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Autore: crazy lion    15/11/2023    0 recensioni
Inghilterra, 1816. Althea - o Thea, come si fa chiamare - è la sorella di un vicario e, pochi giorni prima, ha trovato un bambino nella mangiatoia della Chiesa. Ha scoperto che è il nipote di Gabriel Morecombe, un nobile la cui sorella è scomparsa un anno prima senza dare più notizie di sé, dopo aver rotto il fidanzamento con Lord Rawdon. Thea ha chiamato il piccino Matthew, che significa dono di Dio, perché le è sembrato appropriato. Per lei è un vero miracolo, un segno di speranza, quello che aspettava. Lo tiene con sé in quanto Gabriel non ha una tata e una nursery per prendersi cura di lui.
Potrebbe essere una notte nevosa come tante altre, ma quella, per lei e Matthew, non lo è affatto. I due si conoscono solo da un paio di giorni, eppure è come se lo facessero da sempre. Thea, in questa notte magica, riscopre gioie che aveva provato solo da bambina e lei e Matthew saranno sempre più uniti da quanto di più bello e puro c'è al mondo.
Disclaimer: i personaggi di Thea e Matthew non mi appartengono, ma sono proprietà di Candace Camp.
Attenzione! Per favore, leggete le note prima della poesia. Sono importanti. ,
Genere: Hurt/Comfort, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE:
1. è vero che a Matthew si scalda molto la testa quando piange. È una cosa di cui Thea si accorge nel libro.
2. È vero che Thea scrive i sermoni al posto di suo fratello, ma non che lo fa per passione. L’ho aggiunto io per sentirla ancora più vicina.
3. La questione che la neve sia opera degli angeli che dipingono il mondo è una cosa mia, nella quale ho sempre creduto, fin da quando ero bambina.
4. Ho inventato io, con difficoltà, la canzone che Thea canta a Matthew. Non è in quell’inglese che si parlava nei primi dell’Ottocento, però non volevo ricopiare una ninnananna classica, trita e ritrita. Così, seppur con un piccolo aiuto, l’ho creata.
 
 
 
IN UNA NOTTE NEVOSA
 
Nel silenzio della dolce discesa del crepuscolo,
in mezzo a un mondo adornato di bianco candido,
Thea trovava conforto, il suo cuore era pieno d’amore.
Era seduta sotto una coperta, accoccolata alla luce calda e tenera del fuoco.
 
Con Matthew, il bambino che accudiva con amore,
tra le braccia, immerso nel suo calore.
Quello del corpo di lei ma soprattutto del suo cuore.
 
Il bambino aveva gli occhi spalancati e curiosi, sveglio e consapevole,
“Guarda come scende la neve fuori,” gli disse, e aprì la finestra.
Il piccino osservò, incantato, i fiocchi di neve cadere leggeri.
“Oh!” esclamò. Allungò una mano e un fiocco di neve sopra vi si poggiò.
 
Lui la ritrasse. “È fredda, vero? Vedrai che,
quando sarai un po’ più grande, se saremo ancora insieme,
ti porterò fuori a giocare. Sarà divertente.”
 
Il solo pensiero di poterlo perdere la faceva star male.
Si sentì mancare il cuore.
Le venne da vomitare,
ma per fortuna non lo fece, le uscirono
soltanto saliva, che finì per terra, e alcuni conati.
 
Il bambino scoppiò a piangere.
“No, no, no tesoro.
Matthew, non è niente, d’accordo?
Io sto bene, insommma…” Tossì più volte.
 
Non voleva angosciarlo con pensieri cupi.
Lei poteva soffrire e preoccuparsi, lui no.
 
Era un bambino, solo un bambino, Thea non poteva
fargli percepire l’ansia che la attanagliava
come gelidi artigli che le ghermivanno i lcuore e lo frantumavano.
 
No, non poteva. Matthew era puro, innocente
come ogni altra creatura. Lei aveva il dovere di proteggerlo.
 
“Iauh, uah. Mmm.”
Sorrise. Quei vocalizzi la riportano alla realtà.
 
Fece alcuni respiri profondi e, per fortuna,
la calma tornò presto in lei sovrana.
 
