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Autore: AmiliaCross    17/11/2023    0 recensioni
LIBRO I
In un futuro non troppo lontano il progresso tecnologico ha finalmente dato i suoi frutti, e ora gli umani possono godere di un sogno che per secoli è stato definito impossibile: ingannare la morte.
La Macchina dei Sogni permette alla coscienza di chi ha terminato il proprio tempo su questa Terra di poter continuare a vivere una nuova vita.
Buster ha solo 19 anni quando una malattia terminale lo sconfigge. Ma egli non teme la morte, poiché ora è certo di poter continuare a vivere in una nuova realtà che lui stesso ha creato.
Ma qualcosa sembra non andare come previsto e Buster si risveglia in un mondo completamente differente. Al posto della vita rosea e romantica che egli aveva scelto, dovrà invece sopravvivere in una terra abitata da diverse razze e creature magiche, in competizione per la ricerca di un nuovo sovrano.
TW: Sono nominati episodi di bullismo, abusi, suicidio e altre scene delicate che potrebbero infastidire lettori sensibili.
Genere: Avventura, Comico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Il punto di ritrovo era su una collina verdeggiante fuori dalla periferia della città di Borrian. Era un luogo dove il gruppo di tre amici spesso si radunava per passare delle giornate di giochi o allenamenti. Essa era circondata da un bosco che più di una volta era stato da loro esplorato. Mardic particolarmente era sempre stato quello con più curiosità e spirito di avventura. Amava esplorare le grotte e i nascondigli che si potevano trovare in diversi punti del bosco, anche se questo non ricopriva molta terra ciò non gli vietava di nascondere diversi segreti.

Quel terreno verdeggiante si trovava a qualche chilometro dall'entrata della città. Da quel punto si poteva vedere la strada principale che dava all'esterno entrare e diramarsi fra le abitazioni, affiancate ai canali attraverso i quali le gondole erano solite passare.
Oltre a questa, il mare.
Ma da quell'altura, tuttavia, il paesaggio al quale si poteva assistere quel giorno era diverso. Dalla città si innalzavano in diversi punti nubi di fumo scuro che raggiungevano il cielo. Le sommità di molti edifici erano andati danneggiati sotto i colpi e gli artigli di diversi Draghi.
Quasi tutta la popolazione era riuscita ad evacuare in fretta la città, anche grazie alle forze dell'ordine che avevano preso le redini della situazione. Essi erano dotati di fucili abbastanza potenti da far saltare in aria la testa di un Drago di medie dimensioni con un colpo solo. Tuttavia Buster sapeva che la bestia che era apparsa fra le navi del porto sarebbe stata più complicata da abbattere.
Durante il tragitto verso la periferia della città, i tre ragazzi avevano dato soccorso a diverse persone che ancora non erano riuscite a scappare.
Buster stava reggendo fra le proprie braccia una bambina poco più piccola di cinque anni. L'aveva trovata a terra mentre piangeva accanto ad un cadavere schiacciato da delle macerie, purtroppo non aveva potuto fare nulla per la madre di questa piccina. Anche quando furono arrivati al di fuori della città la piccola continuava a piangere, i capelli castani le si erano appiccicati al volto per via delle lacrime costanti.
Raggiungere quell'altura come punto di ritrovo molto probabilmente era stato un pensiero comune di molti altri abitanti, poiché diverse persone erano già radunate fra il verde prato a dare soccorso ad alcuni feriti.
-Mardic e Cora dovrebbero aver già condotto qui gli altri.- annunciò Buster. Davanti a sé, Marrion e Shato stavano aiutando un anziano che era rimasto ferito ad una gamba, fungendo entrambi da bastone per farlo camminare.
La popolazione di Borrian che era fuggita in quel posto stava già preparando un piccolo spazio per i feriti, utilizzando giacche e coperte. I due ragazzi aiutarono l'anziano a coricarsi su uno di questi teli, lasciandolo nelle mani di chi avrebbe potuto guarirlo meglio di loro.
