleanno, per te diventa un vero paradiso in terra.
“Mancano ancora molti giorni al mio compleanno.”
“È il 13, lo so. Ma avevo anche bisogno di parlarti.” Non sta guardando te, sta guardando la foto che Erik ti ha fatto la prima volta che hai preso in braccio sua figlia, tua nipote. Vai verso la cornice e la stacchi dal muro, gliela porgi e sorridi perché è una bella foto e ti fa piacere lei possa apprezzare il dettaglio della minuscola Claudia che ricambia il tuo sguardo innamorato, anche se non aveva ancora 24 ore di vita e non poteva vedere, ti ha dato fin dal primissimo momento l’impressione di riconoscere la tua voce, ricompensandoti per tutte le ore che hai passato a parlare alla pancia di tua sorella.
“È una bella foto, vero?”
Annuisce e, quando ti guarda, i suoi occhi sono leggermente umidi e indiscutibilmente determinati.
Non ti piace per nulla quanto siano determinati ora i suoi occhi.
“Dobbiamo smettere di vederci.”
Il tuo cuore si rompe in mille pezzi, più piccoli della prima volta in cui ti ha lasciata, se possibile.
Questa volta non hai nessuna intenzione di stare ferma e zitta però, questa volta difenderai il vostro rapporto con le unghie e con i denti.
“Siamo di nuovo a questo punto? Hai di nuovo così tanta paura che devi scappare da me, Leila?”
Stringe le labbra, porta la foto incorniciata al suo posto, torna da e te ti prende entrambe le mani. Ti sta guardando con tanto amore che ti manca il fiato.
Qualunque cosa uscirà dalla sua bocca, hai il terrore di non riuscire a ribattere, hai il terrore metterà davvero fine a tutto.
“Hai 35 anni, Martina. La tua vita adulta è appena iniziata e ti aspettano ancora molte cose, molte prime volte. La convivenza, il matrimonio…”
“Ho già convissuto e non ho alcuna intenzione di sposarmi.”
Inizia ad accarezzarti il dorso delle mani, comunicandoti che non è quello il punto.
“…la prima casa davvero tua e magari un figlio.”
Ti immobilizzi, il sangue nelle tue vene sta diventando ghiaccio perché improvvisamente molte cose stanno diventando chiare.
“Io non voglio un fi…” la tua voce si abbassa fino a morire, perché non puoi pronunciare quelle parole, non puoi perché un figlio lo vuoi eccome.
“Io ho 44 anni e queste cose le ho già vissute tutte, Martina. Ho un figlio meraviglioso, ho un divorzio alle spalle e non ho più l’età per riiniziare da capo, non VOGLIO riiniziare da capo, sono troppo vecchia, stanca ed egoista per farlo.” Sbuffa una risata amara “Non voglio nemmeno prendere un altro cane, figuriamoci avere un altro figlio.”
“Posso farne a meno, posso fare a meno di tutte queste cose. Io ti amo… iononposso….” Speri di essere convincente e credibile. Leila ti abbraccia e ti stringe a se, rendendoti impossibile respirare.
“No, non puoi ed io non voglio tu lo faccia, Martina. Hai una vita intera davanti e non voglio tu debba viverla a metà a causa mia.” Ispira profondamente tra i tuoi capelli “Io non posso permetterlo, Martina.”
“Ma io ti amo…io ti amo.” È l’unica cosa che puoi ribattere, perché non solo le sue ragioni sono solide, sono anche nobili.
Ti sta lasciando libera in modo tu possa essere davvero felice.
Ride, ma la sua risata è tremolante e triste, ti prende il viso tra le mani e ti guarda negli occhi. Vedere che stia piangendo ti fa piangere più forte e sei costretta a chiudere gli occhi per non vedere e non innamorarti ancora di più di lei.
“Non so come tu faccia ad amarmi, sono stata una stronza con te, ti ho usata, ho giocato con i tuoi sentimenti, ti ho lasciata come la perfetta stronza che sono e ho anche avuto la sfacciataggine di essere gelosa quando ti ho visto con un’altra.”
“Tu sei meravigliosa, tu sei…”
Sorride rassegnata “No, io sono una stronza egoista, Martina. Una stronza egoista che ha sempre fatto il buono e il cattivo tempo con te, con te che non hai fatto altro che darmi tutto quello che potevi, che amarmi come nessuno mi aveva amato mai.”