Gli spiegò che quand’era piccola,
lei pensava che la neve fosse
la cosa più pura che potesse scendere sulla Terra.
 
Perché proveniva direttamente dal Paradiso.
Erano gli angeli a mandarla, di sicuro.
Con le loro ali creavano pennelli magici,
e grazie a essi dipingevano lla Terra di bianco.
 
“In questo modo, secondo me, almeno alora,
tutti diventavano più buoni, verso Natale.
O, almeno, così si diceva” concluse.
 
Il piccolo piangeva ancora
e lei gli toccò la testa. Era calda.
Gli succedeva sempre quando si agitava,
o peggio, sopratuttto mentre piangeva.
Provò a farlo smettere con una favola,
una ninnananna, un’altra storia,
ma non funzionò. Niente sembrava calmarlo.
 
“Shhh, shhh, dai, buono” mormorò con dolcezza. “Non piangere.
La mamma…” Restò immobile per qualche secondo.
“Eeeeeh!” piagnucolò il bambino. “Eh, eh.”
 
Le sue gambe tremavano, le braccia ancora di più.
Dovette sedersi per non cedere e cadere.
 
“Thea,” riprovò, perché non poteva dirgli che era la mamma.
Ma anche così si sentiva troppo distante da lui.
Io,” riuscì a dire infine, “sono qui, sono proprio qui.”
 
La finestra era ancora aperta,
ma se n’erano dimenticati. Ora erano di nuovo
sotto la coperta di lana calda,
con il focolare acceso che scoppiettava allegro.
 
Il vento che soffiava,, glaciale, portando fiocchi dentro,
i quali si scioglievano al contatto con il pavimento,
non li disturbava affatto.
Non ci pensavano nemmeno.
 
Lei iniziò a cantare qualcosa che si inventò sul momento.
Ma scrivere le piaceva. Lavorava ai sermoni di suo fratello
Daniel, però scriveva anche storie e poesie,
perciò non le venne affatto difficile.
Dovette solo pensarci un po’, mentre cullava Matthew.
 
E poi una scintilla si accese in lei,
la quale si trasformò in una fiamma
che sempre più intensa si fece,
anche se non lo sarebbe mai stata quanto l’amore
che univa i loro cuori e le loro anime.
 
It's snowing outside, tonight, and I sing a song to you,
Matthew, baby of mine, because you’re crying.
And seeing you doing that
Breaks my heart, I can’t bear it.
The world outside may be cold and bleak,
But in my arms, I'll keep you warm and safe.
 
Il piccolo si lamentava ancora, così lei lo strinse di più.
Non interruppe il contatto visivo fra loro.
 
As the snowflakes dance and twirl in the air,
I'll hum a melody to soothe your troubled heart.
With each note, I'll send a gentle breeze,
To dry the tears that stain your rosy cheeks.
 
“Eh, eeeh. Mmm eh.” Gli asciugò le lacrime dal suo bel visino
e, subito dopo, gli diede un bacino
sulla guancia e uno sulla testa.
 
“Mmm, mmm, mmmm!”
Non si tranquillizzava, il suo respiro era
accelerato, forte, troppo veloce, irregolare.
 
The Winter's embrace may seem harsh and cruel,
But my love for you will thaw the coldest chill.
In this frozen wonderland, we'll find solace,
Wrapped in a blanket of love and tenderness.
 
Althea si avvicinò alla finestra e fece toccare al bambino un po’ di neve
che aveva preso in mano. Questo lo distrasse.
Se la portò alla bocca e cercò di mangiarla.
 
“No, Matthew, ti farai male ai denti” sussurrò lei.
La giovane chiuse la finestra, gli asciugò le manine
sulla propria tunica, tornò al loro posto
si avvolse con lui ancor di più nella coperta e,
sebbene lui si stesse calmando, riprese il canto.
 
Through the window pane, I watch the snowfall,
Softly kissing the ground with its icy touch.
But inside our home, a symphony unfolds,
As I serenade you, my precious child, with love.
 
Though your cries may echo in the wintry night,
My lullaby will carry them away like whispers on the wind.
For you are my sunshine, my little one,
And I'll sing to you until the stars are all but dim.
 