La bambina che il corvino reggeva fra le braccia non sembrava ancora intenzionata a staccarsi di dosso.
Marrion si sistemò gli occhiali sul naso. -Sono qui da qualche parte.-
-Eheh.- rise Shato. -Carota in arrivo.-
Prima che i due potessero comprendere le sue parole, un ammasso di vestiti e capelli arancioni si lanciò contro il petto di Marrion. Questo per poco non perse l'equilibrio, ma riuscì a contenere la ragazza che lo stava abbracciando con forza.
-Quanto tempo ti serviva ancora prima di arrivare, eh?! - Cora sembrava stesse rimproverano il ragazzo, ma nella sua voce non riuscì a nascondere la preoccupazione e il sollievo nel vederlo ancora in vita.
Marrion non poté che posare una mano sulla nuca della ragazza, decisamente più bassa di lui, per consolarla. -Abbiamo aiutato queste persone ad arrivare fino a qui. Fortunatamente oggi siamo rientrati prima perché non riuscivamo più a trovare pesci da pescare. La nostra barca però è andata distrutta.-
-Lascia stare la barca, sono felice di rivedervi. Abbiamo fatto evacuare tutti al negozio appena in tempo.-
-Stanno tutti bene?-
La ragazza non sembrava intenzionata a lasciare l'abbraccio col biondo. -Sì, siamo riusciti a scappare tutti.-
-Mary? Mary Sei tu?-
La voce di un uomo risuonò dietro le spalle del corvino. Egli si voltò, osservando lo sconosciuto correre nella sua direzione. Ma a breve si accorse che non era lui ad essere al centro della situazione. La ragazzina fra le sue braccia sembrò non dare più attenzioni a Buster. Chiamando "padre" l'uomo che stava correndo loro incontro, si sporse nella sua direzione.
Il ragazzo fu sollevato nel poter restituire la figlia a quell'uomo, che ancora sotto shock lo ringraziò più di una volta.
Eppure Buster non ebbe il cuore di dire a quell'uomo la sorte che era capitata alla moglie. Così come non aveva scusanti per la morte di Aideen.
Una mano si posò su una sua spalla, la presa era salda ma delicata. Lì accanto, la voce di Mardic richiamò il suo nome. -Buster.-
Il corvino si voltò. Il volto dell'amico sembrava più rilassato rispetto alla piega che aveva assunto all'inizio di quella catastrofe. Ma era evidente per Buster che il sorriso che aveva ora serviva solo a mascherare tutta la sua preoccupazione.
Il ragazzo ricambiò la stessa stretta sulla spalla del biondo. -Ci vuole molto di più per farmi fuori.-
-Credevo di dover tornare indietro a cercarti.-
-Lo avresti fatto per davvero?- le parole di Buster in quel momento erano ironiche. Aveva tardato nel tornare al punto di ritrovo, ma non si aspettava che qualcuno tornasse indietro per cercarlo.
Eppure in quel momento il cenno di consenso del biondo superò le sue aspettative. Provò un senso di leggerezza, un toccasana per i nervi tesi.
-Aideen? Dov'è Aideen?- Cora lasciò finalmente libero Marrion, spostando il suo sguardo da una parte all'altra.
-Lei è...-
-...Stata uccisa da un Drago.- ad interrompere Buster fu Marrion, prendendosi la responsabilità di comunicare tale notizia. -La polizia non è riuscita a raggiungerla in tempo.-
Fra i ragazzi cadde il silenzio. Buster sentì un nodo alla gola, pensava che forse se le avesse parlato in modo diverso convincendola a non scappare da sola ella sarebbe ancora viva.