“Lasciami continuare a farlo, lasciami continuare ad amarti.”
“No, tu meriti di meglio ed io posso fare questa cosa per te, posso farlo. Posso donarti un futuro migliore Martina, posso fare in modo tu viva una vita piena e felice, che diventi l’ottima madre che so potrai diventare.”
Hai uno scoppio di pianto e ti aggrappi a lei.
“Ti prego, ti prego.” La stai supplicando senza vergogna perché non vuoi vada via, non vuoi smetta di fare il buono e il cattivo tempo con te, vuoi che sia al tuo fianco e ti insegni ad essere l’ottima madre che crede tu possa diventare.
Non vuoi vivere senza di lei.
“Starai molto meglio senza di me, te lo prometto.”
Non sai se hai parlato ad alta voce o se sia in grado di leggerti nel pensiero.
“Tu meriti di essere felice, Martina e l’unico modo è stare senza di me.”
“Sono felice con te. Io sono felice con…”
Preme le labbra contro le tue e tu non riesci a respirare ma non vuoi vada via, sei più che felice di morire in questo bacio. Ma lei si stacca e ti abbraccia, posando la guancia contro la tua, facendo mescolare le lacrime.
Trema lei e trema la sua voce. “Grazie per tutto quello che mi hai dato, Pastorellini. Mi hai fatto sentire amata, mi hai fatto sentire viva.”
“Ti prego…Leila ti supplico...”
“Trova qualcuno che ti meriti davvero e costruisci la famiglia che desideri.” Sfiora le tue labbra con le sue. “Sii felice, Martina.”
Poggia una mano sulla tua guancia e ti guarda con affetto, recupera le sue cose, quadro compreso, e ti lascia da sola con il tuo dolore.
Una parte di te vorrebbe rincorrerla, dirle che sono una marea di cazzate, che nessuna di voi due può sapere cosa vi riserva il futuro, che non può sapere da ora che volete cose diverse, l’altra parte invece capisce che lei ha ragione, non solo, capisce anche che per lei non deve essere stata una passeggiata e che l’ha fatto veramente per il tuo bene.
Ti lasci cadere sul letto e vieni attratta dalla busta che la donna che ami ha lasciato per te, la apri e temi che il tuo cuore si spezzi fisicamente in due per il dolore che provi: al suo interno c’è un libro di foto storiche di Cagliari, con tanto di aneddoti storici, e una tavola originale dello studio preparatorio del Castello errante di Howl, Calcifer acquerellato dalle mani del maestro Miyazaki in persona, il tutto attorniato da una stupenda cornice nera. Deve esserle costato un occhio della testa.
Scoppi a piangere perché la cosa più triste di tutta questa storia, è che non ti sei mai sentita tanto amata da lei quanto in questo momento.
Non puoi muoverti, non puoi respirare, non credi di poter sopravvivere ed è il momento in cui la tua Layla torna da te.
Riapri gli occhi e scoppi a ridere tra le lacrime, perché Leila e Layla si sono in qualche modo allineate e solo ora puoi vedere il finale di Flying Dragons, e capisci perché non riuscivi a vederlo.
Ti trascini verso il tuo macbook, lo accendi e ci attacchi la tavoletta grafica, pronta a disegnare il momento in cui Layla lascerà la casa di Sydney, per proteggerla dagli attacchi dei draghi e per metterle di avere una vita vera con Carol. Nell’andare via userà la magia di drago per far avere loro una bambina, e sarà il suo modo per ringraziarle per tutto quello che hanno fatto per lei.
Disegno dopo disegno capisci che è l’unica soluzione possibile, ma allo stesso modo capisci che Sydney non smetterà mai di amarla, al contrario, che questo suo gesto l’ha portata solamente ad amare di più il suo drago incasinato e pericoloso.
Take your broken hart, make it to art.
Speri che Carrie Fisher abbia ragione e che condividere la tua maledizione con Sydney ti aiuterà a sopravvivere, perché se c’è una cosa della quale che sei certa, è che non smetterai mai d’amare Leila, anche se non tornerà mai più di te.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Cryblue