“A-ba-ba-a-ba. Uaaah. Mmm. Heh!”
Il bambino la guardò con maggior intensità e sorrise.
Poi si mise a ridere. Quei vocalizzi leggeri
e la sua risata erano quanto di più stupendo Thea avesse mai udito.
Erano una dolce musica per le sue orecchie. E lei ce l’aveva fatta.
 
“Bravo, Matthew. Bravissimo, piccolo mio!
Hai visto? Ti sei calmato,
e hai toccato anche la neve per la prima volta, e non solo!
Ma quante esperienze hai fatto oggi, eh?”
 
“Eh?” le fece eco lui.
Thea scoppiò in una sonora risata.
“Tante, te lo assicuro. E sono felice!”
Lo riempì di baci. “Sono felicissima
di aver riscoperto la gioia della neve con te.
 
Io amo il Natale, anche se mancano pochi giorni.
Ma, sai, da grandi si è portati a pensare
alle cose, anche le più piccole
e semplici, in modo del tutto diverso, purtroppo.
 
Cioè da adulti, da persone cresciute, non da bambini.
E invece, ecco, tu mi hai insegnato…”
 
“Uaaaah.”
Gli sorrise di nuovo, non poté farne a meno.
 
Quei vocalizzi erano troppo teneri, e a lei
bastava poco affinché il suo cuore si sciogliesse.
 
“Mi hai insegnato a guardare il mondo da una prospettiva differente.
La neve è bellissima.
È pura e candida, è come te.”
 
Le loro anime erano intrecciate, un legame che trascendeva ogni cosa.
Le fiamme scoppiettanti danzavano con una grazia delicata e al contempo ardente,
proiettando ombre sulla stanza accogliente.
Il loro bagliore tremolante dipingeva ogni traccia familiare,
creando una fioritura intima e confortante.
 
Le braccia di Thea cullavano ancora il fragile corpicino di Matthew,
perché non aveva smesso di farlo, nemmeno dopo il canto.
Lui ne era felice, si stava rilassando.
Gli faceva bene, e anche a lei.
 
Il suo tocco era un unguento lenitivo, un abbraccio gentile,
Mentre gli occhi di Matthew esploravano le fiamme.
 
“Gu-gu-gu. Dah. Ga-ga-ga-ga. Ah brrr, bfff.”
Fin tanto che produceva bolle e gorgogli a non finire,
le sue manine indicavano il focolare.
 
“Non lo puoi toccare, amore,
ti scotteresti, te lo posso giurare.
 
Io l’ho fatto quando avevo quattro anni.
Non è stato bello. Mi sono fatta male al mignolo,
quindi per nulla te lo consiglio.
 
Fuori, il mondo era un paese delle meraviglie invernali.
I fiocchi di neve scendevano a cascata, una sinfonia di gioia.
Ma all'interno del loro nido, con la mano di lui sopra quella di lei,
svelavano un amore che scaldava i loro cuori.
Non scottava, non bruciava. Era puro e luminoso.
 
Il calore del fuoco accendeva i loro spiriti quieti.
In quella notte il tempo rallentò,
parve sospendere il suo continuo scorrere.
O, almeno, era così per loro. Althea lo sapeva, lo sentiva.
Niente preoccupazioni, niente pensieri, solo serenità,
Thea e Matthew si crogiolavano in quella notte.
 
Quando la notte si fece più profonda, le braci del fuoco si spensero
e, per non far prendere freddo al piccolo,
la ragazza lo portò al piano di sopra, lo cambiò, lo fece addormentare
e solo dopo lo mise a letto. Lei sul proprio materasso, il piccino nella cesta lì accanto.
 
Ma il calore dell’amore, che ardeva con fervore
nei loro cuori, per sempre legati, rimase,
 
Nell'abbraccio di quella nevosa sera d'inverno,
Thea e Matthew trovano conforto e, a modo loro, capirono
che l'amore, come il fuoco, aveva una grazia eterna.
Era una fiamma che ardeva, luminosa più di tutte le stelle, per sempre libera.
   
 
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