Nell'aria era palpabile lo sconforto che i sopravvissuti di Borrian emanavano. Gli occhi di Mardic tuttavia mostravano ancora più preoccupazione nel guardare il proprio migliore amico. Quando Buster vedeva il suo sguardo rivolto verso di sé aveva l'impressione che si stesse proponendo per abbracciarlo e consolarlo. Tutti lì attorno si stavano dispiacendo per Aideen, ma il biondo sembrava l'unico a capire che questa morte pesava ancora di più sulla coscienza di Buster.
Cora, tuttavia, non era da meno. -Era una mia responsabilità.- La si sentì sussurrare piano.
Il primo a portare un altro argomento nella discussione fu Shato. Lo si sentì fare un fischio di ammirazione mentre osservava la città nella valle. -Lucertole rimangono giù! Non volano qui.-
Il vocabolario dello Spirito dei Cristalli era parecchio strano, così come le sue abitudini e comportamenti. Buster pensava che avesse qualche problema di testa, o forse si era incastrato qualche cristallo nel suo cervello. In quel momento si era messo a saltellare da un piede ad un altro, la pelle bianca rifletteva i colori dell'arcobaleno al sole.
Tuttavia i ragazzi poterono notare un fondo di logica nel suo discorso.
-È vero.- Marrion era sempre il primo a capire le sue parole. -I Draghi non ci stanno seguendo, rimangono in città.-
-Che cosa significa?- Buster non capì. -Perché non ci attaccano più?-
-Sembrano più interessati...-
-...Alla città.- Mardic terminò il discorso del fratello. -Questo non era un attacco casuale.-
Accanto al tasto per la sezione eventi, nella visuale del ragazzo comparve un pallino rosso che stava ad indicare una notifica.
Aprendo quella parte del Menù poté osservare un timbro con una spunta verde apparire sopra alla casella che segnava l'evento "Assalto a Borrian".
Buster divenne piuttosto creativo con le imprecazioni in quel momento. Così decise di buttarsi sull'ironia. "Il lato positivo è che non posso più lamentarmi dello squallore della mia casa... se non ho più una casa."
Il ragazzo sapeva che l'amica in quel momento fosse piuttosto scossa, ma vi era una domanda che prima o poi qualcuno avrebbe dovuto fare in quel momento. -Ora che si fa? Non credo sia una buona idea tornare subito indietro per vedere cosa è rimasto intatto.-
Cora parve riflettere sulla questione. Accanto a lei già da qualche minuto si era fermata una ragazza che le stava accanto donando il proprio conforto come meglio poteva. Ella era Portia Gilder, nientemeno che la migliore amica della rossa.
La giovane era davvero molto bella, agli occhi del corvino. La pelle scura, con dei lunghi e ricci capelli bruni. In quel momento i suoi occhi ambrati erano coperti da un velo di tristezza, ma solitamente risplendevano di una taciturna vitalità.
Non lavorava nel negozio con loro, ma essendo amica di Cora aveva più volte incontrato il corvino. Portia aveva un portamento fine e raffinato, una donna che irradiava una luce pura e pulita, piuttosto matura per i suoi 18 anni.
Nonostante questo, sembrava sempre essere in secondo piano. Anzi, sembrava volersi mettere in quella posizione di proposito, probabilmente per timidezza. Buster non aveva mai sentito la sua voce, nessuna parola era uscita dalla sua bocca da quando la conosceva. Probabilmente, pensava Buster, era muta.
Teneva stretta la mano dell'amica, in silenzio, come se non volesse lasciarla da sola.
Lo sguardo di Mardic era rivolto in lontananza verso il porto. -Quel Drago, il più grosso, sembra essere sparito. Ma il porto non è affatto in buone condizioni. Ho paura che il negozio sia rimasto coinvolto.-
Finalmente Cora ritrovò in sé la forza che l'aveva sempre spinta a muoversi, era rimasta ferma ed in silenzio per molto tempo. -Dovrò avvisare mio padre. Va informato prima di decidere come procedere.-
-Possiamo contattarlo con..-
-I nostri cellulari sono rimasti su quel tavolo, saranno ormai stati trascinati dall'acqua quando l'onda ci ha colpito. Non abbiamo i soldi per prenderne altri ora. Andrò personalmente da lui, non farà altro che preoccuparsi se prima non vede di persona che siamo tutti sani e salvi. Era partito a Delok per affari. Con il treno è solo a quattro ore di viaggio.-
Un loro collega si intromise nella conversazione. -Molti edifici e case sono andate distrutte. Dovremmo davvero ricostruire il negozio?-
Lo Spirito dei Cristalli accarezzò con una mano il braccio del ragazzo che aveva appena parlato, aggrappandosi in seguito ad esso. -Sorin, tu forte per ricostruire tutto. Guarda, muscoli muscoli belli e grossi.-
Quel gesto riuscì a mettere in imbarazzo Sorin, che si affrettò a prendere le distanze da Shato. Quest'ultimo cambiò subito il soggetto delle proprie attenzioni.
Prese delicatamente la mano libera di Cora, portandosela al petto all'altezza del cuore. -Cora saggia, io seguo te.-
Marrion comprese l'intento del ragazzo e si aggiunse. -Verrò anche io con te.-
-"Anche noi", vorrai dire.- aveva aggiunto Mardic.
Portia in tutta risposta strinse la mano della ragazza, dichiarando il proprio contributo.
A tal punto anche Buster non poté tirarsi indietro. -Tre ore di viaggio saranno sicuramente stancanti e noiose da fare da soli. Come faresti senza la mia compagnia?-
Al termine della conversazione, Cora aveva accettato di farsi accompagnare dai suoi cinque amici, lasciando al resto dei suoi dipendenti il compito di sistemare come meglio potevano il negozio e dare una mano con la riparazione della città.
Si era deciso di raggiungere Delok tramite il treno, la stazione ferroviaria più vicina era a circa mezz'ora di cammino. Pertanto i ragazzi avrebbero dovuto partire subito in modo da poterla raggiungere entro l'ora di cena.
Essa infatti non raggiungeva direttamente la città portuale dal quale i giovani erano partiti, ma un piccolo villaggio poco distante con un grumo di case. Buster non fece caso al nome di questo.
Oltre alle abitazioni non vi erano molte particolarità degne di nota, se non un edificio simile ad una chiesa e la stazione ferroviaria. Il ragazzo si domandò che religioni praticassero in quel mondo, e se tali fossero le stesse che egli conosceva.
Buster e gli altri ragazzi non persero tempo a visitare il villaggio, dirigendosi subito verso la stazione. L'edificio non era molto grande. Aperto al pubblico vi era semplicemente un bar dove era possibile acquistare i biglietti per il viaggio, per l'attesa erano libere alcune panchine di fronte ai binari, con l'apposito riparatore per la pioggia.
Quella giornata di inizio primavera aveva portato in cielo diverse nubi grigie e il corvino aveva il presentimento che questi ripari sarebbero serviti presto.
Marrion aveva proposto di dividersi i soldi per pagare il viaggio, l'attesa per aspettare l'arrivo del treno era abbastanza per poter comprare i biglietti con tutta calma. Dopo diverso tempo di attesa giunse finalmente il treno.
Le cabine al suo interno erano separate e con massimo 4 posti ciascuno, pertanto decisero di separarsi lasciando sole le ragazze nella cabina a fianco la loro, con un po' di privacy.
Prima di prendere posto, tuttavia, Buster riuscì a scorgere lo sguardo che ambedue le giovani avevano mostrato al saluto di Marrion.
"Cavolo, queste due non sanno proprio nascondere certi sentimenti."
Non ne avevano parlato chiaramente, ma era evidente dai loro comportamenti in quell'ultima settimana come entrambe le ragazze avessero perso la testa per il biondo.
"Cora reagisce così di fronte ad entrambi i fratelli." aveva concluso Buster con le sue osservazioni. "Portia sembra guardare solo Marrion. Sono certo che anche Mardic e Marrion se ne sono resi conto. Considerando come sono amiche quelle due sapranno già di avere una cotta per lo stesso ragazzo."
Traendo tali conclusioni, il ragazzo si sorprese del fatto che le due ragazze fossero in ogni caso buone amiche, senza doversi picchiare a vicenda per aggiudicarsi il posto migliore. In un certo senso, si sentiva escluso.
Per consolarsi, prese il posto accanto al finestrino. Al sedile di fianco si sedette Marrion, di fronte a loro, faccia a faccia, vi stavano Mardic e Shato. La cabina era piuttosto stretta, il legno scuro scricchiolava ad ogni oscillazione del vagone e dalla finestra entrava un fastidioso spiffero freddo. Con un treno dal simile aspetto Buster non si sarebbe sorpreso di finire in un'iconica scuola di magia.
Per diverso tempo dopo la partenza del treno in quella cabina regnò il silenzio. Fra i quattro ragazzi nessuno sembrava sapere come iniziare un discorso.
Probabilmente era per via dell'atmosfera cupa che i giovani si erano ancora portati a dietro da Borrian. Tutto questo però sembrava non toccare il cuore di Shato. Egli sembrava invece entusiasta di quel viaggio, ma usò la scusa di quel silenzio per annunciare il fatto che gli era venuto sonno. Buster lo vide coricarsi tranquillamente sul suo sedile, usufruendo delle gambe di Mardic come cuscino per il capo. Quel ragazzo, pensò il corvino, non conosceva la definizione di "vergogna" o "spazio personale". Dal suo lato, Mardic invece non pareva infastidito e si era messo a giocherellare con i capelli bianchi del giovane.
-Domani è Ostara.- aveva finalmente interrotto il silenzio quest'ultimo.
Buster non aveva mai sentito prima quel nome. -Ostara?-
-L'Equinozio di Primavera.- spiegò Marrion a bassa voce, per non svegliare Shato. -Purtroppo dubito che quest'anno potremo decorare le uova come sempre.-
Il ragazzo pensò che la gente in quel posto avesse probabilmente diverse usanze che egli ancora non conosceva. Ma quella non era l'unica cosa che aveva lasciato un interrogativo nella sua testa.
Pertanto decise di parlarne. -Prima di quell'esplosione al porto tu e Cora stavate parlando di un Torneo, di che si tratta?-
Marrion stava scrutando il corvino attraverso gli occhiali con uno strano sguardo che fece rabbrividire il ragazzo. -In che senso "di che si tratta"? Sai, ultimamente sei un po' strano, Buster. Mi stavo chiedendo se...-
-È stanchezza.- Buster stava pensando già ad una scusa da usare quando fu Mardic ad interrompere il fratello. -Cora gli ha assegnato molto lavoro ultimamente, anche io spesso mi dimentico le cose.-
Sul volto del biondo era tornato un sorriso solare e allegro, come per mostrare al fratello maggiore che non aveva nulla da temere. I suoi occhi dorati di spostarono a seguito per scrutare il volto del corvino, senza troppi problemi si occupò di rispondere alla domanda che egli aveva appena posto. Il tono non era affatto quello di chi era scocciato di ripetere le stesse cose più di una volta. Se Buster glielo avesse chiesto, Mardic avrebbe risposto alla stessa domanda infinite volte con lo stesso entusiasmo. -Stavamo parlando del Torneo che si svolgerà fra poco più di un mese, in corrispondenza di Beltane. È da molto ormai che stanno organizzando tutto alla capitale, De'Asil.-
Gli occhi verdi di Buster mostrarono una nota di curiosità. -E in cosa consiste?-
-Il Torneo servirà a decidere il nostro nuovo sovrano. È stato il nostro ultimo Re, Nikos Longfire, a scegliere questo metodo per la successione.-
-Se è una monarchia non dovrebbe esserci una successione di sangue?-
Mardic sembrava divertirsi a giocare con i capelli di Shato. -Ogni sovrano prima di lasciare il posto può scegliere come avverrà la successione. Nessuno sa perché non abbia lasciato la corona in mano alla propria famiglia. Fatto sta che i Longfire ora non ne sembrano molto felici.-
-Cercheranno sicuramente di vincere il Torneo.- commentò Marrion. -Ma il popolo dei Draghi non è più quello di una volta. È passato nemmeno un anno dalla morte del Re e già pensano di poter comandare con i loro metodi. Se pensiamo a ciò che è successo oggi...-
Buster sembrò iniziare a mettere al loro posto i pezzi del puzzle mancanti. -Quindi l'attacco di oggi potrebbe essere stato causato perché il popolo dei Draghi non è contento della successione?-
I due fratelli annuirono allo stesso momento. Mardic riprese la parola. -I Longfire sono dei Nobili del popolo dei Draghi, hanno molta influenza sul loro esercito ed ora che non c'è un vero e proprio Re non ci sono chiare restrizioni per nessun popolo. Nikos Longfire era diverso, era un Re giusto nei confronti di tutto il popolo di Asil. Se ha scelto questo metodo di successione è probabile che stesse cercando un modo per non lasciare il trono alla sua famiglia.-
Senza alcun preavviso sopraggiunse anche la voce di Shato alla conversazione. -Drago di oggi molto grande. Per Shato, Drago Nobile.-
I tre rimasero in silenzio qualche istante, cercando di capire se lo Spirito dei Cristalli fosse sveglio o stesse semplicemente parlando nel sonno. Questo tuttavia non si mosse, anche senza dormire sembrava gradire le attenzioni che Mardic stava dando ai suoi capelli.
-Shato ha ragione.- commentò Marrion. -Quel Drago era molto grosso ed è comparso dal nulla. Non mi sorprenderebbe se venisse fuori che quello era un Drago di sangue nobile.-
Il viaggio durò all'incirca quattro ore, più del previsto. Fra le diverse fermate alle varie stazioni lungo il percorso ferroviario, non poteva mancare l'indesiderata sosta per via di un guasto. Passarono attraverso una lunga foresta e aggirarono una catena montuosa. I due fratelli seguirono l'idea di Shato dormendo, ma Buster scelse di rimanere ad osservare il paesaggio oltre al finestrino.
Delok era una città molto più grande e famosa di Borrian. Persino gli edifici della periferia sembravano appartenere a famiglie benestanti. Le abitazioni erano costruite con pietre chiare, forme e decorazioni più semplici di quelle della città natale del corvino, vi erano così molti meno dettagli a riempire eccessivamente la visuale.
Ma quando i ragazzi arrivarono alla città il sole era già tramontato, pertanto la priorità non era quella di fare i turisti.
Cora proclamò che sarebbe andata a parlare col padre da sola, ma che egli si trovava al momento in una riunione. Non sapendo quanto tempo le sarebbe servito propose ai ragazzi di cercare nel frattempo una locanda dove alloggiare.
Marrion scelse di andare con lei.
Il Lizard Boots sembrava il locale più accogliente che giunse per primo sulla loro strada. Il salone principale era occupato da diversi tavoli rotondi, con in fondo un lungo bancone per il bar. Le stanze da letto affittabili occupavano dal primo al quarto piano. Essendo il più lucido e responsabile al momento, Mardic si occupò delle prenotazioni, mentre gli altri ragazzi si accomodarono ad uno dei tavoli per la cena.
-Le stanze rimaste sono massimo da due posti, a letti separati.- annunciò il minore dei due fratelli al suo ritorno. -Le ragazze avranno una stanza loro, Shato tu sarai in camera con Buster. Non voglio casini come all'ultimo compleanno, ci siamo capiti?-
Shato rispose con una linguaccia. -Voglio Marrion, lui è più gentile con me.-
Mardic dovette arrendersi, sospirando.
Il suo sguardo era indecifrabile, Buster non riuscì a coglierne il significato. Non era forse felice della scelta delle stanze?
"Non credo di russare così tanto mentre dormo."
Svolsero la cena in quel locale parecchio rumoroso, pieno di gente di ogni tipo. Ad ogni tavolo c'erano clienti che non si preoccupavano di parlare ad alta voce. Buster ebbe pena per il giovane violinista che in un angolo stava cercando di dare un fondo musicale alla sala che ricopriva completamente la sua musica.
Al centro della taverna si era creato un bel pubblico che stava ascoltando il racconto di qualcuno, era difficile sentirne a pieno le parole.
Al suo tavolo la situazione non era migliore. Shato aveva giocato tutto il tempo con il cibo che aveva nel piatto, creando una piccola montagna di carne e insalata. Probabilmente stava cercando di capire quanti pezzi poteva mettere uno sopra l'altro prima di far crollare il tutto. Non contento, aveva ordinato anche diversi boccali di birra. In quel momento stava incoraggiando il biondo a finirne uno.
-Forza, vent'anni e non hai ancora toccato un alcolico. È ora di rimediare.-
-Non mi piace questa birra.-
-Forza forza, se Mardic non beve allora Shato sarà offesa tutta la settimana!-
Buster preferiva star fuori da quella scenata.
Portia invece era l'unica assieme al corvino ad aver consumato il proprio pasto con calma e in silenzio. Il ragazzo pensò che in tutto quel baccano la ragazza potesse quasi scomparire.
Eppure in circa un'ora quell'atmosfera sembrava essere riuscita a placare i brutti pensieri che avevano messo radici nelle menti di quei giovani ragazzi. O perlomeno questo era ciò che pensava Buster mentre a piccoli sorsi beveva la propria birra.
"Come prima volta che bevo non è male."
Con i sensi lievemente offuscati per l'alcool si mise ad ascoltare con più interesse i discorsi dei presenti ai tavoli a fianco ai loro.
-E poi cos'è successo?-
-Ovviamente hanno posto resistenza. Pur negando, avevano la scritta "colpevoli" dipinta sulle loro facce. Ma i loro proiettili non mi facevano altro che solletico!-
-Sei sempre il solito. Non ci aspettavamo altro da te, Vaion.-
I presenti iniziarono ad acclamare, ripetendo quest'ultimo nome come la folla ad uno stadio di fronte al loro idolo. Buster vide con la coda dell'occhio un uomo alzarsi in piedi su un tavolo, probabilmente era colui che la gente stava acclamando. Il corvino rimase a bere con comodo la sua bevanda.
-Sì.- l'uomo sul tavolo acclamò a sua volta sopra tutte le altre voci sottostanti. -Ricordatevi tutti il mio nome, perché da oggi in avanti lo sentirete tutti i giorni. Io sono Vaion Longfire, il vero erede al trono!-
La folla esultò nuovamente. -Forza Vaion!-
-Lunga vita al nostro futuro Re!-
-Ricordati di noi quando salirai al trono!-
-È vero, io ti ho offerto sempre da bere! Prendi un altro bicchiere!-
-Nessuno vorrebbe un Re stupido come te.-
Buster rischiò di strozzarsi con la birra. Quest'ultima affermazione era riuscita a guadagnarsi il silenzio totale, ma non era questo che lo aveva fatto sussultare.
Guardò subito il posto del biondo accanto a sé, questo era vuoto così come il calice di birra. "No no no no."
Tutti al suo tavolo si voltarono verso il centro della discussione e i dubbi di Buster si avverarono.
Colui che aveva parlato per ultimo non era altri se non il suo amico, Mardic.

   
 
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